23 marzo 1919!

23 marzo 1919!

di Maurizio Tiriticco

Un secolo fa, appunto il 23 marzo 1919, a Milano in Piazza San Sepolcro, nascono i Fasci di Combattimento. Nasce il fascismo. Che nel giro di pochi anni si impadronisce del nostro Paese. Io dall’ottobre del 1933 al giugno del 1943 ho frequentato i cinque anni delle scuole elementari e i cinque anni del ginnasio tutti all’insegna di “Viva il Duce”, “Dio, Patria e Famiglia” e degli slogan dell’indottrinamento fascista. O meglio, delle sue parole d’ordine. Eccone alcune, tutte a memoria! Boia chi molla. Chi si ferma è perduto. Credere, obbedire e combattere. Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi. Il fascismo non vi promette né onori né cariche, ma il dovere e il combattimento. Italia proletaria e fascista, Italia di Vittorio Veneto e della Rivoluzione, in piedi! E’ l’aratro che traccia il solco, è la spada che lo difende. Ma questa era la più bella: “Voi balilla siete l’aurora della vita, voi siete la speranza della Patria, voi siete soprattutto l’esercito di domani”. E tanti di questi imperativi categorici diventavano temi in classe. E la retorica sovrabbondava! E io scrivevo scrivevo scrivevo! Partecipai anche ai Littoriali: aperti ai balilla che avevano la penna migliore! E i miei temi finivano sempre così: Il Duce ha detto Vincere e il Popolo italiano ha fieramente risposto Vinceremo!
Quel pomeriggio del 10 giugno del 1940 in Piazza Venezia il Duce da quello “storico balcone” pronunciò forse il suo discorso più importante ed impegnativo: “Combattenti di terra, di mare e dell’aria. Camicie nere della rivoluzione e delle legioni. Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania. Ascoltate. Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. L’Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: Vincere e Vinceremo! Per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo. Popolo italiano. Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore”. E la folla applaudì entusiastica! E alle armi ci siamo corsi e come!
Ma poi… è finita come è finita!!! Vi consiglio quello splendido film, “Tutti a casa”, diretto da Luigi Comencini, con uno splendido Alberto Sordi. Appunto! Tutti a casa, sì! Però, dovevamo mandarli tutti a casa, e fin da allora, quei fascisti che il 28 ottobre del 1922 marciarono su Roma, lungo la Via del Quirinale fino all’omonima Piazza per dimostrare al Re Vittorio Emanuele III che loro erano lì, sotto il suo balcone per dimostrare che avevano deciso di tirare dritto, come era loro costume, e di arraffarsi – questo è il verbo giusto – Il potere, quel potere in forza del quale, giorno dopo giorno, avrebbero distrutto quella democrazia di quel Paese Unito, dopo secoli di divisioni, di culture e di lingue diverse! E di regimi politici diversi, sempre sotto la protezione ora degli Absburgo, ora dei Lorena, ora degli Angioini, ora degli Aragonesi, ora dei Napoleonidi, ora di non so chi, ma mai di fatto Unito!
Comunque, quante conoscenze, quanta cultura, quanta arte, quanta scienza abbiamo prodotto noi italiani sempre divisi nei secoli, ma sempre uniti – si fa per dire – per quanto riguarda la cultura, la bellezza, la ricerca scientifica, la stessa visione del mondo, potremmo dire. Un Dante o un Galileo sono “roba nostra”! E “roba nostra” sono un Michelangelo o un Raffaello! E un Meucci o un Marconi! Nonostante tutto. Forse perché il nostro stivale è proteso in un mare che una volta era il Mare Nostrum e che, proprio in quanto tale ha permesso incroci ed intrecci di culture, interrotti qua e là da qualche invasione dal Nord e dal Sud! Le calate dei barbari vecchi e nuovi, gli sbarchi degli arabi e dei turchi, o dei pirati slavi!
Un Paese aggredito, offeso, martoriato, ma tanto ricco di cultura, di intelligenza, di genialità! E non a caso Mussolini fece scrivere sul Palazzo della Civiltà e del Lavoro, sullo scenario delle costruzioni dell’Esposizione Universale Romana, la cui inaugurazione era prevista per il 28 ottobre del 1942 – il Gran Ventennale dell’Era Fascista – la scritta famosa: “Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”. Allora abitavo ad Ostia – che il Duce preferiva chiamare Lido di Roma – e tutte le volte che con il treno della ferrovia Roma-Lido venivo a Roma e vedevo quella costruzione mi riempivo d’orgoglio… però fino alla sera di quell’8 settembre del 1943, quando i miei sogni e quelli di tanti italiani illusi crollarono nel giro di uno stentoreo comunicato diffuso per radio.
Era una sera come tante, calda, tranquilla, il profumo del mare. Non erano ancora le venti e stavo in strada, per l’esattezza in Piazza Anco Marzio, dove sostavamo e chiacchieravamo, gli amici di sempre. Era la radio di un bar, anzi di un caffè – bar era un nome inglese ed era stato cancellato dal nostro vocabolario: ma forse i fascisti non sapevano che viene dal latino barra, il piano di servizio del termopolio, il bar dei Romani antichi. Ma io lo sapevo, avviato agli studi classici…
A un certo momento si interrompono le trasmissioni e… un annuncio solenne. «Attenzione. Attenzione. Sua Eccellenza il Capo del governo e Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio rivolgerà un proclama alla nazione.» Era la voce di Arnoldo Foà, come seppi a guerra finita. Seguirono le parole di Badoglio, sì, proprio del Maresciallo Badoglio in persona! Quindi la notizia doveva essere più che importante! Eravamo tutti sospesi. E poi seguirono delle parole secche, stentoree, scandite, anche con una voce un po’ chioccia… non era uno speaker: «Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza».
E il resto è noto! Tutto era finito! Ma un altro tutto doveva avere inizio! Ed ebbe inizio una seconda tragedia, che sarebbe durata due anni! Dopo la tragedia di una guerra perduta! Le scatolette di tonno dei nostri carri armati contro gli Sherman e i Li americani e i Churchill e Matilda britannici. Per non dire dei T-34 sovietici! Insomma, così ebbe fine quella lunga storia! Che aveva avuto inizio in una piazza di Milano il 23 marzo del 1919 e che in un’altra piazza di Milano ebbe fine il 25 aprile del 1945!

12 APRILE SCIOPERO

I POSTI QUOTA 100 SUBITO ALLA MOBILITÀ E ALLE IMMISSIONI IN RUOLO! IL 12 APRILE È SCIOPERO!

Già dal 28 febbraio scorso USB Scuola sta portando avanti una battaglia affinché i posti liberati dai pensionamenti quota 100 vengano messi subito a disposizione della mobilità e delle immissioni in ruolo. La data del 25 maggio è quella utile per il comparto scuola per chiudere l’accoglienza delle domande per mobilità attraverso il Sidi, il sistema informatico del MIUR. La scadenza prevista dall’INPS per esaminare le domande dei quota 100 è il 31 maggio. Si tratta di 17mila lavoratori (tra docenti e ATA), che vanno a liberare 17mila posti che è impensabile lasciare nell’organico di fatto e non dare a mobilità e a ruolo.

Sappiamo che per gli uffici dell’INPS sarebbe un super lavoro riuscire a completare l’iter burocratico entro la scadenza utile per il comparto scuola per la definizione degli organici di diritto 2019/2020 e sappiamo che questo è dovuto alla mancanza di personale e di assunzioni in tutta la pubblica amministrazione, INPS compreso.

Per queste ragioni visto che sarebbe insensato lasciare vacanti questi posti per il personale di ruolo specializzato e abilitato, per tutti gli idonei nelle graduatorie di merito dei vari concorsi e nelle GaE ancora esistenti, chiediamo con forza nuovamente che venga contemplata dall’amministrazione una fase di mobilità straordinaria anche successiva al 31 maggio o che si pensi a una proroga per la scadenza delle domande al Sidi affinché TUTTI i posti liberati da quota 100 vadano subito a mobilità e immissioni in ruolo.

Non una parola in queste settimane è stata detta dai sindacati cosiddetti rappresentativi su questo tema dal quale dipendono i destini lavorativi di tantissimi lavoratori precari, esiliati e ingabbiati. Mentre Cgil Cisl Uil Snals Gilda Anief rimangono inerti, USB Scuola chiama tutti i lavoratori in piazza per lo sciopero generale del 12 aprile

– contro la Regionalizzazione dell’autonomia differenziata,

– contro la precarietà messa a sistema,

– per un contingente adeguato per le immissioni e la mobilità 2019/2020 che comprenda TUTTI i posti quota 100.

Il sedicente governo del cambiamento, se vuole realmente migliorare le condizioni della scuola statale, dia risposte concrete a queste richieste dalle quali dipendono tanto le vite dei docenti esiliati e dei docenti precari quanto la qualità della scuola pubblica statale.

Asili ancora insufficienti. L’Italia in ritardo rispetto all’Europa

da la Repubblica

Ilaria Venturi

Niente da fare, siamo ancora al di sotto dei parametri fissati dall’Unione europea: i posti disponibili negli asili nido in Italia coprono il 24% del potenziale bacino di utenza, ovvero i bambini residenti under 3. Per sostenere la conciliazione dei tempi di vita e promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro l’Europa ha fissato che si debba arrivare al 33%. L’Italia arranca, e non è una novità nonostante una serie di interventi, il primo nel 2007 con il Piano straordinario per la prima infanzia. Con forti e non inedite differenze territoriali: si va dalla copertura del 7,6% in Campania al 44,7% in Valle d’Aosta. A dirlo è il nuovo Rapporto Istat sugli asili nido uscito in questi giorni. E quello che emerge è anche un calo dei bambini iscritti ai nidi comunali e convenzionati con il Comune. Gli enti locali fanno sempre più fatica a sostenere i costi, la spesa sostenuta per i nidi ha smesso di crescere.

L’Istat analizza i 13.147 servizi socio educativi nell’anno scolastico 2016-2017: tra questi, 11.017  asili nido, mentre per la restante parte – appena il 9% – si tratta di servizi integrativi per la prima infanzia ovvero spazi-gioco, centri per bimbi e genitori e servizi domiciliari. I posti autorizzati al funzionamento sono circa 354mila, il 48% privati.

Asili ancora insufficienti. L'Italia in ritardo rispetto all'EuropaFonte Istat

Rispetto all’offerta pubblica e privata la situazione è molto variabile tra regioni, con un forte divario tra Nord e Sud. In Valle d’Aosta, Umbria, Emilia Romagna, Toscana e nella provincia autonoma di Trento il parametro europeo del 33% è stato ampiamente superato già da diversi anni e nelle altre regioni del Centro-Nord la copertura è prossima al 30%. Nel Mezzogiorno, ricorda il Rapporto, l’obiettivo risulta ancora molto lontano. In Abruzzo, Molise e Sardegna i posti privati e pubblici nei servizi socio-educativi superano il 20% dei bambini sotto i 3 anni, nelle altre regioni non raggiungono il 15%. La variabilità dell’offerta è anche tra grandi città e paesi di provincia. Nei comuni capoluogo la media dei posti disponibili nei servizi socio-educativi pubblici e privati corrisponde al 31,8% dei bambini di 0-2 anni. In tutti gli altri comuni, invece, si ha una media di 20,8 posti per 100 bambini. L’unica realtà ribaltata è in Sicilia: qui la diffusione dei servizi nei capoluoghi è inferiore a quella degli altri comuni.

I comuni capoluogo di provincia della Lombardia garantiscono una copertura di posti del 65,7% rispetto ai bambini residenti, ma nel resto dei comuni della regione la copertura è sotto la media nazionale. Fra i 14 capoluoghi delle aree metropolitane Bologna, Firenze e Roma emergono per densità di servizi con valori superiori al 40% dei posti rispetto ai bambini di 0-2 anni. Poco al di sotto Venezia con una copertura del 39,9%. Nel comune di Bologna l’offerta disponibile è quasi uguale a quella del resto dell’area metropolitana, soprattutto per quanto riguarda il settore pubblico che ha alle spalle una lunga storia pedagogica: nel 1969 nel quartiere della Bolognina nacque il primo nido in Italia grazie all’allora assessora Adriana Lodi che studiò in Svezia le esperienze più avanzate del welfare per l’infanzia. Anche nell’area di Firenze si riscontra una relativa omogeneità – è scritto nel Rapporto – soprattutto per l’offerta pubblica. Nell’area della provincia di Roma vi è, invece, una grande discrepanza fra il centro e la periferia, soprattutto per quanto riguarda i nidi pubblici.

Calano gli iscritti, si ferma la spesa dei Comuni per i nidi. E’ dal 2011/2012 registra l’Istat che cala il numero dei bambini iscritti nei servizi educativi comunali e convenzionati, complice anche le difficoltà economiche delle famiglie a sostenere il peso dell’iscrizione (la quota a carico degli utenti sul totale della spesa corrente dei comuni è passata dal 17% del 2004 al 19% del 2015). Non a caso, grazie ai finanziamenti del sistema integrato 0-6 (governo Gentiloni) in molti Comuni già dallo scorso anno si è fatta la politica di taglio delle rette.

Asili ancora insufficienti. L'Italia in ritardo rispetto all'EuropaFonte Istat

L’Istat fotografa l’impegno di spesa dei Comuni sino al 2016. Cosa è avvenuto? Tra il 2004 e il 2012 le risorse messe a disposizione sono passate da 1,1 a 1,6 miliardi di euro (+47%). Nei due anni successivi, invece, si registra una contrazione e poi una stabilizzazione nel triennio 2014-2016. Nel 2016 la spesa impegnata è stata di circa 1 miliardo e 475 milioni di euro (il 19,4% rimborsata dalle famiglie sotto forma di rette). La spesa media dei comuni a livello regionale varia da un minimo di 88 euro l’anno per un bambino residente in Calabria a un massimo di 2.209 euro l’anno nellaProvincia di Trento.

Asili ancora insufficienti. L'Italia in ritardo rispetto all'EuropaFonte Istat

6.500 bimbi in meno in 4 anni nei nidi gestiti dai Comuni. Un altro aspetto rilevato dall’Istat che è che nel corso degli anni sono diminuiti gli utenti dei nidi comunali a gestione diretta, ovvero con personale del Comune, mentre sono aumentate le gestioni appaltate ad associazioni e ad enti privati. Nell’anno scolastico 2016/2017 negli asili nido a gestione diretta sono iscritti circa 93.200 bambini, contro gli oltre 99.700 di 4 anni prima. Gli utenti dei nidi appaltati a gestori privati nello stesso periodo di tempo sono aumentati di quasi tremila unità, mentre la restante parte ha rinunciato al servizio. La spesa corrente dei comuni si riduce decisamente passando dalla gestione diretta a quella indiretta, osserva l’Istat: nel primo caso il comune spende mediamente 8.798 euro per utente, al netto della quota rimborsata dalle famiglie, nel secondo caso la quota a carico del comune è di 4.840 euro in un anno.


Concorso dirigenti scolastici, abbinamento candidati alle commissioni. Nota Miur

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Dopo aver riportato l’esito dell’informativa Miur del 21 marzo sul concorso dirigenti scolastici 2019, arriva la nota da parte del Ministero che scandisce la tempistica delle operazioni in vista delle prove orali e fornisce indicazioni in merito all’abbinamento dei candidati alle commissioni esaminatrici.

Concorso dirigenti scolastici 2019: criteri abbinamenti commissioni

La nota specifica che stanno per concludersi le operazioni di correzione della prova scritta del concorso dirigenti scolastici 2019 e che il 25 e 26 marzo 2019 si procederà allo scioglimento dell’anonimato.

I candidati ammessi alla prova orale verranno abbinati ad una delle 38 commissioni/sottocommissioni esaminatrici secondo i seguenti criteri:

– L’elenco dei candidati che avranno superato la prova scritta verrà ordinato per codice fiscale di ciascuno in ordine alfabetico.

– I codici fiscali verranno quindi assegnati uno alla volta, in ordine di elenco, alle 38 commissioni/sottocommissioni esaminatrici.

– Si abbinerà, in sequenza, il primo candidato dell’elenco alla commissione iniziale, il secondo candidato alla sottocommissione n. 1, il terzo candidato alla sottocommissione n. 3 ecc. fino alla distribuzione di tutti i candidati in tutte le 38 commissioni/sottocommissioni costituite.

Ciascuna commissione/sottocommissione convocherà i candidati assegnati a partire dalla lettera “M”.

I calendari delle convocazioni verranno pubblicati sul sito internet del Ministero nella sezione dedicata al concorso. La pubblicazione dei suddetti avvisi ha valore di notifica a tutti gli effetti.

I candidati dovranno presentarsi nelle rispettive sedi d’esame, nel giorno e nell’ora stabiliti, muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità.

Poiché la distribuzione dei candidati tra le commissioni è stata effettuata con un criterio oggettivo, al fine di garantire la massima trasparenza ed imparzialità della procedura concorsuale, non potranno essere accolte eventuali richieste di variazione della sede assegnata per lo svolgimento della prova.

LA NOTA DEL MIUR

Concorso dirigenti scolastici 2019: ecco le tappe previste

  • 25-26 marzo: abbinamento codici a nominativi;
  • entro fine marzo: pubblicazione elenco degli ammessi;
  • entro fine aprile: nomina dei commissari aggregati di lingue e informatica nelle commissioni;
  • primi giorni di maggio: inizio delle prove orali con conclusione prevista entro la data di avvio degli Esami di Stato;
  • fine giugno: pubblicazione della graduatoria.

Le prove orali del concorso dirigenti scolastici dovrebbero iniziare pertanto a partire da maggio e svolgersi a livello regionale con abbinamento dei candidati alle commissioni in modalità random, indipendentemente dalla regione di provenienza, seguendo l’ordine alfabetico.

Certificato penale obbligatorio per chi lavora con gli alunni, Bussetti: necessario. Ma per prof e Ata già è così

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

“Chi è a contatto con i ragazzi deve avere tutti i requisiti necessari. Il ministro Salvini è stato perentorio: va chiesto a chi lavora nell’ambito dei servizi al pubblico il certificato penale obbligatorio. Non posso che essere d’accordo con questa sua posizione”. È determinato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel commentare il tentativo di strage verso 51 ragazzini, con alcuni insegnanti, condotto dall’autista senegalese Ousseynou Sy di un pullman che li avrebbe dovuti portare dalla palestra esterna all’istituto alla loro scuola media, la Vailati di Crema, in provincia di Cremona.

Occhio alle altre figure che operano a scuola

A ben vedere, almeno per quanto riguarda la scuola, già esiste l’obbligo, con la presa di servizio, di auto-dichiarare la propria posizione riguardante eventuali reati penali commessi: non è infatti più necessario consegnare il cosiddetto ‘casellario giudiziario’ all’atto dell’immissione in ruolo. Sarà cura dell’amministrazione, eventualmente, verificare la veridicità di tale dichiarazione.

Inoltre, se la magistratura apre un fascicolo nei confronti di un cittadino lavoratore, con possibili risvolti penali, ne dà comunicazione all’amministrazione.

Il problema sollevato dal ministro non riguarda quindi docenti e Ata, ma tutte le figure professionali ulteriori che operano nella scuola: dagli assistenti ai disabili a coloro che operano con gli alunni nell’ambito dei progetti didattico-formativi esterni.

E, ovviamente, gli autisti dei bus che trasportano quotidianamente alunni: come il senegalese Ousseynou Sy, a cui nessuno lo aveva chiesto.

Tali figure professionali, tuttavia, non dipendono dall’amministrazione scolastica (ancora una volta tirata per la “giacca” a seguito di episodi di cronaca), ma devono essere sottoposte ai controlli del loro datore di lavoro.

Certificato penale antipedofilia

Cinque anni fa, inoltre, per l’esattezza il 6 aprile 2014 – come riferito dalla stampa specializzata è entrato in vigore il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39, ovvero il Certificato penale antipedofilia, emanato in attuazione della direttiva 2011/93/UE relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI.

Da quella data, i datori di lavoro che intendano impiegare una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, dovranno acquisire il certificato penale antipedofilia previsto all’articolo 25 del richiamato T.U. al fine di verificare l’esistenza di condanne per i reati o sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori.

“Garantire la sicurezza assoluta degli studenti”

In un’intervista al quotidiano QN, pubblicata, sempre il 22 marzo, sempre rimanendo su questo argomento il ministro Bussetti ha tenuto a dire di volere “garantire la sicurezza assoluta degli studenti”, perché “è inammissibile che un autista di scuolabus abbia avuto problemi di alcol o addirittura sia stato condannato per molestie sessuali. Vogliamo che sia fatta la massima chiarezza. Chi è a contatto con i ragazzi deve avere tutti i requisiti necessari”.

In merito alla cittadinanza italiana per il ragazzino eroe di origini marocchine, “so che si sta cercando di procedere rapidamente in questo senso. Penso sia giusto”, commenta Bussetti.

Nella scuola relazioni forti

“Ad ogni modo, questa esperienza ha dimostrato che la scuola è un luogo di relazioni forti, dove si fa comunità: i ragazzi hanno giocato di squadra e per questo si sono salvati. Dobbiamo davvero essere orgogliosi di loro”.

Per offrire supporto alle persone coinvolte, “ci siamo mossi da subito: a poche ore da quell’agghiacciante episodio abbiamo attivato la task force del Miur sulle emergenze educative. È sul posto da due giorni, pronta a dare sostegno sia ai ragazzi coinvolti nella vicenda, che alle famiglie e al personale scolastico”, ha sottolineato il ministro.

“Quegli alunni sono eroi”

“Sono stati meravigliosi, eroi è la parola giusta”, ha detto il ministro dell’istruzione Marco Bussetti al suo arrivo, il 22 marzo, alla scuola media Vailati di Crema (Cremona), dove ha anche incontrato gli studenti che si trovavano a bordo dell’autobus a cui il conducente ha appiccato il fuoco.

Quei ragazzi “hanno dimostrato non solo di essere una classe unita ma una squadra” ha concluso il ministro.

Scuola eTwinning: premiati 130 istituti italiani: la metà sono al Sud

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Sono 130 le scuole italiane che in questi giorni hanno ricevuto il riconoscimento europeo 2019 di “Scuola eTwinning”.

Il premio, relativo ai risultati raggiunti nell’anno scolastico da docenti e studenti di alcuni istituti attraverso la piattaforma europea per i gemellaggi elettronici eTwinning, vuole certificare l’innovazione mostrata dalle scuole più virtuose in ambiti della didattica quali: pratica digitale, eSafetyapprocci creativi e innovativi alla pedagogiapromozione dello sviluppo professionale continuo del personale e degli studenti.

In totale le scuole europee premiate sono state 1004, l’esito è il risultato di una selezione gestita dalla Commissione europea e dall’Unità europea eTwinning.

A livello geografico gli istituti italiani premiati sono per oltre il 50% del Sud Italia, con Sicilia, Campania e Puglia come regioni più rappresentate (rispettivamente con 15 istituti le prime due e 13 la terza), seguite da Lombardia (15 istituti), Emilia-Romagna (14) e Lazio (9).

“Il riconoscimento – ha dichiarato Flaminio Galli, Direttore dell’Indire a cui fa capo l’Unità italiana eTwinning – ha l’obiettivo di dare visibilità all’attività europea della scuola sul piano locale, regionale e nazionale, riconoscendo il lavoro dei docenti coinvolti nelle attività eTwinning all’interno della scuola e andando a definire modelli scolastici di riferimento non solo per le altre scuole, ma anche per le autorità scolastiche regionali e nazionali”.

eTwinning rappresenta la più grande community di docenti in Europa e promuove la collaborazione a distanza tra scuole e l’innovazione didattica attraverso le nuove tecnologie e lo scambio di esperienze e metodologie all’interno del più vasto programma Erasmus+.

In Italia sono circa 70mila i docenti registrati, 24mila progetti attivati e 11.400 scuole coinvolte. eTwinning è gestito dall’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire.

Concorso dirigenti scolastici, cosa c’è da sapere sulla prova orale

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Come abbiamo scritto in precedenza, l’informativa al Miur fra amministrazione e sindacati ha chiarito i prossimi passi in merito al concorso dirigenti scolastici 2019.

Ecco quindi le tappe previste:

  • 25-26 marzo: abbinamento codici a nominativi;
  • entro fine marzo: pubblicazione elenco degli ammessi;
  • entro fine aprile: nomina dei commissari aggregati di lingue e informatica nelle commissioni;
  • primi giorni di maggio: inizio delle prove orali con conclusione prevista entro la data di avvio degli Esami di Stato;
  • fine giugno: pubblicazione della graduatoria.

Le prove orali del concorso dirigenti scolastici dovrebbero iniziare pertanto a partire da maggio e svolgersi a livello regionale con abbinamento dei candidati alle commissioni in modalità random, indipendentemente dalla regione di provenienza, seguendo l’ordine alfabetico.

Concorso dirigenti scolastici 2019: la prova orale

La prova orale del concorso dirigenti scolastici consisterà in:

  • un colloquio che accerta la preparazione professionale del candidato nelle materie di esame;
  • una verifica della capacità di risolvere un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico;
  • una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle tecnologie della comunicazione normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche;
  • una verifica della conoscenza della lingua prescelta dal candidato tra francese, inglese, tedesco e spagnolo al livello B2 del CEF, attraverso la lettura e traduzione di un testo scelto dalla Commissione e una conversazione nella lingua prescelta.

Concorso dirigenti scolastici 2019: Punteggio e modalità di svolgimento prova orale

Al colloquio sulle materie d’esame, all’accertamento della conoscenza dell’informatica e all’accertamento della conoscenza della lingua straniera prescelta dal candidato, nell’ambito della prova orale, la Commissione del concorso andrà ad attribuire un punteggio nel limite massimo rispettivamente di 82, 6 e 12.

Il punteggio complessivo della prova orale è dato dalla somma dei punteggi ottenuti al colloquio e nell’accertamento della conoscenza dell’informatica e della lingua.

La prova orale è superata dai candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti.

La Commissione e le Sottocommissioni esaminatrici, prima dell’inizio della prova orale, determinano i quesiti da  porre  ai  singoli candidati per ciascuna delle materie  di  esame. Tali  quesiti  sono proposti a ciascun candidato previa estrazione a sorte.

Dirigenti scolastici: chi vince il concorso sarà assunto a settembre

Uno degli aspetti più importanti da ricordare è quello relativo al “cambio in corsa” della struttura del concorso“Le modalità del reclutamento con riferimento alla procedura concorsuale bandita nel 2017, è stata trasformata da un lungo corso-concorso in un ordinario concorso, al fine di garantire l’immissione in ruolo dei vincitori già dal 1° settembre di quest’anno”, ha spiegato lo stesso ministro Bussetti in precedenza.

Erasmus+, scadenza del 21 prorogata al 26 marzo

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Ci sarà più tempo per presentare la propria candidatura per i partenariati Esasmus+.

Infatti, la Commissione europea, con nota del 21 marzo, ha comunicato che, a causa del persistere di problemi tecnici nei moduli di candidatura webform, la scadenza del 21 marzo è prorogata.

La nuova scadenza è il 26 marzo 2019, ore 12.00 ora di  Bruxelles.

SCARICA LE INFO PER LE SCUOLE

Prove Invalsi scuole secondarie, materiali utili per le somministrazioni

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

L’Invalsi ha pubblicato sul proprio sito i materiali che serviranno alle scuole per le prossime prove Invalsi nelle scuole secondarie di I e II grado.

Materiale informativo Scuola Secondaria di I grado (classe III)

Materiale informativo Scuola Secondaria di II grado (classe V)

CLASSI CAMPIONE

CLASSI NON CAMPIONE

Prove disabili dispensati

La prova ha carattere meramente inclusivo, i contenuti della prova riprendono quelli utilizzati negli altri gradi scolastici. A discrezione del consiglio di classe l’allievo disabile può svolgere questa prova che non prevede la restituzione di risultati in termini descrittivi.

Le date delle prove

  • II primaria (prova cartacea):
    • Italiano: 6 maggio 2019
    • Prova di lettura solo per le classi campione6 maggio 2019
    • Matematica: 7 maggio 2019
  • V primaria (prova cartacea):
    • Inglese: 3 maggio 2019
    • Italiano: 6 maggio 2019
    • Matematica: 7 maggio 2019
  • III secondaria di primo grado (prova al computer – CBT): Italiano, Matematica e Inglese:
    • classi NON campione: dall’1 aprile 2019 al 18 aprile 2019
    • classi campione: dal 9 aprile 2019 al 12 aprile 2019
  • II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT): Italiano, Matematica
    • classi NON campione: dal 6 maggio 2019 al 18 maggio 2019
    • classi campione: dal 7 maggio 2019 al 10 maggio 2019
  • V secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT): Italiano, Matematica e Inglese
    • classi NON campione: dal 4 marzo 2019 al 30 marzo 2019
    • classi campione: dal 12 marzo 2019 al 15 marzo 2019

Docenti neo-assunti e FIT, al via il Progetto RAP (Riflessione Analisi e Professionalità)

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sul sito INDIRE dedicato alla formazione dei docenti neo-assunti e impegnati nel percorso annuale FIT è disponibile il progetto RAP (Riflessione Analisi e Professionalità).

Nato in collaborazione tra l’INDIRE, l’Università di Cagliari, l’Università di California-Irvine e l’Università di Macerata, ha come obiettivo quello di sviluppare le competenze di visione professionale degli insegnanti neoassunti, sfruttando processi di video-osservazione e riflessione condivisa.

Per accedervi, i neo-assunti dovranno collegarsi alla sezione “Per le attività formative” e rispondere alle domande di un primo questionario preliminare. Entro una settimana all’indirizzo di posta elettronica indicato nel questionario, arriverà un altro link che rimanderà ad un nuovo questionario che permetterà di avviare tutte le attività del percorso formativo. Un questionario finale ti consentirà di auto-valutare la tua capacità di osservazione prima e dopo la sperimentazione.

La sperimentazione può essere condotta anche dai docenti in formazione nel percorso annuale FIT.

In questo caso, nella pagina Toolkit docenti al paragrafo “Per le attività formative FIT”, è presente il link che indirizzerà al primo questionario preliminare. Anche in questo caso, all’indirizzo indicato nel questionario preliminare arriverà un link per avviare tutte le attività del percorso formativo. Nella sezione Toolkit tutor c’è un PDF contenente tutti i questionari che fanno parte del progetto RAP.