Dati adesione Sciopero 7 e 8 gennaio 2019

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA

7 e 8 gennaio 2019

Sciopero  nazionale del personale docente e ATA indetto dal SAESE

Dati di adesione

Sul sito del Dipartimento Funzione Pubblica è stata pubblicata, per le due giornate, la media dei dati di adesione allo sciopero che hanno riguardato tutte le istituzioni scolastiche/educative interessate (es. quelle all’estero, e/o di Trento, e/o di Bolzano, e/o comunali, etc..)  oltre le scuole statali.

(http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/14-01-2019/dati-di-    adesione-allo-sciopero-del-7-e-8-gennaio-2019-del-personale)

Per quanto concerne le sole istituzioni scolastiche statali, sulla base dei dati di adesione inseriti dalle istituzioni scolastiche mediante il programma di acquisizione presente sul portale SIDI, si evidenzia che, per la giornata del 7 gennaio:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.644      su un totale di 8.292 (80,13%);
  • 4.503 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,52%  delle  866.496 unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 60.277 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…);

per la giornata dell’8 gennaio:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.730    su un totale di 8.292 (81,16%);
  • 4.233 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,48%  delle  891.118 unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 59.998 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…).

SCUOLA E PRECARIATO

USB Scuola – SCUOLA E PRECARIATO: LA NOSTRA PROPOSTA

Da anni siamo impegnati in una lotta costante e tenace per la stabilizzazione di quel personale della scuola che, di fatto, viene sfruttato anno dopo anno in ragione dell’assenza di una volontà politica che metta la scuola al centro della propria agenda.

Da sempre rappresentiamo in ogni mobilitazione e ai tavoli contrattuali i diritti dei docenti e del personale ATA precario. Lo abbiamo fatto anche in occasione del rinnovo contrattuale del CCNL 2016/18, quando abbiamo chiesto l’equiparazione di tutti i diritti dei precari a quelli del personale di ruolo e denunciato la firma di questo CCNL che non recepisce nessun nuovo diritto contrattuale per i precari a cui si continua a richiedere sempre e solo doveri.

Chiedere come sindacato l’assunzione in ruolo di tale personale significa non solo riconoscere un diritto acquisito nel tempo in virtù del lavoro prestato, ma anche migliorare la qualità della scuola pubblica statale, un’istituzione sempre più in ginocchio a causa della totale assenza di risorse e investimenti che i governi succedutisi negli anni hanno messo in pratica. La scuola è stata per troppo tempo considerata come una sorta di gigantesco bancomat dal quale prelevare risorse da investire in altri settori.

Il 30 novembre 2018 abbiamo indetto e organizzato uno sciopero con una piattaforma chiara che poneva al centro due punti a nostro parere necessari per il rilancio della scuola statale: l’ampliamento dell’organico, con la trasformazione delle cattedre “di fatto” in posti “di diritto”, e l’immissione in ruolo immediata, senza alcun concorso, per tutti i docenti con 36 mesi di servizio. Non chiediamo la Luna, ma il riconoscimento del lavoro prestato da decine di migliaia di lavoratori, senza i quali gli istituti di tutta Italia semplicemente non avrebbero potuto funzionare.

Grazie alla nostra mobilitazione abbiamo ottenuto un incontro con il sottosegretario all’Istruzione. Il 12 febbraio andremo al MIUR a sottoporre il nostro documento ufficiale sulla scuola. In vista di tale incontro, abbiamo organizzato una serie di assemblee per confrontarci con i lavoratori e le lavoratrici. Di seguito, la proposta che intendiamo discutere nelle assemblee e sottoporre all’attenzione del Ministro alla Pubblica Istruzione.

CHIEDIAMO

Un bando riservato per la costituzione di una graduatoria permanente provinciale per chi ha 3 anni di servizio (vedi nota).

La graduatoria, per soli titoli, vedrà l’inserimento di coloro che sono presenti nelle terze fasce delle graduatorie d’istituto e hanno maturato 3 anni di servizio (vedi nota) negli ultimi dieci anni, e servirà per il conferimento delle assunzioni a tempo indeterminato e per il conferimento degli incarichi di supplenza annuali (31/08) o fino al termine dell’attività didattica (30/06).

La graduatoria per il ruolo verrà utilizzata una volta esaurite le GAE provinciali, le GM e le GMRE regionali.

La graduatoria per gli incarichi a tempo determinato sarà utilizzata in subordine a quella provinciale degli abilitati di seconda fascia.

L’anno di prova deve avere valore abilitante.

Il prossimo rinnovo contrattuale dovrà sancire l’equiparazione giuridica del personale precario con quello a tempo indeterminato, mettendo fine ad una differenziazione ingiusta perpetrata dai sindacati firmatari.

Nelle more della realizzazione della graduatoria provinciale, chiediamo, in relazione al prossimo concorso riservato, l’80% dei posti riservati e l’esenzione dai 24 CFU per tutti coloro che hanno maturato tre anni di servizio (anche non continuativo, vedi nota) negli ultimi dieci anni.

Nell’eventualità che il quadro politico e le scelte governative non vengano incontro alle nostre richieste, consideriamo l’avvio di un percorso abilitante speciale l’extrema ratio per garantire la professionalità dei docenti precari con tre anni di servizio

NOTA:

Per la valutazione degli anni di servizio, si precisa che è valido l’anno scolastico in cui siano stati svolti almeno 180 giorni di servizio anche non continuativo, oppure, ai sensi dell’articolo 11 comma 14 della legge n. 124/99, un servizio prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.

Vietare il cellulare a scuola? Riparte l’eterna sfida fra apocalittici e digitali

da Corriere della sera

Il divieto in due proposte di legge della Lega e di Forza Italia. Mantegazza, pedagogista: «Giusto vietarlo, lo smartphone in cartella è un’assurdità». Bardi, esperta di digitale e didattica: «Vietarlo spinge i ragazzi a mentire. Meglio insegnare un uso consapevole»

 Orsola Riva

Vietare per legge l’uso dei cellulari a scuola? A riaprire il dibattito sono due proposte, una della leghista Giorgia Latini, l’altra dell’ex ministra dell’Istruzione Maria Stella Gelmini – governo e opposizione – che potrebbero andare a integrare il disegno di legge sull’introduzione dell’educazione civica a scuola il cui iter parlamentare è appena partito. «Per come la vedo io – dice il leghista Massimiliano Capitanio, primo firmatario del testo guida della legge sull’educazione civica – dovrebbe essere una norma di buon senso tenere lo smartphone spento. Un po’ come uno non tiene il casco in testa. Purtroppo però assistiamo continuamente alla diffusione di video registrati di nascosto a danno di compagni e docenti». Di qui l’ipotesi di vietarlo per legge. «Il cammino è ancora lungo – spiega – e non è detto che si renda necessario mettere per iscritto il no al telefonino. Una cosa è certa: se lo si vieta, le regole dovranno essere uguali per tutti, professori inclusi».

Apocalittici e digitali

Intanto si è riaccesa l’eterna sfida fra apocalittici e digitali. Con il ministro Marco Bussetti che è intervenuto in difesa dei dispositivi digitali «come strumento fondamentale per la didattica» e il Codacons che gli ha ricordato la recente sentenza del Tar del Lazio che impone al governo di avviare entro sei mesi una campagna di sensibilizzazione sui rischi per la salute legati allo smartphone. Perfino Vittorio Sgarbi si è fatto sentire bollando la proposta come «retrograda». Di certo rappresenterebbe una netta inversione di rotta rispetto al «decalogo per un uso consapevole del digitale in classe» voluto appena un anno fa dall’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: un superamento di fatto della circolare Fioroni che dal 2007 vietava l’uso dei cellulari in classe. Ora si vorrebbe invece bandirli addirittura per legge, come ha fatto a giugno scorso la Francia di Macron vietandoli anche nei corridoi e durante la ricreazione. Con pure tutto «un repertorio di sanzioni volte a garantire, con il massimo rigore, l’effettivo rispetto delle regole» (Latini): dal sequestro temporaneo del telefono a percorsi rieducativi tipo pulizia delle aule. Capitanio però frena e spiega che quella della collega è «solo un’ipotesi»: il progetto è pronto ma non è stato ancora nemmeno depositato. Diverso è il caso della proposta della Gelmini che è già stata accorpata al disegno di legge. Prevede il divieto di utilizzo dei telefoni all’interno delle scuole, ma delega ai singoli istituti di fissare «condizioni, casi e luoghi in cui l’utilizzazione dei telefoni mobili e degli altri dispositivi di comunicazione elettronica è consentito per finalità didattiche o per esigenze indifferibili degli alunni».

Esperti divisi

E gli esperti che dicono? Favorevole il pedagogista Raffaele Mantegazza: «Imporre il divieto per legge è un modo per mandare un messaggio forte anche ai genitori che, quando i docenti sequestrano il telefono al figlio, invece di rimproverarlo aggrediscono i prof». Secondo Mantegazza ormai la scuola da sola non ce la fa più a relazionarsi con le famiglie. «A me i divieti non piacciono ma mettere il cellulare in cartella è un’assurdità. Si può portarlo solo quando richiesto dal prof, un po’ come la riga a T per il disegno tecnico o il vocabolario di latino per la versione». Di diverso avviso Dianora Bardi, presidente di Impara Digitale: «Vietarlo non serve a nulla. Incentiva solo i ragazzi a mentire, consegnando al prof un vecchio cellulare per tenersi in tasca l’altro. Meglio puntare sull’educazione a un uso consapevole». La stessa Bardi però riconosce che «c’è stato un aumento esponenziale nell’uso e abuso dello smartphone. Anche da parte dei genitori che lo danno in mano ai figli a due anni e mezzo per poter cenare tranquilli al ristorante». Invece di vietarlo a scuola – dice Bardi – bisognerebbe lanciare un’enorme campagna di sensibilizzazione degli adulti: «Se mamma e papà stanno sempre attaccati al telefono, come possiamo pretendere che i figli se ne stacchino?».


Codice Contratti Pubblici, istruzioni operative Miur

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha diramato la circolare n. 1711 del 28 gennaio 2019, al fine di fornire istruzioni di carattere generale relative all’applicazione del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii).

L’Amministrazione, alla luce delle innovazioni introdotte relativamente alla materia dei contratti pubblici e della sua complessità, intende supportare le scuole per garantire il rispetto della normativa in materia di acquisti.

Linee Guida

Al fine summenzionato sono state elaborate apposite Linee Guida che contengono raccomandazioni riguardanti l’ideazione strategica, l’affidamento e l’esecuzione di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

Le istruzioni fornite sono conformi alle previsioni del D.I. 129/2018, recante il nuovo Regolamento sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche.

Appendice

Le Linee guida sono accompagnate dal documento denominato Appendice, recante la seguente documentazione:

  • Allegato 1: Tabella riepilogativa delle cause ostative e relativa documentazione di accertamento;
  • Allegato 2: Tabelle per la procedura di verifica dell’anomalia;
  • Allegato 3: Format di “Regolamento per la nomina delle commissioni di gara, ai sensi degli artt. 77, 78 e 216, comma 12, del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50”;
  • Allegato 4: Format di “Determina di nomina della Commissione giudicatrice”;
  • Allegato 5: Format di “Dichiarazione di accettazione dell’incarico e contestuale dichiarazione di inesistenza di cause di incompatibilità e di astensione (resa nelle forme di cui agli artt. 46 e 47 del d.p.r. n. 445 del 28 dicembre 2000)”;
  • Allegato 6: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Trattativa Diretta sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 7: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante Ordine Diretto sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 8: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante richiesta di preventivi”;
  • Allegato 9: Format di “Determina per l’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2, lettera a) del D.Lgs. 50/2016, mediante pubblicazione di avviso”;
  • Allegato 10: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 11: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016 e ss.mm.ii., mediante Richiesta di Offerta (RdO) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA)”;
  • Allegato 12: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, con previo preavviso”;
  • Allegato 13: Format di “Determina per l’indizione di procedura negoziata sotto soglia ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016, senza preavviso”;
  • Allegato 14: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura negoziata senza bando, ai sensi dell’art. 36 comma 2, lettera b), del D.Lgs n. 50/2016”;
  • Allegato 15: Format di “Determina per l’indizione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60, del D.Lgs n. 50/2016”;
  • Allegato 16: Format di “Determina di aggiudicazione di procedura aperta, ai sensi dell’art. 60, del D.Lgs n. 50/2016”.

Le Linee Guida e l’Appendice,  sono disponibili a questo link

nota

Regionalizzazione Scuola, Bussetti: Miur a buon punto. Proposta Stato il 15 febbraio

da Orizzontescuola

di redazione

Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, come riferito, hanno avviato l’iter per ottenere una maggiore autonomia in diversi materie, tra cui l’Istruzione.

Autonomia differenziata: proposta dello Stato il 15 febbraio

Il Consiglio dei Ministri, svoltosi nel mese di dicembre 2018, ha illustrato  le intese concernenti l’autonomia differenziata ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, indicando la timeline del processo che condurrà alla predetta autonomia differenziata.

Il 15 febbraio, secondo quanto affermato dal Vicepremier Salvini, dovrebbe esserci la proposta dello Stato:

Un’altra scadenza rispettata. Cinque mesi di lavoro tecnico. Il primo passaggio oggi in Cdm. Ci siamo impegnati entro il 15 gennaio a chiudere il lavoro tecnico. Con diversi ministeri la partita è chiusa. Il 15 febbraio avremo la proposta dello Stato”.

Autonomia differenziata, Bussetti: siamo a buon punto

Sulla questione, come riferisce l’Ansa, è intervenuto il Ministro Bussetti, il quale ha affermato che il processo, per quanto riguarda l’Istruzione, è a buon punto, sebbene ci sia ancora da lavorare:

“C‘è ancora da lavorare, ma noi siamo già a buon punto. Abbiamo lavorato in maniera fattiva soprattutto con grande intesa e collaborazione con il ministro Erika Stefani, quindi stiamo andando avanti come Ministero, forse tra tutti i ministeri siamo quelli che siamo più a buon punto“.

Maturità 2019, il diploma sarà accompagnato dal curriculum dello studente

da Orizzontescuola

di redazione

La Maturità 2019 presenta diverse novità, tra le quale quelle relative ai documenti rilasciati agli studenti che superano esami.

Maturità: documenti rilasciati al termine degli esami

Superato l’esame di Stato, ai candidati viene rilasciato:

  • il diploma;
  • il curriculum dello studente.

Diploma

Il diploma attesta l’indirizzo, la durata del corso di studi e il punteggio ottenuto.

Curriculum studente

Il curriculum, allegato al diploma, riporta:

  • le discipline studiate con l’indicazione del monte ore complessivo di ciascuna di esse;
  • i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove Invalsi, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione (italiano, matematica e inglese);
  • la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese.
  • le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite;
  • le attività culturali, artistiche, di pratiche musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extra scolastico;
  • le attività di alternanza scuola-lavoro;
  • altre eventuali certificazioni conseguite, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 1, comma 28, della legge n. 107/2015 (il comma si riferisce alla possibilità, per le scuole, di attivare insegnamenti opzionali nel secondo biennio e nel terzo anno sfruttando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità), anche ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro.

Modelli diploma e curriculum

Il modello di diploma e di curriculum saranno definiti dal Miur tramite apposito decreto.

La circolare Miur n. 3054 del 4/10/2018 ha indicato il mese di marzo come termine entro cui sarà emanato il decreto.

Maestro motoria alla primaria, Bussetti “si partirà da classi quarta e quinta”

da Orizzontescuola

di redazione

La riforma della scuola primaria passa dall’introduzione del maestro di ed. fisica. Ne ha parlato oggi il Ministro Bussetti con la redazione de Il Giorno.

Il Ministro ha chiarito che a regime saranno circa 11.000 gli insegnanti necessari nella scuola primaria.

L’introduzione sarà però graduale e riguarderà i prossimi tre anni scolastici.

Si partirà infatti dall’introduzione nelle classi quarte e quinte, e poi negli anni successivi si andrà a regime.

Tempo pieno e alternanza: ci vuole un decreto entro un mese

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Per due misure particolarmente significative della legge di bilancio le prossime settimane saranno decisive: per poter essere attuate, infatti, le disposizioni in materia di alternanza scuola lavoro e di tempo pieno nella primaria hanno bisogno entrambe di un decreto ministeriale da adottarsi entro il prossimo 28 febbraio.

Alternanza scuola lavoro

Per l’alternanza scuola lavoro, la norma contenuta nel comma 784 dell’articolo 1 prevede un taglio del numero delle ore obbligatorie (210 ore nei professionali e 150 nei tecnici in luogo delle attuali 400, 90 nei licei anziché 200).
Lo stesso comma prevede anche che, entro 60 giorni, con decreto del Ministro dell’istruzione sono definite linee guida in merito ai “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, nuova denominazione dell’alternanza.

Tempo pieno alla primaria

Più complessa ancora sarà l’applicazione della norma sul tempo pieno.
Il comma 728 prevede che a partire dal 2019/2020 vengano attivate 2mila nuove classi a tempo pieno.
Anche in questo caso sarà necessario un decreto del Ministro dell’istruzione da adottare entro sessanta ma prima di firmare il provvedimento bisognerà sentire la Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti Locali per concordare le modalità e i criteri di suddivisione dei 2mila posti fra le diverse regioni.
Si tratta quindi di capire se le regioni saranno d’accordo ad assegnare tutti i posti al sud, come probabilmente vorrebbe il M5S: la legge in effetti non dice nulla in proposito e non è da escludere che, alla fine, per evitare contenziosi e contrasti i posti vengano distribuiti in modo proporzionale.

Concorso ordinario infanzia e primaria, Bussetti: “Arriverà a breve”

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Il ministro Bussetti, nel corso dell’intervista a Il Giorno, ha confermato che a breve arriverà il concorso ordinario infanzia e primaria: “Dopo aver avviato qualche mese fa il concorso straordinario, a breve partirà il concorso ordinario”.

La dichiarazione di Bussetti lascia presagire che il bando potrebbe arrivare già a febbraio: infatti, il CSPI ha già espresso un parere relativo alla procedura, evidenziando alcune criticità. In genere, dopo il passaggio al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, i decreti non hanno molta strada prima di arrivare in Gazzetta Ufficiale.

Il Consiglio Superiore, ha evidenziato che l‘impianto concorsuale, così come proposto, prevede una separazione troppo marcata tra la procedura finalizzata all’accesso ai posti comuni e quella per i posti sul sostegno.

Ciò potrebbe determinare una netta separazione tra i due profili con la possibile conseguenza, tra le altre, di condizionare la mobilità dei docenti tra i posti di sostegno e comune.

Il CSPI ha proposto una serie di integrazioni e modifiche migliorative in ordine ai contenuti delle prove e alla valutazione dei titoli.

Il concorso

Il concorso avrà validità biennale, sarà bandito a livello regionale per un totale di 10.183 posti solo nelle Regioni che presentano disponibilità di posti e nelle quali le graduatorie di merito del 2016 siano esaurite o con scarsa capienza.

Per accedere al concorso sarà necessario possedere il diploma magistrale, liceo socio-psico pedagogico e diploma sperimentale ad indirizzo linguistico conseguiti entro l’a.s.2001/02 ovvero la laurea in Scienze della Formazione o analogo titolo estero equipollente.

Prova scritta e prova orale

La bozza di Decreto ministrale prevede che, nel caso in cui le domande siano superiori a tre volte il numero dei posti, ci sia una prova preselettiva. La procedura concorsuale si articolerà in una prova scritta ed una prova orale.

Le prove: possibile preselettiva

Nel caso le domande di partecipazione siano superiori a tre volte il numero dei posti, sarà possibile espletare una prova preselettiva computer based, unica per tutto il territorio nazionale, volta all’accertamento delle capacità logiche, di comprensione del testo, di conoscenza della normativa scolastica, nonchè della conoscenza della lingua inglese di livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

Alla prova scritta saranno ammessi unnumero di candidati pari a tre volte il numero dei posti messi a concorso nella singola regione per ciascuna procedu

La prova scritta

Chi supera l’eventuale prova preselettiva accederà alla prova scritta, della durata di 180 minuti e saranno così sviluppati:

– Per quanto riguarda i posti comuni ci saranno due quesiti aperti sulle tematiche disciplinari culturali e professionali della scuola primaria e dell’infanzia.

– Per i posti di sostegno due quesiti aperti inerenti le metodologie didattiche da applicarsi agli alunni con disabilità.

– Sia per i posti comuni che di sostegno, ci sarà una batteria di otto quesiti a risposta chiusa volto alla verifica della comprensione della lingua inglese di livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

La prova orale

La prova orale, a cui possono accedere i candidati che hanno superato la prova scritta, avrà una durata di 30 minuti e per i posti comuni verterà sull’accertamento della preparazione sui contenuti dell’allegato A (programmi da studiare).

Per quanto riguarda i posti sul sostegno, oltre a verificare le conoscenze sempre in merito all’allegato A, metterà in risalto la preparazione del candidato nelle attività di sostegno agli alunni con disabilità.

Valutazione delle prove

Le commissioni dispongono in totale di 100 punti40 per la prova scritta; 40 per la prova orale20 per i titoli.

Bozza del decreto ministeriale concernente il concorso per titoli ed esami per l’accesso al ruolo per i docenti di infanzia e primaria (clicca qui)

Tabella titoli (clicca qui)

Requisiti dei componenti delle commissioni giudicatrici (clicca qui)

Bussetti punta sull’educazione motoria e sugli istituti tecnici

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Un Marco Bussetti a tutto tondo quello che si è presentato in diretta Facebook alla redazione de Il Giorno. Nel corso dell’intervista presso il quotidiano lombardo, il Ministro dell’Istruzione ha risposto a diverse domande sul mondo della scuola.

Educazione motoria

Bussetti si è soffermato sull’importanza dell’educazione motoria a scuola, una delle novità previste dal nuovo Governo: “E’ una necessità per i bambini. Abbiamo introdotto l’insegnante specializzato in scienze motorie,  anche se però, è bene dirlo, ci sarà un inserimento progressivo, che vedrà coinvolte inizialmente le classi quarte e quinte delle scuole elementari, per poi procedere alle altre classi”.

“In totale dovrebbero essere quasi 12 mila gli insegnanti specializzati per l’educazione motoria nella scuola primaria”, conclude Bussetti.

Le attività di motoria non si dovrebbero svolgere in orario extracurricolare.

Gli insegnanti coinvolti, abilitati e laureati in Scienze e tecniche delle attività motorie oppure in Scienze e tecniche dello sport, dovrebbero avere affidate due ore obbligatorie di insegnamento e avere riconosciuto uno status professionale equivalente agli altri maestri (quindi dovrebbero anche svolgere 22 ore d’insegnamento settimanale più due di programmazione).

Le lezioni saranno svolte da quasi 12 mila nuovi docenti, da selezionare ed assumere con un concorso ad hoc.

Contestualmente le scuole dovranno dotarsi necessariamente di una palestra: ad oggi, tuttavia, la maggior parte degli istituti di scuola primaria non ne è dotata ed in molti casi la palestra di cui sono dotati non sono a norma oppure necessitano di interventi di manutenzione.

Largo agli istituti tecnici e professionali

“Il mondo dell’impresa ha bisogno di personale qualificato in tanti settori. Ed il modello di scuola superiore degli istituti tecnici si è rivelato vincente, come negli altri paesi europei. E’ importante interfacciarsi direttamente con il mondo dell’impresa”, dichiara Bussetti, accennando alle iscrizioni che si concluderanno nei prossimi giorni.

Per il Ministro, dato che da sempre l’istruzione tecnica e professionale sembra essere snobbata, sarebbe arrivato il momento dunque di puntare anche su questi percorsi, che potrebbero garantire un’occupazione nel breve periodo ai ragazzi.

Maturità, un altro cambiamento? “Veramente la riforma è del Governo precedente”

Il Ministro ha parlato anche della nuova maturità, che ha ricevuto molte critiche, specie per quanto riguarda il cambiamento in corso d’anno. Bussetti si difende, quando gli viene fatto notare che ogni Governo che si insedia mette mano alla maturità: “Veramente la riforma è stata fatta dal precedente Governo. Noi abbiamo solo modificato alcune parti”, risponde il Ministro.

Nota 29 gennaio 2019, AOODGOSV 1657

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
Loro sedi
AI Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della provincia di Bolzano
Bolzano
AI Dirigente del Dipartimento Istruzione della provincia di Trento
Trento
AI Direttore dell’IPRASE TRENTINO
Rovereto
All’Intendente Scolastico per la scuola italiana in lingua tedesca
Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola italiana in lingua ladina
Bolzano
AI sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Aosta
Ai Dirigenti degli Istituti di ogni ordine e grado Statali e Paritari
Loro Sedi
E p.c.
AI Capo Dipartimento per ii sistema educativo di istruzione e formazione
Sede

Oggetto: Manifestazione TT – day – 14 marzo 2019. Quiz on line di matematica per tutti gli studenti di scuole di ogni ordine, grado e indirizzo