Progetto Talmud

Ricerca, Bussetti: “Progetto Talmud è unicum.
Dobbiamo essere fieri del ruolo dell’Italia”

“Abbiamo il dovere civile di conoscere il nostro passato, di custodirlo, di valorizzarlo. E di farlo rivivere nel nostro presente, perché sia da stimolo per il nostro futuro. E l’Ebraismo è parte integrante della cultura occidentale fin dalle origini del nostro mondo”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, intervenendo al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano all’evento di presentazione del progetto di traduzione del Talmud Babilonese in italiano, realizzato grazie a un Protocollo d’intesa fra Presidenza del Consiglio dei Ministri, MIUR, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Collegio Rabbinico Italiano.

“Questo progetto di traduzione è unico al mondo e dobbiamo essere orgogliosi che sia l’Italia a promuoverlo e portarlo avanti – ha proseguito Bussetti -. Continueremo a farlo garantendo i necessari finanziamenti che abbiamo già aumentato in modo significativo, proprio perché crediamo in questa iniziativa. È l’unico programma di ricerca d’avanguardia di questo tipo nel panorama internazionale. Uniamo così il nostro presente più prossimo, l’intelligenza artificiale, alle nostre radici, al nostro passato”.

Il Ministro, a margine dell’evento, ha poi ricordato l’impegno del MIUR per gli Studi Ebraici citando, in particolare, i 275.000 euro investiti per un dottorato di ricerca in materia presso l’Università di Bologna, concordato con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI).

All’iniziativa hanno presenziato, oltre al Ministro Bussetti, Clelia Piperno, Direttore del Progetto Talmud; il Capo del Dipartimento per la Formazione superiore e per la Ricerca del MIUR, Giuseppe Valditara; l’Ambasciatore di Israele in Italia, Ofer Sachs; Rita Cucchiara, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia; Rav Gad Piperno, Quality Manager del Progetto Talmud; Alfonso Peratzur Arbib, Rabbino capo di Milano; Maria Cristina Messa, Rettore dell’Università degli Studi Milano Bicocca. A porgere i saluti istituzionali, il Direttore Generale del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, Fiorenzo Galli; il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Massimo Inguscio; il Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Giorgio Mortara.

MERCOLEDI’ 22 SIT IN SOTTO IL MIUR

MERCOLEDI’ 22 SIT IN SOTTO IL MIUR, h. 16.00: Cancellare immediatamente l’’ignobile provvedimento contro Rosa Maria Dell’Aria. Rosa Maria in classe subito, accompagnata dalle scuse pubbliche ministeriali. Promosso da: Piero Bernocchi (portavoce nazionale COBAS) – Stefano d’Errico (segretario nazionale UNICOBAS) – Marcello Pacifico (presidente nazionale ANIEF) – Anna Angelucci (presidente Ass.Naz. Per la Scuola della Repubblica) – Marina Boscaino (portavoce nazionale LIP scuola) – Rossella Latempa (Insegnanti estensori Appello Scuola Pubblica) – Francesco Marola (ASSUR) – Renata Puleo (No Invalsi) – Roberto Villani (Autoconvocati della scuola)

Rosa Maria Dell’Aria, collega dell’istituto Vittorio Emanuele III di Palermo, è stata colpita, come oramai è ben noto, da un odioso, arbitrario e intollerabile provvedimento repressivo – con la sospensione dal lavoro di 15 giorni e interruzione dello stipendio – per aver interpretato il suo ruolo didattico, consentendo ai propri studenti di svolgere, senza alcuna censura, una ricerca storica sulle ignobili leggi razziali mussoliniane del 1938, che prevedeva – nella libera espressione degli studenti – anche alcuni richiami al nostro presente. Meno noti, però, sono alcuni passaggi che hanno portato allo sciagurato provvedimento dell’Ufficio scolastico provinciale palermitano. Il 28 gennaio scorso, sul profilo di Claudio Perconte, che scrive per siti di estrema destra come “Vox” e “Primato nazionale” (sodale di Casa Pound), era comparso un tweet, indirizzato al ministro all’Istruzione Marco Bussetti: “Salvini-Conte-Di Maio? Come il Reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede all’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, dove una prof per la Giornata della memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?”. A seguire, il giorno dopo è avvenuta la cosa più grave: la sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni ha raccolto il messaggio intervenendo così su Facebook: “Se è accaduto realmente, andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dell’insegnamento. Già avvisato chi di dovere”. Per inquadrare il personaggio, basterà dire che durante un talk show televisivo, rispondendo ad una domanda sull’ultimo libro letto, la sprovveduta vantava con straordinaria arroganza di non aver più letto libri negli ultimi tre anni. Al di là dell’irrisorio livello culturale palesato da chi gestisce per la Lega tale ministero, andrebbe verificato se non sia stata proprio lei, “avvisando chi di dovere”, ad aver fatto intervenire l’USP palermitano : e qualora fosse confermata la cosa, sarebbe proprio la sottosegretaria Bergonzoni.a dover essere “cacciata con ignominia”.

Comunque, l’ignobile provvedimento contro Rosa Maria ha assunto dimensioni politiche nazionali eclatanti, inserendosi prepotentemente nello scontro aperto contro le politiche fascistoidi salviniane, facendo dilagare l’indignazione che è forte non solo nella scuola ma a 360 gradi, coinvolgendo anche le forze politiche e in primo luogo quelle sindacali alternative e conflittuali che, durante lo sciopero della scuola venerdi scorso, sia a Roma nella manifestazione nazionale sia nelle altre piazze coinvolte, hanno rivolto un severo monito al ministro Bussetti affinché proceda all’immediato reintegro di Rosa Maria Dell’Aria nel suo posto di lavoro dove ha sempre svolto un’attività didattica assai apprezzata da studenti e colleghi e, cancellando del tutto il provvedimento scellerato, accompagni questo atto con pubbliche scuse per l’insopportabile umiliazione che ha inferto alla collega, a cui non va tolto neanche un euro di uno stipendio già misero, come è quello attuale dei/delle docenti ed Ata italiani/e. Nelle piazze del 17 maggio, come oramai nella stragrande maggioranza delle scuole italiane, si è affermato con forza e indignazione il principio che quanto successo a Rosa Maria ci riguarda tutti/e, come cittadini/e prima ancora che come docenti, perché mette in discussione la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di insegnamento, diritti inviolabili garantiti dalla Costituzione.

Per questa ragione torneremo fin da lunedì – e fin quando Bussetti non avrà cancellato totalmente l’odioso atto repressivo – in decine di piazze italiane e in particolare a Roma davanti al MIUR di V.le Trastevere mercoledì prossimo dalle ore 16 per chiedere l’annullamento immediato del provvedimento e per rivendicare la libertà di pensiero, di parola e d’insegnamento. Impedire alla scuola di formare cittadini/e liberi/e e pensanti è l’ulteriore segnale di una deriva autoritaria che ingigantisce le argomentazioni degli studenti di Palermo. Sono invitati a partecipare, oltre al personale della scuola e gli altri sindacati, anche gli studenti, i genitori, i cittadini e le associazioni democratiche che hanno a cuore la scuola pubblica e la libertà di insegnamento.

Mercoledi 22 Maggio tutti/e al MIUR – V.le Trastevere – ore 16.00

#liberidinsegnare #liberidimparare

#liberidinsegnare #liberidimparare. Il 24 maggio iniziativa nazionale a Palermo dei sindacati scuola

La libertà di insegnamento è un bene fondamentale e indispensabile in ogni società democratica.

La libertà di insegnamento è un bene fondamentale e indispensabile in ogni società democratica.

È una prerogativa che la nostra Costituzione affida alle scuole e ai docenti.

Spirito critico, capacità di analisi e di lettura dei fatti del mondo, sono gli obiettivi che gli studenti dovrebbero raggiungere nel loro percorso di studi per l’esercizio di una cittadinanza attiva.

Per

  • garantire il pluralismo,
  • difendere le prerogative professionali,
  • tutelare libertà fondamentali che attengono alla nostra democrazia costituzionale,
  • rivendicare l’istituzione di un organismo indipendente con il compito di valutare il corretto esercizio della libertà di insegnamento e di tutelare l’autonomia professionale individuale e collegiale
  • affermare i valori che devono essere gelosamente custoditi e difesi dalla nostra Scuola in tutto il Paese

i sindacati del comparto istruzione e ricerca indicono

un’iniziativa nazionale che si terrà a Palermo il giorno 24 maggio, con una grande assemblea aperta ed una fiaccolata.

Contemporaneamente altre iniziative analoghe si svolgeranno a livello locale in tutta Italia.

I fatti che riguardano la professoressa Dell’Aria sono il sintomo di una pericolosa tendenza della politica a invadere e condizionare gli spazi in cui si esercitano l’azione didattica e l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Una tendenza che potrebbe facilmente accentuarsi nella prospettiva, da combattere e respingere nettamente, di un governo del sistema scolastico non più unitario e nazionale ma affidato alla competenza delle singole regioni.

Invitiamo tutto il personale docente, ATA e dirigente, le RSU a farsi parte attiva per far crescere su tutto ciò il livello complessivo di attenzione e di consapevolezza, promuovendo momenti di discussione da portare a sintesi in documenti che potranno essere inviati alle strutture nazionali perché ne favoriscano la circolazione anche nell’ambito delle iniziative assunte a livello nazionale.

In tutte le iniziative attivate proseguirà la raccolta di adesioni all’appello “contro la regionalizzazione del sistema di istruzione”; ricordiamo che la sottoscrizione dell’appello può essere fatta anche on line al seguendo indirizzo: https://goo.gl/forms/anOr0fhibkHXFWDK2

Roma, 20 maggio 2019

FLC CGIL
Francesco Sinopoli
CISL FSUR
Maddalena Gissi
UIL Scuola RUA
Giuseppe Turi
SNALS Confsal
Elvira Serafini
GILDA Unams
Rino Di Meglio

IN 10 ANNI STIPENDI DOCENTI GIÙ DEL 7%

CONTRATTO, GILDA: IN 10 ANNI STIPENDI DOCENTI GIÙ DEL 7%, PERSI 170 EURO 

In 10 anni gli stipendi dei docenti italiani sono calati mediamente del 7% rispetto all’andamento dell’inflazione. Tradotto in altri termini, significa che dal 2007 a oggi le buste paga mensili si sono alleggerite di circa 170 euro lordi. Il calo vertiginoso delle retribuzioni dei prof emerge in tutta la sua gravità dai dati elaborati dal Centro Studi Nazionale della Gilda degli Insegnanti che ha analizzato la variazione annua degli stipendi in relazione all’andamento dell’inflazione dal 1997 al 2018.

“Il calcolo, che prende come riferimento lo stipendio medio di un insegnante con 21 anni di servizio nella scuola secondaria di primo grado, – spiegano Gianluigi Dotti e Rosario Cutrupia del Centro Studi della Gilda – evidenzia come il potere di acquisto dei docenti sia crollato inesorabilmente nel corso degli anni”. 

In particolare, si nota che a partire dal 2010 e fino al 2017 gli incrementi stipendiali non hanno mai raggiunto l’1%, attestandosi addirittura a zero dal 2012 al 2015, a fronte di un’inflazione che, pur se non a ritmi galoppanti, viaggiava con segno positivo e toccando punte del 2,80% e del 3% rispettivamente nel 2011 (aumento stipendi dello 0,20%) e nel 2012 (aumento stipendi dello 0,00%). 

“Si tratta di una situazione che grida vendetta”, dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, alla vigilia dell’incontro sul rinnovo contrattuale che si terrà oggi pomeriggio al Miur. “Per risalire la china, e recuperare la differenza salariale non solo rispetto al resto dei docenti europei ma anche agli altri dipendenti del pubblico impiego, occorre che il Governo adotti un provvedimento ad hoc per la scuola. Al vertice di oggi a viale Trastevere – afferma Di Meglio – chiederemo uno stanziamento adeguato di risorse, una cui parte è possibile reperire abolendo il bonus premiale introdotto dalla legge 107/2015 e destinando quei fondi all’aumento degli stipendi. Senza dimenticare il recupero dello scatto di anzianità 2013 per il quale la Gilda ha raccolto circa 30mila firme attraverso una petizione lanciata ad hoc e che – conclude Di Meglio – non deve finire nel dimenticatoio”.     

Al via le iscrizioni ai percorsi di istruzione per gli adulti. Richieste fino al 31 maggio

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

La direzione generale per gli Ordinamenti scolastici ha diramato la nota 7755 del 3 maggio relativa alle iscrizioni ai percorsi di istruzione per gli adulti per il 2019/2020.

Le iscrizioni
Il Miur scrive ai direttori degli Usr, alle Regioni, alle Province e ai Comuni per fornire le istruzioni relative alle iscrizioni ai percorsi di istruzione degli adulti, erogati dai Centri territoriali per l’educazione degli adulti, ivi compresi i corsi serali, che sono stati riordinati in tre percorsi: istruzione di primo livello, alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana, istruzione di secondo livello. I primi due sono realizzati dalle sedi dell’unità amministrativa dei Cpia, gli altri dalle sedi dell’unità didattica, dalle istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica.
Il termine di scadenza per le iscrizioni è fissato al 31 maggio 2019 e comunque non oltre il 15 ottobre 2019, ma possono essere accolte domande fuori termine secondo i criteri stabiliti dal collegio dei docenti.

Il patto
Facendo leva sulle direttrici fissate dal regolamento approvato col Dpr 263/2012, la nota del Miur evidenzia il ruolo centrale del «patto formativo individuale» e impegna le apposite commissioni per la definizione dello stesso ad organizzare specifici interventi di accoglienza e orientamento necessari alla definizione del patto, da formalizzare entro il 15 novembre 2019. Le impegna, inoltre, nel quadro di specifici accordi di rete tra Cpia e istituzioni scolastiche, a definire misure di sistema destinate a favorire gli opportuni raccordi tra i percorsi di istruzione realizzati dai Cpia e quelli realizzati dalle suddette istituzioni, con l’onere di formalizzare e trasmettere eventuali integrazioni e modifiche agli accordi medesimi agli Usr entro il prossimo 30 settembre.
A loro volta, gli Usr sono tenuti a favorire, quanto prima e comunque entro l’avvio delle attività, la definizione formale in raccordo con gli enti locali dei piani di utilizzo degli spazi/edifici destinati ad ospitare la sede centrale dei Cpia e i punti di erogazione di primo livello.

I percorsi
Il documento poi offre indicazioni sui tre distinti percorsi di istruzione:
1) a quello di primo livello possono iscriversi gli adulti sprovvisti delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, che hanno compiuto il sedicesimo anno di età o anche il quindicesimo in presenza di particolari e motivate esigenze; questo percorso è articolato in due periodi didattici;
2) a quello di secondo livello possono iscriversi gli adulti che sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione; è articolato in tre periodi didattici;
3) a quello di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana possono iscriversi gli adulti con cittadinanza non italiana in età lavorativa, anche in possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine; è articolato in due livelli (A1 e A2) ed è finalizzato al conseguimento di un titolo attestante il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore all’A2.

Aule “Agora”
A fronte di documentate necessità, è consentita la fruizione dell’istruzione a distanza con lo svolgimento di attività sincrone (conferenza online video) fra docente presente nelle sedi dei Cpia e gruppi di livello presenti nelle aule a distanza, denominate “Agora’” (Ambiente interattivo per la gestione dell’offerta formativa rivolta agli adulti), individuate nell’ambito di specifici accordi con Università e/o enti locali e/o altri soggetti pubblici e privati. Le attività in presenza sono previste all’inizio del percorso per lo svolgimento delle attività di accoglienza e orientamento e la definizione del patto formativo individuale; durante il percorso, per lo svolgimento di attività di consolidamento e delle verifiche ai fini delle valutazioni periodiche; al termine del percorso, per lo svolgimento delle verifiche ai fini delle valutazioni finali.
L’autorizzazione all’effettiva attivazione delle aule Agorà è curata dagli Usr i quali, considerato il “carattere di forte innovazione”, sono invitati dal ministero ad valutare l’opportunità di attivare anche per l’a.s. 2019/2020 un numero contenuto di aule e comunque di norma non superiore ad una per ciascun Cpia.

Insegnamento della religione cattolica
Per quanto concerne la facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, questa viene esercitata dall’adulto al momento dell’iscrizione e ha valore per l’intero percorso, fatto salvo il diritto di modificare tale scelta per l’anno successivo entro il termine delle iscrizioni esclusivamente su iniziativa degli interessati. È possibile scegliere attività alternative tra le seguenti:
– attività didattiche e formative;
– attività di studio e/o di ricerca individuale con assistenza di personale docente;
– libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente;
– non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica.

Il registro social della prof

da la Repubblica

Stefano Bartezzaghi

Q uando la professoressa palermitana Rosellina Dell’Aria tornerà in aula, si spera per il rientro del provvedimento di sospensione e non per la scadenza dei suoi termini, avrà pronta una nuova lezione.

L’argomento è la comunicazione contemporanea, “social” e non solo “social”. La teen age non è nota per i giudizi equilibrati, tantomeno è tarata sui bilancini del politicamente corretto — quello che è oggi realmente in vigore, cioè quello per cui mettere in dubbio le camere a gas nazista è diritto di opinione. Negli elaborati e nelle discussioni in classe si riversano enormità di ogni sorta e il primo compito della docente è rivolto al funzionamento dell’argomentazione: la correttezza logica e grammaticale, prima di quella detta “politica”.

Poi può spiegare come alcune tesi siano state confutate dalla storiografia, che per essere “ufficiale” non è detto sia compromissoria e indulgente verso i vincitori. La verità ufficiale a volte è proprio vera. E si può — appunto — verificare. La scuola è dunque un laboratorio in cui ogni giovane mente può sperimentare libere concatenazioni di pensieri e selezionarle, correggerle, affinarle a contatto con quelle altrui, cioè elaborate dalle menti compagne, e con le opinioni socialmente correnti, portate in aula dalla docente. Come è allora possibile che una docente venga punita, e severamente, per opinioni espresse dai suoi studenti?

Il paragone fra leggi razziali del ’38 e provvedimenti contemporanei sull’immigrazione è contenuto in una “slide” elaborata dagli studenti (la traduzione letterale del termine inglese peraltro sarebbe “scivolata”). Cellula della “presentazione”, la slide è la protagonista di tutte le spiegazioni che il mondo d’oggi dà a sé stesso. Ogni slide vorrebbe essere un emblema da rinascimentale Teatro della Memoria, una sintesi di immagine e figura che serve all’oratore come richiamo di ciò che deve dire e servirà all’uditorio per ricordarlo. La sua virtù espressiva è la semplicità dell’evidenza.

Nel passaggio della slide dai confini dell’ambito scolastico all’orizzonte aperto dell’ambito “social”, e quindi alla tv, alle pagine dei giornali, l’effetto è stato quello delle vignette più ciniche, traslocate dai giornali satirici alle magliette dei ministri in tv. La satira non ha limiti: ha posti in cui può essere intesa come satira. Le slide di un componimento scolastico non sono insegnamenti impartiti o da impartire: sono manifestazioni esteriori di pensieri legittimamente rozzi. Ammesso che sia poi davvero rozzo comparare i modi in cui in periodi diversi la storia italiana ha inteso costruire un concetto di “italianità” opponendolo a identità considerate altre.

La comunicazione contemporanea, in particolare quella “social” ma non solo quella, prevede continui travalicamenti di orizzonti comunicativi: le parole si staccano dai contesti, le foto private diventano pubbliche, i contenuti testuali si deformano, per manipolazione arguta o ideologica. Se le fiction vengono scambiate per cronache, vuoi che i componimenti di discenti non vengano presi per insegnamenti di docenti? Basta congegnare un semplice cambiamento di contesto: gli zelanti reprimeranno e gli ignoranti vocianti voceranno, magari da posti di governo.

Quello che è capitato alla docente palermitana le dà dunque spunto per mostrare alle sue classi, ma anche a tutti noi, cosa può succedere nel passaggio da un’aula ai social media e da questi ai mass media. In realtà la lezione era stata impartita già da tempo ma non era stata appresa. Si tratta allora di una ripetizione, capita spesso di doverne fare ma non è un problema. Le professoresse hanno pazienza, e ne hanno tanta.

Pensioni quota 100, posti disponibili per mobilità. Indicazioni alle scuole

da Orizzontescuola

di redazione

Pensioni quota 100: come già anticipato alcuni dei posti potranno essere utilizzati per la prossima mobilità del personale educativo, docente e ATA a.s. 2019/20.

Questo il messaggio del 16 maggio al SIDI

“Si comunica che nell’area SIDI – Gestione Cessazioni sarà possibile acquisire le cessazioni anche per il personale della scuola che ha presentato domanda Polis nel periodo 07/02/2019-28/02/2019, relative al D.L. 4/2019, e per le quali INPS ha restituito il diritto a pensione.

A tal fine sono disponibili per gli Uffici Scolastici Territoriali anche le funzioni per l’inserimento massivo delle cessazioni.

Il ritorno della certificazione del diritto a pensione da parte di INPS sarà consultabile nell’ambito del Fascicolo Personale Scuola tramite la funzione Comunicazione servizi INPS -> Interrogazioni Diritto a pensione.

Per maggiori dettagli si rimanda al manuale ‘Gestione Cessazioni’ disponibile nell’area SIDI: Documenti e manuali – > Personale Scuola -> Guide operative -> Cessazioni e Quiescenza.””

Impossibile dire, ad oggi, quanto siano consistenti questi numeri.

Sicuramente ci saranno delle differenze a livello provinciale, molto dipenderà dai numeri dei pensionamenti quota 100 e dall’organizzazione del lavoro.

Le indicazioni del Miur

Supplenze fino a termine lezioni: quali contratti spettano per scrutini ed esami

da Orizzontescuola

di Paolo Pizzo

La guida è rivolte a tutte le scuole che hanno in servizio dei docenti i cui contratti avranno come data ultima il “termine delle lezioni” (ultimo giorno di scuola stabilito dal calendario regionale). Offriamo loro dei chiarimenti su come stipulare i contratti dei docenti per gli scrutini ed eventuali esami di I o II grado.

Cosa si intende per Contratto “fino al termine delle lezioni”

“Termine delle lezioni” coincide con l’ultimo giorno di scuola che può cambiare a seconda dei calendari Regionali.

Tale dicitura non è da confondere con il “termine delle attività didattiche” che coincide con il 30/6. Solo nella scuola dell’infanzia i due termini coincidono (in tale ordine di scuola le lezioni terminano il 30/6).

In quali casi un supplente lo stipula

Il contratto di un supplente può arrivare “fino al termine delle lezioni” sostanzialmente in due casi:

• attraverso delle proroghe o conferme contrattuali fino al termine delle lezioni (es. una malattia, una interdizione/maternità o un congedo parentale che si rinnova ogni tot. giorni):
in questo caso il supplente ha una serie di contratti che si rinnovano attraverso delle proroghe o delle conferme ai sensi degli art. 7/4 e 7/5 del DM 131/07 (tali contratti potrebbero essere cominciati anche ad inizio anno e, con interruzioni per la sospensione delle lezioni, protratti “fino al termine delle lezioni”);

• direttamente fino al termine delle lezioni: es. un posto che si è reso disponibile dopo il 31/12 e per tutto l’anno causa aspettativa/decesso del titolare ecc. o perché il docente titolare rientra a disposizione della scuola dopo il 30 aprile (art. 37 del CCNL/2007):
in questo caso il docente potrebbe avere già sottoscritto un contratto direttamente fino al termine delle lezioni perché il posto si è reso disponibile dopo il 31/12 o perché il titolare rientra nell’art. 37 del CCNL/2007 avendo già maturato un’assenza di 150/90 giorni dopo il 30 di aprile. Non ultimo, ci potrebbe essere il caso di una riduzione oraria per allattamento richiesta dal docente titolare fino alla fine delle lezioni.

Il docente in servizio fino al termine delle lezioni ha diritto a partecipare a scrutini ed eventuali esami di I grado

Il supplente che arriva con un contratto “fino al termine delle lezioni” (indipendentemente dalla tipologia contrattuale ovvero se ci arriva con delle proroghe/conferme del contratto in essere o direttamente) ha sempre diritto ad un contratto per gli scrutini ed eventuali esami di I grado.
Bisogna infatti garantire la continuità didattica degli allievi anche in relazione agli scrutini e alle valutazioni finali (esami).

Pertanto, la condizione per il mantenimento in servizio del supplente per gli scrutini ed eventuali esami è che il contratto arrivi al termine delle lezioni (non importa quale sia e da quando decorre l’assenza del titolare).
Soddisfatto questo elemento, il supplente rimarrà in servizio anche per gli scrutini ed eventuali esami di terza media.

Il Dirigente non può far partecipare agli scrutini o agli esami di I grado un docente interno

Il supplente che arrivi con contratto fino al termine delle lezioni non potrà essere sostituito per tali adempimenti dal personale interno alla scuola.
Il Dirigente non potrà quindi accampare scuse di nessun genere come quella di fare riferimento ad un ipotetico danno all’erario che si verrebbe a creare se il supplente con contratto fino al termine delle lezioni avesse dei contratti per il periodo necessario allo svolgimento degli scrutini e degli esami, anche in presenza di titolari a disposizione della scuola o disponibili alla sostituzione dei colleghi assenti.

Cosa prevede l’art. 37 del CCNL 2007

L’art. 37 del CCNL/2007 (“Rientro in servizio dei docenti dopo il 30 aprile”) prevede che, qualora ricorrano le condizioni (e cioè rientro del titolare dopo il 30 aprile a seguito di assenza per 150 gg. o 90 nelle classi terminali) il supplente in servizio, per ragioni di continuità didattica, è “mantenuto in servizio per gli scrutini e le valutazioni finali” (per “valutazioni finali” si intendono gli esami).

La norma si applica anche se il titolare assente per 150/90 gg. non rientra fisicamente a disposizione a scuola

La norma va applicata sia nel caso di rientro del titolare assente dopo il 30 aprile (il titolare rientra “fisicamente” a disposizione della scuola dopo il 30 aprile), sia nel caso di “mancato rientro” (il titolare totalizza il numero di giorni previsto, 150 o 90, continuando però la sua assenza fino al termine delle lezioni, senza rientrare fisicamente a disposizione).

La norma si applica a qualsiasi ordine di scuola

L’articolo non fa alcuna differenza tra ordini di scuola, pertanto la norma va applicata anche ai supplenti della scuola Primaria e dell’Infanzia:
Per esempio, la condizione dei 90 giorni di assenza si applicherà ad un titolare che insegna in una quinta classe di scuola primaria perché classe “terminale”, anche se per tale ordine di scuola non sono previsti esami; oppure ad un titolare di scuola dell’Infanzia che ha totalizzato 150 giorni di assenza. Di conseguenza, i rispettivi supplenti, per continuità didattica, dovranno essere mantenuti in servizio per gli scrutini.

Ai fini del conteggio dei 150/90 gg. di assenza del titolare si devono contare anche i periodi di sospensione delle lezioni (vacanze di Natale e Pasqua)

A nulla rileva se tali periodi non sono coperti dall’assenza del titolare (c.d. rientri formali). La continuità dei 150/90 gg. è infatti interrotta solo dal rientro in classe del titolare (rientro effettivo) prima del 30 aprile.
Pertanto, è necessario precisare il carattere continuativo del periodo di assenza non può essere interrotto, qualora il titolare rientri in servizio (formalmente) durante i periodi di festività scolastica.

Contratto per il supplente che rientra nell’art. 37

Un contratto di proroga con decorrenza dal giorno successivo a quello del “termine delle lezioni” fino all’ultimo giorno di scrutinio (indipendentemente se tra uno scrutinio e l’altro ci siano giorni in cui non vi sono impegni) o fino al termine delle operazioni di esami cui ha titolo a partecipare il supplente (esami se diversi da quelli di maturità).
Esempio: Ipotizzando che la scuola finisca il 7 giugno e gli scrutini siano fissati il 11 e il 13 giugno, Il contratto, originariamente stipulato fino al 7 giugno dovrà essere prorogato, senza nessuna interruzione, dall’8 giugno fino al 13 giugno (comprensivo di sabato e domenica).
Nota bene: Se poi tale docente insegna in una terza media, il contratto dovrà essere prorogato dall’8 giugno e sempre senza nessuna interruzione fino all’ultimo giorno di insediamento della Commissione per lo svolgimento degli esami (es. 28 giugno).

Contratto per il supplente che non rientra nell’art. 37

Al supplente che arriva al termine delle lezioni ma non rientra nell’art. 37 dovrà essere predisposto uno specifico contratto per i giorni strettamente necessari per gli scrutini ed esami. In questo caso non dovrà quindi essere predisposta una proroga contrattuale.

Per rimanere nell’esempio citato in precedenza: il docente che non rientra nell’art. 37 avrà un contratto solo per il 11 e il 13 giugno (con esclusione dei giorni intermedi) e poi un altro contratto per il periodo di esami a partire dal giorno di insediamento della Commissione e fino all’ultimo giorno d’esami (unico contratto).

Cosa è previsto per gli Esami di Stato di II grado per chi ha contratto fino al termine delle lezioni

Per ciò che riguarda gli Esami di Stato del II grado abbiamo due casi che si possono verificare (nota MIUR 14187 del 11/07/2007):

1. Al personale con contratto di supplenza temporanea con servizio effettivamente svolto sino al termine delle lezioni, esclusivamente nel caso in cui sia nominato quale commissario interno nella medesima scuola, compete l’attribuzione di un nuovo contratto, per un numero di ore di insegnamento pari a quello del contratto precedente, con decorrenza dal giorno della seduta preliminare della commissione e termine nel giorno conclusivo della sessione d’esame; i relativi oneri della retribuzione contrattuale sono a carico dell’istituzione scolastica sede degli esami.
2. Quando invece la designazione e partecipazione quale componente di commissione riguardi docenti che abbiano nell’anno scolastico in corso lo status di supplente temporaneo o docenti semplicemente inclusi nelle graduatorie di reclutamento, tali posizioni sono da considerarsi assimilate a quelle del personale estraneo all’Amministrazione e a tali docenti competono esclusivamente i compensi onnicomprensivi connessi all’espletamento degli esami di stato, con esclusione di specifica stipula contrattuale e relativo trattamento retributivo..

Cosa è previsto per gli Esami di Stato II grado per contratto al 30 giugno

Sia se nominato in base alle graduatorie permanenti, sia se nominato in base alle graduatorie di istituto compete la proroga del relativo contratto, ovvero di più contratti sino al termine delle attività didattiche di cui sia contemporaneamente destinatario, fino al giorno conclusivo della rispettiva sessione di esami, secondo la clausola espressamente prevista nel relativo modello contrattuale.

La proroga dei contratti in questione viene disposta, dalle scuole stipulatrici dei relativi contratti, anche se la sede d’esame del supplente interessato riguardi scuola differente da quella o da quelle ove ha prestato servizio.

Le predette scuole daranno tempestiva comunicazione alla competente Ragioneria provinciale delle proroghe contrattuali in esame, corredandola con la dichiarazione del presidente della commissione in ordine alla effettiva partecipazione alla sessione d’esame.

Bussetti: in 12 mesi abbiamo lavorato per concorsi e formazione

da Orizzontescuola

di redazione

“Quando mi alzo la mattina penso agli 8 milioni e mezzo di studenti, un milione e due di dipendenti e 17 milioni di genitori che sono coinvolti nel sistema scuola.

La formazione è un tema focale del Paese e un sistema complesso che come vi ho detto coinvolge tantissime persone. In dodici mesi abbiamo fatto un concorso per dirigenti scolastici, per personale amministrativo ora lo faremo per i docenti di infanzia, primaria e secondaria.

Abbiamo realizzato ciò che non era mai stato fatto, e cioè, l’ attivazione di corsi di specializzazione per 40 mila insegnanti di sostegno, di cui c’è carenza nelle scuole. Dobbiamo mettere i ragazzi ‘al centro’, da troppo tempo sotto scacco delle parole ‘competenza’ e ‘saper fare’. Noi vogliamo porre l’attenzione sulla parola chiave ‘attitudine’ e in questo gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale nella guida e nell’ orientamento dei giovani per generare situazioni virtuose.

Ci tengo sempre a sottolineare- prosegue il ministro – che i voti scolastici, giudicano il risultato di un compito e di un’ interrogazione, non la persona. I nostri giovani non vanno considerati in base ai risultati scolastici, sono ragazzi che si stanno formando e sono tutti da dieci e lode.

L’altra parola chiave è ‘amore’: i docenti sono come il sindaco di un paese che vuole il meglio per il benessere delle persone e della sua collettività, se fanno questo lavoro è per raggiungere risultati che portino armonia”.

E’ quanto ha affermato il ministro Bussetti durante la sua visita a Tarquinia.

SOLIDARIETÀ E SOSTEGNO

SOLIDARIETÀ E SOSTEGNO ALLA DOCENTE DELL’ITI VITTORIO EMANUELE III DI PALERMO COLPITA DALL’INSENSATA E REPRESSIVA SANZIONE DELL’USR SICILIA

Sconcerto e rabbia suscita il provvedimento disciplinare inflitto dall’Ufficio Scolastico Regionale ad una docente dell’ITI Vittorio Emanuele III di Palermo. Il fatto che ha determinato l’irrogazione della grave sanzione si è verificato il 27 di gennaio in seno alle attività della scuola in occasione della giornata della memoria. In quell’occasione un gruppo di studenti della professoressa Dell’Aria, svolgendo il compito assegnato, hanno illustrato una presentazione in cui in due slides suggerivano un accostamento tra gli effetti della promulgazione delle leggi razziali e l’emanazione del decreto sicurezza e tra la conferenza di Evian del ‘38 e il vertice di Innsbruck del 2018, la prima per decidere la ripartizioni degli ebrei in fuga dalla Germania nazista e il secondo per concordare la ripartizione in Europa dei migranti. Ebbene la professoressa è stata sanzionata dai solerti funzionari ministeriali con una sospensione dal servizio di 15 giorni e con una proporzionale decurtazione dello stipendio per mancato controllo sul lavoro dei suoi alunni!

Ci chiediamo, dove sta il mancato controllo della docente? Forse nel fatto che questi hanno dimostrato di aver sviluppato un’acuta capacità critica e di pensiero? Forse che di questi argomenti si può discutere nell’agone della polemica politica ma che la scuola deve astenersi da qualsivoglia forma di analisi critica della realtà sociale e culturale e limitarsi a forme di addestramento al lavoro, allo sviluppo di asettiche competenze?

È proprio questo che più di tutto preoccupa, questa insensata e inammissibile voglia di imbrigliare e dirigere le forme di costruzione del sapere e della consapevolezza individuale, compiti che la scuola pubblica ha il dovere istituzionale di realizzare e che, non a caso, in altre tristi stagioni della nostra storia sono stati conculcati e repressi in ogni modo.

Attualizzando le manifestazioni più intolleranti dell’autoritarismo del periodo fascista, in cui ogni forma di dissenso e di critica veniva scientificamente e violentemente perseguitata, potremmo dire che i ripetuti episodi di sequestro di striscioni con scritte di contestazione nei confronti del ministro dell’interno, oppure la mancanza di qualsiasi forma di intervento istituzionale di condanna dei fatti di Casalbruciato, di stigmatizzazione della violenza inaudita espressa nei confronti di una donna e della sua bambina, qualche inevitabile suggestione ed inevitabile accostamento lo suggerisce anche a noi! E non pensiamo di essere tendenziosi o faziosi, pensiamo solo che la posta in gioco sia talmente alta, la difesa della libertà di espressione e della libertà tout court, che si debba manifestare un’intransigente opposizione ad ogni segnale di deriva autoritaria. Non ce lo possiamo permettere, nessuno può ripercorrere le strade che hanno portato ai periodi più bui e disperati della nostra storia.
Per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla docente colpita da un così duro ed insensato provvedimento e chiediamo, nel suo interesse ma anche in quello di tutti noi e del nostro lavoro, l’immediata revoca della sanzione ed una completa riabilitazione del valore della sua attività di insegnamento.

Chiediamo invece una doverosa verifica sui procedimenti e sui parametri di valutazione, insomma sui “controlli”, che hanno portato alla determinazione di una misura così repressiva e sulla quale fin ai più alti vertici del ministero e del governo ricade una responsabilità gravissima.

MINISTRO SE CI SEI BATTI UN COLPO

Dialoghi sull’uomo – X edizione

Dialoghi sull’uomo si prepara a festeggiare un compleanno importante: la decima edizione del festival di antropologia del contemporaneo, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto fin dalla prima edizione da Giulia Cogoli, è in programma dal 24 al 26 maggio 2019 (www.dialoghisulluomo.it).
Nati nel 2010 come progetto di condivisione e approfondimento di taglio antropologico, i Dialoghi – che nell’ultima edizione hanno registrato oltre 30.000 presenze – sono stati animati fin da subito da un forte impegno culturale e civile e dalla volontà di offrire un nuovo modo di fare approfondimento culturale, con contenuti inediti e nuovi sguardi sulle società umane. Un percorso lungo e intenso, premiato da numeri in continua crescita: nelle prime nove edizioni le presenze sono state circa 167.000 (più che triplicate dalla prima edizione); i relatori – italiani e internazionali – 250; gli eventi 249; i volontari più di 3.000; i follower sui social circa 43.000.
Negli anni, al festival si sono affiancate una serie di importanti iniziative di produzione e documentazione culturale: i 13 volumi editi da UTET nella serie Dialoghi sull’uomo, con 19 edizioni e una tiratura di 65.000 copie; un vasto archivio di 252 registrazioni audio e video disponibili sul sito della manifestazione; un canale YouTube dedicato che ha avuto oltre un milione di visualizzazioni; un progetto di divulgazione antropologica per le scuole che ha visto la partecipazione di circa 25.000 giovani; il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, oggi alla sua terza edizione; 5 mostre con grandi maestri della fotografia che ogni anno completano il percorso del festival.
Inoltre, nel 2018, il festival ha valicato i confini nazionali, organizzando una serie di incontri all’Istituto Italiano di Cultura di Londra e portando all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin ideata appositamente per la manifestazione.

Il tema scelto per il decennale è: Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini.
Con-vivere significa “vivere con”, “vivere assieme” rispettandoci e rispettando la Terra su cui ci è dato vivere. Con-vivere è un “mestiere”, nel senso che la società è un luogo di costruzione. In un mondo ogni giorno più segnato da un’accelerazione generale, in cui i rapporti sono sempre più mediati dal digitale e i legami si indeboliscono a causa del venire meno di quelle narrazioni che stanno alla base di ogni comunità, diventa sempre più difficile stabilire un rapporto reciproco, profondo ed egualitario. Un percorso, dunque, di tematiche che si tengono assieme e che compongono, anche grazie ai contributi di alcuni fra i più importanti intellettuali contemporanei, un grande mosaico culturale, fatto di tante tessere, pensieri, approfondimenti, con una forte visione e valenza unitaria. Questo è forse il punto di forza dei Dialoghi: produrre cultura – una cultura della convivenza – e farlo in un percorso ideato e costruito appositamente, sia all’interno del singolo programma di ogni anno, sia nella visione più ampia del decennale.
«Dieci anni fa è sembrato molto innovativo dedicare un festival all’antropologia contemporanea. – commenta Giulia Cogoli – Ma il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi, e forse oggi cercare di capire la realtà che ci circonda dall’angolatura antropologica è quanto di più utile si possa proporre. Perché significa rilanciare l’interesse per gli altri, per le altre culture, a cui non ci deve legare solo il rispetto e il dialogo, ma la consapevolezza di essere su un’imbarcazione comune, in un viaggio attorno all’umanità, liberi da quelle zavorre del razzismo e dell’indifferenza che tanto pesano sulla vita quotidiana».

La terza edizione del Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, conferito a una figura del mondo culturale che testimonia la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane, dopo David Grossman e Wole Soyinka, quest’anno andrà a Vandana Shiva, fisica ed economista indiana, tra i massimi esperti mondiali di ecologia sociale, già premiata con il Right Livelihood Award, premio Nobel alternativo per la Pace, per le sue battaglie a difesa dell’ambiente. Sabato 25 maggio alle 21.15, in piazza del Duomo, Vandana Shiva terrà una lectio dal titolo: Impariamo a condividere il nostro pianeta: è di tutti! Il dialogo permette di imparare a riconoscerci come membri della comunità della Terra, che ha strabilianti capacità e il potenziale per rigenerarsi, nonostante ci si trovi sull’orlo del baratro. Si deve coltivare la speranza, fondata sulla filosofia della Terra intesa come un’unica famiglia, sostiene Vandana Shiva: ce la faremo solo credendo nella capacità di trascendere le divisioni, di pensare, agire e vivere come un’umanità unita, impegnandoci a partecipare in ogni momento alla difesa e alla rigenerazione del tessuto naturale e sociale della vita.

IL PROGRAMMA 2019

VENERDÌ 24
Apre il festival la lezione inaugurale di Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, dal titolo Insieme…. Non c’è uomo senza altri uomini: davanti al quadro scoraggiante di una società dominata dall’egolatria e dai comportamenti incivili che propongono solo parole e gesti carichi di odio, emerge l’urgenza di riconoscere la presenza di una spiritualità – intesa come impegno nelle vicende umane, come ricerca di un vero servizio agli altri, attenta alla creazione di bellezza nei rapporti umani – che faccia dire che l’umanità è una sola.
Parole per dividere, parole per con-dividere. Un dialogo fra linguistica e antropologia è il titolo dell’incontro con il linguista dell’Università di Reading Federico Faloppa, consulente di Amnesty International su hate speech e contrasto al linguaggio d’odio, e l’antropologo Adriano Favole. Oggi si è circondati, nella comunicazione pubblica e privata, da parole che offendono, feriscono, esprimono odio, amplificate dai social network. Dividere è diventato un affare per molti, un prodotto con cui cambiare le nostre abitudini. Si va dall’odio esplicito fatto di insulti contro donne, bambini, migranti, neri, omosessuali, disabili, studenti, a un odio più raffinato, fatto di vittimismo e retorica. Ma c’è chi prova a opporsi con strumenti come l’indignazione, le leggi, la costruzione di un dialogo reale.
“Comunità” è una parola che sembra venire dal passato, che evoca calore, intimità, capacità di stare assieme. Per costruire una comunità, osserva l’antropologo Marco Aime, occorre una volontà continua di convivere, di negoziare quotidianamente con gli altri, di mantenere vive le relazioni. Influenze esterne o fratture interne possono mettere in crisi i legami tra le persone; paura, rabbia, egoismo possono restringere i confini del Noi, fino a escluderne gli Altri, risvegliando nuovi o vecchi razzismi.

SABATO 25
La difficoltà di convivere, l’odio, la vendetta sono temi centrali della letteratura di tutti i tempi. Il grande scrittore spagnolo Fernando Aramburu, autore del caso editoriale Patria, riflette, in un dialogo con il giornalista e saggista Wlodek Goldkorn, sulla scrittura come memoria contro l’oblio: le linee d’ombra della vita, le zone grigie fra bene e male che solo la letteratura sa raccontare, possono anche essere strumento per aiutarci a non ripetere errori e per imparare le regole della convivenza.
Convivere con la malattia fa sperimentare la fragilità del corpo ed è una sfida continua alla comprensione e all’accoglienza del dolore. Lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi spiega come solo il dialogo fra l’interiorità di chi è malato e di chi non lo è consente di accogliere la malattia e di conviverci, nella sua dimensione psicologica e umana.

Nulla sembra più naturale che pensarci come individui, eppure biologi e antropologi, percorrendo strade lontane fra loro, hanno messo in discussione il concetto di identità individuale e scoperto che quelli che normalmente chiamiamo “individui” sono in realtà “condividui”. La filosofa della scienza Elena Gagliasso e l’antropologo Francesco Remotti spiegano come si è arrivati a questa definizione.
Le imperfezioni sono il vero segno dell’evoluzione, come intuì Charles Darwin. Ma quali sono le conseguenze dell’umana imperfezione nel nostro modo di concepire e organizzare le relazioni sociali e quelle con l’ambiente e il mondo che ci circonda? Ricerche scientifiche recenti mostrano quanto la mente umana sia profondamente ambivalente nel suo distinguere un “noi” protettivo da un estraneo “altro”, potenzialmente minaccioso. Questa attitudine, commenta il filosofo della scienza Telmo Pievani, nel passato aveva un senso, ma oggi rende attraente e ricorrente il razzismo.
Il fotografo Paolo Pellegrin, famoso nel mondo per i suoi reportage di guerra, in un dialogo con Roberto Koch, approfondisce il tema del confine e del conflitto, riflettendo sui muri che costruiamo a partire da noi stessi. La fotografia di Pellegrin è sempre evocazione emotiva di uno stato d’animo: nel raccontare l’altro si immerge nelle conflittualità umane, che generano tragedie di cui ci arriva un’eco ormai soffusa nella grande massa di immagini a cui siamo sottoposti quotidianamente, come ben testimonia la mostra Paolo Pellegrin – Confini di umanità, realizzata per il festival e allestita nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia fino al 30 giugno.
La filosofa teoretica Donatella Di Cesare parla di Esilio, ospitalità, coabitazione. Nell’epoca postnazista è rimasta salda l’idea che sia legittimo decidere con chi coabitare: la xenofobia populista e il razzismo trovano qui il loro punto di forza. Riconoscere invece la precedenza dell’altro nel luogo in cui si vive significa aprirsi non solo a un’etica della prossimità, ma anche a una politica della coabitazione.
La criminologia è stata definita la “scienza del male”. Ma come si fa a convivere con il male? Perché interi popoli possono rendersi responsabili di massacri e poi tornare alle loro vite come se nulla fosse? A questi interrogativi risponde la criminologa Isabella Merzagora, analizzando in particolare il nazismo, inteso come matrice di tutti gli “altrismi”, cioè i pregiudizi verso chi si considera “diverso”. È qui la causa del delitto: la criminologia dei diversi studia i crimini dei “normali”.
Siamo esseri sociali? Un dialogo tra neuroscienze e filosofia è l’appuntamento con il neuroscienziato di fama internazionale Giacomo Rizzolatti e il filosofo della scienza Corrado Sinigaglia. A quasi trent’anni dalla scoperta dei neuroni specchio, oggi sappiamo che essi sono alla base della nostra facoltà di comprendere le azioni e le emozioni altrui. Si tratta di una comprensione particolare, che avviene dall’interno. Sotto certi aspetti, ciò di cui facciamo esperienza quando osserviamo gli altri agire o provare un’emozione non è diverso da quando agiamo o proviamo un’emozione in prima persona.

DOMENICA 26
Lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini affronta uno dei temi scottanti per il mondo degli adolescenti: perché con-dividono e non con-vivono? Per comprendere i significati e i rischi delle esperienze digitali giovanili è necessario interessarsi ai miti affettivi familiari e sociali. Da questi si può partire per comprendere le forme del profondo disagio adolescenziale odierno, a cominciare dal sempre più diffuso ritiro sociale.
Stefano Allievi, sociologo delle religioni e delle migrazioni, propone una riflessione di forte attualità sulle caratteristiche che una società autenticamente plurale dovrebbe avere, focalizzandosi soprattutto sul pluralismo religioso e sul rapporto con l’Islam europeo. Le religioni possono infatti essere un riferimento identitario nella società e nella politica, diventare strumento per dar vita a conflitti culturali o, al contrario, per aiutare a risolverli.
In un mondo di solitudini e antagonismi, ricco di eroi solitari e vittorie contro tutti, forse è arrivato il momento di riflettere su quanto la Storia sia stata fatta dalle collettività, dalla condivisione di ideali che porta piccoli gruppi o intere nazioni ad allearsi e a unirsi per uno scopo comune. Le scrittrici Michela Murgia e Ritanna Armeni raccontano storie e motivazioni, spesso di donne, del più grande motore

dell’umanità: l’unione.
Cambiamenti climatici improvvisi, global warming, carestie, guerre, migrazioni epocali sono indice di un collasso ambientale sempre più prossimo. Gli esseri umani hanno dimenticato la cura del mondo in cui gli è dato vivere, avverte il diplomatico e scrittore Grammenos Mastrojeni, coordinatore per l’Ambiente della Cooperazione allo Sviluppo, che da trent’anni si occupa dei legami fra tutela dell’ambiente, sviluppo e pace. Ogni gesto, piccolo o grande, che protegge l’ambiente è fondamentale per il futuro comune.
Mentre gli sguardi si appuntano sugli sbarchi, sui richiedenti asilo e sui porti che si vorrebbero chiudere, la sfida principale per una visione lungimirante dei fenomeni migratori in Italia riguarda l’integrazione delle seconde generazioni: è quanto afferma il sociologo delle migrazioni Maurizio Ambrosini. L’integrazione comporta tre dimensioni: trovare un lavoro dignitoso; stabilire una rete di amicizie; sviluppare le competenze necessarie per inserirsi. Occorre domandarsi se le istituzioni pubbliche e la società stiano promuovendo le azioni necessarie per favorire l’integrazione delle seconde generazioni.
Nella conferenza Alle origini del mondo attuale: incontri e scontri di culture nell’età della “prima globalizzazione” lo storico Adriano Prosperi racconta l’inizio dell’età moderna, quando fu l’Europa a guidare una fase rivoluzionaria della storia mondiale. Due furono i modi della tentata unificazione del mondo conosciuto: la conquista e l’assoggettamento politico e religioso del continente americano, fino alla sua assimilazione alla cultura europea, e la ricerca di un “accomodamento” tra cultura europea e culture orientali, avvicinate grazie alla navigazione portoghese fino ai porti cinesi e giapponesi.
L’antropologo di origini iraniane Shahram Khosravi, dell’Università di Stoccolma, propone una riflessione sulla natura dei confini, fisici e politici, sui rituali e sulle pratiche dell’attraversamento, basandosi anche sulla sua personale esperienza di migrante illegale che trent’anni fa lo ha condotto in Svezia. Khosravi intreccia metodologia etnografica a narrazioni dense di emozioni, restituendoci il pensiero di intellettuali che hanno fatto parte di alcune minoranze storiche, come Kafka e Benjamin, e raccontando le testimonianze di protagonisti diretti, come quelli che dall’America centrale premono sul confine meridionale degli Stati Uniti o di coloro che si accalcano alle frontiere della “fortezza Europa”.
Chiude il festival l’incontro con l’attore e drammaturgo Ascanio Celestini: un racconto in forma di spettacolo dedicato agli ultimi, ai dimenticati, a coloro cui è stata negata la convivenza, a quelli che non sono graditi, al massimo tollerati. Celestini ci racconta di personaggi diversi tra loro che si muovono, in questo progetto di narrazione, in un unico ambiente: una periferia. Il narratore racconta quello che vede: a volte è ciò che conosce, altre quel che immagina. Con Celestini sul palco il musicista Gianluca Casadei.

GLI SPETTACOLI

Un grande debutto sul palcoscenico dei Dialoghi per celebrarne il decennale: Michele Serra porta a Pistoia, in prima nazionale, il suo nuovo spettacolo (venerdì 24, ore 21.15, Teatro Manzoni) “L’amaca di domani”. Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca. Le parole, con le loro seduzioni e le loro trappole, sono le protagoniste di questo monologo teatrale comico e sentimentale, impudico e coinvolgente nel quale Serra apre allo spettatore la sua bottega di scrittura. Dipanando la matassa della propria scrittura, l’autore fornisce anche traccia delle proprie debolezze e manie. Il finale, per fortuna, è ancora da scrivere (regia di Andrea Renzi). Una produzione SPAlive in collaborazione con Teatri Uniti e Feltrinelli.
Sabato al Teatro Manzoni alle 21.30 un concerto degli Avion Travel: una sorta di percorso biografico-musicale attraverso i brani più famosi e amati dal pubblico, che sottolinea come il ruolo della parola sia centrale nelle ultime canzoni del gruppo, composto da: Peppe Servillo (voce); Mimì Ciaramella (batteria); Peppe D’Argenzio (sax); Flavio D’Ancona (tastiere); Duilio Galioto (piano e tastiere); Ferruccio Spinetti (contrabbasso). Il mestiere di cantare per gli Avion Travel è anche mestiere di convivere.

Come sempre, ogni giornata si conclude con una proiezione cinematografica al teatro Bolognini: una mini rassegna dedicata al racconto della società italiana attraverso le pellicole del grande Luchino Visconti, con introduzione della critica Paola Jacobbi. Da Rocco e i suoi fratelli, film definitivo sull’immigrazione interna nel nostro Paese (venerdì, ore 22.30), a Il Gattopardo, che indaga i mutamenti sociali in Sicilia all’indomani dell’Unità d’Italia (sabato, ore 22.30), fino a Gruppo di famiglia in un interno, affresco dei tormenti dell’Italia post-Sessantotto (domenica, ore 20).

LA MOSTRA

Anche quest’anno i Dialoghi organizzano una mostra fotografica: Paolo Pellegrin – Confini di umanità, a cura di Annalisa D’Angelo, propone sessanta scatti, alcuni dei quali inediti, di uno dei fotografi più apprezzati nel panorama mondiale, che pone, come un antropologo, l’essere umano sempre al centro della sua arte. Realizzate in Algeria, Egitto, Kurdistan, Palestina, Iraq e Stati Uniti, le immagini sono accompagnate da un video dello stesso Pellegrin, realizzato in America per indagare le linee razziali che ancora dividono il Paese, confini invisibili ma ancor più insormontabili di quelli fisici. Le immagini coprono un arco temporale di quasi trent’anni, sviluppando, per sottrazione e opposizione, l’impervio percorso della convivenza, ostacolata da muri, guerre, mari in tempesta, deserti, frontiere naturali e artificiali: un viaggio lungo i confini dell’umanità, per mostrare lo sforzo continuo, ma necessario, alla base della convivenza.
La mostra sarà visitabile gratuitamente dal 24 maggio al 30 giugno nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia (catalogo Contrasto).

I VOLONTARI

Anima e cuore del festival sono i giovani volontari provenienti in massima parte dalle scuole secondarie di secondo grado di Pistoia e della provincia, ma anche da università di tutta Italia. Negli anni, il loro numero è cresciuto e la loro squadra, compatta e appassionata, è la vera protagonista della manifestazione. Sono circa 3.500, con i volontari del 2019, i ragazzi che nelle 10 edizioni hanno scelto di partecipare al festival per un’esperienza formativa e culturale unica.

Biglietti in vendita dal 24 aprile (€ 3,00 incontri e proiezioni cinematografiche – € 7,00 spettacoli) presso La Torre, via Tomba di Catilina 5/7, Pistoia, e sul sito www.dialoghisulluomo.it.

Informazioni e programma: www.dialoghisulluomo.it e sulla App del festival.

Facebook: @festivaldialoghisulluomo
Twitter: @DialoghiPistoia
Instagram: pistoia_dialoghisulluomo
Youtube: Pistoia – Dialoghi sull’uomo
Hashtag ufficiale: #Dialoghi2019

Con il patrocinio di MIBAC, Regione Toscana, Provincia di Pistoia.

Inclusione in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 20 maggio 2019, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”.


INCLUSIONE SCOLASTICA

Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107” (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Marco Bussetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, a norma dell’articolo 1, comma 184, della legge 13 luglio 2015, n. 107, introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”.
Il testo mira, in particolare, ad assicurare una maggiore partecipazione dei portatori di interessi nelle decisioni concernenti le misure educative a favore degli alunni con disabilità e a garantire un significativo supporto alle istituzioni scolastiche nella realizzazione di adeguati processi di inclusione, anche attraverso la previsione di opportune misure di accompagnamento delle istituzioni scolastiche in relazione alle modalità di inclusione degli alunni con disabilità.


Inclusione, via libera alle nuove norme: ecco tutte le novità. Bussetti: “Famiglie più coinvolte, da governo attenzione concreta su questi temi”

Passo avanti nell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: il Consiglio dei Ministri ha approvato lunedì, in via preliminare, un importante provvedimento che interviene per modificare significativamente le nuove norme in materia che sarebbero entrate in vigore il prossimo settembre e che vengono riviste mettendo sempre di più al centro lo studente e le sue necessità. A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno che, d’ora in poi, avverrà anche con il coinvolgimento delle famiglie, fino ad oggi lasciate fuori da questo processo.

Cambia radicalmente l’approccio alla disabilità in ambito scolastico. L’Italia, già all’avanguardia in materia, si allinea definitivamente al principio riconosciuto dalle Nazioni Unite secondo cui la disabilità è tale in relazione al contesto: solo offrire opportunità specifiche ai ragazzi con diverse abilità garantisce maggiore autonomia e una qualità della vita più elevata. Con l’approvazione delle nuove norme, dunque, sussidi, strumenti, metodologie di studio più opportune, saranno decisi, non in modo ‘standard’, in relazione al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico veramente individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente.

“Con il provvedimento approvato in Consiglio dei Ministri, che ho fortemente voluto sin dal mio insediamento, facciamo davvero un grande passo avanti – sottolinea il Ministro Bussetti -. Abbiamo lavorato in accordo con le Associazioni di settore e l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Il governo ha dimostrato di dare attenzione concreta a questi temi. Siamo passati dalle parole ai fatti. Appena insediato – prosegue Bussetti – ho subito voluto far ripartire l’Osservatorio sull’inclusione, che era rimasto fermo. Per mesi abbiamo lavorato per raggiungere questo risultato. Ringrazio anche il Ministro Lorenzo Fontana che ha collaborato fattivamente per raggiungere questo importante obiettivo in un clima di costante collaborazione. Tutti i nostri giovani, nessuno escluso, devono essere protagonisti della loro crescita e devono essere messi in condizione di esprimere tutte le loro potenzialità”.

L’intera comunità scolastica sarà coinvolta nei processi di inclusione. Viene rivista la composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno. Un cambio di passo che punta ad assicurare la presenza di uno specialista nella patologia dell’alunno.
Anche i genitori e, dove possibile, nel caso di maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno, per superare l’attuale impostazione che prevede una meccanica associazione tra la certificazione data ai sensi della legge 104 e il supporto offerto all’alunno.

Nascono i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT), formati su base provinciale, ovvero nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole nella redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’Inclusione. I GIT avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio Scolastico Regionale.

A livello scolastico opererà, invece, il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con l’alunno stesso, nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’Ente Locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di redigere il Piano Educativo Individualizzato, compresa la proposta di quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto conto del profilo di funzionamento dell’alunno.