Pronti i programmi Inps di calcolo, si parte con la scuola

da Il Sole 24 Ore

di Davide Colombo

roma

La tecnostruttura Inps non si ferma neanche quando la poltrona del presidente rimane vuota. Oggi verranno attivati i programmi di calcolo delle nuove pensioni “quota 100”, in modo tale da consentire alle sedi di definire le singole posizioni assicurative e il 1° aprile, un lunedì, partiranno i pagamenti. Lo spiega al Sole 24 Ore la direttrice generale, Gabriella Di Michele, che esclude il rischio di paralisi per la mancanza del rappresentante legale e politico. «Pensiamo che nei prossimi giorni si arriverà a una scelta, magari con l’iniziale nomina di un commissario cui poi seguiranno il presidente e il Cda». Anche il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ieri ha confermato la nomina di un commissario nei prossimi giorni: «Ma subito dopo, appena il decreto verrà votato, si potrà provvedere alla nomina di tutto il Cda e del futuro presidente». Parlando al Giornale Radio Rai Durigon ha escluso bracci di ferro Lega-M5S: «Le persone di cui si parla (Nori, Tridico, Reboani) sono tutte persone valide. L’importante è trovare la rosa di nomi di tutto: sia del presidente che del Cda».

Le oltre 50mila domande arrivate in tre settimane «sono in linea con le nostre attese» ha invece aggiunto la direttrice. Sul fronte degli statali saranno necessarie verifiche puntuali sulle posizioni assicurative «perché, com’è noto, non tutte le amministrazioni comunicano i dati con tempestività» spiega Di Michele. Mentre con il ministero dell’Istruzione, dopo la circolare di riapertura termini per presentare le domande entro il 28 febbraio, si cercherà di rispettare le date per i pensionamenti prima dell’inizio del nuovo anno scolastico: «L’anno scorso – ricorda la direttrice – abbiamo garantito la pensione il 1° settembre al 98% degli insegnanti che avevano fatto domanda nei termini, speriamo di riuscire anche quest’anno: tra maggio o giugno sapremo quante delle domande di quotisti arrivate potranno essere pagate nei termini».

Inps ha pubblicato tre circolari operative in contemporanea con l’arrivo del decreto in Gazzetta ufficiale e altre circolari sono al vaglio del ministero del Lavoro, come lo è il quesito sulle cartelle da mille euro con debiti Inps da cancellare: «Aspettiamo una risposta. È un atto che consentirà maggiore trasparenza sul bilancio e che avrà un effetto di alleggerimento, con il saldo e stralcio, per vecchi debitori in difficoltà». Di Michele è convinta che Inps riuscirà a rispondere nei tempi «forse anche ad anticiparli» anche per il via al Reddito di cittadinanza: «In questo momento il flusso delle Dsu per l’Isee 2019 sta impegnando i Caf – dice – e la nostra circolare, davvero articolata, è ormai pronta». Le altre circolari in preparazione riguardano poi la pace contributiva e il riscatto laurea, la nuova Opzione donna, la nuova perequazione e il taglio alle pensioni d’oro, quest’ultimo atteso tra marzo e aprile. Altra circolare in preparazione è poi quella sulla proroga dell’ Ape sociale, che pure potrebbe subire ritocchi in Parlamento per consentirne l’accesso a un’ultima aliquota di cosiddetti “esodati”.

Per Inps il via libera arrivato dal governo con la legge di Bilancio per 1.500 nuove assunzioni dovrebbe compensare le uscite prevista quest’anno: «Negli ultimi sei mesi la collaborazione con l’esecutivo è stata intensa ed efficace – conclude Gabriella Di Michele – ed entro fine anno dovremmo riuscire ad effettuare 4mila nuove assunzioni in tutto. Non saranno abbastanza, visto il calo di personale degli ultimi anni a fronte dei nuovi compiti assegnati, ma siamo sulla buona strada».

Pensioni quota 100 scuola, a maggio/giugno si saprà quanti potranno lasciare dal 1° settembre

da Orizzontescuola

di redazione

Pensione quota 100, in tre settimane 50mila domande, in linea con le attese. Adesso l’INPS dovrà avviare il lavoro di ricognizione delle posizioni assicurative.

La direttrice generale dell’INPS, Gabriella Di Michele, ha spiegato al Sole 24Ore che oggi verranno attivati i programmi di calcolo delle nuove pensioni “quota 100”.

Le verifiche per la scuola

La direttrice De Michele spiega che per la scuola si cercherà di rispettare la data del 1° settembre per i pensionamenti.

“L’anno scorso – ricorda la direttrice – abbiamo garantito la pensione il 1° settembre al 98% degli insegnanti che avevano fatto domanda nei termini, speriamo di riuscire anche quest’anno: tra maggio o giugno sapremo quante delle domande di quotisti arrivate potranno essere pagate nei termini

Operazioni inizio anno scolastico rischiano slittamento?

L’introduzione di questa novità potrebbe incidere sul cronoprogramma messo a punto dal Ministro Bussetti per avere tutti i docenti in classe dal 1° settembre 2019.

Se per definire gli organici bisognerà attendere gli esiti delle verifiche dell’INPS per quota 100, si rischia di far slittare mobilità e assunzioni.

Nulla è stato ancora definito, siamo in una fase transitoria. Tutto dipender dal numero delle domande che – nelle stime del Ministero  – non dovrebbero superare i 10.000 e quindi non incidere più di tanto su tutto il lavoro programmato.

Si consideri che la recente circolare del MIUR (prot. 4644 del 1° febbraio 2019), relativa alle cessazioni dal servizio del personale scolastico, prevede che possano essere “anche” le istituzioni scolastiche a provvedere, alla sistemazione delle posizioni assicurative del personale (tramite l’applicativo nuova Passweb), al fine di salvaguardare il diritto dei pensionandi ad ottenere, nei termini previsti, la certificazione del diritto a pensione ed evitare così ritardi.

Questo – nonostante sia un carico di lavoro in più per il personale amministrativo della scuola – agevola il percorso di quanti hanno presentato la domanda e sono in attesa dell’esito e potrebbe garantire il rispetto della tempistica.

Maturità 2019, DS primo ciclo possono partecipare come Presidenti. Novità

da Orizzontescuola

di redazione

Pubblicato in anteprima dalla nostra redazione il decreto relativo ai criteri di nomina dei commissari esterni all’esame di Maturità.

Maturità 2019, criteri di nomina dei commissari esterni. Decreto in ANTEPRIMA

Il decreto interviene su una questione che lo scorso anno ha creato non pochi problemi, ossia la partecipazione dei dirigenti scolastici degli istituti comprensivi agli esami di Maturità in qualità di Presidenti.

Dirigenti scolastici istituti comprensivi: presidenti commissione scuola diretta

Ricordiamo che il D.lgs. 62/2017 ha previsto che i Presidenti di commissione degli esami di III media siano gli stessi dirigenti scolastici della scuola sede d’esame.

Ciò ha impedito che gli stessi DS potessero presiedere le commissioni degli esami di Stato di II grado. Il Miur, dopo la pubblicazione dell’annuale ordinanza sulla nomina dei commissari e dei presidenti, ha diramato una nota fornendo indicazioni affinché i predetti dirigenti potessero partecipare agli esami di Maturità. A tal fine, dovevano affidare la presidenza a un docente che avesse già svolto il ruolo di Presidente di commissione dell’esame conclusivo del primo ciclo, cosa non sempre possibile.

Dirigenti scolastici istituti comprensivi: potranno presiedere gli esami di Maturità

Il decreto sui criteri di nomina del commissari degli esami di Maturità, intervenendo sul DM 741/2017 e sul medesimo D.lgs. 62/2017, risolve la problematica sopra evidenziata.

L’articolo 6 del decreto, infatti, così detta:

Al fine di consentire l’inserimento dei dirigenti scolastici preposti a istituti statali del primo ciclo di istruzione negli elenchi regionali, l’articolo 4, comma 4, del decreto ministeriale 3 ottobre 2017, n. 741, recante norme per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, e’ modificato come segue: “In caso di assenza o impedimento o di reggenza di altra istituzione scolastica, svolge le funzioni di Presidente della commissione fin docente collaboratore del dirigente scolastico, individuato ai sensi dell’articolo 25, comma 5. del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165.”

Il CSPI ha suggerito di scrivere il succitato articolo nella maniera seguente:

“In caso di assenza o impedimento o di reggenza di altra istituzione scolastica, ovvero di nomina a presidente di una commissione di esame di stato del secondo ciclo svolge le funzioni di Presidente della commissione un docente collaboratore del dirigente scolastico individuato ai sensi dell’articolo 25, comma 5 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, purché appartenente al ruolo della scuola secondaria”.

Se anche il Miur non recepisse la modifica del CSPI che, in pratica, suggerisce di scrivere chiaramente “nomina a presidente di una commissione di esame di stato del secondo ciclo …” e mantiene la condizione per cui il sostituto deve appartenere al ruolo della secondaria, i dirigenti delle scuole medie e degli istituti comprensivi potranno partecipare all’esame di Maturità in qualità di Presidenti.

Decreto

Vaccini, entro il 10 marzo scuole inviano elenchi iscritti all’ASL

da Orizzontescuola

di redazione

Terminato il periodo per le iscrizioni da parte delle famiglie, entrano i gioco le scuole che devono svolgere tutta una serie di adempimenti che vanno dall’accettazione delle domande al controllo delle istanze degli studenti delle classi terminali ancora in obbligo scolastico.

Ne abbiamo parlato in Iscrizioni 2019/20, adempimenti scuole dopo il 31 gennaio. Nota Miur

Obbligo vaccinale a.s. 2019/20

Un altro adempimento delle scuole è relativo all’obbligo vaccinale, introdotto dal decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni in legge 31 luglio 2017, n. 119.

Il Miur ha fornito istruzioni in merito nella circolare n. 18902 del 7/11/2018, ove leggiamo:

Relativamente agli adempimenti vaccinali si richiama l’attenzione dei dirigenti scolastici e dei coordinatori delle scuole paritarie sull’ attuazione delle misure di semplificazione previste dall’articolo 3 bis del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 31 luglio 2017, n. 119, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci”.

L’articolo 3 bis della suddetta legge disciplina la cosiddetta procedura semplificata, introdotta a partire dall’a.s. 2019/20.

Obbligo vaccinale: procedura semplificata

Questi, in base alla procedura semplificata, gli adempimenti di scuole e famiglie:

  • i dirigenti scolastici (e i responsabili dei servizi educativi, dei centri di formazione professionale e delle scuole private non paritarie) devono trasmettere alle aziende sanitarie locali, entro il 10 marzo, l’elenco degli iscritti di età compresa tra zero e sedici anni, inclusi i minori stranieri non accompagnati, per l’anno scolastico successivo;
  • le ALS, entro il 10 giugno, restituiscono i summenzionati elenchi con l’indicazione dei soggetti che non risultino in regola con gli obblighi vaccinali, che non rientrino nelle situazioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione.
  • nei dieci giorni successivi all’acquisizione degli elenchi con le indicazioni succitate, i dirigenti scolastici invitano i genitori, i tutori o i soggetti affidatari a depositare, entro il 10 luglio, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse, o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’ASL competente.
  • dopo il suddetto invito, i dirigenti scolastici trasmettono all’ASL, entro il 20 luglio, la documentazione presentata dai genitori o la comunicazione dell’eventuale mancato deposito per gli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, per l’applicazione delle sanzioni.  Per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia la mancata presentazione della documentazione summenzionata comporta la decadenza dall’iscrizione. Non determina, invece, la decadenza dall’iscrizione né impedisce la partecipazione  agli esami, per gli altri gradi di istruzione.

Invalsi V superiore: modalità somministrazione e figure presenti il giorno delle prove

da Orizzontescuola

di redazione

Nel mese di marzo, le classi V della scuola secondaria di secondo grado svolgeranno la prova Invalsi.

Prova Invalsi V superiore: date

Le prove, che si svolgono al PC e vertono sulle discipline di Italiano, Matematica e Inglese, saranno somministrate:

  • dal 4 al 30 marzo 2019: classi NON campione
  • dal 12 al 15 marzo 2019: nelle classi campione

Prova Invalsi V superiore: somministrazione

La prova si svolgerà nell’ambito della finestra di somministrazione indicata dall’Invalsi alle scuole e può essere somministrata:

  • per classe: l’intera classe svolge contemporaneamente la prova in un’aula informatica;
  • per gruppi: la classe è suddivisa in gruppi (non necessariamente di uguale numerosità) che in sequenza (anche in giorni diversi) o in parallelo svolgono la prova

Classi non campione

Nelle classi non campione le prove si svolgono preferibilmente in tre giornate distinte (una per l’italiano, una per la matematica e una per l’inglese), scelte dal Dirigente scolastico all’interno della finestra di somministrazione assegnata alla scuola nell’ambito del periodo di somministrazione suddetto (4-30 marzo 2019).

Anche l’ordine di somministrazione delle materie (Italiano, Matematica e Inglese-reading e Inglese – listening) è deciso dal Dirigente scolastico in base all’organizzazione interna che intende adottare.

Classi campione
Nelle classi campione la somministrazione delle prove deve avvenire in modo da consentire all’Osservatore esterno di assistere allo svolgimento delle prove di tutti gli allievi  della classe, con la sola eventuale eccezione degli allievi disabili  o, limitatamente alla prova d’Inglese, anche degli allievi DSA che non sostengono la prova.
Pertanto, gli eventuali gruppi di una classe campione  svolgono le prove sempre in sequenza al fine di permettere all’Osservatore di assistere allo svolgimento delle prove di tutti gli allievi della classe a lui affidata.
Le prove si svolgono in tre giornata distinte, scelte dalla scuola tra il 12 e il 15 marzo 2019. L’ordine di somministrazione delle materie è indicato dall’Invalsi:
  • giornata 1: Italiano
  • giornata 2: Matematica
  • giornata 3: Inglese (reading e listening nell’ordine stabilito dalla scuola e che può essere anche differenziato all’interno della classe).

Prova Invalsi V superiore: chi è presente in aula

Le prove Invalsi CBT si svolgono alla presenza di un docente somministratore, nominato dal Dirigente scolastico.

Nel caso una classe sia divisa in due o più gruppi, per i quali è prevista la somministrazione in parallelo delle prove, il Dirigente nomina due o più docenti somministratori, tanti quanti sono i gruppi, individuando tra gli stessi un Coordinatore dei docenti somministratori per quella classe.

Nel caso di classi campione, oltre al docente somministratore, sarà presente l’osservatore esterno.

Un figura non obbligatoria, ma “fortemente consigliata” dall’Istituto di Valutazione è quella di un collaboratore tecnico, nominato dal Dirigente scolastico tra il personale docente, il personale ATA o altri collaboratori, anche al di fuori della scuola.

Il Collaboratore tecnico, qualora nominato, può essere lo stesso in tutte le giornate di somministrazione o cambiare da una giornata all’altra o anche all’interno della medesima giornata se la classe è suddivisa in gruppi.

Nel caso di somministrazione in parallelo, il Dirigente individua un docente somministratore e un collaboratore tecnico per ogni gruppo.

Invalsi V superiore: date e somministrazione. Caratteristiche e struttura prova di Italiano

Invalsi V superiore, strumenti consentiti prova di Matematica

Invalsi V anno secondaria: struttura ed esempi delle prove di Italiano, Matematica e Inglese

Maturità 2019, è un work in progress. Bussetti: simulazioni per ‘testare’ l’esame e affinare le tracce di giugno

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Non solo sul proprio profilo Instagram: il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, sulla nuova maturità, che il 19 febbraio prenderà di fatto il via con la prima delle quattro simulazioni ministeriali, cerca di rispondere ai dubbi ancora presenti tra il corpo docente e gli studenti anche attraverso i canali comunicativi tradizionali.

Prove generali

Con un intervento sul Sole 24 Ore, il titolare del Miur, scrive che “domani si svolgerà la prima di quattro simulazioni che consentiranno ai ragazzi e ai docenti di ‘testare’ l’esame. È la prima volta che il Miur organizza questo tipo di attività. Faremo anche una rilevazione dei risultati per verificare l’aderenza delle tracce con il lavoro svolto effettivamente in classe”.

L’obiettivo è quello di affinare le prove “vere”, che si somministreranno a giugno, utilizzando proprio i risultati che emergeranno da quella del 19 febbraio e 26 marzo (prima prova) e 28 febbraio e 2 aprile (seconda prova).

Per il punteggio finale varranno di più i voti del triennio finale

“Il nostro obiettivo – continua Bussetti – è un esame serio, ma equilibrato. Alla portata della preparazione degli studenti. Le prove d’esame saranno del tutto equilibrate. La terza prova, che era la vera incognita, non ci sarà più: niente materie comunicate all’ultimo, la mattina stessa. A gennaio, in anticipo rispetto al passato, abbiamo reso note le discipline del secondo scritto. Da quest’anno le prove saranno corrette utilizzando griglie nazionali di valutazione per un’attribuzione più omogenea dei voti. Ci sarà una diversa distribuzione dei crediti: il percorso fatto a scuola avrà un peso maggiore che in passato”.

La riforma ereditata dalla Legge 107/15

Il ministro ricorda anche che “il decreto legislativo 62 del 2017 ha introdotto una serie di novità che entrano in vigore con l’esame di Stato di quest’anno. Abbiamo ereditato norme che stiamo attuando nel rispetto del percorso scolastico dei nostri ragazzi”.

“Per questo, dallo scorso novembre, siamo impegnati in incontri con le scuole, con i docenti e con gli studenti. Abbiamo raccolto i quesiti dei ragazzi, anche sui social network. Scioglieremo i loro dubbi”.

Ora si passa ai fatti

L’impegno è preso: a breve sapremo se effettivamente i continui messaggi del Miur a tranquillizzare allievi e addetti ai lavori saranno riscontrati dai fatti.

Nella serata del 18 febbraio, come già segnalato da questa testata giornalistica, da Viale Trastevere è stato comunicato che la mattina successiva, alle ore 8.30, nella sezione “Esami di Stato” del sito del MIUR saranno pubblicati gli esempi della prima prova scritta, quella di Italiano, come previsto dalla circolare n. 2472 dell’8 febbraio scorso.

Maturità 2019, prima prova: ecco il link su cui saranno disponibili le simulazioni

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Domani, martedì 19 febbraio, alle ore 8.30, nella sezione “Esami di Stato” del sito del MIUR saranno pubblicati gli esempi della prova scritta di Italiano, come previsto dalla circolare n. 2472 dell’8 febbraio scorso.

Le simulazioni saranno disponibili a questo indirizzo (clicca qui)

In vista delle novità introdotte nell’Esame di Stato dal decreto legislativo 62 del 2017, il Ministro Marco Bussetti ha voluto predisporre specifiche misure di accompagnamento per le scuole, i docenti, gli studenti.

In particolare, oltre agli incontri che si stanno svolgendo sui territori già dallo scorso novembre, il Miur, in questi mesi che precedono l’Esame, elaborerà esempi sia per la prima, sia per la seconda prova, tenendo conto delle discipline individuate per il secondo scritto con l’apposito decreto del Ministro pubblicato lo scorso 18 gennaio.

Dunque esempi coerenti con quelle che saranno le prove di giugno.

Sono quattro le giornate di pubblicazione di esempi di prove già programmate.

Questo il calendario:

SIMULAZIONE PRIMA PROVA SCRITTA: 19 febbraio e 26 marzo
SIMULAZIONE SECONDA PROVA SCRITTA: 28 febbraio e 2 aprile

Regionalizzazione, studenti in piazza venerdì

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Venerdì, 22 febbraio, gli studenti di Roma sfileranno in corteo fin sotto al ministero dell’Istruzione per la manifestazione nazionale contro il nuovo esame di maturità e i tagli alla scuola per 4 miliardi previsti dalla finanziaria.

20 scuole romane sul piede di guerra

La mobilitazione, lanciata lo scorso gennaio a livello nazionale dal Fronte della Gioventù Comunista, ha visto la risposta di oltre 20 scuole romane che hanno sottoscritto un appello per la manifestazione che partirà alle ore 9.00 da Piramide.

Tra le aderenti troviamo scuole del centro come Kennedy, Socrate e Colonna ma soprattutto scuole di periferia come l’Amaldi di Tor Bella Monaca, l’Argan di Don Bosco, L’Archimede al Tufello. Tra le rivendicazioni degli studenti spiccano, oltre alla contrarietà al nuovo esame e ai tagli, una denuncia rispetto alla stretta repressiva in atto nelle scuole in seguito al decreto sicurezza. Sono diverse infatti le scuole, come il Liceo Newton, in cui in questi giorni si sono verificati blitz delle forze dell’ordine.

I motivi della protesta

Al centro delle proteste anche l’edilizia scolastica, come ogni anno il freddo ha fatto emergere tutti i problemi di scuole non a norma e nelle scorse settimane scuole come il Caravaggio e il Gullace hanno visto proteste degli studenti per caldaie non funzionanti. «Siamo pronti a bocciare il governo», ha dichiarato il  segretario del Fgc Roma.

«Ancora una volta l’istruzione è sotto attacco, con tagli da 4 miliardi e un esame di maturità stravolto.  Il governo gialloverde che prometteva di rivedere la Buona Scuola oggi sposa il progetto di Renzi. La nuova maturità costringe a cambiare i programmi a pochi mesi dall’esame, in una corsa contro il tempo a svantaggio della didattica».

Il cambiamento? Un bluf

«Altro che cambiamento, si continua a colpire la scuola pubblica, mentre l’Italia è agli ultimi posti nel mondo per spesa in istruzione. Respingiamo con i professori il progetto di regionalizzazione della scuola, che dietro l’idea di autonomia scolastica porta soltanto disastri e disgregazione di una scuola statale in ginocchio. In uno scenario politico sempre più buio, dagli studenti arriva un grido coerente, che respinge le politiche scolastiche europee e le scelte folli del governo Lega-Cinque Stelle».

Abolendo la formazione iniziale dei docenti si torna indietro di 10 anni

da La Tecnica della Scuola

Di Claudio Berretta

Scuole e porti aperti per una società prospera, civile e sicura

Questo è il titolo di una lettera promossa da insegnanti dei CPIA di Torino e diffusa a livello nazionale sugli effetti nefasti del “decreto sicurezza” 

Queste affermazioni penso siano condivisibili non solo in riferimento ai CPIA, ma alla scuola italiana in genere, che nel corso degli ultimi decenni ha visto una costante e drammatica riduzione delle risorse, insieme a un turbinoso cambiamento della normativa, realizzato non sulla base di evidenze scientifiche, ma riferendosi a costrutti ideologici estranei alla ricerca di soluzioni adeguate ad affrontare i vistosi problemi in termini di risultati nelle rilevazioni internazionali e di dispersione scolastica.

Ideologie basate sul presupposto che il libero mercato e la competitività siano la panacea di tutti i mali, ignorando il fatto che il mondo non consiste solo di relazioni economiche e che l’istruzione e l’educazione non possono essere concepite come uno scambio di merci.

La sicurezza

Ora il tema dominante sembra essere la sicurezza e senza dubbio è una questione che sta a cuore a chiunque, ma i governanti che più parlano di sicurezza pare che agiscano in senso diametralmente opposto all’obiettivo dichiarato: una società sicura è infatti quella in cui le scuole e i Servizi Sociali ed educativi funzionano nel migliore dei modi per prevenire forme di devianza criminale, ma sotto questo punto di vista assistiamo da anni al degrado di questo tipo di servizi.

Si prospetta l’assunzione di insegnanti senza preparazione, abolendo la formazione iniziale e il tirocinio, che si aggiunge all’assunzione di assistenti sociali con contratti a tempo determinato brevissimo, laddove servirebbero invece progetti a lungo termine, e alla scarsa presenza di educatori sul territorio rispetto alle necessità.

Si preferisce affidarsi all’idea che la sicurezza si ottenga con la repressione, in particolare con la repressione dei più deboli, impedendo a emigranti disperati di sbarcare, chiudendo le esperienze migliori di integrazione, sgomberando luoghi di ricovero senza offrire alternative, mettendo sulla strada disperati costretti a delinquere per sopravvivere.

L’impressione è che più che intervenire sulla sicurezza si agisca a scopo di propaganda e contro coloro che hanno idee politiche avverse rispetto a quelle presenti al governo, come nel caso dello sgombero dei centri sociali.

In tutti i casi agli sgomberati non viene offerta un’alternativa, un dialogo, una prospettiva di costruzione positiva di un rapporto con le istituzioni che possa migliorare la situazione loro e di coloro che hanno patito i disagi per la loro presenza.

Si va così verso la realizzazione di una società basata sulla repressione e sulla violenza, senza rendersi conto (?) che tutto questo non può che portare minore sicurezza e riduzioni delle libertà per tutti.

Quello che è successo a Torino è emblematico: lo sgombero con la forza di un centro sociale anarchico da parte delle Forze dell’Ordine ha provocato reazioni violente da parte dei gruppi più aggressivi -con relativo stato d’assedio di un quartiere della città per una settimana e danni rilevanti ai commercianti per le mancate vendite- e la solidarietà di tanti altri gruppi e persone che nulla hanno in comune con i metodi violenti, ma che hanno visto nella violenza istituzionale un attacco alla democrazia, che a loro volta sono stati trattati come pericolosi terroristi, impedendogli di manifestare pacificamente il loro dissenso.

Forse il legittimo monopolio della forza da parte dello Stato andrebbe gestito con maggiore saggezza, allo scopo di ridurre il livello di violenza nel contesto sociale e di difendere i più deboli dalla prepotenza dei più forti.

Nella trasmissione Popolo Sovrano, che ha esordito su Rai 2 il 14 febbraio, abbiamo visto come luoghi di rifugio per disperati senza reddito e senza dimora vengono sgomberati provocando la fuga e la dispersione sul territorio di persone inermi, mentre zone dominate da clan rimangono inaccessibili ai giornalisti così come a ogni forma di legalità. Il giornalista Daniele Piervincenzi è stato aggredito a Pescara così come era avvenuto ad Ostia.

La formazione iniziale degli insegnanti

Per quanto riguarda la scuola un colpo fondamentale lo assesta la Ministra Gelmini nel 2008-2009, provocando danni enormi attraverso la sottrazione di enormi quantità di risorse, riducendo il personale scolastico e distruggendo la formazione iniziale degli insegnanti.

Le SIS, che in Italia erano state per la prima volta un luogo dove apprendere il mestiere dell’insegnante (seppur con tutti i limiti che avrebbero richiesto interventi di modifica) vengono abolite e per anni non vengono messe in atto altre modalità per la formazione iniziale dei docenti.

In particolare per cinque anni consecutivi non si attivano corsi di specializzazione per il sostegno.

Dopo alcuni anni partono i TFA: percorsi annuali di formazione per acquisire l’abilitazione necessaria all’insegnamento nella scuola secondaria.

Arriva poi la legge 107/2015 di Renzi, la quale mette in atto quella parte della riforma Gelmini che non era ancora stata realizzata e introduce nella scuola forme di competitività che nulla hanno a che vedere con le caratteristiche di una scuola di qualità.

Nell’ambito di questa riforma si prevede il percorso FIT (Formazione Iniziale e Tirocinio), che rende oltremodo lunga e complessa la formazione per diventare insegnanti (tre anni) e che determina la formazione separata degli insegnanti curricolari e degli insegnanti di sostegno, rischiando di emarginare ulteriormente quella figura di insegnante che avrebbe invece avuto bisogno di interventi per favorire la sua piena inclusione nel corpo docenti, al fine di favorire l’inclusione degli allievi con disabilità.

Ora il governo giallo-verde interviene di nuovo pesantemente, abolendo la formazione iniziale, facendoci così tornare indietro di decenni, ai tempi in cui era sufficiente una laurea per poter fare l’insegnante, ignorando il fatto che insegnare è uno dei mestieri più difficili, visto che si tratta di aiutare bambini e adolescenti a crescere.

Si rischia così di introdurre nelle scuole insegnanti totalmente inesperti, che di nuovo si formeranno per prove ed errori a spese degli allievi, della qualità della scuola e della propria salute: non è raro vedere insegnanti senza una formazione in ambito psico-pedagogico uscire piangendo da classi particolarmente problematiche.

Si vogliono introdurre le telecamere a scuola senza rendersi conto che la sicurezza dei bambini e la qualità dell’insegnamento non hanno bisogno di controlli opprimenti, ma passano inderogabilmente da una formazione iniziale adeguata degli insegnanti, che preveda anche un periodo di tirocinio.

Un FIT di due anni, con un primo anno di formazione e tirocinio ed un secondo anno di prova (che esiste da sempre) sarebbe la soluzione più ragionevole e avrebbe il vantaggio della gratuità, a fronte del pagamento del costo di un master com’era per il vecchio TFA.

Meno sgomberi e più educazione

Occorrono meno sgomberi, più servizi educativi e più scuola di qualità, che si può raggiungere solo se c’è una buona formazione iniziale e in itinere degli insegnanti che riesca a contribuire alla prevenzione del disagio e della devianza minorile, altrimenti da queste classi usciranno migliaia di futuri delinquenti che renderanno molto meno sicuro il nostro paese.

E a proposito di sud, sicurezza e qualità della scuola il Ministro Bussetti e il Ministro Salvini forse potrebbero trovare degli spunti molto interessanti nelle esperienze di Napoli, dove i centri sociali sono stati valorizzati per la loro azione di contrasto alle illegalità, invece che repressi e sgomberati; dove gli interventi educativi, affiancati a quelli delle Forze dell’Ordine, hanno determinato un cambiamento nelle condizioni di vita a Scampia; dove le esperienze dei Maestri di Strada aiutano tanti bambini e adolescenti ad uscire da un destino di devianza e di degrado.

Così come potrebbero trovare spunti dall’esperienza del processo simulato nelle scuole calabresi dove si aiutano gli adolescenti a comprendere meglio le conseguenze delle loro azioni e ad avere fiducia verso le istituzioni e da tante altre esperienze d’eccellenza in tutta Italia, dove insegnanti e operatori pieni di passione si impegnano per migliorare contesti sociali fortemente degradati.

Tutte esperienze in cui lo Stato non si pone di fronte ai giovani come nemico impegnato solo in azioni di repressione, ma propone le Forze dell’Ordine, insieme a a scuola e Servizi Sociali ed educativi, come amici indispensabili per costruire un contesto sociale fondato su rispetto reciproco e libertà, per il “pieno sviluppo della persona umana”.

Nuovo Esame di Stato: Esempi di Tracce

Esempi I prove


Esempi II prove

Certamen europeo Lingue classiche V edizione

Promuovere una riflessione sul concetto di cittadinanza europea tramite lo studio di autori e testi classici. Il Liceo Ginnasio Statale “Dante Alighieri” di Roma, in collaborazione con il Liceo “Terenzio Mamiani”, capofila della ‘Rete Nazionale dei Licei Classici’ del Centro Italia, il Liceo “Torquato Tasso”, e di concerto con esperti del mondo accademico italiano e in gemellaggio con il Wilhelmsgymnasium di Monaco di Baviera, organizza la V edizione del Certamen europeo delle Lingue classiche.

L’iniziativa è rivolta agli studenti italiani e appartenenti all’Unione Europea iscritti al secondo, quarto e quinto anno dei Licei classici, scientifici, linguistici ed è espressione del cambiamento in atto secondo le disposizioni legislative e attuative in materia di Esame di Stato. Per la partecipazione si richiede agli studenti italiani un voto non inferiore all’otto in latino e in greco (solo per le due sezioni destinate ai Licei classici) nella pagella dell’a.s. 2017-2018; agli studenti dell’Unione Europea una dichiarazione della scuola frequentata che attesti il livello di conoscenza della lingua latina e/o greca (buono, ottimo o eccellente).

La nuova edizione del Certamen si apre martedì 19 febbraio alle ore 15.30, con una giornata di studi sul tema “Il Mito di fondazione di Roma – Modelli politici e culturali”, presso l’Aula Polivalente della LUISS, in viale Romania 32, a Roma. Il concorso si svolgerà mercoledì 20 febbraio presso il Liceo “Terenzio Mamiani” per la prima sezione; presso il Liceo Classico “Dante Alighieri” per la seconda e terza sezione. La prova avrà la durata massima di quattro ore, con inizio alle ore 10.00 e termine ultimo alle ore 14.00. La premiazione avrà luogo venerdì 22 febbraio alle ore 11.30 presso il Liceo “Dante Alighieri”. Il primo premio delle tre sezioni ammonta a 200,00 euro; il secondo a 150,00 euro.

La prova sarà articolata in tre sezioni:

a – la prima, rivolta al II anno dei Licei classici, prevede la traduzione di tre brevi brani, rispettivamente in latino, in greco e in una delle lingue europee scelte dal candidato fra inglese, francese o tedesco, accompagnata da un commento strutturato in italiano o in lingua straniera;

b – la seconda, rivolta al IV e V anno dei Licei classici, verterà sull’analisi di testi di autori greci, latini e di filosofi moderni e contemporanei opportunamente selezionati; al candidato sarà richiesto di produrre un saggio breve in italiano o in una delle lingue europee a scelta fra inglese, francese o tedesco;

c – la terza sezione, rivolta al IV e V anno di tutti gli ordini di Licei, verterà sull’analisi di testi di autori greci, latini (forniti in traduzione), nonché di filosofi moderni e contemporanei opportunamente selezionati; al candidato sarà richiesto di produrre un saggio breve in italiano o in una delle lingue europee a scelta fra inglese, francese o tedesco.

Ogni scuola potrà partecipare con un numero massimo di quattro studenti. La partecipazione è a numero chiuso e non potrà superare i 70 concorrenti.