L’educazione civica diventa anche economica e finanziaria

da Il Sole 24 Ore

di Eu.B.

L’educazione civica diventa anche “economica” e “finanziaria”. Un emendamento contenuto nel pacchetto dei relatori al Ddl bilancio depositato in commissione Bilancio al Senato, modifica la legge che reintroduce l’insegnamento scolastico dell’educazione civica nel senso di prevedere anche questo approccio. Un’altra proposta di modifica introduce una detrazione del 22% sulle spese per le iscrizioni alle scuole di musica.

Educazione civica e finanziaria
L’educazione civica obbligatoria è stata introdotta dalla legge 92/2019 che è entrata in vigore il 5 settembre scorso. Ad anno scolastico formalmente iniziato. Per questo una nota del Miur ne ha disposto lo slittamento all’anno scolastico 2020/2021.
Per effetto dell’emendamento alla legge di bilancio i fondi allocati presso il ministero dell’Istruzione crescono di 200mila euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022.

Scuola di musica
Un altro emendamento approvato in commissione Bilancio introduce una detrazione del 22 per cento delle spese sostenute per iscrivere bambini e ragazzi ai conservatori, alle scuole di musica ai cori e alle bande. L’agevolazione si applica per spese inferiori ai mille euro e per contribuenti con redditi fino a 36 mila euro.

Proroga insegnanti distaccati
Un’altra novità in materia di scuola riguarda la proroga di 100 insegnanti fuori ruolo «presso gli enti e le associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti». Lo prevede
una proposta di modifica alla legge di bilancio approvata in commissione. Fino al 2021/22 viene prorogata anche la possibilità di assegnare fino 100 insegnanti e dirigenti scolastici «alle associazioni professionali del personale direttivo e docente ed agli enti cooperativi da esse promossi, nonché agli enti ed istituzioni che svolgono, per loro finalità istituzionale, impegni nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica». La misura costa 1,81 milioni nel 2020 e 3,55 milioni nel 2021.

Ore di sostegno insufficienti, il Miur condannato al risarcimento del danno

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Con la sentenza 5668 del 2 dicembre il Tar Campania riconosce il diritto dell’alunno disabile all’assegnazione dell’insegnante di sostegno per un numero appropriato di ore e, mutando un orientamento consolidato, condanna il Miur al risarcimento del danno non patrimoniale.

Il fatto
La vicenda coinvolge una bambina della scuola dell’infanzia a cui è stato assegnato un insegnante di sostegno per sole 2 ore e mezza al giorno. I genitori hanno proposto ricorso ritenendo che la quantità di ore assegnate fosse insufficiente e quindi illegittima rispetto a quelle garantite dalla legge per gli alunni diversamente abili. Hanno inoltre chiesto la condanna del Miur al risarcimento del danno non patrimoniale, quantificato in mille euro per ogni mese di mancanza dell’insegnante di sostegno nel rapporto 1/1.

Il Tar Campania accoglie il ricorso e condanna il Miur al risarcimento del danno, articolando una chilometrica sentenza (oltre 100 pagine) che propone un utile compendio delle migliaia di ricorsi aventi ad oggetto l’accertamento del diritto di un alunno diversamente abile all’assegnazione di un numero di ore di sostegno adeguate alla patologia che ha comportato la diagnosi di disabilità, con la peculiarità dell’accoglimento della domanda di condanna al risarcimento del danno non patrimoniale.

La garanzia del sostegno
Dopo aver scrupolosamente ripercorso la normativa e la collegata giurisprudenza, il Tar campano pone il rilievo il ruolo del piano educativo individualizzato (Pei), qualificato come «culmine della fase procedimentale volta all’assegnazione dell’insegnante per ciascun alunno», nel contesto del Dlgs 66/2017 che impone al dirigente scolastico di attribuire a ciascun alunno disabile un numero adeguato di ore di sostegno.

Nel caso analizzato, i giudici accolgono la domanda di accertamento del diritto della minore di usufruire di un insegnante di sostegno per l’intero orario di frequenza scolastica, posto che è l’unico modo per garantire adeguata tutela al diritto all’istruzione, obbligando la scuola a integrare il Pei con l’indicazione delle ore di sostegno necessarie e ad adottare le misure necessarie per evitare che l’alunna fruisca solo nominalmente del percorso di istruzione.

Il risarcimento del danno
Nella generalità dei casi la domanda risarcitoria è stata respinta, dovendo essere basata sulla specifica prova di quali siano state in concreto le conseguenze pregiudizievoli sull’alunno cagionate dall’illegittimità degli atti. Il Tar Campania muta invece approccio, sulla scorta di alcune recenti pronunce della Cassazione grazie alle quali il risarcimento non è collegato alla sola valutazione del pregiudizio subito, posto che il danno può essere dimostrato con tutti i mezzi di prova quali il fatto notorio, le massime di esperienza, le presunzioni, personalizzando il ristoro del danno sulla base del caso singolo tenendo conto:
– del danno dinamico relazionale (il vecchio “danno esistenziale”), in cui rientra la mancanza dell’insegnante protratta per un tempo idoneo a compromettere la finalità di inclusione dell’alunno;
– del danno da sofferenza interiore (il vecchio “danno morale”), che consiste nella compromissione delle attività realizzatrici della persona umana, quali la lesione della serenità familiare o del godimento di un ambiente salubre, le sofferenze e i patemi d’animo che il disabile provi nel ritrovarsi in classe senza insegnante di sostegno.

Intercultura, 16 borse di studio per un anno e per 6 o 3 mesi all’estero. Iscrizioni fino al 20 gennaio 2020

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Sono in pieno svolgimento in tutta Italia le attività di selezione per individuare gli oltre 2.200 adolescenti vincitori del concorso Intercultura, per frequentare un intero anno scolastico all’estero (o un periodo più breve di sei, tre, due mesi) oppure per aggiudicarsi la partecipazione a un soggiorno linguistico estivo. Due terzi dei posti a concorso prevedono una borsa di studio a totale o parziale copertura della quota di partecipazione.

C’è ancora qualche possibilità di per partecipare ai programmi all’estero per l’anno scolastico 2020-2021. Fino al 20 gennaio 2020 sul sito www.intercultura.it è possibile scaricare i bandi di concorso e iscriversi alle selezioni per candidarsi alle ultime 16 borse di studio.

I bandi sono rivolti a studenti nati tra il 1° giugno 2001 e il 31 agosto 2005 con i seguenti requisiti:
• studenti iscritti a una scuola secondaria di II grado e residenti in provincia di Rieti. Per loro la Fondazione Varrone mette a disposizione 6 borse di studio per programmi scolastici trimestrali in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Spagna; www.intercultura.it/fondazione-varrone/

• figli di dipendenti del Gruppo Poste Italiane. Per loro l’azienda offre 2 borse di studio per programmi scolastici annuali in Costarica e Usa. www.intercultura.it/gruppo-poste-italiane/ A queste si aggiungono altre 19 borse di studio per i programmi estivi di lingua proposti da Intercultura della durata di 4 o di 2 settimane;

• studenti residenti nei comuni di competenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia con reddito familiare fino a 65.000 euro. Per loro la Fondazione mette a disposizione 8 borse di studio per programmi all’estero di varia durata. L’iniziativa è rivolta a studenti residenti nei Comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Bevagna, Cascia, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Costacciaro, Deruta, Fossato di Vico, Fratta Todina, Gualdo Tadino, Gubbio, Lisciano Niccone, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montone, Nocera Umbra, Norcia, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Perugia, Piegaro, Pietralunga, Preci, Scheggia e Pascelupo, Scheggino, Sigillo, Spello, Todi, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno, Umbertide, Valfabbrica.

Le borse di studio sono così distribuite:
o4 programmi scolastici annuali in Cina, Colombia, Irlanda e Ungheria;
o2 programmi scolastici semestrali in Colombia e Irlanda;
o2 programmi scolastici trimestrali in Canada anglofono e Irlanda.

Oltre a queste la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia mette a disposizione altre 12 borse di studio per programmi linguistici estivi in Argentina, Canada, Cina, Danimarca, Giappone, India, Irlanda, Regno Unito, Russia, Spagna, Tunisia, Usa (California e Chicago). www.intercultura.it/fondazione-cassa-risparmio-perugia/

Tutti gli studenti che risulteranno vincitori di un programma all’estero saranno coinvolti anche nel percorso di formazione che Intercultura predispone per preparare i ragazzi a convivere con valori e popoli diversi ed aiutarli ad aprirsi al mondo e a sviluppare maggiore predisposizione all’internazionalità e all’interculturalità. Durante la permanenza all’estero i ragazzi sperimenteranno come comportamenti e modi di fare ritenuti “normali” e acquisiti, improvvisamente non sembrano più funzionare in un contesto diverso da quello in cui si è sempre vissuti e le attività proposte dai volontari di Intercultura li guideranno nell’esercizio di aumentare la consapevolezza del proprio bagaglio culturale.

“La scuola dovrebbe insegnare l’empatia contro cyberbullismo e odio sul web”

da La Stampa

Bruno Ruffilli
Torino
Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia, parla di educazione digitale, quando squilla il telefono. È Giovanni, uno dei due figli, che ha finito i compiti. «Hanno 11 e 14 anni, non sono su nessun social network», assicura. Da madre, impone stretti limiti all’uso dello smartphone: non più di un’ora al giorno, e – come ci si aspetta da chi guida un colosso hi tech – lo fa utilizzando uno strumento tecnologico, il controllo parentale. «Ma – osserva – i colossi del tech dovrebbero fare di più per limitare i pericoli in rete».
È a Torino per un accordo tra Microsoft e Ogr Tech, in cui l’educazione gioca un ruolo importante: «Aiuteremo le startup a diventare più forti tecnologicamente, le inseriremo nel network globale di Microsoft e daremo loro uno spazio nel nostro marketplace dove incontrare altre aziende e vendere i propri servizi. Torino diventerà un hub di innovazione, con corsi e workshop su temi caldi della tecnologia, dal cloud alla cybersicurezza all’intelligenza artificiale», spiega.
Una ricerca recente di McKinsey e AmCham stima in 570 miliardi di euro l’impatto dell’IA in Italia nel 2030, quindi meglio mettersi a studiare.
«È il 23% del fatturato totale delle aziende italiane, in tutti i settori. Ma oggi da noi il tasso di adozione dell’intelligenza artificiale è intorno al 17%, circa la metà del resto d’Europa, e questo soprattutto per scarsità di competenze».
Cosa potrebbe fare la scuola per illustrare le opportunità del digitale, ma anche i suoi lati oscuri?
«Far leva sugli ideali dei giovani, ad esempio l’ambiente: la tecnologia può essere una bacchetta magica per cambiare il mondo. Non serve avere uno smartphone da 1000 euro se lo si usa solo per WhatsApp, bisogna stare attenti a non appiattirsi sul narcisismo e sul culto di modelli imposti dall’esterno. La scuola dovrebbe insegnare l’empatia per combattere fenomeni come il cyberbullismo, educare al rispetto e alla civiltà: i valori del mondo reale valgono anche per il mondo digitale, non c’è differenza. E soprattutto, dovrebbe insegnare a imparare continuamente, stimolare la curiosità e la voglia di crescere anche attraverso la tecnologia».
Non solo coding, insomma?
«I laureati in Italia sono pochi, e ancor meno in discipline scientifiche, mentre ci sono 150 mila posti vacanti nei settori legati all’hi-tech. Per questo, con il programma Ambizione Italia, abbiamo formato mezzo milione di persone, e contiamo di arrivare a 2 milioni entro il 2020. Sono convinta che gli studi umanistici stimolino il lato creativo, tuttavia a un certo punto bisogna avere delle competenze tecniche, sogno il momento in cui corsi di programmazione siano la norma in tutte le facoltà umanistiche. Ma anche questo potrebbe non bastare».
Cosa serve ancora?
«Capacità di problem solving, pensiero critico, attitudine alla collaborazione. Per questo, oltre al curriculum online per giovanissimi sviluppato in collaborazione con Mondo Digitale, abbiamo dei laboratori di quattro ore, dove gli studenti affrontano un problema concreto, studiano e programmano usando anche l’intelligenza artificiale per trovare una soluzione. Al di là del risultato, importa il processo: lavorare in gruppo, analizzare uno scenario, cercare una risposta, capire come usare la tecnologia in maniera creativa».
E i pericoli?
«Dall’inizio dell’anno abbiamo incontrato 200 mila tra studenti e docenti e collaborato con polizia postale e associazioni per spiegare ai ragazzi come comportarsi online. Credo ci sia spazio per fare di più, ma anche i social network dovrebbero assumersi le loro responsabilità, un approccio più incisivo contro hate speech e fake news è possibile».
La tecnologia è un posto per donne?
«In Italia ci sono poche donne in ruoli dirigenziali, ma tutte in aziende tecnologiche. È un settore competitivo e molto meritocratico, quindi offre pari opportunità a pari merito. Il punto è che l’accesso a questo mondo è limitato perché il nostro modello di donna non prevede che si laurei in ingegneria o in fisica. Noi ci proviamo: con Coding Girl abbiamo avviato alla programmazione oltre 10 mila ragazze in sei anni». —

Nuovi assunti fermi per 5 anni

da ItaliaOggi

Carlo Forte e Alessandra Ricciardi

Docenti neoimmessi in ruolo inchiodati per 5 anni alla sede di prima destinazione e nulla di fatto per l’accesso ai concorsi straordinari per gli assistenti amministrativi non laureati, che abbiano svolto il ruolo di direttori generali dei servizi amministrativi per almeno 3 anni. Sono queste le disposizioni principali contenute, rispettivamente, nel disegno di legge di conversione e nel decreto legge 129/2019, sulle quali i sindacati rappresentativi del settore scuola, Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, stanno manifestando in questi giorni la loro contrarietà. Il provvedimento dopo il via libera della camera è stato trasmesso al senato, per l’approvazione definitiva. E difficilmente potrà essere modificato. Ieri si sono svolte in commissione istruzione le audizioni e gli spazi per ulteriori modifiche appaiono stretti. Se la maggioranza dovesse essere compatta, l’ipotesi principale parla di un arrivo del provvedimento in aula di Palazzo Madama senza mandato al relatore. Nessuna modifica dunque al provvedimento che verrebbe licenziato definitivamente. Se invece dovessero prevalere alcune perplessità del Pd e di Italia Viva, e il ddl dovesse essere riaperto, ci sarebbe poi da fare una corsa per la sua conversione entro il 29 di dicembre con un passaggio successivo a Montecitorio. La decisione sarà assunta nelle prossime ore.

Le critiche dei sindacati si appuntano sul fatto che l’approvazione degli emendamenti al decreto Legge 126/2019 avrebbe determinato «lo stravolgendo su molti punti le intese» si legge nel comunicato congiunto «alle quali il decreto doveva dare concreta attuazione. Pesante invasione di campo su materie di natura sindacale, come la mobilità. Eluso, ad oggi» continuano i sindacati, «l’impegno riguardante le misure da inserire nella legge di bilancio sul sistema delle abilitazioni e per la valorizzazione professionale di docenti e Ata».

L’invasione di campo nelle materie di natura sindacale riguarderebbe quelle che, per legge, dovrebbero essere regolate al tavolo negoziale. Le sigle fanno riferimento in particolare alla mobilità. E cioè alle modifiche al decreto legge introdotte in sede di conversione con l’approvazione di un emendamento all’articolo 10 del decreto.

Si tratta, in particolare dell’introduzione del comma 8-octies. La modifica prevede che a decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2020/2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possano chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso soltanto dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero.

La misura inchioda i neoimmessi in ruolo alla sede di prima destinazione per 5 anni, precludendo l’accesso non solo alla mobilità a domanda: quella, cioè, che comporta il cambio di titolarità in organico di diritto ( trasferimenti e passaggi di cattedra o di ruolo), ma anche alla mobilità annuale e alle supplenze previste dall’articolo 36 del vigente contratto di lavoro. In pratica, il docente del Sud, neoimmesso in ruolo al Nord, non potrà tentare alcun avvicinamento alla famiglia. Perché gli risulterà preclusa non solo la strada dell’utilizzazione e dell’assegnazione provvisoria, ma anche quella, assai svantaggiosa economicamente, della possibilità di accettare supplenze congelando il ruolo.

Questa preclusione pone nel nulla la vigente normativa contrattuale e non potrà essere derogata nemmeno con interventi contrattuali successivi. E rischia di vanificare la possibilità di coprire i posti vuoti al Nord, che rimarranno tali dopo le assunzioni a tempo indeterminato. Perché la consapevolezza di non potere accedere alla mobilità per 5 anni, per i neoimmessi in ruolo, potrebbe scoraggiare i docenti del Sud a presentare la domanda per essere inclusi in coda alle graduatorie dei concorsi. Ipotesi, questa, che viene prevista proprio dal decreto legge 129.

E poi c’è la questione, rimasta irrisolta, degli assistenti amministrativi facenti funzione di Dsga. Che non potranno partecipare al concorso straordinario se non saranno in grado di vantare il previo possesso di una laurea in giurisprudenza, economia e commercio o scienze politiche. I sindacati lamentano anche la carenza di risorse per i rinnovi contrattuali, in particolare per quanto riguarda il personale della scuola. Che peraltro, rispetto al resto del pubblico impiego, è il settore che presenta mediamente retribuzioni più basse. Le sigle, dunque, hanno chiesto un incontro urgente con il ministro dell’istruzione « per una verifica che chiediamo avvenga quanto prima» recita il comunicato «perché possa avere incidenza sul dibattito parlamentare in corso».

Manovra, Bullismo e cyberbullismo: un milione per formare gli insegnanti

da Orizzontescuola

Manovra 2020: approvato all’unanimità in Commissione Bilancio un emendamento che stanzia i fondi per la formazione degli insegnanti in materia di bullismo, cyberbullismo e discriminazioni di genere.

Perché tanto è stato fatto e tanto ancora deve essere fatto.

È un successo del Parlamento – afferma Licia Ronzulli presidente della Commissione per l’infanzia e l’adolescenza  e prima firmataria dell’emendamento dal momento che l’emendamento è stato sottoscritto da tutti i gruppi ed approvato all’unanimità in commissione bilancio, ma in particolare della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che ha proposto la misura. Si tratta di un primo fondamentale tassello nell’ottica di un `welfare per l’infanzia´ a tutela dei diritti dei minori“.

Si tratta di un primo passo avanti che ci incoraggia a proseguire in questa battaglia quotidiana per la tutela dei minori, battaglia che il Moige conduce da anni nelle scuole e nelle piazze delle nostre città formando e sensibilizzando i nostri ragazzi a conoscere e prevenire i cyber-risk e all’uso consapevole delle nuove tecnologie“.  Dichiara Antonio Affinita, Direttore generale del Moige – Movimento Italiano Genitori.

Un fenomeno che nei prossimi anni sarà sempre più diffuso se consideriamo che – secondo i dati dell’indagine sul cyberbullismo e sull’utilizzo dei social, curata per il Moige dal Prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma – la generazione di ragazzi tra gli 8 e i 18 anni è super tecnologica e iperconnessa: l’81% afferma che tutti i dispositivi presenti a casa sono connessi ad internet e l’intero totale degli intervistati controlla i propri profili social online.

I ragazzi sono connessi su più social contemporaneamente, fino ad arrivare anche a 5, i più utilizzati sono: Instagram 77,4%, Youtube 62,3%, Snapchat 35,7% e, in netto declino rispetto agli anni precedenti, Facebook 33,9%.

Inoltre, circa il 21% del campione abitualmente gira video con il proprio smartphone e li diffonde tramite i social. E il 31% del campione ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni, mentre 1 ragazzo su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting.

Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa.

Pensioni quota 100, scadenza domande insieme a requisiti normali

da Orizzontescuola

di redazione

Pensioni quota 100: il decreto scuola adesso in esame al Senato modificherà la norma che prevedeva la presentazione della domanda entro il 28 febbraio 2019.

La data così posticipata – legata lo scorso anno alla pubblicazione del decreto relativo – ha avuto conseguenze importanti per la scuola: circa 10.000 posti infatti non sono stati certificati in tempo dall’INPS per le operazioni di mobilità e immissioni in ruolo.

Il decreto scuola interviene su questo, assegnando alcuni dei posti a ruolo con retroattività giuridica dal 1° settembre 2019, ma interviene anche in modo strutturale.

La data di scadenza per la presentazione delle domande Quota 100 viene così allineata a  quella normale per la scuola.

Si è in attesa della pubblicazione della relativa circolare, che darà il via alla presentazione delle domande.

La scheda  CISL Scuola sui requisiti di accesso

Concorso straordinario secondaria, blocco di cinque anni per i vincitori

da La Tecnica della Scuola

I vincitori del concorso scuola straordinario per la secondaria non potranno fare domanda di trasferimento per cinque anni. Lo prevede il decreto scuola, attualmente in fase di approvazione in Commissione al Senato, che porterà all’indizione del concorso scuola 2020.

Concorso scuola straordinario: vincolo di cinque anni per i vincitori

Il decreto scuola approdato in Senato specifica proprio tale disposizione: “A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2020/2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso soltanto dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero. La disposizione del presente comma non si applica al personale di cui all’articolo 33, commi 3 e 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, purché le condizioni ivi previste siano intervenute successivamente alla data di iscrizione ai rispettivi bandi concorsuali ovvero all’inserimento periodico nelle graduatorie di cui all’articolo 401 del presente testo unico“.

Inoltre, è bene ricordare che “l’immissione in ruolo comporta, all’esito positivo del periodo di formazione e di prova, la decadenza da ogni graduatoria finalizzata alla stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato per il personale del comparto scuola, ad eccezione di graduatorie di concorsi ordinari per titoli ed esami di procedure concorsuali diverse da quella di immissione in ruolo”.

Ciò risulta quindi abbastanza chiaro: chi parteciperà al prossimo concorso straordinario scuola secondaria e rientrerà nel contingente dei 24 mila vincitori, non potrà presentare domanda di trasferimento per cinque anni e quindi dovrà lavorare nella stessa sede di titolarità in cui è stato assegnato.

Ecco il testo approdato in Senato (clicca qui)

Quale servizio è valido per il concorso scuola 2020 riservato?

Come sappiamo, potranno partecipare al concorso straordinario abilitante per la scuola secondaria di primo e secondo grado, i docenti in possesso dei seguenti requisiti:

  • almeno tre anni di servizio nella scuola secondaria statale (anche su sostegno) dal 2008/2009 al 2018/2019. Chi conclude la terza annualità nel 2019/2020 partecipa con riserva
  • uno dei predetti tre anni deve essere specifico, ossia svolto nella classe di concorso per cui si partecipa.
  • Potranno partecipare, anche se solo ai fini dell’abilitazione, i docenti che hanno maturato il servizio di tre anni nella scuola paritaria.

Per i posti di sostegno è necessario avere, oltre ai seguenti requisiti di servizio, la specializzazione sul sostegno.

Concorso scuola secondaria: la procedura riservata

La procedura per l’immissione si baserà su più passaggi:

Prima si svolgerà, come accennato in precedenza, il concorso scuola 2020, che vedrà una prova selettiva computer based che si supera con un punteggio minimo di 7/10; graduatorie di merito redatte sommando i punteggi dei titoli culturali e di servizio posseduti più il punteggio ottenuto nella prova selettiva.

Successivamente si procederà all’assunzione in ruolo secondo la posizione in graduatoria.

I docenti assunti saranno ammessi all’anno di prova e di formazione (180 giorni di servizio e 120 di attività didattica)  durante il quale, se ne sono sprovvisti, dovranno acquisire 24 CFU a carico dello Stato.

Al termine di tale periodo, per ottenere la conferma in ruolo, dovranno essere valutati dal comitato di valutazione della scuola dove prestano servizio, integrato da un componente esterno.

Nel caso in cui non si dovesse superare per due volte (considerato che il periodo di prova è ripetibile) la prova orale prevista al termine del periodo di prova, il contratto di assunzione è risolto.

Le assunzioni dei vincitori potranno continuare anche dopo il suddetto periodo, perché la graduatoria di merito è ad esaurimento.

I posti saranno suddivisi tra posti comuni e posti di sostegno.

Ovviamente, trattandosi di un testo ancora non approvato in via definitiva, non è escluso che possano cambiare alcune condizioni già elencate in questo ed altri articoli sul tema.

Prove Invalsi 2020, tutte le indicazioni organizzative

da La Tecnica della Scuola

Dopo la pubblicazione della nota concernente l’organizzazione delle prove Invalsi nelle scuole secondarie di I grado, arrivano le indicazioni per tutte le scuole.

In particolare, la nota per le scuole primarie illustra come dovranno svolgersi nelle classi II e V, e la tempistica da rispettare.

Con riferimento alla scuola secondaria di II grado, l’Invalsi ha pubblicato due note differenti: una riguarda le classi II e una le classi V.

Anche in questo caso, oltre ad indicazioni procedurali, sono segnate tutte le scadenze.

Calendario delle prove

Scuola primaria

classi II (prova cartacea)

  • Italiano: giovedì 7 maggio 2020
  • prova di lettura solo Classi Campione: giovedì 7 maggio 202
  • Matematica: martedì 12 maggio 2020

classi V (prova cartacea)

  • Inglese: mercoledì 6 maggio 2020
  • Italiano: giovedì 7 maggio 2020
  • Matematica: martedì 12 maggio 2020

Scuola secondaria di I grado

classi III  (prova al computer – CBT)

  • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): venerdì 3, lunedì 6, martedì 7, mercoledì 8 aprile 2020.
    La scuola sceglie tre giorni tra i quattro proposti (il sabato 4 aprile 2020 le Classi Campione non possono svolgere prove)
  • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da mercoledì 1 aprile 2020 a giovedì 30 aprile 2020
  • Sessione suppletiva Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 11 maggio 2020 a venerdì 15 maggio 2020

Scuola secondaria di II grado

classi II  (prova al computer – CBT)

  • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano e Matematica: lunedì 11, martedì 12, mercoledì 13 maggio 2020. La scuola sceglie due giorni tra i tre proposti
  • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano e Matematica: da martedì 5 maggio 2020 a sabato 23 maggio 2020

classi V (prova al computer – CBT)

  • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): lunedì 9, martedì 10, mercoledì 11, giovedì 12 marzo 2020. La scuola sceglie tre giorni tra i quattro proposti
  • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 2 marzo 2020 a martedì 31 marzo 2020
  • Sessione suppletiva Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 11 maggio 2020 a venerdì 15 maggio 2020.

Per soddisfare i limiti per la composizione delle classi ci vogliono aule capienti

da La Tecnica della Scuola

La normativa vigente prevede delle regole differenti per la composizione delle classi a seconda del grado e dell’ordinamento di riferimento.

Nel dettaglio, nella fase di assegnazione degli studenti tra le varie sezioni, il Dirigente Scolastico deve tener conto dei seguenti limiti:
• scuola dell’infanzia: da un minimo di 18 ad un massimo di 26 alunni per classe;
• scuola primaria: da un minimo di 15 ad un massimo di 26 alunni per classe. Il minimo può scendere a 10 alunni nelle scuole situate nei Comuni di montagna, nelle piccole isole e nelle aree geografiche popolate da minoranze linguistiche);
• scuola secondaria di I grado: da un minimo di 18 ad un massimo di 27 alunni per classe;
• scuola secondaria di II grado: da un minimo di 27 ad un massimo di 30 alunni per classe.

Tenendo presente le superfici delle aule dove il rapporto alunni superficie sia di 1.80 mq/ alunno nelle scuole materne, elementari, medie e 1,96 mq/ alunno nelle scuole superiori, senza tener conto degli arredi (es. cattedra e armadi; questi limiti si traducono nel seguente modo: secondo il D.M. 18/12/1975 in una classe di scuola elementare con numero di 25 alunni ,essendo l’indice minimo per alunno di 1,80 mq, la superficie minima necessaria, al netto degli arredi (senza cattedra e armadi e altro mobilio, fatta eccezione per i banchi e per le sedie) dovrebbe essere di almeno 45 mq (1,8X25) per un’altezza minima di tre metri.

Domande di invalidità civile, semplificazione delle procedure. Messaggio Inps

da La Tecnica della Scuola

Con il messaggio n.4601, l’Inps rende nota la semplificazione delle modalità di presentazione delle domande di invalidità civile, cecità e sordità per i soggetti di età compresa tra i 18 e i 67 anni.

Possono presentare domanda di riconoscimento dell’invalidità:

  • i cittadini italiani con residenza in Italia;
  • i cittadini stranieri comunitari legalmente soggiornanti in Italia e iscritti all’anagrafe del comune di residenza;
  • i cittadini stranieri extracomunitari legalmente soggiornanti in Italia, titolari del requisito del permesso di soggiorno di almeno un anno, come previsto dall’articolo 41 del Testo unico per l’immigrazione, anche se privi di permesso di soggiorno CE di lungo periodo.

La richiesta del riconoscimento dell’invalidità può essere avviata dal singolo che si ritiene invalido oppure dal suo genitore/tutore (in caso di persone interdette) o dal suo curatore (per quanto riguarda le persone inabilitate).

Domande di invalidità civile, semplificazione delle procedure

In prima fase di rilascio, tali modifiche riguardano le sole domande trasmesse online dai Patronati.

L’accesso alla procedura semplificata è subordinato alla condizione che il requisito anagrafico sia perfezionato alla data della domanda.

Per tale motivo, la procedura di acquisizione online a disposizione dei Patronati verifica automaticamente, tramite accesso agli archivi anagrafici a disposizione dell’Istituto, la sussistenza del requisito anagrafico.

Per consentire la verifica, nel primo pannello della “Compilazione online delle domande”, deve essere acquisito il solo codice fiscale del soggetto richiedente.

Una volta verificato il requisito anagrafico, si potrà procedere con l’attività di acquisizione della domanda, che è suddivisa in più pannelli.

Alcuni pannelli sono finalizzati all’avvio dell’accertamento sanitario (richiedente, rappresentante legale, recapiti, accertamento), altri sono funzionali alla liquidazione dell’eventuale prestazione economica, in quanto consentono di acquisire i seguenti dati:

  • dati dell’eventuale ricovero;
  • dati relativi allo svolgimento di attività lavorativa;
  • dati reddituali;
  • modalità di pagamento;
  • delega alla riscossione di un terzo <quadro G>;
  • delega in favore delle associazioni <quadro H>.

È prevista, infine, una sezione “Allegati” per l’inserimento di dichiarazioni di responsabilità e di altri documenti necessari in relazione alla domanda acquisita.

Una volta completata l’acquisizione dei dati, la domanda semplificata deve essere trasmessa all’Istituto attraverso la funzione “Invio domanda”. La sezione dedicata ai requisiti socio-economici non può essere trasmessa se non compilata in tutti i suoi campi obbligatori.

I dati, così come inseriti, transiteranno automaticamente, senza ulteriore intervento da parte del Patronato, in fase concessoria dopo la definizione del verbale sanitario che riconosce il diritto alla prestazione economica.

Si precisa che, in questa fase di avvio in forma sperimentale, rimangono disponibili, in alternativa, le ordinarie modalità di trasmissione del modello “AP70” dopo il completamento della fase sanitaria, qualora in fase di domanda non fossero inseriti i dati sopra descritti.

Iscrizioni 2020, dal 10 al 31 dicembre la personalizzazione del modulo

da La Tecnica della Scuola

Si parte da oggi, 10 dicembre 2019, con la fase di avvio delle iscrizioni all’a.s. 2020/2021. Infatti, fino al 31 dicembre, tramite SIDI, le istituzioni scolastiche devono predisporre il modulo di iscrizione, personalizzandolo a partire da quello dello scorso anno.

La funzione “Importa modulo anno precedente” consente di accedere all’ultimo modello personalizzato. La funzione “Personalizza il modulo d’iscrizione” permette di apportare eventuali modifiche ed aggiungere le voci del “catalogo alunni” e “catalogo famiglia”. Nel caso in cui si vogliano richiedere ulteriori notizie occorre utilizzare la funzione “Ulteriori Informazioni da richiedere alla famiglia”.

E’ poi possibile effettuare un test sul modello personalizzato, simulando l’iscrizione on line così come avviene per l’utente famiglia, per valutare l’idoneità e la completezza del modello predisposto.

Per effettuare il test la scuola deve prima validare e pubblicare il modello utilizzando le funzioni “Validazione modulo” e “Pubblicazione modulo” presenti nell’applicazione di “Personalizzazione modello”.

Nella fase di test, la pubblicazione rende disponibile il modello solo nel SIDI, ad esclusivo uso delle scuole, ed è possibile simulare la compilazione della domanda fino alla funzione di inoltro (funzione disabilitata nel periodo della “personalizzazione”). Qualora la scuola dovesse rilevare che il modulo pubblicato non risponda alle proprie esigenze, può eseguire l’annullamento della pubblicazione, modificare il modello e procedere ad una nuova  pubblicazione.

La pubblicazione del modello personalizzato, anche se non modificato, deve avvenire come già detto entro il 31 dicembre 2019. Dopo tale data non saranno consentiti interventi di alcun genere neanche se si tratti della sola pubblicazione. Nel caso in cui la scuola non abbia pubblicato il modello entro il 31 dicembre 2019, si procederà in automatico alla pubblicazione del modello di base.

Il Consiglio orientativo

Ricordiamo che sempre da oggi, 10 dicembre, le scuole secondarie di I grado sono tenute a comunicare il “Consiglio orientativo” relativamente agli alunni frequentanti le classi conclusive. Per ciascun alunno la scuola può indicare non più di 3 scelte, specificando percorso, settore e indirizzo.

Le altre scadenze

Dal 7 al 31 gennaio 2020 le famiglie compilano e trasmettono i moduli per l’iscrizione all’a.s. 2020/2021. Ma già dal 27 dicembre 2019 possono registrarsi al portale Iscrizioni on-line.

Concorso ATA: pubblicato bando internalizzazione dei collaboratori scolastici. Domande fino al 31 dicembre

da Tuttoscuola

Parte la procedura per l’internalizzazione dei collaboratori scolastici. Sul sito del Ministero dell’Istruzione è disponibile il bando che indice una selezione riservata ai dipendenti a tempo indeterminato delle imprese addette ai servizi di pulizia nelle scuole e nelle istituzioni educative statali. I candidati devono aver svolto servizio per almeno dieci anni, anche non continuativi, compresi gli anni 2018 e 2019. Ne dà notizia il MIUR stesso attraverso un comunicato che riportiamo di seguito.

Dal 9 dicembre, fino alle ore 14.00 del 31 dicembre 2019, gli interessati  possono  presentare la domanda di partecipazione online, attraverso l’applicazione “Piattaforma Concorsi e Procedure selettive”, previo possesso delle credenziali SPID, o in alternativa,  di un’utenza valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata MIUR con l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”.

Si accede alla pagina dedicata alla procedura selettiva sul sito www.miur.gov.it, area “Ministero”, sezione “Concorsi” (Ministero > Concorsi > Procedura selettiva per la internalizzazione dei servizi) (https://www.miur.gov.it/web/guest/procedura-selettiva-per-la-internalizzazione-dei-servizi). In alternativa, è possibile attraverso il bottone “vai al servizio” presente nella scheda relativa alla “Piattaforma Concorsi e Procedure selettive”, raggiungibile nell’area “Argomenti e Servizi” > “Servizi online“ (https://www.miur.gov.it/web/guest/servizi-dalla-a-alla-z). All’interno dello spazio denominato “presentazione della domanda” sono disponibili tutte le informazioni utili alla compilazione.

Il bando: https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/D.D.G.+2200+del++6.12.2019.pdf/33ae371a-7327-4dac-5bc3-44c29adcb583?version=1.0&t=1575881893987

Sciopero ATA 11 dicembre: tutto quello che c’è da sapere

da Tuttoscuola

Il MIUR comunica che FederATA ha proclamato una giornata di sciopero ATA in data 11 dicembre 2019 per tutto il personale ATA della scuola.

Poiché le azioni di sciopero ATA in questione interessano il servizio pubblico essenziale “istruzione”, di cui all’art. 1 della legge 12 giugno 1990, n. 146 e successive modifiche ed integrazioni e alle norme pattizie definite ai sensi dell’art. 2 della legge medesima, il diritto di sciopero va esercitato in osservanza delle regole e delle procedure fissate dalla citata normativa.

I dirigenti scolastici devono comunicare tempestivamente, attraverso il portale SIDI – menu “I tuoi servizi”, area “Rilevazioni” – i seguenti dati: il numero dei lavoratori dipendenti in servizio; il numero dei dipendenti aderenti allo sciopero anche se negativo; il numero dei dipendenti assenti per altri motivi; l’ammontare delle retribuzioni trattenute.