Un Miur allo sbando?

Un Miur allo sbando?

di Maurizio Tiriticco

Premetto che non ho letto altri commenti, quindi potrei anche sbagliarmi, ma… a me sembra che con la lettera – non è una CM, almeno pare – avente per oggetto: “Venerdì 27 settembre, Partecipazione degli studenti al 3° Global Strike For Future sul tema dei cambiamenti climatici”, firmata dal Capo Dipartimento Carmela Palumbo, il Miur si stia cacciando – come si suol dire – in un bell’impiccio! Di cui non so quanto sia consapevole. Ma so che il Miur, comunque, trasferisce – per non dire “scarica” – allaresponsabilità dei Collegi dei Docenti una bella grana!

In altre parole, il Ministro “esprime l’auspicio che le scuole, nella propria autonomia, possano considerare l’assenza degli studenti per la giornata del 27 p.v. motivata dalla partecipazione alla manifestazione, utilizzando le ordinarie modalità di giustificazione delle assenze adottate dalle stesse scuole”.

E non solo! “Si invitano, inoltre, i Collegi dei docenti a valutare la possibilità che tale giornata non incida sul numero massimo delle assenze consentite dal monte ore personalizzato degli studenti, stante il valore civico che la partecipazione riveste”.

Mah! Esprimo i miei dubbi, stante anche la mia lunga esperienza di dirigente tecnico. Com’è noto, un alunno, di fatto un minore, viene affidato ad un certo orario ad una data istituzione scolastica, che ne è responsabile fino al suono della campanella di uscita. Sta di fatto, e di diritto, che l’istituzione scolastica è responsabile dell’alunno dall’ora di INGRESSO in istituto all’ora di USCITA.

Com’è noto, esistono particolari “uscite” – ad esempio, la visita ad un museo cittadino – ed i cosiddetti “viaggi di istruzione”. In tali casi la responsabilità della vigilanza è affidata sempre agli insegnanti accompagnatori, che devono rispondere della condotta e dello status di ogni singolo alunno, anche – se del caso – 24 ore su 24.

Stando alla lettera della CM, i Collegi dei Docenti – di fatto ogni singolo insegnante – POTREBBERO eDOVREBBERO AUTORIZZARE l’assenza di ogni alunno del loro istituto per il venerdì 27 p,v.

Ma mi chiedo, e se lo chiederebbe qualunque genitore: la VIGILILANZA che la scuola e i suoi insegnanti DEVONO GARANTIRE a ciascun alunno CHE FINE FA? In realtà, che cosa ne sa un insegnante se il suo alunno x partecipa o meno alla manifestazione del 3° Global Strike For Future? E se, invece, va altrove? Per non dire poi che un alunno potrebbe incorrere in un qualsiasi incidente, possibile anche se la manifestazione sarà totalmente pacifica!

E allora io personalmente – e me ne assumo la responsabilità – consiglierei ai Collegi dei Docenti e ai singoli insegnanti di pensarci mille volte prima di autorizzare gli studenti a partecipare ad un evento sul quale e del quale,di diritto (stante la formulazione assurda della CM) e di fatto,NON POSSONO AVERE alcun controllo. E penso che anche qualsiasi genitore sarebbe preoccupato di sapere che suo figlio partecipa ad una manifestazione senza che gli insegnanti a cui lo ha affidato possa esercitare la dovuta vigilanza.

“Wall of Life”, una app per aiutare i ragazzi autistici

Redattore Sociale del 24.09.2019

“Wall of Life”, una app per aiutare i ragazzi autistici 

PALERMO. Supportare i ragazzi con disturbi dello spettro autistico in una serie di attività quotidiane, come ad esempio fare la spesa. Questo il fine di ‘Wall of Life’, la app sviluppata da “Sopra Steria”, azienda europea di trasformazione digitale, con l’intervento della Regione Siciliana, per la cooperativa sociale ennese ‘I Corrieri dell’Oasì di Troina. L’applicazione è stata presentata a Palazzo d’Orleans d Palermo, sede della presidenza della Regione: tra i presenti l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
“Wall of Life” viene rilasciata da oggi in open source, diventando quindi disponibile non solo per l’associazione ennese ma per chiunque, privati o organizzazioni, voglia utilizzarla, così come ampliarla e arricchirla di nuove funzionalità. La scelta di “Sopra Steria” di mettere a disposizione il codice sorgente implica infatti che l’applicazione possa essere accessibile da tutti. Attraverso l’utilizzo del dispositivo Kinect, bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico imparano a gestire con autonomia situazioni di routine.
“Fa piacere che sotto l’egida della Regione Siciliana si dia seguito a un progetto che ha l’ambizione di guardare al presente con gli occhi del futuro – ha affermato Razza -. Come sapete, la Sicilia, in questi primi anni di governo Musumeci, ha voluto investire in innovazione tecnologica e “Wall of Life” è in linea con questo percorso a cui si associano anche i capitoli di bilancio che da subito abbiamo destinato complessivamente alle fragilità: sono fra i più corposi del Paese e tutto ciò ci inorgoglisce. Oggi qui si scrive una pagina digitale inedita che presto, ne sono certo, troverà il giusto prosieguo nel resto d’Italia”.
“In Sopra Steria usiamo la tecnologia come forza per il bene, con l’obiettivo di contribuire a migliorare concretamente la vita delle persone – ha evidenziato Stefania Pompili, amministratore delegato di ‘Sopra Steria Italia’ -. La nostra visione globale delle tecnologie, unita a principi etici ben radicati, ci consente di plasmare un presente migliore per tutti. Nel caso di “Wall of Life”, utilizzando il dispositivo Kinect, i ragazzi con disturbi dello spettro autistico possono allenarsi alla quotidianità in un ambiente protetto, mentre lo staff medico può monitorarne i progressi. Siamo orgogliosi di poter mettere il nostro lavoro e le nostre competenze nel campo delle tecnologie digitali a disposizione di iniziative di questo tipo”.
“Nonostante i disturbi dello spettro autistico oggi siano più conosciuti e compresi rispetto al passato, a volte ancora si tende a non pensare come alcune attività quotidiane e apparentemente banali possano invece risultare complesse per una persona con autismo – ha chiarito Simonetta Panerai, presidente e socio volontario della società cooperativa sociale “I Corrieri dell’Oasi” -. Per questo motivo vogliamo ringraziare “Sopra Steria” che ha voluto dedicare il proprio tempo e la propria esperienza allo sviluppo di una soluzione grazie alla quale i bambini e i ragazzi che supportiamo potranno gradualmente riconoscere e affrontare le proprie difficoltà, fino a imparare a gestire autonomamente e con una maggiore sicurezza le situazioni di vita quotidiana”.

L’app si può scaricare al link: https://github.com/SopraIt/wall-of-life. (DIRE)

Piacenza, una app permette ai non vedenti di muoversi in ospedale in autonomia

Redattore Sociale del 24.09.2019

Piacenza, una app permette ai non vedenti di muoversi in ospedale in autonomia 

Progettata da Azienda Usl e Unione italiana ciechi, la app “Piacenza, il mio ospedale” consente anche alle persone con una disabilità visiva di muoversi in autonomia nella cittadella sanitaria, prenotare al Cup, raggiungere gli ambulatori e la distribuzione farmaci.

PIACENZA. Una app per muoversi in autonomia all’interno dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, utile a chi va a trovare una persona ricoverata ma anche a chi, dentro l’ospedale, deve fare una visita o un esame. L’app accompagna l’utente nei reparti, negli ambulatori, nelle aree dedicate agli esami e agli accertamenti, al Cup e alla distribuzione dei farmaci. Con una particolarità: “Piacenza, il mio ospedale” è realizzata in co-progettazione con l’Unione italiana dei ciechi cittadina e, tramite la funzione voice over, consente anche alle persone con una disabilità visiva di accedere a tutte le funzioni presenti. 
“Uno dei problemi insormontabili per noi sono gli eliminacode, quei totem che emettono un numerino cartaceo in base alla prestazione richiesta – spiega Giovanni Taverna, presidente dell’Unione ciechi di Piacenza -. Una persona cieca o con una ipovisione grave come può sapere che pulsante premere? E una volta emesso il numero, come può leggerlo? E quando viene chiamata come fa a sapere a che sportello rivolgersi? Deve sempre chiedere aiuto”. L’ospedale di Piacenza, come molti in Italia, è strutturato a palazzine, aspetto che complica ulteriormente l’orientamento di utenti e visitatori, e il Cup è all’angolo opposto rispetto all’ingresso pedonale. “Così ci siamo rivolti alla dirigenza dell’Azienda Usl, che si è dimostrata subito altamente ricettiva, e abbiamo iniziato un percorso insieme”. 
La app coniuga un sistema di navigazione interna e uno esterno e interagisce con l’eliminacode. In pratica, lo smartphone (la app è disponibile sia per i sistemi Ios, sia Android) “parla” con il totem: il telefono legge le prestazioni disponibili e comunica la scelta al sistema. Viene così emesso un biglietto virtuale: il voice over comunica il numero all’utente e i tempi d’attesa. Quando arriva il proprio turno, il telefono emette un suono, e la comunicazione che il prossimo utente è una persona con disabilità arriva anche allo sportellista, che è invitato a guardarsi intorno, rintracciare l’utente e accompagnarlo allo sportello. 
“Piacenza, il mio ospedale” per l’orientamento esterno sfrutta il Gps, per quello interno si appoggia su sensori attivati con la tecnologia Bluetooth, che non interferiscono con le altre tecnologie ospedaliere. I due sistemi integrati permettono a tutti – il motto di Taverna è: “Se va bene per noi, va bene per tutti” – di orientarsi tra le strade della cittadella sanitaria e all’interno delle palazzine. Una serie di requisiti e caratteristiche che sono valse all’Azienda Usl di Piacenza il premio Innovazione Digitale in Sanità 2019 per l’area servizi al cittadino.
“Questa app è stata sviluppata e sperimentata – lo è tuttora – insieme con le persone con disabilità, perché i suggerimenti migliori arrivano proprio da loro – sottolinea Stefano Fugazzi, responsabile unitario dell’accesso dell’Azienda Usl di Piacenza -. È stato un progetto lungo, lo sviluppo è durato 6 mesi, ma il coinvolgimento dell’Unione ciechi è stato determinante. Naturalmente, il nostro è un work in progress, perché recepiamo i feedback di chi scarica l’app e, se necessario, riportiamo le criticità agli sviluppatori, che intervengono per eliminare o aggiungere servizi e funzioni”. 

ASSEGNAZIONI PROVVISORIE

ASSEGNAZIONI PROVVISORIE, GILDA: SERVE PIANIFICAZIONE PIÙ EFFICIENTE   

Assegnazioni provvisorie mancate per molti docenti, soprattutto del Sud, a causa del ritardo nelle operazioni da parte degli Uffici scolastici provinciali. A segnalarlo è la Gilda degli Insegnanti, che invita le amministrazioni periferiche a pianificare e organizzare le procedure con maggiore anticipo rispetto alla scadenza del 31 agosto, così da consentire ai docenti in possesso di tutti i requisiti di ottenere l’assegnazione provvisoria e, dunque, il ritorno, o almeno l’avvicinamento, alla propria città di origine e alla propria famiglia.

Nel caso dei trasferimenti – spiega la Gilda – questo problema non si verifica perché le operazioni avvengono tutte nello stesso giorno, prendendo come riferimento l’organico di diritto già pubblicato. Per le assegnazioni provvisorie, invece, ogni Usp procede per conto proprio basandosi sull’organico di fatto e, se le cattedre non vengono assegnate entro il 31 agosto, si passa alle supplenze. Ciò comporta un disagio per gli insegnanti, i quali hanno pochissimo tempo a disposizione per raggiungere la sede di servizio che spesso si trova a numerosi chilometri di distanza, e per gli studenti che rischiano di non avere tutti gli insegnanti in classe sin dal primo giorno di lezione. 

Tutto ciò – conclude il sindacato – è il risultato di scelte politiche orientate ai tagli del personale che negli anni hanno portato a uno spopolamento sempre più massiccio dei dipendenti degli uffici amministrativi decentrati. 

Un sudafricano a Trastevere

Un sudafricano a Trastevere

di Gabriele Boselli

Dagli anni Novanta  del secolo scorso (età delle “razionalizzazioni” della rete scolastica) all’era Gelmini (taglio di circa  1/3 dei posti della scuola elementare) a più recenti forme di risparmio semi-intenzionale ( un dirigente e un direttore dei servizi amministrativi ogni due o tre istituti), il mondo dell’istruzione è stato l’obiettivo privilegiato di ogni politica di riduzione della spesa pubblica. Per questo a presiedere il MIUR, dalla citata Gelmini a Bussetti, sono state messe figure politicamente deboli e prive di seguito personale nel loro partito, tali comunque da non poter opporre resistenza alle richieste di riduzione della spesa. Meglio ancora se all’inconsistenza politica si aggiungevano l’incompetenza amministrativa e l’impreparazione culturale, piuttosto evidenti qualche volta, drammatiche in un recente caso che non citerò essendo comunque clamorosamente noto.

In ogni stagione della storia un ministro dell’Istruzione, per essere efficace in positivo, dovrebbe avere peso politico, disporre di reti professionali di consenso alla sua persona e detenere prestigio intellettuale ( es. Credaro, Gentile, Bottai, Ermini, Valitutti, Spadolini). Oltre, naturalmente, ad avere effettivamente una visione del mondo scientificamente fondata e una coscienza e una conoscenza pedagogiche.

L’attuale ministro Fioramonti, sapendo che il ministero dell’istruzione è stato considerato da trent’anni una mucca da mungere, dovendo lo Stato pagare misure demagogiche come reddito di cittadinanza e quota 100 ed evitare l’aumento IVA, conoscendo le regole del commercio prova a  chiedere qualche miliardo in più per evitar di finir con l’avere qualche miliardo in meno. Non ha trascurato nemmeno di rafforzare la richiesta con lo spettro di proprie dimissioni in caso di non ottenimento, il che in verità non ha probabilmente terrorizzato il Governo.

La questione è: questo ministro entusiasta ha la statura politica, l’appoggio partitico, le macchine del consenso e il prestigio intellettuale necessari a dare forza alle sue buone intenzioni?

Quanto a preparazione culturale, considerando i fasti recenti, andiamo bene: già insegnante di economia politica alla pur modesta università sudafricana di Pretoria, dovrebbe avere conservato dalla laurea in filosofia con cui terminò la sua formazione iniziale una certa intelligenza dell’Intero; dagli studi economici e dalla conoscenza dell’inglese potrebbe aver tratto una qualche capacità di accreditamento presso i poteri che sostengono il governo.  Manca di seguito politico e partitico personali e questo è un grosso limite ma potrebbe rimediarvi con una maggior presenza nei media. Se riuscisse a far spettacolo, potrebbe rimediare qualcosa di buono.

Fioramonti manda in soffitta la riorganizzazione (a metà) di Bussetti

da Il Sole 24 Ore

di Ilaria Ricci

Tutto da rifare per la riorganizzazione del Miur. Si riparte dal via, come nel gioco dell’oca. Il risiko delle poltrone e delle Direzioni sarà rivisto. La palla ora passa in mano al nuovo responsabile di viale Trastevere, Lorenzo Fioramonti, che nell’ultimo Consiglio dei ministri ha chiesto e fatto approvare «la modifica della organizzazione del ministero dell’Istruzione, dell`università e della ricerca». Mandando in soffitta la riorganizzazione “targata” Bussetti.
Una decisione che era nell’aria, fin dal suo insediamento. I tempi lunghi della gestione Bussetti avevano infatti portato alla sostanziale paralisi del dicastero durante l’estate, con i direttori generali in attesa di una registrazione dei nuovi contratti (e dei nuovi ruoli) da parte della Corte dei conti. Registrazione mai arrivata. Anche a causa della tempistica scelta dall’ormai ex ministro: la Corte ha avuto la richiesta di registrazione solo in agosto, poco prima della chiusura per la pausa estiva e quando, di fatto, si è poi aperta la crisi politica che ha lasciato sospesa la vicenda e interrotto, con la caduta del governo, l’interlocuzione con il dicastero. In questi casi è prassi che si passi la palla al nuovo titolare.
Lorenzo Fioramonti potrà ora mettere in campo la “sua” squadra (i direttori saranno comunque scelti fra quelli di ruolo e non già presenti nell’amministrazione, con qualche possibile “comma 6”, ovvero esperto esterno) e il “suo” Miur. Magari modificando la composizione della direzioni prevista da Bussetti.

I pregressi
Il regolamento di riorganizzazione del Miur era stato approvato lo scorso 24 aprile, dopo una lunghissima gestazione, ed è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 giugno con l’avvio degli interpelli per le posizioni dirigenziali concluso a fine mese. Bussetti aveva sostanzialmente depotenziato il Gabinetto con una direzione generale in meno e creato nuove direzioni nell’amministrazione centrale: una per il Contenzioso, una per la Comunicazione e le relazioni internazionali, una per l’Alta formazione artistica musicale e coreutica. Potenziato il Friuli Venezia Giulia, regione cara alla Lega, con un posto da direttore generale per il capo dell’Ufficio scolastico.
Nella riorganizzazione complessiva, era stata finalmente rimessa in gioco anche la Liguria, regione scoperta da oltre un anno, nonostante l’emergenza Genova, che, secondo indiscrezioni di stampa mai smentite, sarebbe andata a una persona ‘fedelissima’ di Bussetti, una dirigente dell’Ufficio scolastico della Lombardia. Gli interpelli si sono chiusi a fine giugno, ma solo ad agosto e dopo una lunga gestazione con una parte delle nomine effettuata direttamente dal ministro e una parte affidata al Capo del Dipartimento per l’Istruzione, a causa di possibili conflitti di interesse, le carte sono state trasferite alla Corte. E lì sono rimaste. Proprio la doppia “gestione” delle nomine e i dubbi su alcuni profili avrebbe convinto i giudici a rinviare il carteggio al Miur.

Cosa accade ora
Per superare l’impasse ereditata dal precedente ministro e avere il tempo di approfondire la ratio delle scelte fatte da chi lo ha preceduto, Fioramonti ha deciso di ripartire da zero. O, meglio, dallo status quo. Per ora tutto resta come era. I direttori generali possono riprendere il loro lavoro. Come specificato dalla Gazzetta Ufficiale dello scorso 22 settembre il Miur provvederà «ad adeguare la propria organizzazione mediante nuovi regolamenti» con l’obiettivo di «semplificare ed accelerare il riordino dell’organizzazione del Ministero». Insomma, si riparte. Archiviato Bussetti, Fioramonti potrà mettere la sua firma sul nuovo Miur.

Viale Trastevere annuncia una nuova task force sull’edilizia scolastica

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

La strategia per l’edilizia scolastica di Lorenzo Fioramonti passa da una nuova task force. Ad annunciarla è stato lo stesso ministro dell’Istruzione. «Abbiamo costituito al ministero una task force che accompagni le amministrazioni anche nell’espletamento degli appalti di edilizia scolastica. Spero che i finanziamenti siano sufficienti. Dobbiamo accelerare il percorso e fare in modo che si realizzi il prima possibile», ha dichiarato ai microfoni di Radio 1 Rai. Il ministro ha ribadito al necessità di «reperire almeno 3 miliardi entro la fine dell’anno» per cominciare a risolvere una «situazione complessa» della scuola, frutto di una «mancanza di visione del futuro avvenuta negli ultimi 12 anni». Anche se dopo lo stop di Luigi Di Maio all’idea fioramontana di tassare voli aerei, merendine e bibite zuccherate, la strada per reperire le risorse appare in salita.
Sul problema delle cattedre vacanti, infine, Fioramonti ha ricordato che è al lavoro sul decreto precari da portare presto in Consiglio dei ministri: «Dobbiamo fare in modo che le scuole siano sicure e attraenti – ha concluso -. Gli insegnanti devono essere pagati per il ruolo di importanza sociale che ricoprono. Così avremo gli strumenti per poter valorizzare i docenti».

Ottobre mese dell’educazione finanziaria, 500 eventi in tutta Italia

da Il Sole 24 Ore

di Al. Tr.

Dal 1 al 30 ottobre torna il mese dell’educazione finanziaria, la manifestazione per le scuole promossa dal Comitato Edufin che quest’anno mette in campo quasi 500 appuntamenti tra seminari, lezioni e spettacoli per offrire agli studenti l’occasione di avvicinarsi ai temi della finanza e del risparmio. Il calendario ufficiale degli eventi è stato presentato ieri a Milano e l’aumento delle adesioni di circa il 50% «conferma il successo dell’iniziativa», dice il Miur.

Gli eventi
L’obiettivo del ricco programma di eventi promosso dal Comitato Edufin diretto dall’economista Annamaria Lusardi , spiega il Miur in una nota, è dare ai ragazzi e ai docenti la possibilità di informarsi, discutere e capire come gestire e programmare le risorse finanziarie personali e familiari, approfondendo i temi del risparmio, degli investimenti, delle assicurazioni e della previdenza. Il Mese si aprirà con la “World Investor Week”, vedrà il debutto della prima Giornata Nazionale sull’Educazione Assicurativa il 9 ottobre e si chiuderà il 31 con la Giornata Mondiale del Risparmio. Tra le novità di quest’anno i numerosi appuntamenti dedicati alla previdenza, promossi dalle Casse degli ordini professionali e dai fondi pensione.

Lusardi: «Stress test anche per le famiglie»
«Sul tema previdenziale occorre molta informazione – spiega Lusardi -, ci sono decisioni importanti da prendere da giovani per assicurarsi un futuro sereno al termine della propria vita professionale». Per questo «per l’edizione 2019 abbiamo deciso di puntare sui giovani perché sono loro l’investimento per il nostro futuro, anche se il Mese si rivolge a tutti, dai bambini alle donne, dalle famiglie ai piccoli imprenditori, fino alla terza età», spiega ancora Lusardi. Che propone di estendere gli stress test (ovvero le valutazioni della solidità patromoniale delle banche) anche alle famiglie: «Bisognerebbe istituirli anche per i bilanci delle famiglie – dice – sarebbe uno strumento utile a tutti per capire quali sono i reali costi di una crisi, perchè una cosa ci è chiara: che gli errori finanziari sono molto costosi e molto dolorosi».

Il calendario
A dare vita al calendario 2019, consultabile all’indirizzo www.quellocheconta.gov.it/calendario2019 , sono istituzioni, fondazioni, associazioni dei consumatori, organizzazioni anti-usura e no-profit, scuole, università, aziende, ordini e associazioni professionali, ma anche rappresentanti del mondo bancario, assicurativo e previdenziale.
Tutti gli aggiornamenti sugli eventi saranno disponibili anche sui social con l’hashtag #Ottobreedufin2019, sulla pagina Facebook @ITAedufin , su Youtube, sugli account Twitter @ITAedufin e Instagram @itaedufin , oltre che sul portale web www.quellocheconta.gov.it

La scuola che funziona

da la Repubblica

Ilaria Venturi

Chi toglie i banchi dalle aule, chi gli zaini dalle spalle. Chi insegna, anche se piove, all’aria aperta, chi fa fare agli alunni almeno 20 minuti di movimento in classe ogni mattina. Poi c’è chi apre in agosto e chi insegna all’americana: ci sono l’aula d’inglese e quella di matematica, sono i ragazzi a ruotare. Scuole virtuose, innovative. Quelle che si organizzano dal basso, sperimentano senza clamore e nonostante tutto: scarse risorse, precariato in aumento, burocrazia che soffoca la creatività. Queste scuole osano, grazie a prof e presidi che si mettono in gioco e in rete proponendo modelli da copiare. Insomma: contagiano. Solo 5 anni fa 22 istituti hanno promosso il movimento “Avanguardie educative”. Indire, l’istituto di ricerca e innovazione, li ha connessi, ora sono 900.

Sono didattiche alternative che stravolgono la lezione frontale, ovvero l’insegnante in cattedra che spiega, gli studenti che ascoltano o rispondono. I più partono dall’esperienza per arrivare alla teoria. Tutti mettono al centro gli studenti e l’inclusione dei più fragili, migranti e disabili, e per farlo ripensano spazi, materiali, orari. Alle medie Mattarella di Modena ci sono laboratori-zattera che si spostano. Al tecnico-economico De Fazio di Lamezia Terme si va oltre le discipline: i ragazzi imparano le funzioni di primo grado o la partita doppia a partire dalla storia d’amore di Sara e Marco, inventata dagli insegnanti. «Si parte dal caso concreto, come la coppia che deve accendere un mutuo. Il contesto reale è un pretesto perché i ragazzi arrivino alle competenze necessarie per muoversi nel mondo», spiega Elisabetta Mughini di Indire. «Sono iniziative spontanee che nascono da chi crede nell’educazione e non si fa ingabbiare dalla normativa».

La rete delle “Scuole all’aperto” è la più giovane, conta 26 istituti. Poi ci sono le “Scuole in movimento”, quelle “Dada” che puntano sugli ambienti di apprendimento, la rete “We debate” che allena al confronto critico, nata in Lombardia da sei istituti guidati dal Tosi di Busto Arsizio. Il Majorana di Brindisi è capofila di “Book in progress”: via i libri di testo, si usano materiali alternativi. Didattica «motivante» la chiama Alessandra Rucci, preside dell’istituto marchigiano Savoia Benincasa dove ci sono aule anche senza banchi: «Ribaltare il modo d’insegnare è un lavoro faticoso, che richiede coinvolgimento e che il turnover e le supplenze mettono in difficoltà. Ma pensiamo di essere sulla strada giusta».

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Didattica Tavoli comuni e bimbi in classe senza zaino A Genova c’è un semaforo al posto dei voti

La clessidra segna il tempo, al centro dei tavoli quadrati. E i quaderni sono piccoli: «Perché un bambino piccolo, davanti a un quaderno grande, si perde», dice la maestra Cinzia Pennati, storica docente dell’elem

Sport Nelle Marche venti minuti di moto al giorno Qui anche le tabelline s’imparano saltando

Le tabelline? S’imparano saltando. Ed è quasi un gioco sillabare la parola «di-va-no»: lo si fa a passo ritmato. Insomma ci si muove in classe, venti minuti ogni giorno. Anche così le maestre insegnano italiano, matematica, storia. Senza togliere nulla all’ora di educazione fisica, che, anzi, in quarta e quinta elementare raddoppia, grazie a un tutor che affianca l’insegnante. Gli alunni della primaria Matteo Ricci di Polverigi, in provincia di Ancona, ma anche quelli dell’istituto comprensivo Cittadella e di altre 2.295 classi, non stanno mai fermi. È il progetto “Scuole in movimento” promosso dalla Regione Marche, che ci mette 1,2 milioni, con il Coni, il Centro sportivo italiano e il Comitato paralimpico. L’innovazione coinvolge 46mila alunni e ha già formato 400 maestre. «Così sposiamo l’antica sapienza di mens sana in corpore sano », spiega la preside Alessandra Bertini. «Un conto è veicolare un contenuto astratto, altro è viverlo nella dimensione della corporeità. E poi così si fa inclusione, perché tutti gli alunni sono coinvolti, e si combatte il male della troppa sedentarietà dei nostri bambini che stanno sempre di più a casa davanti ai videogiochi, una delle criticità della nostra società alla quale la scuola deve dare risposta».

– il.ve.

Anticipo Bologna, tutti sui banchi a fine agosto per iniziare le superiori con il piede giusto

«Proprio una mia idea non è stata». Però poi, ammette Caterina, 14 anni, non è «che a casa avrei fatto chissà cosa, diciamo che avrei buttato un occhio al telefonino».

La classe sorride: «Non solo un occhio…». All’istituto tecnico e professionale Tanari-Manfredi di Bologna, quest’anno le lezioni sono cominciate il 26 agosto. Su base volontaria, studenti e professori, ma il modello piace.

«Sarebbe da esportare a livello nazionale, le scuole devono rimanere aperte di più investendo sui professori», sostiene Giovanni Mascaro, il docente che accoglie i ragazzi tre settimane prima dell’avvio dell’anno scolastico. La sperimentazione si è diffusa quest’anno in sei istituti tecnici e licei, anche al classico Minghetti che ha avuto 70 domande per 50 posti. In tutto sono 240 i ragazzi coinvolti, in maggioranza “primini” al debutto alle superiori.

«Questo anticipo li aiuta a conoscere la scuola, a sentirsi a loro agio, a prendere confidenza con le materie e i professori e ad evitare lo stress da primo giorno per chi arriva dalle medie», spiegano presidi e professori. Alla mattina si ripassano le materie di base: italiano, matematica e inglese. Al pomeriggio vengono proposte attività sportive e laboratori di teatro, arte e musica. E alla fine i ragazzi non hanno dubbi: «Ti rendi conto che la scuola è bella». – il. ve.

Legame con la città A Firenze l’elementare con l’erba sui tetti e la biblioteca è aperta fino a mezzanotte

La prima campanella suona alle 8, l’ultima a mezzanotte. A Firenze esiste una scuola che non dorme mai. Finito il momento delle lezioni, tra laboratori di musica, passeggiate nello spazio con il visore 3D, cura delle piante nella serra biodinamica e corsi per “stampare” i biscotti, inizia il secondo tempo. Quello destinato a tutto il quartiere.

«Ogni sera le porte della biblioteca si aprono alla città, così come quelle della ludoteca e della palestra, dove le varie associazioni organizzano tornei di basket e pallavolo — spiega Sara Funaro, assessora all’Educazione — Poi l’anfiteatro e l’auditorium con schermo gigante da trasformare in cinema nelle notti d’estate».

La Dino Compagni se la ricordano tutti come la scuola media dell’amianto, un mostro grigio costruito negli anni ‘60.

Ora, dopo esser stata demolita e ricostruita in soli 250 giorni, è pronta per una nuova vita. «Con un investimento di 12 milioni abbiamo voluto costruire una scuola “green”, innovativa per l’architettura e per la didattica — precisa Funaro — La struttura accoglie 672 studenti con 24 classi e 11 laboratori. Ci sono pannelli solari, erba sui tetti, sistemi di controllo della temperatura e una vasca di raccolta dell’acqua piovana».

– Valeria Strambi

Architettura Acustica anti-urla, emeroteca e area relax Le medie di Torino che guardano al futuro

Due scuole portate nel futuro della didattica con il progetto “Torino fa scuola”. Alle Fermi ora non sono più i professori a raggiungere la classe, ma sono i ragazzi a spostarsi nelle aule in base alle materie, mentre il piano terreno ospita un bar accessibile al quartiere Lingotto. Alla Pascoli invece ci sono una biblioteca diffusa in ogni piano della scuola, una sala relax con poltrone e tappeti, ma anche un’emeroteca aperta ai torinesi e un terrazzo dove studenti e prof potranno trascorrere i momenti di pausa. E gli architetti che hanno progettato la ristrutturazione hanno creato aule con un’acustica studiata per evitare a tutti, studenti e docenti, di urlare troppo. I lavori che hanno rivoluzionato due scuole di Torino sono durati un anno e il 9 settembre la sindaca Appendino le ha inaugurate con i presidenti della fondazione Agnelli, John Elkann, e della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo. Sono loro ad aver messo i fondi, 11 milioni, per le ristrutturazioni pensate con allievi, docenti e famiglie: «Abbiamo sperimentato un inedito metodo di lavoro fra pubblico e privato», spiega Elkann. «Facciamo da apripista e metteremo la nostra esperienza a disposizione – racconta Profumo – Con Cassa depositi e prestiti possiamo lanciare un fondo per l’edilizia scolastica in tutta Italia».

– Jacopo Ricca

Dispersione La preside di Palermo che col porta a porta ha quasi azzerato l’abbandono a Brancaccio

Tiene la scuola sempre aperta, non ha orari di ricevimento, ferma mamme e nonne alla fermata dell’autobus e coinvolge tutto il territorio al momento delle iscrizioni. Così Antonella Di Bartolo, preside dell’istituto comprensivo Sperone-Pertini di Brancaccio, periferia di Palermo, ha sconfitto la dispersione scolastica. Sei anni fa superava il 30 per cento, adesso è appena al 3. E la scuola che rischiava di chiudere perché non aveva un numero di alunni sufficiente oggi è a quota 1.200 iscritti. Gli alunni tutti i pomeriggi, ma anche il sabato, trovano le porte aperte per praticare sport o seguire laboratori di ogni tipo. «Ci abbiamo creduto tutti insieme — dice Di Bartolo — con i professori e i collaboratori scolastici siamo una squadra. E siamo convinti che la chiave giusta sia dialogare con il territorio e con le famiglie.

Fare sentire le mamme e i papà con i loro figli protagonisti della scuola». La prossima battaglia sarà realizzare un asilo nido in quella che era la piazza dello spaccio. «Siamo riusciti ad avviare 12 classi dell’infanzia che non esistevano — dice la preside — adesso bisogna regalare a Brancaccio il suo asilo nido per i piccoli e per le loro mamme.

Anche questa è una strada per prevenire la dispersione scolastica».

– Claudia Brunetto

entare Daneo, nel centro storico di Genova. Tre anni fa ha preso il via il progetto “Scuola senza zaino”, che elimina la didattica frontale e utilizza solo materiali condivisi; lo zaino non c’è perché tutto quel che serve è già a scuola. Oggi in 8 classi su 13 si fa lezione così. Al posto dei banchi tre tavoli quadrati per una ventina di allievi. E si lavora a rotazione con la maestra. «Siedo a uno dei tavoli a parlare di un nuovo argomento — spiega Pennati — mentre negli altri i bimbi fanno lavori collettivi.

Chi finisce può spostarsi nei laboratori di lingue e matematica, esercitandosi da solo con materiali preparati. O leggere un libro nello spazio morbido dell’Agorà. Finché tutta la sabbia non è scesa nelle clessidre, non bisogna disturbare il maestro». Alla Daneo negli anni 90 c’erano classi con l’80% di alunni stranieri. Una sfida trasformata in opportunità blindando il tempo pieno, creando laboratori gratuiti dalla fotografia alla pallastrada, un orto e biblioteche in ogni aula. E al posto del voto, c’è un semaforo: «I bambini stessi si assegnano un colore: verde “ho capito”, giallo “sono insicuro”, rosso “non ho capito”. Poi ne parliamo insieme».

– Michela Bompani

Ricostruzione carriera e fasce stipendiali, riconoscimento intero servizio preruolo. Cosa fare

da Orizzontescuola

di redazione

Riallineamento carriera: cosa significa e a cosa serve.

Ricostruzione carriera

La ricostruzione di carriera va chiesta dopo il superamento dell’anno di prova e formazione, al fine del riconoscimento del servizio pre-ruolo e dell’inquadramento nella fascia stipendiale spettante.

Nella ricostruzione, ricordiamolo, il servizio preruolo viene valutato per intero nei primi 4 anni di servizio e per i 2/3 nel periodo eccedente.

Riallineamento

L’articolo 4, comma 3, del DPR 399/98 così dispone:

Al compimento del sedicesimo anno per i docenti laureati della scuola secondaria superiore, del diciottesimo anno per i coordinatori amministrativi, per i docenti della scuola materna ed elementare, della scuola media e per i docenti diplomati della scuola secondaria superiore, del ventesimo anno per il personale ausiliario e collaboratore, del ventiquattresimo anno per i docenti dei conservatori di musica e delle accademie, l’anzianita’ utile ai soli fini economici e’ interamente valida ai fini dell’attribuzione delle successive posizioni stipendiali.

Ai sensi di quanto detto sopra, dunque, l’anzianità ai soli fini economici è valutata per intero con conseguente nuovo inquadramento nelle fascia stipendiale spettante, una volta raggiunti gli anni di ruolo predetti:

  • 16 anni per i docenti laureati della scuola secondaria superiore;
  • 18 anni per i DSGA, per i docenti della scuola di infanzia, primaria, personale educatico, personale insegnante della scuola secondaria di I grado, per i docenti diplomati della scuola secondaria di II grado;
  • 20 anni per il personale ATA.

In sostanza, nel momento in cui si aggiorna la ricostruzione di carriera si recupera quell’1/3 non valutato nella ricostruzione di carriera iniziale.

Termini prescrizione

La prescrizione per il riallineamento della carriera è decennale, quinquennale ai fini economici.

Presentazione domanda?

L’aggiornamento dovrebbe avvenire automaticamente da parte dell’Amministrazione, tuttavia la Ragioneria Generale dello Stato pretende la domanda dell’interessato.

Fasce stipendiali in base agli anni di servizio

Di seguito riportiamo le fasce stipendiali per gli insegnanti.

Per i docenti assunti prima del 01/09/2011 le fasce stipendiali sono:

  • 0-2
  • 3-8
  • 9-14
  • 15-20
  • 21-27
  • 28-34
  • 35 e oltre

Per tutti i docenti assunti dopo il 01/09/2011 le fasce stipendiali sono invece:

  • 0-8
  • 9-14
  • 15-20
  • 21-27
  • 28-34
  • 35 e oltre

La copertura assicurativa degli studenti impegnati nell’Alternanza Scuola lavoro (PCTO)

da Orizzontescuola

di Nunzio Oliva

Le istituzioni scolastiche, attuanti i “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” ai sensi della L. n. 145/2018 art. 1 commi 784-787, sono tenute a realizzare le condizioni affinchè i propri studenti possano vivere la metodologia didattica anche presso le realtà istituzionali, produttive e socio-operative (enti, aziende, associazioni) che si rendono disponibili, seppur tali esperienze sul campo non costituiscano rapporto di lavoro.

Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2019 per quanto concerne l’Alternanza Scuola Lavoro – oggi ridenominata PCTO – ha stabilito che deve essere progettata così come segue già a partire dall’a.s. 2018/2019:
• non inferiore a 210 ore nel triennio terminale degli istituti professionali;
• non inferiore a 150 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno degli istituti tecnici;
• non inferiore a 90 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei.

Gli studenti fra i 15 e i 18 anni, sulla base di apposite Convenzioni tra la scuola di appartenenza (promotore) e gli operatori esterni (strutture ospitanti), sono accolti in ambiente di lavoro al fine di poter praticare momenti di apprendimento in “situazione” che vanno a integrarsi con le fasi di applicazione teorica in aula.

La Legge n. 107/2015, inserendo nei Piani Triennali dell’Offerta Formativa degli istituti scolastici di secondo grado i PCTO e disponendone lo svolgimento sia nel monte ore annuale delle lezioni che alla sospensione delle attività didattiche e/o anche all’estero, ha reso fondamentale il principio della copertura assicurativa degli studenti di fronte a possibili accadimenti di infortuni e/o lesioni nelle attività programmate di alternanza scuola lavoro.

Con riferimento a quanto sancito per via legislativa e tenuto conto del D.P.R. n. 1124/1965 artt. 1 e 4 sull’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, l’Inail ha emanato la circolare n. 44/2016 “Studenti impegnati in attività di alternanza scuola lavoro. Legge 13 luglio 2015, n.107, commi 33-43. Criteri per la trattazione dei casi di infortunio. Aspetti contributivi” con la quale chiarisce che gli studenti delle scuole statali sono assicurati obbligatoriamente presso l’Istituto medesimo contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali se impegnati in attività interne quali:
◦ esperienze tecnico-scientifiche;
◦ esercitazioni pratiche e di lavoro;
◦ scienze motorie e sportive nella scuola secondaria;
◦ alfabetizzazione informatica e apprendimento di lingue straniere con l’ausilio di laboratori nella scuola primaria e secondaria;
◦ viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo.

Nella circolare sopra riportata, si porta a conoscenza che la copertura assicurativa per conto dello Stato esclude l’eventuale infortunio nel percorso di andata e ritorno dalla propria abitazione alla sede della scuola di appartenenza.

Per quanto riguarda i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, si riporta che nei momenti di apprendimento in contesto esterno (stabilimento, cantiere, luogo pubblico), seppur il D.Lgs. n. 77/2005 affermi che non vi si instauri rapporto di lavoro, l’attività progettata è assimilata a quella dei lavoratori e, perciò, esposti agli stessi rischi incombenti sui soggetti dipendenti dell’impresa ospitante.

Agli studenti, difatti, si applicano le disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi dell’art.2, comma 1, lett. a) del D.Lgs. n. 81/2008 e deve essere effettuata la formazione specifica come da art. 37 del Testo Unico appena richiamato.

Gli infortuni indennizzabili, quindi, riguardano le fasi programmate in azienda tanto quanto lo spostamento degli studenti tra la scuola e lo spazio fisico in cui si svolgono i P.C.T.O.. Non è soggetto a tutela assicurativa l’infortunio dall’abitazione all’ambiente di lavoro. L’Inail, a questo proposito, nella stessa circolare riporta determinati indicatori di indennizzo:
◦ per le prestazioni economiche, il danno biologico per le menomazioni dell’integrità psicofisica pari o superiori al 6% e la rendita per menomazioni di grado superiore al 16%; l’assegno per l’assistenza personale continuativa; l’integrazione della rendita; il rimborso spese per farmaci e il rimborso viaggio e soggiorno per le cure termali e i soggiorni climatici;
◦ per le prestazioni sanitarie, le prime cure ambulatoriali e gli accertamenti medico-legali;
◦ per le prestazioni protesiche, la fornitura di protesi, ortesi e ausili;
◦ prestazioni riabilitative.
L’indennità per inabilità temporanea assoluta è prevista esclusivamente per gli studenti lavoratori e il Dirigente scolastico è tenuto alla denuncia di infortunio sul lavoro e/o di malattia professionale non appena avvertito a studenti impegnati nei PCTO o dal soggetto ospitante.

In conclusione, possiamo aggiungere che per la responsabilità civile verso terzi, va coperta con opportuna assicurazione di cui è onere delle istituzioni scolastiche coinvolte.

(Fonti: D.P.R. n. 1124/1965; D.Lgs. n. 77/2005; D.Lgs. n. 81/2008; L. n. 105/2015 art. 1 commi 33-43; Circ. Inail n. 44/2016; D.I. n. 195/2017; L. n. 145/2018 art. 1 commi 784-787).

Mese dell’educazione finanziaria, in ottobre più di cinquecento eventi in tutta Italia

da La Tecnica della Scuola

Torna anche per l’anno 2019, dall’1 al 31 ottobre, il Mese dell’Educazione Finanziaria, promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, di cui è membro per il MIUR il Dirigente Tecnico Alvaro Fuk.

Si tratta di un’iniziativa che nella sua prima edizione dello scorso anno ha visto l’adesione di 108 organizzazioni (per un totale di 197 soggetti coinvolti, tra istituzioni e organizzazioni pubbliche e private), con oltre 350 eventi in 120 città in tutta Italia.

Il calendario ufficiale della manifestazione è stato presentato oggi, 23 settembre, al Piccolo Teatro di Milano, dove sarà messa in scena una lezione-spettacolo per gli studenti delle Scuole secondarie di II grado.

Molti saranno gli appuntamenti, anche quest’anno, a partire da quelli della prima settimana di ottobre connessi alla “World Investor Week” – la manifestazione internazionale dedicata alla gestione del risparmio – per proseguire con eventi culturali, seminari informativi, spettacoli, giornate di gioco e formazione.

Una novità di quest’anno riguarda numerosi appuntamenti dedicati alla previdenza, promossi soprattutto dalle Casse degli ordini professionali e dai fondi pensione.

Il calendario delle iniziative, promosse anche da scuole e università, è consultabile a questo indirizzo: http://www.quellocheconta.gov.it/calendario2019.

Sciopero 27 settembre, il Miur dà il via libera: “Sarà assenza giustificata”

da La Tecnica della Scuola

Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha inviato una circolare alle scuole invitandole “pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico”.

Il ministro ha sottolineato su Facebook che la decisione è stata presa “in accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali”.

Sciopero 27 settembre, la nota ministeriale

“In accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali, ho dato mandato di redigere una circolare che invitasse le scuole, pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico“, ha scritto su Facebook il ministro parlando delle iniziative Fridays for future.

“In questa settimana – aggiunge Fioramonti – dal 20 al 27 settembre, infatti, ragazzi e ragazze di ogni Paese stanno scendendo in piazza per rivendicare un’attenzione imprescindibile al loro futuro, che è minacciato dalla devastazione ambientale e da una concezione economica dello sviluppo ormai insostenibile”. Secondo il ministro “l’importanza di questa mobilitazione è quindi fondamentale per numerosi aspetti, a partire dalla necessità improrogabile di un cambiamento rapido dei modelli socio-economici imperanti. E’ in gioco – conclude – il bene più essenziale, cioè imparare a prenderci cura del nostro mondo”.

Lo sciopero del 27 settembre

Lo sciopero globale in Italia è previsto per il 27 settembre, quando in tutte le città d’Italia i giovani ambientalisti si mostreranno con un cappio al collo e un blocco di ghiaccio che si scioglie in mano, simboli che vogliono rappresentare la nostra specie in pericolo.

Sul profilo Facebook di Fridays For Future Italia vengono spiegate le tre rivendicazioni dello sciopero:

1) Fuori dal fossile: raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura.

2) Tutti uniti, nessuno escluso: la transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica.

3) Rompiamo il silenzio, diamo voce alla scienza: valorizziamo la conoscenza scientifica, ascoltando e diffondendo i moniti degli studiosi più autorevoli di tutto il mondo. La scienza ci dice da anni qual è il problema e quali strumenti servono per risolverlo. Ora spetta alla politica il compito di agire.

Dislessia Amica, corso per docenti: iscrizioni entro il 30 settembre

da La Tecnica della Scuola

Anche quest’anno parte il progetto dedicato alle scuole di AID e Fondazione TIM: si tratta di Dislessia Amica Livello Avanzato, un percorso formativo per docenti, gratuito, su piattaforma e-learning, volto ad implementare le modalità e le strategie di apprendimento più adeguate per il supporto degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).

L’iniziativa è fruibile dai docenti di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, di istituti scolastici italiani statali e paritari.

Il corso ha una durata di 50 ore, è strutturato in 6 moduli e nasce per ampliare le conoscenze e le competenze dei docenti e le modalità e strategie di apprendimento più funzionali a supportare gli studenti con DSA, attraverso percorsi metodologici, materiali di approfondimento, indicazioni operative e video lezioni.

Per partecipare al secondo turno formativo da ottobre a dicembre 2019, le scuole interessate dovranno presentare la richiesta di adesione per i propri docenti entro il 30 settembre 2019.

Ci sarà poi un terzo ed ultimo turno, da gennaio a marzo 2020, con la scadenza delle iscrizioni fissate al 31 dicembre 2019.

Per maggiori informazioni sul progetto: http://www.dislessiaamica.com/it
Per accedere alla registrazione degli Istituti: http://www.dislessiaamica.com/it/registrati

Prove Invalsi 2019, restituiti i dati alle scuole secondarie di II grado

da La Tecnica della Scuola

Nell’ambito della restituzione dei dati riferiti alle prove Invalsi,  oggi, 23 settembre, tocca alle scuole secondarie di II grado.

Per l’anno scolastico 2018-2019, le scuole primarie già dal 2 settembre hanno potuto accedere alle informazioni riguardanti le classi II e V (grado 2 e 5), mentre le scuole secondarie di I grado (grado 8) hanno potuto farlo dal 9 settembre.

Come accedere ai risultati

Per vedere i dati della propria scuola si deve accedere all’area riservata inserendo il ruolo e le credenziali personali.

Chi può accedere ai risultati

Rispetto ai risultati dell’indagine campionaria, che sono pubblici e consultabili da chiunque, i dati INVALSI di ciascuna scuola sono invece visibili e scaricabili solo ed esclusivamente da:

  • Dirigente scolastico
  • Referente per la Valutazione
  • Docenti delle classi che hanno svolto le Prove INVALSI
  • Docenti d’Istituto
  • Presidente del Consiglio d’Istituto.

Queste figure professionali possono vedere tutte le tabelle e i grafici previsti per il loro specifico ruolo.

I dati INVALSI restituiti alle scuole sono consultabili in maniera completa solo dal Dirigente scolastico e dal Referente per la Valutazione. Sono invece accessibili in maniera parziale dai Docenti d’Istituto e dal Presidente del Consiglio d’Istituto.

Ma a cosa servono i dati?

Lo spiega l’Invalsi, sul portale dedicato alle prove:

A seconda del ruolo, i dati forniti dall’INVALSI sono rilasciati a diversi livelli di analisi che permettono una panoramica sia globale sia dettagliata di ogni scuola.

I risultati sono uno strumento a disposizione delle scuole per individuare punti di forza e aspetti da migliorare attraverso i quali promuovere l’efficacia dell’azione educativa e la qualità degli apprendimenti.
Con la rilevazione campionaria, ovvero quella effettuata su un gruppo rappresentativo della popolazione scolastica, gli istituti possono confrontare i propri risultati rispetto alla media del Paese, della macroarea geografica e della regione di appartenenza.

L’INVALSI restituisce i risultati tenendo conto anche di alcune variabili di contesto che possono influire sugli esiti di apprendimento, come lo status socio economico culturale o il Paese d’origine.

Dal 2016 restituisce inoltre il dato sull’effetto scuola, ovvero sul contributo che l’Istituto scolastico dà al cambiamento del livello di competenze degli allievi, a prescindere dai risultati ottenuti nelle Prove nazionali“.