PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

http://chng.it/vwFLc2qq

USB PI Scuola ha lanciato lo scorso giovedì una petizione che vola verso le 100mila firme e sappiamo che le supererà, perché quando la misura è colma, cittadini e lavoratori della scuola sanno reagire. Continueremo a dimostrare concretamente solidarietà alla docente Dell’Aria fino alla totale revoca dell’ingiusta e repressiva sanzione che le è stata comminata dal provveditorato di Palermo. Chiediamo a tutti e tutte di continuare a firmare, di sottoscrivere nelle scuole documenti di solidarietà. Potete inviarli a scuola@usb.it, li pubblicheremo immediatamente sul sito e sulla pagina Facebook USB P. I. – Scuola.

Ieri il presidio dell’USB e degli studenti ha mostrato che possiamo e dobbiamo reagire quando la libertà di opinione e di insegnamento sono in pericolo. Oggi andiamo avanti. Porteremo mercoledì al provveditore di Palermo le firme raccolte su change.org (http://chng.it/vwFLc2qq) insieme a tutti i documenti sottoscritti dai collegi docenti di ogni scuola del paese che vorrà attivarsi in questa battaglia di democrazia.

Ricordiamo che per fare approvare la mozione in collegio dei docenti occorre fare inserire il punto all’Ordine del Giorno del collegio e raccogliere le firme prima della data del collegio stesso.

Per informazioni scrivere a scuola@usb.it


MODELLO DI MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DI SOSTEGNO ALLA PROF.SSA DELL’ARIA, IN DIFESA DELLA LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO

Il collegio dei docenti dell’Istituto ……………………….. (nome, comune, provincia) esprime la propria vicinanza e solidarietà alla collega Rosa Maria Dell’Aria, punita con una sospensione di 15 giorni dal Provveditorato di Palermo per non aver censurato la libertà di espressione dei propri studenti. In occasione della Giornata della Memoria, gli alunni della professoressa palermitana avevano prodotto un lavoro multimediale nel quale accostavano la violazione dei diritti umani delle leggi razziali con le limitazioni prodotte dall’attuale “Decreto sicurezza” sulle vite dei migranti. L’accusa rivolta alla docente è di non essere intervenuta immediatamente per redarguire gli alunni per una presunta inopportunità del loro lavoro.

Noi crediamo che l’insegnamento abbia come finalità principale quella di creare coscienze critiche e libere che sappiano comprendere il passato, il presente, la loro stessa vita con riflessioni operate mediante l’esercizio della ragione. Nessun ostacolo, nessuna censura possono e devono reprimere l’azione e il libero pensiero degli studenti e dei docenti. È un principio garantito dalla Costituzione italiana.

Rispetto al lavoro degli studenti della prof.ssa Dell’Aria ci sembra possibile esprimere un solo giudizio. Esso è un chiaro segno del buon operato della collega, che ha semplicemente svolto il suo mestiere, stimolando i propri studenti a esercitare liberamente il loro pensiero, operando confronti storici che, nel metodo, non possono essere censurati. Sanzionare un docente per tali ragioni ci sembra una sorta di anticamera della costruzione di una società a una dimensione, di una terribile distopia da guardare con orrore.

Chiediamo il ritiro immediato della sanzione inflitta alla collega in quanto riteniamo che la scuola pubblica statale sia da difendere nel suo essere una delle principali istituzioni garanti della libertà dei futuri cittadini.

Data ………………………………………………

La punizione della professoressa palermitana

La punizione della professoressa palermitana sia un boomerang

di Enrico Maranzana

La sospensione della professoressa palermitana Rosa Maria Dell’aria è un inequivocabile sintomo sia dell’opacità che avvolge la professionalità dei docenti, sia dell’insipienza dei vertici scolastici.

Il lavoro degli studenti sulla celebrazione del giorno della memoria non può e non deve essere isolato dal suo contesto generativo: pena il travisamento del suo significato.

Evidente appare l’inadeguatezza del modello di scuola che ha ispirato il censore che è rimasto ancorato agli inizi del secolo scorso. In quel tempo l’insegnamento era unidirezionale, intransitivo, dogmatico.

Nella società contemporanea, dove “bisogna correre con tutte le proprie forze solo per rimaner fermi”, la finalità istituzionale riguarda la sollecitazione e il potenziamento delle qualità degli studenti. La conoscenza non è più la finalità educativa: è diventata la palestra in cui gli studenti affinano le loro capacità.

La differenza tra il vecchio e il nuovo risalta nel significato attribuito a “errore”.

Nei tempi andati, quando la società era statica, l’errore era da evitare, perché era una trasgressione delle regole.

Nella scuola moderna, invece, “errore” ha recuperato la sua origine etimologica: errare significa andare di qua e di là, presuppone un movimento sul terreno della ricerca.

L’errore è da valorizzare in quanto, esprimendo lo scostamento dal traguardo, contiene preziose informazioni.   

I docenti non sono più i depositari della verità e il loro compito non è più la trasmissione del sapere.

La dimensione del problema educativo è molto più ampia e riguarda la formazione rispetto alla dinamicità e alla complessità del mondo contemporaneo: il sapere è diventato “lo strumento e l’occasione” per la promozione dell’apprendimento.

Speriamo che l’accaduto porti alla luce la zavorra che impedisce l’ammodernamento della scuola.

Maturità, un mese al via: ma l’orale con le buste è ancora un’incognita

da la Repubblica

Salvo Intravaia

Colloquio della maturità a sorpresa per mezzo milione di studenti italiani. Manca un mese all’inizio degli esami di stato del secondo ciclo (la prova scritta di Italiano è calendarizzata per mercoledì 19 giugno) ma le modalità con cui si svolgerà il colloquio restano ancora un rebus. Per tutti, docenti e studenti che sono piuttosto preoccupati di affrontare un orale del tutto nuovo. Sul banco degli imputati le ormai famigerate buste che conterranno lo “spunto” da cui partirà la discussione. Perché sull’argomento nessuno ha le idee abbastanza chiare e le stesse commissioni rischiano di incepparsi proprio nella formulazione dei contenuti da inserire nei plichi che il candidato sorteggerà al momento del colloquio. L’unica cosa certa è che saranno pari al numero di studenti più due, in maniera che l’ultimo possa scegliere almeno fra tre opzioni.

Per il resto, la confusione regna sovrana. Al punto che il ministero dell’Istruzione, che si è preoccupato di confezionare ben tre simulazioni delle nuove prove scritte, sia per l’Italiano sia per la seconda prova, in modo consentire ai ragazzi di “allenarsi”, lo scorso 7 maggio ha dovuto inviare una nota ai presidi delle scuole con “precisazioni sulle modalità di svolgimento del colloquio” perché le girassero ai docenti che formeranno le commissioni. “Il colloquio – si legge nella nota – viene avviato con l’analisi e il commento del materiale che la commissione propone al candidato”. Per questa ragione, precisa, “risulta di fondamentale importanza la scelta di materiali che possano favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline”. Questi spunti dovrebbero collegare, in sostanza, quasi tutte le discipline.

Le buste potranno contenere “brani in poesia o in prosa, spunti tratti da giornali o riviste, foto di beni artistici e monumenti, riproduzioni di opere d’arte, ma anche grafici, tabelle con dati significativi, situazioni problematiche legate alla specificità dell’indirizzo, semplici casi pratici e professionali”. Ma famiglie e maturandi sono preoccupati. “Sia studenti che docenti – spiega Giulia Biazzo, dell’Unione degli studenti – sono messi in grande difficoltà dalle modalità d’esame presentate con la nuova riforma della maturità. Il colloquio orale – continua – con le buste e l’elaborato sull’alternanza scuola-lavoro ne è un’evidente dimostrazione: il contenuto delle buste è totalmente ignoto e può riguardare tanto una materia didattica quanto un argomento di attualità o di approfondimento, cosa che mette in crisi studentesse e studenti tanto quanto la parte del colloquio relativa all’alternanza che molto spesso non ha insegnato loro nulla”.

Anche i docenti sono abbastanza confusi. “Ho provato a simulare con i ragazzi proponendo loro un brano di lirica – racconta Roberta Accardi, prof di Italiano – ma loro hanno chiesto a me come procedere. I ragazzi tendono sovente a studiare in maniera monografica incontrando difficoltà a fare i collegamenti e hanno bisogno di essere guidati. I più maturi riescono a muoversi con maggiore autonomia e consapevolezza ma quest’anno l’esame lo faremo tutti per questa nuova modalità: docenti e studenti”.


Concorso dirigenti scolastici, prova orale: le indicazioni dopo l’informativa al Miur

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Nella giornata del 17 maggio sindacati e Miur si sono incontrati per parlare della prova orale del concorso dirigente scolastico.
Durante l’informativa, sono emerse alcuni punti su cui focalizzarsi.

Prima di tutto, l’Amministrazione ha precisato che i colloqui inizieranno il 20 maggio e termineranno il 10 luglio.
La graduatoria provvisoria dei vincitori dovrebbe essere pubblicata entro la metà del mese, quella definitiva a fine luglio.

Concorso dirigente scolastico, le indicazioni della prova orale

L’amministrazione ha spiegato che ciascuna commissione elaborerà un numero di quesiti pari al numero dei candidati assegnati aumentato di 2 unità per ognuna delle 4 tipologie di domande da proporre al candidato (quesito generale sulle materie del bando, caso problematico, brano in lingua straniera max 8 righe, prova pratica di informatica).

A ciascun candidato, riporta la Flc Cgil, verranno sottoposte 3 buste per ogni tipologia da cui estrarre le 4 domande della prova.

In nessun caso i quesiti estratti dai candidati potranno essere riutilizzati nelle giornate successive.

La prova si svolgerà in un‘unica soluzione davanti a tutti i componenti della commissione che, al termine del colloquio di ciascun candidato, si riunirà per assegnare il punteggio previsto, sulla base della griglia di valutazione utilizzata da tutte le commissioni.

Non sarà consentito svolgere contemporaneamente il colloquio di più candidati.

Al termine di ciascuna giornata la commissione renderà noto il punteggio attribuito ai candidati esaminati mediante l’affissione all’albo della sede d’esame dei risultati.

Concorso dirigente scolastico, le assunzioni

E’ stato chiarito anche che non è attualmente possibile prevedere con esattezza il numero dei posti disponibili per i vincitori di concorso, dato che bisogna attendere che l’INPS comunichi i dati definitivi dei pensionamenti. Quando questi si conosceranno, sul numero dei posti autorizzati verranno attribuiti entro il 31 agosto gli incarichi dirigenziali per l’a.s. 2019/2020.

Gli incarichi saranno pertanto attribuiti, nell’ordine, ai candidati del concorso bandito nel 2011 ancora presenti nella graduatoria regionale della Campania (relativamente ai posti vacanti e disponibili della regione Campania e a quelli eventualmente messi a disposizione di altre regioni, ai sensi dell’art. 1, comma 92, della L. 107/2015) e, come sottolinea la Flc Cgil, successivamente, a tutti i candidati del concorso attualmente in corso di svolgimento collocati in posizione utile.

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato sulla pagina dedicata al concorso dirigente scolastico i quadri di riferimento della prova orale.

ECCO I QUADRI DI RIFERIMENTO

Per quanto riguarda i calendari delle prove orali, il Miur ha comunicato due rettifiche. L’ultimo aggiornamento è del 14 maggio.

TUTTI I CALENDARI

Concorso dirigente scolastico: Punteggio e modalità di svolgimento prova orale

Al colloquio sulle materie d’esame, all’accertamento della conoscenza dell’informatica e all’accertamento della conoscenza della lingua straniera prescelta dal candidato, nell’ambito della prova orale, la Commissione del concorso andrà ad attribuire un punteggio nel limite massimo rispettivamente di 82, 6 e 12.

Il punteggio complessivo della prova orale è dato dalla somma dei punteggi ottenuti al colloquio e nell’accertamento della conoscenza dell’informatica e della lingua.

La prova orale è superata dai candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti.

La Commissione e le Sottocommissioni esaminatrici, prima dell’inizio della prova orale, determinano i quesiti da  porre  ai  singoli candidati per ciascuna delle materie  di  esame. Tali  quesiti  sono proposti a ciascun candidato previa estrazione a sorte.

Così come segnalano fonti sindacali dopo l’informativa tenutasi al Miur lo scorso 21 marzo, l’abbinamento dei candidati alle sottocommissioni verrà effettuato seguendo l’ordine alfabetico dei candidati ammessi, a partire dalla lettera A.

Concorso dirigente scolastico, ecco cosa studiare per l’orale

La prova orale prevede un colloquio sugli argomenti previsti dall’articolo 10, comma 2, del decreto ministeriale 138 che regola il concorso dirigente scolastico. Ecco i temi:

a) normativa riferita al sistema educativo di istruzione e di formazione e agli ordinamenti degli studi in Italia con particolare attenzione ai processi di riforma in atto;

b) modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, con particolare riferimento alla realta’ delle istituzioni scolastiche ed educative statali;

c) processi di programmazione, gestione e valutazione delle istituzioni scolastiche, con particolare riferimento alla predisposizione e gestione del Piano Triennale dell’Offerta
Formativa, all’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione e del Piano di Miglioramento, nel quadro dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e in rapporto alle esigenze formative del territorio;

d) organizzazione degli ambienti di apprendimento, con particolare riferimento all’inclusione scolastica, all’innovazione digitale e ai processi di innovazione nella didattica;

e) organizzazione del lavoro e gestione del personale, con particolare riferimento alla realtà del personale scolastico;

f) valutazione ed autovalutazione del personale, degli apprendimenti e dei sistemi e dei processi scolastici;

g) elementi di diritto civile e amministrativo, con particolare riferimento alle obbligazioni giuridiche e alle responsabilità tipiche del dirigente scolastico, nonche’ di diritto penale con particolare riferimento ai delitti contro la Pubblica Amministrazione e in danno di minorenni;

h) contabilita’ di Stato, con particolare riferimento alla programmazione e gestione finanziaria presso le istituzioni scolastiche ed educative statali e relative aziende speciali;

i) sistemi educativi dei Paesi dell’Unione Europea.

ANP, libertà di espressione è uno dei fondamenti della nostra scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Sul caso che ha visto protagonista una docente dell’ITIS Vittorio Emanuele III di Palermo sospesa dal servizio dal Direttore Generale dell’USR Sicilia, interviene anche l’Associazione Nazionale Presidi.

Comunicato Associazione Nazionale Presidi

Apprendiamo la notizia della docente di un istituto tecnico di Palermo sospesa “per non aver vigilato” su un lavoro presentato pubblicamente dai suoi studenti durante la celebrazione della Giornata della Memoria. Non possiamo entrare nel merito del procedimento disciplinare e della correttezza della sanzione. Sottolineiamo però che stimolare la libertà di espressione è uno degli scopi fondamentali della scuola: gli insegnanti devono incoraggiare il pensiero critico degli studenti, ovviamente in modo non superficiale né ideologizzato. Lo studio dei fatti storici e la riflessione sugli eventi del presente contribuiscono in modo decisivo allo sviluppo della coscienza civile dei nostri studenti. Proprio in questo senso è pure doveroso il rispetto delle figure istituzionali di qualunque schieramento facciano parte. È possibile studiare il presente solo se si rinuncia a qualsiasi filtro di natura ideologica, ma non si deve tenere fuori dalla scuola l’attualità solo per il rischio di strumentalizzazioni.

Reclutamento: incontro Miur – Sindacati. Consegnata proposta unitaria

da Tuttoscuola

Lo scorso 16 maggio si è tenuto un nuovo tavolo tematico che fa seguito all’accordo raggiunto a Palazzo Chigi, lo scorso 24 aprile, alla presenza del Ministro Marco Bussetti e del premier Giuseppe Conte. Il 6 maggio scorso si era svolto già un primo incontro al MIUR, con l’obiettivo di arrivare a una proposta organica che consenta di avviare una nuova stagione concorsuale per dare ai neolaureati la possibilità di insegnare, salvaguardando anche la specifica esperienza maturata da chi ha già lavorato nella scuola per almeno tre anni.

Il Miur in una nota parla di un “significativo passo avanti”: le Organizzazioni Sindacali hanno illustrato una loro proposta unitaria al Capo di Gabinetto del MIUR, Giuseppe Chiné. Il Capo di Gabinetto del MIUR si è impegnato a presentarla al Ministro Marco Bussetti per una rapida istruttoria tecnica e politica tesa a verificarne la pratica attuazione, anche rispetto agli indispensabili passaggi parlamentari. Istruttoria che coinvolgerà anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, firmatario dell’intesa del 24 aprile. Le parti hanno concordato la necessità di convocare al più presto un nuovo incontro.

“L’obiettivo a cui si lavora – dichiara FLC CGIL – è permettere a tutti quelli che hanno i requisiti delle 3 annualità di accedere ad entrambe le procedure: concorso ordinario e procedura di stabilizzazione straordinaria con graduatorie regionali, accessibili a tutti i docenti con i requisiti. In tal modo i candidati avranno una doppia possibilità, e soprattutto potrebbero concorrere almeno per due regioni: quella del concorso ordinario e quella della procedura straordinaria. La possibilità di partecipare ad entrambe le procedure permette ai candidati di scegliere liberamente in quali regioni concorrere con consapevolezza. Secondo la nostra proposta – conclude il sindacato – il percorso straordinario di abilitazione verrebbe organizzato per tutti coloro che hanno i requisiti dalle università in collaborazione con le scuole e sarebbe percorso abilitante. L’abilitazione conseguita darà diritto all’immissione in ruolo. Analogamente è stato chiesto un concorso riservato per i DSGA facenti funzione e l’attivazione di uno specifico confronto per tutti gli aspetti concernenti la valorizzazione professionale del personale ATA”.

Quesiti concorso DSGA in arrivo. Quando verrà pubblicata la banca dati?

da Tuttoscuola

Ci siamo: i prossimi 11, 12 e 13 giugno si svolgerà la preselettiva del concorso DSGA per l’assunzione di 2004 Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi. Ben 100 quesiti concorso DSGA a cui rispondere in 100 minuti. Quesiti che, ricordiamo verranno estratti da una banca dati resa nota dal Miur nei giorni precedenti la prova preselettiva DSGA. Ma quando, con esattezza, il Ministero pubblicherà la banca dati quesiti concorso DSGA?

Quesiti concorso DSGA: quando saranno online?

Ricordiamo che i quesiti concorso DSGA saranno online sul sito internet del MIUR almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova preselettiva. Facendo quindi un rapido conto, il giorno della pubblicazione dei quesiti potrebbe essere il 21 maggio prossimo. 

Quesiti concorso DSGA: dove trovarli?

Il giorno della pubblicazione dei quesiti concorso DSGA il Miur pubblicherà la banca dati sul proprio portale. Sarà comunque possibile trovare i quesiti concorso DSGA anche qui su tuttoscuola.com.

Mensa e gite scolastiche: ecco quali spese sono detraibili

da Tuttoscuola

Mense e gite scolastiche detraibili del 19%. La misura è stata introdotta nel 2017 dall’Agenzia delle Entrate con la diffusione di una circolare esplicativa (7/E del 4 aprile 2017) che spiegava nel dettaglio quali documenti produrre. Dall’asilo all’università, le spese per la scuola dei figli possono incidere molto sul bilancio familiare. Fortuna che è possibile quindi recuperare parte di queste spese grazie alle detrazioni. Tuttoscuola spiega come. Intanto dallo scorso 2 maggio è possibile inviare il modello del 730 precompilato.

Detrazione spese scolastiche per frequenza nido, scuola dell’Infanzia, primo ciclo di istruzione e scuola secondaria

In particolare si possono recuperare il 19% della spesa sostenuta fino a un massimo di 786 euro a studente per le spese d’istruzione per la frequenza di scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado del sistema nazionale d’istruzione; la detrazione per la frequenza e il pagamento delle rette mensili dell’asilo nido (pubblico o privato) è del 19% su un importo massimo di 632 euro a figlio. Prevista anche la detrazione per le rette universitarie statali. In caso di istituti privati il limite massimo di spesa è stabilito annualmente con apposito decreto.

Quali spese si possono detrarre?

Tra le spese ammesse alla detrazione troviamo le tasse (a titolo di iscrizione e di frequenza) e i contributi obbligatori. Vi rientrano, inoltre, in quanto connesse alla frequenza scolastica, i contributi volontari e le erogazioni liberali. In particolare si tratta delle spese per:

– la mensa scolastica (Circolare 02.03.2016 n. 3/E risposta 1.15) e i servizi scolastici integrativi quali l’assistenza al pasto e il pre e post scuola;

– le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa deliberato dagli organi d’istituto (dunque corsi di lingua, teatro, ecc., svolti anche al di fuori dell’orario scolastico e senza obbligo di frequenza). Se le spese sono pagate alla scuola, i soggetti che prestano l’assistenza fiscale non devono richiedere al contribuente la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti. La delibera va richiesta, invece, nel caso in cui la spesa per il servizio scolastico integrativo non sia sostenuta per il tramite della scuola, ma sia pagata a soggetti terzi.

Non si possono detrarre

Confermata inoltre l’assenza di detrazione per l’acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici per la scuola secondaria di primo e secondo grado; servizio di trasporto scolastico.

Detrazione spese scolastiche: i documenti da conservare

Facendo ancora riferimento alla Circolare 7/E del 4 aprile 2017, resta ovviamente l’obbligo di controllare e conservare la documentazione del caso. Il contribuente dovrà esibire e conservare le ricevute o quietanze di pagamento. Le spese sostenute per la mensa scolastica possono essere documentate mediante la ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario e deve riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno. Nello schema fornito dall’Agenzia, ecco la documentazione necessaria:

Per le spese sostenute per la mensa scolastica

– ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento con riportata nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno;

– qualora il pagamento sia stato effettuato in contanti, con altre modalità di pagamento o con l’acquisto di buoni in formato sia cartaceo sia elettronico, attestazione del soggetto che ha ricevuto il pagamento o della scuola che certifichi l’ammontare della spesa sostenuta nell’anno e i dati dell’alunno o studente.

Per le gite scolastiche, l’assicurazione della scuola e altri contributi scolastici finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa:

– ricevute o quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a tale titolo nel corso del 2018 e i dati dell’alunno o studente;

– qualora il pagamento sia stato effettuato nei confronti di soggetti terzi attestazione dell’istituto scolastico dalla quale si rilevi la delibera di approvazione e i dati dell’alunno o studente.

Informatica a scuola: insegnarla per creare cultura digitale

da Tuttoscuola

Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose prese di posizione relative all’importanza della formazione “sul digitale” nella scuola. In moltissimi casi, però, non era poi ben chiaro su quali basi scientifico-pedagogiche fossero state definite le proposte. Ne abbiamo parlato in un articolo del numero di maggio di Tuttoscuola firmato da Enrico Nardelli, professore ordinario di informatica.

Prendiamo spunto dallo stesso titolo del Seminario Nazionale del MIUR in cui è inquadrato questo contributo “Cittadinanza e cultura digitale” per sottolineare che lo scopo primario della scuola è preparare i cittadini a partecipare in modo consapevole ed informato ad una società libera e democratica. Non c’è infatti vera democrazia senza istruzione. Poiché è evidente a tutti che la società contemporanea è una società digitale (e sempre di più lo sarà col passare degli anni) è necessario quindi preparare i ragazzi a diventare cittadini digitali.

Per capire come questo può accadere è necessario guardare al passato (come in molti altri casi). Tra il 1700 e il 2000 si è verificato un cambiamento radicale della nostra società: la rivoluzione industriale ha trasformato la società da una basata sulla forza dell’uomo e degli animali a una basata sulla forza delle macchine e dell’elettricità.

Come ha risposto la società a questo cambiamento? Prima di tutto è nato il concetto di scuola così come lo conosciamo adesso e poi sono sta- te aggiunte, a quelle materie essenzialmente umanistiche che erano sufficienti per una società agricola, quelle discipline necessarie per capi- re la “società delle macchine”: fisica, chimica, biologia. È importante sottolineare che per tali materie è stata introdotta nella scuola la formazione su concetti e princìpi fondamentali, non certo la formazione sugli aspetti operativi.

Lo stesso processo deve adesso accadere per la società digitale. Però la risposta non è la formazione di competenze digitali. O, meglio, non è solo quella. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita nel numero di maggio di Tuttoscuola.