Comunicato

Ancor prima di giungere ad un  disastro economico e sociale causato dalla incapacita di capire e gestire l’origine ambientale e le probabilita’ di diffusione delle mutazioni periodiche dei Corona Virus,  come Cluster Egocreanet riteniamo importante  proporre la seguente riflessione. 

Si e affrontato il problema sanitario, culturale e sociale del COVIS-19 sulla base di concezioni obsolete con le quali si inizia ad es. con il ricercare il primo infettato ( che normalmente non si trova)  poi si applica la progressione geometrica per ottenere un risultato simile a quando l’Economia del Faraone dell’antico Egitto fu messa in crisi dalla progressione dei chicchi di riso su una scacchiera. 

Ragionando in questo modo  simile alla sequenza di una catena di montaggio tra contatti ravvicinati, si escude a priori la influenza di interazione epigenetica con l’habitat naturale e sociale, che conduce a modificare le peculiari proprieta di virulenza e di diffusione del focolaio virale locale. 

I Virus infatti non essendo capaci di riprodursi innestano la loro sequenza nel DNA o nel filamento di RNA dell’ ospite e ,nel periodo di incubazione, si adattano al processo di interazione dinamica tra la informazione genetica ed epigenetica che è in grado di rimodulare la attivita’  genomiche  risultanti e di conseguenza quelle molecolari trascritte che delineano la effettiva viralita e modalita locali di diffusione del Virus COVID 19. 

La estrema specializzazione genetica e microbiologica disciplinare dei virologi sembra poter ignorare che la pericolosita’ dei Virus viene  “regolata da fattori di informazione epigenetica che redono il COBIS-19 con proprieta localmente diverse”, relative e ciascun ambiente naturale culturale e sociale umano. 

Se infine si riflette sul fatto che anche  la politica e divenuta una nuova professione si comprende come la vecchia concezione di un sapere “iper-specialistico” e sostanzialmente obsoleto , determini la condizione di ignoranza diffusa che ha reso il COVIS -19 , un danno economico socialmente piu’ pericoloso della sua contaminazione virale sulla salute.

EGOCREANET , trattera di queste importanti temi di riflessione al Covegno su: 

GREEN CULTURE INNOVATION del 27-03/2020 in Firenze c/o la Sala “Spadolini” del Consiglio Regionale Toscano in Via Cavour 04 Firenze-centro. 

Il Convegno e Gratuito previa Iscrizione per email a : <egoceanet2016@gmail.com>

Webinar per la didattica a distanza

Coronavirus, oltre 2.000 docenti hanno seguito i webinar per la didattica a distanza
Più di 35mila contatti sulla pagina dedicata

Sono oltre duemila i docenti che hanno partecipato oggi ai webinar di formazione messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione sulla pagina web dedicata alla didattica a distanza e realizzati in collaborazione con l’Indire.

“Una partecipazione che testimonia, ancora una volta, la capacità di reazione da parte della scuola italiana – sottolinea la Ministra Lucia Azzolina -. Ringrazio tutti coloro che si sono resi disponibili per realizzare questi webinar e chi li ha seguiti. La nostra comunità scolastica è viva e coesa e lo sta dimostrando ancora una volta durante questa emergenza”.

“Tra gli undici webinar di oggi – spiega Giovanni Biondi, presidente di Indire – abbiamo proposto soluzioni su come realizzare contenuti didattici digitali in formato video, l’uso del cloud, della videolezione e di piattaforme di formazione, oltre a un focus per i dirigenti scolastici su come fronteggiare l’emergenza e attività dedicate alle piccole scuole. Si tratta di strumenti e metodologie già sperimentati per offrire una didattica digitale funzionale al programma e accessibile ai ragazzi. L’esperienza che stiamo vivendo può contribuire a dare alla scuola una spinta verso l’innovazione che rimarrà anche dopo l’emergenza”.

Ai webinar si accede attraverso la pagina del Ministero dedicata alla didattica a distanza attivata ieri a supporto delle scuole chiuse per l’emergenza coronavirus. Uno spazio di lavoro gratuito e in progress dal quale le scuole interessate possono accedere a strumenti di cooperazione e scambio di buone pratiche, gemellaggi con istituti scolastici che hanno esperienze avanzate di didattica digitale, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate per la didattica a distanza. Nella prima giornata di attivazione gli accessi sono stati oltre 35.000.

DISINFESTAZIONE OBBLIGATORIA, DIDATTICA A DISTANZA ED APERTURA DEI CONVITTI

DISINFESTAZIONE “OBBLIGATORIA” PER GLI ATA, DIDATTICA A DISTANZA ED APERTURA DEI CONVITTI (CON ILLEGITTIME IMPOSIZIONI DI SERVIZIO): LA POSIZIONE UFFICIALE DELL’UNICOBAS. NESSUNA OBBLIGATORIETÀ

Sta succedendo qualcosa di molto grave nelle scuole del Nord. 
Senza che nessun sindacato “maggiormente rappresentativo” (assai) protestasse, al personale Ata delle regioni coinvolte in maniera massiva dall’epidemia del Corona virus è stato ordinato di restare in servizio nelle scuole chiuse e di “sanificare” gli ambienti (peraltro senza strumenti, mascherine etc.). Questo è un compito che spetta alla Sanità pubblica ed agli Enti Locali, e ciò, sia detto per inciso, vale sia per il bene generale (tramite strumenti e prassi adeguate), sia per il rispetto che va portato al personale non docente. Simili ordini di servizio sono da considerarsi illegittimi.
Senza che nessun sindacato “maggiormente rappresentativo” (assai) protestasse, Convitti ed Educandati sono rimasti aperti sin dall’inizio dell’epidemia, sia in Veneto che in Lombardia, ed agli educatori sono stati imposte mansioni sanitarie (come la rilevazione delle condizioni di salute dei convittori) e di portineria-guardiania che non competono loro. Simili ordini di servizio sono da considerarsi illegittimi.
Infine assistiamo ad una campagna senza precedenti volta a far passare l’obbligatorietà della presenza a scuola e della didattica a distanza per gli insegnanti. Ribadiamo come gli obblighi contrattuali relativi alla funzione docente non contemplino l’obbligo di presenza a scuola quando gli studenti sono assenti (tranne le riunioni programmate dai Collegi dei Docenti), né la didattica a distanza. Ciò che non è obbligo di servizio si qualifica come lavoro aggiuntivo, sia per gli insegnanti che per gli ata, ivi compresa l’eventuale retribuzione aggiuntiva che, se richiesto, va liquidata. Senza considerare il sequel di obiezioni pedagogiche che una siffatta impostazione (falsamente “modernista”) comporta: 1) Solo chi non conosce nulla di metodologia e didattica può parificare la presenza a distanza con l’efficacia dell’insegnamento diretto e della comunità educante, né si può negare che l’apprendimento è fenomeno collettivo garantito soprattutto dall’interazione diretta e dal gruppo-classe. Ciò vale anche e soprattutto per la didattica laboratoriale, della quale la Scuola Elementare italiana era maestra prima delle controriforme degli ultimi 30 anni. Nondimeno, parlare di didattica a distanza per le Scuole dell’Infanzia e Primarie è quantomeno ridicolo. Chi dirige il Ministero, come quanti si vantano del titolo di “docente”, dovrebbero studiarsi almeno la storia del Movimento di Cooperazione Educativa dei tempi di Mario Lodi. Oltretutto i seguaci dei miracolistici effetti dell’insegnamento a distanza sono spesso gli stessi che criticano da anni la lezione frontale, senza neppure comprendere la contraddizione patente: l’insegnamento a distanza è spesso mimesi e mimica della lezione frontale, né i supporti informatici interattivi possono ovviare a questo somigliando, più che alla necessaria creatività didattica, a quei famosi “compiti a casa” (che molte scuole oggi vorrebbero imporre, nella vacatio dell’interazione scolastica, tramite il famoso registro elettronico). I principali fautori dell’insegnamento a distanza (Treellle e Confindustria) sono gli stessi che vorrebbero assoggettare la Scuola pubblica ai loro appetiti privatistici, alle loro private agenzie “educative”, alla dottrina della chiamata diretta, alla cattiva sQuola renziana: istituti dei quali l’insipienza populista dei 5 Stelle predicava l’abrogazione in campagna elettorale ma che oggi invece fiancheggia. L’esempio più calzante di educazione a distanza è rappresentato dalla scuola australiana, che contempla l’utilizzo di un comune apparecchio televisivo o di computers, per il cui tramite raggiungere gli alunni dei centri sparsi sul territorio, con pochi insegnanti per migliaia di fruitori passivi. Sinceramente non ci pare “il massimo”, mentre è del tutto evidente che simili prassi sono tipiche del liberismo più vieto (lo stesso che ha ridotto i servizi ferroviari in Italia, ha chiuso i presidi sanitari ed ha cercato di eliminare negli anni scorsi persino le scuole di montagna) e rappresentano precedenti assai preoccupanti. 2) Il mito della digitalizzazione deregolamentata ed approssimativa ha già distrutto, fra le altre, la “scuola” finlandese, decaduta persino nelle classifiche Ue a quiz dal 2015. Molto di recente, contestando la trasmissione “Presa Diretta”, abbiamo ricordato come diverse recenti analisi sviluppate da matematici e studiosi di problemi dell’insegnamento finlandesi (fra i quali ricordiamo articoli pubblicati da G. Malaty, E. Pehkonen, O. Martio e altri) mettono in luce, come intitola un appello firmato nel 2006 da Kari Astala, professore all’Università di Helsinki, e da più di altri duecento professori, quanto le classifiche Pisa dicano soltanto una verità parziale circa le abilità matematiche dei bambini finlandesi, mentre, di fatto, proprio dalla Finlandia ci dicono (testualmente) che “le conoscenze matematiche dei nuovi studenti hanno subito un declino drammatico”. 
Va ribadito con forza che i problemi della scuola italiana, che vede ancora l’80% degli istituti non a norma su igiene e sicurezza, non si potranno mai risolvere proseguendo ed esacerbando la logica emergenziale.
Ribadito quanto detto sinora, a proposito di emergenza, possiamo comprendere che singoli o più insegnanti, avendo a cuore il futuro dei propri studenti, facciano la legittima scelta VOLONTARIA di recarsi a scuola ed interagire con alunni e famiglie. Anche nel nostro sindacato la Federazione di Lodi apprezza questo impegno. Non è certo una contraddizione insanabile, in un sindacato di base e libertario. 
Ma altrettanto legittima è la posizione nazionale dell’Unicobas, col ribadire che tali onorevoli scelte (anche per avere il valore che meritano), devono essere volute e ricercate dai singoli, mentre mai possono venire imposte o venire interpretate come un avvallo ad imposizioni d’autorità, che sarebbero assolutamente illegittime, da parte del Ministero o di singoli dirigenti scolastici. 
Infine, ci sia consentito di ricordare che non si può certo imputare all’Unicobas il pericoloso precedente contrattuale (peraltro comunque ininfluente sulla questione dell’insegnamento a distanza,) controfirmato da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, relativamente alla cosiddetta “reperibilità telematica” che già di per sé apre un varco rispetto all’orario ed alle mansioni.
Stefano d’Errico (Segretario Nazionale Unicobas Scuola & Università)

La comunicazione e la percezione sociale della salute e della malattia

La comunicazione e la percezione sociale della salute e della malattia

I mezzi di comunicazione, l’informazione, i fatti, la comprensione: la media education.

di Maria Grazia Carnazzola

Da quando la notizia del diffondersi del coronavirus in Cina e in altre parti del globo, lontano da noi, ma soprattutto da quando un caso è stato rilevato a Codogno, la gente ha iniziato seriamente a preoccuparsi sia perché la malattia ora è in casa, sia perché le informazioni veicolate dai media sono contradditorie. L’operatodel Governo, di cui si fatica a cogliere sia il progetto complessivo sul lungo periodo sia la logica delle azioni che via via si susseguono per affrontare l’emergenza e gli accadimenti nel brevissimo periodo, non aiuta certo a comprendere quale sia la situazione reale creando non poco allarme. Non a caso, come testimoniano i dati resi noti da Google Trends, le parole più cercate in internet sono ad esempio contagio, epidemia, pandemia,disinfettanti, quarantena, isolamento, focolaio, infettare…. Le parole non sono neutre, veicolano la memoria e la cultura a cui appartengono rimandando all’immaginario che generano, in questo caso un immaginario di paure. Il web pubblica immagini che, associate alle parole, creano scenari poco rassicuranti se si pensa agli scaffali vuoti nei supermercati, alle mascherine esaurite, ai disinfettanti di tale o tal’ altra marca introvabili…

Sono in primo piano due importanti fattori del vivere umano e del vivere in comunità: il diritto all’informazione, e a una comunicazione corretta, e il diritto alla salute.

1. La comunicazione

 È opinione comune che lo sviluppo dei media abbia portato rilevanti cambiamenti a livello culturale, sociale e politico, contribuendo in modo determinante al passaggio dalla società liberale alla società di massa. La transizione dalla carta stampata ai media elettronici ha cambiato radicalmente il modo di comunicare e di utilizzare l’informazione, ridefinendo l’organizzazione del tempo e dello spazio, il senso di appartenenza a gruppi sociali e a comunità- prima limitate spazialmente e lunghe nel tempo – e il modo di vivere emozioni e sentimenti, creando quel “mondo mediato”, come lo chiamava J.B.Thompson, che plasma sia la nostra conoscenza del mondo al di là di quello che sperimentiamo personalmente, sia l’idea della posizione che occupiamo e del ruolo che giochiamo.

Il senso del tempo e dello spazio dipende dal   personale senso della distanza, di quello che riteniamo essere vicino o lontano, ed è collegato ai mezzi che abbiamo a disposizione per muoverci. Ma anche i mezzi di comunicazione hanno un ruolo centrale nella costruzione del nostro concetto di lontano. Nel passato, le informazioni venivano trasportate fisicamente e il tempo che intercorreva tra l’invio e la ricezione dava il senso della distanza: se la velocità aumentava, la distanza sembrava diminuire. Lo sviluppo delle telecomunicazioni ha sganciato la percezione della distanza dal tempo di percorrenza, rendendo praticamente nullo il tempo di trasmissione: la durata del trasporto e la lontananza non coincidono più. Aumenta la velocità della vita reale e il mondo sembra più piccolo. Tutto accade qui ed ora. L’effetto di realtà porta l’impressione di vedere con i propri occhi come stanno le cose. La capacità di annullare le distanze dei media elettronici riduce lo spazio temporale tra eventi e l’informazione su quegli eventi, moltiplicandone l’efficienza nella comunicazione. Questo è l’effetto sociale più rilevante perché rompe i legami esistenti tra luogo fisico e luogo sociale, effetto già trattato da McLuhan, e ognuno partecipa direttamente delle esperienze altrui ed è direttamente coinvolto da qualsiasi cosa accada.

I media danno l’impressione di limitarsi a veicolare le immagini degli eventi, di essere una finestra sul mondo, di essere trasparenti. Non è proprio così: i media trasformano gli eventi, li curvano sui propri linguaggi, sui propri ritmi e obiettivi. Il nostro sguardo è vincolato a quello del “regista” e le immagini sono scelte e contestualizzate per precise scelte di messaggi da veicolare e, in quanto immagini, producono quell’effetto di realtà così efficace sul piano della comunicazione. Si sa come accadono i fatti e si sa come si deve fare, non serve altro. In questo sta l’efficienza informativa dei media che porta, inevitabilmente, all’omologazione di pensiero e di azione. Per una migliore comprensione è utile una sottolineatura che riguarda la diversa accessibilità semantica dei media basati sulla stampa (riviste e quotidiani) e dei media elettronici (Internet, radio, televisione…). La prima differenza riguarda i codici di accesso: se non so leggere, difficilmente potrò fruire delle informazioni riportate da un quotidiano e, dalle riviste potrò trarre informazioni dalle immagini, ma il significato complessivo non sarà alla mia portata.Ma per comprendere appieno le informazioni di un quotidiano non basta saper leggere, serve un bagaglio culturale. L’accessibilità semantica della carta stampata, quindi, non è elevata. Contrariamente a quello che succede, per esempio, con la televisione o con Internet. Tutti possono accedere all’informazione, anche chi non sa leggere o non comprende la lingua veicolare, necessariamente semplificata: le immagini e gli elementi sovrasegmentali del testo compensano le difficoltà linguistiche per una facile comprensibilità. E la trasmissione delle informazioni avviene in tempo reale per l’intero giorno.  

2. La percezione sociale della salute e della malattia

Nel corso degli ultimi secoli la medicina ha compiuto enormi passi in avanti sia sul piano diagnostico e terapeutico, sia sul piano della ricerca di base. La conoscenza dell’organismo umano e del suo funzionamento, fino al livello molecolare, ha permesso di identificare i fattori eziologici di molte malattie e di controllarli grazie ai risultati conseguiti sul piano della ricerca farmacologica. Paradossalmente, però, aumentano il numero delle malattie, la richiesta di visite specialistiche e il consumo di medicine. Evidentemente nel tempo si è modificato il concetto di malattia. Un tempo considerarsi sani significava non avere patologie che impedissero il lavoro; oggi essere sani significa rimandare a un senso più ampio di benessere che comprende la forma psicofisica ma anche elementi estetici che moltiplicano i bisogni di” benessere” alimentati dall’industria della salute e dalla logica di mercato.

Sappiamo che la medicina non è una scienza. i Greci la consideravano una sintesi tra scienza, tecnica ed arte; una tecnica che si serve di altre scienze come la biologia, la fisiologia, la genetica, la farmacologia…seguendo il sistema della gerarchia naturale: biochimico, fisiologico, psicologico e sociale. Se le scienze progrediscono, progredisce la medicina, maparallelamente aumentano i problemi da risolvere. Una questione centrale è la raggiunta consapevolezza che non si curano malattie ma malati e i malati non costituiscono gruppi omogenei: è unaconquista il modello bio-psico-sociale della medicina, ma è anche possibile fonte di incertezza. Se dall’opinione pubblica la flessibilità che il modello comporta è percepita come approssimazione, e viene unita all’irrazionalità sempre presente nella natura umana, si può ingenerare l’idea che tutte le soluzioni siano possibili e tutte le terapie siano equivalenti, provengano esse da una ricerca scientifica o derivino dal senso comune. Se tutti conosciamo gli stessi fatti e sappiamo come fare, un’opinione vale l’altra, tutti contiamo uno, indipendentemente da chi siamo, da che cosa rappresentiamo e dalla giustificazione che portiamo alle nostre proposte. “La giustificabilità è un valore etico fondamentale in tutte le pratiche umane, perché è legato alla responsabilità delle opinioni che adottiamo” sostiene Mauro Dorato. L’accesso universale alla conoscenza, uno dei fondamenti della società orizzontale, fa perno appunto sul concetto di dimostrabilità, ma, per comprenderlo a fondo, bisogna saper ragionare criticamente, ciò padroneggiare quello che viene definito “pensiero critico”, indispensabile per orientarsi nel crescere esponenziale dell’informazione, del sapere specialistico nonché del sapere fasullo, le cosiddette fake news.

3. Il coronavirus, l’emergenza, la Scuola

Superata questa fase di emergenza, la Scuola non potrà non affrontare il problema, o i problemi, che si sono venuti a creare a seguito del diffondersi del virus Covid-19. Se uno dei compiti della Scuola è educare a vivere la complessità, quale occasione migliore di prendere in considerazione gli accadimenti interrelati del mondo globalizzato e le loro conseguenze? I bambini e i ragazzi che frequentano oggi le nostre scuole, e che saranno gli adulti di domani, quali strumenti di pensiero e quali tecnologie dovranno saper utilizzare, quali codici e linguaggi dovranno padroneggiare per cercare di governare i cambiamenti graduali o improvvisi? Dovranno certamente gestire una grande quantità di dati e di informazioni che non diranno loro niente se non sapranno analizzarli, collegarli, valutarli, contestualizzarli. Essere uomo dentro l’esistenza significa anche riconoscere che identità e cultura sono strutturalmente connesse: la cultura conserva l’identità umana nei suoi tratti specifici e le identità sociali nelle loro connotazioni peculiari, sostiene Morin.

La Scuola deve confrontarsi con queste posizioni e con queste argomentazioni, utilizzando i saperi disciplinari per trasformali in conoscenza. Utilizzando tutto quello che la contemporaneità presenta, compreso ciò che è stato fatto, o non fatto, anche durante le eventuali chiusure/sospensioni dell’attività.

A questo proposito, un auspicio: che la didattica a distanza non venga scambiata con l’utilizzo di quanto le piattaforme commerciali mettono a disposizione. Dopo le perplessità suscitatedal non aver coinvolto nel progetto di didattica a distanza chi questa pratica la agisce da tempo, come le migliori Università Telematiche, un’ultima considerazione. Le lezioni a distanza possono essere utilissime per gli studenti del triennio o per gli studenti universitari, qualche riserva per gli studenti del biennio e,a scendere, molte perplessità per gli alunni della scuola primaria. Lodevole l’iniziativa di tenere agganciati i bambini anche a casaper creare senso di comunità, ma è intrattenimento, non èinsegnamento: le cose vanno chiamate con il loro nome per non creare ulteriore confusione. Se Bruner, Piaget, Vigotskij, Petter e altri non hanno detto sciocchezze, l’interazione diretta con l’insegnante e con i compagni è irrinunciabile, per un vero apprendimento che deve essere verificato, valutato e restituito. Èaltra cosa.

BIBLIOGRAFIA

M. Dorato, Disinformazione scientifica e democrazia, Raffaello Cortina Editore, Milano 2019.

D.M.Grmek, La vita, le malattie, la storia, Di Renzo Editore, Roma 1998.

M.Mc Luhan, Il villaggio globale. XXI secolo: trasformazioni nella vita e nei media, SugarCo, Milano 1996.

E. Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina, Milano 2001.

C. Sini, L’uomo, la macchina, l’automa, Bollati Boringhieri, Torino 2009.

J.B.Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità. Una teoria sociale dei media, Il Mulino, Bologna 1998.

MISURE DI CONTENIMENTO – COVID‐19

MISURE DI CONTENIMENTO – COVID‐19

COSA È PREVISTO PER LA SCUOLA

LA SCHEDA DI SINTESI DELLA UIL SCUOLA RUA

L’1 marzo 2020 è stato pubblicato il Decreto adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) riguardante le misure di contenimento del contagio COVID‐19 che annulla i precedenti e disciplina in modo unitario gli interventi nelle zone direttamente interessate e nell’intero territorio nazionale.

MISURE IGIENICHE

  1. Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
  2. Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  3. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  4. Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  5. Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  6. Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  7. Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate.

MISURE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE

  • Il personale sanitario si attiene alle misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria e applica le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della salute;
  • Nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione rese note dal Ministero della salute;
  • Nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per il lavaggio delle mani;
  • I sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie presso gli esercizi commerciali;
  • Le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
  • Nello svolgimento delle procedure concorsuali pubbliche e private, ove ne sia consentito l’espletamento, devono comunque essere assicurate modalità tali da evitare assembramenti di persone;
  • Chiunque abbia fatto ingresso in Italia, a partire dal 16 febbraio, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, o sia transitato o abbia sostato nei comuni della <<zona rossa>>, deve comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o ai servizi di sanità pubblica competenti, che procedono secondo il protocollo previsto.

MISURE DI CONTENITMENTO DEL CONTAGIO

 Regioni Lombardia e Veneto

Lombardia

  • Bertonico
  • Casalpusterlengo
  • Castelgerundo
  • Castiglione d’Adda
  • Codogno
  • Fombio
  • Maleo
  • San Fiorano
  • Somaglia
  • Terranova dei Passerini 

Veneto

  • Vo’ Euganeo.

Chiusura delle scuole di ogni ordine e grado

È disposta la chiusura dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le Università e le istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, ferma la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.

I docenti, gli educatori e gli ATA coinvolti nella chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nelle regioni interessate e che hanno adottato tali provvedimenti non devono giustificare l’assenza, né i dirigenti scolastici possono, d’ufficio, collocarli in ferie o attribuire loro qualsiasi tipologia di permesso (es. per motivi personali o familiari) o prevedere successivamente il recupero di dette giornate.

L’obbligo di giustificazione o di recupero dell’assenza non sussiste, in considerazione del fatto che l’assenza è determinate da cause di forza maggiore, non imputabile al personale scolastico come disposto dall’art. 1256 del codice civile che afferma: “L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile”.

Viaggi d’istruzione e uscite didattiche

Fino alla data del 15 marzo 2020: sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

Altre importanti misure

  • È fatto divieto di accesso e/o di allontanamento dal territorio comunale.
  • Sono sospesi/e 
  • le manifestazioni, gli eventi e ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso;
  • i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;
  • le attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità (le cui modalità sono indicate dal Prefetto);
  • le procedure concorsuali pubbliche e private; 
  • i servizi di trasporto di merci e di persone, anche non di linea, con esclusione del trasporto di beni di prima necessità (eventuali deroghe sono dettate dal Prefetto);
  • le attività lavorative per i lavoratori residenti o domiciliati, anche di fatto, nel comune o nell’area interessata, anche ove le stesse si svolgano al di fuori dell’area;
  • le attività lavorative per le imprese, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità, ivi compresa l’attività veterinaria, nonché di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare o a distanza.

È disposta la chiusura 

– di tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità, dei servizi pubblici essenziali e degli esercizi commerciali per l’acquisto dei beni di prima necessità (eventuali limiti e modalità sono indicati dal Prefetto).

È fatto obbligo

– di accedere ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità indossando dispositivi di protezione individuale o adottando particolari misure di cautela individuate dall’azienda sanitaria competente.

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Nelle regioni 

  • Lombardia
  • Veneto
  • Emilia Romagna 

e nelle province di 

  • Pesaro – Urbino 
  • Savona

e

  • Bergamo
  • Lodi
  • Piacenza
  • Cremona

Sospensione delle lezioni

Fino all’8 marzo 2020: È disposta la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le Università e le istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per la professione sanitarie e università per anziani, ad esclusione dei corsi per medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.

La “sospensione” del provvedimento comporta l’interruzione delle sole lezioni. Il Dirigente Scolastico e il personale ATA sono in servizio. I servizi erogati dagli uffici di segreteria continueranno ad essere prestati. Eventuali assenze dovranno essere giustificate.

Per il personale docente ed educativo vale quanto già detto per la “chiusura” delle scuole.

Altre importanti misure

È fatto divieto

di trasferta organizzata dei tifosi residenti nelle stesse regioni e nelle province di Pesaro e Urbino e di Savona, per assistere a eventi e competizioni sportive che si svolgano nelle restanti regioni e province

Sono sospesi/e 

  • fino all’8 marzo 2020: le manifestazioni, gli eventi e ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso (cinema, teatri, discoteche…), nonché le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati, a meno che non si svolgano “a porte chiuse”;
  • le procedure concorsuali pubbliche e private. Sono però consentite quelle che prevedono 1) la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari e/o in maniera telematica; 2) concorsi per il personale sanitario; 3) esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo 4) per il personale della protezione civile;
  • lo svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub e l’apertura delle altre attività commerciali nonché l’apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura sono consentiti con delle limitazioni.
  • Nelle province di Piacenza, Cremona, Bergamo e Lodi è prevista la chiusura nelle giornate di sabato e domenica delle medie e grandi strutture di vendita e degli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati (salvo le farmacie, parafarmacie e dei punti vendita di generi alimentari).
  • Nella regione Lombardia e in provincia di Piacenza sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, centri culturali, centri sociali, centri ricreativi.

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Sull’intero territorio nazionale

  • Possibilità della modalità di “lavoro agile”; 
  • Fino al 15 marzo: sospensione dei viaggi d’istruzione, delle iniziative di scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, con la previsione del diritto di recesso dai contratti già stipulati;
  • Fino al 15 marzo: obbligo della presentazione del certificato medico per la riammissione nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia infettiva e diffusa soggetta a notifica obbligatoria di cui al decreto del 15 novembre 1990 di durata superiore a 5 giorni;
  • Possibilità, per i dirigenti scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica sia stata sospesa per l’emergenza sanitaria, di attivare, sentito il collegio dei docenti e per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
  • Svolgimento a distanza, ove possibile e avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità, delle attività didattiche o curriculari nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica nelle quali non è consentita la partecipazione degli studenti alle stesse, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria;
  • Proroga dei termini previsti per il sostenimento dell’esame di guida in favore dei candidati che non hanno potuto effettuarlo a causa dell’emergenza sanitaria;
  • Idoneo supporto delle articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale al Ministero della giustizia, anche mediante adeguati presidi, al fine di garantire i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni.

Rischio biologico

Il sindacato SIDL chiede che venga riconosciuto il Rischio Biologico in seguito al CoronaVirus, al quale può esporsi il personale scolastico.

Lo dice forte e chiaro Antonino Barbagallo, segretario NazionaleSiDL,  “mancano nelle scuole i dispenser di disinfettante per le mani “. Inoltre chiediamo di effettuare i tamponi a tutto il personale scolastico, specialmente al personale docente nell’eventuale rientro in servizio. Questa caratteristica, oltre ad essere sicuramente un problema di sanità pubblica, riveste una particolare rilevanza anche per il personale ATA rientrato a lavoro dopo una settimana di blocco scolasico che si trova in contatto con personale esterno. 

Per tutti questi motivi, chiediamo al sig. Ministro che venga riconosciuto al personale scolastico esposto permanente al rischio malattie infettive, l’indennità rischio biologico.

Hearing for life

Redattore Sociale del 03.03.2020

Salute “Hearing for life”, nuove opportunita’ per la cura della sordita’ 

“L’udito per la vita” è il tema della Giornata mondiale dell’udito promossa dall’Oms che si celebra oggi. L’impegno della Fondazione policlinico Gemelli in diagnosi, trattamento e ricerca. 

ROMA. Oggi, 3 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Udito promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per sensibilizzare su come prevenire la sordità e la perdita dell’udito e promuovere l’assistenza alle patologie uditive in tutto il mondo. Ogni anno, l’Oms decide il tema e per quest’ anno il titolo dato è “Hearing for life” ovvero ‘L’udito per la vita’ per sensibilizzare verso gli effetti sulla qualità della vita che la perdita uditiva determina. L’idea di fondo è richiamare l’attenzione sull’importanza di identificare precocemente un’eventuale perdita dell’udito e intervenire precocemente ed in modo adeguato dal bambino all’anziano.
I messaggi chiave per la giornata del 2020 promossa dall’Oms vogliono sottolineare come in tutte le fasi della vita, la comunicazione e la buona qualità dell’udito siano necessarie per lo sviluppo e l’integrazione nella società. Per coloro che hanno la perdita dell’udito, interventi appropriati e tempestivi possono facilitare l’accesso all’istruzione, all’occupazione e alla comunicazione, nel bambino e le famiglie per una completa integrazione e scolarizzazione mentre per l’anziano l’udito significa il mantenimento della qualità della vita, evitare l’isolamento sociale e la depressione con conseguenze ancora oggetto di studio sul detrimento cognitivo. Inoltre, Oms evidenzia l’importanza di interventi tempestivi e la creazione di servizi per l’identificazione e l’intervento precoce dell’ipoacusia resi disponibili attraverso il sistema sanitario di ogni Paese aderente.
La sensibilizzazione verso le patologie uditive è indubbiamente importante considerando che la sordità colpisce 1:1000 bambini alla nascita, è la terza causa di disabilità cronica dopo ipertensione arteriosa e le malattie degenerative artrosiche, e sono affetti da ipoacusia circa un terzo dei pazienti oltre i sessantacinque anni e la metà degli ultraottantacinquenni. La sordità colpisce i lavoratori di molti settori industriali e nonostante le campagne di sensibilizzazione e di prevenzione ne sono affetti circa il 16% degli impiegati in Europa e Paesi sviluppati con un incremento nei paesi in via di sviluppo. La prevenzione è un aspetto determinate per il riconoscimento precoce dei pazienti a rischio ed il trattamento oggi è possibile con numerose soluzioni rispetto al passato.
La Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, e in particolare l’unità Operativa di Otorinolaringoiatria, è all’avanguardia nella diagnosi, trattamento e nella ricerca traslazionale di nuove opportunità di cura. Il Gemelli è stato tra i primi Ospedali a garantire lo screening audiologico universale negli oltre 3500 bambini che ogni anno nascono e quindi è possibile una diagnosi precoce dell’ipoacusia ed il trattamento. Inoltre, è Centro di riferimento di secondo livello regionale per la diagnosi dei bambini che effettuano lo screening nella nostra regione. Dal punto di vista clinico la cura della sordità avviene con la protesizzazione acustica convenzionale e nei casi di ipoacusia grave profonda con gli impianti cocleari. Nel nostro Policlinico vengono seguiti oltre 400 pazienti portatori di impianto cocleare e il nostro Centro è coinvolto in progetti di ricerca anche di interesse nazionale.
In particolare, scrive sempre il Gemelli, si stanno studiando modalità di miglioramento delle performances degli impianti cocleari per l’ascolto in situazioni complesse come la comunicazione telefonica e la percezione della musica anche attraverso l’introduzione di training musicali nei pazienti impiantati. Infine abbiamo un programma di valutazione e trattamento con protesizzazione acustica ed impianto cocleare nei pazienti anziani al fine di valutare le possibilità di contrastare l’insorgenza del deterioramento cognitivo nell’anziano.
Un punto strategico del nostro impegno è la ricerca traslazionale volto allo studio di nuovi approcci di terapia La conoscenza dei meccanismi che portano alla sordità rimane un punto fondamentale per la cura, i ricercatori dell’Uoc di Otorinolaringoiatria sono da anni impegnati nello studio clinico e dei modelli sperimentali delle cause genetiche e dei meccanismi di danno ossidoriduttivo che portano alla degenerazione delle cellule ciliate dell’orecchio interno, volti a introdurre molecole innovative e di medicina personalizzata per il trattamento della sordità da rumore, da farmaci ototossici e causate dall’invecchiamento. Infine, nell’ambito della sperimentazione di nuove soluzione di trattamento si stanno svolgendo studi sull’impiego di cellule staminali mesenchimale adulte e di terapia genica.
Nei prossimi anni probabilmente queste terapie potranno affiancare e migliorare i risultati che al momento sono garantiti dalla protesizzazione acustica e dagli impianti cocleari. La ricerca è finanziata anche grazie a progetti di ricerca di interesse nazionale oltre che da risorse dell’IRCCS. (DIRE)

Scuola del Sud

Scuola del Sud: un confronto tra economisti

di Francesco Scoppetta

Molto interessante è il confronto sul tema “Perchè la scuola al sud è senza qualità” instauratosi in seguito ad un articolo (lavoce.info) di Tito Boeri e Alessandro Caiumi.

Tra i tanti divari tra Nord e Sud, c’è anche quello nei risultati scolastici, misurati dai test in matematica, scienze e lettura e comprensione di un testo, sottoposti agli studenti quindicenni nell’ambito del programma internazionale Ocse-Pisa.

Nell’ultima rilevazione del 2018 la differenza nei test in lettura tra il Nord-Est e la ripartizione Sud-Isole (che comprende Basilicata, Calabria e le due Isole) è stata di ben 62 punti. Quali sono le sue cause?

Secondo Tito Boeri e Alessandro Caiumi i risultati inferiori degli studenti meridionali dipendono dalla “scarsa attenzione di padri e madri per quello che i figli imparano al di là del titolo di studio”.

A tale conclusione indurrebbero tre indizi. 1) i punteggi del Nord e del Sud, molto simili nella scuola primaria, si differenziano in quella secondaria, quando il carico di studio diventa maggiore; 2) le differenze nei punteggi nelle scuole migliori (in genere i licei) sono molto piccole, mentre sono più ampi tra le altre scuole; 3) “ i genitori del Sud sono meno propensi a prendere l’iniziativa di andare a parlare con gli insegnanti” rispetto a quanto avviene altrove.

Vittorio Daniele, professore ordinario di Politica economica all’Università Magna Graecia di Catanzaro, smonta le conclusioni di Boeri e Caiumi osservando come in Italia i punteggi scolastici decrescono man mano che si procede verso Sud.

Nei test in lettura, dai 500 punti del Nord si passa ai 483 del Centro, per scendere ai 453 del Sud fino ai 439 punti del Sud-Isole. Pare difficile che sia l’attenzione dei genitori a scemare progressivamente da Nord a Sud.

“Il fatto è che i risultati scolastici sono disuguali perché l’Italia è un paese socialmente ed economicamente disuguale. A meno che si voglia credere che nascere a Bolzano o in un paese dell’Aspromonte non faccia alcuna differenza”.

La replica di Boeri e Caiumi è lapidaria: la tesi di Daniele ” è che ci sono i divari perché ci sono i divari, il che tra l’altro non concede alcuna speranza al Sud, dato che il capitale umano è il fattore più importante per la crescita”.

“I dati” scrivono i due economisti “ci permettono di andare più a fondo e di vincere questa rassegnazione. Lo stesso Daniele riconosce quanto mettevamo in rilievo nel nostro intervento, vale a dire che, a parità di reddito, condizione professionale e titoli di studio dei genitori, i divari regionali permangono. Certo, non c’è solo la famiglia. Ma la famiglia è estremamente importante, soprattutto al Sud per ragioni storico-culturali. Non è chiaro cosa Daniele intenda per contesto. Al Sud ci sono peraltro differenze enormi nei rendimenti fra classi dello stesso istituto, che, al di là delle differenze di reddito fra le diverse famiglie, raccoglie allievi provenienti in gran parte dallo stesso “contesto”.

I divari presenti in paesi come Canada e Spagna cui fa rifermento Daniele sono molto meno marcati e persistenti di quello italiano, dove nell’ultima rilevazione si è arrivati ad uno scarto di 70 punti per matematica. E sono molti i paesi con un reddito pro-capite nettamente inferiore a quello del nostro Mezzogiorno e un contesto socio-economico non favorevole, come per esempio Serbia e Ucraina, che vantano risultati migliori di quelli delle scuole del nostro Sud”.

Questo confronto tra due posizioni abbastanza distanti mi appare stimolante, per la semplice ed evidente ragione che la cura non si trova se non si individua, sia pure per approssimazione, la malattia.

Ora, mentre Boeri e Caiumi puntano sulla rigorosa selezione degli insegnanti (attraverso veri concorsi e non sanatorie) in grado di elevare non solo i propri allievi, ma anche i loro genitori, Daniele inserisce la parte (la scuola non di qualità del Sud) dentro il tutto, la questione meridionale.

Da parte mia, per la piccola esperienza di ex dirigente scolastico calabrese, vorrei ricordare due fatti.

Il primo riguarda l’azione testarda e illuminata che la direttrice Lucrezia Stellacci condusse a suo tempo in Puglia per la formazione degli insegnanti sulle prove Invalsi. Quella formazione a tappeto consentì alla sua Regione di ottenere risultati vicini ai livelli settentrionali.

Il secondo fatto riguarda la notoria eccedenza di voti altissimi agli esami di Stato in alcune scuole calabresi in controtendenza rispetto alle prove oggettive.

Dal momento che tutta la politica calabrese, invece di stigmatizzare tale elargizione di voti alti, li esalta, confermando la teoria che anche i voti scolastici al Sud vogliono essere “compensativi” della “arretratezza del contesto”, al pari di falsi invalidi, falsi incidenti stradali, abbondanti leggi 104, accosterei ai genitori, i politici. Tutti insieme, cioè la società meridionale, considerano la scuola una fabbrica di pezzi di carta inutili per trovare lavoro.

Pertanto la scuola inutile insomma non deve far perdere tempo ed anni. Siccome al Nord ancora qualche lavoro si trova con una laurea o qualche tipo di diploma (così come al Sud soltanto alcuni tipi di lauree aprono prospettive occupazionali) sarebbe utile ripartire da questi due fatti che ho ricordato per riconsiderare la qualità di una scuola regionale meridionale.

Scuola e Coronavirus

Scuola e Coronavirus: l’IC3 di Modena sfida l’emergenza con la teledidattica

Un caso destinato a fare da modello, frutto di una sperimentazione biennale condotta con Sharp

Un vademecum preciso e puntuale per rendere immediatamente efficace la teledidattica. L’IC3 di Modena, diretto da Daniele Barca, da anni impegnato con il Miur sul campo dell’innovazione della Pubblica Istruzione, sta provando a trasformare l’emergenza Coronavirus, che ha interrotto per almeno due settimane il regolare corso delle lezioni, in un’opportunità per sperimentare immediatamente i benefici offerti dalla tecnologia. “Questa emergenza – spiega Barca – può significare molte cose per la scuola. Non si sostituisce la scuola come vita, relazione e presenza con una videoconferenza. Al tempo stesso però l’esigenza di comunicare porta in primo piano le potenzialità della teledidattica. Collegarsi in remoto, in sincrono o in differita potrebbe essere una risorsa importante. Non si può, però, improvvisare. Vanno scelti i canali istituzionali, sicuri, autorizzati, concordati. Le Google app for education, per esempio, portano con sé un mondo di servizi, canali ufficiali per le scuole che possono essere una vera risorsa nella didattica quotidiana”.

L’IC3 di Modena è stato protagonista, negli anni scorsi, di una sperimentazione che lo ha catapultato all’attenzione generale. L’istituto è composto da quattro differenti plessi distanti tra loro fino a 10 chilometri. Attraverso il sistema Sharp AnyWhere le classi e gli insegnanti dei differenti plessi sono stati collegati tra loro. Sharp Italia ha fornito 5 Big Pad collocati nelle classi delle differenti scuole. I Big Pad mobili hanno permesso un utilizzo in più classi dello stesso plesso. La tecnologia wireless del Big Pad ha permesso la connessione ai devices degli studenti, utilizzando in modo particolare l’invio simultaneo di foto e artefatti digitali prodotti degli studenti individualmente o in team. I risultati, sia dal punto di vista didattico che da quello del coinvolgimento, sono stati straordinari, per di più in un istituto con una massiccia presenza di studenti provenienti da famiglie non italiane.

Di fronte all’emergenza dei questi giorni, l’esperienza maturata nel biennio di sperimentazione è un tesoro a cui attingere immediatamente. “Il nostro obiettivo – ha commentato Carlo Alberto Tenchini, direttore marketing e comunicazione di Sharp Italia – è quello di offrire sostegno e sviluppo alla scuola, affinché utilizzi al meglio i servizi e le tecnologie per innovare i propri processi e si metta in connessione con il territorio. È utile che lo faccia in condizioni di normalità, ma diventa essenziale in un momento così difficile. Ci auguriamo davvero che i nostri dispositivi diano un contributo alla continuità della didattica e della socialità”.–

Niente certificato medico se il periodo di assenza è dovuto alla chiusura della scuola

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

L’Usr Emilia Romagna pubblica una circolare per fornire le primissime indicazioni alle scuole per il rientro dopo giorni di malattia.

Le indicazioni
L’Usr evidenzia, intanto, che non è necessario alcun certificato medico per “giustificare” il periodo di assenza dovuto alla chiusura della scuola (di ogni ordine e grado). È invece necessario il certificato medico se l’assenza da scuola è dovuta a una malattia di durata superiore a cinque giorni: in questo caso, fino al 15 marzo, la riammissione a scuola dovrà avvenire, appunto, dietro presentazione del certificato medico, in deroga alle disposizioni vigenti in Emilia-Romagna, dove la certificazione di riammissione scolastica è stata abolita da anni.

È necessario, poi, il certificato medico solo per le malattie intercorse dalla data di entrata in vigore del Dpcm, cioè dal 25 febbraio 2020, per più di cinque giorni. Nel caso di malattia iniziata nel periodo precedente il 25 febbraio, per il rientro a scuola continuano a valere le regole regionali precedenti, per le quali non è richiesta la certificazione medica.

La disposizione è valida per tutti, alunni e personale scolastico. Il certificato medico è stato reintrodotto transitoriamente – solo fino al 15 marzo p.v., si ribadisce – al solo fine di attestare che chi sia stato malato possa rientrare nella comunità scolastica, senza comportare rischi per quest’ultima. Si tratta dunque di una prescrizione transitoria e precauzionale.

Miur, attivata la pagina web per supportare la didattica a distanza

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Oltre cento scuole già pronte a gemellarsi con gli istituti chiusi per il coronavirus, per supportarli nell’attivazione della didattica a distanza. Più di venti ore di webinar a disposizione, grazie alla collaborazione con l’Indire, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, fra i più antichi enti di ricerca del Miur.

Sono i primi numeri relativi alla pagina web dedicata alla Didattica a distanza attivata ieri dal Miur, per volere della ministra Lucia Azzolina, a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Un lavoro in progress che sarà costantemente aggiornato nei prossimi giorni.

«Nei territori in cui le lezioni sono state sospese per l’emergenza sanitaria molte scuole hanno cominciato ad attivarsi, su base volontaria, per la didattica a distanza. Altre ci hanno segnalato di volerlo fare, ma di avere bisogno di supporto. Per questo, come ministero – spiega la ministra – ci siamo messi al fianco delle istituzioni scolastiche con una pagina web dedicata, disponibile da oggi. Un lavoro in progress attraverso il quale le scuole interessate possono accedere a strumenti di cooperazione e scambio di buone pratiche, gemellaggi con istituti scolastici che hanno esperienze avanzate di didattica digitale, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate per la didattica a distanza. Le istituzioni scolastiche possono usufruire di questi strumenti in modo del tutto gratuito e su base volontaria», sottolinea Azzolina.

La pagina web è strutturata in diverse sezioni. La prima, che richiama lo spirito dell’iniziativa, contiene materiali e link che favoriscono lo scambio di buone pratiche e i gemellaggi fra scuole. Oltre cento istituti delle “avanguardie educative”, il Movimento guidato da Indire che individua, supporta, diffonde l’innovazione didattica, hanno già dato disponibilità a fare da ‘tutor’ e a gemellarsi con gli istituti che intendono fare didattica online. Già questa mattina, ad esempio, si svolgerà un laboratorio di chimica a distanza fra due scuole gemellate. Disponibile anche un programma di webinar che partirà da oggi per un totale, a oggi, di 20 ore di formazione già in calendario.

Nella seconda sezione alle scuole viene offerto l’accesso gratuito a piattaforme certificate di didattica online messe a disposizione da partner che hanno attive collaborazioni con il ministero. Altre realtà stanno aderendo attraverso le due call aperte dal Miur per raccogliere offerte di supporto. C’è poi un sezione dedicata ai materiali e contenuti utili per le lezioni forniti da partner come Rai Cultura, Treccani e Reggio Children. Uno spazio sarà alimentato con materiali di approfondimento e altre iniziative segnalate da scuole e altri attori che saranno caricate poco a poco.

La pagina: https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html

Vertenza pulizia scuole, Anip-Confindustria: da ieri 4mila esuberi

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Da ieri 4mila addetti ai servizi di pulizie nelle scuole di tutta Italia sono senza lavoro, per via dell’internalizzazione di tali servizi, proprio durante l’emergenza sanitaria che tutto il Paese si trova ad affrontare, creando disagi per le strutture scolastiche e per le famiglie delle migliaia di lavoratori che si trovano a non avere un’occupazione da oggi.

Proprio alla ripartenza dopo la chiusura delle scuole, internalizzare pulizie e sanificazione non è solo un problema economico, quanto il fatto che le scuole non sono dotate del supporto necessario. «Lo Stato ingaggia meno lavoratori di quanti ne servono per il decoro e la salubrità delle scuole, se ne lasciano migliaia a piedi e si vuole scaricare il costo degli ammortizzatori sociali sulle imprese (se verrà disposta la Naspi) oppure su tutti i cittadini qualora si decidesse per la cassa integrazione».

«È il momento della verità, da più di un anno diciamo che si sta procedendo in modo sbagliato e senza competenza, chi ha detto bugie sino ad ora deve prendersi la responsabilità di risolvere una questione che riguarda il Paese, migliaia di lavoratori e un settore economico tra i più produttivi in Italia, in un momento cosi particolare per l’igiene e la sanità pubblica». Lo dichiara in una nota Anip-Confindustria, l’associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati di Confindustria.

«Dopo tre giorni di confronto presso il ministero del Lavoro – scrive l’associazione – si è finalmente affrontato il tema dell’internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole, tra tutti i soggetti interessati: il mancato accordo sul futuro dei 4mila esuberi creati del Governo a fronte dei circa 12mila assunti in gran parte a orario ridotto, si appresta ad essere una pagina dolorosa per il Paese. Tutto questo accade mentre si sbandieravano risparmi (mai specificati davvero) per motivare questa vera e propria battaglia punitiva contro le imprese. Il mancato accordo purtroppo lascia spazio a queste ipotesi, nessuna delle quali soddisfa Anip-Confindustria, che le trova irricevibili. Da mesi chiediamo una operazione verità sulla vicenda, e notiamo il nervosismo di chi l’ ha cavalcata facendo del facile populismo, a fronte della crescente rabbia di quei lavoratori prima illusi, e poi esclusi dalla procedura. Noi continueremo a denunciare le storture dell’internalizzazione, ricordando al Paese che ci sono 4mila disoccupati letteralmente dimenticati dalle istituzioni, nonostante i numeri siano pari a quelli delle grandi vertenze nazionali, come Alitalia e Ilva. Non vogliano che gli esuberi nel comparto delle pulizie siano considerati figli di un dio minore», conclude il comunicato.

Coronavirus, la didattica a distanza senza il parere del collegio docenti è illegittima

da Orizzontescuola

di Avv. Marco Barone

L’Italia sta vivendo una fase emergenziale, e le scuole sono in seria difficoltà. Però questo non significa che ogni scuola possa fare quello che gli pare, ci sono sempre delle prerogative da rispettare, anche in caso di emergenza. Si sta ponendo il problema su come debba essere disposta la didattica a distanza, se questa possa essere determinata unilateralmente dal dirigente scolastico, se sia necessaria la delibera del collegio docenti, se sia necessario pertanto riunirsi in seduta e in che modalità.

La normativa

Il DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 1 marzo 2020 ( Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. (20A01381) (GU Serie Generale n.52 del 01-03-2020) interviene sulla questione della chiusura della scuola e/o sospensione dell’attività didattica. La situazione è eterogenea a livello nazionale. Ma è questo decreto che diviene l’elemento normativo di riferimento sulla questione del coronavirus, che deve armonizzarsi con le norme contrattuali e legislative esistenti in materia scolastica, a partire dal TU della scuola.

E’ necessario un parere del collegio docenti per la didattica a distanza

Il decreto in questione all’articolo 4 lettera h afferma chiaramente che: i dirigenti scolastici delle scuole nelle quali l’attività’ didattica sia stata sospesa per l’emergenza sanitaria, possono attivare, sentito il collegio dei docenti, per la durata della sospensione, modalita’ di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilita.

Dunque si parla di una facoltà di attivazione di un percorso sperimentale, ma è condizione di procedibilità il sentire il collegio docenti. Dunque, è necessario un pronunciamento di questo organo. Cosa che viene confermata anche dalle FAQ del MIUR: “Secondo quanto disposto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020 i Dirigenti Scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica è stata sospesa per l’emergenza sanitaria possono attivare, di concerto con gli organi collegiali competenti e per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza, con particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”. Questo significa che un provvedimento di didattica a distanza deciso unilateralmente dal dirigente scolastico è passibile di illegittimità con le conseguenze che possono derivarne. Ad esempio se uno studente non effettua i compiti decisi con questa modalità, decisa senza l’aver sentito il collegio docenti, questo non potrà essere sanzionato, perché la sanzione potrebbe essere illegittima dal momento che illegittimo è il modus con cui si è arrivati a determinare la didattica a distanza.

Come convocare il collegio docenti?

E qui si pone un problema da non poco conto. E non ci sono indicazioni ministeriali sul punto, per quanto riguarda l’emergenza che è in corso.

Nei comuni soggetti a quarantena

Nei comuni indicati dall’articolo 1 del decreto essendo stata disposta la chiusura delle scuole e non la sola sospensione dell’attività didattica il collegio docenti non può essere fisicamente convocato nei locali della scuola. Anche perché è prevista espressamente “la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico”. Dunque non resta che l’attivazione in via telematica. Infatti, per questa casistica si precisa che rimane “ ferma la possibilità’ di svolgimento di attivita’ formative a distanza”. E si applica anche per questa casistica la disposizione comune di cui all’articolo 4 lettera h, ovvero è necessario sentire il collegio docenti. Cosa che è possibile solo per le scuole che hanno regolamentato la votazione in modo telematico. Altro problema che potrebbe essere sollevato è che essendo in teoria la scuola chiusa, non potrebbe svolgersi alcun tipo di attività scolastica ed il personale pertanto non sarebbe tenuto a svolgere alcun tipo di prestazione e pertanto in caso di chiusura della scuola potrebbe non essere legittima una convocazione dell’organo collegiale, e ciò implicherebbe l’impossibilità procedurale di deliberare sulla didattica a distanza.Comunque, ricordiamo che si tratta in ogni caso di una facoltà e non di un dovere.

Nelle regioni e località dove l’attività didattica è stata solo sospesa

Nel caso delle regioni e località dove l’attività didattica è stata solo sospesa, rimane valido quanto previsto in materia di coinvolgimento del collegio docenti per l’adozione della didattica a distanza, come trattato nei punti precedenti, il problema si pone sulla modalità di convocazione del collegio docenti.

La convocazione del collegio docenti ordinaria o straordinaria?

Nelle regioni e località dove l’attività didattica è stata sospesa, e sono varie, il decreto non prevede espressamente il divieto di riunioni, ma quando degli assembramenti sono previsti, viene consigliata la distanza di almeno 1 metro tra le persone. Sarebbe opportuno vista l’incertezza della questione, visto che il dirigente ha il dovere di garantire il rispetto dell’articolo 2087 del Codice Civile, di valutare almeno nelle zone reputate più esposte ed a rischio, di non provvedere a convocare il collegio docenti fisicamente. Ma prendere in considerazione, se regolamentata, la convocazione in via telematica. E’ lo stesso decreto, che all’articolo 2 lettera m suggerisce di “privilegiare, nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalita’ di collegamento da remoto”. Qualora questa non sia stata regolamentata e non vi è la possibilità di effettuare una riunione collegiale fisica, si è in presenza nell’impossibilità di adottare la didattica a distanza secondo le modalità previste della norma.

Differenza tra chiusura della scuola e sospensione dell’attività didattica

E’ bene ribadire la differenza tra chiusura e sospensione. Come ha ricordato il MIUR, la chiusura delle scuole, provvedimento di esclusiva competenza delle Regioni e degli Enti Locali, comporta il divieto di accesso ai locali per tutto il personale e per gli alunni. Invece, la sospensione delle attività didattiche comporta l’interruzione delle sole lezioni. Pertanto, le scuole rimarranno aperte e i servizi erogati dagli uffici di segreteria continueranno ad essere prestati. Il Dirigente Scolastico e il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) sono tenuti a garantire il servizio ed eventuali assenze devono essere giustificate. Non si parla dei docenti. Ma come è noto i docenti in caso di sospensione dell’attività didattica a scuola possono essere tenuti a recarsi qualora si sia in presenza di attività collegiali già calendarizzate e programmate. Il problema si pone per le attività di carattere straordinarie, che sono quelle in corso in queste settimane.

Collegio docenti e sospensione dell’attività didattica

Il Tribunale di Trento con sentenza del 2004 ha affermato che “in difetto di una delibera da parte del collegio dei docenti di programmazione di determinate attività in concomitanza con lo svolgimento degli esami (…), gli insegnanti non nominati nelle commissioni d’esame non sono tenuti ad essere presenti a scuola…”.

Principio applicabile alla fattispecie ora in commento. Nonché la sentenza oramai storica del Consiglio di Stato dell’ 8 maggio 1987, n° 173 “ Alla stregua di siffatto criterio, i docenti della scuola elementare sono tenuti a prestazioni di servizio anche durante il periodo delle ferie estive, in conformità delle iniziative deliberate dal consiglio di circolo o dal collegio dei docenti (cfr. artt. 6 e 4 del D.P.R. 31 maggio 1974, n. 416), ferma la distinzione fra attività di insegnamento e attività non di insegnamento, che rappresenta una connotazione costante del loro rapporto di servizio. Né è ipotizzabile l’imposizione dell’obbligo della semplice presenza nella scuola indipendentemente dall’impegno in attività programmate, non trovando ciò corrispondenza nel sistema delineato dal D.P.R. n. 417/1974”. Dunque una convocazione ordinaria del collegio docenti, se non già programmata prima della sospensione dell’attività didattica, normativamente, non sembrerebbe essere fattibile.

Discorso diverso per una convocazione straordinaria. Ricordiamo che il collegio docenti ordinario viene convocato, qualora non sia previsto nulla nello specifico regolamento interno, secondo le modalità definite nell’art.1 della Circolare Ministeriale del 16 aprile 1975, n.105, la quale afferma che “la convocazione degli organi collegiali deve essere disposta con un congruo preavviso – di massima non inferiore ai 5 giorni – rispetto alla data delle riunioni. La convocazione deve essere effettuata con lettera diretta i singoli membri dell’organo collegiale e mediante affissione all’albo di apposito avviso; in ogni caso, l’affissione all’albo dell’avviso è adempimento sufficiente per la regolare convocazione dell’organo collegiale. La lettera e l’avviso di convocazione devono indicare gli argomenti da trattare nella seduta dell’organo collegiale”.

Dunque probabilmente si ricorrerà allo strumento del collegio docenti straordinario. L’articolo 7 comma 4 del TU della scuola prevede che il collegio dei docenti si insedia all’inizio di ciascun anno scolastico e si riunisce ogni qualvolta il direttore didattico o il preside ne ravvisi la necessità oppure quando almeno un terzo dei suoi componenti ne faccia richiesta; comunque, almeno una volta per ogni trimestre o quadrimestre. Convocazione che andrà debitamente motivata, nel caso in questione basta fare riferimento all’articolo 4 lettera h del decreto governativo del 1 marzo 2020. Sarà necessario l’ordine del giorno tassativo, definito, si dovrà mettere l’organo collegiale nelle condizioni di poter deliberare. Ad esempio, chiedere al collegio docenti se è favorevole o meno all’adozione della didattica a distanza può essere lecito, ma non sufficiente, poiché il collegio dovrà pronunciarsi anche sulle modalità di svolgimento della stessa, in mancanza, questa non potrebbe non essere valida. L’articolo 7 comma 2 lettera a del Testo Unico della scuola afferma chiaramente che questo organo “ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell’istituto. In particolare cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente”.

Si è in presenza di una situazione complessa, che deve fare i conti con un quadro normativo non lineare. La fase è certamente emergenziale, ma improvvisare non è detto che sia un bene.

Milleproroghe 2020, legge in G.U. Novità scuola: stop classi pollaio, bandi e programma concorsi, Invalsi

da Orizzontescuola

di redazione

Milleproroghe approvato in Senato: la legge n. 8 del 28 febbraio 2020 è in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento è entrato in vigore ieri 1 marzo. Tutte le novità sulla scuola.

Novità scuola

Alcune misure del Milleproroghe riguardano la scuola. In particolare:

  • stop classi pollaio. Nel testo si legge: “Al fine di migliorare la qualificazione dei servizi scolastici, di ridurre il sovraffollamento nelle classi e di favorire l’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilita’ grave, l’organico del personale docente di cui all’articolo 1, comma 64,
    della legge 13 luglio 2015, n. 107, e’ incrementato, con riferimento
    alla scuola secondaria di secondo grado, in misura corrispondente a
    una maggiore spesa di personale pari a 6,387 milioni di euro per
    l’anno 2020, a 25,499 milioni di euro per l’anno 2021 e a 23,915
    milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022. Con il decreto di
    cui al predetto articolo 1, comma 64, della legge n. 107 del 2015 i
    nuovi posti sono ripartiti tra le regioni, sulla base dei seguenti
    parametri e principi:
    a) ripartizione delle risorse tra le regioni tenuto conto del
    numero di classi con un numero di iscritti superiore a 22 unita’,
    ridotte a 20 unita’ in presenza di un alunno o studente con
    disabilita’ grave certificata;
    b) monitoraggio comparativo dei risultati conseguiti, con
    riguardo agli apprendimenti, all’inclusione e alla permanenza
    scolastica”. 
  • Bandi concorsi scuola entro 30 aprile: 10-quater. All’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, le parole: «entro il 2019» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 30 aprile 2020.
  • Concorso straordinario secondaria: il decreto Milleproroghe ha stabilito che la prova scritta della procedura per il reclutamento, nonché la prova scritta della procedura per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, riguardano il programma di esame previsto per il concorso ordinario, per titoli ed esami, per la scuola secondaria, che sarà avviato contestualmente alla procedura straordinaria (e non più il programma di esame del concorso ordinario bandito nel 2016) (art. 1, co. 10-terdecies).
  • Invalsi: i risultati della prova non saranno inseriti nel Curriculum studente.
    Si fa slittare l’ingresso del curriculum allegato al diploma al 1° settembre 2020. La partecipazione alle prove resta requisito obbligatorio per essere ammessi agli Esami di Stato.

Testo legge Gazzetta