La scialuppa della DAD

La scialuppa della DAD

di Marco Macciantelli

Una situazione eccezionale

            Come spiega il dizionario Devoto-Oli eccezionale significa straordinaria, unica. E’ la situazione in atto a causa del Codiv-19. Non senza persistenti preoccupazioni e incognite, sul piano sanitario, sociale, economico. Lasciando da parte il terribilismo verbale, non una guerra, una pandemia, vale a dire un’epidemia globale. Qualcosa di sufficientemente grave senza bisogno di far ricorso al linguaggio bellico.

         Facciamo bene a raccontarci che ce la faremo. Penso anch’io che ce la faremo. Ma prima dovremo attraversare questa crisi, senza sapere quando, a quali condizioni, ovvero in quali condizioni, potremo traguardarne la fine.

Scuole aperte

         E’ bene precisare che, in questo contesto, la scuola non ha chiuso, come si continua a ripetere. La scuola è rimasta aperta, al lavoro, e ha potuto farlo grazie ad una didattica che, per l’impegno dei suoi docenti, dei suoi dirigenti scolastici, dei suoi DSGA, del personale ATA, dalla presenza ha saputo riorganizzarsi da remoto.

         Cosa sarebbe stato del diritto all’apprendimento, costituzionalmente tutelato, di oltre 8 milioni di alunni e studenti, se non vi fosse stata a disposizione la risorsa della didattica a distanza?

         Certo, tra luci e ombre, incertezze e fatiche, tuttavia non senza qualche risultato.

         Certo, con il rischio di nuove sperequazioni, tra chi è dotato di un p.c. e chi no, tra chi ha la connessione e chi no, tra una famiglia nelle condizioni di essere partecipe e una famiglia troppo presa da altre comprensibili urgenze.

Un necessario check-up

         Problemi che non vanno ignorati, che meritano risposte ulteriori a quelle date sin qui, durante l’emergenza, se non vogliamo che la forbice della diseguaglianza si allarghi e si aggravi in un Paese già pesantemente esposto.

         Ma non parliamo male della DAD, sarebbe come se il naufraugo si lamentasse della scialuppa mentre si ritrova in un mare in tempesta.

         L’organizzazione del lavoro nella scuola, contrattualizzato dal 1992, grazie agli istituti previsti dalla normativa, merita un check-up, o meglio un aggiornamento, in relazione a problematiche che vanno dalla regolamentazione dei tempi di lavoro a distanza al diritto alla disconnessione, sino al fondamentale valore sociale della salute e della sicurezza.

         Tutte questione meritevoli della massima attenzione e che, nelle sedi appropriate, devono essere affrontate. Anche a livello di singola istituzione scolastica, com’è giusto, in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico, insieme alla RSU e alle OO.SS.

Verso gli scrutini

         Il Covid-19 ha indubbiamente colto tutti di sorpresa, ma in parte il sistema scolastico italiano non è risultato del tutto sprovvisto di orientamenti, già in precedenza assunti, a favore della competenza digitale, tra i presupposti – anche se non l’unico – della didattica a distanza.

         Ora l’impegno di questi mesi deve avere un approdo verso un’ordinata conclusione dell’anno scolastico.

         Provo a dire cosa cosa si può fare dal punto di vista dell’autonomia scolastica.

         Della serie: “non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese”.

         Partendo dalla fine.

         Ci sarà un momento, secondo quanto previsto nel Piano annuale delle attività, in cui i Consigli di classe si riuniranno per gli scrutini. Qualche giorno prima ciascun docente dovrà avanzare delle proposte di valutazione. Nessuna novità. E’ sempre stato così.

         L’esercizio responsabile della professione docente in presenza o a distanza, da questo punto di vista, non fa differenza.

Il Registro da cartaceo a elettronico

         Il registro ha una storia.  

         Un secolo fa il regio decreto n. 965 del 1924 ne ha istituito l’obbligo. Poi, con il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, coordinato con la legge di conversione 7 agosto 2012, n. 135, art. 7, comma 31, siamo passati al registro elettronico.

         Dall’anno scolastico 2012-2013.

         Secondo i dati Miur nell’a.s. 2014/2015 già il 73.6% dei docenti italiani utilizzava il registro elettronico.

         Sono passati altri cinque anni e questa modalità si è rapidamente diffusa. All’inizio sembrò un impaccio, per alcuni un fastidio, poi è diventata un’abitudine, un indispensabile strumento di lavoro. Al punto che sarebbe inimmaginabile tornare ai registri cartacei.

         Bene, qualche giorno prima degli scrutini, ciascun docente sarà chiamato, come ogni anno, come già nella didattica in presenza, ad avanzare delle proposte valutative, da inserire nel registro elettronico, perché possano comparire nel tabellone che sarà sottoposto all’attenzione del consiglio di classe.

Trasparenza e tempestività

         Ciascun docente dovrà dedicare un po’ di tempo all’inserimento dei dati, non senza un supplemento di riflessione.

         Ci sono docenti che formulano voti già chiaramente definiti, altri che presentano al consiglio voti in via di definizione. Ciò accade proprio perché il consiglio è chiamato ad esprimere l’ultima parola, all’unanimità o a maggioranza, valutando se e in quali o in quante materie ogni singolo studente può conseguire giudizi positivi o negativi.   

         Ovviamente ogni valutazione deve avere un fondamento. Quel fondamento poggia su due criteri: la trasparenza e la tempestività.

         Mi riferisco al dpr n. 122 del 22 giugno 2009, art. 1, comma 2:

“La valutazione è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, nella sua dimensione sia individuale che collegiale, nonché dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche. Ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva…”

         Ciò secondo quanto in precedenza aveva indicato il dpr n. 249 del 24 giugno 1998, all’art. 2, Diritti, relativo allo Statuto delle studentesse e degli studenti, integrato dal dpr n. 235 del 21 novembre 2007 relativo al Patto educativo di corresponsabilità.

Maggio, il mese più faticoso

         L’attribuzione del voto nelle singole discipline assume dunque il profilo di un atto collegiale su proposta dei singoli docenti.

         Siamo nella prima decade di maggio.

         All’inizio della Terra desolata Thomas Stearns Eliot, circa un secolo fa, scriveva: “Aprile è il mese più crudele”.

         Per la scuola si potrebbe dire: “Maggio è il mese più faticoso”. Ma – a compimento dell’a.s. – è anche il più ricco di soddisfazioni.

         Lo è sempre stato. Anche nella didattica in presenza. Forse perché in questo mese si concentrano le attese del pentamestre e, al contempo, quelle dell’intero anno scolastico. L’esigenza di completare i temi da trattare – i programmi, come è noto, non esistono più da tempo – si sovrappone alla responsabilità conclusiva della valutazione.

         La quale dovrebbe distribuirsi nel tempo, siccome, tanto più si dà una congrua provvista di prove e verifiche, tanto meglio è.

L’ansia per le scadenze

         Solo che, nonostante i propositi, a maggio si dà come un’ansia che progressivamente si accentua con l’approssimarsi delle scadenze.

         Sin qui, giustamente, si è detto di non limitarsi al dato cognitivo, di considerare la relazione, la partecipazione, il ruolo attivo e propositivo degli studenti, di ciascuno studente. Come ha osservato Daniel Goleman, c’è anche una intelligenza emotiva.

         Trasparenza significa saper rendere conto delle ragioni, dei criteri, dei metodi.

         Una verifica senza un’evidenza pubblica non ha questi caratteri. Tempestività nel comunicare gli esiti, nel modo più sollecito. Quindi meglio subito. Avendo riguardo alla delicatezza della comunicazione. Se poi la valutazione è negativa, essa va riferita con particolare riguardo, chiarendo che non si tratta di un giudizio sulla persona, ma di una presa d’atto dello stato di avanzamento di un percorso che comporta sempre nuovi stimoli e incoraggiamenti.

         E’ prassi che il coordinatore di classe si faccia carico di trasmettere le criticità alle famiglie: anche questo è un modo per rafforzare le ragioni della trasparenza unita alla tempestività.

Attesa per le Ordinanze

         I presupposti di fondo per un retto valutare tali erano nella didattica in presenza e tali sono nella didattica a distanza.

         Nei giorni scorsi si sono svolti due incontri promossi dal Ministero dell’Istruzione con le OO.SS.

         In data 6 maggio per l’illustrazione di tre Ordinanze Ministeriali: una per la valutazione di fine anno degli studenti e per il recupero degli apprendimenti; una per gli Esami del primo ciclo; una per gli Esami del secondo ciclo.

         In data 7 maggio sulle condizioni di sicurezza degli edifici scolastici in relazione allo svolgimento dell’esame di Stato in presenza.

         Le OO.MM. dopo essere state presentate ai sindacati, sono state inviate al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il parere prima della pubblicazione.

Cautela sui testi ancora in bozza

         Circola una bozza anche dell’Ordinanza concernente la valutazione finale degli alunni per l’anno scolastico 2019/ 2020 e prime disposizioni per il recupero degli apprendimenti.

         Ovviamente va considerata con estrema cautela.

         All’art. 4 (Scuola secondaria di secondo grado – Valutazione delle classi non terminali) si spiega che:

         “Nel verbale di scrutinio finale sono espresse per ciascuno alunno le eventuali valutazioni insufficienti relative a una o più discipline. I voti espressi in decimi, ancorché inferiori a sei, sono riportati nel documento di valutazione finale”.

             “Per gli alunni ammessi alla classe successiva in presenza di votazioni insufficienti o comunque di livelli di apprendimento non adeguatamente consolidati, il consiglio di classe predispone il piano di apprendimento individualizzato di cui all’art. 6, in cui sono indicate, per ciascuna disciplina, gli obiettivi di apprendimento da conseguire o da consolidare nonché le specifiche strategie per il raggiungimento dei relativi liveli di apprendimento”.

             “Nei casi in cui i docenti del consiglio di classe non siano in possesso di alcun elemento valutativo relativo all’alunno, per cause non imputabili alle difficoltà legate alla disponibilità di apparecchiature tecnologiche ovvero alla connettività di rete, bensì a situazioni di mancata o sporadica frequenza delle attività didattiche, già perduranti e opportunamente verbalizzate per il primo periodo didattico, il consiglio di classe, con motivazione espressa all’unanimità, può non ammetterlo alla classe successiva”.

             “Sono fatti salvi di provvedimenti di esclusione degli scrutini o dagli esami emanati ai sensi dello Statuto delle studentesse e degli studenti”.

         Per chi sarà ammesso alla classe successiva con votazioni inferiori a 6 decimi o, comunque, con livelli di apprendimento non consolidati, sarà predisposto dal consiglio di classe un piano individualizzato per recuperare, nella prima parte di settembre, quanto non è stato appreso. Resta ferma la possibilità di non ammettere all’anno successivo, con motivazione espressa all’unanimità, gli studenti con un quadro carente fin dal primo periodo scolastico.

Sollecitazione all’impegno

         Quindi bisogna utilizzare bene questo mese, come già i precedenti, per sollecitare tutti gli studenti alla partecipazione attiva, dell’impegno, alla disponibilità alle verifiche.

         Senza dimenticare che da più di vent’anni esiste l’autonomia scolastica, e ancor prima, dal 1° gennaio del 1948, con la Costituzione, la libertà d’insegnamento, le quali entrambe, nel rispetto del quadro normativo, comportano una particolare responsabilità di ciascuna istituzione scolastica e di ciascun consiglio di classe.

Serenità

         E’ bene che ogni docente si prenda il tempo per promuovere un’occasione di comunicazione, o se si preferisce di meta-comunicazione, con i propri studenti, per trasmettere loro un consuntivo sull’andamento didattico, evidenziando, senza toni allarmistici, ma argomentati e sinceri, positività e criticità.

         In questi mesi sono uscite qualificate considerazioni, in particolare su “Scuola7” e su “Edscuola”, su come prendere nota, su come lasciare traccia di questo lavoro, redigendo un diario di bordo (Franca Da Re). Oppure producendo un feed-back costruttivo, un effetto scaffolding (Giancarlo Cerini).

         Sapendo che verrà il momento in cui, nell’esercizio responsabile della libertà di insegnamento, dalla valutazione formativa si passerà a quella sommativa e tutto questo avrà un punto di approdo nel giorno fissato per lo scrutinio del consiglio di classe.

         Karl Weick, diventato famoso per la teoria dei legami deboli nella scuola, ha spiegato che: “La superiorità di una mente collettiva rispetto a una pluralità di menti individuali sta nella capacità di affrontare eventi inattesi con molta maggiore efficacia”.

         Di qui l’esigenza di confidare gli uni negli altri, specie nella vita di una comunità scolastica, in una situazione eccezionale come quella nella quale attualmente si deve operare.

         Non senza una condivisa serenità, nella predisposizione paziente degli ultimi passaggi, nei ponderati giudizi in itinere e conclusivi.

         Buon lavoro.

Scuola, Ascani: “Ingressi a gruppi ogni 15 minuti? Impossibile”

da la Repubblica

Gli studenti non potranno entrare e uscire tutti insieme per evitare assembramenti, ma non si entrerà a scuola a gruppi e ogni 15 minuti. Perché “un minimo di scaglionamento ci sarà, ma non ogni quarto d’ora altrimenti nei plessi più grandi si rischia di far entrare gli ultimi studenti a ridosso dell’orario di uscita”. Lo dice chiaramente la sottosegretaria all’Istruzione Anna Ascani, parlando a Radio 24 per commentare la bozza del ministero dell’Istruzione sulla ripartenza a settembre sottoposta ai sindacati. Un piano di sicurezza per il ritorno in classe, che coinvolge la scuola dell’infanzia ed elementari, fino alle medie e ai licei. “Prime tracce”, che lasciano aperta anche la possibilità di misurare la febbre agli alunni su base volontaria per gli studenti.Solo tracce allo studio, appunto, rimarca oggi la sottosegretaria. “Gli scenari ufficiali usciranno a giorni e saranno di tre tipi, a seconda del’andamento della pandemia. Non ci saranno scaglionamenti ogni quarto d’ora, ma succederà che non si potrà entrare e uscire tutti insieme. Dobbiamo evitare assembramenti all’interno delle classi  e li dobbiamo evitare anche in entrata e in uscita, altrimenti annulleremmo ogni sforzo”.Tra i punti sui si sta ragionando al ministero dell’Istruzione, anche le mascherine, raccomandate per tutti gli esterni, e percorsi differenziati nei corridoi. Palestre e laboratori potranno diventare aule, ogni dirigente potrà individuare un’uscita diversa dall’entrata. Saranno limitati gli accessi dei genitori alla scuola e vietati gli assembramenti “in prossimità dei cancelli e delle entrate degli edifici scolastici”.


Maturità, la tesina all’orale e i crediti: tutti i dettagli

da la Repubblica

L’attribuzione dei crediti, i termini per la presentazione della tesina. Maturità 2020, ecco i dettagli contenuti nella bozza dell’ordinanza ministeriale. Manca il passaggio al Consiglio superiore della pubblica istruzione, l’ultimo gradino per mettere una parola definitiva sull’esame di Stato nell’anno della pandemia. La cornice – come è noto –  sarà quella di un solo colloquio, come si fece per i maturandi nelle zone terremotate de L’Aquila e dell’Emilia. L’orale, davanti a commissioni in cui solo il presidente sarà esterno, partirà dalle ore 8.30 del 17 giugno in presenza e durerà 60 minuti.

La bozza dell’ordinanza, già presentata ai sindacati, è pronta.

Credito scolastico

Il credito scolastico è attribuito fino a un massimo di sessanta punti di cui diciotto per la classe terza, venti per la classe quarta e ventidue per la classe quinta. I docenti di religione cattolica e di “alternativa”, si legge, partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico agli studenti che si avvalgono di tale insegnamento.

La tesina sulle materie del secondo scritto: ecco le scadenze

E’ prevista, per l’orale, la discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo della seconda prova scritta (latino e greco per i classici, matematica e fisica per gli scientifici). Ma come funzionerà? L’argomento è assegnato a ciascun candidato su indicazione dei docenti delle discipline di indirizzo entro il primo di giugno. I maturandi dovranno far avere la tesina ai docenti componenti la sottocommissione per posta elettronica entro il 13 giugno.

Prova orale: Alternanza e “Cittadinanza e Costituzione”

Il colloquio – che varrà 40 punti – parte dunque dalla tesina e prevede inoltre:
– la discussione di un breve testo di lingua e letteratura italiana “già oggetto di studio durante il quinto anno e ricompreso nel documento del consiglio di classe”;
– l’analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione;
– l’esposizione, mediante una breve relazione ovvero un elaborato multimediale, dell’esperienza di Pcto (la vecchia alternanza scuola-lavoro) fatta negli anni precedenti del tirennio; se ci sonos tudenti che non l’hanno fatta il colloquio può riguardare la discussione di un progetto di vita e di lavoro elaborato dall’adulto nel corso dell’anno.
– l’accertamento delle conoscenze e delle competenze maturatenell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”.

Per gli studenti dei licei musicali e coreutici, la discussione è integrata da una parte performativa individuale, a scelta del candidato, della durata massima di 10 minuti. Per i licei coreutici, il consiglio di classe, sentito lo studente, valuta l’opportunità di far svolgere la prova performativa individuale, ove ricorrano le condizioni di sicurezza e di forma fisica dei candidati.

Colloquio in videoconferenza

L’orale sarà in presenza. E’ prevista la modalità telematica solo caso in cui le condizioni epidemiologiche e le disposizioni delle autorità competenti lo richiedano. E’ ammesso il colloquio online anche per i candidati degenti in luoghi di cura od ospedali, detenuti o comunque impossibilitati a lasciare il proprio domicilio nel periodo dell’esame. Questo per gli studenti, ma vengono previsti anche casi in cui “uno o più commissari d’esame siano impossibilitati a seguire i lavori in presenza, allora “in conseguenza di specifiche disposizioni sanitarie connesse all’emergenza epidemiologica, il presidente dispone la partecipazione degli interessati in videoconferenza o altra modalità telematica sincrona”.

I 100 e lode

La commissione può integrare il punteggio fino a un massimo di cinque punti e attribuire la lode a coloro che conseguono il punteggio massimo di cento punti a condizione che “abbiano conseguito il credito scolastico massimo con voto unanime del consiglio di classe e abbiano conseguito il punteggio massimo previsto alla prova d’esame”.

Candidati privatisti: ammissioni dal 10 luglio

Nonostante le loro proteste, i maturandi che vengono da scuole private dovranno seguire un iter diverso e dunque sostenere la Maturità nella sessione straordinaria  a settembre. L’ammissione dei candidati esterni – recita l’ordinanza – è subordinata al superamento in presenza degli esami preliminari le cui sessioni si terranno a partire dal 10 luglio 2020. Le disposizioni specifiche concernenti l’esame di Stato per il secondo ciclo di istruzione dei candidati esterni, nell’ambito della sessione straordinaria sono adottate con specifica ordinanza.


Maturità 2020, seconda prova sostituita da elaborato. E’ una tesina o cos’altro? Docenti assegnano argomento entro il 1° giugno

da Orizzontescuola

di redazione

Esami di Stato secondaria II grado: come si svolge il colloquio, unica prova della maturità 2020. Una parte sarà dedicata alla discussione dell’elaborato preparato dallo studente.

 Già nei giorni scorsi il Ministro Azzolina aveva fornito delle anticipazioni su Facebook 

  • DATA di inizio degli esami: 17 giugno.
  • DURATA dei colloqui: massimo un’ora.
  • Esami IN PRESENZA e SICUREZZA
  • La prova si svolgerà davanti ad una commissione composta da membri interni e un presidente esterno, in modo che gli studenti possano essere valutati dai docenti che conoscono il loro percorso di studio.

Tenendo conto del percorso didattico effettivamente svolto, nel dettaglio l’esame sarà articolato così:

a) discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo;
b) discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana durante il quinto anno;
c) analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione;

I candidati esporranno altresì le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento e saranno accertate le conoscenze relative a “Cittadinanza e Costituzione”.

  • La prova potrà valere fino a 40 punti, mentre il peso dei crediti complessivi sarà ricalibrato fino ad un massimo di 60 punti.

Il colloquio

Tali anticipazioni sono contenute nella bozza dell’ordinanza sugli esami di stato, pubblicata dalla nostra redazione.

In essa sono esplicitate le cinque parti di cui si compone il colloquio

a) discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo individuate come oggetto della seconda prova scritta.

b) discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana durante il quinto anno e ricompreso nel documento del consiglio di classe

c) analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione

d) esposizione da parte del candidato, mediante una breve relazione ovvero un elaborato multimediale, dell’esperienza di PCTO svolta nel corso del percorso di studi;

e) accertamento delle conoscenze e delle competenze maturate dal candidato nell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”.

L’elaborato sulle discipline di indirizzo è una tesina?

Questa la domanda che gli insegnanti si sono sentiti porre dagli studenti, non appena appresa la novità.

Elaborato… cos’é?

Innanzitutto è un testo scritto che sostituisce la seconda prova scritta. E infatti le discipline interessate sono quelle che sarebbero state oggetto della seconda prova scritta.

L’argomento sarà assegnato dagli insegnanti di indirizzo entro il 1° giugno (in teoria anche oggi).

Gli studenti consegneranno – verosimilmente in modalità telematica – l’elaborato svolto entro il 13 giugno.

La discussione sull’elaborato sarà poi oggetto del colloquio orale.

Pertanto, è sbagliata l’equivalenza elaborato – tesina.

La tipologia dell’elaborato – si legge nell’ordinanza –  è coerente con le predette discipline di indirizzo.

Di conseguenza, negli indirizzi tecnici e professionali sarà molto pratico, sulla scorta di quella che avrebbe dovuto essere la seconda prova.

Per gli studenti dei licei musicali e coreutici inoltre la discussione è integrata da una parte performativa individuale, a scelta del candidato, della durata massima di 10 minuti.

Per i licei coreutici, il consiglio di classe, sentito lo studente, valuta l’opportunità di far svolgere la prova performativa individuale, ove ricorrano le condizioni di sicurezza e di forma fisica dei candidati;

La valutazione

Il colloquio sarà valutato sulla base di una griglia nazionale (questa la bozza) nel suo insieme, non la singola parte.

Didattica a distanza: il verbale dei consigli per la verifica post rimodulazione programmazione. Due esempi di questionario

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Siamo alle fasi finali dell’Anno scolastico nonostante gli adempimenti amministrativi e didattici non si trovano ancora all’apice.

Una molteplicità di impegni funzionali all’insegnamento e, tra questi, per quelle scuole che lo volessero fare, oltre agli impegni per l’adozione o la riconferma dei libri di testo, anche una riunione degli organi collegiali per valutare, dopo un attento monitoraggio, la didattica a distanza. Ottimo, al riguardo, pare essere la scelta dell’ICS Renato Guttuso di Carini (Pa), guidato dalla dirigente scolastico professoressa Valeria La Paglia, che ha previsto appositi consigli di classe, interclasse, intersezione per valutare: la rendicontazione traguardi raggiunti in base alle rimodulazioni delle programmazioni disciplinari o d’équipe pedagogica; il monitoraggio efficacia didattica a distanza e strategie adottate per alunni a rischio di “dispersione digitale”; la rilevazioni efficacia metodologie e strategie didattiche per alunni con BES; i criteri scheda di valutazione formativa (Cfr. PTOF), per scuola primaria e secondaria.

Altrettanto meritevole di attenzione, per l’eccezionalità della scelta operata, i questionari, quello per gli studenti e quello per i docenti, predisposto, somministrato e tabulato predisposto dall’Istituto Statale d’istruzione Superiore “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO) guidato dal dirigente scolastico professore Vincenzo Caico. Nella premessa al questionario (che sia allega) la finalità dello stesso “il nostro Liceo ha attivato delle forme strutturate di didattica a distanza, per consentire agli studenti di proseguire nel loro percorso di apprendimento. Questo questionario ci aiuterà a raccogliere informazioni utili per migliorare il servizio che stiamo offrendo”.

L’intervista al dirigente scolastico Vincenzo Caico

A seguire, prima di affrontare cosa scrivere su di un verbale che intende rappresentare il monitoraggio della DaD, abbiamo voluto ascoltare uno dei dirigenti che si è attivato, sin dal primo momento, per monitorare la Didattica a Distanza.

Il professore Vincenzo Caico è il dirigente scolastico dell’Istituto Statale d’istruzione Superiore “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO); un istituto che ospita il Liceo Scientifico, il Liceo Scienze Applicate, il Liceo Sportivo e il Liceo Linguistico. Le risposte alle due domande sono sufficientemente indicative di come sarà, meglio, dovrà essere la scuola del domani.

Preside, quanto può essere importante il monitoraggio sulla DaD, per ripensare alle scelte effettuate e programmarne di nuove, intanto per quest’ultimo mese di lezioni, e poi, per il prossimo anno scolastico?

“Un monitoraggio sulla didattica a distanza si è subito reso necessario perché stavamo percorrendo un territorio che per noi era sconosciuto. In poche parole, non sapevamo se stessimo facendo bene. E in effetti dal questionario sono emersi dei suggerimenti molto importanti, soprattutto da parte degli studenti. Ci siamo subito resi conto, ad esempio, che seguire delle attività didattiche online per gli studenti è più faticoso che seguire delle attività in presenza, e che a distanza non ha senso cercare di replicare le stesse dinamiche delle lezioni in presenza. Era il momento di correggere la rotta, per rendere questo nuovo strano modo di fare scuola più sostenibile per tutti. Quanto più ci saremmo allontanati dagli schemi consolidati che stavamo cercando di replicare, tanto più saremmo stati efficaci. La chiave di una nuova organizzazione didattica della scuola, infatti, doveva necessariamente passare da un ripensamento quasi da zero del nostro fare scuola, a partire dalle risorse e dalle conoscenze che avevamo a disposizione”.

A distanza di due mesi dall’inizio di questa sperimentazione cosa pensa debba andare modificato?

“Col senno di poi, direi che invece di lasciare ai docenti il compito di autoregolarsi sullo svolgimento delle lezioni, sarebbe stato più produttivo dare loro fin da subito delle indicazioni più precise sul monte ore e sul tipo di attività da svolgere online. Può sembrare banale, ma se fin da subito avessimo predisposto un orario settimanale delle videolezioni, forse saremmo stati un po’ più efficienti, anche se l’esperienza della didattica a distanza nel mio Liceo è da ritenersi comunque ampiamente positiva, pure essendo una didattica dell’emergenza.

Il verbale per la valutazione della DaD: cosa scrivere e cosa attenzionare

Cosa scrivere in un verbale di rendicontazione e di valutazione della DaD? Cosa privilegiare? Abbiamo predisposto, sulla scorta anche della proposta fatta dall’ICS Renato Guttuso di Carini, delle note operative per i consigli di Classe, di Interclasse o di Intersezione. Naturalmente i dati inseriti sono indicativi e necessitano degli aggiustamenti necessari e indispensabili adeguati alle condizioni delle scuole e delle comunità nelle quali si opera.

1. Rendicontazione traguardi raggiunti in base alle rimodulazioni

In base a quanto stabilito dalla nota ministeriale prot. 388 del 17 marzo 2020, i singoli consigli sono stati chiamati ad operare un controllo, riesame, rimodulazione della progettazione didattica di ciascuna delle classi sulla base delle esigenze relative all’emergenza da covid-19 e della relativa attivazione della modalità di didattica a distanza. Il Consiglio ha, dunque, proceduto ad una nuova rimodulazione dei Piano progettuali didattici previsti dalla progettazione curriculare d’inizio d’anno scolastico e delle Unità di Apprendimento definiti per le discipline e le educazioni curriculari. Ha, di fatto, proceduto alla semplificazione degli obiettivi di apprendimento, delle micro-abilità e di contenuto, indicando quelli indispensabili per la promozione dei processi di apprendimento nella Didattica a Distanza, restando naturalmente stabili i traguardi per lo sviluppo delle competenze previste. Nello specifico si è puntato a: adattamento degli strumenti e dei canali di comunicazione utilizzati; adattamento delle modalità di verifica formativa; adattamento della personalizzazione della progettazione per gli allievi DSA e con Bisogni educativi non certificati per i quali hanno provveduto a ripotare gli strumenti compensativi e dispensati proposti o utilizzati. In occasione di questo step gli insegnanti hanno provveduto a verifica l’andamento della DAD puntando ai feedback degli alunni e delle famiglie e attraverso il monitoraggio del livello di partecipazione.

2. Monitoraggio efficacia didattica a distanza e digitale” per alunni di dispersione scolastica

Presupposto fondamentale della didattica a distanza e digitale è stato quello di mantenere attiva la comunità di classe e fortificare il senso di appartenenza; di impegnarsi a evitare il rischio di solitudine degli alunni e, congiuntamente, anche delle famiglie; di tenere viva la scambievolezza comunicativa e relazionale tra docenti e discenti, pur nella cognizione dei limiti che sono impliciti e inevitabili nella didattica a distanza; non interrompere (sarebbe stato grave) il percorso di apprendimento. E ciò in modo più opportuno e consequenziale per gli alunni con diversa abilità per i quali è da evitare la interruzione dell’operosità didattica-educativa-formativa. Gli insegnanti hanno operato, per quanto nelle loro possibilità, per fortificare e rendere più solido il processo di inclusione e la collaborazione (anche se a distanza) tra insegnante di sostegno e l’alunno affidato, tra l’alunno e i docenti di classe e tra l’allievo e compagni di classe anche in osservanza della nota Miur prot. n. 388 del 17 marzo 2020. Fatte queste premesse gli insegnati hanno provveduto ad un monitoraggio dell’efficacia della didattica a distanza e digitale. La nota del 17 marzo 2020 prot. 388 chiedeva ai docenti di tenere nella giusta considerazione, nella progettazione della DaD di quelli che erano gli strumenti che andavano, come sono stati, ripensati, adattati, modificati e, successivamente, sperimentati. La nota recitava “il collegamento diretto e indiretto, immediato o differito, attraverso video conferenze, video lezioni, chat di gruppo, la trasmissione ragionata di materiali didattici, attraverso il caricamento degli stessi su piattaforme digitali e l’impiego dei registri di classe in tutte le loro funzioni di comunicazione e di supporto alla didattica, con successiva rielaborazione e discussione operata direttamente o indirettamente con il docente, l’interazione su sistemi e app interattive educative propriamente digitali: tutto ciò è didattica a distanza”. Alla luce di ciò si è deciso di utilizzare, per la realizzazione di una DAD adeguata alla rimodulata scommessa formativa, i seguenti strumenti: registro elettronico (per mantenere evidente la tracciabilità dell’operato del docente); applicazioni per le lezioni (ricadenti nella libertà di insegnamento) per tenere traccia dell’attività didattica in modalità sincrona; applicazione, sempre a scelta del docente, per le attività didattiche in modalità asincrona; App per chat di gruppo (es. whatsApp) con i quali mantenere vivi e efficienti i Feedback rapidi e immediati per attività didattiche in modalità asincrona con genitori ma anche con alunni.

Il monitoraggio statistico

Per eseguire il monitoraggio si sono utilizzati, riadattandoli in parte, sia gli indicatori del Ministero dell’Istruzione sia quelli, assolutamente efficaci, sperimentati dall’Istituto Statale d’istruzione Superiore “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone. In base a questi indicatori è stato possibile verificare che: il 100% degli studenti è stato raggiunto da tutti gli insegnanti con l’utilizzo, almeno iniziale, di WhatsApp che ha permesso un primo puntuale screening sulla capacità familiare di servirsi della DaD. Fatto ciò e stabilite relazioni stabili e proficue sono state attivate nel loro complesso le strumentalità digitali. A seguito di ciò il 75% ha seguito le videolezioni in streaming, in piattaforma Google Classroom e su WeSchool, il 9% ha avuto delle consegne da svolgere e le ha riconsegnate, percentuali minori di studenti hanno studiato su dispense e altro materiale fornito dagli insegnanti o hanno visto dei video o dei documentari online. Il 70% ha studiato dai libri di testo, mentre il 45% ha preso visione di videolezioni registrate. Pochi hanno svolto attività di progetto più complesse o ascoltato audio lezioni e podcast. Le videolezioni sono state realizzate dal 100% degli insegnanti, mentre il 90% ha dato compiti da svolgere e consegnare, il 70% ha fornito dispense. Il 50% degli insegnanti ha richiesto l’integrazione delle modalità di apprendimento con lo studio dai libri di testo. Praticamente il 70% gli studenti utilizzano Google Classroom come piattaforma per la gestione delle attività online. Il 95% utilizza anche il registro elettronico, il 70% ha fatto ricorso a YouTube, mentre il 100% ha ricevuto indicazioni tramite Whatsapp dagli insegnanti. Il registro elettronico, in effetti, è utilizzato dal 100% degli insegnanti come strumento per la didattica online, mentre il 60% dei docenti usa anche Classroom. Alte le percentuali (80%) degli insegnanti utilizzano anche Google Meet e Gmail. Lo smartphone è utilizzato da quasi la totalità degli studenti, i quali utilizzano comunque anche computer e tablet, mentre lo strumento più utilizzato dagli insegnanti è il computer portatile. Solo un bambino di fatto non ha mai toccato il pc in tutto il periodo. Per lo stesso, come per chi lo ha in prestito, è stata fatta apposita segnalazione al DS. Molto positivo è il giudizio degli studenti in merito al dialogo instaurato con gli insegnanti, e la valutazione è ricambiata dagli insegnanti, sebbene con più moderazione: Gli insegnanti sono comunque generalmente soddisfatti dell’impegno degli studenti.

Fotografia della situazione attuale

Per eseguire la fotografia dell’attuale classe si sono utilizzati, riadattandoli, in parte, sia gli indicatori del Ministero dell’Istruzione sia quelli, assolutamente efficaci, sperimentati dall’Istituto Statale d’istruzione Superiore “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone. Le fasce di livello risultano essere state fissate nell’ultima occasione utile per fotografare la classe, ovvero la valutazione di primo quadrimestre. Nulla, da allora, è mutato, ne poteva accadere il contrario considerato il turbolento periodo pre-sospensione delle attività di didattiche. Per ciò che, invece, riguarda la percezione dell’attività a distanza si rappresenta che:

– Per quanto riguarda il rapporto che si ha con la didattica online, la fetta maggiore di studenti (38%) ritiene che sta imparando di meno, ma in compenso sta sviluppando altre competenze. Il 30 % dichiara di fare fatica, e il 20% che si imparano meno cose, ma bisogna adattarsi.

– I docenti, dal canto loro, hanno accettato la sfida della didattica online: molti affrontano positivamente le difficoltà che incontrano, altri, in uguale percentuale, si stanno adattando a questa nuova esigenza. Solo il 9,4% aveva già sperimentato, prima dell’emergenza, questa modalità.

– Il 60% degli studenti pensa che la didattica a distanza possa essere utile solo per particolari esigenze o situazioni, mentre la percentuale di chi la ritiene solo un ripiego supera quella di coloro che la vorrebbero regolarmente integrata nella didattica di tutti i giorni.

– L’organizzazione che la scuola ha messo in piedi per fronteggiare questo periodo di emergenza è giudicata molto positivamente dagli studenti. Le difficoltà incontrate dagli studenti riguardano soprattutto la lentezza o la mancanza del collegamento a Internet (35,5%) e quelle nell’organizzare il proprio studio (40).

Lo stato d’animo di questi giorni di emergenza e preoccupazione pesa in maniera distribuita tra gli studenti. Infine, molto alta è la percentuale degli studenti che in questi giorni utilizza la Rete anche per altri scopi, diversi dallo studio, soprattutto per comunicare sui social.

3. Rilevazioni efficacia metodologie e strategie didattiche per alunni con BES;

Alla luce della normativa vigente inerente all’emergenza da nuovo coronavirus, anche in questo caso si è rimodulata la progettazione didattica prevista sia nei Piani Educativi individualizzati, sia nei Piani Didattici Personalizzati. Nel caso specifico si è provveduto a intervenire sugli obiettivi di contenuto disciplinari. La riprogettazione disciplinare e delle educazioni, già adatta alle diverse esigenze degli alunni e calibrata su di essi, è stata riconsiderata sia sul contenuto che per quanto riguarda le svariate aree di funzione. Si è intervenuti soltanto su quegli obiettivi che è possibile seguire anche in modalità DaD e con l’apporto e la partecipazione delle famiglie. Infine, il docente si è impegnato per stimolare l’alunno e avere risposta pronta delle sue istanze. Gli alunni con bisogni educativi speciali, si sono avvalsi di ciascuna delle applicazioni messe a disposizione dall’istituzione scolastica, mediante le quali potranno eseguire lezioni in modalità asincrona, o sincrona per gruppi o individuali stabilite con le famiglie. Le rilevazioni hanno mostrato che: la collaborazione è stata positiva; la relazione con gli adulti adeguata; la relazione con i pari adeguata; la frequenza costanza; il rispetto delle regole in modalità DaD soddisfacente; la motivazione al lavoro scolastico disorganica; l’organizzazione personale buona; la consapevolezza delle proprie difficoltà adeguata alle aspettative educative e formative. Inoltre, le strategie metodologiche e didattiche utilizzate sono state appropriate; le attività programmate e attuate (I quadrimestre) sono state implementate nel corso del II quadrimestre; le misure dispensative adottate e gli strumenti compensativi sono risultati adeguati alle mutate esigenze didattiche e metodologiche della scuola in modalità DaD.

4. Criteri scheda di valutazione

Il consiglio stabilisce che, in attesa, dell’ordinanza ministeriale che dovrebbe essere pubblicata a giorni si provvederà a continuare a ritenere la stessa come formativa e si terrà conto, più che del programma effettivamente svolto, delle seguenti prescrizioni, previste dall’ANP, che si possono sintetizzare affermando che la valutazione:

  • deve tener conto sia del processo formativo che dei risultati di apprendimento;
  • ha finalità formative ed educative;
  • concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo degli alunni/studenti;
  • deve documentare lo sviluppo dell’identità personale;
  • deve promuovere la autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze.

Si ribadisce che, al di là dei voti e dei giudizi, la scuola, anche se è chiamata a rilasciare, al termine di ciascun ciclo e di ciascun anno scolastico, attestati certificativi e pagello, dovrà modificare la percezione che su di essa hanno all’esterno. Non più luogo delle punizioni e premialità, quanto piuttosto come ambiente di apprendimento volto a formare l’uomo e il cittadino responsabile e maturo del domani.

Questionario sulla didattica a distanza alunni

Questionario per i docenti sulla didattica a distanza

Settimana dell’Insegnante, Azzolina ringrazia i docenti e chiede: è andato tutto bene? Sappiamo di no

da La Tecnica della Scuola

In occasione della Settimana Italiana dell’Insegnante, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha registrato un breve video-messaggio.

Le parole della ministra

 “Oggi questa celebrazione – ha detto la ministra – assume un rilievo ancora più importante – ha detto Azzolina – in un periodo complesso , in cui la scuola ha manifestato una grandissima capacità di reazione rispetto all’emergenza”.

“L’hashtag #ringraziaundocente oggi è più attuale che mai. E come ministro io ci tengo a ringraziare tutto il personale docente ma anche tutto il personale scolastico, le famiglie e gli studenti, perché ciascuno ha fatto la propria parte”, ha sottolineato Azzolina.

La ministra ha proseguito con un pensiero dedicato al delicato periodo che la scuola sta attraversando, ponendosi la domanda: “È andato tutto bene? Sappiamo di no. Ma è stato fatto tantissimo di fronte ad una pandemia che era assolutamente imprevista e imprevedibile”.

“Sono certa che ripartiremo migliori e più uniti. Come una vera comunità sa fare”, ha concluso la titolare del MI.

L’iniziativa

A promuovere da cinque anni, dal 2015, la “Settimana Italiana dell’Insegnante” sono gli studenti dell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce.

Gli studenti quali curano il progetto “MasterProf”, in stretta collaborazione con “Your Edu Action”.

L’Anp contro la ministra Azzolina: “Ordinanze da rivedere, tante evidenti criticità”

da La Tecnica della Scuola

Ci sono “alcune evidenti criticità” nelle bozze che circolano delle ordinanze relative alla valutazione e all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Così l’Associazione nazionale presidi che in una lettera alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, formula una precisa richiesta: “lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, realistico, del 30 giugno”.

Per quanto riguarda in particolare l’ordinanza ministeriale sull’esame conclusivo del primo ciclo, l’associazione segnala la “grande aleatorietà della valutazione finale”, con la possibilità concreta “di esplosione del contenzioso, dato che i genitori sono (giustamente) molto attenti al voto di diploma”.

In particolare, è richiesto alle scuole di varare, in tempi strettissimi,indicatori concernenti non solo la valutazione dell’elaborato, ma soprattutto quella del percorso triennale”.

Altro problema sono i “tempi troppo ristretti – tenendo conto anche delle necessarie delibere del collegio dei docenti – e conseguente impossibilità di gestire al meglio, contemporaneamente, la Didattica a distanza che dovrebbe proseguire regolarmente per tutte le classi, terminali e intermedie”.

“Tenendo conto dell’attuale emergenza e del cambiamento profondo che la scuola italiana ha subito in un arco così breve di tempo, pare opportuno non richiedere sforzi organizzativi enormi, così concentrati e, comunque, del tutto sproporzionati” scrive il presidente dell’Anp Antonello Giannelli, proponendo appunto di lasciare all’autonomia delle scuole la definizione del calendario di esame.

Fine anticipata delle lezioni on line per far posto al nuovo esame terza media?

da Tuttoscuola

Il nuovo esame di Stato del primo ciclo potrebbe anticipare di una settimana la fine delle lezioni on line nella scuola media, perché i professori saranno tutti impegnati contestualmente nello scrutinio finale dei ragazzi di terza.

È la prevedibile conseguenza delle nuove modalità di svolgimento degli scrutini finali delle terze classi, previsto dalla bozza di Ordinanza, predisposta dal ministero in attuazione del decreto legge 22 sulla scuola e inviata per il prescritto parere al CSPI.

Due parole per capire il nuovo meccanismo degli scrutini finali.

Cosa succedeva prima: gli scrutini finali si svolgono al termine delle lezioni. Lo prevede da sempre l’art. 193 del Testo Unico sull’istruzione, D.Lgs. n. 297/1994, che prescrive “I voti di profitto e di condotta degli alunni, ai fini della promozione alle classi successive alla prima, sono deliberati dal consiglio di classe al termine delle lezioni, con la sola presenza dei docenti”.

Da sempre, nel rispetto di quella norma, gli scrutini finali, anche per la secondaria di I grado, si svolgono tra il termine delle lezioni e l’inizio degli esami di Stato.

Cosa succede solo per quest’anno: lo scrutinio finale (sostitutivo delle prove d’esame) prevede che la valutazione comprenda tutto (ultimo quadrimestre, percorso dell’intero triennio, colloquio su un elaborato dell’alunno) e si svolga non al termine delle lezioni (cioè subito dopo l’ultimo giorno di scuola), bensì entro il termine delle lezioni, come dispone l’art. 4 comma 3 della bozza di OM (La presentazione orale (dell’elaborato) si svolge entro il termine delle lezioni, secondo quanto previsto dal calendario stabilito dal dirigente scolastico o dal coordinatore delle attività educative e didattiche, sentiti i consigli di classe).

Tutta la valutazione finale di fine ciclo viene dunque decisa nei consigli di classe entro il termine delle lezioni (non dopo come sarebbe avvenuto in condizioni normali) e, considerati i tempi dei colloqui, occuperà circa una settimana.

Non si tratta di una semplice questione lessicale e formale (al termine oppure entro il termine): è sostanziale, perché la valutazione complessiva e il colloquio orale di ciascun alunno per discutere l’elaborato impegneranno, tra l’altro, l’ultima settimana di lezione, decretando di fatto la conclusione anticipata delle lezioni anche per gli alunni delle classi intermedie, tenuto conto che i loro insegnanti sono quasi tutti gli stessi impegnati nello scrutinio finale delle terze classi e nel colloquio.

Stando così le cose, sarà opportuno informare gli alunni delle classi intermedie e le loro famiglie che le lezioni a distanza si potrebbero concludere in anticipo rispetto al termine fissato dal calendario scolastico per la chiusura delle lezioni. Per la valutazione finale, come da vecchia norma, i relativi consigli di classe si riuniranno per decidere lo scrutinio finale dopo gli scrutini delle terze

Libri salvati

Libri Salvati, anche il Ministero dell’Istruzione aderisce all’iniziativa. Studenti, professori e bibliotecari leggono testi di autori i cui libri finirono bruciati nei roghi nazisti

Una lettura online di brani e testi di autori i cui libri finirono bruciati durante le Bücherverbrennungen, i roghi di libri avvenuti la notte del 10 maggio 1933 a Berlino e nelle principali città della Germania per mano delle autorità della Germania nazista. La Biblioteca “Luigi de Gregori” del Ministero dell’Istruzione aderisce alla seconda edizione nazionale di Libri Salvati lanciata dall’Associazione Italiana Biblioteche (A.I.B), con un video che raccoglie le testimonianze di studenti, professori, bibliotecari.

Il 10 maggio 1933 fu organizzato a Berlino, nel quartiere Mitte, il rogo più imponente, alla presenza del Ministro della Propaganda, Joseph Goebbels, utilizzando la lista stilata da un giovane bibliotecario, Wolfgang Hermann.

Con generosità 16 tra studenti, professori, bibliotecari e rappresentanti delle Istituzioni hanno prestato la propria voce e la propria immagine per la lettura. Tra questi il prof. Umberto Gentiloni, Ordinario presso l’Università di Roma Sapienza, Antonio Lampis, direttore generale della Direzione dei Musei del Mibact, Nando Tagliacozzo e Lea Polgar, tra gli ultimi testimoni viventi del periodo delle leggi antiebraiche in Italia, Sandro Bulgarelli, già direttore della Biblioteca del Senato, i registi Gianfranco Pannone e Massimo Martella e l’attore Massimo Wertmuller.

Libri Salvati edizione, 2020 reading on line

Importante iniziativa per portare la Biblioteca fuori dalle sue porte chiuse a causa della pandemia

Il 10 maggio del 1933 a Berlino, in una solo notte, vennero bruciati migliaia di libri di autori considerati “nemici dello spirito tedesco”. Libri di ogni genere, furono gettati da studenti universitari nei grandi falò accesi nelle piazze.
La lista usata a Berlino venne preparata da un giovane e brillante bibliotecario.

La Biblioteca Luigi De Gregori non ha rinunciato a partecipare per il secondo anno alla settimana che l’Associazione Italiana Biblioteche dedica ai roghi nazisti dei libri: Bücherverbrennungen.

Il 10 maggio del 2020, 16 studenti, professori, bibliotecari e rappresentanti delle Istituzioni hanno prestato la propria voce e la propria immagine per la lettura on line che ha portato la Biblioteca fuori dalle sue porte chiuse a causa della pandemia.

Le Biblioteche italiane non hanno mai smesso di lavorare e hanno raggiunto tramite il web le proprie comunità di lettori. “Fontane, non serbatoi”. (Luigi De Gregori, da La mia campagna per le Biblioteche, Roma, 1980)