L’istruzione, sfida del domani

L’istruzione, sfida del domani

di Maurizio Tiriticco

Da sempre sostengo che l’ISTRUZIONE (finalizzata all’acquisizione di CONOSCENZE), la FORMAZIONE (finalizzata all’acquisizione di ABILITA’ al fine di utilizzare le conoscenze nella vita e nel lavoro) e l’EDUCAZIONE (finalizzata all’acquisizione di comportamenti e COMPETENZE professionali e civiche), sono attività che investono tutti i nostri concittadini dalla nascita ed oltre e costituiscono fattori indispensabili per una comune convivenza civile e produttiva. E non è un caso che nel dpr 275 del lontano 1999, concernente l’avvio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, si legga testualmente: “L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di EDUCAZIONE, FORMAZIONE e ISTRUZIONE mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il SUCCESSO FORMATIVO, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.
E non si tratta di richiami casuali! Infatti, Laura Montanari, in “la Repubblica” di oggi, in un articolo dal titolo “Cambiare rotta sulla formazione? Prove di futuro”, ci ricorda come impegni normativi quali quelli derivanti dall’applicazione del citato dpr, non siano pienamente soddisfatti. E scrive tra l’altro: “Se gli investimenti sull’istruzione non sono mai stati una priorità nelle nostre politiche, se il lavoro degli insegnanti era e resta sottopagato, se l’organizzazione scolastica risente di un eccessivo centralismo, il risultato è che i livelli educativi della popolazione italiana (in età di lavoro) sono mediamente bassi”. Mentre in realtà – e di norma – istruire, formare ed educare costituiscono i capisaldi per la costruzione di una convivenza civile e produttiva di una qualsiasi comunità!
La Montanari aggiunge che “il quadro tracciato dall’Istat è perfino più allarmante: ‘Gli adulti con titolo superiore in Italia sono meno della media europea il numero dei laureati è – in totale sulla popolazione nella fascia 25-34 anni – il più basso in Europa. Si tratta di un ulteriore grido di dolore”. Di gridi di questo tipo ne conosciamo tanti e da anni! E da anni grido anch’io! Il fatto è che un Paese civile e che guarda al futuro – oggi, soprattutto, in un mondo in cui la ricerca tocca livelli sempre più alti – dovrebbe investire in ISTRUZIONE, FORMAZIONE ed EDUCAZIONE con il massimo delle sue risorse. Ed invece, così non è! I governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni sono assolutamente miopi in materia. E il dicastero dell’Istruzione – che in realtà interessa tutti gli Italiani, perché tutti hanno frequentato la scuola e tutti hanno figli che frequentano la scuola – è il ministero meno gettonato da chi ambisce ad incarichi politici.
E così, come spiega nel citato articolo Andrea Gentili, responsabile dei progetti socioeconomici dell’Istituto Cattaneo, “l’Italia sconta un ritardo nei livelli di istruzione sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo. Le ragioni sono diverse, a cominciare dalla struttura organizzativa della scuola italiana, che ha radici lontane; viene ancora dal bisogno di alfabetizzare le masse, un approccio che è stato riformato, ma mai ribaltato”. Per non dire poi che “l’identificare gli studi classici come apice del sistema formativo, ha influenzato l’eccessiva predilezione degli studenti per le materie umanistiche in un contesto mondiale di ricerca e sviluppi scientifici sempre più dominanti e determinati per la crescita economica”. Eppure, almeno a mio vedere, l’esigenza di umanesimo – se si può chiamarla così – è quanto mai forte al mondo d’oggi! Almeno in questa Italia dove ad alcuni governanti piace molto mostrare muscoli e divise e adottare parole forti! Nonché espressioni stentoree e slogan! E si tratta di un’esigenza avvertita già da qualche tempo, e non solo da noi. Ricordo che nel marzo del 2011 ho recensito un interessante volume: Martha Nussbaum, Non per profitto, perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, con l’introduzione di Tullio De Mauro, edito da Il Mulino, a Bologna, nel 2011. Quindi, a scanso di ogni equivoco, non dimentichiamo che il nostro Paese in materie di Umanità e di Rinascita ha – o avrebbe!? – più da insegnare che da apprendere! Pertanto, se Matera e i suoi Sassi costituiscono uno dei Patrimoni mondiali dell’Unesco, e se questa città è stata denominata Capitale europea della Cultura, non sono fatti casuali!
In realtà, non esistono due culture, quella umanistica e quella scientifica! I nostri grandi, Galileo o Michelangelo, lo stesso Dante, erano umanisti e scienziati! Per non dire di un Aristotele! In effetti, la cultura, la nostra cultura, la nostra civiltà vengono da lontano, da quel mondo greco e latino che ha impregnato di sé tutte le successive civiltà. E si tratta di Grandi Realtà! Tuttavia oggi l’istruzione e l’evoluzione stessa del sapere sembrano non interessare più di tanto non solo il dibattito politico, ma lo stesso mondo dei politici! Altrimenti, non avremmo insegnanti mal pagati e scuole a volte fatiscenti. E non avremmo un numero sempre crescente di insegnanti femmine, in quanto non sembrano esistere “maschietti” che aspirino all’insegnamento. In effetti, spesso – almeno a quanto mi consta, ma mi vorrei sbagliare – la professione docente non è molto appetibile, almeno in questo Paese in cui la scuola sembra essere “a gran dispitto”. Anche perché, come da tradizione, la scuola impegna solo per alcune ore della mattinata! Anche se oggi non è così, o non dovrebbe essere così, e non solo per le tante carte dei Rav, dei Pdm, dei Ptof! In realtà, se è vero che questo è il mondo della conoscenza, i luoghi dell’insegnare dovrebbero costituire il fondamento pagante, e pagato, di qualsiasi attività lavorativa.
E per finire: avremo mai un’Italia in cui la scuola e il sapere costituiranno il fondamento del nostro vivere civile? E’ un’attesa? O una sfida? O, più semplicemente, un’illusione?

Autismo, in Toscana nasce il coordinamento delle associazioni

Redattore Sociale del 21-01-2019

Autismo, in Toscana nasce il coordinamento delle associazioni

FIRENZE. Domenica 20 gennaio 2019 a Prato è nato il coordinamento delle Associazioni Toscana di familiari con autismo.Dopo un primo incontro svoltosi nell’aprile 2018 ad Arezzo, è nato ufficialmente un coordinamento che si pone obiettivi precisi e si prepara ad organizzare iniziative congiunte e strategie concrete per la difesa dei diritti delle persone con autismo e delle loro famiglie.

Per la prima volta le Associazioni che raggruppano familiari di persone con autismo di tutta la Toscana hanno deciso di celebrare tutte assieme la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo in programma il 2 aprile e stanno programmando una manifestazione congiunta che si svolgerà a Firenze.

Da oggi parte un percorso che si concentrerà su temi precisi quali il progetto di vita, il diritto allo studio, alle terapie ed al lavoro per tutti gli autistici.All’incontro di Prato erano presenti rappresentanti di Orizzonte Autismo (Prato), Autismo Livorno, Autismo Arezzo, Autismo Toscana, Autismo Casa di Ventignano (Fucecchio – Firenze), Autismo Apuania (Massa Cassara), Autismo Siena Piccolo Principe, Iron Mamme (Grosseto), Autismo Toscana sezione Firenze, Associazione Agrabah (Pistoia), Autismo Pisa (Pisa e Valdera), Autismo In Blu (Valdinievole – Pistoia).

“E’ giunto il momento per far sentire la nostra voce in maniera univoca in tutta la Toscana – hanno spiegato dal coordinamento – Non ci sono più alibi per la politica e per il sistema socio sanitario; ci sono leggi e vanno applicate. L’impegno di questo coordinamento sarà ad ogni livello sia regionale che territoriale, nessuno sarà più solo. Un unico grande obiettivo: il diritto di ciascuna persona con autismo ad avere una vita piena autodeterminata e libera, a vedere realizzato il proprio progetto di vita che parta dai propri desideri e aspirazioni, dalle proprie capacità e attitudini e che consideri le difficoltà e disabilità che limitano ciascuna persona con autismo”.

Il “Viaggio della Memoria”

Sono oltre cento gli studenti partiti il 20 gennaio 2019 da Roma verso la Polonia per l’annuale Viaggio della Memoria organizzato dal Miur, con la collaborazione dell’Ucei, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per commemorare le vittime della Shoah. I ragazzi coinvolti nell’iniziativa avranno l’opportunità di partecipare a un’esperienza didattica significativa: ascolteranno le testimonianze di chi ha vissuto la tragedia dell’Olocausto, visiteranno i luoghi dove i fatti sono avvenuti, rifletteranno e si interrogheranno su quello che è stato, affinché non accada mai più.

Gli studenti sono guidati dalle sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute ad Auschwitz e testimoni dell’Olocausto. Partecipano al Viaggio anche Giuseppe Chiné, Capo di Gabinetto del Miur, Noemi Di Segni, Presidente dell’Ucei, David Ermini, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Francesco Minisci, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, lo storico Marcello Pezzetti.

I ragazzi che hanno raggiunto la Polonia sono stati scelti con le loro scuole per aver realizzato i migliori progetti didattici sul tema della Shoah. Da anni il Miur bandisce infatti un concorso in occasione delle commemorazioni del Giorno della Memoria, il 27 gennaio.

Nella due giorni del Viaggio gli studenti avranno l’opportunità di visitare il campo di sterminio di Birkenau e il ghetto istituito dai nazisti nel 1941 nel quartiere Podgorze di Cracovia. Ma anche l’antico quartiere di Kazimierz e il Museo di Auschwitz. Nella Sinagoga di Tempel sarà siglata una Lettera d’Intenti tra il Miur, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Consiglio Superiore della Magistratura e l’Associazione Nazionale Magistrati per promuovere attività di sensibilizzazione e formazione nelle scuole sulle tematiche della Shoah.

CONTRIBUTI PER VACANZE STUDIO

CONTRIBUTI PER VACANZE STUDIO: I PROGRAMMI WEP CONFORMI AL BANDO INPS 2019

Anche per il 2019 INPS ha messo a disposizione dei contributi rivolti ai figli di dipendenti e pensionati della pubblica amministrazione e dedicati a soggiorni studio all’estero o in Italia

C’è tempo dal 31 gennaio fino al 28 febbraio per partecipare ai Bandi INPS 2019 che assegnano borse di studio a figli di dipendenti e pensionati pubblici, ai figli di iscritti alla Gestione Fondo IPOST e ai figli di assistiti IPA che vogliono frequentare un corso di lingua all’estero o in Italia durante le vacanze estive. I contributi, che si rivolgono agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, consentendo di coprire quasi totalmente il costo del corso, è un concreto incentivo alla mobilitazione e alla crescita culturale degli studenti.

Entro il 4 aprile verranno comunicati i vincitori delle borse di studio. Il contributo, calcolato in percentuale sull’ISEE della famiglia, non scende mai al di sotto del 60% del valore totale della borsa di studio. I vincitori verranno selezionati dando priorità agli studenti disabili o con invalidità civile al 100% e tenendo conto della promozione con o senza debiti formativi nell’anno scolastico 2017/2018, della media scolastica e della situazione economica della famiglia. Ai giovani disabili è data la possibilità di avvalersi di assistenza continua di personale qualificato, con costi a carico dell’Istituto (ex Inpdap).

Partecipando al bando, WEP – organizzazione internazionale che promuove scambi linguistici e educativi per ragazzi – è tra le realtà a cui è possibile rivolgersi per l’organizzazione della vacanza studio. WEP promuove infatti programmi che possono beneficiare di tale contributo. Le mete disponibili sono tante, dalla Gran Bretagna al Canada, passando per Irlanda, Germania, Spagna e Francia.  

I BANDI

  • EstateINPSieme estero

Borse di studio: 22.930

Durata soggiorno: due settimane

Rivolto a: studenti scuola secondaria di secondo grado e che non hanno compiuto 23 anni

Contributo: fino a 2.000 euro

Info: https://www.wep.it/estate-inpsieme-estero

  • EstateINPSieme Italia

Borse di studio: 12.020

Durata soggiorno: una o due settimane

Rivolto a: studenti scuola elementare e media

Contributo: 600 euro o 1.000 euro in base alla durata

Info: https://www.wep.it/estate-inpsieme-italia

  • Corso di lingue all’estero

Borse di studio: 1.170

Durata soggiorno: da tre a cinque settimane

Rivolto a: studenti scuola superiore con certificazione di lingua B1

Contributo: fino a 3.900 euro

Info: https://www.wep.it/bando-inps-corsi-di-lingue-allestero

Per richiedere il contributo occorrerà effettuare la registrazione telematica per ottenere il PIN dispositivo e inviare la richiesta di partecipazione direttamente dal sito dell’INPS con la documentazione apposita, come specificato sul bando, entro il 28 febbraio. Entro il 4 aprile verrà pubblicato l’elenco dei vincitori e degli ammessi con riserva, sempre sul sito www.inps.it

WEP è un’organizzazione internazionale al servizio dei giovani, che segue ogni anno circa 5000 ragazzi in partenza dall’Italia verso 65 Paesi e in arrivo nella nostra penisola da tutto il mondo. I suoi programmi comprendono: soggiorni di gruppi scolastici durante l’anno (stage linguistici) o durante l’estate (vacanze-studio); corsi di lingua all’estero; programmi di lavoro, stage e viaggi solidali all’estero; i programmi “High School” per i ragazzi delle superiori per trascorrere un trimestre, un semestre o un anno scolastico all’estero; studi universitari all’estero, in USA, UK, Canada, Australia e Paesi Bassi.

Per informazioni:

tel. 011/6680902

info@wep.it

www.wep.it.

MATURITÀ: “MODIFICHE SBAGLIATE NELLA FORMA E NELLA SOSTANZA”

“Un cambiamento sbagliato nella forma e nella sostanza che contestiamo”. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, stronca le novità riguardanti la seconda prova dell’esame di Maturità e il colloquio.

“Dal cilindro di viale Trastevere salta fuori la doppia materia per la seconda prova scritta, una bidisciplinarietà dai tratti confusi che non agevolerà di certo gli studenti. Per non parlare, poi, della prova orale che, con l’introduzione di una sorta di ‘argomentone’, finisce con il diventare una chiacchierata da bar. Singolare, inoltre, il sistema delle tre buste tra le quali i candidati dovranno pescare quella contenente lo spunto per l’inizio del colloquio. La scuola è tutta un quiz, insomma, parafrasando Renzo Arbore”.        

“Introdurre modifiche così profonde a metà anno scolastico è del tutto scorretto – incalza Di Meglio – perché il lavoro che gli insegnanti devono svolgere per preparare gli studenti ad affrontare la Maturità si fonda su un percorso complesso e articolato che va progettato fin dall’inizio dell’anno scolastico, non di certo a gennaio. A ben poco serviranno le simulazioni d’esame previste dal Miur tra febbraio, marzo o perfino aprile: gli insegnanti saranno comunque costretti a improvvisare cambiamenti di programmazione avendo a disposizione un periodo di tempo del tutto insufficiente. Non si possono cambiare le carte in tavola a gioco iniziato, dando indicazioni pochi mesi prima dell’esame su come prepararsi ad una prova che tiene conto del lavoro di tre anni”.

“La scuola – ammonisce il coordinatore nazionale della Gilda – deve smettere di essere terreno di sperimentazioni continue senza capo né coda. Al Miur chiediamo di tornare sui suoi passi e di rinviare almeno di un anno l’applicazione del decreto, cominciando a preparare gli studenti dal terzo anno”.  

Esame di Stato, debutta la prova mista: al Classico latino-greco, fisica e matematica allo Scientifico

da Il Sole 24 Ore

di Alessia Tripodi

Alla maturità 2019 debuttano le doppie prove: Matematica e Fisica allo scientifico, Latino e Greco al Classico. Le materie per la seconda prova sono state annunciate su Facebook dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti . La novità del “test” multidisciplinare è prevista dal decreto legislativo 62 del 2017 che ha riformato l’esame di Stato.

IL DOSSIER: guida alla scelta della scuola superiore

La maturità così rinnovata inizierà il 19 giugno prossimo alle 8.30 con la prima prova, il tema di italiano, mentre la seconda prova si terrà il 20 giugno. Nel decreto con le materie sono indicate anche le modalità di svolgimento dell’orale: nel giorno della prova saranno gli studenti a sorteggiare i materiali sulla base dei quali sarà condotto il colloquio, durante il quale si parlerà anche delle esperienze di alternanza scuola-lavoro svolte durante l’anno scolastico.

GUARDA IL VIDEO / Maturità, doppia prova al Classico e allo Scientifico

Da quest’anno, per la prima volta, ha annunciato il ministro, per aiutare gli studenti arrivano anche le simulazioni nazionali delle prove. «Comunichiamo le materie con largo anticipo – ha detto il ministro nel video su Facebook, rivolgendosi agli studenti -. Come sapete da quest’anno ci sono delle novità. Per questo da ottobre abbiamo cominciato a fornire tutte le informazioni utili per le prove a voi e ai vostri docenti» E «per sostenervi nella vostra preparazione organizzeremo delle simulazioni della prima e della seconda prova. Si svolgeranno nei mesi di febbraio, marzo e aprile», ha annunciato Bussetti.

Le doppie prove: ecco come saranno
Per il liceo Classico, la prova sarà articolata in due parti: ci sarà una versione, un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduta e seguita da parti tradotte per consentire la contestualizzazione della parte estrapolata. In caso di versione “mista” – come quella prevista quest’anno – il test prevede anche tre quesiti finali a risposta aperta nei quali il candidato dovrà mettere a confronto i testi dal punto di vista linguistico e stilistico, ma anche fornire considerazioni critiche personali

Doppia prova anche negli altri istituti
La seconda prova quest’anno riguarderà «più discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi», spiega il ministero, fatta eccezione per quegli indirizzi in cui la disciplina caratterizzante è una sola. Oltre che al Classico e allo Scientifico, dunque, la prova multidisciplinare riguarderà anche altri istituti: Scienze umane e Diritto ed Economia politica per il Liceo delle Scienze umane (opzione economico sociale), Discipline turistiche e aziendali e Inglese per l’Istituto tecnico per il turismo, Informatica e Sistemi e reti per l’Istituto tecnico indirizzo informatica, Scienze degli alimenti e Laboratorio di servizi enogastronomici per l’Istituto professionale per i servizi di enogastronomia. L’elenco completo delle discipline oggetto della prova è disponibile da oggi sul sito del Ministero .

L’orale
Il colloquio orale sarà, come sempre, pluridisciplinare. La commissione – spiega il Miur – partirà proponendo agli studenti di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi che saranno lo spunto per sviluppare il colloquio. I materiali di partenza saranno predisposti dalle stesse commissioni, nei giorni che precedono l’orale, tenendo conto del percorso didattico effettivamente svolto dagli studenti descritto nel documento che i Consigli di classe consegneranno come ogni anno in vista degli esami.
Il “sorteggio” dei temi da parte dei candidati è stato previsto, dice il ministero «per garantire la massima trasparenza e pari opportunità ai candidati». Una parte del colloquio riguarderà, poi, le attività fatte nell’ambito di “Cittadinanza e costituzione”, sempre tenendo conto delle indicazioni fornite dal consiglio di classe sui percorsi effettivamente svolti.

Da febbraio simulazioni delle prove
Le simulazioni nazionali per la prima prova scritta si svolgeranno il 19 febbraio e 26 marzo, mentre per la seconda prova le date sono il 28 febbraio e 2 aprile. Obiettivo di questa operazione, spiega il ministero, è sostenere il più possibile ragazzi e docenti nella preparazione del nuovo esame. Con un’apposita circolare il ministero fornirà alle scuole tutte le indicazioni operative, mentre sul sito del Miur nel mese di dicembre sono stati già pubblicati alcuni esempi di traccia, sia per la prima che per le seconde prove. Per illustrare a studenti e docenti le nuove regole sono stati svolti anche specifici incontri sul territorio. Lo stesso ministro Bussetti si è confrontato con oltre 300 studenti a Milano e nuovi momenti di incontro, assicurano da Viale Trastevere, saranno organizzati con i ragazzi a febbraio e marzo.

Il nuovo esame
L’esame di maturità 2019 sarà dunque un po’ diverso da quelli precedenti , con novità che riguarderanno non solo le prove – quelle scritte scendono da tre a due, più una prova orale – ma anche la valutazione e la durata. Da quest’anno, infatti, sia la prima che la seconda prova scritta, saranno corrette secondo griglie nazionali di valutazione che sono state diffuse nel mese di novembre. Nel decreto con le materie pubblicato oggi sono individuate anche le discipline affidate a commissari esterni.

Le novità del restyling più profondo da 20 anni a questa parte

da Il Sole 24 Ore

di Eu. Br.

Forse si fa prima a ricordare in quali punti la maturità 2019 ricalcherà gli esami che si sono svolti fino all’anno scorso. Chiarendo, ad esempio, che le commissioni saranno formate da 5 membri, di cui due interni. Oppure che il voto minimo e massimo sarà sempre di 60 e di 100. Per il resto le prove che prenderanno il via il 19 giugno alle 8.30 con l’italiano saranno completamente nuove: due materie scritte anziché tre, orale con il materiale sorteggiato dallo studente, più peso al curriculum dell’ultimo triennio, griglia di valutazione per limitare la discrezionalità dei commissari. Se non si può parlare di cambiamento epocale, sicuramente si tratta del restyling più corposo da almeno un ventennio per la verifica che chiude i cinque anni di scuola superiore.

Più peso al curriculum scolastico
La doppia materia al secondo scritto, che è stata resa nota via Facebook dal ministro Marco Bussetti, rappresenta dunque solo la prima di una lunga lista di modifiche che vale la pena ricordare. Magari in ordine temporale. E la prima arriverà già nei prossimi giorni quando negli scrutini di fine trimestre (o quadrimestre) andrà calcolato e comunicato il credito scolastico per il terzo e quarto anno. A cui si aggiungerà in sede di ammissione quello per il quinto. In totale dalla carriera dell’intero triennio lo studente potrà ottenere 40 punti che gli varranno poi per il voto finale.

Ammissione con il sei in tutte le materie
Per poter sostenere l’esame bisogna aver frequentato almeno i tre quarti del monte ore annuale previsto e conseguito il sei in ciascuna disciplina (e la sufficienza in comportamento). Il consiglio di classe potrà anche ammettere gli alunni con una sola insufficienza ma servirà «una adeguata motivazione». Nessuna novità invece per Invalsi e per l’alternza scuola-lavoro. Non costituivano e non costituiscono requisito di ammissione alle prove. Anche se le esperienze di formazione on the job saranno comunque valutate nel corso dell’orale, insieme ai principi di cittadinanza e costituzione.

Le nuove prove scritte
Già per la prova di italiano del 19 giugno lo scenario che i ragazzi troveranno sul banco sarà diverso dal solito. Ferme restando le sei ore a disposizione, i maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. Le tre tipologie saranno: analisi del testo (due tracce), analisi e produzione di un testo argomentativo (tre tracce) , riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità (tre tracce). Laddove scompaiono il saggio breve e l’articolo giornalistico. Per la seconda prova, che potrà durare fino a 8 ore, la novità più ghiotta sarà la prova mista. Ad esempio greco-latino al classico che dovrebbe sostanziarsi in una versione da tradurre e da confrontare con un altro testo già tradotto e in un quiz di tre domande per saggiare la preparazione degli studenti.

L’orale rinnovato
Il famigerato quizzone non ci sarà. Dopo i due scritti si passerà direttamente al colloquio orale che sarà, come sempre, pluridisciplinare. La commissione partirà proponendo agli studenti di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi che saranno lo spunto per sviluppare la discussione. I materiali di partenza saranno predisposti dalle stesse commissioni, nei giorni che precedono l’orale, e sorteggiati dagli esaminandi il giorno stesso.

Come si calcola il punteggio
Ai 40 punti del curriculum scolastico se ne potranno aggiungere massimo 60 in sede d’esame: fino a 20 per ciascuno dei due scritti e altrettanti per l’orale. La commissione potrà integrare il voto fino a un massimo di cinque punti, se il candidato ha ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove d’esame di almeno 50 punti. Per la “lode” occorre l’unanimità.Con un’ultima new entry non da poco: le griglie di valutazione che i professori dovranno seguire nella valutazione degli elaborati. E che dovrebbero assicurare, è l’auspicio del Miur, per garantire una maggiore equità e più omogeneità nella correzione degli scritti.

Presidi: apprezziamo riforma ma serviva più tempo

da Il Sole 24 Ore

«Il Miur ha deciso di accelerare il processo di trasformazione delle prove verso la modalità multidisciplinare: per la gran parte degli indirizzi di studio è prevista una traccia che coinvolge, come novità assoluta, più di una disciplina. Si tratta di un cambiamento radicale che presuppone un diverso approccio didattico e culturale da parte delle scuole e che Associazione nazionale presidi (Anp) considera ormai ineludibile», a dirlo è il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli.

«Apprezziamo la nuova visione, volta a superare la rigida e ormai antiquata impostazione delle discipline scolastiche, auspicando che si tratti di un effettivo preludio al complessivo rinnovamento della scuola tradizionale. Il nuovo esame – osserva Giannelli – rappresenta l’occasione per misurarsi con quella didattica per competenze verso la quale lo scenario educativo internazionale si orienta da molto tempo, utile ad affrontare un contesto sociale sempre più complesso. Trattandosi di una sostanziale novità, la nuova struttura delle prove d’esame avrebbe forse richiesto tempi più distesi per consentire ai consigli di classe di progettare, almeno nel corso del triennio, un impianto metodologico pienamente adeguato.
Inoltre, destano qualche preoccupazione le procedure previste per la preparazione del colloquio da parte della commissione: in particolare, la predisposizione dei materiali da utilizzare durante l’orale avrebbe potuto, più semplicemente, essere anticipata dal consiglio di classe con riferimenti espliciti e testi allegati al documento del 15 maggio».

Nell’interesse degli studenti, Anp chiede che si tenga conto «di queste criticità per consentire il più sereno e proficuo svolgimento di tutte le fasi d’esame. Anp chiede inoltre che che il Miur provveda a sostenere in questi ultimi mesi il lavoro dei docenti e delle future commissioni, fornendo ulteriori chiarimenti per il colloquio ed esempi di tracce su cui
esercitarsi per tutti gli indirizzi di studio. Infine, sarà fondamentale che le prove d’esame siano proposte con consegne di svolgimento chiare e precise, nonché adeguatamente calibrate rispetto ai tempi e agli strumenti messi a disposizione».

Nuova maturità, Bussetti: seconda prova mista proporzionata su monte ore discipline

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministro Bussetti, nel corso di un’intervista su “La Stampa”, è intervenuto sul nuovo esame di Stato, dopo la pubblicazione delle materie oggetto della seconda prova e le indicazioni fornite sul colloquio.

Esami di Stato secondaria, il Decreto Miur con i dettagli per il colloquio

Rispondendo ad una domanda relativa al fatto che gli studenti sono chiamati a svolgere la seconda prova secondo una modalità differente da ciò che si svolge in classe, Bussetti ha affermato che le prove saranno accessibili e che i tecnici del Miur terranno conto, nella predisposizione delle stesse, delle Indicazioni Nazionali.

Le prove, inoltre, saranno bilanciate e, sopratutto per la seconda prova, si terrà in considerazione il monte ore delle singole discipline.

Chi studia, ha poi proseguito il Ministro, non avrà problemi.

Maturità 2019: riforma ereditata

Bussetti ha precisato che la riforma non è stata opera Sua ma del Governo precedente, quindi non gli appartiene la scelta di abolire la tesina o la volontà di lasciare il segno.

L’intervista

Bussetti: adesso chiederemo risorse per stabilizzare docenti e valorizzarli

da Orizzontescuola

di redazione

Durante una intervista rilasciata a SkyTg24 il Ministro Bussetti ha anticipato la seconda fase dell’operato del Ministero dell’Istruzione: il reperimento dei fondi necessari all’assunzione dei docenti. 

Il suo Ministero – ha chiesto il giornalista in studio – è contento delle misure economiche di questo Governo, per quanto riguarda eventuali tagli o richieste che sono state più o meno soddisfatte?

 

Adesso – ha concluso Bussetti – andremo a richiedere le risorse necessarie perché dobbiamo stabilizzare i docenti, ridare ordine al sistema scuola e valorizzare la figura di tutti i nostri operatori scolastici per offrire un servizio di sempre maggiore qualità per studenti e famiglie.

Ricordiamo che qualche mese fa il Ministro aveva stupito per le sue parole “ci si riscalda con la legna che si ha” e che fino a pochi giorni fa ha risposto in Parlamento circa i presunti tagli operati per le supplenze su sostegno in Legge di Bilancio 2019.

Come avvengono le immissioni in ruolo 2019/20

Adesso si mette in moto la macchina delle assunzioni.

Le immissioni in ruolo dell’anno scolastico 2019/20 avverranno per il 50% dalle Graduatorie ad esaurimento e per il 50% dalle Graduatorie dei concorsi.

Eventuali posti assegnati a GaE ormai esaurite passeranno alle graduatorie dei concorsi.

Infanzia e primaria. I concorsi a cui è destinata questa quota sono, prioritariamente, il concorso 2016 (inclusi coloro che abbiano raggiunto il punteggio minimo fino a quando la graduatoria sarà valida) e successivamente, qualora residuino posti, il concorso straordinario e il nuovo concorso ordinario con quote del 50% ciascuno.

Secondaria.  Per la scuola secondaria ci sono ancora regioni e classi di concorso con le graduatorie di merito del 2016, e a seguire quelle del concorso 2018 del concorso riservato ai docenti abilitati.

Operazioni in anticipo

L’obiettivo del Ministro Bussetti è di anticipare le operazioni per avere tutto pronto a settembre, ed evitare alle scuole gli annosi problemi di organico.

Il Ministro Bussetti ha recentemente dichiarato in una intervista al Giorno “Anticiperemo i tempi di immissione in ruolo degli insegnanti, quest’anno vorremmo chiudere le operazioni a fine luglio. Un mese prima. Per avere tutto pronto per settembre

Pensioni, prescrizione contributi: ulteriore rinvio al 31 dicembre 2021

da La Tecnica della Scuola

Viene posticipata al 31 dicembre 2021 la prescrizione quinquennale dei contributi dei dipendenti del pubblico impiego.

Lo prevede il decreto quota 100 deliberato dal governo lo scorso giovedì.

All’articolo 19 del decreto si fa riferimento proprio alla prescrizione dei contributi Inps.

“All’art. 3 della legge 8 agosto 1995, n. 335, dopo il comma 10 è aggiunto il seguente: 10-bis. Per i rapporti di lavoro subordinato con le amministrazioni pubbliche di cui al Dlgs n. 165/2001, i termini di prescrizione dei commi 9 e 10, riferiti agli obblighi relativi alle contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria afferenti ai periodi di competenza fino al 31 dicembre 2014 non si applicano fino al 31 dicembre 2021, fatti salvi gli effetti di provvedimenti giurisdizionali passati in giudicato”.

Si tratta di un’ulteriore proroga rispetto a questo previsto dall’Inps. Con la circolare n. 117 dell’11 dicembre 2018, l’Ente di previdenza aveva  prorogato il termine della prescrizione dei contributi Inps per i dipendenti pubblici al 1° gennaio 2020.

Ora un’ulteriore proroga al 31 dicembre 2021

Come verificare la propria posizione

Per verificare la propria posizione assicurativa il lavoratore può accedere all’estratto conto INPS, tramite PIN o tramite un Patronato.

Nel caso si riscontrassero lacune o incongruenze, il lavoratore può chiedere, sempre tramite PIN o tramite un Patronato, la variazione RVPA, istanza che non ha alcun termine di decadenza.