Ripartiti 510 milioni per l’edilizia scolastica

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato questo pomeriggio il decreto di ripartizione alle Regioni di 510 milioni di euro destinati all’edilizia scolastica. Si tratta di risorse della programmazione unica nazionale per il triennio 2018-2020 che serviranno a realizzare gli interventi previsti dai piani messi a punto dalle Regioni.

In base alle proposte già pervenute dalle Regioni al Ministero, il decreto firmato oggi dà il via libera al finanziamento dei primi 280 interventi, per un totale di 420.907.035,62 euro. Con un successivo decreto saranno sbloccate anche le altre risorse.

“Pur nel difficile momento che stiamo vivendo in tutto il Paese – sottolinea la Ministra Lucia Azzolina – il Ministero dell’Istruzione prosegue il proprio lavoro anche sul tema dell’edilizia scolastica, che resta assolutamente una priorità. Questo sblocco di risorse è un intervento importante, nell’interesse dei nostri studenti e di tutta la comunità scolastica”.

“Sbloccare questa prima tranche di finanziamenti del Piano 2019 proprio in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo – spiega la Vice Ministra Anna Ascani – ha un importante valore per noi. Dimostra che il lavoro per le nostre scuole non si ferma, che siamo impegnati a rafforzare il sistema e a supportare Regioni ed Enti locali nonostante la fase complicata. Questi fondi andranno in erogazione diretta e si potrà agire in maniera mirata e rapida. Una misura importante per i nostri studenti, ma anche per il tessuto produttivo che si occuperà degli interventi finanziati”.

Indicazioni agli alunni per un corretto utilizzo della didattica online

ISTITUTO COMPRENSIVO di LUGAGNANO DI SONA (VR)

Mobilità del personale docente, educativo e ATA per il 2020/21

Prot. N. 27/unit.

Dott. Marco Bruschi
Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione

Oggetto: Mobilità del personale docente, educativo e ATA per il 2020/21

Le scriventi Organizzazioni sindacali, considerato il perdurare dell’attuale emergenza epidemiologica, la cui gravità ha indotto il Governo all’applicazione generalizzata in tutta Italia delle misure in origine prescritte a una sola porzione territoriale, ritengono che non sussistano nel modo più assoluto le condizioni per uno svolgimento nei tempi annunciati delle procedure riguardanti la mobilità del personale docente, educativo ed ATA per l’a.s. 2020/2021, in particolare che non sia possibile far partire dal 16 marzo il periodo previsto per la presentazione delle domande.

In una situazione che si è ulteriormente complicata ed aggravata, è assolutamente necessario rispettare rigorosamente le disposizioni governative, limitando al minimo i contatti e gli spostamenti, nell’interesse dell’intera collettività. Ancorché la presentazione delle domande avvenga con modalità on line, è consuetudine consolidata che le sedi sindacali e gli stessi uffici dell’Amministrazione siano soggetti a una mole non indifferente di richieste di consulenza, normalmente svolta in presenza nelle diverse sedi. Ciò è del tutto improponibile nella fase attuale, che impone di ridurre drasticamente ogni occasione di contatto diretto e ravvicinato tra le persone.

Quanto al rischio di pregiudicare la tempistica dei movimenti rispetto alle esigenze di regolare avvio dell’anno scolastico, vale la pena osservare che più volte, in passato, sono stati possibili differimenti delle scadenze senza alcuna ricaduta negativa sull’attività didattica. Si chiede pertanto una proroga che ragionevolmente preveda l’avvio delle procedure solo a conclusione del periodo di sospensione delle attività didattiche, il cui termine è oggi fissato al 3 Aprile p.v.. Si confida che le presenti osservazioni e proposte siano tenute nella giusta considerazione. Si resta a disposizione per un ulteriore approfondimento anche al fine di individuare in maniera condivisa modalità semplificate per la presentazione delle domande.

Roma, 10 marzo 2020

Il Ministero ha risposto alla richiesta di chiarimenti

Il Ministero ha risposto alla richiesta di chiarimenti dell’ANP

La Nota ministeriale 10 marzo 2020, n. 323, diramata in risposta alla nostra richiesta di chiarimenti di ieri, conferma la necessità che i colleghi accordino il lavoro agile – laddove possibile – e adottino forme flessibili di prestazione dell’attività lavorativa con l’unico limite della garanzia dei livelli essenziali del servizio.

Questo implica, per gli assistenti tecnici, la necessità di garantire la manutenzione dei laboratori di loro competenza, assicurando la salvaguardia di eventuali materiali deperibili e supportando la scuola nell’attivazione della didattica a distanza. Il personale addetto alle aziende agrarie deve parimenti garantire la salvaguardia del patrimonio zootecnico e la migliore utilizzazione degli eventuali prodotti. Per i collaboratori scolastici, i cuochi, i guardarobieri, gli infermieri, una volta constatata la pulizia degli ambienti e assicurata la custodia e sorveglianza generica dei locali, la Nota afferma che occorre limitare il servizio alle “sole ulteriori prestazioni necessarie non correlate alla presenza degli studenti, attivando i contingenti minimi stabiliti e i contratti integrativi di istituto, ai sensi della legge 12 giugno 1990, n. 146”.

La individuazione dei contingenti e la turnazione, previa variazione del piano annuale delle attività e informativa alle RSU, deve tener conto delle condizioni di salute, della necessità di accudimento dei figli e delle condizioni di pendolarismo con utilizzo dei mezzi pubblici per coloro che risiedono in comune diverso da quello di servizio.

La Nota dispone infine che il personale escluso, di volta in volta, dai contingenti fruirà prioritariamente delle ferie non godute da consumarsi entro il mese di aprile, dopodiché sarà esonerato dalla prestazione lavorativa in forza dell’articolo 1256, comma 2 del codice civile, dal momento che le relative prestazioni lavorative non possono essere svolte mediante lavoro agile.

L’ANP esprime apprezzamento per la rapida risposta del Ministero e per la sua assunzione di responsabilità in ordine all’applicabilità della menzionata disposizione civilistica.

Auspichiamo, naturalmente, che il lavoro agile sia concesso anche ai dirigenti scolastici che vivono difficoltà paragonabili – se non superiori, come sta accadendo per molti neoimmessi in ruolo che prestano servizio in regioni diverse da quelle di residenza delle loro famiglie – a quelle di tutto il personale.

COVID-19:COSA È PREVISTO PER IL PERSONALE ATA

MISURE DI CONTENIMENTO – COVID-19 (Nuovo chiarimento MI)

COSA È PREVISTO PER IL PERSONALE ATA

LA SCHEDA DI SINTESI DELLA UIL SCUOLA RUA

Il 10 marzo 2020 è stata emanata una ulteriore nota di chiarimento da parte del Ministero dell’Istruzione sull’utilizzo del personale ATA nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine grado durante il periodo di sospensione delle attività didattiche.

Il Dirigente Scolastico, nel definire i servizi minimi da mantenere,  deve tenere conto dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di tutela della salute, dei provvedimenti emanati dalle Autorità Territoriali Competenti, nonché delle indicazioni fornite dal Ministero dell’Istruzione.

ASSISTENTI TECNICI

Provvederanno, in presenza, alla manutenzione del laboratorio di loro pertinenza, assicurando nei casi previsti la salvaguardia dei materiali deperibili, per ogni altra attività di supporto all’Istituzione scolastica, si provvede con il lavoro a distanza.

PERSONALE ADDETTO ALLE AZIENDA AGRARIE

D’intesa, coi relativi Dirigenti scolastici, adotta, nel rispetto dei vincoli di contenimento, ogni misura che garantisca la salvaguardia del patrimonio zootecnico e la migliore utilizzazione dell’eventuale prodotto.

COLLABORATORI SCOLASTICI, CUOCHI, GUARDAROBIERI E INFERMIERI

Constatata la pulizia degli ambienti scolastici e assicurandosi che sia garantita la custodia e sorveglianza generica sui locali scolastici, limita il servizio alle sole ulteriori prestazioni necessarie non correlate alla presenza di studenti, nel caso in cui non ci fossero disponibilità personali di questi lavoratori, si attivano i contingenti minimi stabiliti nei contratti integrativi di istituto, ai sensi della legge 12 giugno 1990, n. 146

Nel caso tali contingenti non fossero stabiliti nei contratti integrativi di istituto, li adotta direttamente il dirigente scolastico.

RSU – TURNAZIONI E ALTRE MODALITÀ

Il dirigente scolastico deve informare le RSU sulle modalità da adottare.

La nota infatti dispone che le predette prestazioni saranno rese, informata la RSU, attraverso le turnazioni e le altre modalità di organizzazione del lavoro previste dal CCNL vigente del personale, tenendo presenti condizioni di salute, cura dei figli a seguito della contrazione dei servizi di asili nido e scuola dell’infanzia, condizioni di pendolarismo con utilizzo dei mezzi pubblici per i residenti fuori dal comune sede di servizio.

DSGA E PIANO DELLE ATTIVITÀ

Il Dirigente scolastico integra le direttive di massima e il Direttore dei servizi generali e amministrativi che predispone le variazioni necessarie e i contingenti di personale per le attività minime da garantire.

FERIE NON GODUTE DELL’ANNO PRECEDENTE

Il Dirigente scolastico verifica che ci siano eventuali periodi di ferie non godute da consumarsi entro il mese di aprile (come previsto dal CCNL, art. 13, comma 10) che possano sopperire alla mancata prestazione lavorativa.

La norma di riferimento è l’art. 13 comma 10 del CCNL 2006-09 il quale prevede che “ In caso di particolari esigenze di servizio ovvero in caso di motivate esigenze di carattere personale e di malattia, che abbiano impedito il godimento in tutto o in parte delle ferie nel corso dell’anno scolastico di riferimento […] il personale A.T.A. può fruire delle ferie non godute di norma non oltre il mese di aprile dell’anno successivo, sentito il parere del DSGA”(non si parla di ferie d’ufficio, ma di ferie di cui usufruire nei termini di contratto).

Pertanto, qualora tale personale abbia delle ferie dell’a.s. 2018/19 che non ha potuto fruire per i motivi sopra indicati, può fruirne in questo periodo (e fino al termine del 30 aprile) al fine di ritenere l’assenza giustificata all’interno del piano di turnazioni, flessibilità e servizi minimi adottato.

NO FERIE D’UFFICO PER L’A.S. 2019/2020 E NESSUN DANNO ALL’ERARIO

La nota conferma quanto finora sostenuto dalla UIL scuola per cui in nessun caso il Dirigente scolastico potrà imporre a tale personale Ferie d’ufficio per l’a.s. in corso o altro tipo di soluzione non rientrante nelle fattispecie finora indicate.

La nota dispone infatti che qualora non si possa fare ricorso alle ferie dell’anno scolastico precedente può farsi ricorso alla fattispecie della obbligazione divenuta temporaneamente impossibile (art. 1256, c. 2, c.c.).

Art. 1256: L’art. in questione dispone che “L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile”

E al comma 2 precisa: “Se l’impossibilità è solo temporanea, il debitore finché essa perdura, non è responsabile del ritardo nell’adempimento”.

È chiaro quindi come tale situazione emergenziale, peraltro sempre richiamata dalla UIL Scuola,  riconducibile alle “cause di forza maggiore” non inciderà, intanto sull’obbligo della prestazione lavorativa; contemporaneamente non potrà incidere sulle posizioni giuridiche soggettive, previdenziali ed assistenziali, né sul diritto all’intera retribuzione mensile.

PERSONALE AMMINISTRATIVO, TECNICO E AUSILIARIO

Rimane la possibilità della concessione del lavoro agile, nel rispetto alle mansioni, al personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche e, in analogia, ai docenti utilizzati nelle mansioni del personale amministrativo perché inidonei all’insegnamento, nelle forme e con le modalità già previste dai precedenti decreti e note.

ATTENZIONE: Anche in questo caso, dispone la nota, la norma di cui all’art. 1256, c. 2, c.c. entra in rilievo in tutti i casi in cui la prestazione lavorativa non sia possibile in modalità di lavoro agile, sempre che sia garantito il livello essenziale del servizio.

Maturità, stop ai festeggiamenti dei “100 giorni” Didattica a distanza anche per i supplenti

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Ieri cadevano i 100 giorni all’esame di maturità, ma quest’anno i circa 500mila maturandi non li potranno festeggiare. Lo stop è legato all’attuale situazione di emergenza sanitaria, ed è previsto in una circolare del ministero dell’Interno, emanata in accordo con il dicastero guidato da Lucia Azzolina.

No all’affollamento di persone
Niente, quindi, più raccolte soldi in giro per le strade, cene e viaggi più o meno organizzati per “fare gruppo” e scacciare un po’ di paura in vista dell’esame di Stato che nei fatti segna la fine della scuola e il salto verso il futuro “da grandi” (lavoro o università). Questi festeggiamenti legati ai 100 giorni dalle prove, spiega il Viminale, ricadono “fra quelle manifestazioni ed eventi che sono vietati per contribuire al contenimento della diffusione del coronavirus”. Visto che si tratta, infatti, prosegue la nota, “di occasioni che comportano l’affollamento di persone”.

Più lavoro agile (anche per i supplenti)
In mattinata anche il ministero dell’Istruzione ha integrato le proprie indicazioni alle scuole. In generale, si incoraggia il ricorso al lavoro agile. I docenti potranno essere presenti a scuola “solo se strettamente correlato alle eventuali esigenze connesse all’attività didattica a distanza”. Stessa cautela per i ricevimenti: Il ricevimento, nei casi indifferibili, sarà autorizzato dal dirigente preposto alla struttura. Sono invece sospese tutte le riunioni degli organi collegiali in presenza fino al 3 aprile 2020.
Per quanto riguarda la didattica a distanza, il ministero inoltre consiglia comunque di evitare, soprattutto nella scuola primaria, la mera trasmissione di compiti ed esercitazioni quando non accompagnata da una qualche forma di azione didattica o anche semplicemente di contatto a distanza La normativa vigente lascia la dimensione della valutazione ai docenti.
Salvaguardati infine i contratti dei supplenti brevi: anche loro possono partecipare alla didattica a distanza in sostituzione dei docenti assenti per garantire il diritto allo studio dei ragazzi.

Il 15% degli studenti non ha ancora iniziato la didattica a distanza

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Da due settimane le scuole delle regioni del nord Italia, e da quattro giorni quelle di tutto il Paese sono chiuse come precauzione per l’epidemia del Coronavirus: per continuare le attività le scuole dovrebbero mettere in campo forme di didattica a distanza. L’Unione degli Studenti ha condotto un’inchiesta nazionale tramite un questionario che a ierii aveva avuto più di 13mila risposte. Dall’inchiesta emerge confusione e carenza di informazioni sullo svolgimento della didattica online: ogni professore la sta svolgendo con mezzi differenti, dalle videochiamate alla semplice assegnazione di compiti, nel 70% si sta facendo solo su alcune materie, mentre il 15% degli studenti non ha ancora iniziato nessun tipo di didattica a distanza.
«Molti studenti poi non hanno proprio modo di seguire le lezioni – denuncia la coordinatrice dell’Uds Giulia Biazzo -. Non tutti hanno a disposizione pc o tablet, tantomeno una connessione wifi adatta; molte famiglie inoltre hanno un unico computer: come fanno a seguire le lezioni più figli contemporaneamente? Magari dividendosi con un genitore a cui è stato prescritto il lavoro da casa».
Ma i problemi non finiscono qui. I ragazzi sono preoccupati: «Non è stata fornita alcuna informazione su come saremo valutati in queste settimane, visto anche l’appalto di contenuti e mezzi della didattica a ditte private. Non sappiamo nulla sull’esame di maturità – spiega il sindacato studentesco – Come faremo a prepararci per gli esami se non stiamo svolgendo i programmi nella maniera adeguata? Ad oggi non sappiamo nemmeno se, dopo uno stop che in alcune regioni potrebbe essere superiore ad un mese, l’anno scolastico sarà prolungato in qualche modo, o se le prove Invalsi dovranno essere recuperate».

Scuola, smart working anche per le segreterie. Come sarà la didattica a distanza

da Il Sole 24 Ore

Eugenio Bruno

Arriva la task force per la didattica a distanza delle scuole. Un po’ per dare seguito al lavoro dei giorni scorsi, un po’ perché la riapertura degli istituti scolastici si allontana di ora in ora, il ministero dell’Istruzione spinge l’acceleratore sulla necessità delle scuole di utilizzare l’e-learning per annullare la distanza fisica con i ragazzi a causa della sospensione delle lezioni dovuta all’emergenza coronavirus. Al tempo stesso, per limitare gli accessi negli edifici scolastici, arrivano nuove disposizioni su smart working nelle segreterie e riunione degli organi collegiali. A prevederle è una nuova circolare del ministero dell’Istruzione.

In campo gli specialisti del digitale
Nel sottolineare che resta la «necessità» di favorire – tanto nella zona rossa, dove le scuole sono chiuse, quanto nel resto d’Italia, dove le lezioni sono sospese per ora fino al 15 marzo – «il diritto all’istruzione attraverso modalità di apprendimento a distanza» la nota ministeriale punta a dare «un indirizzo unico». E chiama a raccolta tutti gli esperti digitali formati negli anni scorsi per aiutare le realtà rimaste indietro.
Saranno infatti i referenti del Piano nazionale scuola digitale attivi presso gli Usr, le équipe formative territoriali, i poli innovativi denominati ”Future labs” a dover suggerire, accompagnare e dare supporto (chiaramente da remoto) alle iniziative messe in campo dalle singole scuole.  Destinatari, in primis, i dirigenti scolastici e poi i docenti, gli animatori digitali, gli stessi professori. Che potranno e dovranno usare di più le potenzialità del registro elettronico, le classi virtuali, i canali digitali per produrre e condividere contenuti.
Dal canto suo viale Trastevere metterà a disposizione una casella di posta elettronica dedicata all’hel p desk delle scuole (supportoscuole@istruzione.it).

Meno accessi nelle scuole
Nel ringraziare i presidi e il personale tecnico amministrativo che hanno continuato a lavorare nei giorni scorsi per confermare il ruolo di presidio sul territorio svolto dalle scuole anche durante lo stop alle lezioni, la circolare avvia, di fatto, una fase due dello smart working anche negli istituti scolastici per limitare gli accessi negli uffici. Con un occhio di riguardo per il personale di segreteria che, purché in possesso di Pc e connessione, potrà lavorare da remoto. In particolare – precisa il documento – per chi è portatore di patologie pregresse o si muove con i mezzi pubblici oppure ha figli piccoli a casa.

Stop alle riunioni degli organi collegiali
Sempre al fine di limitare il via vai di persone negli edifici scolastici il ministero dell’Istruzione dichiara annullate tutte le riunioni degli organi collegiali e le assemblee degli studenti in programma da qui al 15 marzo. Invitando di fatto a posticiparle o svolgerle da remoto anche nelle altre scuole. Con annessa moral suasion sui dirigenti scolastici a evitare «convocazioni non improcraatinabili». In caso contrario, l’appello è quello a rispettare le norme igienico-sanitarie (e di buon senso) valide per tutti gli uffici della Pa e, più in generale, per tutti i luoghi aperti al pubblico.

Anche a distanza #restoascuola

da La Stampa

Andrea Gavosto

La chiusura di tutte le scuole italiane, resa necessaria dalla diffusione del coronavirus, sta destando grande preoccupazione tra famiglie e insegnanti. Con la sospensione delle attività didattiche che potrebbe durare ancora a lungo, il pericolo è di non riuscire a garantire agli studenti la possibilità di recuperare il tempo perso.
Di qui i giusti appelli da parte della ministra Azzolina e di molti esperti a passare a una «didattica a distanza», oggi resa senz’altro possibile dall’ampia disponibilità di connessioni a Internet e dal proliferare di strumenti e piattaforme digitali progettate proprio per favorire una didattica non in presenza.
La disponibilità di valide risorse (si veda la pagina dedicata del ministero per l’Istruzione: https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html) di per sé non implica, tuttavia, la capacità di usarli nel migliore dei modi. Le analisi dicono che i docenti italiani impegnati a trasformare la propria didattica in senso digitale sono ancora una piccola avanguardia. L’emergenza sicuramente farà crescere la consapevolezza che è necessario innovare le pratiche didattiche con un uso mirato ed efficace delle nuove tecnologie; così molti docenti finora riluttanti al cambiamento si avvicineranno volenti o nolenti alla didattica digitale. È, però, ingenuo pensare che ciò si traduca nell’immediato in un’effettiva ed efficace capacità di risposta di tutta la scuola italiana all’emergenza.
Se vogliamo essere più realistici e perseguire comunque un obiettivo importante, dovremmo aiutare scuole e docenti a combattere la battaglia contro la perdita delle conoscenze già acquisite dai loro studenti. La ricerca educativa, infatti, ci dice che i lunghi periodi di distacco dalla scuola, come le nostre vacanze estive, determinano un calo degli apprendimenti. Detto in altri termini: se misuriamo il livello di conoscenze a giugno, a fine anno scolastico, e lo misuriamo di nuovo alla ripresa a settembre sugli stessi studenti, sappiamo che la caduta è significativa ed è proporzionale alla lunghezza della sosta.
Perciò, se gli studenti saranno costretti dal coronavirus a fermarsi per molte settimane, rischieranno di dimenticare gran parte di quello che hanno appreso nella prima parte dell’anno scolastico. La vera emergenza non è dunque tanto quella di riuscire a portare avanti i programmi di studio, quanto di consolidare ciò che si è fatto fino ad oggi, per evitare che il tempo e l’inattività lo dilapidino. Tutti coloro che in Italia abbiano a cuore la formazione delle nuove generazioni dovrebbero convergere oggi su questo obiettivo.
Partendo da queste premesse, con il desiderio di essere utili alle scuole, agli studenti e agli insegnanti, in particolare, di Torino e del Piemonte, Fondazione Agnelli, Fondazione La Stampa–Specchio dei Tempi e il quotidiano La Stampa hanno deciso di lanciare il progetto #restoascuola. Nessun passo indietro lontano dai banchi.
Il progetto, da oggi al via, si rivolge in particolare alle scuole secondarie di I e II grado per favorire il consolidamento di quanto finora appreso dagli studenti con attività di supporto a distanza messe in campo dai loro insegnanti o da selezionati tutor attraverso la piattaforma Schoolr.net, articolate in due distinte ma complementari risorse.
Numerose scuole hanno già avuto esperienza di didattica digitale a distanza, mentre in questi giorni, a causa dell’emergenza, tante altre hanno deciso di sperimentarla. A tutti i docenti intenzionati a tenere vivi i contatti con i propri studenti, ciascuno a casa propria, proponiamo quindi, in primo luogo, applicazioni di videoconferenza e strumenti per poter lavorare a distanza e a piccoli gruppi, con i quali svolgere interventi didattici dedicati, tramite l’iscrizione gratuita alla piattaforma Schoolr.
C’è poi la preoccupazione che queste settimane siano dannose, in particolare, per gli studenti più fragili sul piano scolastico e con minori risorse in famiglia, i quali potrebbero perdere o vedere molto indeboliti gli apprendimenti acquisiti finora.
Ecco allora la seconda risorsa che proponiamo: in attesa che si torni di nuovo sui banchi di scuola, metteremo a disposizione gratuitamente per 100 scuole di Torino e del Piemonte che ne faranno richiesta un pacchetto di 100 ore ciascuna di lezioni online – individuali o a piccoli gruppi – di consolidamento e potenziamento, svolte dai docenti che sono accreditati e certificati dalla piattaforma Schoolr. L’assegnazione di queste ore agli studenti che ne hanno più bisogno verrà decisa e segnalata dalla stessa scuola: chi è più debole in matematica avrà il suo pacchetto di lezioni, chi in inglese fatica avrà il suo pacchetto, e così via.
In entrambi i casi, le scuole potranno contare nella fase di registrazione e di avvio dellle attività sul supporto gratuito della Fondazione Agnelli, attraverso un help desk dedicato.
Speriamo in questo modo, insieme con i nostri partner, di allontanare la minaccia allo studio che il lungo stop rischia di causare. — o, insieme con i nostri partner, di allontanare la minaccia allo studio che il lungo stop rischia di causare. —

Stop scuola fino al 3 di aprile e limitazione libertà di movimento, ecco il Decreto. Autocertificazione per spostarsi

da Orizzontescuola

di redazione

“Tutta Italia sarà zona protetta”. Lo ha annunciato il Primo Ministro Conte durante una conferenza stampa, estendendo a tutto il territorio nazionale le misure riservate per Lombardia altre 14 provice.

Per spostarsi sarà possibile soltanto se ci saranno ragioni comprovate e che dovranno essere autocertificate.

Le attività didattiche resteranno sospese fino al 3 di aprile e il Ministero dell’Istruzione emanerà ad ore delle indicazioni precise.

Ecco il testo del Decreto firmato ieri e in vigore da questa mattina

Queste le parole del Primo Ministro

“Evitare su tutto il territorio gli spostamenti se non motivati da: ragioni di lavoro, casi di necessità o di salute. Aggiungiamo un divieto degli assembramenti all’aperto e in locali aperti al pubblico.”

“Il futuro del nostro paese è nelle nostre mani. Su tutto il territorio della penisola sarà estesa tutte le misure della Lombardia.”

Come faccio a spostarmi? Ecco le istruzioni per l’autodichiarazione

Coronavirus, anche la paura può essere contagiosa. Sia occasione per educazione emotiva

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Conte: “Non c’è più tempo. È il momento della responsabilità”. Le emozioni: la paura, l’interazione sociale, l’ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza e il perdono

Le emozioni costituiscono una componente importante della vita umana. Non esiste una definizione precisa a riguardo; la radice stessa della parola “emozione” che deriva dal verbo latino “movere”, muovere, a cui è aggiunto il prefisso “ex” (muovere da), indica una tendenza ad agire. Tendenza dovuta al fatto che tutte le emozioni preparano il corpo a un tipo di risposta molto diversa.

Stop scuola fino al 3 di aprile e limitazione libertà di movimento, ecco il Decreto. Autocertificazione per spostarsi, come

Ciò perché ogni emozione ha un ruolo unico, rilevato dalle caratteristiche biologiche. Le emozioni sono brevi e intense e sorgono all’improvviso in risposta a degli stimoli circostanti, hanno una natura ciclica, cambiano costantemente, modificandone il significato. Ma quelle di ieri sera, durante la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, sono state tante, forti, intense. Forti, specialmente, perché sono nate e sono state influenzate dall’interazione con gli altri. Le emozioni sono di per sé, innanzitutto, risposte dotate di una loro specificità in grado di interrompere precedenti schemi di funzionamento richiamando le risorse individuali e indirizzandole verso uno o più scopi.

Quante fossero quelle di ieri sera neppure si possono immaginare, classificare, coordinare, declinare. Eppure, la prima caratteristica delle emozioni è quella di costituire un catalizzatore degli interessi, dell’attenzione, della motivazione e dei desideri individuali: orientando in funzione di questi la nostra risposta. Ma, non tutti sono stati in grado, al momento, di darla quella risposta. Silenzio e compostezza, determinazione e coraggio, paura, in special modo, senso di impotenza, e la contemporanea sistemica interazione di emozioni comprendono nei suoi tre diversi livelli di funzionamento.

Eppure, la fuga dalle città, dalle stesse paure, dagli stimoli che la conferenza stampa, inattesa, ieri, e al contempo immaginabile, ha innescato, oltre al pianto, di milioni di italiani, anche un sentimento di smarrimento, congiunto a rabbia e a una molteplicità di emozioni che hanno interagito con una velocità ciclica inimmaginabile fino a ieri sera e, specialmente, paura, amore e ira. Anche se, nessuno può nasconderlo, altre emozioni primarie come rabbia, tristezza, disgusto e accettazione si sono impossessate di molti italiani e, inutile nasconderlo e ne siamo certi, anche dei nostri allievi. Taluni sentimenti non consoni all’eccezionalità del momento. Scriveva Friedrich Nietzsche che «si sbaglierà di rado se si ricondurranno le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura». Lo sbaglio quello che, taluni fragili italiani, per non scriver d’altro, hanno sottolineato con disgustevole scompostezza. La scuola deve lavorare per rivalutare il senso profondo e vero, sincero e utile delle emozioni.

Emozioni che, per incanto, per dirla con Robert Plutchik, sono diventate complesse come l’interazione sociale, l’ansia, la rassegnazione, la speranza, il perdono. Anche il perdono che, per la verità è stato fin troppo ecclissato in queste settimane. Ma principalmente la paura che, come si è notato, può essere trasmessa e contagiata. Neppure l’esperienza, l’apprendimento e l’immaginazione sono stati utili, ieri sera, affinché si potessero anticipare o amplificare i pericoli che comportano il manifestarsi di questa emozione. La paura, in effetti, si attiva quando i sensi percepiscono uno stimolo dannoso, alla paura segue uno stato di attivazione neurofisiologica che consente all’individuo di rispondere allo stimolo attraverso attacco, evitamento-fuga o blocco o l’inevitabile pianto. Educare alle emozioni ed educare i nostri alunni a saperle gestire con intelligenza, opportunità relazionale, intelligenza. «Educare – come ha sostenuto Maria Montessori – è aiutare la vita ad incamminarsi nelle ampie e sempre nuove strade dell’esperienza con spirito di gioia, di fratellanza, di desiderio di bene, di responsabilità. Laddove, invece, o nella famiglia o nella scuola o nella società, il bambino è messo in una condizione di conflitto, di competizione o sottoposto alla volontà di un adulto dominatore, o impoverito nei suoi immensi poteri, o infine inibito nell’esprimersi nella sua natura e nei suoi desideri, egli sarà costretto alla crudele necessità di nascondersi, di snaturare le proprie sensibilità, di difendersi in un impersonale adattamento. Questa condizione è per il bambino uno stato di guerra, di sacrificio e di sconfitta, perché il suo istinto non è quello della lotta e dell’opposizione, ma della pace e di una libera e consapevole obbedienza».

Imparare, dunque, come risultato del processo educativo, a manifestare la propria paura, però, lo insegna l’esperienza di ogni giorno, la nostra e quella della collettività, aiuta a capire i propri bisogni e a creare sane relazioni con le persone che ci circondano e con gli eventi, come quello di ieri sera, che ci assale, potremmo dire con certezza, all’improvviso. Anche la rabbia, è, dunque, una reazione che consegue a una precisa sequenza di eventi. Ed il pianto, utile per sciogliere e scaricare le tensioni dovute a forme di disagio emotivo, esprime l’essenza di emozioni quali il dolore, la commozione, lo spavento, il piacere che si sta vivendo in determinate circostanze, quindi non si piange solo per eventi brutti o per mancanza di forza nel superare eventi negativi ma le lacrime possono dimostrare la sensibilità e la forza di una persona. La forza dell’Italia che deve farcela, la forza dell’Italia che dovremmo trasmettere ai nostri alunni, la forza dell’Italia che vuole rinascere e migliorarsi. Per questo motivo qualsiasi emozione deve essere espressa e condivisa.

Non ci si deve vergognare e non ci si è vergognati, davanti a quella edizione straordinaria del TG1, di piangere ascoltando Giuseppe Conte. Le emozioni sono un patrimonio innato, a cui non possiamo rinunciare. Esistono emozioni diverse ma la cosa che le accomuna è che si manifestano nel contesto relazionale diventando dei fondamentali strumenti conoscitivi. Attraverso le emozioni si impara a valutare se uno stimolo sorprende, piace, oppure no, se può essere utile, dannoso e se si è in grado di affrontarlo, di allontanarlo assumendo un atteggiamento mentale e comportamentale a riguardo. Nel lavoro educativo le emozioni assumono un ruolo importante, poiché non influenzano soltanto la motivazione ad apprendere ma aiutano il bambino a creare delle relazioni con esse che serviranno per il futuro.

Aiutare il bambino, il nostro adolescente, il ragazzo a sentire e capire le proprie emozioni è necessario per imparare a conoscere se stesso e per renderlo sensibile ed empatico nei confronti degli altri. «Attraverso le emozioni mettiamo in atto dei processi valutativi ossia dei processi attraverso i quali diamo un giudizio sugli eventi in maniera “interessata”, attribuendo loro un significato di natura personale, basato cioè sul benessere soggettivo. Le emozioni assumono un valore positivo o negativo in base alle valutazioni di ciò che accade e agli obiettivi prefissati. Devono essere gli insegnanti a far sì che i propri alunni considerino le emozioni positive, perché se tale probabilità dovesse diminuire rischieremmo di avere solo ed esclusivamente emozioni negative incapaci di farci crescere, di vivere la quotidianità e di progettare il futuro.
Scriveva Aristotele che «se c’è soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?». Nell’uno e nell’altro caso la preoccupazione e la paura sonio ingiustificate. Il compito del docente, in questa lunga sospensione, non è lasciare compiti, a volontà come lamentano genitori e discenti, nella speranza di, attraverso essi, far crescere e maturare gli alunni. Compito del docente è quello di accompagnare i nostri alunni nella riscoperta di sensazioni nuove, emozioni diversamente da gestire, progettualità assai lontane dalle abitudini.

Educare alle emozioni è possibile, anzi è necessaria! È una incombenza educativa indispensabile in questi anni così attraversati dal fare sul flutto, talvolta tempestose, delle emozioni. Emozioni che se non venissero comprese o non fossero metabolizzate rischierebbero di condurre i ragazzi a fare scelte frettolose, infruttuose, talvolta inutili.

E questo percorso che, talvolta, insegnati lungimiranti propongono alle classi lo si deve fare da oggi, dalla prima lezione di questa mattina. Perché, come ha detto il Premier, il professore Giuseppe Conte «non c’è più tempo. È il momento della responsabilità».

Attività didattiche sospese fino al 3 di aprile, Ministro Azzolina: forniremo informazioni più dettagliate

da Orizzontescuola

di redazione

Appena annunciata la volontà da parte del Governo di estender le misure restrittive che attualmente sono valide per la Lombardia a tutto il territorio nazionale.

Per quanto riguarda la scuola e l’Università, il primo Ministro ha anticipato la volontà di sospendere tutte le attività didattiche fino al 3 di aprile.

Sulla notizia è intervenuto il Ministro Azzolina che ha così commentato su FaceBook: “Già a partire dalle prossime ore forniremo a tutti informazioni più dettagliate, come abbiamo fatto in questi giorni. È una misura dolorosa ma necessaria, che condivido. Mi impegno a stare ancora più vicino a studenti e personale scolastico. Andremo avanti affrontando insieme questa emergenza. Le attività si sospendono”

Scuole chiuse o interruzione attività? I motivi della scelta del Governo

da La Tecnica della Scuola

Per molti continua ad essere poco comprensibile la scelta del Governo di non chiudere le scuole e di limitarsi a interrompere le attività didattiche.

E’ molto probabile che le resistenze del Governo non riguardino il problema del funzionamento delle scuole, perché è fuori dubbio che la sospensione delle lezioni rende del tutto superflua la presenza dei collaboratori scolastici; e, in assenza di attività didattica, anche la presenza degli assistenti amministrativi potrebbe essere tranquillamente ridotta.

Il Governo teme forse che la chiusura delle scuole con conseguente assenza dal servizio del personale Ata possa indurre anche altre categorie di lavoratori del pubblico impiego a richiedere l’adozione di misure analoghe.
In linea di principio, infatti, non esiste nessuna differenza – sotto il profilo contrattuale – fra il personale Ata e i dipendenti comunali.
Ma è del tutto evidente che la sospensione di servizi pubblici potrebbe creare problemi ulteriori.

Coronavirus, tutta Italia come la Lombardia: è zona rossa. Conte: “Sacrificio necessario”

da La Tecnica della Scuola

Conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito all’emergenza coronavirus: “Sto per firmare provvedimento “Io sto a casa” per tutto il territorio d’Italia, niente spostamenti tranne comprovati motivi di lavoro, stato di necessità o motivi di salute. Divieto assembramento all’aperto o in locali aperto al pubblico. Non ci sarà più una zona rossa. Ci sarà un’Italia zona protetta. Il nuovo DPCM andrà in Gazzetta Ufficiale stasera. Entrerà in vigore domattina. Riusciremo a contenere il virus solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo subito a norme più stringenti”. E sul deficit: “Stiamo ragionando sulla possibilità di precostituire una richiesta più elevata rispetto ai 7,5 miliardi di euro previsti per il decreto legge, riguardo allo scostamento del deficit”.

Niente scuola fino al 3 aprile: ecco il Dpcm. Il testo firmato da Conte

Allargate le norme sugli spostamenti e tutte le altre contenute nel decreto di sabato notte a tutto il territorio nazionale. In tutta Italia i locali come bar, pub e ristoranti hanno il permesso di restare aperti, ma non oltre le 18 e a patto di far rispettare “la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. In caso contrario si procederà alla “sospensione dell’attività”.

Il governo estende a tutte le Regioni le misure già attive in Lombardia e in altre 14 province e relative all’emergenza Coronavirus. Queste misure, varate con un decreto nella notte tra sabato e domenica, prevedono il divieto di spostamento se non per “comprovati motivi di lavoro” oppure “gravi esigenze familiari o sanitarie. Sugli effetti con l’estero non cambia nulla: gli spostamenti dei cittadini italiani avverranno sempre alle stese condizioni ma controlleremo gli ingressi in Italia”.

Chi deve fare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa.

La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a scadenze fisse e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di utilizzare moduli diversi. Ad esempio chi deve spostarsi tra i comuni per raggiungere i figli o altri parenti da assistere oppure per impegni di carattere sanitario.

Se si viene fermati si può fare una dichiarazione che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Spetta al cittadino dimostrare di aver detto la verità.

Le sanzioni

La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella indicata dal dpcm 8 marzo 2020 (articolo 650 del codice penale: inosservanza di un provvedimento di un’autorità), salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave.

A questo proposito, al fine di fornire al pubblico un’informazione non solo corretta ma quanto più esaustiva possibile, il personale operante provvederà anche a informare gli interessati sulle più gravi conseguenze sul piano penale di un comportamento, anche solo colposo, non conforme alle previsioni del Dpcm che possono portare a configurare ipotesi di reato.

Provvedimenti del Consiglio dei Ministri

Delibera del Consiglio dei Ministri del 5 marzo 2020 Ulteriore stanziamento per la realizzazione degli interventi in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Provvedimenti legislativi

Decreto legge 9 del 2 marzo 2020 Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Decreto legge 6 del 23 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

Provvedimenti del Presidente del Consiglio dei Ministri

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2020 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale [In vigore dall’8 marzo 2020].

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 marzo 2020 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale [In vigore dal 4 marzo all’8 marzo 2020].

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 2020 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. [Art. 1, 2, 5, 6, allegati 1, 2, 3 in vigore dal 2 marzo all’8 marzo 2020; art. 3 e 4 in vigore dal 2 al 4 marzo].

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 febbraio 2020 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 febbraio 2020 Disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Ministero dell’Istruzione

Coronavirus, online pagina dedicata

FAQ, domande e risposte

Comunicazione del 6 marzo 2020. Sospensione Prove Invalsi 2020 per l’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado dal 5 al 15 marzo 2020.

Nota 278 del 6 marzo 2020 Particolari disposizioni applicative della direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione del 25 febbraio 2020, n. 1 (Direttiva 1/2020), “Prime indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 nelle pubbliche amministrazioni al di fuori delle aree di cui all’articolo 1 del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6”.

Nota 170 del 28 febbraio 2020 Emergenza epidemiologica da COVID-19. Manifestazione di disponibilità a sostenere le iniziative di didattica a distanza.

Nota 169 del 28 febbraio 2020 Emergenza epidemiologica da COVID-19. Manifestazione di disponibilità a sostenere le iniziative di didattica a distanza, tramite fornitura hardware.

Ministero dell’Università e della Ricerca

Comunicazione del 23 febbraio 2020 agli Atenei e alle Istituzioni AFAM di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.

Provvedimenti del Ministro per la pubblica amministrazione

Circolare 1 del 4 marzo 2020 Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa.

Direttiva 1 del 25 febbraio 2020 Emergenza epidemiologica COVID-2019.
Commento.

Provvedimenti del Ministero della Salute

Speciale salute e FAQ

Circolare 4001 del 8 febbraio 2020 Aggiornamenti alla circolare ministeriale prot. del 1.2.2020 con riferimento alle indicazioni per la gestione nel settore scolastico degli studenti di ritorno dalle città a rischio della Cina.

Circolare 3187 del 1 febbraio 2020 Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina.

Ordinanza 30 gennaio 2020 Misure profilattiche contro il nuovo Coronavirus (2019 – nCoV).

Ordinanza 25 gennaio 2020 Misure profilattiche contro il nuovo Coronavirus (2019 – nCoV).

Ordinanza 21 febbraio 2020 Ulteriori misure profilattiche contro la diffusione della malattia infettiva COVID-19. Regione Lombardia [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Provvedimenti del Ministro della Salute di concerto con le Regioni interessate

Ordinanza 24 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Regione Liguria [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Ordinanza 23 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Regione Lombardia [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Ordinanza 23 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Regione Veneto [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Ordinanza 23 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Regione Emilia-Romagna [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Ordinanza 23 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Ordinanza 23 febbraio 2020 Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Regione Piemonte [In vigore fino al 1 marzo 2020].

Provvedimenti del Ministero dell’Economia e Finanza

Decreto 24 febbraio 2020 Sospensione dei termini per l’adempimento degli obblighi tributari a favore dei contribuenti interessati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Provvedimenti dell’Agenzia delle entrate

Comunicato del 3 marzo 2020 Proroga di alcune scadenze fiscali.

Provvedimenti del Dipartimento della protezione civile

Ordinanza 644 del 4 marzo 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 643 del 1 marzo 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 642 del 29 febbraio 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 641 del 28 febbraio 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 640 del 27 febbraio 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 639 del 25 febbraio 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 638 del 22 febbraio 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

Ordinanza 637 del 21 febbraio 2020 Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

INPS

Comunicazione del 6 marzo 2020 Prime misure per arginare il rischio epidemiologico da COVID-19 [Aggiornamento]

Comunicazione del 25 febbraio 2020 Prime misure per arginare il rischio epidemiologico da COVID-19.

Comunicazione del 25 febbraio 2020 Coronavirus: numeri uffici Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto.

INAIL

Informativa sulla salute e sicurezza nel lavoro agile

Coronavirus: Italia zona rossa, attività didattica sospesa fino al 3 aprile

da Tuttoscuola

Tutta Italia è zona rossa, sospesa l’attività didattica in tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile a causa dell’emergenza Coronavirus. A dare la notizia è il premier, Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi: “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme più stringenti. Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l’espressione “io resto a casa”. Ci sarà l’Italia come zona protetta”.

Non c’è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo”. Il decreto sarà firmato questa sera ed entrerà in vigore domani mattina. La durata dei divieti, valida per tutta Italia, sarà fino al tre aprile