REGIONALIZZAZIONE, DI MEGLIO: TUTTO SBAGLIATO NEL METODO E NEL MERITO
“Tutto
sbagliato, nel metodo e nel merito: invece di accelerare, ignorando le
tante voci e ragioni del dissenso, il governo freni questa corsa verso
la spaccatura del Paese”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore
nazionale della Gilda degli Insegnanti, dopo la riunione del Consiglio
dei Ministri che ieri sera ha avviato il percorso delle intese con
Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sull’autonomia differenziata,
concludendo la parte tecnica dell’elaborazione dei testi.
“La
regionalizzazione del sistema dell’istruzione è una questione
estremamente delicata e non può essere affrontata con semplici accordi
tra Stato e Regioni che poi vengono votati a scatola chiusa dal
Parlamento e diventano legge. Un processo di trasformazione di tale
portata – afferma Di Meglio – deve passare attraverso un confronto
aperto e coinvolgere tutti i soggetti interessati. Finora le procedure
sono state coperte da un incomprensibile clima di riservatezza che mal
si concilia con l’identità di patrimonio collettivo che caratterizza la
nostra scuola pubblica”.
Entrando,
poi, nel merito dei testi delle intese esaminate ieri in CdM, il
coordinatore nazionale della Gilda esprime forte preoccupazione e
sottolinea che “l’istruzione, in particolare modo quella della scuola
dell’obbligo, è un diritto fondamentale che va garantito in modo
omogeneo su tutto il territorio nazionale. Dalle Alpi alla Sicilia,
tutte le cittadine e tutti i cittadini devono poter godere degli stessi
diritti di cittadinanza e delle stesse pari opportunità di formazione.
Una condizione che la regionalizzazione, così come è stata concepita, –
conclude Di Meglio – mette a repentaglio, rischiando di creare un’Italia
di serie A e un’Italia di serie B”.
Archivi giornalieri: venerdì 15 Febbraio 2019
Scuola, 1 miliardo in più a Milano e Venezia
da Il Sole 24 Ore
di G.Tr.
Fra le righe dell’intesa raggiunta sui fondi dell’autonomia differenziata si nasconde un miliardo in più per la scuola in Lombardia e Veneto. E 270 milioni aggiuntivi per la gestione di territorio e ambiente. Non ci sono tesoretti per l’Emilia Romagna, perché le sue richieste puntano su competenze legislative e programmazione più che su strutture e personale. Bologna, come Milano e Venezia, vorrebbe vedersi garantite le quote attuali dei principali fondi nazionali a destinazione specifica, come quello sul trasporto locale che in Italia distribuisce 4,9 miliardi. Ma l’accordo non c’è.
Procediamo per punti. Primo: parlare di soldi nell’autonomia differenziata significa prima di tutto parlare di scuola, che da sola nelle tre regioni vale più di 11 miliardi di euro. Lombardia e Veneto hanno chiesto, e stanno ottenendo, il trasferimento delle competenze piene, compreso il personale che da solo copre il 90% del conto totale. L’Emilia Romagna no, perché vuole soprattutto maggiori poteri su aspetti come l’organizzazione della rete scolastica, la formazione professionale o il diritto allo studio.
Il cuore della questione finanziaria, insomma, batte in Lombardia e Veneto. Nelle due regioni l’istruzione costa 8,4 miliardi. Al debutto dell’autonomia, le quote di Irpef o Iva cedute per finanziare la scuola dovranno valere quella cifra («spesa storica»). Per le altre regioni non cambia nulla.
Nel calendario scritto nell’intesa, però, il quadro cambia in fretta. Entro un anno dovrebbero essere definiti i fabbisogni standard. L’ipotesi è ambiziosa, perché di standard e «livelli essenziali delle prestazioni» si parla da un ventennio. Ma dopo tre anni, in ogni caso, per ogni funzione trasferita alle Regioni «potenziate» bisognerà garantire un finanziamento pari almeno al «valore medio nazionale procapite» della spesa per la stessa funzione. E qui i numeri si muovono.
Perché in rapporto alla popolazione la scuola lombarda e quella veneta costano meno della media nazionale, e lo stesso accade ad altre funzioni. Secondo i numeri della Ragioneria generale, lo Stato spende per l’istruzione 463 euro per ogni lombardo e 483 per ogni veneto (in Emilia Romagna il pro capite si ferma a 470). La media nazionale, invece, è a 537 euro, spinta in alto soprattutto da Sardegna (788 euro), Calabria (710), Basilicata (702) e Campania (671). Per garantire anche a Lombardia e Veneto i 537 euro a testa, serve esattamente un miliardo in più. Lo stesso accade per ambiente e beni culturali, che in Lombardia valgono 16 euro a testa di spesa statale, in Veneto 32 e nella media italiana 40. Lì il conto aggiuntivo vale 270 milioni.
Da finanziare come? «Senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica», recita l’accordo. Quindi? La via maestra è l’aumento della fetta di Irpef-Iva da lasciare sul territorio. Sperando che il gettito rimasto statale basti a finanziare le esigenze dello Stato. Altrimenti bisognerebbe trovare nuove coperture. Ma il conto sarebbe a carico di tutti. Con le conseguenze facili da immaginare se si ritocca una tassa nazionale perché un miliardo in più è rimasto in Lombardia o in Veneto.
Nemmeno un’accelerazione sugli standard sembra in grado di superare il problema. Perché quello degli «euro pro capite» è un parametro brutale, che va corretto in base alle caratteristiche sociali e geografiche di ogni territorio. Ma nessuno standard, che incroci costi e livelli di servizio per trovare il livello di «spesa efficiente», sembra in grado superare il fatto che la spesa media al Nord è mediamente più bassa. E i livelli di servizio migliori.
Pronti 114 milioni per l’adeguamento antincendio di oltre 2mila istituti
da Il Sole 24 Ore
Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha firmato un decreto che stanzia 114 milioni di euro per l’adeguamento alla normativa antincendio di 2.267 edifici scolastici.
La novità
«Con queste risorse avviamo per la prima volta uno specifico piano per l’antincendio, dando alle comunità scolastiche risposte attese da anni – ha spiegato il ministro -. I 114 milioni di euro costituiscono una prima tranche di fondi attraverso i quali ottenere la certificazione antincendio, ai quali seguiranno altri investimenti. Lavoreremo, inoltre, con gli Enti locali per portare avanti questo impegno».
Gli enti locali che beneficeranno di queste risorse avranno 12 mesi di tempo per aggiudicare i lavori di adeguamento alla normativa antincendio e potranno richiedere subito, all’atto del finanziamento, l’anticipazione del 20% dei fondi.
Regionalizzazione, brusco stop: i dubbi del M5S raccolti dal premier Conte, testi “immodificabili” dalle Camere e incostituzionali
Aggiornamento Gae, nessuna proroga al 2020
Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 39
Nota 15 febbraio 2019, AOODGSIP 682
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio Quinto – Politiche sportive scolastiche
Ai Direttori Generali e ai Dirigenti Titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Coordinatori regionali di Educazione Fisica
LORO SEDI
OGGETTO: Gestione finali nazionali e internazionali. Richiesta preventivi di spesa.