Verifiche e interventi su solai e controsoffitti

Scuola, online le graduatorie del Piano da 65,9 mln per verifiche e interventi su solai e controsoffitti 5.560 le indagini autorizzate

Ascani: “Assicuriamo agli studenti il diritto a formarsi in ambienti sicuri”

Sono state pubblicate sul sito del Ministero dell’Istruzione le graduatorie del bando da 65,9 milioni di euro per un Piano straordinario per le verifiche dei solai e dei controsoffitti degli edifici pubblici adibiti a uso scolastico e per eventuali interventi urgenti sulle situazioni di criticità che emergeranno dalle indagini. Nello specifico, verranno finanziate 5.560 verifiche: 1.265 su edifici di Province e Città metropolitane e 4.295 su strutture scolastiche comunali.

“A ottobre scorso – dichiara la Vice Ministra all’Istruzione, Anna Ascani – abbiamo stanziato 65,9 milioni di euro per il Piano straordinario di prevenzione dei crolli di solai e controsoffitti nelle scuole, oggi pubblichiamo le graduatorie degli enti locali che hanno aderito all’avviso pubblico e potranno beneficiare di queste risorse. E intervenire, quindi, rapidamente per assicurare ai nostri studenti il diritto di formarsi e crescere in ambienti sicuri. Purtroppo sappiamo bene che una delle maggiori ragioni di insicurezza delle nostre scuole è il crollo di intonaco dai soffitti: proprio nei giorni scorsi si sono verificati dei casi in due istituti. Ed è per questo che siamo impegnati giorno dopo giorno per fare concretamente dell’edilizia scolastica una delle nostre priorità”.

Le Regioni con il maggior numero di interventi che saranno finanziati a seguito di un avviso pubblico nazionale sono la Campania (943), la Lombardia (568) e la Puglia (531). Lo stanziamento complessivo prevede 40 milioni che saranno utilizzati per le verifiche sui solai e 25,9 milioni che serviranno a eseguire i lavori più urgenti. Obiettivi: verificare lo stato degli edifici scolastici, prevenire fenomeni di crollo di solai e controsoffitti e intervenire poi tempestivamente sulle criticità rilevate per garantire la sicurezza delle scuole.

Gli interventi candidati sono stati selezionati sulla base di precisi criteri: vetustà degli immobili, con particolare riferimento agli edifici costruiti prima del 1970; presenza all’interno di una zona sismica; popolazione scolastica coinvolta; assenza di finanziamento negli ultimi 5 anni per interventi strutturali o per indagini diagnostiche; eventuale quota di cofinanziamento.

Il link alle graduatorie:
https://www.istruzione.it/edilizia_scolastica/fin-ind-diag.shtml

La scuola è il luogo del senso critico. Non solo quello della preparazione al lavoro

da L’Espresso

di Matteo Nucci

Sostantivo femminile derivato dal greco scholè, tempo libero.

Da Platone a Aristotele, i greci antichi esaltarono con costanza e fermezza la scholè. Solo nel tempo libero dalle necessità materiali, ovvero dagli impegni decisivi a procacciarsi di che vivere, è possibile occuparsi della propria anima, costruire la propria personalità, ragionare, imparare, crescere.

Opposto al tempo libero della scholè stava dunque il lavoro, considerato come una semplice mancanza. E per questo definito per mezzo di quella lettera con cui la lingua greca nega ciò che segue: l’alfa privativa. L’a-scholìa era il tempo necessario a produrre, il tempo del lavoro attraverso cui ci guadagniamo il pane. Un tempo che si deve limitare il più possibile perché ciò che importa nelle nostre esistenze è il tempo che ci è dato da vivere e di quel tempo solo il minimo indispensabile deve essere impiegato per lavorare, produrre, far soldi.

Nella quiete della scholè, gli esseri umani sviluppano ciò che è più importante: il senso critico. Nel tempo libero, essi possono chiedersi se esista un altro modo per fare ciò che fanno quotidianamente, se sia giusto quel che hanno imparato, se forse un’altra strada sia possibile.

Interrogarsi, criticare. Perché la crisi è ciò che conta. Ossia, la krisis, la scelta, la decisione, il bivio che ci consente di cambiare strada.

La scuola, dunque, è quel luogo fisico e ideale dove ci dedichiamo a noi stessi per crescere e ragionare fuori da qualsiasi necessità materiale. La scuola è il luogo del ragazzo che non lavora. La scuola è lo spazio mentale dell’adulto che continua a chiedersi perché.

In un tempo dominato dallo spirito protestante del lavoro, del denaro e della produzione a ogni costo, un tempo in cui si è addirittura drogati di lavoro (workaholic) e incapaci di vivere il tempo libero, è facile capire perché la scuola venga sempre per ultima e semmai la si consideri come un semplice momento di preparazione al lavoro.

Ma nessun cambiamento è possibile senza quello che è sempre stato il cuore della nostra civiltà: il senso critico. Ripartire dalla scuola significa questo.


Il Miur spacchettato a costo zero

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

La lunga attesa di Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi sta per terminare. I nuovi ministri designati all’Istruzione e all’Università e ricerca saliranno oggi pomeriggio al Colle per giurare davanti al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. La formalizzazione di un incarico che a voce avevano ricevuto il 28 dicembre scorso dopo le dimissioni post manovra di Lorenzo Fioramento. E che arriva a 24 ore dal via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che, di fatto, spacchetta il Miur in due distinti dicasteri.Come era prassi fino al 2008.

Il provvedimento varato ieri sostanzialmente ricalca quanto anticipato nei giorni scorsi su questo giornale.A cominciare dal fatto che non si limita ad aumentare da 13 a 14 i ministeri con portafoglio del Governo Conte bis ma anticipa una parte della riorganizzazione che sarà poi completata con i successivi regolamenti organizzativi. Una scelta – spiegano da viale Trastevere – che consentirà ad Azzolina e Manfredi di essere subito operativi.

L’assetto è quello annunciato. l’Istruzione avrà due dipartimenti dei tre oggi esistenti. L’Università non ne avrà nessuno, ma – sfruttando la strada alternativa concessa dal decreto legislativo 30/1999 – avrà un segretario generale. Le direzioni generali saranno nel complesso 30: 24 per la parte Scuola (inclusi i due capi dipartimento) – che continuerà a vedere Anna Ascani come viceministra e acquisterà anche la competenza sugli Its – e 6 per Università e Ricerca, compreso il segretario generale.

La divisione del Miur non avrà costi aggiuntivi per lo Stato. Nel decreto si prevedono oneri pari a circa 2,5 milioni di euro nel 2020 e a 3,4 milioni a decorrere dal 2021; fondi comunque reperiti tra le risorse già oggi appannaggio di viale Trastevere. Un palazzo – ed è un’altra conferma di quanto trapelato nelle scorse ore – ospiterà gli uffici di entrambi i ministri.

Dopo aver giurato Azzolina e Manfredi potranno prendere possesso delle rispettive stanze, nominare gli staff e cominciare ad affrontare i dossier già sul tavolo. Per la scuola si partirà dai concorsi ordinari e straordinari previsti dal decreto precari per stabilizzare oltre 48mila cattedre, e dal rinnovo contrattuale; per l’università dalla riforma dei dottorati in stand-by da oltre un anno e dall’utilizzo degli specializzandi in corsia dal terzo anno (su cui servirà il concerto con la Salute).

Nel frattempo bisognerà completare l’assetto amministrativo dei due dicasteri. Entro il 30 aprile è atteso il Dpcm che suddividerà le risorse del Miur assegnando i primi due terzi all’Istruzione e il restante terzo all’Università e ricerca. Entro il 30 giugno invece toccherà ai regolamenti su risorse umane e organizzazione definitiva.

Novità in vista infine per gli enti che finora sono stati vigilati dal Miur. Sui vertici di Invalsi e Indire i poteri di nomina dei relativi presidenti e componenti dei consigli di amministrazione resteranno all’amministrazione guidata da Azzolina mentre la vigilanza spetterà all’apparato di Manfredi.


Brexit, il Regno Unito vota contro l’Erasmus. Il governo frena: «Non è un addio»

da Il Sole 24 Ore

di Alessia Tripodi

Il voto contrario «non significa che la Gran Bretagna lascerà per sempre Eraamus+ dopo l’uscita dall’Unione europea». Così su Twitter il sottosegretario all’Istruzione e all’università britannico, Chris Skidmore, getta acqua sul fuoco della polemica dilagata dopo la bocciatura alla Camera dei Comuni di un emendamento alla legge su Brexit, presentato dalle opposizioni, che proponeva al governo di negoziare il proseguimento della piena adesione al programma di scambi per studenti anche l’uscita dall’Ue.
Dopo essere rimbalzata sui media internazionali, la notizia del voto ha scatenato un fiume di reazioni negative sui social, con l’hashtag #Erasmus che in poche ore è entrato in tendenza su Twitter.

Qualunque forma prenderanno gli accordi post Brexit, va ricordato che il far parte dell’Unione europea non è un requisito indispensabile per l’adesione a Erasmus. Basti pensare alla Norvegia o alla Turchia, paesi non membri che partecipano regolarmente al programma di scambi.

Su Facebook anche il commento della vice ministra all’Istruzione italiana, Anna Ascani: «L’addio all’Erasmus sarebbe una decisione miope, un passo indietro clamoroso in un momento in cui in Europa c’è bisogno di più coesione».

Il governo Gb: “Erasmus grande valore»
«La partecipazione del Regno Unito ad Erasmus – ha rassicurato il sottosegretario Gb Skidmore – farà parte dei nostri negoziati futuri con l’Unione europea. Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti». Nulla di definitivo e nessuna sorpresa, dunque, tanto più che il voto in Camera dei Comuni -ormai dominata dai conservatori di Boris Johnson dopo la recente vittoria elettorale – era atteso da tempo e che Erasmus rientra nella lunga lista di questioni che l’Inghilterrà dovrà negoziare con Bruxelles prima dell’uscita dall’Ue. Ora si attende l’ok finale dei Comuni al pacchetto Brexit, prima del passaggio di rito dell’iter della legge la settimana prossima alla Camera dei Lord.

I numeri della partecipazione
D’altronde i numeri degli studenti che hanno viaggiato in Inghilterra con il programma di scambi europeo sono significativi. Secondo i dati dell’agenzia nazionale Erasmus+ Indire, tra giugno 2017 e maggio 2019 il Regno Unito ha ospitato 31.410 studenti Ue, di cui 18.396 per studio e 13.014 per tirocinio. Mentre dal Regno Unito sono partiti in 16.869, di cui 9.540 per studio e 7.329 per tirocinio. Per quanto riguarda i rapporti tra Italia e Regno Unito, sono partiti in Erasmus 3.172 studenti italiani verso l’Uk, mentre l’Italia ha ricevuto 1.174 studenti inglesi.

Via al concorso nazionale «Comunica l’Europa che vorresti»

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il Miur e il Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri lanciano il concorso nazionale “Comunica l’Europa che vorresti”, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

L’iniziativa intende stimolare un approfondimento e condivisione dell’idea di Unione Europea, per analizzare in maniera propositiva il suo presente e il suo futuro, nonché individuare una modalità efficace di comunicare tali riflessioni.

Gli studenti sono chiamati ad elaborare un video della durata massima di 3 minuti, da realizzare con smartphone, videocamera o con il software di video editing ritenuto più appropriato, che comunichi in modo emozionale, creativo e coinvolgente una visione dell’Ue di chi è “nato europeo” e desidera illustrare ai suoi coetanei la propria idea di Europa.

Il video dovrà essere inviato entro il 30 marzo 2020 secondo le modalità indicate nel bando del concorso, dove sono anche segnalati i materiali di approfondimento da consultare.
I lavori presentati saranno valutati da una Commissione esaminatrice che selezionerà i migliori tre video prodotti.

Le classi vincitrici saranno premiate con una visita alle istituzioni europee a Bruxelles, organizzata dal Dipartimento per le Politiche europee e dal Miur, in collaborazione con gli Uffici del Parlamento europeo e della Commissione europea.

Scuola, i sindacati scrivono un telegramma al «ministro» Conte: «Non possiamo aspettare i tempi della politica»

da Corriere della sera
di Valentina Santarpia

Sul piede di guerra i sindacati della scuola. Le segreterie nazionali di Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Federazione Gilda-Unams, in una nota congiunta esprimono «forte preoccupazione riguardo alla procedura e ai tempi con cui si sta realizzando il passaggio di testimone alla guida del Ministero dell’Istruzione». In un telegramma inviato al presidente del Consiglio e ministro ad interim del Miur, Giuseppe Conte, hanno chiesto «un incontro urgente per l’attivazione dei tavoli previsti dagli accordi sia pure in attesa del giuramento dei nuovi ministri».

Secondo i sindacati «l’attività di confronto può essere attivata anche nelle more dell’avvicendamento al vertice del Dicastero, per il rispetto degli impegni e dei tempi di attuazione degli accordo sottoscritti. La scuola – spiegano nella nota – non può essere messa in stand-by: è la politica che deve rispettare i tempi della scuola e non viceversa. Il ritardo che sta subendo l’iter dei bandi del concorso ordinario e di quello straordinario, che meritano insieme alle procedure di abilitazione un approfondito confronto di merito, rischia di far slittare la stabilizzazione dei precari e far partire il prossimo anno scolastico con un numero di cattedre scoperte ancora più alto».

Intanto fonti di governo fanno sapere che arriverà giovedì in Consiglio dei ministri il decreto legge per spacchettare il ministero dell’Istruzione e creare un nuovo ministero dell’Università e della ricerca. Non sarebbero ad ora definiti i tempi per la nomina e il giuramento dei nuovi ministri, i cui nomi sono stati annunciati dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno: Lucia Azzolina all’Istruzione e Gaetano Manfredi all’Università e la Ricerca.

Orientare gli studenti al giornalismo con due concorsi per tutte le scuole

da Orizzontescuola

di redazione

La sempre più massiccia diffusione dei social network e la pratica di lettura e informazione su Internet ha senza dubbio avuto favorevoli esiti sulle possibilità di informazione da parte dei cittadini di tutto il mondo.

Tuttavia, se da una parte è innegabile il ruolo positivo giocato della Rete nella diffusione delle informazioni, è anche vero che spesso il valore e l’attendibilità delle stesse hanno a poco a poco ceduto il passo, facendo spazio alla diffusione di notizie scarsamente approfondite o addirittura fasulle: è il fenomeno ben noto delle fake news, fenomeno che, oltre a danneggiare il grado di informazione dei lettori, minaccia anche la credibilità della professione giornalistica.

Per questo motivo, stimolare i giovani a comprendere le modalità di produzione legittima di informazioni, magari in vista di un futuro impiego nel settore editoriale, sembra essere un buon viatico al contrasto di questo fenomeno negativo.

Uno degli strumenti messi in campo per far ciò è rappresentato dai concorsi “Penne sconosciute” e “Video sconosciuti”, due contest promossi, nella nuova edizione 2020, dal Comitato Penne e Video Sconosciuti della Pro Loco di Piancastagnaio e dal Comune di Piancastagnaio (SI) nel quadro del progetto “Dialogo tra le generazioni – Memoria per il futuro” dell’Associazione Culturale OSA-ONLUS.

Si tratta di competizioni che hanno come tema la produzione di giornali (cartacei e on-line) e di video giornalistici. Possono parteciparvi studentesse e studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado. La partecipazione, totalmente gratuita, e aperta fino al 20 giugno 2020.

Numerosi i premi in palio: tra questi, anche la possibilità per i giovani di confrontarsi con professionisti esperti del settore giornalistico, per meglio comprendere le dinamiche della comunicazione e del settore giornalistico (maggiori informazioni sui concorsi e i bandi completi sono disponibili qui).

Nomina Ministri Azzolina e Manfredi, c’è il via libera del Consiglio dei Ministri

da Orizzontescuola

di redazione

Arriva il decreto per lo spacchettamento del Miur. Seguiranno la nomina dell’On. Azzolina (M5S) a Ministro dell’istruzione e del Rettore Gaetano Manfredi a Ministro dell’Università e Ricerca.

Il giuramento è previsto per la prossima settimana.

Sono già numerosi i messaggi che l’on. Azzolina (M5s), già sottosegretaria durante il Ministero Fioramonti, ha scritto su Facebook dopo la designazione da parte del Premier Conte.

Guidare il Ministero dell’Istruzione sarà per me un grande onore. Non nascondo l’emozione che provo in questo momento. Nella scuola ho passato gli anni più belli della mia vita, prima come studentessa e poi come insegnante. Alla scuola voglio restituire ciò che mi ha dato.

I sindacati chiedono un rapido rientro alle attività, dato il ritardo che si sta accumulando. Una delle problematiche da affrontare è quella del precariato.

Flc Cgil, Cisl, Uil scuola, Snals, Gilda chiedono un incontro urgente

Il sindacato Anief chiede “La prima cosa importante per il personale docente è consentire il reclutamento dalle graduatorie d’istituto: non si possono aspettare due o tre anni e avere quasi 300 mila supplenti in attesa dei nuovi concorsi, se anche i concorsi si dovessero fare nel minor tempo possibile servirà oltre un anno e mezzo.

Legge di bilancio: 30 milioni in più per i DS, ma i sindacati ne chiedono altri 8

da La Tecnica della Scuola

C’è un comma della legge di bilancio 2020 che sta creando non poche polemiche in rete: si tratta del numero 255 in materia di incremento del fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici.
Lo stanziamento non è del tutto disprezzabile: si tratta infatti di 30 milioni di euro che, secondo la vulgata che sta circolando in rete, dovrebbe servire per aumentare gli stipendi dei dirigenti scolastici.
Per la verità la questione è un po’ diversa.
Il fondo unico nazionale è il capitolo di spesa che serve a pagare quella parte di retribuzione dei ds legata alla caratteristiche dell’incarico e dell’istituzione scolastica di titolarità e ai risultati raggiunti (per il momento questa quota è di fatto pressochè uguale per tutti).
Nel 2016 il fondo aveva una dotazione di 158 milioni, successivamente ridotti a 140. Ma, a settembre 2019, sono stati assunti 2mila nuovi dirigenti; la conseguenza è semplice: se la cifra resta la stessa e se i ds aumentano, è evidente che il compenso individuale diminuisce.

L’accordo sindacati-Ascani

A fine ottobre le organizzazioni dei ds avevano incontrato la viceministra Ascani ottenendo la “promessa” di una revisione dell’importo complessivo del fondo in modo da garantire che lo stipendio complessivo non subisse un decremento.
Per la verità gli stessi sindacati del comparto si sono dichiarati insoddisfatti della somma stanziata che, a loro parere, sarebbe insufficiente ad evitare una riduzione delle retribuzioni.
In una scheda di lettura sulla legge di bilancio predisposta dalla Flc-Cgil si legge infatti che sarebbe necessario “incrementare lo stanziamento di ulteriori 8 milioni di euro, come da impegni
presi dalla vice ministro Ascani, per mantenere gli attuali livelli retributivi medi annuali dei dirigenti scolastici”.

Brexit anche per Erasmus+

da La Tecnica della Scuola

Boris Johnson vuole far uscire il Regno Unito anche dall’Erasmus+ non appena sarà in vigore la Brexit.
In pratica, il Parlamento britannico ha votato – 344 a 254 con cui  il Regno Unito si sgancia dal programma Erasmus+ anche dopo il 2020, quando finirà l’attuale ciclo già finanziato e soprattutto quando Londra uscirà dall’Ue.

Reazioni e proteste

Il voto, per quanto atteso, ha suscitato oggi reazioni di protesta sui social media da parte di vari studenti e accademici del Regno, nello stesso giorno in cui si attende l’ok finale dei Comuni della ratifica, prima del passaggio di rito dell’iter della legge la settimana prossima alla Camera dei Lord.

Lo storico britannico Simon Schama ha scritto su Twitter: “Questa è una decisione miserabile, un furto alle giovani e future generazioni”. L’accademico Paul Bernal a sua volta ha aggiunto: “Tutti quelli che sanno minimamente cosa sia l’Erasmus, sanno che quella del governo è una decisione diabolica, miope e controproducente. Tipico della Brexit”.

Un giorno triste per l’Europa

Scrive, sui suoi canali social, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Sergio Battelli: “Ebbene sì la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all’Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l’Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l’Erasmus”.

“Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l’Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti”.

Tfa sostegno 2020, si attende il decreto: ci saranno più posti del previsto

da La Tecnica della Scuola

Nelle prossime settimane si attendono notizie in merito al decreto ministeriale sul Tfa sostegno 2020, il corso di specializzazione sostegno che garantisce il titolo idoneo per insegnare agli alunni con disabilità.

Come abbiamo già scritto in precedenza, al prossimo corso di specializzazione sostegno 2020 ci saranno sicuramente più posti rispetto al precedente ciclo: infatti, sarà avviato il Tfa sostegno per 14 mila posti che erano stati preventivati, a cui aggiungere 7 mila posti degli idonei, per un totale quindi 21 mila posti.
Si attende appunto il decreto del Miur per mettere nero su bianco in merito alla questione.

Tfa sostegno 2020: i requisiti per accedere

I requisiti per partecipare al V ciclo del corso Tfa sostegno devono essere considerati l’abilitazione all’insegnamento o in alternativa la laurea magistrale accompagnata dai 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, come riporta il decreto legislativo 59/2017 all’articolo 5, comma 1 e 2, garantendo comunque il possesso di almeno sei crediti in ciascuno di almeno tre dei seguenti quattro ambiti disciplinari: pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; psicologia; antropologia; metodologie e tecnologie didattiche.

Al Tfa sostegno 2020 potranno partecipare anche gli ITP con il diploma: “I requisiti previsti dall’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo n.59/2017 per i posti di insegnante tecnico – pratico sono richiesti per la partecipazione ai percorsi di specializzazione sul sostegno banditi successivamente all’anno scolastico 2024/2025. Sino ad allora rimangono fermi i requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di classi di concorso”.

Tuttavia, questo ultimo punto ci riserviamo di lasciarlo in stand by: nonostante la nota del Miur alle Università del mese scorso si limiti ad introdurre istruzioni operative per le Università, in chiusura del testo di scorge un punto molto interessante: “appare opportuno ricordare per la fase di redazione dei bandi di Ateneo, che l’articolo 5 del D.M 92/19 relativo ai titoli di accesso, non trova più applicazione in quanto si tratta di disposizione transitoria“.
Ciò lascia intendere che i requisiti per accedere al prossimo corso di specializzazione sostegno 2020, potrebbero cambiare e non essere quelli del precedente ciclo.
In realtà c’è stato un tentativo di chiarimento in una nota di poche settimane fa, ma per conoscere veramente i requisiti di accesso al corso sostegno 2020 è necessario attendere il decreto Ministeriale.

In cosa consiste il corso di specializzazione sostegno

Il corso specializzazione sostegno 2020 avrà durata annuale e, una volta concluso, rilascia il diploma di specializzazione per le attività di sostegno.

Si tratta di un corso della durata minima di almeno 8 mesi che prevede l’acquisizione di 60 CFU suddivisi in:

  • 36 cfu – insegnamenti disciplinari (M-PED/03, M-PED/01, M-PSI/04, IUS/09, MED/39)
  • 9 cfu – laboratori
  • 6 cfu – tirocinio diretto
  • 3 cfu – tirocinio indiretto
  • 3 cfu – tirocinio indiretto con le TIC
  • 3 cfu – prova finale

Tutto ciò, in termini di impegno orario, equivale:

  • 288 ore di lezione degli insegnamenti disciplinari
  • 180 ore di laboratorio
  • 225 ore di tirocinio indiretto e diretto
  • 75 ore di tirocinio indiretto con le TIC

Normativa di riferimento Tfa sostegno 2020

Docenti di Religione, Pittoni (Lega): ‘Il concorso riservato è possibile’

da Tuttoscuola

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata dal senatore Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega e Presidente della Commissione Cultura al Senato, al direttore di Avvenire in risposta all’intervento dell’On. Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva, pubblicato lo scorso 8 gennaio.

Caro direttore,

nell’intervento sul concorso di religione l’onorevole Gabriele Toccafondi sostiene che il suo ‘primo obiettivo è sempre stato quello dei due concorsi: ordinario e riservato, così come per tutti gli altri insegnanti, ma… non è stato possibile’. Come mai evita di spiegare i motivi di tale impossibilità, visto che in realtà non vi erano impedimenti tecnici o giuridici? La verità è che è mancata la volontà politica di chiudere un’operazione di semplice buonsenso, largamente condivisa dagli interessati, ma che avrebbe rappresentato un’apertura all’opposizione evidentemente valutata non opportuna. Altro che riservato impossibile! Con l’emendamento Toccafondi, il decreto Scuola nega ai precari di religione quanto ottenuto dai colleghi abilitati di secondaria (FIT transitorio 2018) e primaria/infanzia (Concorso straordinario 2018). Solo per loro (pur in possesso di idoneità dell’Ordinario) è previsto un concorso doppiamente selettivo, che impone il superamento di una prova scritta e una orale, di fatto disconoscendo il valore abilitante dell’idoneità ecclesiastica. Viene inoltre sferrato un duro colpo a vincitori e idonei del concorso 2004: i pochi fortunati saranno stabilizzati “nelle more dell’espletamento” della procedura. Cioè, una volta pubblicate le graduatorie del nuovo concorso (probabilmente nel primo semestre 2021), le vecchie liste non avranno più valore. Tutte criticità evitabili prendendo in considerazione il nostro emendamento – che prevedeva il recupero delle graduatorie del concorso 2004, con due procedure parallele e distinte che venivano incontro sia a coloro che esercitano da anni la funzione docente sia ai giovani laureti – respinto dalla maggioranza M5S, PD, IV, LEU (scatenando la protesta dei precari), millantando tra l’altro un’inesistente unanimità in commissione sulla proposta Toccafondi. La norma prevedeva per i prossimi concorsi a posti di IRC una quota di riserva nella misura del 50% da destinare a un concorso riservato strutturato sulla falsariga del FIT transitorio per la scuola secondaria (D.Leg.vo 59) e del concorso straordinario di cui al recente Decreto legge Dignità. Si andava poi a risolvere definitivamente la questione degli idonei del primo concorso che, per anni, hanno atteso di essere stabilizzati e per i quali si era trovata la soluzione dello scorrimento delle graduatorie, saltata nel 2013 pare per un errore tecnico nella formulazione dell’articolato. Infine veniva rappresentata l’opportunità di esonerare i candidati di età più avanzata e quasi sempre sprovvisti della conoscenza di lingue straniere, non essendone previsto l’insegnamento nei vecchi percorsi accademici pontifici e non essendo, peraltro, previsto negli ordinamenti vigenti l’insegnamento della religione cattolica in lingua straniera“.

Brexit: Regno Unito si sgancia dal programma Erasmus +

da Tuttoscuola

Il Parlamento britannico ha votato, il Regno Unito si sgancia dal programma Erasmus+ anche dopo il 2020, quando finirà l’attuale ciclo già finanziato e soprattutto quando Londra uscirà dall’Ue. Battelli: “Ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni”. Aprea: “Esprimo forte disappunto”.

Scrive, sui suoi canali social, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli: “Ebbene sì la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all’Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l’Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l’Erasmus”.

“Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l’Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti”.

“Quando si parla di nuove generazioni – dichiara Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro – , ed in particolare dei futuri cittadini europei e del mondo occidentale, credo che anche una posizione forte come quella della Brexit debba fare un passo indietro. D’altra parte, proprio quello che stiamo vivendo in questi giorni rispetto a venti di guerra tra aree del mondo che hanno smesso di dialogare e hanno imbracciato le armi, avrebbe dovuto consigliare al Parlamento inglese di continuare a sostenere il progetto Erasmus di scambi culturali tra giovani, perché è solo conoscendosi e vivendo esperienze comuni che si può costruire una vera cittadinanza europea e globale”.

“In più, sono certa che anche ai giovani inglesi avrebbe fatto bene continuare a fare esperienze nei Paesi del continente europeo, perché questa è una generazione che più che in passato comunica a livello planetario e si troverà a svolgere lavori oggi neppure conosciuti e molto spesso in contesti europei ed internazionali. Insomma – conclude Aprea -, la Gran Bretagna dovrebbe cominciare a valutare con maggiore attenzione l’apporto che ancora oggi l’Europa può dare”.

Bandi di concorso in ritardo, i sindacati: la scuola non può attendere i tempi della politica

da Tuttoscuola

Le segreterie nazionali di Flc CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e Federazione GILDA-Unams, riunite congiuntamente, hanno espresso forte preoccupazione riguardo alla procedura e ai tempi con cui si sta realizzando il passaggio di testimone alla guida del Ministero dell’Istruzione. In un telegramma inviato al presidente del Consiglio e ministro ad interim del MIUR, Giuseppe Conte, hanno quindi chiesto un incontro urgente per l’attivazione dei tavoli previsti dagli accordi sia pure in attesa del giuramento dei nuovi ministri. I segretari generali dei cinque sindacati, nel fare il punto della situazione alla luce del cambio al vertice di viale Trastevere e degli impegni presi dall’ex titolare del MIUR, denunciano la gravità del ritardo che sta incidendo in termini negativi sulle procedure attuative degli accordi sottoscritti tra il Governo e le organizzazioni sindacali, intese che hanno determinato la sospensione delle iniziative decise nell’ambito dello stato di agitazione.

L’attività di confronto può essere attivata, a parere dei sindacati, anche nelle more dell’avvicendamento al vertice del Dicastero, per il rispetto degli impegni e dei tempi di attuazione degli accordo sottoscritti. La scuola – affermano i sindacati – non può essere messa in stand-by: è la politica che deve rispettare i tempi della scuola e non viceversa. Il ritardo che sta subendo l’iter dei bandi del concorso ordinario e di quello straordinario, che meritano insieme alle procedure di abilitazione un approfondito confronto di merito, rischia di far slittare la stabilizzazione dei precari e far partire il prossimo anno scolastico con un numero di cattedre scoperte ancora più alto.

È urgente che il Governo si faccia carico concretamente del fenomeno del precariato nella scuola, che sta assumendo dimensioni sempre più allarmanti: mortifica migliaia di insegnanti, mina la continuità didattica e pregiudica il diritto all’istruzione di studentesse e studenti. Fondamentale, inoltre, accelerare anche la procedura per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, reperendo le risorse economiche necessarie per colmare il divario tra le retribuzioni del personale del comparto Istruzione e Ricerca e quelle del resto del pubblico impiego, con l’obiettivo strategico di allineare gli stipendi di tutto il personale, a partire dai docenti, a quelli dei loro colleghi europei.

I segretari generali dei cinque sindacati più rappresentativi del comparto si dicono pronti, in mancanza di risposte concrete sui temi sopra enunciati come sul concorso riservato ai facenti funzione di DSGA e in mancanza della convocazione immediata dei tavoli previsti dagli accordi, a riprendere le iniziative di mobilitazione di tutto il personale.

Consiglio dei Ministri dà via libera a nomine di Azzolina e Manfredi, il giuramento la prossima settimana

da Tuttoscuola

Scuola e Università stanno per dirsi addio, prenderanno due strade diverse. O meglio, due ministeri diversi. A sancire la loro separazione dopo un’unione durata ben 12 anni è stato il Consiglio dei Ministri di oggi, 9 gennaio. Proprio oggi pomeriggio è stato dato infatti il via libera alle nomine dei due nuovi ministri: Lucia Azzolina alla Scuola e Gaetano Manfredi all’Università. Il giuramento dovrebbe avvenire all’inizio della prossima settimana.

Quanto costa dividere il MIUR?

Il testo definito del Dl di oggi definisce inoltre il costo dello “spacchettamento” del Ministero. Secondo quanto riporta Scuola24, per cercare di limitare al minimo l’impatto finanziario dell’operazione verranno ridotti i dipartimenti: da tre si passerebbe a due, entrambi in carico al ministero dell’Istruzione che potrà avere fino a 23 direttori generali. Per università e ricerca non ci sarebbero invece dg, ma un segretario generale e fino a un massimo di 6 uffici dirigenziali generali. Ogni dicastero a quanto pare avrebbe poi un proprio capo di gabinetto. Luigi Fiorentino dovrebbe restare al suo posto e continuare a occuparsi della parte Scuola.

Due ministri, competenze diverse

Il Dl definisce anche quali sono le competenze del ministro della Scuola e quali quelle del ministro dell’Università. Nello specifico, Lucia Azzolina dovrà occuparsi dei temi collegati alle scuole di ogni ordine e grado, dal personale, agli studenti. E non finisce qui. Sempre a lei sarà affidata la gestione degli Istituti Tecnici Superiori, anche se si tratta di percorsi post diploma. Ad occuparsene, per la precisione, potrebbe essere Anna Ascani con una delega ad hoc. Gaetano Manfredi, con l’aiuto di Peppe De Cristofaro, si occuperà invece di  università, ricerca e alta formazione coreutica e musicale.

L’insediamento ufficiale dei due ministri dovrebbe far ripartire la macchina amministrativa attualmente ferma, a partire dalla pubblicazione dei bandi dei concorsi per stabilizzare oltre 48mila cattedre e la partita del rinnovo del contratto del maxi comparto Istruzione e ricerca.