ConfermaTo lo sciopero generale della scuola per il 17 maggio

Mentre i Cinque si sono ritirati, i COBAS confermano lo sciopero generale della scuola per il 17 maggio

Manifestazione nazionale a Roma, a Montecitorio (ore 10)

I sindacati-scuola della Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno accettato il pacchetto di fuffa propinato loro dal presidente del Consiglio Conte ed hanno revocato lo sciopero indetto insieme a noi e ad altri sindacati per il 17 maggio. Particolarmente clamorosa è stata l’accettazione da parte dei Cinque delle promesse sul punto fondamentale dello sciopero, la regionalizzazione. Il governo ha scritto che verrà rispettata la Costituzione – e vorremmo vedere – in quanto “si impegna a salvaguardare l’unità e l’identità del sistema nazionale di istruzione garantendo lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL”. Ossia, l’ovvio, mentre le ulteriori aggiunte per “garantire la tutela dell’unitarietà degli ordinamenti statali e dei curriculi…e il sistema di reclutamento”, non impegnano seriamente il governo: “unitarietà” non significa “unità” ma al massimo alcune regole comuni generali e poi differenze significative su tutto il resto. Mentre, se si è davvero contro la regionalizzazione, l’unico impegno che conta è quello di far uscire l’istruzione dalla legge sull'”autonomia differenziata”. Fuffa totale è anche il punto sulla vicenda contrattuale e salariale. Infatti il governo si limita solo ad un generico impegno “per reperire risorse in occasione della legge di bilancio 2020”: promessa ridicola, non suffragata nè da cifre nè da dati credibili, ancor più risibile se si tiene conto che negli ultimi anni docenti ed Ata hanno perso oltre il 20% di salario reale e un investimento che dovesse anche solo riportare i salari a livello del decennio scorso esigerebbe un impegno sostanziale dei ministri economici nella prossima Legge di bilancio di cui non c’è il minimo sentore. Fuffa al 100% anche per gli ATA, niente sulla carenza degli organici, niente sui sovraccarichi di lavoro, sugli stipendi da fame, sugli orari e sulle mansioni, ma solo una promessa di ulteriore gerarchizzazione, in particolare verso i DSGA. L’unico punto dove lo sforzo truffaldino è un po’ più sofisticato è quello riguardante la stabilizzazione dei precari, laddove si promettono in futuro percorsi privilegiati per chi ha i 36 mesi di insegnamento (“il governo individuerà adeguate modalità per agevolare l’immissione in ruolo del personale docente con esperienze di servizio di almeno 36 mesi”) ma per il qui ed ora (“transitoriamente”) si parla solo di concorsi “riservati selettivi”, ben sapendo che percorsi del genere “selettivi” sono già stati attivati per i prossimi mesi. Appare dunque lampante che: a) ai Cinque sindacati di lottare sul serio contro la regionalizzazione non è mai davvero interessato e hanno recitato questa sceneggiata solo per affermare la loro presenza sulla scena nazionale; b) Conte non può sfidare nè il “dominus” vero del governo, e cioè Salvini, nè il “sub-dominus” Di Maio, non sapendo neanche se resterà a Palazzo Chigi dopo le Europee. Ma è altrettanto evidente l’effetto immediato della vergognosa resa dei Cinque: subito dopo l’annuncio del ritiro, Salvini ha rilanciato l’imposizione, rivolta ai subordinati a 5 Stelle, di far approvare la regionalizzazione addirittura prima delle elezioni europee. A riprova di quanto sia importante che lo sciopero del 17 maggio, ultima possibilità per i lavoratori/trici della scuola di bloccare la catastrofica regionalizzazione, sia massimamente partecipato, malgrado la ritirata dei sindacati concertativi che ancora una volta hanno dimostrato quanto sia utile per i governi avere di fronte sindacativi “collaborativi”.

Conseguentemente, i COBAS confermano e rilanciano lo sciopero della scuola per il 17 maggio contro la regionalizzazione dell’istruzione, ma anche per un contratto con aumenti salariali che recuperino almeno il 20% di salario reale perso negli ultimi anni; per l’assunzione di tutti/e i precari/e con 36 mesi di servizio; per l’aumento degli organici ATA; per dire NO all’Invalsi come strumento di valutazione delle scuole, dei docenti e degli studenti, inseguendo la disastrosa “didattica delle competenze”, e No ai sorteggi che ridicolizzano l’Esame di Stato. Invitiamo a scioperare con noi anche gli iscritti/e dei Cinque davvero intenzionati a battersi contro la distruttiva regionalizzazione, oltre che per un contratto con consistenti recuperi salariali e per l’assunzione stabile di tutti i precari.

Nella stessa giornata, insieme ad altre organizzazioni che hanno mantenuto lo sciopero per il 17 maggio e ad associazioni che si battono contro la regionalizzazione, effettueremo una manifestazione nazionale a Roma a Montecitorio, di fronte al Parlamento a partire dalle ore 10. Manifestazioni regionali si terranno a Bologna e a Napoli.

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS

Rinnovo del contratto di lavoro

Rinnovo del contratto di lavoro: sindacati convocati il 20 maggio

Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, dando seguito all’attuazione dell’intesa del 24 aprile 2019, ha fissato per il 20 maggio alle ore 17 l’incontro con le organizzazioni sindacali per discutere del rinnovo contrattuale del comparto “Istruzione e Ricerca”. In particolare, secondo il primo punto dell’intesa, si parlerà dell’impegno da parte dell’Amministrazione a reperire i fondi per il rinnovo del CCNL già a partire dalla prossima legge di Bilancio. Il governo si è inoltre impegnato a programmare nel triennio un recupero salariale che comporti un sensibile aumento stipendiale e avvii l’allineamento dei salari del personale del comparto “Istruzione e Ricerca” alla media europea.

Riteniamo positivo l’impegno a voler aprire una discussione con la categoria per la valorizzazione del personale di tutto il comparto “Istruzione e Ricerca” a partire dall’adeguamento salariale, ma valuteremo attentamente le proposte che verranno avanzate per dare una risposta concreta aqueste problematiche.

L’incontro del 20 maggio seguirà quelli già programmati per il 6 maggio sul reclutamento scolastico e il 14 maggio sui dirigenti scolastici.

Scuole di specializzazione di Area sanitaria 2018/2019

Università, pubblicato il Bando di ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione di Area sanitaria 2018/2019

(Giovedì, 02 maggio 2019) È stato pubblicato sul sito del MIUR il Bando di ammissione dei medici alle Scuole di Specializzazione di Area sanitaria per l’Anno Accademico 2018/2019.

La Prova unica nazionale per l’accesso si svolgerà il 2 luglio 2019. I termini per la presentazione delle domande di partecipazione vanno dal 9 maggio 2019 alle ore 15.00 del 21 maggio 2019.

Le attività didattiche inizieranno l’1 novembre 2019.


INCONTRO AL MIUR

INCONTRO AL MIUR IL PROSSIMO 14 MAGGIO

L’ANP, dopo l’invio della richiesta di appuntamento urgente indirizzata al Ministro Bussetti, è stata invitata a partecipare all’incontro che si terrà il prossimo 14 maggio 2019 presso il Salone dei Ministri, su temi riguardanti l’area della dirigenza scolastica. Approfitteremo dell’occasione per riproporre all’attenzione del Ministro quanto già evidenziato nella missiva dello scorso 18 aprile: sicurezza degli edifici scolastici, definizione del FUN 2017/2018 e controlli biometrici previsti nel Decreto Concretezza.


Roma, 18 aprile 2019
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Marco Bussetti
Viale Trastevere, 76/A
00153 Roma
Oggetto: richiesta incontro urgente
Illustre Ministro,
il mondo della scuola – e, in particolare, la sua dirigenza – si trova in questo momento a dover fronteggiare un elevato numero di problematiche e criticità. Le principali sono:
– sicurezza degli edifici scolastici
– certificazione economica del CCNL dell’area dirigenziale “istruzione e ricerca”
– definizione del FUN 2017-2018
– “decreto concretezza” e controlli biometrici
L’ANP si avvale, da sempre, dello strumento del dialogo e del confronto qualificato con l’Amministrazione, nella convinzione che questi strumenti siano i più idonei per conseguire obiettivi efficaci e, nel contempo, condivisibili con la categoria.
Chiedo pertanto di poterLa incontrare al più presto per discutere i suindicati argomenti e, con l’occasione, Le porgo i migliori auguri di Buona Pasqua.
Il Presidente Nazionale
Antonello Giannelli

Per i diritti del personale ATA il 10 maggio è sciopero

Sottodimensionati, sovraccarichi e supercontrollati: per i diritti del personale ATA il 10 maggio è sciopero

La lotta che USB Scuola conduce per il diritto alle assunzioni del personale ATA è indispensabile e necessaria. Come ogni giorno vediamo all’interno delle nostre scuole, il personale è paurosamente sottodimensionato in termini di unità di lavoratori in servizio e, di conseguenza, subisce una maggiorazione dei carichi di lavoro. Questa situazione, che ormai si protrae da un decennio, ha portato e porta all’aumento costante delle patologie professionali in una categoria tra le più anziane del Pubblico Impiego. Inoltre, si continua a colpire i lavoratori con norme vessatorie, previste anche nel decreto “concretezza”. Tanto scalpore desta, infatti, la previsione normativa della rilevazione delle presenze tramite impronte digitali per i Dirigenti Scolastici, ma non possiamo ignorare che tale sistema andrà ad applicarsi anche al personale ATA. In questo modo diviene ancora più semplice per le Dirigenze applicare metodi di controllo perpetuo, con altissimi rischi di vessazione, nei confronti di lavoratrici e lavoratori che, come dimostrato dalla documentazione fornita dalla stessa Commissione Lavoro del Senato, è praticamente esente dal rischio di assenteismo.

USB Scuola ribadisce la posizione già più volte espressa riguardo le rilevazioni biometriche delle presenze per il personale scuola: si tratta di un investimento altamente oneroso, privo di fondati motivi, destinato esclusivamente ad aumentare il senso di frustrazione delle lavoratrici e dei lavoratori, uno strumento di propaganda per alimentare il disprezzo della cosiddetta opinione pubblica nei confronti del personale della scuola (già fannullone che gode di troppe “vacanze”) da parte del governo.

Chiediamo che i fondi vengano utilizzati per migliorare davvero le condizioni di lavoro e di vita all’interno delle nostre scuole, a partire da:

adeguamento della quantità di personale ATA alle necessità reali delle scuole con un piano di assunzioni reali e razionale;

un vero rinnovo contrattuale, che preveda un effettivo aumento salariale che consenta uno stile di vita dignitoso a tutti i lavoratori;

il ritiro immediato delle norme sulla rilevazione biometrica delle presenze nella scuola, sia per il personale ATA che per i Dirigenti Scolastici.

Per questi motivi, per il recupero della dignità di tutte le lavoratrici e i lavoratori della scuola, il 10 maggio è sciopero!

Confermato lo sciopero generale del 17 MAGGIO 2019

L’Unicobas Scuola & Università conferma lo sciopero generale del 17 MAGGIO 2019 con MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA DALLE H. 9.00 IN PIAZZA DI MONTE CITORIO

I Confederali si sono venduti per delle promesse e un piatto di lenticchie sul contratto, del quale non se ne parlerà che dal 2020 con un anno che va in cavalleria. Ma la questione fondamentale resta la regionalizzazione per Scuola & Università rispetto alla quale non c’è nessun accordo serio, tanto che l’intesa fra CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA e Governo non tocca per nulla il punto principale che intende affermare la Lega e che hanno richiesto le Regioni Veneto e Lombardia: si tratta della gestione regionale del personale.

L’accordo fra questi sindacati e il governo apre quindi la strada alla regionalizzazione ed in questo modo, rassicurato dall’accordo, apre la strada ad una approvazione veloce del peggiore punto del contratto del governo pentalegato.

L’Unicobas Scuola & Università conferma lo sciopero generale unitario della SCUOLA proclamato insieme a Cobas, Anief ed altre sigle del 17 MAGGIO 2019 con MANIFESTAZIONE NAZIONALE comune, h.9.00/14.00 in Piazza di Monte Citorio a Roma. Confermatissima anche l’astensione da straordinari ed attività aggiuntive sia per gli Ata che per i Docenti sino al 16 Maggio.

Stefano d’Errico
(Segretario nazionale Unicobas Scuola & Università)

Taglio Bonus cultura

Taglio Bonus cultura – Levi (AIE): “Una grave decisione, un vero errore il taglio di 100milioni per la cultura (18app) per le coperture del decreto crescita. Siamo certi che si troverà la strada per ricostituirlo”

“Una grave decisione, un vero errore che chiediamo possa essere corretto. È questo il primo commento del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi dopo aver appreso dal testo del decreto crescita del taglio di ben 100milioni di euro (!) per il bonus cultura – la cosiddetta 18app – per gli studenti che compiono 18 anni.

“Siamo increduli: in una notte sono scomparsi cento milioni per la cultura – ha proseguito -. Si pensa a un decreto crescita tagliando proprio sulla cultura e quindi sul futuro dei giovani: il bonus cultura 18app ha aiutato le famiglie italiane dimostrandosi un investimento utile, che ha contribuito in modo rilevante alla crescita del Paese e, in particolare, al settore librario. Tra l’altro è stato largamente utilizzato dalle famiglie per acquistare i libri di testo per l’università, svolgendo un ruolo simile ai fondi destinati all’acquisto dei testi scolastici in favore degli alunni delle scuole dell’obbligo”.

“Per questo – ha concluso Levi – è più che mai necessario per sostenere la domanda di cultura degli italiani. Siamo certi che il Ministro Bonisoli in primis, l’intero Governo e il Parlamento sapranno trovare la modalità per ricostituire il fondo nella sua interezza”.

Camera, abrogate sanzioni a bimbi alle elementari

da Il Sole 24 Ore 

Sono abolite le sanzioni a carico dei bambini indisciplinati delle scuole elementari, dalla nota sul registro fino all’espulsione. La Camera ha infatti approvato un emendamento al ddl che introduce l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, con cui viene abrogata una norma del 1928 che prevedeva queste punizioni.

«Verso gli alunni che manchino ai loro doveri – affermava l’articolo 414 del Regio decreto 1297 – si possono usare, secondo la gravità delle mancanze, i seguenti mezzi disciplinari: ammonizione; censura notata sul registro con comunicazione scritta ai genitori, che la debbono restituire vistata; sospensione dalla scuola, da uno a dieci giorni di lezione; esclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione; espulsione dalla scuola con la perdita dell’anno scolastico».
La nuova legge, per «rafforzare la collaborazione con le famiglie», estende alla scuola elementare il Patto educativo di corresponsabilità, oggi previsto per le scuole medie e per le
superiori.

Non ci sarà – invece – la parità di genere tra gli obiettivi che deve perseguire l’introduzione dell’educazione civica nel curriculum scolastico. E’ stato infatti bocciato l’emendamento di Leu al ddl in esame alla Camera presentato da Leu, a firma di Federico Fornaro e Nicola Fratoianni.

L’emendamento indicava tra le tematiche oggetto del nuovo insegnamento “l’educazione sentimentale finalizzata alla crescita educativa, culturale ed emotiva dei giovani in materia
di parità e solidarietà tra uomini e donne”. A favore hanno votato Leu, Pd e alcune parlamentari di Forza Italia, mentre contro si è espressa la maggioranza di Lega e M5s, Fdi e alcuni deputati di Fi.
E’ stato invece introdotto con voto unanime «il contrasto alle mafie» tra le tematiche dell’educazione civica.

Il Miur approva (dopo 6 anni) le corrispondenze tra i vecchi titoli Afam e diplomi di II livello

da Il Sole 24 Ore 

di Amedeo Di Filippo

Col Dm 331 del 10 aprile il Miur ha approvato le equipollenze tra i diplomi Afam del vecchio ordinamento e i diplomi accademici di secondo livello. Il provvedimento è stato previsto dal comma 107 della legge Finanziaria 228/2012, in base al quale i diplomi finali rilasciati dalle istituzioni al termine dei percorsi formativi del previgente ordinamento, congiuntamente al possesso di un diploma di scuola secondaria superiore, sono equipollenti ai diplomi accademici di secondo livello secondo una tabella di corrispondenza determinata con decreto del Miur, da emanarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge (marzo 2013).

I precedenti
Col Dm 14 del 9 gennaio 2018 il Miur ha emanato le disposizioni per la messa in ordinamento dei diplomi accademici di II livello realizzati dalle istituzioni Afam. Col numero 18 del 16 gennaio ha ridefinito gli ordinamenti didattici nazionali dei corsi di studio per il conseguimento del diploma accademico di secondo livello in didattica della musica e didattica dello strumento musicale dei conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati. Con la nota 1391 del 19 gennaio ha fornito indicazioni transitorie per la richiesta di attivazione dei nuovi bienni.

Col decreto 389 del 5 marzo 2019 è stato pubblicato il nuovo modello di Supplemento al diploma rilasciato da tutte le istituzioni della formazione superiore, un certificato che riporta le principali indicazioni relative al curriculum specifico seguito dallo studente per conseguire il titolo di studio. Il Supplemento viene rilasciato automaticamente e gratuitamente a tutti i laureati e diplomati di tutte le istituzioni della formazione superiore italiana. Allegate al decreto vi sono le nuove linee guida per la compilazione del Supplemento e quelle per la digitalizzazione.

Le equipollenze
Il comma 102 della legge 228/2012 ha assunto la finalità di valorizzare il sistema dell’alta formazione artistica e musicale, disponendo che i diplomi accademici di primo livello rilasciati dalle istituzioni facenti parte del sistema dell’alta formazione e specializzazione artistica e musicale «sono equipollenti ai titoli di laurea rilasciati dalle università appartenenti alla classe L-3 dei corsi di laurea nelle discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda di cui al decreto ministeriale 16 marzo 2007».

Il Dm 331 del 10 aprile arriva ora a determinare la corrispondenza tra i diplomi finali rilasciati dalle istituzioni di cui al comma 102, al termine dei percorsi formativi del previgente ordinamento, conseguiti prima dell’entrata in vigore della presente legge e congiuntamente al possesso di un diploma di scuola secondaria superiore, e i diplomi accademici di secondo livello. Il termine ultimo di validità ai fini dell’equipollenza è stato prorogato al 31 dicembre 2021 dal comma 107-bis.

Titoli sperimentali
Della legge 228/2012 resta ancora da applicare il comma 106, in base al quale i titoli sperimentali conseguiti al termine di percorsi validati dal Miur nelle istituzioni Afam sono equipollenti ai diplomi accademici di primo e di secondo livello, secondo una tabella di corrispondenza determinata con decreto che doveva essere anch’esso emanato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

Intesa Governo-sindacati, 6 maggio tavolo su precari con 36 mesi: cosa si prevede. Le altre date

da Orizzontescuola

di redazione

Il prossimo 6 maggio, come già riferito, si aprirà al Miur il tavolo tecnico relativo a “precariato e reclutamento”.

Assunzione precari con 36 mesi servizio, 6 maggio sindacati al Miur

Il tavolo è frutto dell’accordo tra Governo e sindacati, stipulato in data 24 aprile 2019.

Aumenti stipendiali, stabilizzazione precari, regionalizzazione: accordo tra Governo e sindacati. [SCARICA IL TESTO UFFICIALE]

Intesa Governo-sindacati

Questi i punti principali dell’accordo:

  • Più risorse per il prossimo rinnovo contrattuale, per garantire stipendi adeguati agli insegnanti.
  • Soluzioni mirate per il precariato: chi insegna da più di 36 mesi avrà percorsi dedicati per l’immissione in ruolo.
  • Mantenimento dello stato giuridico del personale della scuola in relazione alla regionalizzazione.

I tavoli tecnici

Al fine di declinare e rendere operativi i punti dell’accordo, oltre a quello sul precariato, vi saranno i tavoli tecnici riguardanti: dirigenti scolastici; Università e AFAM; CCNL.

Il ministro Bussetti ha annunciato su FB le date relative alla prima convocazione dei tavoli:

  • 6 maggio – reclutamento e precariato
  • 14 maggio – dirigenti scolastici
  • 20 maggio – CCNL (e aumenti stipendiali)
  • 28 maggio – Università, Ricerca e Alta formazione artistica, musicale e coreutica

Tavolo sul precariato

Nell’Intesa Governo – Sindacati, riguardo al precariato, leggiamo:

  1. in prima attuazione saranno individuate le più adeguate e semplificate modalità per agevolare l’immissione in ruolo del personale docente che abbia una pregressa esperienza di servizio pari ad almeno 36 mesi;
  2. in via transitoria, il Governo si impegna a prevedere percorsi abilitanti e selettivi riservati al personale docente che abbia una pregressa esperienza di servizio pari ad almeno 36 mesi finalizzati all’immissione in ruolo.

Il tavolo, stando a quanto sopra riportato, dovrà dunque:

– delineare i percorsi abilitanti selettivi e le modalità di assunzione in ruolo per i docenti con almeno 36 mesi di servizio (verosimilmente 3 annualità).

– individuare le agevolazioni nell’ambito del concorso ordinario, oltre a quanto già previsto dal D.lgs. 59/2017, come novellato dalla legge 107/2015, e dal decreto quota 100. Approfondisci

Attendiamo lunedì per avere le prime informazioni e conoscere come procederanno i lavori.

Pensioni, consulta online l’estratto conto contributivo

da Orizzontescuola

di redazione

L’estratto conto contributivo riporta i dati relativi a: stato di servizio, eventuali periodi riconosciuti con provvedimento di riscatto, ricongiunzione o computo, eventuali altri periodi riconosciuti con contribuzione figurativa e le retribuzioni utili a fini pensionistici successive al 31 dicembre 1992, con esclusione di ogni riferimento ai periodi utili ai fini del trattamento di fine servizio.

Consultazione estratto conto contributivo

L’estratto conto è consultabile sul sito dell’Inps, seguendo i seguenti passaggi:

  •  accedere al sito www.inps.it
  • in home page cliccare su “Tuoi servizi”, selezionare la lettera “E” e scegliere il servizio “Estratto conto contributivo”
  • inserire il codice fiscale e il codice Pin rilasciato dall’Inps o una identità Spid o una Carta nazionale dei servizi (Cns), per accedere all’area riservata
  • selezionare la funzione “Estratto conto gestione pubblica”
    per la consultazione.

Cosa attenzionare

Consultando l’estratto conto contributivo si devono attenzionare le note a margine in corrispondenza di un periodo di servizio.

Tali note indicano che le informazioni presenti potranno essere oggetto di ulteriori approfondimenti:

  • periodi di servizio mancanti o errati
  • periodi riscattati o ricongiunti, con provvedimento già emesso, mancanti
    o errati
  • retribuzioni successive al 01/01/1993 mancanti o errate

Oltre alle note a margine, bisogna prestare attenzione svolgendo le seguenti operazioni:

  • leggere con attenzione il contenuto integrale dell’estratto conto
  • considerare il valore solo informativo e non certificativo dei dati contenuti
  • proporre, in caso di errori e inesattezze, una Richiesta di variazione della
    posizione assicurativa (RVPA)

Scarica la Guida Inps

Ed. Civica, ecco il testo di Legge. Cosa prevede

da Orizzontescuola

di redazione

Sul sito della Camera è stato pubblicato il testo unificato delle proposte di legge per la reintroduzione dell’insegnamento dell’educazione civica a scuola come materia distinta.

L’aula dei deputati domani pomeriggio dovrebbe votare il testo di legge che prevede la reintroduzione dell’insegnamento di educazione civica.

Il nuovo insegnamento sarà trasversale e inserito nel curricolo di istituto per un numero di ore non inferiore a 33 annuali. Sarà oggetto di valutazioni periodiche e finali.

Come già scritto ieri, anche se un ruolo privilegiato è riconosciuto dalla proposta di Legge ai docenti di Discipline giuridiche ed economiche, si prevede che  ciascun docente dovrà insegnare, in modo trasversale, i diritti e i doveri di Cittadinanza.

Il testo unificato è stato pubblicato sul sito della Camera e fra i primi punti prevede anche l’abrogazione dell’art. 1 del D.L. 137/2008 (L. 169/2008). Quest’ultimo aveva introdotto a partire dall’anno scolastico 2008/2009 l’insegnamento della materia Cittadinanza e Costituzione.

Il testo al voto nell’aula di Montecitorio si compone di 12 articoli, l’ultimo dei quali reca la clausola di invarianza finanziaria nell’applicazione della nuova legge, anche se sono previsti 4 milioni di euro l’anno per la formazione dei docenti.

Primaria, abolite note disciplinari ed espulsioni. La convivenza civile si fa insieme alle famiglie

da Orizzontescuola

di redazione

Si tratta di una novità che è presente in un emendamento alla Camera sulla riforma dell’insegnamento alla convivenza civile.

Sono abolite le sanzioni a carico dei bambini indisciplinati delle scuole elementari, dalla nota sul registro fino all’espulsione. La Camera ha infatti approvato un emendamento al ddl che introduce l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, con cui viene abrogata una norma del 1928 che prevedeva queste punizioni.

Nel Regio Decreto si fa riferimento a mezzi disciplinari in caso di “mancanza grave” da parte degli alunni che vanno dalla nota usl registro con comunicazione scritta ai genitori, sospensione da scuola da uno a dieci giorni di lezione, esclusione eventuale dagli scrutini o esami, espulsione dalla scuola con perdita dell’anno scolastico.

Secondo quanto prevede l’emendamento, per affrontare le “mancanze” degli studenti delle elementari si dovrà puntare a “rafforzare la collaborazione con le famiglie”, estendendo alla scuola primaria il Patto educativo di corresponsabilità valido a norma, al momento, solo per le scuole secondarie.

La Camera ieri ha concluso l’esame e il voto degli emendamenti al disegno di legge che introduce l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole elementari e medie. La seduta riprenderà giovedì, 2 maggio, nel pomeriggio con il voto finale del disegno di legge.

Telecamere accese durante tutte le lezioni per difendere i docenti da alunni e genitori imbecilli, Salvini a ruota libera

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini continua a lanciare proposte sulla scuola che verrà: domenica 1° maggio, prendendo la parola nel corso di comizi elettorali del Lazio, ha detto non solo che vorrebbe il ritorno all’uso del grembiule nelle scuole primarie e medie, ma anche che sarebbe utile introdurre dei sistemi di video-sorveglianza all’interno delle classi della scuola primaria e secondaria, quindi di medie e superiori.

Cosa ha detto il vicepremier leghista

Prendendo la parola a Tivoli, dopo avere ricordato che la settimana prossima arriverà in Parlamento la proposta di legge, di stampo leghista, che vorrebbe introdurre le telecamere negli asili nido e nelle case di riposo per anziani, al fine di “difendere bambini, anziani e disabili”, il vicepremier e ministro dell’Interno ha detto anche di volere “le telecamere pure nelle scuole dei gradi superiori, ma in questo caso per difendere i professori da alunni e genitori imbecilli”.

I docenti non vogliono

Solo due considerazioni. La prima riguarda i diretti interessati, gli insegnanti: siamo sicuri che accoglierebbero di buon grado l’invasività delle telecamere, mentre esercitano la loro funzione in classe con gli alunni? In tanti, siamo certi, non sarebbero d’accordo. Non a caso, il sondaggio realizzato dalla Tecnica della Scuola, proprio su questo argomento, ha evidenziato proprio questa contrarietà da parte dalla maggior parte dei docenti intervenuti.

Ma la privacy non lo permette, se non a scuole chiuse

La seconda considerazione riguarda le posizioni già espresse in merito dal Garante della privacy, per il quale l’utilizzo delle telecamere deve essere previsto solo “in casi di stretta indispensabilità (ad esempio, a causa del protrarsi di atti vandalici)” e che “gli stessi devono essere circoscritti alle sole aree interessate ed attivati negli orari di chiusura degli istituti, regolando rigorosamente l’eventuale accesso ai dati”.
Viene da sé che anche qualora vi fossero in atto situazioni di pericolo, anche per l’incolumità degli studenti, dei docenti e dei lavoratori, “restano di competenza dell’autorità giudiziaria o di polizia – conclude il testo dedicato agli Istituti scolastici – le iniziative intraprese a fini di tutela dell’ordine pubblico o di individuazione di autori di atti criminali (per es. spacciatori di stupefacenti, adescatori, ecc.)”. Insomma, per l’Autorità gli episodi di violenza e bullismo scolastico vanno affrontati nelle modalità più tradizionali.

II Garante: sarebbe la sconfitta della scuola come istituzione

Le indicazioni, anche se risalenti al 2014, rimangono di estrema attualità. A confermarlo è stato l’attuale Garante, Francesco Pizzetti, con un’intervista pubblicata su un quotidiano nazionale: l’introduzione delle telecamere nelle scuole “significherebbe dichiarare la sconfitta della scuola come istituzione – ha detto Pizzetti – poiché il problema non riguarda solo la privacy, ma il ruolo della scuola in generale: la decisione di utilizzare un sistema di sorveglianza significherebbe dichiarare il fallimento dei docenti e dell’istruzione in generale, cambierebbe il ruolo della scuola“.
Secondo il Garante della privacy anche se “il rigore è indispensabile” non bisogna dimenticare che c’è “in gioco il rapporto tra docenti e alunni. E un progetto di questo tipo sarebbe comunque inconciliabile con il rispetto delle norme sulla privacy”.

E rispetto al regolamento del 2004, che permette di installare telecamere nelle scuole solo ad istituti chiusi, Pizzetti precisa: “da allora sono cambiate tante cose, ma il provvedimento era ragionevole. Nessuno ci ha investito della questione, non interverremo”.

Il no motivato del dottor Lodolo D’Oria

Infine, ricordiamo che tra i maggiori detrattori verso la video-sorveglianza a scuola, figura il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, medico specializzato nel burnout e stress da lavoro correlato: nella sua pagina Facebook, ad inizio 2019, ha detto che “la videosorveglianza non risolverebbe il problema, anche perchè lo strumento “deve essere utilizzato da personale competente e non da chiunque”.

Sport e scuola, si può fare: torna “Un Campione per Amico”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Continua il connubio scuola-sport grazie all’edizione 2019 di “Un Campione per Amico”, il più importante appuntamento italiano sportivo, educativo e sociale, che coinvolge ogni anno oltre 10 mila ragazzi delle scuole primarie e medie.

I campioni al servizio dei ragazzi

Quest’anno è il ventennale della iniziativa privata che calca e ha calcato le piazze più importanti d’Italia grazie all’apporto dei più grandi campioni dello sport che mettono al servizio dei ragazzi la loro esperienza e i loro consigli, sempre col sorriso sulle labbra, senza pressioni alcuna.

Adriano Panatta, fondatore storico del Campione per Amico, si avvarrà quest’anno di altri tre illustri compagni di viaggio, ovvero Andrea Lucchetta, Francesco Graziani e Jury Chechi, ambasciatori dello sport italiano: rispetto, diversità, unione, sorriso, divertimento, benessere, sono questi i valori più rilevanti che devono spingere le nuove generazioni all’attività fisica, sostenuti dalla scuola e dalle famiglie.

Obiettivi e appuntamenti

“Un Campione per Amico” ha come obiettivo proprio quello di amplificare messaggi aggregativi positivi, attraverso momenti di animazione e di gioco, dalla valenza etica e sostenibile, affiancati da progetti informativi e sociali importanti.

Nella sua semplicità, vuole essere questa la vera essenza del tour di Un Campione per Amico, partito lo scorso 9 aprile da Napoli, passato a Messina l’11 Aprile), a Senigallia il 16 Aprile e che martedì 30 aprile arriverà a Torino per poi far tappa a Parma (7 Maggio), Firenze (9 Maggio), Portogruaro (14 Maggio), Bolzano (21 Maggio), Milano (23 Maggio)e gran chiusura a Savona (28 Maggio).

La testimonianza di Adriano Panatta

Siamo molto orgogliosi – spiega Adriano Panatta, indimenticato campione del tennis italiano – di aver contribuito nel tempo, quest’anno celebriamo le 20 edizioni e le 10 insieme a Banca Generali, a rendere quest’evento un vero e proprio punto di riferimento per la promozione dei valori legati allo sport giovanile. L’obiettivo della manifestazione vuole essere infatti quello di far percepire i valori essenziali dell’attività fisica attraverso una mattinata di gioco e di divertimento”.

“I bambini – continua Panatta – insieme alla partecipazione attiva di noi Campioni, partecipando al tour Banca Generali ‘Un Campione per Amico’, riescono a comprendere in modo più diretto ed efficace quanto sia importante, per il loro benessere e la loro crescita sana, fare sport. Grazie all’attività sportiva infatti si cresce, nel comportamento, nelle abitudini alimentari, nelle relazioni, maturando consapevolezza sui temi della diversità e del rispetto, verso se stessi e gli altri”.

Anche impegno sociale

“Un Campione per Amico” associa anche concretamente l’impegno sociale non solo nella diffusione dei valori sportivi per i più piccoli, ma anche l’importanza della solidarietà e della ricerca, supportando con una raccolta fondi e promuovendo nelle diverse città le attività della Fondazione del Gruppo Generali -The Human Safety Net – che si adopera a livello globale a favore di tre diversi progetti di inclusione sociale, ricerca scientifica e supporto alle famiglie disagiate.

Andrea Curti