DDL Concretezza

DDL Concretezza: il Garante della Privacy ritiene lesivi i controlli biometrici

Roma 7 febbraio 2019 – Durante l’audizione davanti alla commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, Antonello Soro, Garante della Privacy, ha espresso un giudizio estremamente negativo sul tentativo di introdurre norme ‘poliziesche’ di controllo (biometria e videosorveglianza) attraverso il DDL Concretezza.

La testimonianza del Garante non lascia dubbi sull’incompatibilità dei controlli biometrici “con la disciplina europea”, perché tali controlli sono richiesti in modo “sistematico e generalizzato”, senza che ci sia la presenza concreta di fattori di rischio specifici e soprattutto senza dimostrare l’inidoneità di altri sistemi meno invasivi.

L’impiego di questi strumenti richiede particolari avvertenze e cautele e comunque una garanzia collettiva come quella che può essere offerta dal sistema delle relazioni sindacali e dalla contrattazione nazionale.

Abbiamo subito denunciato il tentativo di introduzione di tali norme, chiedendo l’abrogazione dell’articolato in questione, in occasione delle audizioni alle quali abbiamo partecipato insieme alla CGIL ed alla FP CGIL.

In assenza di investimenti concreti per il rinnovo contrattuale del comparto “Istruzione e Ricerca”, il governo ripropone la solita trita propaganda politica per denigrare la dignità dei lavoratori, genericamente etichettati come “furbetti” e “fannulloni” ogni qual volta si avvicina il momento del rinnovo contrattuale.

Adesso a fronte della pesante stroncatura del “brunettismo di ritorno” della Ministra Bongiorno, la FLC CGIL ribadisce la propria determinazione a ricondurre tutte le materie che riguardano il rapporto di lavoro nella contrattazione, e per questo rinnova alla Ministra l’invito a riportare la discussione ai tavoli opportuni, convocando le parti sociali. Il sistema pubblico di Istruzione e Ricerca è una risorsa strategica che richiede investimenti e cura da parte della politica e non misure repressive.

BOOM DI RICHIESTE PER QUOTA 100

SCUOLA, M5S: BOOM DI RICHIESTE PER QUOTA 100 IN SOLE 48 ORE

Roma, 7 febbraio – “Apprendiamo con soddisfazione dal sottosegretario Giuliano, oggi in audizione in Commissione cultura al Senato sul decreto che contiene al suo interno Reddito di Cittadinanza e Quota 100, che nelle prime 48 ore sul sito dell’INPS sono già arrivate 2.147 domande di richiesta di collocamento a riposo nel comparto scuola”, lo affermano le senatrici e i senatori del M5S in Commissione Cultura.

“Si stimano circa 35.000 potenziali pensionamenti entro il 2019 tra coloro che hanno maturato i requisiti per Quota 100”, proseguono. “Se aggiungiamo a questi numeri i 27.000 pensionamenti già maturati con i vecchi requisiti, otteniamo un massimo di 62.000 richieste complessive. È chiaro che questa circostanza significherà nuovi posti di lavoro per tanti docenti e l’occasione di stabilizzare tanti precari. Sarà inoltre per molti insegnanti un’opportunità per rientrare finalmente nei propri territori”, concludono.

Organici 2019/20, aprono le funzioni SIDI. Si lavora per iniziare anno scolastico con tutti i docenti in cattedra

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur, come dichiarato più volte dal Ministro Bussetti, intende far partire regolarmente l’anno scolastico 2019/20, con tutti i docenti in cattedra dal prossimo 1° settembre.

Iscrizioni e organici

Dopo l’anticipo dei termini per le iscrizioni degli alunni, adesso è la volta degli organici.

L’Amministrazione, infatti, ha inviato un messaggio alle scuole in cui comunica l’apertura delle funzioni per l’acquisizione dei dati degli alunni e delle classi di tutti gli ordini e gradi di istruzione, in sostanza per la costituzione degli organici per l’a.s. 2019/20.

Il messaggio del Miur:

Apertura Organico di Diritto A.S. 2019/20 – Scuole Statali Infanzia – Primaria – Secondaria di Primo e Secondo Grado

Si comunica agli utenti che le funzioni per l’acquisizione dei dati degli alunni e delle classi delle istituzioni scolastiche di tutti gli ordini/gradi sono disponibili dal 5 febbraio. L’inserimento al momento non sarà possibile per il primo e secondo anno di corso dei nuovi indirizzi degli istituti professionali, in attesa del perfezionamento di alcune propedeutiche attività amministrative. Seguirà apposita comunicazione non appena terminate le attività di modifica.

Mobilità e immissioni in ruolo

Al fine di un corretto avvio dell’anno scolastico, inoltre, il Ministero punta alla pubblicazione dei movimenti verso la metà di giugno, mentre per le immissioni in ruolo la data indicata, sempre dal Ministro Bussetti, è il 31 luglio:

“E soprattutto dall’estate prossima daremo contemporaneamente – entro la metà di giugno – i posti per la mobilità: così si riducono al minimo i buchi in organico: entro il 31 luglio l’assegnazione degli insegnanti alle scuole sarà risolta”  Approfondisci


Stipendio, a febbraio più alto: elemento perequativo con arretrati di gennaio

da Orizzontescuola

di redazione

Lo stipendio del mese di febbraio, come riferito, è già visibile sul portale NoiPa e nello stesso troveremo l’importo relativo al cosiddetto elemento perequativo, non presente nella busta paga di gennaio.

Elemento perequativo: cos’è

L’elemento perequativo è quell’importo finanziato dal precedente Governo sino al 31/12/2018, al fine di consentire un aumento medio di 85 euro lordi anche per gli stipendi più bassi, come quelli del personale della scuola.

Senza il succitato elemento, l’aumento di docenti e ATA non sarebbe stato lo stesso di quello degli altri dipendenti pubblici.

Elemento perequativo: a febbraio con arretrati

Il Governo Lega-M5S ha rifinanziato, nella legge di bilancio 2019, il succitato elemento ma, essendo la legge entrata in vigore dopo l’elaborazione dello stipendio di gennaio, lo stesso non è stato inserito nella busta paga di tale mese.

A febbraio, l’elemento perequativo sarà nuovamente percepito insieme agli arretrati del mese di gennaio.

L’elaborazione dell’elemento perequativo è stata comunicata da Noipa:

Nel cedolino delle competenze di febbraio 2019 saranno presenti le somme relative alla proroga dell’elemento perequativo una tantum prevista dalla Legge di Bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145), comprensive degli arretrati non erogati nel mese di gennaio.

Iscrizioni 2019/20 e obbligo vaccinale, entro il 10 marzo invio elenchi iscritti all’ASL

da Orizzontescuola

di redazione

Terminate le iscrizioni per l’a.s. 2019/20, le istituzioni scolastiche sono chiamate a svolgere tutta una serie di adempimenti, tra i quali quelli relativi all’obbligo vaccinale.

Iscrizioni 2019/20: adempimenti scuole dopo il 31/01/2019

Abbiamo già parlato degli adempimenti delle scuole al termine delle iscrizioni, relativi all’accettazione o smistamento delle domande ricevute, all’obbligo scolastico e all’accettazione d’ufficio delle istanze: Iscrizioni 2019/20, adempimenti scuole dopo il 31 gennaio. Nota Miur

Iscrizioni 2019/20: adempimenti vaccinali

Le indicazioni sono state fornite dal Miur nella circolare n. 18902 del 7/11/2018, dove leggiamo che i dirigenti scolastici devono dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 3 bis del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni in legge 31 luglio 2017, n. 119.

Il succitato articolo 3 bis disciplina la cosiddetta procedura semplificata, introdotta dalla legge a partire dall’a.s. 2019/20.

Sintetizziamo schematicamente gli adempimenti di scuole e famiglie ai fini della regolarizzazione in materia di vaccinazioni:

  • i dirigenti scolastici (e i responsabili dei servizi educativi, dei centri di formazione professionale e delle scuole private non paritarie) devono trasmettere alle aziende sanitarie locali, entro il 10 marzo, l’elenco degli iscritti di età compresa tra zero e sedici anni, inclusi i minori stranieri non accompagnati, per l’anno scolastico successivo;
  • le ALS, entro il 10 giugno, restituiscono i summenzionati elenchi con l’indicazione dei soggetti che non risultino in regola con gli obblighi vaccinali, che non rientrino nelle situazioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione.
  • nei dieci giorni successivi all’acquisizione degli elenchi con le indicazioni succitate, i dirigenti scolastici invitano i genitori, i tutori o i soggetti affidatari a depositare, entro il 10 luglio, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse, o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’ASL competente.
  • dopo il suddetto invito, i dirigenti scolastici trasmettono all’ASL, entro il 20 luglio, la documentazione presentata dai genitori o la comunicazione dell’eventuale mancato deposito per gli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, per l’applicazione delle sanzioni.  Per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia la mancata presentazione della documentazione summenzionata comporta la decadenza dall’iscrizione. Non determina, invece, la decadenza dall’iscrizione né impedisce la partecipazione  agli esami, per gli altri gradi di istruzione.

Edilizia e sicurezza, Bussetti: stanziati 7 miliardi per certificazioni

da Orizzontescuola

di redazione

Il titolare del Miur, Marco Bussetti, presente oggi a Chieti, ha parlato anche di edilizia scolastica e sicurezza.

La situazione, ha affermato Bussetti, non è delle migliori non solo per le scuole ubicate nelle zone sismiche ma anche per quelle presenti in tutta Italia.

Il Ministro, come riferisce l’Ansa, ha evidenziato che la situazione attuale è stata ereditata e che sono stanziati 7 miliardi affinché  le scuole possano mettersi a norma ed ottenere le previste certificazioni.

Ciò permette finalmente agli enti proprietari Comuni e Province – ha concluso Bussetti – di attivarsi per i vari certificati di protezione incendio, dichiarazione valutazione dei rischi, impianti elettrici e termici a norma”.

Pensioni quota 100, a pagare sarà ancora una volta il personale scolastico

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La Cgil Funzione Pubblica dell’Ufficio Scolastico di Milano, in riferimento alla recente circolare operativa sui pensionamenti del personale della scuola dal 1° settembre 2019, a seguito delle novità introdotte dal decreto-legge 4/2019 (quota 100, opzione donna, ecc.), in una nota, denuncia una situazione iniqua per il personale della scuola.

Tale velleitario ed inconcepibile scadenziario, scaturito da accordi MIUR- INPS, accordi peraltro di anno in anno sempre più pressanti e vessatori nei confronti dei Settori Pensioni degli UST, pone seri dubbi sulla conoscenza delle parti relativamente alle procedure per l’emanazione dei decreti pensionistici, considerata anche la carenza di personale negli UST, più volte rappresentata.

Si constata come si perpetui un atteggiamento di acritica accondiscendenza ai dettami dell’INPS e supina adesione alle scadenze imposte, sempre a discapito dei lavoratori del MIUR.

Tanto che, nella suddetta Circolare, si parla di: “Ambiti territoriali provinciali del MIUR  che dovranno definire, con la massima sollecitudine, i provvedimenti cd “ante subentro”, mentre  “in caso di mancato rispetto di tale tempistica, l’INPS non potrà effettuare i propri adempimenti”, scaricando la responsabilità sugli UST.

E’ doveroso ricordare che lo scorso anno, nonostante l’ufficio abbia rispettato i termini stabiliti, l’INPS non è stata in grado di rispettare i medesimi termini, con gravi ripercussioni sul regolare avvio dell’anno scolastico, ovvero su pensioni, mobilità e organici.

L’invio all’INPS degli atti in formato cartaceo anziché per posta certificata, come previsto dalla circolare n. 4644, oltre ad essere non conforme alla normativa vigente, grava sulle casse del MIUR e fa tornare gli uffici ad una modalità di lavoro obsoleto e poco funzionale, tanté che la circolare recita: gli Ambiti Territoriali dovranno definire i cd provvedimenti  “ante subentro” e trasmetterli con cadenza settimanale all’INPS”. Quindi si intuisce che qualcuno dovrà consegnare “settimanalmente” i decreti cartacei all’INPS, con dispendio di ulteriori energie.

E’ sorprendente come non si sia fatto tesoro dell’esperienza dello scorso anno che, in modo fallimentare, ha contrassegnato le operazioni dei pensionati del personale scolastico, a seguito di accordi promossi a livello locale da alcuni UST con l’INPS e, da quest’ultimo, puntualmente disattesi.

Essendo realistici, nonostante l’impegno che il personale addetto assicurerà come ogni anno, le scadenze non potranno essere rispettate e anche quest’anno a pagare sarà il personale scolastico che vedrà riconosciuto il proprio diritto, se tutto va bene, con ritardo.

“No alla regionalizzazione del sistema scolastico”. I sindacati all’attacco

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Carlino

Il tema della regionalizzazione dell’istruzione è terreno di scontro tra governo e sindacati. I rappresentanti di categoria, con un documento inoltrato alle istituzioni, sottolineano che la scuola pubblica statale rappresenta lo strumento cardine dell’Italia per garantire eguaglianza e libertà ed è collante indispensabile tra territori e generazioni.

Flc CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, si legge in una nota, denunciano anche le gravi conseguenze legate al conferimento di maggiori poteri alle Regioni in materia di istruzione, come prevedono le intese che il Governo è in procinto di sottoscrivere,

Come già anticipato da La Tecnica della Scuola, i sindacati, rivolgendosi al Governo, alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato e ai Presidenti delle due Camere, chiedono di bloccare, rivendicando come indispensabile l’avvio di un ampio confronto nelle aule Parlamentari e nel Paese prima di assumere decisioni su un argomento di tale importanza per la vita delle persone e dell’intera comunità nazionale.

“Quello che si ipotizza – scrivono Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi e Giuseppe Turi – non è un semplice decentramento amministrativo: siamo in realtà in presenza di un progetto di vera e propria devoluzione, che investirebbe in pieno il sistema scolastico del Paese, minando l’unità culturale della nazione, per dare vita a progetti formativi regionali e localistici ben al di là di quella giusta attenzione alle specificità territoriali che, già a sistema vigente, sono assicurati dall’autonomia scolastica prevista dalla stessa Costituzione”.

Secondo i segretari generali dei sindacati scuola confederali, “si tratterebbe di un vero e proprio tradimento del lavoro che quotidianamente la scuola svolge per promuovere in ogni angolo d’Italia l’effettivo esercizio del diritto allo studio e rafforzare la coesione della comunità nazionale”.

Sull’argomento, nei giorni scorsi, la Tecnica della Scuola ha più volte realizzato interviste ed approfondimenti. Il 3 gennaio abbiamo intervistato Pino Aprile, giornalista, che si è schierato apertamente contro l’autonomia differenziata.

Sullo stesso tema il giornalista è intervenuto anche su Gilda TV

Veneto capofila tra gli “autonomisti”

Più di un anno dal referendum consultivo con cui gli elettori del Veneto si sono detti favorevoli a negoziare con il Governo centrale particolari forme di autonomia su determinate materie, il Veneto si erge a capofila di un movimento che in poche settimane ha visto altre realtà regionali unirsi alla “battaglia” (su tutte Lombardia ed Emilia-Romagna).

La Regione Veneto ha chiesto formalmente al Governo e al Parlamento di attuare il processo previsto dalla Costituzione per il riconoscimento di maggiori forme di autonomia alle regioni statuto ordinario.

Al Veneto verrebero attribuite la programmazione dell’offerta formativa e della rete scolastica in coerenza con gli elementi di unitarietà del sistema scolastico nazionale e nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e la regionalizzazione del personale della scuola, compreso il personale dell’Ufficio scolastico regionale e delle sue articolazioni a livello provinciale.

Dunque i dipendenti scolastici avrebbero come datore di lavoro non più lo Stato, ma le Regioni. Con la mobilità che dovrà avvenire quasi esclusivamente tra le scuole del territorio regionale.

Anche i programmi scolastici potrebbero essere personalizzati e su questa linea va intesa la firma di un accordo tra Veneto e Miur sull’introduzione di alcune ore di lezione dedicate alla storia e alla cultura veneta.

Scuola alle Regioni: “Non venga fatto nessun altro passo”. La lettera dei sindacati a Conte

da Tuttoscuola

Scuola e autonomia alle regioni. Una questione calda sulla quale si sono espressi anche i sindacati della scuola. Flc CGIL, CISL FSUR e UIL Scuola RUA hanno infatti scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che riportiamo di seguito:

Sentiamo il dovere di rivolgerci al Presidente del Consiglio, nella sua veste di massimo rappresentante della politica governativa e ai Presidenti delle Commissioni Istruzione di Camera e Senato per manifestare la fortissima preoccupazione per le gravi conseguenze che comporterebbe il processo di autonomia differenziata, richiesto da alcune Regioni in base al comma 3 dell’art 116 della Costituzione, se fosse esteso al sistema scolastico e di istruzione.

Per questa ragione siamo a richiedere un incontro urgente con le SS.LL., alle quali intanto chiediamo di adoperarsi affinché nessun passo venga fatto ulteriormente in nessuna sede, né governativa né regionale, senza aver preliminarmente investito il Parlamento, a partire dalle Commissioni competenti, e senza aver avviato nel Paese un grande confronto che coinvolga i soggetti di rappresentanza politica e sociale come si richiede per una materia di tale importanza per la vita delle persone e dell’intera comunità nazionale.

Quello che si ipotizza, infatti, non è un semplice decentramento amministrativo, volto alla ricerca di maggiori convenienze fiscali (argomento anch’esso meritevole di approfondita discussione): siamo in realtà in presenza di un progetto di vera e propria devoluzione, che investirebbe in pieno il sistema scolastico del Paese. Ciò equivarrebbe a minare l’unità culturale della nazione, per dare vita a progetti formativi regionali e localistici ben al di là di quella giusta attenzione alle specificità territoriali che, già a sistema vigente, sono assicurati dall’autonomia scolastica prevista dalla stessa Costituzione.

È nostra ferma convinzione, ed è sensibilità diffusa ampiamente tra le lavoratrici e i lavoratori a nome dei quali ci esprimiamo, che l’istruzione sia un valore universale indivisibile che solo il sistema scolastico statale nazionale può garantire, al pari della giustizia, dell’ordine pubblico e della difesa. Ambiti nei quali al diritto soggettivo fa riscontro un obbligo civile e un interesse collettivo che derivano dalla Costituzione: obbligo di frequenza scolastica, libertà di insegnamento e diritto all’istruzione, laicità e autonomia della scuola, aspetti che trovano il loro fondamento nel principio ispiratore definito nell’art. 33, laddove si afferma che la scienza è libera come lo è il suo insegnamento.

A garanzia di un radicamento della scuola nel tessuto sociale del suo territorio, e del rapporto fecondo con tutte le realtà che vi operano e con le quali ogni istituto interagisce costituendosi come comunità educante, valga l’esplicito riconoscimento costituzionale del valore dell’autonomia attribuita alle Istituzioni scolastiche, comunque da salvaguardare nell’esercizio della legislazione concorrente di cui all’art. 117.

È fondata la preoccupazione che una deriva regionalistica del sistema di istruzione possa accentuare gli squilibri già oggi esistenti fra le diverse aree territoriali del Paese, con esiti ancor più penalizzanti per quelle economicamente e socialmente più in sofferenza. Si andrebbe così nella direzione esattamente opposta a quella che sarebbe necessario intraprendere, con economie di scala, per superare con principi di solidarietà e coesione disuguaglianze, discriminazioni, iniquità che storicamente affliggono e dividono la nostra comunità nazionale.

Un obiettivo che è ancora la Carta Costituzionale, in forza degli artt. 3, 33 e 34 ad assegnare alla Repubblica, chiamandola a dettare le norme generali sull’istruzione, ad istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi, ad aprirle a tutti, a rendere concretamente esigibile ed effettivo l’esercizio del diritto allo studio. In tal modo la scuola è fattore decisivo di promozione dei diritti della persona e di affermazione dell’unità nazionale. A tale obiettivo le scuole italiane di ogni ordine e grado, proprio in quanto parte di un sistema unitario e nazionale, hanno dato e continuano a dare ogni giorno un contributo decisivo, che suonerebbe ora come un tradimento disconoscere e abbandonare“.

Concorso DSGA: un concorsone con 103 mila postazioni informatiche e oltre 5 mila aule per la prova preselettiva

da Tuttoscuola

Dal numero di candidati distribuiti per regione in base alle domande concorso DSGA presentate nei termini e validate dal sistema, si ricava una prima certezza: la prova di preselezione dovrà essere svolta in ogni regione, perché è stato ampiamente superato ovunque il limite sotto il quale non sarebbe stata necessaria la prova nelle regioni con numero troppo ridotto di domande.

Il bando ha previsto infatti che sia ammesso agli scritti per superamento della preselezione un numero di candidati pari a tre volte il numero dei posti a concorso (non quattro volte come riportato erroneamente circolato).

La seconda certezza è conseguente all’elevato numero di domande concorso DSGA.

Molti Uffici Scolastici Regionali dovranno infatti reperire un numero considerevole di aule e laboratori informatici in diverse scuole del territorio regionale per ospitare migliaia di candidati.

Potrebbero essere necessarie 103mila postazioni informatiche (una per ogni candidato) e 5 mila aule predisposte per la prova preselettiva concorso DSGA.

Il maggior sforzo organizzativo toccherà agli USR di Campania, Lombardia, Sicilia e Lazio dove si è registrata la maggior affluenza di iscritti. In Campania, ad esempio, prevedendo una media di una ventina di postazioni informatiche per aula, dovranno essere predisposte circa mille aule.

Proprio in considerazione dell’elevato numero di candidati, potrebbe essere necessario prevedere più sessioni di svolgimento della prova preselettiva concorso DSGA.

Nota 7 febbraio 2019, AOODGRUF 2448

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie
Ufficio IV

Ai Dipartimenti
Sede
Alle Direzioni Generali
Sede
Ai Direttori degli U.S.R.
LL.SS.

Oggetto: Pubblicazione bandi Esperti Nazionali Distaccati (END) presso la Commissione Europea.

Si trasmette, con preghiera di diffusione a tutto il personale, la nota del Ministero degli Affari Esteri, concernente due lotti di bandi per Esperti Nazionali Distaccati (END) presso Commissione Europea con scadenza 19 febbraio e 15 marzo 2019.
Si fa presente che ulteriori informazioni potranno essere assunte dagli interessati visitando il sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e consultando il link indicato nell’ allegata nota.
Copia della presente e dei relativi allegati sarà pubblicata sul sito del Ministero.

IL DIRETTORE GENERALE
Jacopo GRECO

Decreto Ministeriale 7 febbraio 2019, AOODPIT 98

Alla Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie
Ufficio IX
SEDE
e, p.C. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici regionali
LORO SEDI

Nota 8 febbraio 2019, AOOOGOSV 2474

Oggetto: Trasmissione decreto n. 98 del 7 febbraio 2019 di cui all’art. 4, comma 3 del D.M. 721/2018

In riferimento all’oggetto, si trasmette, per i successivi provvedimenti di competenza di cui all’art. 18,comma 4, del D.M. 721/2018, il decreto in oggetto.

Si ringrazia per la consueta collaborazione

Il Direttore Generale
Maria Assunta Palermo


Specifiche tecniche e riparto somme destinate ai CPIA per la realizzazione di attività finalizzate ad innalzare i livelli di istruzione della popolazione adulta e a potenziarne le competenze, nonché a contribuire a ridurre la dispersione scolastica

Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle scuole

Giovedì 7 febbraio alle 11,30, nella Sala Conferenze di Palazzo della Consulta, il Presidente della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi, e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, hanno firmato la Carta d’intenti che darà il via alla seconda edizione di “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle scuole”, per il periodo febbraio 2019-giugno 2020.

Il progetto, promosso dalla Corte costituzionale, prevede un ciclo di incontri tra i giudici costituzionali e gli alunni che frequentano gli Istituti scolastici italiani. La seconda edizione è la prosecuzione del “Viaggio” partito nel 2018, che ha coinvolto 36 scuole e 7.410 studenti. Al centro degli incontri ci saranno, tra gli altri, i temi della genesi, della composizione e del funzionamento della Corte costituzionale, nonché della sua attività illustrata attraverso le sentenze che hanno inciso di più nella vita delle persone. Ma ci saranno anche “le parole della Costituzione” scelte da ciascun giudice come spunto di discussione. Al “Viaggio” parteciperanno alcuni giudici emeriti della Corte. La prima tappa sarà ad Acilia-Ostia antica, il 13 febbraio, con il Presidente Lattanzi che incontrerà le ragazze e i ragazzi dell’Istituto professionale “Carlo Urbani”. La parola scelta è “diritto di difesa”.

“Questo non è un progetto ma qualcosa di più: è uno straordinario atto di civismo. La Consulta si apre agli studenti, li accoglie e li incontra. A loro spiega i valori alla base della Carta fondamentale della nostra società. Mostra la loro concretizzazione nella nostra quotidianità. Sostiene la scuola nella missione di educare i giovani alla cittadinanza attiva, consapevole e responsabile”, ha dichiarato il Ministro Marco Bussetti.

“La Costituzione ha accompagnato e favorito l’evoluzione della società italiana in questi 70 anni e a nostro avviso è ancora attuale, merita di essere conosciuta, apprezzata e anche amata. Questo nuovo ‘Viaggio’ ha come prospettiva la conclusione a maggio 2020 ma io credo che non terminerà e sarà destinato a proseguire anche nei prossimi anni”, ha aggiunto il Presidente della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi.

L’obiettivo del progetto è accrescere nelle nuove generazioni, protagoniste del futuro, la consapevolezza e la condivisione dei valori costituzionali, collante del nostro stare insieme, nonché la conoscenza del ruolo svolto dalla Corte a garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali. A tal fine, gli studenti potranno consultare la documentazione multimediale pubblicata alla pagina “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle scuole” (www.cortecostituzionale.it), nonché quella sul sito di Rai Scuola (www.raiscuola.rai.it). A questa seconda edizione del “Viaggio” collabora Rai Cultura con le iniziative editoriali realizzate da Rai Scuola.
Nel corso della Conferenza stampa sono state anche premiate le scuole vincitrici del concorso nazionale “La Costituzione dei ragazzi”, bandito nel 2018 e rivolto alle scuole di ogni ordine e grado allo scopo di offrire alle studentesse e agli studenti un’occasione di riflessione e confronto sulla nascita della Repubblica e sull’importanza della Carta nella crescita di un’Italia democratica.

Le scuole vincitrici:
Scuola primaria: Istituto Comprensivo “Novella Cantarutti” di Azzano Decimo, Pordenone.
Scuola secondaria di primo grado: Istituto Comprensivo “Elisa Springer” di Surbo, Lecce.
Scuola secondaria di secondo grado: Liceo scientifico “San Giuseppe del Caburlotto” di Roma.

Menzioni speciali:
Istituto comprensivo “Carlo Porta” di Alserio, Como.
Istituto comprensivo “Via Olcese” di Roma.
Istituto comprensivo “Sant’Eufemia” di Lamezia Terme.
Istituto comprensivo Madre Orsola Mezzini” di Benevento.
Liceo scientifico “Michele Guerrisi” di Cittanova, Reggio Calabria.