Scuole nuove e più sicure: in manovra 395 milioni

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

In una manovra 2020 avara per l’istruzione fa eccezione almeno in parte l’edilizia scolastica. Che, tra decreto fiscale e disegno di legge di bilancio, porta a casa 415 milioni da qui al 2023 per l’ammodernamento delle scuole. Insieme a un meccanismo più stringente sull’uso dei fondi raccolti attraverso l’8 per mille (si veda l’altro articolo in pagina). Risorse che vanno ad aggiungersi ai 6,3 miliardi ripartiti – stando solo agli interventi principali – dal 2015 a oggi. Con tempi e modalità di erogazione che non hanno brillato certo per rapidità.

Nonostante tutti gli ultimi governi abbiano messo in cima ai loro pensieri (e ai loro proclami) l’edilizia scolastica, la fotografia delle nostre scuole non cambia: su 40mila istituti sparsi lungo la Penisola, i 2/3 sono stati costruiti più di 40 anni fa, per un’età media di 52 anni. Una situazione strutturale che difficilmente risolveremo a breve. Basti pensare che la Fondazione Agnelli ha stimato di recente in 200 miliardi la spesa che andrebbe affrontata per assicurare la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici. Una cifra che fa a pugni con i vincoli di finanza pubblica.

Le risorse già attivate

In realtà, come testimonia il grafico qui accanto, di risorse negli ultimi anni ne sono state mobilitate. Innanzitutto attraverso i mutui della Banca europea degli investimenti (Bei), che prevedono per il 50% risorse comunitarie e per il 50% finanziamenti nazionali. E che coinvolgono anche Cassa depositi prestiti, alla quale spetta il compito di stipulare i mutui con le Regioni (che a loro volta predispongono i programmi regionali degli interventi e trasferiscono le risorse agli enti proprietari degli stabili). Ebbene, di piani Bei finora ne sono stati finanziati due: il primo, che ha riguardato le annualità 2015 e 2016, ha consentito di distribuire oltre 2,4 miliardi su 5.600 interventi; il secondo, relativo al 2018 ma autorizzato nel 2019, ha aggiunto altri 2,9 miliardi su 3mila interventi.

Al conto si sta per sommare un altro miliardo, spalmato su tre iniziative. La prima (98 milioni) riguarda l’antincendio e si sostanzierà a giorni in un avviso pubblico nazionale rivolto direttamente a Comuni e Province. Quella più corposa è però la seconda: 510 milioni che il Miur erogherà direttamente alle Regioni. Una novità rilevante, secondo la viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani (Pd): «Questa volta – spiega – parliamo di risorse di bilancio del Miur che andranno in erogazione diretta agli enti locali sulla base delle priorità individuate dalle Regioni nell’ambito della Programmazione triennale nazionale 2018-2020, in particolare su quelle per il 2019. Questo vuol dire – aggiunge – che si potrà agire in maniera mirata e rapida». Iter rapido che poco dopo, a febbraio, riguarderà anche la terza iniziativa in agenda (per altri 320 milioni).

Gli interventi in manovra

Arriviamo così alla manovra 2020. Che punta innanzitutto a snellire le procedure per l’assegnazione dei fondi, introducendo il silenzio assenso su pareri, visti e nulla osta relativi all’edilizia scolastica: se non arrivano entro 30 giorni, si considerano acquisiti positivamente. Ma un minimo viene rimpolpata anche la dotazione finanziaria a disposizione, sebbene senza alcun effetto sul 2020, eccezion fatta per i 45 milioni (di cui 5 sul 2019 e 10 dal 2020 al 2023) che il decreto fiscale stanzia per le verifiche di vulnerabilità sismica.

Agli altri 350 milioni ci pensa la legge di bilancio. Destinandone 100 annui dal 2021 al 2023(che dal 2024 diventano 200) alla ristrutturazione di asili nido e scuole dell’infanzia, insieme alla nascita di una Cabina di regia ad hoc, 40 milioni(per il biennio 2022-2023) all’efficientamento energetico, 10 milioni (sul 2023) alla progettazione. Anche se in quest’ultimo caso si tratta di risorse già previste dalla manovra 2018 e rimaste finora nel cassetto.

Ristrutturazione degli istituti: blindato l’otto per mille allo Stato

da Il Sole 24 Ore

di Valentina Melis

I fondi dell’otto per mille a gestione statale hanno portato in dote all’edilizia scolastica dal 2014, 20 milioni di euro. Gli ultimi 13 milioni stanno per essere ripartiti agli enti locali con un decreto del ministero dell’Istruzione.

L’edilizia scolastica è entrata cinque anni fa tra le finalità per le quali può essere spesa la quota dell’otto per mille dell’Irpef assegnata dai contribuenti allo Stato. Il decreto fiscale collegato alla manovra 2020 ha introdotto una serie di disposizioni per rafforzare questa possibilità e “blindare” la destinazione dei fondi.

Dalla prossima dichiarazione dei redditi (relativa al 2019), chi deciderà di destinare l’otto per mille allo Stato anziché a una confessione religiosa, non firmerà genericamente nella casella «Stato» ma potrà scegliere una finalità specifica per la quale usare i fondi, tra: fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali, ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici.

L’obiettivo è probabilmente anche quello di rimpolpare i fondi dell’otto per mille allo Stato, dopo le pesanti decurtazioni subite dal fondo negli anni scorsi (che continuano a operare in forza di leggi precedenti). La maggior parte di questa quota dell’Irpef, dal 2004 in poi, è stata impiegata infatti per esigenze di bilancio diverse dalle finalità sociali previste dalla legge 222/1985.

Nel 2017, ad esempio, la quota dell’otto per mille statale determinata in base alle dichiarazioni dei redditi è stata di 181 milioni, ma alle cinque finalità previste per legge ne sono stati destinati appena 30.

Dal prossimo anno, dunque, i contribuenti potranno premiare direttamente una tipologia di intervento. L’effetto di questa scelta dovrebbe manifestarsi sull’assegnazione delle risorse a partire dal 2022: l’otto per mille dell’Irpef è infatti liquidato ai beneficiari in base alle dichiarazioni dei redditi relative al terzo periodo d’imposta precedente. Le opzioni a favore dello Stato sono lievemente aumentate negli ultimi anni, passando dal 14,6% delle scelte espresse nelle dichiarazioni del 2016 al 15,6% delle scelte nelle dichiarazioni del 2018.

Il Dl fiscale collegato alla manovra ha previsto ora con chiarezza che i fondi dell’otto per mille destinati all’edilizia scolastica con le dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2019 al 2028 non potranno essere usati per altri scopi.

Un’altra novità del Dl fiscale punta a garantire una distribuzione più equa dei fondi per le scuole nel territorio: dovranno essere suddivisi in tre parti uguali, da attribuire alle Regioni del Nord, del Centro e Isole e del Sud.

Infine, è stata modificata una disposizione della legge 107/2015 sulla “buona scuola”, per la quale le risorse dell’otto per mille dell’Irpef destinate all’edilizia scolastica devono finanziare interventi diventati necessari per eventi eccezionali e imprevedibili. Ora il Dl fiscale aggiunge l’avverbio «prioritariamente» davanti a questi interventi, per precisare che non saranno gli unici a essere finanziati.

App «acchiappabulli» per segnalare subito le aggressioni fisiche o in rete

da Il Sole 24 Ore

di Davide Madeddu

Un’app per segnalare atti di violenza, soprusi commessi per strada, a scuola o nei luoghi chiusi. E una rete che unisce quattro università e la polizia postale. Si chiama “acchiappabulli”, progettata dai ricercatori dell’università di Cagliari, nell’ambito di un progetto triennale che vede partecipare le università di Bari, Foggia e Napoli (la Federico II) e la Polizia postale, ha l’obiettivo di contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo.

Finanziato dal Miur con 1.056.819,14 euro, il massimo importo ammissibile il progetto “BullyBuster – A framework for bullying and cyberbullying action detection by computer vision and artificial intelligence methods and algorithms è basato sull’intelligenza artificiale e, se necessario, può allertare anche le forze dell’ordine. I quattro gruppi di lavoro che portano avanti il progetto che passa attraverso il bando Prin (Progetti ricerca interesse nazionale) hanno ottenuto il massimo ammissibile.

Nello specifico, al gruppo dell’università di Cagliari Al gruppo (guidato dal professor Gian Luca Marcialis) sono andati 195.576 euro, a quello dell’Università di Napoli “Federico II” (capofila, responsabile Carlo Sansone) 246.091,14 euro, all’università di Bari (responsabile progetto Donato Impedovo) 222.481 euro e all’ateneo di Foggia (responsabile progetto Donatella Curtotti) 185.845 euro.

L’app per cellulari e pc “BullyBuster”, come chiariscono dall’università di Cagliari, «servirà per segnalare e individuare episodi di bullismo e cyberbullismo».
“BullyBuster” (AcchiappaBulli) grazie al supporto informatico, prevede una mappa online su cui annotare in tempo reale segnalazioni per richiedere interventi contro episodi di bullismo commessi per strada, a scuola o nei luoghi chiusi.

Nell’iniziativa è coinvolta anche la Polizia postale, che collaborerà ai casi di cyberbullismo, mettendo mezzi ed esperienza a disposizione degli sviluppatori dell’applicazione. Compito dell’equipe di esperti (tra i quali gli psicologi) delinere i comportamenti dei bulli e quindi le misure da adottare.

«Il progetto – spiega Gian Luca Marcialis responsabile del progetto per l’ateneo di Cagliari – consiste in un avanzato programma basato sull’intelligenza artificiale, in grado di registrare se in una piazza, una via o una stanza, oppure durante una comunicazione sui social o sul cellulare si stiano compiendo azioni prepotenti e violente, minacce o ingiurie. L’acchiappabulli sarà in grado di proteggere le vittime segnalando un atto di bullismo in corso, ovunque esso sia compiuto, nella vita reale o nella realtà virtuale, e di allertare, se il caso, le forze dell’ordine di un pericolo imminente».

Argomento particolarmente sentito, quello del bullismo, tanto che per potenziare la «qualificazione dei docenti nel contrasto a questi fenomeni» nella manovra finanziaria sono stati stanziati un milione di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022.

Pensioni, prescrizione contributi: per lavoratori scuola nessuna scadenza il 31 dicembre 2019

da Orizzontescuola

di redazione

Prescrizione contributi: nessun allarmismo per eventuali scadenze al 31 dicembre 2019. Il lavoratore può comunque accedere in ogni momento al proprio estratto contributivo.

Prescrizione contributi: proroga al 31/12/2021

Il decreto su quota 100 decreto legge n. 4/2019 convertito in legge 26/2019 dedica l’articolo 19 ai termini di prescrizione suddetti, prevedendo che gli obblighi, relativi alle contribuzioni di previdenza e assistenza sociale obbligatoria, riguardanti periodi sino al 31 dicembre 2014, non si applicano sino al 31 dicembre 2021, fatti salvi gli eventuali provvedimenti passati in giudicato.

La regolarizzazione dei contributi da parte delle amministrazioni pubbliche, dunque, è possibile sino al 31/12/2021.

Verifica e variazione posizione assicurativa

Fermo restando che per il lavoratore non cambia nulla, secondo quanto detto sopra, è bene comunque verificare la propria posizione assicurativa. A tal fine, si deve visionare il proprio estratto conto contributivo. Approfondisci

Sintesi scadenze

Contribuzione obbligatoria per i periodi di competenza fino al 31 dicembre 2014, con riferimento alle contribuzioni dovute dalle amministrazioni pubbliche per le gestioni previdenziali esclusive amministrate dall’INPS:  i termini di prescrizione sono sospesi sino al 31/12/2021

  • Versamenti afferenti ai periodi retributivi del 2015 devono essere effettuati entro l’anno 2020 (prescrizione quinquennale)
  • Versamenti afferenti a dicembre 2015 potranno essere effettuati secondo gli ordinari termini di prescrizione, entro il 18 gennaio 2021

La circolare INPS

Concorso insegnanti religione cattolica, 5.600 la stima dei posti a disposizione

da Orizzontescuola

di redazione

Il decreto scuola approvato in Senato e tra qualche giorno  pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha approvato l’indizione di un concorso per insegnanti di religione cattolica.

Il concorso sarà bandito nel corso del 2020, previa intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana.

Ad esso saranno destinati i posti per l’insegnamento della religione cattolica che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023.

Secondo alcune stime il numero dei posti è stimato in circa 5.600, meno dei 6.052 già vacanti e disponibili nella quota della dotazione organica (70%) utile per le immissioni in ruolo. La differenza è dovuta al calo demografico, che avrà un effetto sul calo del numero di classi e dunque sul fabbisogno di docenti di religione cattolica

Riserva posti docenti con tre anni di servizio

Una quota non superiore al 50 per cento dei posti del concorso può essere riservata al personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’ordinario diocesano, che abbia
svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.

Immissioni in ruolo da graduatoria 2004

Nelle more dell’espletamento del concorso continuano a essere effettuate le immissioni in ruolo mediante scorrimento delle graduatorie 2004.

Nota 23 dicembre 2019, AOODGOSV 25184

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali
Ai Dirigenti degli Ambiti territoriali
Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche statali del secondo ciclo di istruzione
Ai Coordinatori delle scuole paritarie del secondo ciclo di istruzione
AI Sovrintendente scolastico per la scuola in lingua italiana BOLZANO
All’Intendente scolastico della scuola in lingua tedesca BOLZANO
All’Intendente scolastico per la scuola delle località ladine BOLZANO
AI Dirigente del Dipartimento istruzione per la Provincia di TRENTO
all’Ufficio Stampa SEDE

Oggetto: Studio di Autori meridionali e di Autrici nelle scuole secondarie di secondo grado.

Nota 23 dicembre 2019, AOODGOSV 25155

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni Scolastiche di 2° grado Statali e Paritarie
AI Sovrintendente agi i Studi della Valle d’Aosta AOSTA
AI Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
e p.c. Al Capo Dipartimento
SEDE

Oggetto: Trasmissione dei documenti il “Sillabo della lingua russa per Licei” e il “Sillabo della lingua russa per Istituti Tecnici e Professionali”.