Progetto Lotta alla Contraffazione Educational

MiSE e Ministero dell’ Istruzione, nell’ambito del Progetto LC Educational, promuovono incontri formativi nelle scuole sul tema della contraffazione

Studenti “antiContraffazione”:
UIBM – Ministero dell’ Istruzione – Brand e Dogane insieme
ai messaggi dei giovani x i giovani, tramite i loro canali social preferiti

Informare da più punti vista, le Nuove Generazioni, per accrescere acquisti consapevoli e far parlare tra loro le Nuove Generazioni, attraverso i loro codici e messaggi antiContraffazione; con quest’obiettivo sono in corso gli Incontri formativi presso le Scuole premiate al concorso 2018 di Roma e delle regioni Campania e Lombardia che ampliano, implementano e sviluppano il Progetto LC Educational, in previsione della nuova edizione 2020.
Il Progetto, giunto alla sua III edizione, è inserito nel Protocollo d’intesa tra la Direzione generale per la Tutela della Proprietà Industriale – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (MISE) e la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico del Ministero dell’Istruzione, è diretto a selezionare le migliori produzioni audiovisive e le migliori sceneggiature sul tema della contraffazione, realizzate dagli istituti secondari di secondo grado, e verrà esteso a breve agli studenti delle scuole di nuove regioni italiane con ben 6 input di messaggi sulle categorie merceologiche, risultate, secondo gli studi UIBM/Censis, maggiormente colpite dalla contraffazione.
A scuola insieme ai ragazzi, si parla con i loro Brand preferiti e si conosce l’attività di contrasto svolta dall’Agenzia delle Doganepresso aeroporti-porti-punti doganali, inquadrandola nella Tutela della Proprietà Industriale e della Lotta alla Contraffazione, nel rispetto della Legalità per conoscere meglio lavoro e professioni legate al fenomeno e approfondire le conseguenze, costi e risvolti del mercato dei falsi.
Oltre 10 incontri con gli studenti premiati che hanno affidato a rap-video-teatro, i loro messaggi immediati e diretti dai giovaniXgiovani anticontraffazione, che a breve saranno on-line sui canali you-tube; un’ esperienza sul campo entusiasmante e stimolante che, grazie agli studenti ha trovato un’ottima sinergia tra mondo dell’Istruzione, Istituzioni e professionisti della Proprietà Industriale, per diffondere la corretta informazione in un ambito ancora poco conosciuto e condividere sul territorio, l’esigenza di acquisire senso critico rispetto alla merce contraffatta, sapendo CHI-COME-COSA-QUANDO e PERCHE’, tutelare idee, creatività, invenzioni a partire dalla scuola, per maturare una nuova consapevolezza nel consumo, ancor prima di approcciare il mondo del lavoro.

Il link alle video pillole realizzate dagli studenti vincitori del concorso 2018/19:
https://www.youtube.com/channel/UCSuf0Ka44qP37lTKs9C9R4A

Emergenza sanitaria

I responsabili nazionali dei dirigenti scolastici di FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA e SNALS CONFSAL, in relazione all’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del coronavirus, sottolineano che i dirigenti scolastici delle scuole pubbliche italiane sono impegnati quotidianamente a dare il loro fondamentale contributo alla gestione delle attuali problematiche, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie nazionali, evitando allarmismi ingiustificati e continuando ad affermare nelle loro scuole modalità di relazioni corrette e solidali.

Le polemiche in atto sull’efficacia delle misure sanitarie adottate, oltre a essere inutili, strumentali e inopportune, producono effetti negativi sulle relazioni fra le persone e sulla coesione sociale. Le scuole sono il principale luogo di vita di milioni di giovani cittadini italiani. A scuola essi imparano a condividere valori e comportamenti sociali, a fondare i propri comportamenti sulla realtà e sulla razionalità, a misurarsi anche con le emergenze, come quella attuale, che hanno un impatto forte sulle relazioni fra le persone.

In questa difficile situazione i dirigenti scolastici, che hanno il compito e la responsabilità di assicurare il corretto ed efficace funzionamento della comunità educante, sono impegnati in prima linea a garantire il rispetto del valore costituzionale inderogabile della solidarietà sociale, assicurando a tutte le bambine e i bambini, le studentesse e gli studenti la serenità necessaria alla loro esperienza scolastica.

Flc CGIL Roberta Fanfarillo
CISL Scuola Paola Serafin
UIL Scuola Rua Rosa Cirillo
SNALS Confsal Giovanni De Rosa

Coronavirus, a scuola gli studenti giunti dalla Cina senza sintomi

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Nessuna preclusione a frequentare la scuola per gli studenti che sono arrivati in Italia dalla Cina e che non presentano i sintomi del coronavirus. Lo dispone una circolare a doppia firma Salute e Istruzione che segue alla richiesta di chiarimenti giunta nei giorni scorsi dai presidi.

Accesso in classe e nelle aule
La circolare prevede, in particolare, che per gli studenti universitari rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane, occorra «monitorare la eventuale insorgenza di sintomi come tosse, febbre, difficoltà respiratorie; in caso di insorgenza di sintomi chiamare il 1500 o i centri regionali di riferimento; proteggere le vie aeree con mascherina; evitare contatti stretti fino alla definizione della situazione sanitaria».

La scuola dell’infanzia
Le stesse indicazioni valgono anche per i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole primarie e secondarie. Per loro, in più, la circolare prevede che il personale scolastico, docenti e non, «presti particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite, etc.)».

Stop ai viaggi
Infine la circolare sconsiglia i viaggi di studenti verso le aree colpite. E lo stesso vale anche per docenti e ricercatori. Per chi invece volesse farlo lo stesso i due ministeri ricordano quali precauzioni minime andranno prese:

  • . evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi;
    -. evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori;
    -. lavare frequentemente le mani;
  • per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato;
  • qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie)
    mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico.


Insegnanti riferimento solo per il 5% dei giovani

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Solo il 5% dei ragazzi vedrebbe negli insegnanti un punto di riferimento e solo il 2% si rivolgerebbe agli altri referenti scolastici (psicologo, preside)” dopo aver subito un’esperienza negativa, come ad esempio un abuso o un maltrattamento. È lo scenario inquietante per il mondo della scuola che emerge dall’indagine “Minori e percezione dei rischi” realizzata da Ipsos per Save the Children. Presentato anche il manifesto “10 in condotta” per la tutela dei minori contro gli abusi.

I risultati del sondaggio
Bambini e ragazzi si fidano soprattutto di famiglia e coetanei: più della metà dei ragazzi (59%) preferirebbe rivolgersi ai propri genitori, mentre il 16% ne parlerebbe con gli amici.
Davanti al racconto da parte dei figli di un abuso o maltrattamento, la quasi totalità dei genitori intervistati ne parlerebbe con qualcuno (98%), nel 29% dei casi andrebbe dalle forze dell’ordine, nel 24% ne parlerebbero con i propri familiari e nel 21% si rivolgerebbero al preside o agli insegnanti.
Il 12% dei ragazzi e il 10% degli adulti ritiene che se un insegnante o un educatore venissero a conoscenza di un comportamento inappropriato non si attiverebbero per segnalarlo, per salvaguardare l’organizzazione in cui lavora o per evitare conseguenze personali.

Il Manifesto «10 in condotta!»
Presentato oggi da Save The Children, è un decalogo per la prevenzione degli abusi e dei maltrattamenti su bambini e ragazzi e prevede, tra l’altro, l’adozione di un codice di condotta alla formazione di tutto il personale che opera con i bambini e l’ individuazione di una figura che gestisca le segnalazioni alla informazione dei minori e delle famiglie.
Le organizzazioni che sottoscrivono il Manifesto “10 in condotta!” – spiega Save the children – intendono mettersi direttamente in gioco per rafforzare la prevenzione degli abusi a partire dai propri ambiti di intervento e, allo stesso tempo, promuovere la diffusione e l’applicazione di un sistema di tutela in tutto il Paese, anche nel rapporto con le istituzioni.
«Non possiamo occuparcene solo quando i casi esplodono in tutta la loro gravità – afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa dell’organizzazione -. L’adozione di un sistema di tutela con regole di comportamento, chiare procedure di segnalazione, individuazione delle figure responsabili, per prevenire abusi e maltrattamenti ai danni di minori dovrebbe essere un requisito essenziale per tutti i servizi». Da qui la richiesta che all’interno del sistema scolastico «la tutela dei minori divenga un asse portante affinché ogni scuola sia sempre uno spazio di ascolto e di protezione per ogni bambino e bambina».

Azzolina: anche la «media education» nell’educazione civica obbligatoria

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Personalmente ritengo che ‘media education’ sia un tema centrale nella formazione dei ragazzi. Anzi, che rappresenti una vera e propria urgenza educativa occuparci di questi argomenti a scuola”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aprendo il convegno “Media Education: più consapevolezza, più opportunità, più futuro”, in
corso alla Camera. Annunciando che nell’ambito delle linee guida all’educazione civica (che sarà obbligatoria dal prossimo anno scolastico) verrà inserita anche la «media education che riteniamo importante come l’educazione ambientale».

Le dichiarazioni della ministra
«La competenza digitale – ha proseguito la ministra – è una nuova forma di alfabetizzazione. I nostri ragazzi hanno in mano strumenti potentissimi. Apparentemente, proprio perché nativi digitali, sembrano poterli usare nel pieno in tutte le loro funzionalità e con estrema cognizione. Non è sempre così. Anzi. Hanno bisogno di una bussola. Di essere guidati. La scuola ha questo compito e può assolverlo, alleandosi con tante realtà che si muovono su questo fronte. Tutti insieme possiamo educare i nostri ragazzi, e cioè, come ci dice l’etimologia di questa parola, possiamo ‘ex-ducere’, tirar fuori da loro il meglio. E possiamo farlo orientandoli, accompagnandoli, fornendogli competenze e strumenti adeguati al mondo che li circonda. Un mondo, lo vediamo tutti, che corre veloce, dove le informazioni circolano rapide e spesso è difficile arginare l’avanzata di quelle che tutti ormai chiamiamo fake news.

Il compito della scuola
Nel definirle «vere e proprie bufale che vanno a colpire i singoli, a volte con grave danno per la loro persona, per la loro identità, per la loro immagine, oppure che innescano processi di pensiero che portano a pregiudizi e ad alimentare menzogne, basate su notizie false comunicate come se fossero vere» la ministra ha citato la vicenda personale che l’ha vista protagonista nei giorni scorsi: «Ne sono stata vittima anche io e so cosa significa. Così come sono stata vittima di campagne denigratorie». A suo giudizio, «la scuola, le studentesse e gli studenti, che sono poi i cittadini di oggi e di domani, possono essere un argine a tutto questo». Come? «Dobbiamo lavorare affinché nei più giovani nasca l’urgenza di mettere un freno alle volgarità e alla brutalità che stanno caratterizzando il vissuto sociale nei contesti digitali. Dobbiamo formare cittadini consapevoli e coscienti. L’educazione digitale è educazione alla cittadinanza consapevole. Oggi più che mai», ha concluso Azzolina.

Bonus merito per docenti ed ATA, Ministero chiede criteri per distribuzione meritocratica. Scontro con sindacati

da Orizzontescuola

di redazione

Bonus merito: il Ministero ha incontrato i sindacati FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda per chiarire le novità intervenute con la Legge di Bilancio 2020.

L’obiettivo dei sindacati era quello di chiarire che

  • le risorse confluiscono nel bonus merito già dall’a.s. 2019/20
  • le risorse possono essere utilizzate anche per la valorizzazione del personale ATA
  • che spetta alla contrattazione di istituto definire i criteri di attribuzione delle somme

Scontro con l’amministrazione, almeno secondo quanto riferisce la UIL in un comunicato, che avrebbe dato una “interpretazione bislacca e regressiva” della legge che ha tolto ai dirigenti la possibilità di assegnare il bonus sulla base di criteri elaborati dal Nucleo di Valutazione, facendo confluire i soldi nel fondo d’istituto.

Infatti, afferma la UIL, il legislatore ha svincolato da una specifica destinazione i soldi, lasciando, di conseguenza, alla contrattazione d’istituto il modo di assegnarli.

Secondo il Ministero, i fondi devono essere utilizzati sempre per il merito (mantenendo i vincoli della 107/15) e il legislatore avrebbe inteso ampliare semplicemente la platea dei destinatari, aggiungendo anche gli ATA.

Per la UIL, invece, con questa modifica legislativa fa confluire le risorse del bonus docente nell’articolo 40 (fondo per il miglioramento dell’offerta formativa) che raccoglie tutte le risorse a disposizione della contrattazione decentrata d’istituto.

A seguito delle divergenze, l’amministrazione ha ritenuto opportuno rinviare l’eventuali decisioni in attesa di un approfondimento in sede politica

L’amministrazione si è impegnata a riconvocare i sindacati entro 48 ore, in modo da comunicare quanto sarà diramato alle scuole, per accompagnarle a a gestire questa novità.

Concorso ordinario secondaria, prima prova scritta: da uno a tre quesiti, dipende dalla classe di concorso

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso ordinario secondaria: uno dei punti oggetto di confronto al Ministero durante il tavolo tecnico sulle bozze, ha riguardato la prova scritta.

Il concorso ordinario secondaria prevede, oltre all’eventuale preselettiva

Posti comuni

  • due prove scritte;
  • una prova orale.

Per i posti di sostegno

  • una prova scritta;
  • una prova orale

La prima prova scritta

La prima prova scritta ha l’obiettivo di valutare il grado di conoscenze e competenze del candidato sulle discipline afferenti alla classe di concorso.

I sindacati avevano richiesto che la prova preveda lo stesso numero di quesiti per tutte le classi di concorso.

I sindacati hanno appreso infatti che è intenzione del Ministero di proporre da uno a tre quesiti, ma la durata della prova  è di 120 minuti per tutte le discipline.

La risposta del Ministero “Nella prima prova scritta del concorso ordinario per il secondo grado non può prevedersi lo stesso numero di quesiti per tutte le classi di concorso (punto 26). Il numero di quesiti in cui è articolata ogni prova, infatti, rispecchia le differenze esistenti tra le varie classi di concorso, che contemplano un numero variabile di discipline.”

Ne deriva che classi di concorso che raggruppano più discipline come ad es. A13 Discipline letterarie, latino e greco avranno avranno fino a tre quesiti, mentre altre classi di concorso solo uno.

Inevitabilmente questa scelta porterà a considerare più semplice la prova con un quesito rispetto a quella con tre quesiti, anche se poi la previsione della stessa durata della prova dovrebbe indurre le commissioni che predispongono il quesito unico di strutturarlo per una prova di tale durata. Solo così si potrà garantire equità.

Non è stato specificato se le prove scritte saranno computer based oppure cartacee.

Tutte le prove del concorso ordinario: eventuale preselettiva, prova scritta, prova orale. Programmi e punteggi

Requisiti di accesso al concorso al concorso ordinario secondaria

Posti comuni:

  • abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure
  • laurea (magistrale o a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso) e 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Controlla classi di concorso a cui puoi accedere con la tua laurea oppure
  • abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione, fermo restando il possesso del titolo di accesso alla classe di concorso ai sensi della normativa vigente

Per i posti di insegnante tecnico-pratico (ITP) il requisito richiesto sino al 2024/25 è:

il diploma di accesso alla classe della scuola secondaria superiore (tabella B del DPR 19/2016 modificato dal Decreto n. 259/2017).

Per i posti di sostegno:

Requisiti già indicati per i posti comuni oppure quelli per i posti di ITP più il titolo di specializzazione su sostegno

N.B. serve la certificazione dei 24 CFU

Si partecipa a max 4 procedure

Ciascun candidato può concorrere in una sola regione, per una sola classe di concorso, distintamente per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, nonché per il sostegno, qualora in possesso dei requisiti di accesso  [Decreto Legislativo n. 59/2017 come modificato dalla Legge di Bilancio 2018]

Ciascun candidato, fermo restando il possesso dei  requisiti richiesti, può partecipare al massimo a quattro procedure:

  1. per la scuola secondaria di primo grado (per una sola CdC);
  2. per la scuola secondaria di secondo grado (per una sola CdC);
  3. per i posti di sostegno della scuola secondaria di primo grado;
  4. per i posti di sostegno della scuola secondaria di secondo grado.

La partecipazione al concorso per i posti di sostegno è subordinata al possesso della specializzazione per il relativo grado di scuola.

Nuove immissioni in ruolo con nomina dal 1° settembre 2019, ma non sono ancora quelle di Quota 100

da Orizzontescuola

di redazione

Si svolgerà nelle prossime settimane presso l’Ufficio Scolastico di Firenze una nuova tornata di immissioni in ruolo per infanzia e primaria.

Queste immissioni in ruolo avranno decorrenza giuridica 1° settembre 2019 ed economica 1° settembre 2020. Ecco cosa significa

Le nomine avverranno solo da GaE.  Per i docenti inseriti nella Graduatoria ad esaurimento con riserva in virtù di provvedimenti cautelari, per i quali il procedimento giurisdizionale risulti ancora pendente, l’individuazione è soggetta alla condizione risolutiva connessa all’esito del ricorso.

Va specificato che l’operazione – come altre che sono state compiute nelle ultime settimane, ad es. a Milano – non rientra ancora nella procedura straordinaria di immissioni in ruolo, disposta dalla Legge approvata il 20 dicembre 2019.

Ossia, non sono ancora i posti residui di Quota 100.

Per l’assegnazione di questi ultimi ci sarà un decreto apposito. Il Ministro Azzolina ha già incontrato i Dirigenti degli Uffici Scolastici ed è al lavoro per definirne i particolari.

Auguri ai neoimmessi in ruolo!

Bonus docenti: è scontro fra Ministero e sindacati

da La Tecnica della Scuola

Anche sul bonus docenti è scontro fra sindacati e Ministero: lo si capisce leggendo il comunicato di Uil Scuola (non ci sono note di altri sindacati) sull’incontro che si è svolto oggi 3 febbraio a Viale Trastevere.
“L’amministrazione – sostiene Uil Scuola – dopo aver ricordato che la norma si applica a partire dal 1° gennaio 2020, ha dato un’interpretazione ‘bislacca’ e regressiva della stessa ritenendo che il legislatore volesse solo ampliare la platea dei destinatari, estendendo le risorse del merito anche al personale Ata, ma mantenendo tutti i vincoli della legge 107/15 rispetto alla destinazione delle risorse stesse”.
“Secondo la UIL – prosegue il comunicato – con questa modifica legislativa si completa il percorso già attivato col rinnovo del CCNL che aveva fatto confluire le risorse del bonus docente nell’articolo 40 (fondo per il miglioramento dell’offerta formativa) che raccoglie tutte le risorse a disposizione della contrattazione decentrata d’istituto”.
“I contratti d’istituto – sottolinea il sindacato di Pino Turi – hanno durata triennale salvo la possibilità di rivedere i criteri di distribuzione delle risorse tra le diverse modalità di utilizzo nell’ambito di alcune modifiche indotte da motivazioni giuridiche non presenti all’atto della stipula del contratto stesso.
Pertanto, ad avviso della UIL, anche se alcuni contratti sono stati già sottoscritti è possibile mutare la destinazione delle somme in presenza di una clausola di salvaguardia o della volontà delle parti. A maggior ragione se ci si trova in presenza di un contratto d’istituto non ancora stipulato”.

Va detto che l’incontro in questione aveva valenza puramente tecnica, tanto che i dirigenti del Miur hanno proposto un aggiornamento entro le prossime 48 ore, dopo un confronto in sede politica per definire meglio gli spazi disponibili per concludere un’intesa.
Il sindacato di Pino Turi mette però le mani avanti fin da subito: se il Miur dovesse emanare una circolare restrittiva la risposta potrebbe essere l’impugnativa del provvedimento per eccesso di potere.

Coronavirus ed Erasmus+, modifiche ai programmi saranno considerate cause di forza maggiore

da La Tecnica della Scuola

Il nuovo Coronavirus colpisce anche Erasmus+.

Alle organizzazioni partecipanti al programma viene infatti suggerito di  contattare i partecipanti che si trovano in aree affette da tale problematica o sono in procinto di viaggiare verso tali aree o di rientrare da esse, al fine di ricordare loro che possono ricevere assistenza attraverso le ambasciate, i consolati ed i consolati onorari del Paese in cui si trovano.

Le singole organizzazioni possono poi decidere le azioni da intraprendere, quindi ad esempio cancellare o posticipare i viaggi non assolutamente necessari verso la Cina e le altre aree interessate o modificare le attività previste.

In proposito, Erasmus+ fa sapere che si applicherà il principio di causa di forza maggiore; pertanto, i costi di rimpatrio, debitamente giustificati, saranno considerati eleggibili come costi eccezionali, a condizione che vengano rispettati i previsti requisiti di rendicontazione.

Maturità 2020, la prova orale: ecco cosa cambia

da La Tecnica della Scuola

Per gli studenti la maturità 2020 cambia ancora. Dopo le novità dello scorso anno, sono state decise ulteriori modifiche.Passo indietro sul sorteggio delle buste all’orale.

Le tre opzioni, che il candidato avrebbe dovuto scegliere casualmente, sono state abolite.

Intanto, dopo in rinvio di un anno, le nuove prove Invalsi di quinta superiore diventano obbligatorie per l’ammissione alla maturità ed è stata reintrodotta la traccia di storia, nella prima prova scritta.

Maturità 2020, tutte le info utili

Il colloquio sarà pluridisciplinare. Ciascuna commissione predisporrà, come spiegato dalla Ministra, i materiali di partenza da sottoporre agli studenti (potranno essere un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema).

Il lavoro dei commissari si baserà su quanto studiato dai “maturandi” nel loro percorso: farà fede il documento predisposto dai docenti di classe.

Niente sorteggio fra le buste, dunque. Al momento dell’inizio della prova, la commissione sottoporrà uno spunto al candidato, che rappresenterà, comunque, solo un momento di avvio del colloquio.

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Secondo i dati saranno quasi 500mila gli studenti impegnati nell’esame conclusivo del ciclo di scuola superiore (226.909 mila di indirizzi liceali, 144.087 tecnici, 92.137 professionali).

La prima prova (quella d’italiano) si svolgerà il 17 giugno, dalle ore 8:30, mentre il 18 giugno, sempre dalle ore 8:30, ci sarà la seconda.

In italiano la scelta sarà possibile su tre tipologie: analisi del testo, testo argomentativo o tema di attualità. Le prove dureranno: 6 ore per la prova di italiano; 6 ore per la seconda prova dei licei classici, scientifici e linguistici.

Variano invece per altri indirizzi: a seconda si debbano eseguire o meno prove di laboratorio.

Infine i crediti che verranno assegnati: prima 20 punti; seconda 20 punti; orale 20 punti.

Il fronte sindacale si compatta. Contro Azzolina

da Tuttoscuola

Era forse dai tempi del megasciopero contro la ‘Buona Scuola’ (5 maggio 2015) che non si vedeva una così forte convergenza dei sindacati scuola contro il governo, stando almeno all’inusitata durezza del comunicato congiunto sottoscritto dai cinque sindacati al termine del confronto con i tecnici del Ministero sulla scottante materia del reclutamento e delle abilitazioni.

Nel comunicato, sottoscritto da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, si parla di “totale chiusura rispetto alle proposte dei sindacati” e di “totale indisponibilità” del Ministero a dare seguito alle intese già intervenute, “a partire da quella del 24 aprile scorso a Palazzo Chigi (quando alla guida del Miur era il ministro Bussetti, NdR) e successivamente in quelle con i ministri dell’Istruzione e Ricerca, riassunte nei verbali di conciliazione del dicembre scorso”. I riferimenti all’allora, e tuttora, presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Bussetti e Fioramonti sono chiari, ed è come se all’attuale ministra Azzolina fosse rimproverato di non conoscere quegli accordi, o di non volerli rispettare.

La risposta a caldo del Ministero: “Desta stupore la posizione espressa dalle Organizzazioni Sindacali al termine del tavolo tecnico che si è tenuto oggi, a fronte di un governo che sta per assumere quasi 70mila docenti attraverso i vari bandi di concorso in preparazione. Bandi che devono partire subito per consentire le immissioni in ruolo”. Una rottura decisa “nonostante un tentativo di trattativa e l’accoglimento di metà delle questioni portate al tavolo odierno”.

Tuttoscuola ha ricostruito la dinamica di quanto avvenuto evidenziando il rischio che la ‘mobilitazione’ annunciata unitariamente dai cinque sindacati finisca per ritardare la pubblicazione dei bandi dei concorsi, danneggiando i precari in attesa ma anche arrivando con Azzolina a una situazione di scontro che non si era verificata con i precedenti ministri. Un aiuto alla ministra non viene neppure dal suo vecchio sindacato di appartenenza, l’Anief, che preferisce polemizzare con le altre organizzazioni: “Bisognava arrivare al 30 gennaio 2020 per capire che al ministero si vuole continuare, imperterriti, a trattare i precari della scuola come i figli di un dio minore? Dove erano questi sindacati, ad iniziare dai Confederali, quando l’Anief nel 2019 ha proclamato una decina di manifestazioni e cinque scioperi nazionali, a febbraio, marzo, due volte a maggio e lo scorso 12 novembre?”.

Indubbiamente una grossa grana politica per la ministra Azzolina, ma per lei anche un’occasione per mettersi alla prova.