Tutela della salute e della sicurezza sono oggi un’assoluta priorità

Tutela della salute e della sicurezza sono oggi un’assoluta priorità

Alla luce del numero rilevante dei contagi e dell’invito pressante ed urgente a limitare ogni spostamento delle persone, riteniamo che i dirigenti scolastici debbano, senza alcun indugio, assicurare lo svolgimento in via ordinaria in forma agile delle prestazioni lavorative del personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, come previsto nei DPCM emanati dal Governo, limitando la presenza dei lavoratori esclusivamente ai casi in cui la presenza fisica sia indispensabile, come nel caso delle attività connesse alle attività zootecniche nelle aziende agrarie o delle istituzioni educative.

Crediamo che non debba assolutamente ripetersi quanto avvenuto nella regione Marche il 4 marzo, con l’esposizione al contagio dei partecipanti all’incontro formativo in presenza per i dirigenti scolastici neoassunti, voluto dall’USR nonostante le proteste delle OO.SS.. La difesa della salute e il rispetto delle condizioni di sicurezza vengono prima di ogni altra considerazione.

Per quanto riguarda il personale che non può, per le caratteristiche della professione, accedere allo smart working, ci aspettiamo dal decreto-legge, del quale si attende l’emanazione, indicazioni risolutive e rispettose delle previsioni contrattuali, già del resto presenti nella nota 323/2020 del Ministero dell’Istruzione.

Anche per i dirigenti scolastici lo smart working costituisce la modalità ordinaria della prestazione lavorativa. A nostro parere, nel quadro delle disposizioni attualmente vigenti, i dirigenti dovranno assicurare la presenza nell’edificio scolastico solo quando ciò risulti del tutto inderogabile, come nel caso di attività improcrastinabili per le quali la presenza fisica del personale sia stata ritenuta indispensabile. Tutte le restanti attività di coordinamento e di gestione potranno essere svolte da remoto. L’utenza potrà comunque rivolgersi all’istituzione scolastica tramite contatti telefonici ed indirizzi e-mail pubblicati sul sito dell’istituzione scolastica.

Ridurre gli spostamenti delle persone è, al momento, l’unico modo di contrastare la diffusione del contagio. La scuola pubblica continuerà a garantire lo svolgimento della sua funzione costituzionale. Tutto il personale scolastico, dai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale ATA, continuerà ad assicurare alle studentesse e agli studenti l’esercizio del diritto allo studio.

Riteniamo infine ineludibile un confronto preliminare con la Ministra dell’istruzione per verificare l’impatto sulla scuola delle misure contenute nel decreto legge in corso di emanazione, anche al fine di rilevare eventuali necessità di integrazione in sede di conversione.

Richiesta misure urgenti a tutela della continuità reddituale lavoratori esclusi dalla internalizzazione dei servizi di pulizie scolastiche

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Alla Ministra del Lavoro e delle politiche sociali

Alla Ministra dell’Istruzione

Oggetto: richiesta misure urgenti a tutela della continuità reddituale lavoratori esclusi dalla internalizzazione dei servizi di pulizie scolastiche

Alla luce delle misure messe in atto per il contenimento dell’emergenza sanitaria Covid 19, la scrivente O.S. saluta positivamente la decisione di predisporre un ingente stanziamento di fondi a sostegno degli ammortizzatori sociali e in particolare del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) e Cassa integrazione straordinaria. 

Vista però la grave situazione in cui versa ad oggi il Paese, riteniamo non sia più rimandabile un intervento a tutela degli oltre 4.000 lavoratori e lavoratrici che sono rimasti esclusi dal processo di internalizzazione dei servizi di pulizie scolastiche. 

Com’è noto, dal 1 marzo scorso i 4.000 esclusi si ritrovano ad oggi senza alcuna forma di reddito, essendo stati posti dalle rispettive aziende in sospensione dal servizio a zero ore: questo perché non è stato trovato nessun accordo in sede ministeriale per quanto riguarda le procedure di licenziamento collettivo. 

Pertanto, vista la drammatica situazione sociale, economica e sanitaria che stiamo vivendo, non crediamo sia possibile lasciare 4.000 famiglie senza alcun tipo di prospettiva: chiediamo quindi che, attraverso un apposito accordo da sottoscrivere con le aziende interessate, venga permesso agli esclusi dalla procedura di internalizzazione, di accedere alla Cassa Integrazione straordinaria istituita per fronteggiare le conseguenze occupazionali dell’emergenza sanitaria in corso, quantomeno fino al 30 settembre u.s., quando dovrebbe svolgersi la seconda procedura selettiva per la stabilizzazione dei lavoratori ex LSU ed appalti storici.

per l’Esecutivo Nazionale COBAS

Piero Bernocchi

Quali strategie per la formazione?

Giovani Educazione Orientamento – Centro Interuniversitario per lo Studio della Condizione Giovanile, dell’Organizzazione delle Istituzioni Educative e dell’Orientamento

OGGETTO: Invito a contribuire al Convegno CRUI-GEO Professione insegnante: quali strategie per la formazione?
Napoli 15 al 17 giugno 2020

Caro collega,

Ci troviamo in un momento difficile, ma non vogliamo perdere di vista alcuni obiettivi importanti che ci siamo posti come quello di contribuire alla formazione degli insegnanti che è riconosciuta fattore strategico dalla Commissione Europea e dall’OCSE, inserita negli obiettivi di Lisbona, UE 2020, e nell’Agenda 2030. In Italia si sono attuate dal 2000 proposte differenziate a volte contraddittorie con una modalità che non ha consentito alle università, che ne hanno il compito, un impegno istituzionale programmatico.

GEO è un consorzio universitario (https://geo.uniud.it/) che collabora con la CRUI ed ha lo scopo di contribuire alle strategie di sviluppo degli atenei, attivando e facilitando processi di innovazione che abbiano effettiva ricaduta sulle decisioni politiche e sulle configurazioni organizzative del sistema di istruzione e formazione a partire da un ripensamento critico del ruolo e della funzione dell’università in risposta ad una pluralità di bisogni formativi, occupazionali e professionali. Si propone di realizzare situazioni di servizio per gli Atenei Italiani nell’affrontare problematiche, che non trovano sufficiente tempo di discussione in CRUI, invitando i rettori e i loro delegati a riflettere sulle esperienze messe in campo per individuare principi e idee condivise, che portino ciascun ateneo a soluzioni proprie nell’ambito dell’autonomia universitaria. GEO ha realizzato con la CRUI Seminari, studi e Convegni di approfondimento di temi di interesse, come la didattica universitaria, il tutorato, la formazione trasversale, documentati dalle pubblicazioni disponibili nel citato sito GEO. Si propone ora di contribuire al tema della formazione degli insegnanti con il Convegno di Napoli.

Per preparare il convegno e per contribuire all’analisi delle esperienze più recenti GEO si è avvalso della preziosa collaborazione dell’INAPP per predisporre un Questionario sulla più recente esperienza del PF24 nel biennio 2017-1019, nella convinzione che la banca dati che emergerà dall’indagine costituisca costituire una solida e realistica base di partenza per la riflessione prevista nel Convegno di Napoli.

Le caratteristiche del Convegno sono descritte alla pagina https://geo.uniud.it/eventi/geo-2017- 1/convegno-professione-insegnante in cui si trova anche la scheda di adesione ed invio proposte di contributo. Nella scelta dei partecipanti, i contributi inviati ed esaminati dal comitato scientifico, hanno la priorità. I Ministri dell’Università e dalla Istruzione hanno già confermato la presenza.

Per favore, invia il presente invito a tutti coloro che pensi possano contribuire al Convegno ed invia il tuo contributo entro il 15/4/20: ciò ci permetterà di preparare al meglio il Convegno stesso.

Ogni chiarimento e dettaglio può essere chiesto a geo@uniud.it Grazie fin d’ora per la collaborazione e molti cordiali saluti.

Prof. Marisa Michelini
Direttore GEO

Gli ultimi della scuola

da la Repubblica

di Chiara Saraceno

La sospensione delle lezioni e la chiusura di tutte le attività educative dedicate ai bambini e ai ragazzi più svantaggiati organizzate da vari enti del terzo settore piccoli e grandi — dall’Arci a Save the Children, dalla Lega delle cooperative sociali a Dedalus, dall’Albero della vita alle parrocchie e gli organismi di quartiere — rischia di creare un’emergenza parallela a quella sanitaria, anche se invisibile e non documentata dal bollettino quotidiano dei contagiati e dei morti. Riguarda i bambini e i ragazzi in condizione di povertà o marginalità sociale, i cui genitori sono spesso senza lavoro, o hanno un lavoro precario, privo di protezioni sociali, che perciò difficilmente potranno accedere anche ai nuovi ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga, estensione del fondo di integrazione salariale anche alle micro-imprese) e ai congedi parentali che sta mettendo a punto la ministra Bonetti per aiutare i genitori lavoratori a fronteggiare la situazione. Ancor meno possono accedere al lavoro a distanza. Il loro problema è non perdere il poco lavoro e reddito che hanno.

Sono bambini, autoctoni e stranieri, che di sovente a scuola fruiscono dell’unico pasto quotidiano nutrizionalmente adeguato, che ora viene a mancare con possibili rischi per la salute e la crescita.

Bambini e ragazzi che spesso a scuola faticano ad andare già in condizioni ordinarie, ma per i quali l’accesso all’istruzione talvolta rimane l’unica alternativa alla strada.

Le loro famiglie non sempre sono in grado di seguirli in condizioni normali, tanto più in queste così straordinarie, non solo per quanto riguarda i compiti assegnati dagli insegnanti e la didattica a distanza, ma anche nell’osservanza delle regole di comportamento minime per proteggere sé e gli altri dal contagio: non giocare per strada, non stare in gruppo, lavarsi bene le mani, non bere dalla stessa bottiglietta.

La situazione di possibile abbandono, di interruzione di processi di apprendimento e di costruzione di rapporti di fiducia e autostima a causa dell’interruzione simultanea delle lezioni e delle altre attività è al centro delle preoccupazioni di tutte quelle associazioni e persone che fin qui hanno lavorato con e a fianco di questi bambini e ragazzi. Vi ha dato voce, tra l’altro, un comunicato congiunto delle due reti che raccolgono molte associazioni, gruppi e studiosi che promuovono il benessere dei bambini e ragazzi, a partire dai più svantaggiati, Alleanza per l’Infanzia e Investing in children.

Dalle esperienze e riflessioni di queste associazioni sono emerse indicazioni su come fronteggiare nell’immediato il rischio di deterioramento delle condizioni di questi bambini e ragazzi e anche sulla necessità che si incominci a mettere a punto un piano di azione per compensare gli svantaggi accumulati sul piano educativo e dell’apprendimento quando l’emergenza sarà finita.

Nell’immediato occorre continuare a garantire un pasto adeguato al giorno a chi ne fruiva gratis a scuola, vuoi con un servizio a domicilio (come si fa per gli anziani che ne hanno bisogno), vuoi con voucher alimentari. Ma occorre anche fornire sostegno didattico ed educativo, con visite domiciliari, telefonate, fornitura di materiali, inclusi tablet e accesso a Internet, coinvolgendo sia gli insegnanti sia gli educatori che ora non possono operare nelle loro sedi. È importante mantenere il rapporto, far sentire a questi bambini e ragazzi che stanno a cuore, sono importanti, per chi ha la responsabilità di educarli. Ne potrebbero scaturire indicazioni, sia per le scuole sia per le associazioni, su che cosa e come fare dopo.

Coronavirus, la didattica a distanza decolla: lezioni online per 9 studenti su 10

da la Repubblica

Da strategia d’emergenza a consuetudine. La didattica a distanza, spinta dall’effetto coronavirus, è ormai entrata nella quotidianità di studenti e docenti. Questo è quanto ha rilevato l’Osservatorio Scuola a Distanza che il portale specializzato Skuola.net realizza ogni settimana a partire dall’inizio dell’emergenza Covid-19. E se per quest’ultimo ci siamo abituati a sentire parlare della “curva dei contagiati”, un simile ragionamento si potrebbe fare per la didattica a distanza: è contagiosa e, dopo un inizio in sordina – all’inizio della crisi nelle ”zone rosse” solo 1 studente su 5 veniva coinvolto – si è passati alla quasi totalità dei ragazzi. L’ultima rilevazione, infatti, attesta che poco meno di 9 studenti su 10 sono “rimasti” a scuola grazie allo smart learning. E i genitori, loro malgrado, si sono dovuti reinventare nel ruolo di prof: ben 7 su 10 dichiarano di assistere i propri figli.

Il campione stesso, oltre 30 mila studenti di scuole secondarie e oltre 2 mila genitori partecipanti all’indagine sul sito Skuola.net, è la testimonianza stessa della maggior frequentazione delle piattaforme online per l’apprendimento. Al Nord come al Sud, fugando i dubbi sulla preparazione digitale di base delle regioni meridionali. Solo alle scuole medie si fa più fatica: qui è il 77% degli studenti che dice di essere partito, contro un 90% registrato nell’ultimo triennio delle superiori. Stentano a decollare, invece, le verifiche online: solamente 1 su 4 ha già sperimentato interrogazioni o compiti in classe da remoto. Ma anche qui probabilmente è solo questione di tempo, perché in una sola settimana la percentuale è quasi raddoppiata.

Il gap tra Mezzogiorno e regioni settentrionali, tuttavia, rimane e si riscontra nel tipo di strumenti utilizzati. Nelle classi del Nord, abituate a infrastrutture più stabili ma anche da più giorni alle prese con le chiusure, si sono definitivamente affermate le piattaforme maggiormente evolute per effettuare lezioni interattive in video conferenza (come G Suite, Microsoft Teams, ecc.): le sfrutta più della metà degli studenti (58%).

Così, dopo l’urgenza iniziale, che aveva fatto optare soprattutto per le funzionalità avanzate del registro elettronico – classi virtuali, chat, invio di documenti – ora i rimedi più elementari vengono usati solo in 1 caso su 4. Mentre il 15%, anche al Nord, continua a restare escluso dal cambiamento interagendo con i docenti tramite semplici email, gruppi WhatsApp e social network.

Discorso opposto per il resto del Paese: al Centro come al Sud, partiti da meno tempo, molto spesso si va sul sicuro. Nelle regioni del Mezzogiorno è ancora il registro elettronico, certamente più conosciuto dai professori, il cardine su cui quasi sempre poggia la didattica a distanza: è il 47% degli studenti a usarlo per svolgere lezione da casa (con picchi ulteriori alle medie), mentre solo il 30% si affida alle piattaforme di ultima generazione.

Nelle regioni centrali, invece, la situazione è migliore: è vero che 1 su 3 continua ad appoggiarsi al registro elettronico, ma il 43% è già passato ai software collaborativi. Il vero problema è che, in entrambi i contesti, più di 1 studente su 5 riceve indicazioni sulle cose da fare in modo basico e poco coinvolgente (soprattutto con messaggi di posta elettronica e chat online).

Coronavirus, didattica a distanza: Ministero chiede di assumere nuovi assistenti tecnici con contratto fino al 30 giugno

da Orizzontescuola

di redazione

Coronavirus: l’assunzione – con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020 – degli assistenti tecnici anche nelle scuole di infanzia, primaria e secondaria di I grado servirebbe a potenziare la didattica a distanza.

Si tratta di una delle misure previste dalla bozza del testo di decreto contenente aiuti economici per far fronte all’emergenza Coronavirus, attualmente in esame a Palazzo Chigi e che potrebbe diventare definitivo tra oggi e domani.

Una delle richieste del Ministero dell’istruzione è proprio l’assunzione di assistenti tecnici per attivare o potenziare la didattica a distanza.

E proprio per questo figure indispensabili anche nelle scuole di infanzia, primaria e secondaria I grado.

Il contratto, ricordiamolo, sarebbe fino al 30 giugno 2020.

Non è la prima volta che si parla di potenziare la  figura dell’assistente tecnico  in tutte le scuole ma la richiesta non ha mai avuto seguito dal punto di vista normativo.

Nel 2019 una risoluzione delle Commissioni VII e XI promossa dalla  deputata Virginia Villani (M5S) e sostenuta dai colleghi  Ciprini, Tripiedi, Dori, Giovanni Russo, Lovecchio, Perconti, Nappi, Del Monaco, Nitti, Ermellino, Parentela, Grimaldi, Iorio, Manzo, Gagnarli, Azzolina, Casa, Pignatone, Grippa aveva impegnato il Governo ad

“adottare le iniziative di competenza per prevedere all’interno del nuovo contratto collettivo nazionale scuola, in fase di discussione, la figura dell’assistente tecnico anche all’interno degli istituti comprensivi e direzioni didattiche“.

Il nuovo contratto, come si sa, è ancora lettera morta. E dunque anche il discorso sugli assistenti tecnici è rimasto in stand by.

Ricordiamo che al momento la proposta è presente nella bozza, non sappiamo ancora se approderà nella versione definitiva.

Graduatoria interna di istituto: come si individuano i soprannumerari. Criteri

da Orizzontescuola

di Giovanna Onnis

La posizione occupata nella graduatoria interna di istituto è determinante per l’individuazione dei docenti soprannumerari in presenza di contrazione nell’organico della scuola.

Quando c’è esubero in una scuola?

L’esubero in un’istituzione scolastica corrisponde alla presenza di docenti soprannumerari, che si riscontra se nell’organico dell’autonomia si registra una riduzione nel numero di cattedre.

Quando il numero di cattedre risulta inferiore al numero di docenti titolari, c’è una contrazione nell’organico con conseguente esubero di docenti che saranno individuati come soprannumerari in numero corrispondente alla differenza tra numero totale docenti titolari e numero totale cattedre disponibili così come risultanti nell’organico.

L’organico dell’autonomia di un’istituzione scolastica, comprendente l’organico di diritto e l’organico di potenziamento, viene predisposto dall’Ufficio Scolastico Provinciale per ogni anno scolastico, tenendo conto del numero di studenti iscritti nella scuola e, conseguentemente del numero di classi funzionanti.

Nell’organico, quindi, c’è la precisa indicazione del numero di cattedre per ogni classe di concorso e tipologia di posto presenti nell’istituzione scolastica, del numero di classi e del numero di docenti titolari per ogni classe di concorso e tipologia di posto.

Una variazione dell’organico rispetto all’anno scolastico precedente può determinare due diverse conseguenze:

1- nuove nomine nel caso di variazione in positivo con incremento del numero di cattedre

2- esubero e soprannumerari nel caso di variazione in negativo con contrazione del numero di cattedre

Individuazione dei docenti soprannumerari: quali criteri

I docenti soprannumerari vengono individuati sulla base della posizione occupata nella graduatoria interna di istituto.

Saranno soprannumerari coloro che si trovano in coda nella graduatoria, la cui posizione può essere determinata dal punteggio inferiore o dalla loro condizione di “ultimi arrivati” nella scuola in seguito a mobilità in entrata (trasferimento o passaggio) o immissione in ruolo.

Come chiarisce, infatti, l’art.19 comma 7 e l’art.21 comma 11 del CCNI sulla mobilità, per le situazioni di soprannumero relative all’organico dell’autonomia determinato per l’anno scolastico in cui sono disposti i trasferimenti, nel caso di concorrenza tra più insegnanti, i medesimi sono da considerare in soprannumero, ai fini del trasferimento d’ufficio, nel seguente ordine:

  1. docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato entrati a far parte dell’organico dell’autonomia o delle singole sedi di organico dei centri territoriali con decorrenza dal precedente primo settembre per mobilità a domanda volontaria o assunti in ruolo;

  2. docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato entrati a far parte dell’organico dell’autonomia o delle singole sedi di organico dei centri territoriali dagli anni scolastici precedenti quello di cui al punto sopra, ovvero dal precedente primo settembre per mobilità d’ufficio o a domanda condizionata (2), ancorché soddisfatti in una delle preferenze espresse.

Come viene notificato l’esubero ai docenti interessati

I dirigenti scolastici, sulla base del nuovo organico e delle graduatorie interne di istituto, devono notificare per iscritto immediatamente agli interessati la loro posizione di soprannumero . I docenti individuati come perdenti posto, sono da considerare riammessi nei termini per la presentazione, entro 5 giorni dalla data di comunicazione dell’accertata soprannumerarietà, del modulo domanda di trasferimento. Nel caso in cui il docente abbia già presentato nei termini previsti domanda di trasferimento, l’eventuale nuova domanda inviata sostituisce integralmente quella precedente. La proroga dei termini si estende anche all’eventuale domanda di passaggio di ruolo.

Nel caso di trasferimento questo potrà essere a domanda o d’ufficio.

Il punteggio con il quale i docenti saranno trasferiti d’ufficio sarà quello con il quale sono stati inseriti nella graduatoria interna di istituto.

Nel caso di trasferimento a domanda volontaria o di passaggio, il punteggio sarà quello relativo alla mobilità volontaria con le differenze che abbiamo evidenziato nel nostro articolo

https://www.orizzontescuola.it/graduatoria-interna-di-istituto-come-si-valuta-il-punteggio/

Coronavirus, attese nuove misure per le scuole

da La Tecnica della Scuola

E’ in dirittura d’arrivo un nuovo decreto del Governo sull’emergenza coronavirus; è probabile che il provvedimento contenga misure per prevedere la chiusura temporanea di alcune attività produttive.

Come abbiamo già scritto organizzazioni sindacali e associazioni hanno già avanzato da diversi giorni la richiesta di evitare presenze sul lavoro non dettate da inderogabili esigenze.

“Speriamo che tutte le richieste e pressioni che sono state fatte in questi giorni diano un risultato” afferma Paola Serafin, segretaria nazionale CISL Scuola e Responsabile dell’area dirigenza scolastica e aggiunge: “Se così non fosse, ribadisco ciò che da giorni stiamo sostenendo: i dirigenti devono applicare le indicazioni del Dpcm che di fatto prescrive per tutto il personale modalità di lavoro agile. La direttiva 2/2020 arriva a definirlo esplicitamente la modalità ordinaria di organizzazione del lavoro, in questa fase di emergenza, per la Pubblica Amministrazione”.

“La presenza a scuola – conclude Paola Serafin – va dunque prevista solo se vi sono attività indifferibili che devono necessariamente essere espletate in presenza”.

Per il momento, intanto, restano ferme le indicazioni già impartite dal Governo e ribadite dal Ministero dell’Istruzione.

Di più, al momento, non è dato di sapere ma nel pomeriggio di sabato 14 potrebbe arrivare qualche chiarimento da parte del Governo.

Didattica a distanza, impariamo dagli errori del passato per costruire la scuola del futuro

da La Tecnica della Scuola

Sono giorni molto strani quelli che stiamo vivendo tutti noi.
Le strade sono deserte, ogni tanto passa qualche macchina a ricordarci che esistiamo.

Qualche solitario cammina sui marciapiedi a testa bassa, quasi con timore e con poca voglia di incrociare persone anche se a distanza di sicurezza.

Una situazione insolita cui nessuno era abituato. Le file distanziate e molto composte fuori ai negozi di generi alimentari e alle farmacie dove si ci guarda da lontano senza alcuna voglia di parlare. Con il passare dei giorni questa situazione renderà sempre più tristi le persone e l’hashtag “andrà tutto bene” potrebbe non bastare più per tenere alto il morale degli Italiani.

Non è facile vivere serenamente questi giorni. La testa è affollata di pensieri sul come vivere al meglio il presente e su come sarà il futuro, un pensiero fisso al “quando finirà veramente tutto questo?”, alle news che continuano a raccontarci di numeri di contagiati in crescita, di spazi dentro casa che vanno gestiti tra lavoro in modalità smart, pulizie di casa, spesa e lo studio dei figli da seguire e motivare in continuazione.

Fa strano passare di giorno feriale davanti le scuole deserte. Scuole che per il momento rimarranno chiuse almeno fino al 3 aprile. Sono giorni di prime sperimentazioni di didattica a distanza per le scuole che erano già pronte e si erano dotate anzitempo degli strumenti informatici necessari, ma anche di schede stampate a casa e compiti assegnati sul registro elettronico. E genitori costretti a riorganizzarsi in fretta.

Questo virus lascerà alle spalle molti ricordi di questi giorni passati in quarantena, e molte opportunità per capire dove in passato si è sbagliato a tagliare fondi o dove non si è investito in maniera corretta.

Uno di questi campi è la scuola. Questa esperienza forzata di didattica a distanza spero insegni alla politica che la scuola deve essere predisposta in maniera adeguata e dappertutto allo stesso modo per questa nuova modalità di formazione. Sono anni che parliamo di scuola 2.0 non a caso.

Serve una piattaforma di e-learning unica a livello nazionale in cui sia possibile condividere contenuti multimediali (video, presentazioni, test, esercizi, schede,) con istanze virtuali separate per Istituto.

Serve passare definitivamente e non solo per poche classi sperimentali, al libro digitale che avrebbe consentito in questi giorni di avere tutto il materiale disponibile sempre e comunque. Tablet a disposizione di docenti e studenti dove poter fare anche chiamate in video.

Sono diverse le applicazioni free che consentono di fare video tra più persone, condividere un documento per renderlo visibile ed editabile durante la sessione video, e comunicare via chat tra i partecipanti.

Strumenti che consentono una reale didattica a distanza cosi come avviene per i lavoratori in smart working.

Serve anche abitudine e una metodologia nuova e per insegnare a distanza da parte dei docenti e per imparare a distanza da parte degli studenti, ma questo arriva con l’esperienza e con la formazione specifica.

Gli insegnanti stanno dimostrando impegno, rimboccandosi le maniche e provando ad adattarsi al nuovo contesto con i pochi strumenti a disposizione usando spesso e volentieri mezzi propri mettendo davanti a tutto l’interesse degli alunni.

Passata la tempesta del Corona Virus il Governo non si dimentichi della scuola. Impariamo dagli errori del passato!

Coronavirus, scuole chiuse fino al 3 aprile in tutta Italia: il Governo propenso a dire sì

da La Tecnica della Scuola

Ci sarebbe anche la chiusura totale delle scuole, almeno fino al 3 aprile, in luogo della sospensione delle attività didattiche, all’interno del maxi-decreto da 25 miliardi di euro che il Governo si appresta a varare nel week end per contrastare l’emergenza Coronavirus: la notizia ha preso corpo nelle ultimissime ore ed ha avuto conferme da alcuni rappresentanti istituzionali.

L’ulteriore “stretta”

La disposizione del Consiglio dei ministri – che lascerebbe a casa per almeno tre settimane anche il personale Ata e i dirigenti scolastici, fino ad oggi invece in servizio, tranne una parte coinvolta nella turnazione e nel lavoro “agile” – fa parte del “pacchetto” di misure straordinarie che prevedono una stretta ulteriore alle disposizioni di contenimento dei rischi di contagio del virus Conid-19.

Una decisione, quella del Governo, su cui hanno hanno influito le notizie degli ultimi giorni, sul numero il numero di persone colpite dal temuto virus: oltre 15 mila contagiati, quasi 200 vittime in ventiquattrore e oltre 1.100 persone in terapia intensiva.

A Napoli si chiudono nidi e scuole comunali

Intanto, mentre il Governo si appresta a varare la decisione della chiusura delle scuole a livello nazionale, ci sono delle Giunte che stanno anticipando i tempi.

Come quella del Comune di Napoli, che ha chiuso le scuole comunali e gli asili nido per cui il Dpcm aveva già precedentemente sospeso l’attività didattica.

La decisione era stata annunciata nei giorni scorsi dall’assessore all’Istruzione, Annamaria Palmieri, in virtù del ”malcontento” del personale scolastico. La chiusura è contenuta nella delibera approvata nella tarda serata di ieri dalla Giunta de Magistris.

Per le scuole statali attesa breve

Per le scuole statali, invece, bisognerà attendere il decreto del Consiglio dei ministri, comunque in procinto di essere pubblicato: una sorta di manovra di bilancio anticipata, che potrebbe anche chiarire qualche aspetto su come terminerà il più tribolato anno scolastico dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Coronavirus, la bozza del decreto: dalle piattaforme per didattica a distanza alla pulizia degli ambienti

da Tuttoscuola

In queste ore il governo sta lavorando al decreto con le misure economiche per contrastare l’emergenza Coronavirus. Iniziano a circolare le prime bozze. Pubblichiamo di seguito una sintesi della bozza relativa alle norme proposte dalla ministra dell’Istruzione.

Proposta 1: Piattaforma didattica a distanza

Il fondo è incrementato di 85 milioni di euro per l’anno 2020. Le risorse sono destinate a:
– consentire alle istituzioni scolastiche statali di dotarsi immediatamente di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, o di potenziare quelli già in dotazione;
– mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme per la didattica a distanza, nonché per la necessaria connettività di rete;
– formare il personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica.
Limitatamente all’anno scolastico 2019/2020, al fine di assicurare anche nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo grado la funzionalità della strumentazione informatica, nonché per il supporto all’utilizzo delle piattaforme di didattica a distanza, le istituzioni scolastiche sono autorizzate a sottoscrivere contratti sino al termine delle attività didattiche con assistenti tecnici, nel limite complessivo di 1.000 unità.
Con decreto del Ministro dell’istruzione le risorse sono ripartite tra le istituzioni scolastiche, tenuto conto della distribuzione per reddito nella relativa regione e del numero di studenti di ciascuna. Col medesimo decreto, è ripartito tra le istituzioni scolastiche anche il contingente di cui al comma 4, tenuto conto del numero di studenti.
Il Ministero dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, non oltre cinque giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, le occorrenti variazioni di bilancio. Il Ministero dell’istruzione è autorizzato ad anticipare alle istituzioni scolastiche le somme assegnate in attuazione del presente articolo e, comunque, quelle assegnate in relazione all’emergenza sanitaria di cui al presente decreto, nel limite delle risorse a tal fine iscritte in bilancio e fermo restando il successivo svolgimento dei controlli sullo svolgimento delle attività a cura dei revisori dei conti delle istituzioni scolastiche.

Nella bozza di relazione illustrativa si legge che nel breve periodo, le piattaforme in questione dovranno essere necessariamente reperite sul mercato. In caso di emergenze come quella attuale, modalità e metodologie di apprendimento a distanza sono particolarmente utili al fine di consentire di mantenere un legame stretto tra la scuola e gli studenti. L’utilizzo del digitale è, quindi, fondamentale per il superamento di situazioni emergenziali, ma anche a regime per l’introduzione di metodologie innovative nella didattica.

Per ragioni storiche, nelle scuole del primo ciclo non sono disponibili assistenti tecnici informatici. In passato, infatti, si trattava di scuole prive di laboratori informatici. L’evoluzione della società verso il digitale ha determinato la necessità di dotarsi di laboratori informatici, oramai da alcuni anni, anche per le scuole del primo ciclo. L’assenza di assistenti tecnici si è rivelata, inoltre, causa di particolare difficoltà, per le scuole del primo ciclo, nell’organizzazione della didattica a distanza. Si ritiene necessario, pertanto, rimediare a questa storica difficoltà, prevedendo la presenza di un assistente tecnico almeno nelle scuole del primo ciclo di maggiori dimensioni, sino al termine dell’a.s. 2019/2020.

Proposta 2: pulizia straordinaria degli ambienti scolastici

In relazione all’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del COVID-19, al fine di consentire alle istituzioni scolastiche ed educative pubbliche del sistema nazionale di istruzione di dotarsi dei materiali per la pulizia straordinaria dei locali, nonché di dispositivi di protezione e igiene personali, sia per il personale sia per gli studenti, è autorizzata la spesa di 43,5 milioni di euro nel 2020. Le predette risorse finanziarie sono ripartite tra le istituzioni scolastiche ed educative pubbliche del sistema nazionale di istruzione.

La disposizione prevede uno stanziamento di 43,5 milioni di euro nel 2020 per consentire alle scuole statali e a quelle paritarie pubbliche di acquistare materiali per la disinfezione dei locali, con particolare riferimento al momento della riapertura dopo la sospensione delle attività didattiche disposta in relazione all’emergenza sanitaria COVID-19. Lo stanziamento è utile per l’acquisto di gel sanificante e altri materiali per la protezione e l’igiene personale.

Proposta 3: misure per favorire la continuità occupazionale per i docenti supplenti brevi e saltuari

Al fine di favorire la continuità occupazionale dei docenti già titolari di contratti di supplenza breve e saltuaria, nei periodi di chiusura o di sospensione delle attività didattiche disposti in relazione all’emergenza sanitaria da COVID-19, il Ministero dell’istruzione assegna comunque alle istituzioni scolastiche statali le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria, in base all’andamento storico della spesa e nel limite delle risorse iscritte a tal fine nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Le istituzioni scolastiche statali stipulano contratti di docenza a tempo determinato, nel limite delle risorse assegnate ai sensi del primo periodo, al fine di potenziare le attività didattiche a distanza presso le istituzioni scolastiche statali.

La chiusura delle scuole o la sospensione delle attività didattiche disposte in relazione all’emergenza sanitaria COVID-19 comportano anche la conseguenza del venir meno dei contratti a tempo determinato di supplenza breve e saltuaria, disposti per la sostituzione del personale docente assente o, in misura inferiore, del personale ATA.

Vengono meno, dunque, professionalità, di cui normalmente le scuole si avvalgono, che in questa fase delicata possono favorire il passaggio dalla didattica in presenza a quella a distanza. A tal fine, si prevede che le scuole continuino a ricevere le risorse finanziarie per il perfezionamento dei contratti di docenza in questione. Le risorse verranno assegnate, anziché in corrispondenza al fabbisogno effettivo determinato dalle sostituzioni, in misura pari a quella storica, e saranno utilizzate per la sottoscrizione di contratti a tempo determinato, utilizzando le graduatorie di istituto, da destinare alla didattica a distanza, incluse le attività di progettazione e di formazione dei colleghi.