Per il TAR Lazio i contenziosi sulla mobilità spettano al giudice del lavoro

da Orizzontescuola

di Avv. Marco Barone

Con la Sentenza del 24 luglio 2019 il TAR Lazio interviene su una questione che vede gli orientamenti giostrare tra di loro.

Ora è competenza del giudice ordinario, ora è competenza della giustizia amministrativa. Una questione per quanto “tecnica” che in realtà interessa tutti i docenti che sono costretti ad impugnare gli atti sulla mobilità quando ravvisano delle ingiustizie ed illegittimità. Ed i contenziosi in materia sono tanti.

Il caso di specie riguarda un contenzioso sulla mobilità, viene impugnato il provvedimento di assegnazione di ufficio della sede definitiva nonché l’ordinanza ministeriale dell’8 agosto 2018, avente ad oggetto la disciplina del personale docente educativo ed A.T.A. per l’anno scolastico 2016-2017 della sede di ufficio, contestandone la legittimità per violazione di legge ed eccesso di potere sotto diversi profili. La ricorrente in questione contestava soprattutto che avendo conseguito l’assunzione con la stipula del contratto a tempo indeterminato nelle fasi 0 e A del piano straordinario di assunzioni di cui alla legge n. 107 del 2015 avrebbe dovuto essere assegnata con precedenza rispetto ai docenti assunti nel 2015/2016 (fasi B e C), a quelli assunti dalle graduatorie di merito (fase B3) ed a quelli assunti dalle GAE (fase C).

Quando ci si rivolge al giudice amministrativo e a quello ordinario?

In via generale il Collegio sottolinea che in materia di lavoro pubblico privatizzato, quale è quello dei docenti di scuola secondaria, il titolare del diritto soggettivo che risenta degli effetti di un atto amministrativo, non può scegliere, per la tutela del diritto, di rivolgersi al giudice amministrativo per l’annullamento dell’atto, oppure al giudice ordinario per la tutela del rapporto di lavoro previa disapplicazione dell’atto presupposto, atteso che, in tutti i casi nei quali vengono in considerazione atti amministrativi presupposti – ove si agisca a tutela delle posizioni di diritto soggettivo in materia di lavoro pubblico – è consentita esclusivamente l’instaurazione del giudizio ordinario, nel quale la tutela è pienamente assicurata dalla disapplicazione dell’atto e dagli ampi poteri riconosciuti al giudice ordinario dal comma 2 dell’art. 63 d. lgs. n. 165 del 2001 (Cass. sez. un., 05/06/2006, n.13169).

Il rapporto di lavoro dei docenti della scuola rientra nella giurisdizione del giudice del Lavoro

Per quanto concerne il rapporto di lavoro dei docenti di scuola secondaria, esso, quale che sia il tipo di atto impugnato, rientra nella giurisdizione esclusiva del G.O. risultando irrilevante, al fine del riparto giurisdizionale, la distinzione tra atti autoritativi-discrezionali e atti paritetici, e con eccezione per le sole procedure concorsuali, che sono devolute alla giurisdizione esclusiva del G.A. (T.A.R. Marche, sez. I, 09/11/2012, n.727).

Sulla mobilità la competenza non è della giustizia amministrativa
Più in particolare per quanto riguarda la procedura di mobilità la Sezione con la recente sentenza n.9476/2019 ha affermato che “Occorre considerare che la procedura in questione costituisce una procedura di mobilità interna a tutti gli effetti, con la conseguente applicazione della riserva di disciplina alla contrattazione collettiva nei limiti previsti dall’ordinamento giuridico ai sensi dell’art. 40 del d.lgs. n. 165 del 2001, il quale precisa che “Nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, della mobilita’, la contrattazione collettiva e’ consentita nei limiti previsti dalle norme di legge”. (…) La conclusione alla quale perviene è rappresentata dalla natura privata del procedimento di mobilità che non consente di configurare in astratto interessi legittimi, situazioni giuridiche soggettive concepibili solo in correlazione con l’attività autoritativa dell’amministrazione che costituisce il presupposto costituzionalmente obbligato perché una controversia sia attribuita ai sensi dell’art. 103 Cost. alla giurisdizione del giudice amministrativo.

Le controversie in materia di personale AFAM appartengono al giudice ordinario

Ad analoga conclusione è pervenuta la giurisprudenza di legittimità anche con riferimento al personale Afam (Cass. 26 giugno 2019, n. 17140), precisando che “Le controversie in materia di mobilità del personale degli istituti di alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM) appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario, in quanto la l. n. 508 del 1999, pur inquadrando i predetti istituti tra le istituzioni di alta cultura riconosciute dall’art. 33 Cost. e garantendone l’autonomia statutaria e organizzativa, e pur avendo regolato il conferimento degli incarichi di insegnamento secondo modalità diverse sia da quelle previste per gli insegnanti di scuola primaria e secondaria, sia da quelle proprie dei professori universitari, ha nondimeno affidato alla contrattazione collettiva, nell’ambito di un apposito comparto, la disciplina del rapporto di lavoro di tale categoria di dipendenti, inclusi i criteri di distribuzione del personale e la mobilità interna. Il caso di specie non si sottrae al principio affermato dalla Corte di Cassazione.

La mobilità non ha carattere concorsuale

Si precisa ancora in punto di giurisdizione che la procedura in oggetto non ha carattere concorsuale, alla luce del costante orientamento della giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass. 26270/2016) secondo cui l’art. 63, comma 4, del d.lgs. n. 165 del 2001, si interpreta, alla stregua dei principi enucleati, ex art. 97 Cost., dal giudice delle leggi, nel senso che per “procedure concorsuali di assunzione”, ascritte al diritto pubblico ed all’attività autoritativa dell’amministrazione, si intendono non soltanto quelle preordinate alla costituzione “ex novo” dei rapporti di lavoro (come le procedure aperte a candidati esterni, ancorché vi partecipino soggetti già dipendenti pubblici), ma anche i procedimenti concorsuali interni, destinati, cioè, a consentire l’inquadramento dei dipendenti in aree funzionali o categorie più elevate, con novazione oggettiva dei rapporti di lavoro.

Crisi di Governo, rischio concorsi a cattedra, nome precari e aumenti stipendiali

da Orizzontescuola

di Anselmo Penna

Crisi di Governo, conferme dal mondo della politica con Salvini che parrebbe intenzionato a staccare la spina al Governo: salvo bluff.

La situazione politica

Il Leader della Lega ieri ha detto la sua in modo chiaro  “Si è rotto il rapporto di fiducia. Non ci sono più le condizioni per andare avanti, col voto sulla Tav abbiamo preso atto che non è più possibile fare le riforme”.

La Tav è stata  una delle tante inconciliabilità tra i due partiti di maggioranza. Tra i punti caldi anche la scuola che, ricordiamo, ha visto acuirsi lo scontro sul cosiddetto Salva-precari.

Da un lato la Lega che spinge per dei provvedimenti che consentano ai docenti con 36 mesi di servizio di accedere ad un corso di abilitazione e un concorso straordinario senza selezione e dall’altro, il Movimento 5 Stelle che vuole un test selettivo ai PAS e un concorso più selettivo.

Patto sindacati e Governo

Ricordiamo che l’11 giugno sindacati della scuola e Governo (Conte presente) hanno sottoscritto un accordo che contiene diversi punti.

Oltre alla questione precariato, nell’accordo sono inclusi altri importanti punti:

  • esclusione della scuola dalla regionalizzazione, punto che è stato al centro di forte scontro all’interno del Governo e che ha visto un ridimensionamento delle richieste di Lombardia e Veneto appoggiate dalla Lega grazie allo stop del Movimento 5 Stelle. Riforma messa al momento in stand by
  • aumenti stipendiali con lo scopo di elevare il prestigio sociale degli insegnanti e portare gli stipendi a livello di quelli europei
  • valorizzazione del personale ATA e problematiche dei DSGA facente funzione

Rischio accordo e concorsi a cattedra

La questione del precariato con avvio PAS e concorso riservato ha visto una parziale conclusione questa settimana con un decreto accolto “salvo intese” da parte del Consiglio dei Ministri.

Un “salvo intese” che prevede un ulteriore confronto tra le due forze politiche che potrebbe comportare modifiche al testo. Di fatto, al momento, non esiste un decreto emanato, di conseguenza una crisi di Governo farebbe perdere il lavoro effettuato in questi mesi di intenso confronto tra mondo del precariato, sindacati e forse politiche.

A rischio, ovviamente, anche le problematiche relative agli ATA, per i quali non esiste allo stato attuale nessuna proposta concreta, e DSGA per i quali esiste soltanto un progetto di proposta di intervento.

Rischio anche per i concorsi a cattedra preventivati per il 2019. Non soltanto il concorso straordinario, ma anche quelli ordinari a partire da infanzia-primaria e secondaria di I e II grado.

Concorso più volte annunciati e che sono stati rimandati a dopo l’estate, entro il 2019. Il problema è che se crisi sarà, in autunno andremo verso le elezioni con un governo in dismissione che difficilmente avrà l’interesse ad avviare le procedure concorsuali.

Concorso Dirigenti, numerosi vincitori assegnati a prima regione scelta ma si arriva anche alla quattordicesima

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso Dirigenti Scolastici: su 1.984 posti assegnati per l’a.s. 2019/20, 408 sono i vincitori destinati alla seconda o terza regione scelta nell’elenco delle preferenze indicate entro il 4 agosto tramite Istanze online.

Dei 1.984 vincitori assegnati – comunica infatti il Miur –  1.147 sono stati destinati alla prima Regione scelta, 262 alla seconda e 146 alla terza.

Naturalmente questo non vuol dire che non ci saranno disagi pur all’interno della regione scelta, molto dipende ovviamente da situazioni personali.

Va detto che al di là di questo gruppo, c’è anche quello per il quale la regione assegnata è dalla 4 alla 14.

I vincitori sono stati assegnati alle Regioni sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun Ufficio Scolastico Regionale per l’anno scolastico 2019/2020.

Assegnata la regione, i neo dirigenti attendono adesso l’assegnazione della sede (scuola).

I criteri proposti dal Miur per l’assegnazione della sede sono i seguenti:

  • posizione occupata nella graduatoria di merito
  • attitudini e capacità professionali che si possono desumere da esperienze e  competenze pregresse, qualora legate all’incarico dirigenziale.

Nelle operazioni di assegnazione della sede i direttori degli Uffici Scolastici Regionali devono tener conto delle precedenze previste dalla legge 104/92, quindi si atterranno a quanto previsto dagli articoli 21 e 33, commi 5, 6 e 7, della citata legge, in base alla quale i beneficiari dei predetti articoli hanno la precedenza nella scelta della sede.

Tabella assegnazione 

Scarica la graduatoria con le rettifiche

Esonero 120 docenti per scuola digitale, ecco il calendario dei colloqui. Visualizzazione valutazione titoli

da Orizzontescuola

di redazione

Prosegue la procedura che poterà all’esonero di 120 docenti, ai sensi della legge di bilancio 2019, per la costituzione delle “equipe territoriali”, che si occuperanno del Piano Nazionale per la Scuola Digitale.

Cosa faranno

I 120 docenti distaccati si occuperanno di:

  • garantire la diffusione di azioni legate al Piano per la scuola digitale
  • promuovere azioni di formazione del personale docente
  • promuovere azioni di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative.

Colloqui

Presentate le domande, in totale 1.486, e costituita la commissione, gli interessati attendono adesso di svolgere il colloquio.

Il Miur ha pubblicato, in data odierna, un apposito avviso in cui comunica le date in cui si svolgeranno i colloqui:

  • 28, 29, 30 agosto 2019
  • 3 e 4 settembre 2019.

I colloqui si svolgeranno in due sessioni al giorno (la prima con inizio alle ore 10.00, la seconda con inizio alle ore 14.30), presso la sede del Miur, viale Trastevere, n. 76/A, Roma, terzo piano.

I docenti ammessi al colloquio ricevono specifica comunicazione, contenente gli estremi della convocazione, all’indirizzo mail comunicato all’atto della presentazione della candidatura.

Ciascun docente, che abbia validamente presentato la candidatura, potrà verificare l’esito della valutazione dei titoli e delle esperienze, accedendo al portale “Istanze on line”, inserendo le proprie credenziali di accesso e selezionando l’istanza di cui all’avviso in oggetto.

Avviso convocazione colloqui

MOF, economie 2015/16 saranno distribuite alle scuole a settembre

da Orizzontescuola

di redazione

Nella giornata di ieri, abbiamo riferito sull’incontro al Miur relativo al MOF a.s. 2019/20, relativamente al quale l’amministrazione ha illustrato ai sindacati la bozza di Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo.

MOF 2019/20, informativa al Miur: stanziati oltre 800 milioni di euro

Nel corso dell’incontro si è parlato anche delle economie del 2015/16.

Risorse a.s. 2019/20

Ricordiamo che le risorse destinate alle scuole, per l’a.s. 2019/20, ammontano a euro 800.860.000,00.

Economie 2015/16

Il Miur ha informato che l’Ipotesi di CCNI sulle economie 2015/2016 è stato registrato da IGOP ed è tornato al MIUR il 6 agosto 2019.

Le risorse, relative alla succitate economie e a quelle del 2016/17, saranno distribuite alle scuole nel mese di settembre 2019.

Continua la disuguaglianza nell’istruzione

da La Tecnica della Scuola

In Inghilterra è imperante la logica di spronare i meno abbienti a intraprendere l’apprendistato e i più ricchi a iscriversi all’università, una logica che  in realtà funziona per oliare il sistema: fa abbassare il debito, migliora i tassi di occupazione, riduce il bisogno di immigrati e quindi porta consenso alla politica.

Tuttavia, si legge sul Sole 24 Ore, non è una scelta lungimirante in termini economici. E soprattutto non è uguaglianza, anche se nel Regno Unito vige il sistema del debito studentesco: anche se non puoi permetterti di sostenere gli ingenti costi delle migliori università, il governo ti anticipa il denaro, con il patto di restituire tutto entro una certa scadenza.

Gli svantaggiati economicamente restano tali

In Italia, scrive Il Sole 24 Ore,  l’università pubblica costa di meno, anche se ci avviciniamo al modello classista inglese se pensiamo alle rette di certe università private o dei master post lauream.
Anche restando nel pubblico dati Almalaurea mostrano chiaramente che tendenzialmente chi parte svantaggiato in termini economici, ci resta. Abbiamo bassissimi tassi di giovani laureati rispetto al resto d’Europa, soprattutto fra le fasce meno abbienti, anche perché nel nostro paese si aggiunge il gap della scelta della scuola superiore. Nell’anno scolastico in corso il 55% dei ragazzi frequenta il primo anno di un liceo, il 30% un istituto tecnico e il 15% un istituto professionale.

Almalaurea e Almadiploma

Come mostrano sempre i rapporti annuali di Almalaurea e Almadiploma, già questa prima scelta produce un divario di classe importante: solo un iscritto a un liceo classico o scientifico su 10 è figlio di operai o impiegati, il 17% dei diplomati professionali sceglie di andare all’università, e solo uno su tre di coloro che prima del diploma intendeva iscriversi all’università, l’ha effettivamente fatto. Chi proviene da famiglie più svantaggiate, non solo in termini economici, ma anche di titolo di studio dei genitori, di fatto studia di meno e quando anche arriva a iscriversi all’università, sceglie corsi di laurea più brevi.

Concorso dirigenti scolastici, ecco l’assegnazione regionale dei vincitori

da La Tecnica della Scuola

Sul sito del MIUR è disponibile l’elenco con l’assegnazione ai ruoli regionali dei vincitori del concorso per Dirigenti Scolastici indetto con il D.D.G. 1259 del 23 novembre 2017.

Il Ministero fa sapere che I vincitori sono stati assegnati alle Regioni sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun Ufficio Scolastico Regionale per l’anno scolastico 2019/2020.

Dei 1.984 vincitori assegnati, 1.147 sono stati destinati alla prima Regione scelta, 262 alla seconda e 146 alla terza.

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Decreto scuola, Bussetti e sindacati a braccetto hanno fatto fuori il M5S. I grillini vogliono far saltare il banco

da La Tecnica della Scuola

C’è un dato importante, sinora poco evidenziato, sul decreto scuola che salverebbe una bella fetta di precari storici della scuola: si tratta del fatto che per una volta le organizzazioni sindacali maggiori sono pienamente d’accordo con il ministro, eppure il provvedimento rimane a rischio di mancata ratificazione finale. Anche perché appare difficile, se non impossibile, che le modifiche reclamate dai “grillini”, orientate a realizzare una maggiore selezione dei partecipanti a Pas e concorsi riservati, per favorire il merito, possano essere realizzate dopo il via libera, seppure “salvo intese”, del CdM.

I sindacati: decreto senza cambiamenti sostanziali

Nemmeno i diretti interessati lo nascondono. Giovedì 8 agosto lo hanno ribadito i sindacati. Prima con una nota congiunta, firmata da Francesco Sinopoli, Flc-Cgil, Maddalena Gissi, Cisl Scuola, Giuseppe Turi, Uil Scuola Rua, Elvira Serafini, Snals Confsal e Rino Di Meglio, Gilda Unams nella quale hanno scritto che “un concreto passo avanti è stato fatto, ora è necessario che il decreto venga pubblicato e approvato in tempi brevi, senza cambiamenti sostanziali, e includendo anche la previsione di un concorso riservato ai facenti funzioni DSGA, in coerenza con i contenuti dell’intesa”.

Dopo aver detto che la posizione contraria del M5S “appare connotata in senso ideologico, i leader sindacali hanno ricordato che si dimentica che “i destinatari delle misure scaturite dal confronto sindacati Miur sono persone che hanno già maturato nelle nostre scuole una consistente esperienza di lavoro, è grazie a loro se si sono potute svolgere le attività didattiche in decine di migliaia di classi, il che avrebbe reso possibile anche il riscontro di eventuali impreparazioni o incompetenze”.

Gissi (Cisl Scuola): l’unico limite del decreto è la sua transitorietà

Anche dalle singole sigle giungono segnali in questa direzione: “Le soluzioni riprese nel testo del decreto sui precari varato dal CdM di mercoledì 6 agosto, frutto di un confronto approfondito tra sindacati e Miur al tavolo tematico sul reclutamento, tengono conto sia della necessità di assicurare un adeguato livello di qualità professionale di chi accede all’insegnamento, sia del doveroso riconoscimento del servizio prestato dai precari con giusto equilibrio fra le tante e spesso contrastanti aspettative del precariato stesso”, ha tenuto a dire Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola.

“Quelle individuate sono soluzioni – rileva la sindacalista – che rispondono in modo equo ed efficace alle esigenze di stabilizzazione del precariato nella scuola, offrendo nel contempo e più in generale opportunità per chi vuole intraprendere percorsi di crescita lavorativa”.

Per la segretaria generale della Cisl Scuola, “se proprio si vuole trovare un limite alle misure previste, è il loro carattere transitorio, mentre un efficace contrasto alla precarietà, valorizzando il lavoro, andrebbe affidato a soluzioni strutturali”.

Il ministro: nessuna modifica, testo già concordato

A ricordare l’accordo Miur-sindacati è stato anche lo stesso titolare del Miur: “E’ decisamente falso che il Ministro Marco Bussetti abbia preso alcun impegno a modificare il testo presentato. Al contrario, sia nelle riunioni preparatorie svoltesi a Palazzo Chigi, sia durante il CdM di ieri sera, il Ministro ha sempre evidenziato che il testo del decreto non può subire modifiche di sorta poiché è stato condiviso con tutte le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto scuola”.

Granato (M5S): questo reclutamento andava concordato, ma non ci hanno consultato

Ad opporsi in modo netto all’accordo è il Movimento 5 Stelle. I motivi li ha spiegati alla Tecnica della Scuola la senatrice pentasellata Bianca Laura Granato, parlando di “un anno di lavoro portato avanti dal MIUR con orientamento contraddittorio e con scarsi confronti con il ministro”, accusandolo di non essere più “uomo di Stato il Ministro”, ma “uomo di partito”, perché avrebbe “attuato una manovra per dirottare i consensi di alcuni insegnanti sulla Lega, secondo il cliché ormai noto che vede la scuola come serbatoio elettorale”.

Le accuse verso Bussetti, di cui si chiede la testa, sono pesantissime, perché “un ministero così importante non può mettere a soqquadro il sistema di reclutamento come se non ci fosse un domani, senza per giunta convergenza con il partner di governo a cui deve chiedere il voto in commissione e nelle aule parlamentari”.

L’impressione, quindi, è che la rottura tra i due partiti di maggioranza, almeno sul fronte scuola, stavolta possa essere insanabile. Soprattutto perché i provvedimenti non sono più condivisi: un “particolare” non da poco, se si pensa che il partito a non essere più considerato dal ministro dell’Istruzione è quello che ad oggi mantiene ancora la netta maggioranza di voti.

Sciopero Dsga, facenti funzione e Assistenti Amministrativi: proclamato per il 2 settembre

da La Tecnica della Scuola

L’ANQUAP (Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche) proclama, attraverso il suo presidente Giorgio Germani, le seguenti azioni di protesta sindacale:

  • sciopero (intera giornata lavorativa) per il 2 settembre 2019 (in occasione del primo giorno effettivo di inizio dell’a.s. 2019/2020);
  • sospensione di qualsiasi prestazione eccedente l’orario d’obbligo per tutto il mese di settembre 2019.

Le azioni sopra descritte vedono coinvolti i Direttori SGA, i Direttori SGA facenti funzione e gli Assistenti Amministrativi delle Istituzioni Scolastiche ed Educative.

La proclamazione dello sciopero avviene per l’esito negativo della procedura di raffreddamento e conciliazione che si è svolta presso il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali – Divisione VI – nelle riunioni del 16/7/2019 e 7/8/2019. Nell’intervallo tra le citate riunioni presso il Ministero del Lavoro, si sono avuti specifici confronti presso il MIUR con l’Ufficio di Gabinetto e il Capo di Gabinetto il 22 e 30 luglio u.s.; confronti interlocutori che hanno affrontato le questioni di merito poste dall’Anquap con il documento del 12/7/2019 e con le dichiarazioni nella prima riunione presso il Ministero del Lavoro del 16/7/2019.

Gli argomenti a fondamento dello sciopero sono i seguenti:

  1. l’urgenza di provvedere alla copertura, dal 1° settembre 2019 di 2.907 posti di Direttore SGA vacanti e disponibili. È indispensabile un intervento immediato per stabilizzare i DSGA facenti funzioni: quegli Assistenti Amministrativi che nel corso di quasi un ventennio hanno lodevolmente coperto i posti già vacanti e disponibili. È, altresì, doveroso accelerare al massimo la procedura del concorso per reclutare 2.004 DSGA, con l’esigenza di chiarire quanto prima alcuni aspetti operativi riguardanti lo svolgimento delle prove scritte. È, infine, necessario assumere in ruolo dal 1° settembre 2019 gli Assistenti Amministrativi ancora presenti nelle graduatorie provinciali definitive della procedura selettiva per il passaggio dall’area B all’area D, svoltasi nel 2010 (CCNI 3/12/2009, D.D. n. 979 del 28/1/2010 e D.M. 17/2012), nonché quanti risultano ancora presenti nelle graduatorie degli ex Coordinatori e Responsabili Amministrativi ancora vigenti. La scelta compiuta con il D.M. 725 del 7/8/2019 di accantonare tutti i posti dei Direttori SGA (760 unità) derivanti da cessazioni dal servizio, con decorrenza 1° settembre 2019, è assurda e incomprensibile;
  2. la necessità di una corretta definizione dell’organico dei Direttori SGA, superando la vigente regola sulle scuole sottodimensionate (quelle sotto i 600 alunni o sino a 400 in particolari situazioni) ove non è possibile applicare in via esclusiva un Direttore SGA (ed anche un Dirigente scolastico). Tutte le istituzioni scolastiche sono dotate di personalità giuridica e autonomia funzionale e tutte, indistintamente, esercitano le funzioni attribuite dall’art. 14 DPR 275/99. Ne consegue che il gravame lavorativo è sostanzialmente identico e non è certo il numero degli alunni a determinarne la differenza;
  3. la mancata corresponsione dell’indennità mensile ai Direttori SGA che lavorano in due scuole. Il CCNL del 10/11/2014, che ha stabilito l’indennità mensile per gli aa.ss. 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015, è stato prorogato dall’art. 39 del CCNL 19/4/2018, ma a tutt’oggi l’indennità in questione non è stata corrisposta agli aventi titolo (diverse centinaia di persone) relativamente agli aa.ss. 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018 ed anche a quello corrente (a.s. 2018/2019). In alcuni casi le RTS (dipendenti dal MEF) si sono rifiutate di corrispondere anche l’indennità relativa all’a.s. 2014/2015, ancorché coperto dal CCNL del novembre 2014. Sull’argomento l’Anquap ha depositato tre ricorsi presso i Tribunali di Milano, Napoli e Roma;
  4. l’esigenza di rivedere l’organico complessivo del personale ATA sulla base dei fabbisogni effettivi, con recupero (anche parziale) delle riduzioni operate dal 2009 e dal 2015: 44.500 unità ridotte nel triennio 2009/2011 (D.L. 112/2008) ed altre 2.020 unità ridotte dal 1° settembre 2015 (Legge di stabilità 2015), per un totale di 46.520 unità. Nel contesto della revisione vale quanto già esposto al punto 2 e vanno prese in considerazione le ipotesi di aumentare il numero degli Assistenti Amministrativi, nonché quella di introdurre il profilo professionale degli Assistenti Tecnici anche nelle scuole del primo ciclo (la didattica laboratoriale si svolge in ogni ordine e grado di scuole e la presenza di profili tecnici è diventata indispensabile in ogni istituzione scolastica);
  5. l’urgenza di rivedere l’intera procedura di reclutamento a tempo indeterminato e determinato di tutto il personale ATA, poiché la vigente disciplina presenta vuoti preoccupanti ed è sostanzialmente ancora quella “arcaica” del DPR 420/74. Addirittura emergenziale si sta rilevando la vicenda della sostituzione dei Direttori SGA, a causa di un incomprensibile vuoto legislativo e regolamentare, nonché di una inadeguata normazione contrattuale;
  6. la necessità urgente di portare a compimento la reinternalizzazione dei servizi di pulizia e sorveglianza, prevista dalla Legge di Bilancio 2019, con decorrenza 1° gennaio 2020. Di questo passo, con la procedura non ancora attivata, sarà impossibile rispettare la data indicata;
  7. la rivisitazione del sistema di classificazione e di tutti i profili professionali del personale ATA, con particolare riferimento a quelli del Direttore SGA, degli Assistenti Amministrativi e Tecnici. Una rivisitazione resa inevitabile dai nuovi e più complessi compiti e dai maggiori carichi di lavoro anche derivanti dalla L. 107/2015. Nel rivisitare il sistema di classificazione e i profili professionali sarebbe doveroso istituire la categoria dei quadri per i Direttori SGA, o introdurre quella (già presente in alcuni settori) delle alte/elevate professionalità;
  8. lo stanziamento di apposite risorse finanziarie per il corretto riconoscimento economico delle funzioni effettivamente svolte dai Direttori SGA e dagli Assistenti Amministrativi. Si può agire sul trattamento economico fondamentale, ma anche su quello accessorio o attraverso dei bonus formativi e premiali (come già avvenuto per i docenti). Il recente CCNL del 19/4/2018 non ha determinato adeguati riconoscimenti economici per nessun profilo professionale del personale ATA, definendo per i Direttori SGA un aumento della quota base dell’indennità di direzione (€ 6,50 mensili) assolutamente mortificante e addirittura inferiore a quanto riconosciuto con il compenso individuale accessorio a profili professionali di aree inferiori (€ 9,20 per gli Assistenti Amministrativi e Tecnici ed € 8,40 per i collaboratori scolastici). La recente costituzione del Comparto Istruzione e Ricerca – che vede insieme i settori della Scuola, di Accademie e Conservatori, di Università e degli Enti Pubblici di Ricerca – ha reso evidente le disparità di trattamento economico fra categorie che svolgono sostanzialmente un identico lavoro (vedi, ad esempio, il rapporto tra Direttori SGA delle scuole e Direttori Amministrativi di Accademie e Conservatori). La perequazione retributiva sarebbe un atto di elementare giustizia. Peraltro, la sottoscrizione definitiva del CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca (avvenuta l’8/7/2019) aumenta il divario tra il trattamento economico dei Dirigenti e quello dei Direttori SGA: non è troppo quello dei Dirigenti ma troppo poco quello dei Direttori;
  9. il ritardo assolutamente ingiustificato nell’erogazione alle scuole dei fondi per il miglioramento dell’offerta formativa, che a tutt’oggi non consente il pagamento delle prestazioni aggiuntive del personale docente e ATA e dell’indennità di direzione ai Direttori SGA e loro sostituti.

Nella giornata del 2 settembre 2019 (sciopero) viene anche indetta una manifestazione a Roma nei pressi della sede istituzionale del MIUR.