Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha delegato il Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca, Giuseppe Valditara, a sottoscrivere con il suo omologo sloveno un Protocollo d’intesa volto a rafforzare la cooperazione tra l’Italia e la Slovenia nell’ambito, tra gli altri, dei computer superveloci HPC (High Performance Computing), dei Big Data, dell’intelligenza artificiale, dello sviluppo dei microprocessori a supporto della ricerca scientifica e tecnologica.

Come ha ricordato il professor Valditara durante la cerimonia della firma, “Con questo accordo, i due Paesi metteranno a fattor comune infrastrutture digitali, sviluppo di attività di ricerca, scambio di competenze e know-how, garantendo ai cittadini, alle imprese e alla comunità scientifica della Macroregione Adriatico-Ionica nuove opportunità. L’Italia e la Slovenia rafforzano così anche le loro rilevanti cooperazioni in ambito di progetti europei e internazionali, quali ad esempio la EURO HPC Joint Undertaking, che li vede coinvolti nell’intento di dotare l’Unione europea di un calcolatore superveloce di classe pre e full exascale, in grado di competere a livello mondiale”.

L’iniziativa si inquadra in un più ampio disegno che il MIUR sta portando avanti, di creazione di un network europeo di Paesi con cui condividere piattaforme e infrastrutture tecnologiche, competenze, skill e buone pratiche in ambito scientifico e tecnologico, che abbia anche ricadute economiche e industriali per l’Italia.

REGIONALIZZAZIONE: SCUOLA È ISTITUZIONE NAZIONALE DA DIFENDERE

REGIONALIZZAZIONE, DI MEGLIO: SCUOLA È ISTITUZIONE NAZIONALE DA DIFENDERE  

“Non esiste una scuola del Nord e una scuola del Sud, esiste la scuola italiana istituzione della Repubblica. Dobbiamo restare uniti per dare forza alla battaglia contro la regionalizzazione”. Questo l’appello lanciato da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, alle Rsu, ai quadri e ai dirigenti sindacali che questa mattina a Napoli hanno partecipato al primo dei tre attivi interregionali organizzati insieme con gli altri sindacati rappresentativi della scuola nell’ambito della mobilitazione contro l’Autonomia Differenziata e per il rinnovo del contratto e la stabilizzazione dei precari.

“Dobbiamo restare uniti per dare forza a questa vertenza, evitiamo di cadere noi stessi nella polemica tra Nord e Sud. Trovo avvilenti tutti i rigurgiti di movimenti e persone che vorrebbero dividere il Paese. Se la regionalizzazione andasse in porto – ha ammonito Di Meglio – comporterebbe la fine della contrattazione nazionale, l’indebolimento del sindacato e, di conseguenza, dei diritti dei docenti e di tutto il personale scolastico”.

“Sul fronte contrattuale non c’è alcun accenno al rinnovo da parte del Governo – ha aggiunto il coordinatore nazionale della Gilda – nonostante il CCNL sia scaduto il 31 dicembre scorso. Mentre le relazioni sindacali si affievoliscono, la questione del precariato sta esplodendo, con il rischio che il prossimo anno scolastico si apra con un numero di docenti e ATA precari mai visto prima”. 

“Per arginare tutto questo – ha concluso Di Meglio – dobbiamo contrastare con forza ogni tentativo di disgregazione del sistema di istruzione nazionale e di dissoluzione della cultura nazionale. L’iniziativa di oggi segna l’inizio di un percorso difficile che dobbiamo affrontare all’insegna dell’unità”.

Concorso straordinario infanzia primaria: non basta solo il diploma, necessari 2 anni di servizio. Sentenza

da Orizzontescuola

di Avv. Marco Barone

Concorso straordinario infanzia/primaria, legittimi i requisiti di 2anni di servizio in 8anni scolastici

Fatto

diverse ricorrenti impugnavano al TAR il Decreto Ministeriale del 17 ottobre 2018 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 250 del 26 ottobre 2018 relativo al concorso straordinario, per titoli ed esami, per il reclutamento di personale docente per la scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno; il Bando di concorso straordinario per titoli ed esami per il reclutamento a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ( IV serie speciale “Concorsi ed esami ) n. 89 del 9 novembre 2018 (Decreto Direttoriale 1546 del 7 novembre 2018) .

Ciò perché lamentavano l’illegittimità degli stessi nella parte in cui ammettono alla partecipazione al concorso, esclusivamente i candidati in possesso dei requisiti di ammissione (due annualità di servizio nel corso degli ultimi 8 anni scolastici) di cui all’art. 6 del decreto ministeriale nonché all’articolo 3 del suddetto bando di concorso, ma implicitamente escludono i docenti che ne sono privi pur essendo in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 come gli odierni ricorrenti.

Il TAR Lazio con sentenza del 15/03/2019 N. 03486/2019 respinge il ricorso richiamandosi ai precedenti conformi di cui alle Sentenze della Sezione nn. 2102/2019, 2104/2019, 2115/2019 .

Sull’esclusione del sevizio prestato presso scuole paritarie

Merita in questa sede unicamente soggiungere, quanto alla conformità a Costituzione della esclusività delle scuole statali quali sede di maturazione del requisito del biennio di servizio rilevante, con esclusione quindi del medesimo servizio svolto presso istituti paritari, che la previsione si giustifica considerando, come già accennato dalla Sezione in sede cautelare che “ex aliis, l’accesso all’insegnamento nelle scuole statali avviene secondo regole e procedure pubblicistiche e trasparenti” (T.A.R. Lazio – Roma, Sez. III Bis, 8 febbraio 2019 n.1654, Ord.; ID, 8 febbraio 2019 n.1677, Ord.) accesso ancorato nella specie al modulo pubblicistico delle graduatorie, la cui formazione e tenuta e il cui meccanismo di scorrimento sono informati a canoni di imparzialità ed evidenza amministrativa.

Due anni di servizio su otto anni scolastici, sono requisito idoneo per valutare professionalità

Più in generale, inoltre, valga porre in luce che il requisito dell’avvenuto svolgimento di due annualità di servizio negli ultimi otto anni scolastici fa presumere la verosimile conseguita maturazione di adeguata professionalità acquisita “sul campo”, equipollente di una selezione preliminare dei candidati che fa da contrappeso alla natura particolarmente semplificata della prova concorsuale, consistente in un colloquio orale.

La delineata funzione del requisito dei due anni di servizio negli ultimi otto negli istituti statali, induce, correlativamente, anche ad escludere possibili assimilazioni ad esso di eventuali altri percorsi formativi paralleli, quali i tirocini universitari, tale percorso, come già sancito dalla Sezione, “essendo ontologicamente differente dall’avvenuto espletamento di due anni di servizio di insegnamento nelle scuole statali.” (T.A.R. Lazio – Roma, Sez. III Bis, 8 febbraio 2019 n. 996).


Il Mef: la Lombardia spende per l’istruzione il triplo della Campania

da Il Sole 24 Ore

La spesa storica in istruzione pubblica per abitante in Campania (37,39 euro) è quasi tre volte inferiore a quella della Lombardia (98,11). A fronte di una media nazionale di 78,47 euro, la Calabria si ferma a 40,01 e la Puglia a 41,33. Lo dicono i dati relativi al 2016 presentati da Sose, la società partecipata dal Mef che stima i fabbisogni standard, in un’audizione alla Commissione per il federalismo fiscale.

L’ad di Sose: «Definire i livelli essenziali delle prestazioni»
I fabbisogni standard approvati a settembre 2018 assegnano una spesa standard superiore ai dati storici in tutte le regioni del Sud. Il divario resta (87,54 euro in Lombardia contro 62,74 in Campania), però, perché viene considerato un fabbisogno di servizi come la mensa o lo scuolabus solo nei comuni dove sono già attivi. L’amministratore delegato di Sose, Vincenzo Atella, chiede «uno sforzo politico per definire i livelli essenziali delle prestazioni». Atella indica come primo correttivo da apportare ai fabbisogni standard la previsione di un livello minimo uniforme per i servizi a domanda individuale dove è prevista un contributo degli utenti, a partire da asili nido e dal trasporto pubblico.

Anche riformata, questa maturità non è più al passo con i tempi

da Il Sole 24 Ore

di Andrea Gavosto*

Nelle scuole superiori c’è agitazione. La nuova maturità farà il suo esordio il prossimo giugno e molti sono i timori, non solo fra gli studenti. Rispetto all’anno scorso, i cambiamenti sono numerosi e il tempo per digerire le novità è stato poco. Prima della conclusiva prova orale, da quest’anno gli scritti saranno soltanto due, invece di tre, con il poco amato “quizzone” che va in pensione. Il secondo scritto, però, potrà essere multidisciplinare (ad esempio, matematica e fisica allo scientifico): idea interessante, la cui validità sulla carta dovrà però essere verificata nella pratica, sperando nell’intelligenza di chi redigerà le prove. Condivisibile anche il maggior peso dato al percorso scolastico nel giudizio finale.

La novità più apprezzabile riguarda, però, la prima prova – quella di italiano – che dovrebbe cambiare secondo le linee della commissione guidata dal linguista Luca Serianni: forse è la volta buona per archiviare (già si era cominciato timidamente a farlo) il tema, sovente ancora esercizio di retorica fine a se stesso, puntando su nuove prove fondate sul principio che leggere, scrivere, sapere ragionare e argomentare – elementi essenziali di qualsiasi processo conoscitivo – vanno sempre insieme. Nella nuova maturità non mancano anche scelte censurabili, prime fra tutte la cancellazione della prova Invalsi e delle ore di alternanza scuola-lavoro come requisiti di accesso all’esame: qui il Miur ha scelto di compiacere la parte dei docenti più ostile all’innovazione.

Si può comunque concludere che nella nuova maturità le luci superano le ombre? Non è così: anche le novità più convincenti sono ben lontane da riscattare un esame che – così com’è concepito – da tempo non ha più senso.

Il suo vero e irrisolto problema è la discrezionalità di giudizio di ciascuna commissione, che permane anche dopo quest’ultima riforma e non potrà essere significativamente attenuata dalle nuove griglie nazionali di valutazione, peraltro a quanto pare previste solo per le prove scritte. Discrezionalità che fa vedere i suoi effetti distorsivi più clamorosi sui risultati nelle diverse aree del Paese: nel 2018 la Puglia ha avuto un numero di 100 e lode superiore a quello di Piemonte, Lombardia e Veneto messi insieme. Ma le differenze si osservano anche nel singolo istituto, quando al lavoro vi sono più commissioni.

Proprio perché non si fidano più dell’esame di Stato, che non dà loro esiti affidabili per comprendere e confrontare profili e competenze dei diplomati, le università hanno da tempo introdotto i propri test per selezionare gli studenti in ingresso. A loro volta, i datori di lavoro ormai quasi non tengono più conto del voto di maturità nella decisione di assunzione.

C’è un’alternativa all’abolizione di un esame oggi sostanzialmente inutile e che anche come rito di passaggio ha perso fra i ragazzi di oggi molto dell’antico pathos che ha avuto per genitori e nonni?

I suggerimenti che provengono dal resto d’Europa sono di due tipi: il primo riguarda le prove standardizzate – quindi immediatamente confrontabili su tutto il territorio nazionale – nelle materie di base, come italiano, matematica, inglese; non tutte le materie, però, si prestano (si pensi a quelle artistiche). La seconda possibilità è quella di esami le cui prove siano sottoposte a una correzione unificata a livello centrale, che garantisca omogeneità di criteri di giudizio: un esempio è in questo caso l’Olanda. Le verifiche possono avvenire ad opera di una commissione nazionale oppure scambiando le prove per la correzione fra diverse aree territoriali, come avviene per l’esame di Stato degli avvocati: il digitale renderebbe peraltro questa soluzione oggi meno costosa dello spostamento in massa dei commissari della maturità.

Un esame finale condotto secondo criteri di valutazione omogenei sarebbe una soluzione promettente per dare nuova linfa alla maturità, che a quel punto, con gli opportuni arricchimenti, potrebbe essere utilizzata dagli atenei come test d’ingresso e dai datori di lavoro come criterio di selezione dei giovani diplomati.

*Direttore della Fondazione Agnelli

Ma così è un pungolo per la nuova didattica

da Il Sole 24 Ore

di Antonello Giannelli *

L’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di studi rappresenta, per le studentesse e gli studenti, la prima vera prova di valutazione ufficiale. Per questa ragione è anche connotato da un alto valore simbolico: sancisce il traguardo raggiunto a conclusione del percorso scolastico e suggella il momento di entrata nella vita adulta. A partire dal superamento di questa prova, subentra la necessità di assumere responsabilmente le decisioni per la propria vita futura, siano esse di tipo accademico o professionale.

A oltre 20 anni dalla “riforma Berlinguer” dell’esame di Stato – disposta con la legge 425/1997 – oggi abbiamo una formula valutativa più aggiornata e foriera di importanti miglioramenti di sistema.

Il nuovo esame fornisce un significativo pungolo per ripensare i percorsi formativi e i processi valutativi degli studi effettuati anche in un’ottica orientativa. Il rinnovato assetto delle prove non mira soltanto alla verifica dei risultati di apprendimento nelle discipline studiate ma, soprattutto, a valutare le competenze trasversali necessarie per la costruzione del percorso di vita individuale.

L’approccio metodologico previsto dal nuovo esame è estremamente apprezzabile perché ribadisce, ben più di quanto avvenuto in passato, l’esigenza di oltrepassare gli steccati disciplinari e acquisire competenze utili ad affrontare i nuovi contesti socio-professionali attraverso l’apporto integrato delle discipline oggetto di studio. Questo comporta la necessità di rivedere – e innovare – l’approccio pedagogico complessivo, tradizionalmente basato su una logica trasmissiva del sapere. Non si tratta di procedere ad aggregazioni più o meno forzate delle singole materie di studio, poiché la questione del rinnovamento didattico in chiave multidisciplinare necessita di un serio dibattito e di una massiccia attività di formazione dei docenti.

È necessario, piuttosto, interrogarsi su quale possa essere un processo di insegnamento/apprendimento significativo e utile per conseguire gli obiettivi formativi prescelti attraverso l’intreccio tra i linguaggi disciplinari. In estrema sintesi, sono le relazioni tra i contenuti delle varie discipline a essere culturalmente e pedagogicamente rilevanti, più che gli stessi contenuti presi separatamente.

Il nuovo approccio culturale e professionale sotteso dalle due prove scritte e dal colloquio – incentrato sulla dimostrazione, da parte del candidato, di saper stabilire connessioni logiche, di saper argomentare partendo da stimoli e spunti appropriati, di saper esprimere una autonoma posizione critica – consente di evidenziare e di valutare meglio il grado di “maturità complessiva” raggiunto dallo studente.

Anche il documento del Consiglio di classe – comunemente soprannominato “del 15 maggio” – assume una nuova veste alla luce delle innovazioni introdotte. La funzione essenziale di tale documento consiste nel supportare la Commissione nella scelta dei materiali e dei documenti che costituiranno l’incipit per verificare le capacità di autonomia del candidato nell’organizzare il “proprio discorso”.

Infine, merita una particolare menzione la lodevole introduzione dei quadri di riferimento nazionali e delle relative griglie di valutazione complete degli indicatori a cui le commissioni dovranno riferirsi. Questo, finalmente, consente di sanare il punto più debole del nostro esame di Stato, ossia l’assenza di un metro comune di giudizio valido a livello nazionale. Tali criteri omogenei di riferimento permetteranno di confrontare con maggiore significatività i risultati ottenuti dagli studenti nelle varie aree geografiche del territorio.

Nella consapevolezza che, con il tempo, sarà possibile – e forse necessario – migliorare alcuni elementi costitutivi dell’esame stesso e prevedere ulteriori strumenti di supporto, è quindi possibile affermare che esso apre prospettive interessanti, adatte a contaminare positivamente l’intero percorso formativo.

*Presidente dell’Anp, Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola

Assistente tecnico anche nei comprensivi: per ora sono solo buone intenzioni

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

La notizia sulla introduzione degli assistenti tecnici anche negli istituti comprensivi ha suscitato molto interesse fra i nostri lettori. Alcuni di loro ci hanno anche scritto per chiedere ulteriori informazioni; qualcuno ci ha anche chiesto se le nuove figure entreranno in servizio già a partire da settembre.
C’è da dire che le speranze dei lettori sono alimentate persino da comunicati sindacali in cui si mostra apprezzamento per la decisione del Parlamento.
Lo Snals, per esempio, ha sottolineato che nella loro piattaforma questa richiesta c’è già da tempo.
Per evitare fraintendimenti ed equivoci va però chiarito un punto importante: la proposta, certamene ottima, è contenuta in una risoluzione e non in un progetto di legge.
Le risoluzioni sono documenti con i quali il Parlamento (in questo caso le Commissioni parlamentari Lavoro e Cultura) può chiedere o suggerire al Governo di adottare un provvedimento normativo o amministrativo su un determinato tema.
In questo caso la risoluzione, per essere recepita, necessita di specifici finanziamenti che, nel caso specifico, devono essere resi disponibili con una apposita legge.
Per avere una prima idea sul costo dell’operazione basta considerare che gli istituti comprensivi sono all’incirca 5mila, quindi ci vorrebbero 5mila assistenti.
Teniamo conto che per istituire 2mila posti di tempo pieno la maggioranza di Governo ha discusso per settimane intere in fase di predisposizione della legge di bilancio.
C’è quindi da credere che anche per i 5mila assistenti la decisione non sarà facile; ma, per raggiungere l’obiettivo, sarà necessario trovare le risorse necessarie che si possono stimare nella misura di non meno di 180 milioni annui (il costo va infatti calcolato sullo stipendio lordo del personale comprensivo anche degli oneri erariali a carico dello Stato).
Come si può facilmente comprendere si tratta di un impegno ragguardevole. La somma, infatti, non è di quelle che si possono trovare fra “le pieghe del bilancio”.
Per la verità un tentativo in questa direzione venne fatto già nel 1988: con il decreto legge 323 di quell’anno veniva infatti recepito il Contratto nazionale di lavoro sottoscritto fra Governo e sindacati (all’epoca la procedura per la sottoscrizione dei contratti era diversa); l’articolo 5 del decreto prevedeva l’istituzione del coordinatore per i servizi di biblioteca e del coordinatore per l’orientamento nelle scuole superiori e l’istituzione dell’operatore tecnologico e dell’operatore psicopedagogico nella scuola dell’obbligo.
Viene da commentare: niente di nuovo sotto il sole.

La scuola celebra Leopardi: iniziative per i 200 anni dell’Infinito

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il Miur, tramite un comunicato trasmesso nel pomeriggio del 20 marzo, rende noto che la scuola italiana parteciperà attivamente alle celebrazioni dei 200 anni de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi con un grande evento, il 28 maggio prossimo, dal titolo ‘200 – duecento Infinito’.

Gli studenti saranno infatti invitati, grazie ad una collaborazione fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Casa Leopardi, nata da una idea di Olimpia Leopardi, immediatamente accolta dal Ministro Marco Bussetti, a dedicare la giornata al poeta e a uno dei suoi più noti componimenti.

I ragazzi potranno recitare, in un flash mob che alle 11.30 attraverserà tutta l’Italia, proprio ‘L’Infinito’, collegandosi idealmente, da una scuola all’altra, con la piazza centrale di Recanati, città natale del poeta, dove il Miur premierà le scuole vincitrici del concorso dedicato al bicentenario della celebre lirica.

Lo ha annunciato il Ministro Marco Bussetti, questa mattina, intervenendo a Recanati in occasione dell’inaugurazione degli eventi dedicati al bicentenario de ‘L’Infinito’ che saranno promossi nel corso di tutto il 2019. L’apertura delle celebrazioni è avvenuta nella ricorrenza della “Giornata Mondiale della Poesia”.

“Leopardi – ha spiegato il Ministro Bussetti – è stato un genio, e come tale ci parla ancora, è nostro contemporaneo. Noi abbiamo il dovere di testimoniare la modernità e l’importanza del suo pensiero e della sua opera per la cultura italiana ed europea. La poesia non è un mero esercizio spirituale, ma è una delle forme più potenti con cui l’uomo sta al mondo. La poesia è necessaria, è una delle manifestazioni dello spirito”.

“E la scuola – ha aggiunto – deve essere una sorta di ‘convivio poetico’ in cui il dialogo tra tutte le varie forme della cultura è fondamentale per la formazione dei ragazzi”.

L’Infinito di Giacomo Leopardi cantato in chiave pop a 200 anni dalla composizione

Concorso 24 mesi ATA, le scadenze in tutte le regioni

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con nota n. 8991 del 6/03/2019 il Miur ha dato il via all’indizione, da parte degli USR, dei concorsi per soli titoli  del personale ATA (24 mesi).

Alla nota sono allegati anche i modelli da utilizzare:

  • Allegato B1 – modello domanda d’inserimento nelle graduatorie per l’a.s. 2019/2020
  • Allegato B2 – modello domanda di aggiornamento delle graduatorie per l’a.s. 2019/2020
  • Allegato F – rinuncia all’attribuzione di rapporti di lavoro a tempo determinato per l’a.s. 2019/2020
  • Allegato H – attribuzione della priorità nella scelta della sede per l’a.s. 2019/2020

In particolare, dovranno essere inviati:

  1. con modalità tradizionale i modelli di domanda allegati B1, B2, F e H mediante raccomandata A/R ovvero consegnati a mano ovvero mediante PEC, all’Ambito Territoriale Provinciale della provincia d’interesse entro i termini previsti dal relativo bando;
  2. tramite le istanze on-line, in un momento successivo, il modello di domanda allegato G di scelta delle sedi delle istituzioni scolastiche. Per quest’ultimo non dovrà essere inviato il modello cartaceo in formato pdf prodotto dall’applicazione in quanto l’Ufficio territoriale destinatario lo riceverà automaticamente al momento dell’inoltro.

Clicca qui per scaricare i documenti

Di seguito i bandi regionali e le relative scadenze:

  • Abruzzo bando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Basilicatabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Calabriabando – domande entro il 18 aprile 2019
  • Campaniabando – domande entro il 12 aprile
  • Emilia Romagnabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Friuli Venezia Giuliabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Laziobando – domande entro il 10 aprile 2019
  • Liguriabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Lombardiabando – domande entro il 19 aprile
  • Marchebando – domande entro il 19 aprile
  • Molisebando – domande entro il 19 aprile
  • Piemonteavviso – domande entro il 19 aprile 2019
  • Pugliabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Sardegnabando – domande entro il 17 aprile 2019
  • Siciliabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Toscanabando – domande entro il 19 aprile 2019
  • Umbriabando – domande entro l’11 aprile
  • Venetobando – domande entro il 17 aprile 2019

Percorsi ex Alternanza, il colloquio dell’Esame di Stato e la relazione

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

L’O.M. n. 205 dell’11 marzo 2019, all’art. 19 prevede che: “Nell’ambito del colloquio, il candidato interno espone, inoltre, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, previsti dal d.lgs. n. 77 del 2005, e così ridenominati dall’art. l, co. 784, della l.30 dicembre 2018, n. 145. Nella relazione e/o nell’elaborato, il candidato, oltre a illustrare natura e caratteristiche delle attività svolte e a correlarle alle competenze specifiche e trasversali acquisite, sviluppa una riflessione in un’ ottica orientativa sulla significatività e sulla ricaduta di tali attività sulle opportunità di studio e/o di lavoro post-diploma”.

Per offrire un supporto agli studenti del quinto anno, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha redatto una guida alla stesura della “breve relazione sull’esperienza svolta nell’ambito dei PCTO”.

La guida rappresenta un contributo e uno strumento di lavoro che potrà essere migliorato e implementato dalle singole istituzioni scolastiche.

In particolare, il documento spiega come scrivere la relazione, che secondo le indicazioni dell’USR, non dovrà superare le 5 pagine (o le 10 slide). Ovviamente, prima è necessario aver raccolto tutta la documentazione necessaria dell’esperienza, pianificare le fasi di scrittura e la struttura del testo, scegliere il linguaggio più adeguato, revisionare attentamente il testo prima della versione definitiva.

SCARICA LA GUIDA

Concorso dirigenti scolastici 2019, i vincitori assunti dal 1° settembre

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Dopo mesi di attesa, arrivano notizie in merito al concorso dirigenti scolastici, per quanto riguarda le prove orali: infatti, come abbiamo scritto in precedenza, l’informativa al Miur fra amministrazione e sindacati ha chiarito i prossimi passi:

  • 25-26 marzo: abbinamento codici a nominativi;
  • entro fine marzo: pubblicazione elenco degli ammessi;
  • entro fine aprile: nomina dei commissari aggregati di lingue e informatica nelle commissioni;
  • primi giorni di maggio: inizio delle prove orali con conclusione prevista entro la data di avvio degli Esami di Stato;
  • fine giugno: pubblicazione della graduatoria.

Le prove orali del concorso dirigenti scolastici dovrebbero iniziare a partire da maggio e svolgersi a livello regionale con abbinamento dei candidati alle commissioni in modalità random, indipendentemente dalla regione di provenienza, seguendo l’ordine alfabetico.

Dirigenti scolastici: chi vince il concorso sarà assunto a settembre

Uno degli aspetti più importanti da ricordare è quello relativo al “cambio in corsa” della struttura del concorso: “Le modalità del reclutamento con riferimento alla procedura concorsuale bandita nel 2017, è stata trasformata da un lungo corso-concorso in un ordinario concorso, al fine di garantire l’immissione in ruolo dei vincitori già dal 1° settembre di quest’anno”, ha spiegato lo stesso ministro Bussetti in precedenza.

Ciò significa che i vincitori del concorso saranno di fatto proclamati già al termine delle prove orali.

Infatti, come riportato dall’articolo 10 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione, “i candidati ammessi al corso conclusivo del concorso bandito nel 2017 per il reclutamento dei dirigenti scolastici, sono dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine della graduatoria di ammissione al corso, nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili, fatto salvo il regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all’articolo 39, comma 3, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Il periodo di formazione e prova è disciplinato con i decreti di cui all’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Il comma si applica anche al corso-concorso bandito per la copertura dei posti nelle scuole di lingua slovena o bilingue”.

Concorso DS, le scadenze del Miur: entro fine marzo pubblicato elenco ammessi agli orali

da Tuttoscuola

Oggi, giovedì 21 marzo, si è tenuto presso il Miur il previsto incontro di informazione sul concorso DS. Secondo quanto è possibile leggere sul sito dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP), queste sarebbero le tempistiche previste:

25/26 marzo 2019: abbinamento codici a nominativi;
entro fine marzo: pubblicazione elenco degli ammessi;
entro fine aprile: nomina dei commissari aggregati di lingue e informatica nelle commissioni;
primi giorni di maggio: inizio delle prove orali con conclusione prevista entro la data di avvio degli Esami di Stato;
fine giugno: pubblicazione della graduatoria.

A breve, il Ministero dell’Istruzione comunicherà i criteri di assegnazione dei candidati alle commissioni.

È stato inoltre assicurato che tutti i candidati, anche i non ammessi, potranno visionare il proprio elaborato e la relativa valutazione.

Comunicato PdCM 22 marzo 2019

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Comunicato 22 marzo 2019

Avviso di applicazione dell’ora legale sul territorio italiano per l’anno solare 2019 in conformità al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2016 – Determinazione dei periodi di vigenza dell’ora legale sul territorio italiano per il quinquennio 2017-2021. (19A01944)
(GU Serie Generale n.69 del 22-03-2019)

In conformità a quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2016, «Determinazione dei periodi di vigenza dell’ora legale sul territorio italiano per il quinquennio 2017-2021», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 175 del 28 luglio 2016, nell’anno solare 2019 l’applicazione dell’ora legale avrà inizio alle ore due del mattino (ora locale) di domenica 31 marzo 2019 e avra’ termine alle ore tre del mattino (ora locale) di domenica 27 ottobre 2019.

Nota 22 marzo 2019, AOODGPER 11180

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per il personale scolastico

Oggetto: Prova orale del concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Abbinamento dei candidati alle commissioni esaminatrici.