Emergenza e Digitale scolastico

Emergenza e Digitale scolastico

di Roberto Maragliano

Raccolgo qui, in un unico testo, cose che ho scritto in mattinata qua e là su Facebook, a proposito del dibattuto tema della scuola in rete.

  1. Chi riesce a mettersi in gioco, in una situazione come questa, guadagna e fa guadagnare. Occorrono flessibilità, disponibilità, esperienza, generosità, tutte cose umane che non si comprano con i CFU (il correttore, perfettamente e perversamente intelligente, mette CUCU’) né si acquisiscono con i webinar tecnici. Riconosciamolo. Esistono due strategie di fondo nell’ambito del digitale scolastico. Una riproduttiva l’altra produttiva. La prima ricalca il meccanismo scolastico consueto (contenuti e metodi) e lo trasferisce in rete, per il possibile. La seconda utilizza le risorse di rete per saggiare altre possibilità in fatto di contenuti e metodi. Anche per quanto riguarda la lettura e la scrittura. Dal riproduttivo, se si hanno flessibilità e spirito ludico, si può passare, assieme ai ragazzi e alle ragazze, al produttivo, ovviamente per quote o zone. Ma questo auspicabile passaggio richiede fatica, soprattutto mentale. Richiede cultura più che macchina. Se tocchiamo questo punto, non riesco ad essere rilassato. Il livello più diffuso di concettualizzazione dell’universo digitale è, da noi, piuttosto basso.
  2. Dentro l’orizzonte del digitale scolastico come riproduzione prevale sempre la logica dell’impossibile sostituzione e l’argomento della presenza (guardarsi negli occhi) assume un valore tranchant. L’orizzonte del digitale scolastico come produzione aiuta invece a porre, in termini concettuali prima che materiali, il problema della presenza. Cosa significa essere presente? E’ presente chi è o è presente chi fa? In che cosa consiste la registrazione? E’ un atto burocratico o una risorse per vedere? Il digitale permette di entrare nel ‘modo di produzione’ del sapere. Scrivo cancello riscrivo: tutto lascia traccia, e questa può essere pubblica, altri possono intervenire aiutando correggendo ampliando. Basti questo. Cambia il senso dello scrivere. E’ o non è un bel problema pedagogico? Dobbiamo aiutare o no i ragazzi ad essere competenti nelle due diverse modalità di competenza scrittoria, quindi ad essere anfibi? Cosa aspettiamo per ragionarci, aspettiamo che le scuole siano definitivamente chiuse (come lo sono nell’animo di non pochi giovani, oggi più che felici della vacanza insperata)? Svegliamoci. Siamo in guerra, anche contro il virus del superficialismo, del pressapochismo, del genericismo, del ‘passerà e finalmente tutto tornerà come prima’.
  3. Comunque, in un frangente come l’attuale, è giusto che piovano sulla scuola e il suo circondario tante proposte, è giusto che si sentano tante voci. Piuttosto, è ingiusto che per tanto tempo si sia stati fermi, ad alimentarsi delle personali perplessità. Ora c’è il rischio del caos. Così è. Dopo tanto silenzio, il rumore. Ma è un rischio che dobbiamo correre. Sappiamolo, non torneremo più indietro. Saremo sempre più costretti, nel futuro, a confrontarci sui parametri di qualità (didattica, epistemologica e non solo tecnologica) della scuola in rete. E, auspicabilmente, quell’impegno aiuterà a rivedere i parametri di qualità della scuola tutta. La scuola continua, sì, malgrado il coronavirus e la chiusura forzata. E noi tutti dobbiamo continuare ad elaborare. Le soluzioni non stanno nella scienza e nel rimpianto del passato, non lo stanno per la formazione come non lo stanno per l’assistenza sanitaria, per i servizi di trasporto, ecc.

Emergenza Coronavirus: come fare i Finlandesi

Emergenza CORONAVIRUS: come fare i FINLANDESI

Innovatori non solo per virtù, ma per necessità

di Laura Fasiolo*

Il nuovo DPCM sul CORONAVIRUS ha prodotto uno Tsunami nella scuola italiana. La crescita esponenziale dei casi ha reso necessario, in un momento così delicato, cercare le vie, pur difficili e imperfette, di contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di salvaguardia della scuola dal collasso educativo, formativo, psicologico. Gli operatori scolastici sono consapevoli che l’apprendimento è un processo continuo e la didattica non può fermarsi.

Il Decreto con molta chiarezza chiede alla scuola di mettersi in condizioni di svolgere attività didattiche on line, quindi di accelerare il processo della didattica digitale.

Di necessità virtù: la sospensione delle attività didattiche si protrae e ancora si protrarrà, a mio parere più di quanto si possa oggi immaginare, con inevitabili ripercussioni sulla formazione e la crescita culturale degli studenti. Perciò si impongono urgenti misure idonee ad affrontare l’emergenza, un salto di qualità e un rapido adattamento: la sospensione delle lezioni in presenza va compensata dagli interventi on line dei docenti. I dirigenti scolastici vengono chiamati in causa, quali garanti e responsabili del processo di insegnamento apprendimento e parte attiva, insieme ai docenti, della comune e responsabile risposta all’emergenza.

Alcuni istituti all’avanguardia hanno messo a frutto le esperienze pregresse. In provincia di Gorizia Marco Fragiacomo, Dirigente dell’ISIS Brignoli Einaudi Marconi e Cossàr di Gorizia ha avviato un Collegio virtuale per coinvolgere i docenti nella deliberazione dei criteri e nella tempistica di utilizzo della didattica on line. È stata simile l’organizzazione di molti altri Dirigenti specie del secondo grado e conforta si tratti anche di neo insediati. La didattica a distanza si è strutturata utilizzando il registro elettronico e applicazioni meet, classi virtuali con piattaforme Google Classroom, Edmondo e altre applicazioni.

Negli Istituti funzionano i gruppi mail di classe, la app meet, la registrazione della lezione con Google Hangout, Scuola Viva, che consentono l’invio e lo scambio di materiale. La prima lezione in videoconferenza all’ ISIS Brignoli Einaudi Marconi, ha comportato due ore di fila, con l’ interazione degli studenti e il parallelo utilizzo di strumenti online messi a disposizione dai docenti in piattaforma, Quindi, accesso alla elearning, e alle dotazioni delle Smart TV e Touch screen. Tutto predisposto per le verifiche e valutazioni a distanza e per l’inserimento dei voti sul Registro elettronico, strumento efficace dalle enormi potenzialità: compiti per casa in mail, regolarmente valutati e personalizzati per le disabilità.Il docenti hanno inoltre la possibilità di accesso alle misure che la Ministra Azzolina ha attivato per la scuola in due fasi.

Fase 1) : si tratta del lancio di una pagina web per la «didattica a distanza» sul sito MIUR dedicata al Coronavirus, con la “condivisione di tecnologie, piattaforme e contenuti multimediali utili alle lezioni online” .

Fase 2): riguarda la formazione tecnologica dei docenti. Si insegna ad operare sulle piattaforme, a condividere materiali, ad offrire strumenti di supporto allo studio personalizzato.

L’emergenza provoca dunque, seppure in una sfortunata contingenza, una risposta innovativa. Pieghiamo la rigidità della classe, pieghiamo la tecnologia ad un uso didattico e pedagogico, dietro o davanti il quale c’è il docente, regista e tutor.

Gli studenti devono potersi mettere alla prova da casa, anche in un contesto diverso da quello abituale. È perciò doveroso, specie in un momento così problematico, stabilire un rapporto di vera alleanza educativa con la famiglia, sostenerla e dare senso e continuità ad un percorso scolastico che non va interrotto.

Il lavoro on line avrà effetti positivi anche sul senso di appartenenza, di aggregazione e di cooperazione scuola, studenti, classe e famiglia.

La decantata scuola finlandese rappresenta un modello oggi a noi più vicino, un riferimento dove lo star bene in ambienti perlopiù rasserenanti si coniuga con una tecnologia diffusa, sostenuta dal supporto strumentale e vantaggioso del web ( web learning, net learning e-learning), con servizi e risorse per l’insegnamento a distanza.Importante è il collegamento delle scuole in rete con le realtà più avanzate e le avanguardie educative più evolute nell’utilizzo delle tecnologie.

La didattica a distanza, dalla quale le istituzioni scolastiche sono rimaste troppo estranee, oggi dovrà dare risposte agli studenti costretti a casa. Un altro capitolo non meno importante dovrebbe riguardare il lavoro di segreteria, ancora involuto.

Gli impiegati sono rigorosamente a scuola e c’è da chiedersi “Perchè”? In alcune realtà scolastiche, davanti alla pur obbligatoria dematerializzazione, l’obbligo viene derogato ed imperano circolari, operazioni e archivi cartacei.

È ormai tempo di intervenire in modo deciso, eliminando storture e introducendo modalità di smart working, di lavoro agile e flessibile anche da casa.

* ex Dirigente scolastica e Senatrice XVI Legislatura

Nostalgia di scuola

Nostalgia di scuola

Educazione e Social nel periodo del Coronavirus

di Giuseppe Adernò

In queste settimane, il coronavirus sta spaventando un po’ tutti, anche se razionalmente possiamo comprendere che, ad oggi, la situazione è sotto controllo.

La chiusura delle scuole, la limitazione d’incontri e convegni, le dettagliate e rigorose indicazioni emanate dal Governo e dalla Protezione civile, stanno creando un clima di forte tensione emotiva dettata dalla paura, da una psicosi d’incertezza e di mutamento delle tradizionali forme di relazione sociale e civile.

Il saluto, la stretta  di mano e l’abbraccio e poi ancora le poltroncine distanziate, le condoglianze ai funerali, l’acqua benedetta in chiesa, la comunione nella mano, le messe in TV, ed infine le lezioni a distanza sono tutti segni d’innovazione, volti a mutare lo stile di relazione tra le persone.

Questo momento di emergenza, che sollecita unità e convergenza da parte di tutte le forze politiche e di tutti i cittadini con un forte senso di responsabilità, come ha sollecitato il Presidente della Repubblica, impegna gli educatori e di genitori a compiere specifiche azioni e finalizzati interventi.

Spiegare e far comprendere anche ai piccoli le motivazioni della chiusura delle scuole, significa dare informazioni corrette sul coronavirus, che fa parte della famiglia di virus respiratori, associati a un focolaio di casi di polmonite com’è avvenuto prima in Cina, poi in Germania e in Italia ed ora in quasi tutti i Paesi delmondo.

Rispondere alle domande dei bambini e dei ragazzi e dare corrette spiegazioni contribuisce a suscitare una significativa motivazione a compiere determinati gesti di prevenzione e di tutela.

Non è facile comprendere il fenomeno in questo momento e il modo in cui vengono comunicate le notizie circa il numero deidecessi, e dei pazienti che risultano positivi ai tamponi,inevitabilmente acuisce il clima di tensione.  La paura che sidiffonde non è proporzionale alla reale pericolosità dell’evento e le generalizzate adozioni di norme preventive alterano la capacità di valutare il rischio.

Esorcizzare la paura nel rispettare le distanze, nel cantare mentre ci si lava le mani, nel salutarsi con i piedi, sono tutte manifestazioni che con un pizzico di umorismo rendono allegre e divertenti i nuovi stili di comportamento che segnano l’inizio del secondo ventennio del Duemila.

Con il Coronavirus siamo di fronte a qualcosa di nuovo, che stiamo imparando a conoscere e che non si comprende ancora pienamente. Si tratta di un virus invisibile che ha la capacità di diffondersi in maniera molto veloce ed è qualcosa di non controllabile e, anche se il numero dei decessi non è allarmante, ci porta a fare i conti con una delle paure più forti dell’essere umano: la paura del contagio e della morte. 

E’ la prima epidemia che corre sui social ed il bombardamento d’informazioni allarmistiche, insieme alle fake news che arrivano,sono controproducenti, al punto di suscitare il rifiuto e di non voler sentire notiziari e telegiornali.

E’ importante monitorare la visione di notizie e filtrarle; molte informazioni, infatti, se non adeguate all’età dei bambini, rischiano di essere fraintese.

L’attento genitore ed il bravo educatore cercano di dare ai ragazziinformazioni chiare e semplici su cosa sta succedendo, evitando che essi si diano spiegazioni in maniera autonoma, facendo collegamenti scorretti ed elaborando idee sbagliate che rischiano di amplificare le loro preoccupazioni.

Rispondere in maniera semplice e chiara alle loro domande, dunque, diventa importante ed essenziale per un’educazioneefficace, capace di far loro vincere la paura.

Ascoltare e accogliere le paure dei bambini, parlarne insieme e legittimare l’emozione è molto importante, come pure è significativo dare il buon esempio ed essere modello funzionale di gestione delle emozioni

Non si può pretendere che i bimbi siano tranquilli di fronte all’ascolto delle notizie se gli adulti sono i primi ad allarmarsi e a creare ansia e tensione emotiva.

Le notizie che il Covid 19 ha avuto origine in Cina hanno destato atteggiamenti irrazionali di discriminazione e di sospetto verso i coetanei cinesi e i negozi dei cinesi. I bambini assorbono come spugne i comportamenti di chi sta intorno a loro e il rischio è che prendano ad esempio questi modelli.

Adesso il fenomeno ha assunto altre dimensioni e forse cambierà ancora nei prossimi giorni, facendo percepire un disagio che si estende sempre più e sollecita prevenzione e attenzione.

Le norme del buon galateo: il lavarsi le mani spesso e con attenzione, il modo corretto come starnutire ed asciugarsi, il disinfettare gli ambienti ed avere aule e scuole pulite, sono regole di sempre, che adesso vengono meglio apprese e praticate, con l’auspicio che permangano anche ad emergenza conclusa.

La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti”. Questa espressione di John Lennon aiuta a comprendere la fragilità degli imprevisti che possono accadere ed il coronavirusha provocato rinvii d’iniziative e convegni, di attività programmate, di gemellaggi, viaggi e uscite didattiche. Si vive quasi in una realtà surreale.

La sospensione delle attività didattiche e la chiusura delle scuole, apparente gioia per i primi giorni, si è rivelata negativa per lo sconvolgimento della vita familiare dei genitori lavoratori e, anche se in alcune realtà la scuola ha avviato una procedura di lezioni on line, da casa a casa, per via telematica, si constata come in questa didattica innovativa venga a mancare l’afflato pedagogico, il contatto e la relazione educativa tra docente e studente e la dimensione socializzante del gruppo classe.

Chi afferma che siano meglio di quelle frontali dice frottole», afferma Alessandro Barbero, storico e docente all’Università del Piemonte Orientale. “L’insegnamento online, soluzione per un’emergenza, è molto più scadente di quello in presenza: il contatto diretto è insostituibile. Nella cultura di oggi c’è la tendenza a infatuarci della tecnologia e dell’innovazione del giorno. C’è anche un altro rischio: che qualcuno promuova questa didattica con l’idea di risparmiare sul numero dei docenti”.

Il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro ha evidenziato che “bisogna distinguere tra didattica a distanza, da utilizzare come solo strumento di estrema straordinarietà, e didattica digitale, come positiva metodologia che i docenti possono utilizzare per innovare metodi e pratiche. Insegnare a distanza può essere utile, ma solo in una situazione eccezionale come quella che viviamo in queste ore. L’insegnamento è, infatti, relazione, socialità e sviluppo del senso critico e non si può che farlo insieme docenti, studenti e famiglie”.

Registrare tra gli studenti la “nostalgia della scuola” è un segno di alta qualità e consente di apprezzare e riconoscere alla scuola la significativa valenza sociale di crescita e di sviluppo armonico e integrale della persona umana, dello studente che si prepara ad essere cittadino.

Coronavirus, verso la proroga della chiusura delle scuole: probabile il rientro ad aprile

da la Repubblica

di CORRADO ZUNINO

ROMA – Gli esperti lo chiedono, i ministri ora lo dicono in chiaro, i presidi si stanno attrezzando: è verosimile che lunedì 16 marzo alunni e studenti non torneranno in classe. Sentite la ministra Paola De Micheli, Infrastrutture: “Non escludiamo allungamenti della data di chiusura delle scuole, sono pronta a sostenere anche decisioni più radicali pur di fermare il contagio”. Sul fronte scientifico la voce di Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, è chiara: “I risultati di questa misura, la chiusura degli edifici scolastici, hanno un’evidenza se la stessa misura può essere prolungata nel tempo”. Quanto tempo? Ricciardi, docente di Sanità pubblica, sul timing non si sbilancia, altri epidemiologi parlano apertamente di uno o due mesi ulteriori.

Il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza, che affianca il governo nelle scelte sul coronavirus, si era detto contrario alla serrata scolastica e universitaria per due motivi: non ci sono evidenze scientifiche dell’effetto positivo di un provvedimento così severo e se lo attui, poi, devi avere la forza di mantenerlo per un periodo non breve. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore della Sanità e componente del comitato, ora sottolinea come potrà verificarsi l’eventualità «di una proroga della chiusura delle scuole». Su questa posizione è stato, da subito, il virologo Roberto Burioni e favorevole alla proroga è anche Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene a Pisa, aggiunge: «La chiusura degli istituti scolastici potrebbe essere inutile se non sarà prolungata».

Uno dei trait-d’union tra la politica e la scienza, il viceministro della Salute Giampaolo Sileri, medico chirurgo, riassume così: “I nuovi dati mettono apprensione, le misure di contenimento attuate sono serie ed elogiate all’estero, ogni previsione può essere fatta al massimo a quattordici giorni”. Il periodo di incubazione.

“Il picco del virus si attende per inizio aprile”, dice il dottor Federico Gelli, coordinatore dell’Unità di crisi della Asl Toscana Centro. Potrebbe essere anche più avanti. Il ministero dell’Istruzione conosce queste previsioni e, come ha raccontato Repubblica ieri, ha preparato tre possibili scenari. Di fronte al possibile allungamento di data si sta provando a organizzare — tra mille difficoltà tecniche e culturali — il lavoro delle lezioni a distanza immaginando un rientro possibile il 6 aprile o mercoledì 15, dopo le vacanze pasquali.

I dirigenti scolastici più avveduti lo sanno, hanno messo in agenda anche date più pessimistiche (ritorno a scuola il 4 maggio). Cecilia Cugini è la preside dell’Istituto comprensivo di Codogno, undici plessi tutti nella zona rossa basso lombarda. “Siamo consapevoli che non torneremo a fare lezioni tra dieci giorni”, spiega. “Nei primi tempi ci siamo mossi disordinatamente pensando al breve periodo, ora abbiamo compreso che potremmo andare avanti in emergenza almeno per un altro mese e abbiamo cambiato strategia. Ci stiamo attrezzando per offrire videolezioni registrate, i nostri studenti potranno andarle a rivedere. Vorremmo creare un archivio per i docenti, piattaforme leggere e registrazioni di qualità. Giorno dopo giorno comprendiamo che le cose andranno avanti ancora un po’. Lo capiamo da piccole cose, leggendo i giornali, guardando la tv. Devo dire che noi presidi e docenti siamo dispiaciuti perché non stiamo raggiungendo tutti i nostri alunni. Non tutti hanno a casa un pc e ci sono figli di stranieri che non hanno ancora avuto le credenziali d’accesso al registro elettronico. A questi portiamo il materiale a domicilio, in bicicletta. Materiale cartaceo”.

Nel mondo della scuola sta salendo la polemica sugli obblighi di presenza che alcuni presidi imporrebbero ai docenti, in questi giorni, per programmare l’organizzazione delle videolezioni. Diversi insegnanti vorrebbero  che anche i collegi docenti fossero realizzati online: “Non possono mettere a rischio la nostra salute convocandoci a decine in stanze non sanificate”. Unicobas ha ricordato ai suoi iscritti che le lezioni a distanza non sono sul contratto “e vanno pagate in straordinario”.

Scuole, ipotesi chiusura anche oltre il 15 marzo E poi rientri pomeridiani

da Il Messaggero

Classi vuote e la didattica che si ferma, uno stop alle lezioni frontali che andrà avanti per giorni. E le scuole, alle prese con l’avvio della didattica a distanza, si preparano all’eventualità che questo stop possa essere prorogato. Tutto dipenderà dal corso dell’epidemia del nuovo coronavirus e, qualora l’allerta non dovesse rientrare per il 15 marzo, potrebbe presentarsi la necessità di lasciare chiuse le aule per altri giorni.
E’ quello che sta accadendo, ad esempio, per i viaggi di istruzione: in un primo momento il ministero della salute aveva bloccato le partenze degli studenti fino al 15 marzo. Ora la data è stata posticipata di altre due settimane, fino al 3 aprile visto che, purtroppo, l’epidemia non accenna a fermarsi e sarebbe impossibile consentire ai gruppi di adolescenti di mettersi in viaggio o anche solo di fare visite guidate in città. Per la didattica potrebbe accadere la stessa cosa, e se dovesse essere così il rientro sarebbe a ridosso delle festività di Pasqua: si presenterebbe una sospensione dalle lezioni decisamente troppo lunga. Con inevitabili conseguenze sulla didattica per i ragazzi. La Rai sta studiando nuovi palinsesti più a misura di ragazzi. E si pensa già a riorganizzare le lezioni per recuperare il tempo perduto: sembra impossibile, ad oggi, che la chiusura dell’anno scolastico possa essere posticipata a fine giugno o oltre. Tra le possibilità più concrete, invece, ci sono i rientri pomeridiani con i corsi di recupero come quelli che vengono organizzati per gli studenti che presentano delle insufficienze da recuperare. In quel caso sarebbe necessario tenere le scuole aperte in orario pomeridiano, con il personale ata, amministrativo e tecnico, presente negli edifici.
Oppure si pensa al potenziamento dell’e-learning da qui alle prossime settimane. Ieri c’è stato il debutto in tutte le scuole: non è stato semplice, non tutti i docenti infatti sono pronti e abituati all’utilizzo dei dispositivi informatici per comunicare con i ragazzi.

COLLEGI VIRTUALI

Ma nei collegi dei docenti, effettuati in maniera virtuale o comunque separati l’uno dall’altro, sono stati chiamati a raccolta strumenti come il registro elettronico, Google classrom ma anche Zoom e videochat. I docenti stanno preparando materiale didattico da inviare ma anche verifiche e test di valutazione. Sempre per quel che riguarda la valutazione, l’Invalsi ha comunicato che il calendario delle prove per gli studenti dell’ultimo anno di scuola superiore deve essere riformulato: le scuole potranno cambiare quindi le date che avevano scelto inizialmente per le prove. Il test Invalsi è infatti fondamentale per i ragazzi per accedere all’esame di maturità.
Ed è la maturità lo scoglio che ora preoccupa di più in termini di preparazione. Se l’allerta dovesse andare avanti e, nella peggiore delle ipotesi, dovesse far saltare il calendario scolastico, si metteranno in campo misure eccezionali anche per la maturità e tra le possibili strade, già usate in passato, c’è quella della sola prova orale per i candidati.
Lorena Loiacono

Buono per le baby sitter E il ministero studia modifiche alla maturità

da la Repubblica

Corrado Zunino e Rosaria Amato

Il ministero dell’Istruzione si sta attrezzando per tenere in piedi l’anno scolastico di fronte allo scenario peggiore. Sono tre le ipotesi sul tavolo della ministra Lucia Azzolina: si torna a scuola lunedì 16 marzo, ma ad oggi questa è ritenuta la meno probabile. La seconda possibilità è il rientro per lunedì 6 aprile (l’ultimo decreto firmato da Conte e Speranza, due giorni fa, offre la possibilità di arrivare alla chiusura fino a venerdì 3 aprile senza bisogno di nuove carte). Il problema è il terzo scenario: la ministra ha messo al lavoro i dipartimenti sulla possibilità, tutt’altro che remota, che di fronte a una persistenza del contagio si possano tenere chiusi gli istituti scolastici italiani per due mesi: marzo e aprile. Con il ritorno in classe lunedì 4 maggio.

Di fronte a una vacanza forzata lunga due mesi per otto milioni e mezzo di studenti, come si può salvare il travagliato anno scolastico 2019-2020 e, soprattutto, cosa sarà degli esami di Stato? Della Maturità? È praticamente certo che gli istituti che fin qui non hanno svolto le ore di Alternanza scuola lavoro non dovranno più farla. Non c’è più tempo. Oggi i “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, questa la dizione, sono materia obbligatoria per l’ammissione alla Maturità: il governo, via decreto, è pronto a togliere l’obbligatorietà. Lo stesso ragionamento si sta facendo per i Test Invalsi, partiti, per la quinta classe superiore, lunedì scorso. Anche queste prove sono necessarie per l’ammissione all’esame e dovranno svolgersi entro il 31 marzo. C’è la possibilità che, per ragioni di forza maggiore, siano annullati. Serve una Maturità snella e si ragiona sulla possibile eliminazione della figura del commissario esterno. Se davvero le scuole dovessero restare chiuse fino al 4 maggio, agli studenti di quinta resterebbero sei settimane per preparare l’esame (che si apre il 17 giugno con la prova di Italiano). Sulla forma della Maturità serve deliberare entro questo mese.

La ministra Azzolina spinge sulle lezioni a distanza ed è certo che, per poter giudicare alunni e studenti, ci saranno anche valutazioni a distanza. Su tutto questo il decreto ha dato poteri diretti al dirigente scolastico. Il ministero e il governo cercano criteri uniformi in tutto il Paese, ma si terrà conto del fatto che le zone rosse hanno già scontato 10-12 giorni di classi chiuse. Un altro problema che si stanno ponendo in Viale Trastevere è questo: si potrà bocciare quando probabilmente tutte le scuole italiane non potranno garantire la frequenza minima di 200 giorni? Il rischio ricorso è alto.

Franco Locatelli, direttore del Consiglio superiore di sanità, ha detto che la proroga della chiusura delle scuole è possibile. Intanto è stato allungato il periodo di divieto delle gite scolastiche: dal 15 marzo al 3 aprile.

Sul congedo straordinario per i lavoratori dipendenti il governo studia uno strumento giuridico speciale, diverso dal congedo parentale (troppo costoso) e dal congedo per malattia (potrebbe creare problemi nel caso di cumulo con altri giorni di assenza). Per gli autonomi e i lavoratori con partita Iva si pensa, invece, ai voucher per sostenere i costi del baby sitting : «Vogliamo mutuare un modello in uso negli Stati Uniti», spiega il viceministro dell’Economia Laura Castelli. Per gli studenti disabili arriverà un potenziamento dell’assistenza domiciliare. Il ministro per la Famiglia Elena Bonetti ha proposto di riconoscere il diritto di assentarsi dal lavoro per provvedere ai figli ai coniugi di operatori sanitari impegnati nell’emergenza. Le norme la prossima settimana.

Coronavirus, didattica a distanza e classi virtuali: Prevista formazione per i docenti e dirigenti

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministero ha emanato specifica nota con la quale vengono date indicazioni per l’avvio delle classi virtuali e per la formazione del personale della scuola per affrontare l’emergenza Coronavirus e la sospensione delle attività didattiche.

Formazione per i docenti

Il Ministero ha dato mandato ai referenti del PNSD presso gli Uffici scolastici regionali, le équipe formative territoriali, le istituzioni scolastiche individuate quali poli formativi innovativi “Future labs”, di dedicare una specifica attenzione allo sviluppo dell’apprendimento a distanza, adottando misure di supporto, accompagnamento, formazione e assistenza da remoto, per l’utilizzo degli strumenti digitali di apprendimento a distanza, in favore dei dirigenti scolastici, degli animatori digitali, dei team per l’innovazione, dei docenti stessi

Scuole dovranno avviare apprendimento a distanza

Le istituzioni scolastiche della scuola primaria e secondaria, nell’ambito della propria autonomia, attivano o potenziano modalità di apprendimento a distanza, ottimizzando le risorse didattiche del registro elettronico e utilizzando classi virtuali e altri strumenti e canali digitali per favorire la produzione e la condivisione di contenuti. È essenziale, nella definizione delle modalità di intervento, il più ampio coinvolgimento della comunità educante, anche al fine di offrire esperienze di mutuo aiuto e di formazione peer to peer.

Materiali a disposizione

La sezione dedicata alla didattica a distanza, presente sul sito del MI alla URL: https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html, in continuo aggiornamento, contiene:

  • indicazioni per il “tutoring”: le scuole potranno mettersi in contatto, anche tramite la rete INDIRE, con scuole già esperte di didattica a distanza e che intendano mettersi a disposizione per socializzare le pratiche di utilizzo di ambienti di apprendimento virtuali;
  • disponibilità di piattaforme di fruizione di contenuti didattici, assistenza alla community scolastica e piattaforme di collaborazione online. Tali soluzioni sono offerte da operatori di settore a titolo gratuito per l’Amministrazione e le istituzioni scolastiche e rispondono a specifici requisiti tecnici (oltre alla completa gratuità, la qualificazione Agid, l’osservanza della normativa in materia di dati personali, sicurezza, affidabilità, scalabilità, divieto di utilizzo per fini commerciali di dati, documenti e materiali di cui gli operatori vengano in possesso);
  • materiali multimediali offerti da soggetti qualificati.

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Coronavirus, fino al 15 marzo ATA possono richiedere lavoro agile. Circolare Ministero e requisiti

da Orizzontescuola

di redazione

Coronavirus: in questi giorni si è parlato a lungo del fatto che il DPCM abbia disposto la sospensione delle attività didattiche e non la chiusura delle scuole. Di conseguenza il personale ATA ha continuato a svolgere regolarmente il proprio lavoro.

Il Ministero ha emanato una circolare di indicazioni in cui affronta, tra l’altro, anche questa tematica.

Personale ATA può richiedere lavoro agile

Introdotta la possibilità di concedere da parte del Dirigente Scolastico, il lavoro agile al personale ATA. I profili professionali interessati sono il personale amministrativo, tecnico e ausiliario e per analogia i docenti inidonei.

Dirigente Scolastico valuta la possibilità di concedere il lavoro agile

Il Ministero  attribuisce a ciascun Dirigente scolastico la valutazione della possibilità di concedere il lavoro agile al personale ATA che dovesse farne
richiesta, ferma restando la necessità di assicurare il regolare funzionamento dell’istituzione
scolastica.

Il lavoro agile potrà essere concesso dal Dirigente scolastico, eventualmente anche ricorrendo a turnazioni del personale, a partire dalla data odierna e fino al 15 marzo, in presenza dei seguenti prerequisiti:

  • il lavoro svolto dal personale che richiede di fruire di modalità di lavoro agile
    deve risultare gestibile a distanza;
  • il dipendente in lavoro agile deve dichiarare di disporre, presso il proprio
    domicilio, di tutta la strumentazione tecnologica adeguata a svolgere il proprio compito e deve poter garantire la reperibilità telefonica nell’orario di servizio;
  • le prestazioni lavorative in formato agile dovranno essere misurabili e
    quantificabili.

Criteri per la scelta

Nel caso di numerose richieste di lavoro agile, il Dirigente scolastico privilegerà nella concessione i soggetti portatori di patologie che li rendono maggiormente esposti al contagio, coloro che si avvalgono dei servizi pubblici di trasporto per raggiungere la sede lavorativa e i lavoratori sui quali grava la cura dei figli a seguito della sospensione dei servizi dell’asilo nido e delle scuole dell’infanzia.

È comunque consigliata l’adozione, in generale per il personale ATA, di una organizzazione attenta a garantire l’attività essenziale, adottando in proposito ogni forma di flessibilità.

La circolare del Ministero del 6 marzo 2020

Coronavirus, riunioni degli organi collegiali sospese o da svolgersi in modalità telematica. Nota MIUR

da Orizzontescuola

di redazione

La sospensione è contenuta nella nota ministeriale appena pubblicata che affronta le problematiche legate allo stop delle attività didattiche in tutta Italia a seguito del diffondersi dei contagi da Coronavirus.

Nella nota in questione si legge, infatti: “Nelle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione per le quali è stata disposta la chiusura, sono annullate tutte le riunioni degli organi collegiali, già calendarizzate, per il periodo previsto.

Nelle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione per le quali è stata disposta la sospensione delle attività didattiche, le riunioni degli organi collegiali e le assemblee mensili degli studenti, già calendarizzate potranno essere posticipate alla fine della fase di sospensione ovvero effettuate con modalità telematiche o in presenza. Nel caso in cui dette riunioni si svolgano in presenza, andranno in ogni caso assicurate, in relazione all’entità dell’emergenza epidemiologica, misure precauzionali quali un adeguato distanziamento tra i partecipanti, ai sensi delle disposizioni vigenti. Si raccomanda comunque, ai dirigenti scolastici, una attenta valutazione in merito alla necessità di convocazione dei predetti organi, evitando convocazioni non improcrastinabili.

Tali misure, contenute nella nota del 6 marzo 2020, rispondono alle indicazioni presenti nel Decreto emanato giorno 4 marzo.

Coronavirus: convocazione Collegi Docenti, formazione dei docenti, didattica a distanza, prove Invalsi

da Orizzontescuola

di redazione

Comunicato MIUR – Sul sito del Ministero dell’Istruzione è da oggi disponibile la nota per le scuole con la sintesi delle misure prese nel campo dell’istruzione per la gestione dell’emergenza coronavirus e le relative indicazioni operative.

Dal lavoro agile, alle riunioni degli organi collegiali, la circolare illustra le disposizioni del governo e fornisce chiarimenti per dirigenti e personale.

Il testo si apre con un ringraziamento a “tutti coloro che stanno andando oltre ogni obbligo e ogni dovere, svolgendo il loro servizio al Paese con dedizione, spirito di iniziativa, competenza”. Amministrazione, dirigenti scolastici, docenti, personale educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario, studenti, organizzazioni sindacali, associazioni, mondo imprenditoriale “stanno, ognuno, facendo la propria parte dimostrando una spesso misconosciuta, ma preziosa, capacità di reagire all’emergenza”, si legge in apertura della nota.

La validità dell’anno scolastico, le attività di apprendimento a distanza, le prove Invalsi e le Olimpiadi e gare degli studenti. Sono alcuni dei temi su cui la nota orienta le istituzioni scolastiche su come comportarsi nelle prossime settimane. Fra gli altri argomenti, la formazione del personale e i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.

Nota prot. 278 del 6 marzo 2020

Concorso straordinario secondaria, 12 marzo riunione CSPI. Dopo eventuali modifiche

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso straordinario: ci sarà un’altra informativa al Ministero.

Concorso straordinario abilitante

Nella giornata di ieri, come riferito, si è tenuta un’informativa al Ministero sul concorso straordinario scuola secondaria ai soli fini abilitanti, di cui vi abbiamo già ampiamente parlato:

Concorso straordinario abilitante: ecco come sarà la prova per docenti con tre anni di servizio in scuola paritaria, IeFP, misto

Concorso straordinario secondaria: contratto docenza, 24 CFU e prova orale per abilitazione

Si è parlato anche del concorso straordinario scuola secondaria per l’immissione in ruolo di 24mila docenti.

Concorso straordinario per l’immissione in ruolo

L’Amministrazione ha comunicato che ci sarà un’ulteriore informativa sul concorso straordinario per l’immissione in ruolo di 24 mila docenti, soltanto dopo l’espressione del parere del CSPI, la cui seduta del 4 marzo è saltata per la mancanza del numero legale.

La prossima riunione del CSPI è calendarizzata per il 12 marzo. Soltanto dopo, si svolgeranno gli incontri per eventuali modifiche da apportare, in base alle osservazioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Concorsi a cattedra, nessuna decisione dal CSPI. Manca numero legale

Cosa chiedono  sindacati

  1. Requisiti di accesso: chiarire che i docenti con 3 anni di servizio su sostegno senza specializzazione possono partecipare al concorso straordinario per la classe di concorso da cui sono stati chiamati avendone titolo
  2. Pubblicazione della banca dati dei quesiti
  3. Punteggio prova scritta: massimo 30 punti. Valutazione dei titoli: massimo 70 punti (di cui 50 ai servizi come nel concorso straordinario per la scuola primaria e dell’infanzia). La proposta non inficia la selettività della prova che è superata comunque solo da chi ottiene 7/10
  4. Attribuire 5 punti per ogni anno di servizio
  5. Ridurre il numero dei quesiti e aumentare il tempo a disposizione
    Valutazione degli anni di servizio svolti su sostegno nella procedura concorsuale della classe di concorso
  6. Chiarire che gli specializzati/specializzandi su sostegno possono partecipare al concorso straordinario anche se i servizi relativi a posto di sostegno afferiscono a un ordine di scuola diverso
  7. Riconoscere il servizio svolto sulla materia alternativa alla religione cattolica come valido ai fini della partecipazione al concorso, relativamente alla classe di concorso da cui gli insegnanti sono stati nominati
  8. Ridurre il numero dei componenti delle commissioni prevedendo l’esonero dal servizio per i componenti
  9. Prevedere la tabella di corrispondenza del titolo di abilitazione su più classi di concorso a cascata

Riguardo al punto 1 e al punto 2, l’amministrazione e il Ministro sono stati irremovibili e non intendono cambiare posizione.

Concorso dirigenti scolastici 2017, saranno assunti anche gli idonei

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso dirigenti scolastici bandito con decreto direttoriale n. 1259 del 23 novembre 2017: saranno assunti anche gli idonei.

Graduatoria concorso

Al termine del concorso per dirigenti scolastici, com’è noto, sono stati dichiarati vincitori i candidati utilmente collocati entro il 2900° posto.

Erano rimasti fuori 520 idonei, che il Miur comunque aveva inserito in graduatoria, ritenendo che uno specifico intervento normativo avrebbe permesso permesso pure la loro assunzione.

L’intervento normativo, come detto all’inizio, è arrivato nel milleproroghe (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito in legge 28 febbraio 2020, n. 8 ).

Assunzione idonei

L’articolo 6 bis del suddetto decreto Milleproroghe così dispone:

  1. All’articolo 2 del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, dopo il comma 2 e’ inserito il seguente:

«2-bis. Dopo la nomina dei vincitori di cui all’articolo 10, comma 1, del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, gli idonei utilmente iscritti nella graduatoria nazionale per merito e titoli del concorso a dirigente scolastico indetto con decreto del direttore generale del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca n. 1259 del 23 novembre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 90 del 24 novembre 2017, sono assunti nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili, fatta salva la disciplina autorizzatoria di cui all’articolo 39, commi 3 e 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449».))

Modificando il decreto scuola, ossia il DL 126/2019 convertito in legge n. 159/2019, la nuova misura predispone che gli idonei iscritti nella graduatoria nazionale del concorso per dirigenti scolastici 2017 sono assunti nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili, dopo i vincitori.  

Scuole chiuse: indicazioni del Ministero su riunioni e attività di aggiornamento

da La Tecnica della Scuola

Una nota del Ministero dell’Istruzione diramata nella serata del 6 marzo fornisce indicazioni operative per la gestione dell’emergenza rivolte sia agli uffici regionali sia alle scuole.
La nota è molto ampia (7 pagine in tutto) e passa in rassegna diverse questioni.

Riunioni degli organi collegiali

Per quanto riguarda il problema delle riunioni degli organi collegiali, la circolare distingue due casi.
Il primo caso è quello delle scuole per le quali sia stata disposta la chiusura dove sono annullate tutte le riunioni degli organi collegiali, già calendarizzate, per il periodo previsto.
Diverso è il caso delle istituzioni scolastiche per le quali è stata disposta la sospensione delle attività didattiche dove invece “le riunioni degli organi collegiali e le assemblee mensili degli studenti, già calendarizzate potranno essere posticipate alla fine della fase di sospensione ovvero effettuate con modalità telematiche o in presenza”.
Per le riunioni svolte in presenza la nota prevedere regole stringenti e stabilisce che “andranno in ogni caso assicurate, in relazione all’entità dell’emergenza epidemiologica, misure precauzionali quali un adeguato distanziamento tra i partecipanti, ai sensi delle disposizioni vigenti”.
La nota raccomanda comunque ai dirigenti scolastici “una attenta valutazione in merito alla necessità di convocazione dei predetti organi, evitando convocazioni non improcrastinabili”.

Lavoro agile o telelavoro

Per la prima volta nella storia della scuola italiana si apre alla possibilità di consentire al personale amministrativo di “lavorare a distanza”
“Il lavoro agile – si legge nella nota – potrà essere concesso dal Dirigente scolastico, eventualmente anche ricorrendo a turnazioni del personale, a partire dalla data odierna e fino al 15 marzo, in presenza dei seguenti prerequisiti:
– il lavoro svolto dal personale che richiede di fruire di modalità di lavoro agile deve risultare gestibile a distanza;
– il dipendente in lavoro agile deve dichiarare di disporre, presso il proprio domicilio, di tutta la strumentazione tecnologica adeguata a svolgere il proprio compito e deve poter garantire la reperibilità telefonica nell’orario di servizio;
– le prestazioni lavorative in formato agile dovranno essere misurabili e quantificabili”.

Attività di formazione

Anche per quanto riguarda le attività di formazione del personale la circolare distingue due casi.
“Nelle istituzioni scolastiche oggetto di ordinanze di chiusura delle attività didattiche sono sospese fino a tutta la durata dell’ordinanza di chiusura le iniziative, in presenza, di formazione e aggiornamento, i seminari e i convegni, destinati al personale della scuola”.
In caso di sospensione delle attività didattiche, tali iniziative sono invece sospese fino al 15 marzo 2020, ma è “fatta salva la possibilità di effettuazione in modalità telematica ovvero in presenza, garantendo un adeguato distanziamento, in considerazione del numero dei partecipanti”.

Non mancano indicazioni anche per altre situazioni: vengono sospese le attività esterne relative ai percorsi di alternanza scuola-lavoro e sono sospese anche le gite scolastiche fino al 3 aprile e si precisa che anche le prove Invalsi verranno riprogrammate.

Didattica a distanza: non dimentichiamo gli alunni disabili

da La Tecnica della Scuola

Nell’attivare lezioni a distanza le scuole non devono in alcun modo dimenticare gli alunni disabili: lo sottolinea il Comitato torinese per l’Integrazione Scolastica.
L’associazione mette in evidenza “l’importanza delle indicazioni del decreto del Presidente del Consiglio del 4 marzo scorso, riferite all’impegno dei dirigenti scolastici ad attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli alunni con disabilità”.
Sostiene il Comitato: “È importante che i dirigenti scolastici si attivino, anche coinvolgendo i Gruppi di Lavoro per l’Inclusione, per favorire le specifiche esigenze di questi allievi per i quali spesso non è possibile la fruizione della didattica on line senza l’ausilio di personale che faciliti la comunicazione”.
E’ fondamentale – ricorda l’associazione – tener conto che “già le disposizioni precedenti riferite all’educazione domiciliare (rafforzate dal decreto legislativo 96/2019) prevedevano per gli allievi con disabilità impossibilitati a frequentare la scuola la possibilità di usufruire di percorsi di istruzione presso il proprio domicilio”.
Il tema è di grande rilievo perché evidenzia la necessità di realizzare una vera e propria rete di soggetti istituzionali e non in modo da poter garantire i processi di inclusione.
“Il progetto educativo degli alunni disabili – spiega il Comitato – coinvolge insegnanti di sostegno, insegnanti curriculari, educatori assegnati dagli Enti locali per l’assistenza educativa specialistica per l’autonomia e la comunicazione e per questo motivo riteniamo che i dirigenti scolastici possano far riferimento a tutte queste figure per rispondere alle esigenze prioritarie degli allievi con disabilità, con particolare attenzione alle situazioni di gravità”.

Chiarito che si tratta di attività che, al momento, non rivestono carattere di obbligatorietà, si pone ovviamente il problema di come promuovere la partecipazione della scuola e soprattutto dei docenti.
Senza entrare nei dettagli di una questione che ha risvolti molto complessi anche di natura contrattuale, il Comitato per l’integrazione segnala che il maggior impegno dei docenti coinvolti in progetti di questo genere potrebbe essere sostenuto e incentivato con gli strumenti già a disposizione.
Il Comitato si propone anche di raccogliere esperienze e iniziative realizzate dalle scuole secondo questa logica in modo da darne conto nel prossimo numero di Handicap & Scuola, la rivista edita dal Comitato stesso.