L’eroina del giorno

L’eroina del giorno

di Maurizio Tiriticco

La nostra eroina del giorno ha scelto: si è convertirsi all’Islam! Ovviamente, ogni cittadino della Repubblica Italiana è padronissimo di scegliere il credo che vuole. Oggi. Ma non è sempre stato così. Occorre sempre ricordare che oggi – lo sottolineo – da noi, come si suol dire, o meglio in Europa e in tante altre parti del mondo occidentale, dopo secoli di battaglie, di sacrifici, di torture, di crocifissioni a testa in giù (Pietro) di tagli di teste (Paolo), di roghi (Bruno), di abiure (Galileo), siamo riusciti a giungere a quella separazione tra Stato e Chiesa – anzi chiese, potremmo dire – tanto auspicata dal nostro Camillo Benso di Cavour. E ce ne sono voluti di anni! Questa separazione è stata anche sancita dalla nostra Costituzione, che, per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa Cattolica, ha fatto propri i Patti Lateranensi sottoscritti l’11 febbraio 1929 da Mussolini e il Cardinal Gasparri. Oggi costituiscono parte fondante della nostra Carta Costituzionale. Mi piace ricordare che Palmiro Togliatti tenne all’Assemblea Costituente uno dei suoi discorsi più lucidi perché quei Patti venissero conservati nella Carta costitutiva della nuova Italia antifascista. Bene! All’articolo 7 della Costituzione leggiamo testualmente in modo secco e preciso: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale [cfr. art. 138]”.

In effetti, nei due ultimi secoli soprattutto, abbiamo assistito ad una lenta ma inesorabile avanzata del pensiero laico, anche se non in tutte le parti del mondo. Quella laicità che ha liquidato per sempre – almeno credo – ogni forma di oscurantismo. Ed ha affermato la dignità dell’uomo, chiunque esso sia ed ovunque viva.Ed il diritto alla vita. Per quanto riguarda il nostro Paese, possiamo ricordare che la pena di morte è stata cancellata nel lontano 1889. E’ stata reintrodotta dal regime fascista nel 1926, poi è stata cancellata definitivamente con l’istituzione della Repubblica. Però – meraviglia delle meraviglie – la pena di morte è stata cancellata dalla Città del Vaticano solo una manciata di anni fa! Esattamente il 12 febbraio 2001.

E non c’è affatto da meravigliarsi! La Chiesa ha imprigionato, ha torturato, ha impiccavato. Da sempre! Mastro Titta, il boia del papa, in pieno ‘800 ha impiccato più di 500 persone! E il 15 settembre 1870, proprio cinque giorni prima della Breccia di Porta Pia, Pio IX fece giustiziare per impiccagione un suo suddito, un certo Paolo Muzzi. Pertanto la Chiesa non ha alcun merito se ha cambiato pelle! Non so se ha cambiato anche il corpo! Perché in realtà le torture e i roghi erano da sempre parte viva e operante della legislazione papalina, non solo della Inquisizione! Ed anche nel Nuovo Mondo! Che cosa dire delle povere “streghe” di Salem? Insomma, troppi delitti si sono consumati in nome della religione! Alla fine, però, è il pensiero laico che ha vinto! Dopo tante sofferenze, accuse, torture! Ha vinto! Grazie anche a tanti coraggiosi, come Bruno, Campanella, Galileo, Voltaire, Beccaria, etanti tanti altri! No! La Chiesa non ha cambiato per suo merito! E’stata costretta a cambiare! Mi piace sottolineare che nessun papa ha mai avuto il coraggio di chiamarsi Francesco! Vi siete chiesi il perché? Solo oggi un oriundo italiano ha avuto la forza di rompere una tradizione. E di tentare di costruire una Chiesa diversa! Quella auspicata da Cristo! E che ha affidato a Pietro. “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa”.

Sono cattivello con la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana? Non so! E Gesù non me ne voglia! Lui, Uomo, ha tutta la mia ammirazione! Ma… ricordiamoci quanto ci ha detto Dante(Inferno XIX): “Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre”! E roghi, crocifissioni, torture, lapidazioni hanno caratterizzato tutta la lunga storia della chiesa cattolica! E dei Paesi cattolici! La longa manus dell’Inquisizione giungeva ovunque! E scoprire streghe e accendere roghi era sempre una gran festa! Soprattutto la Domenica, la giornata dedicata al Signore!

Non vado oltre! Insomma, l’affermazione del pensiero laico è stata lenta, lunga e dolorosa, ma alla fine ha vinto! In gran parte dei Paesi del mondo! Sì, ma del nostro mondo cattolico! Chiediamoci: la laicità esiste nel mondo mussulmano? Assolutamente no! L’Iran è una “Repubblica Islamica”. Il Regno Saudita è una “Monarchia Assoluta Islamica”. La definizione ufficiale del Pakistan è “Repubblica islamica del Pakistan”. Insomma in tanti Paesi del mondo il pensiero laico deve ancora vincere le sue battaglie.

A fronte di tutte queste considerazioni, che cosa debbo pensare della nostra Silvia che, partita cattolica – almeno credo – da una Repubblica democratica, in cui tutti i culti sono ammessi – non dico “tollerati” – e ben accetti, ci ritorna convertita all’Islam? Ha letto fino in fondo il Corano? Ha detto di sì! Pensa forse che le ferree regole di quel libro siano superiori ai nostri princìpi costituzionali? Sa come è considerata una donna nel modo arabo? Lo sa che la Shari’a – ovvero la Legge Islamica – sancisce precise differenze tra maschi e femmine, per quanto riguarda ruoli e comportamenti? Si è mai chiesta perché la donna islamica è costretta ad indossare il velo? Che al mare può fare il bagno solo se vestita? Anche se, per i fanatici del burca, esiste il burkini, che non è affatto un bikini, ma un intero abito, che copre da capo a piedi! Si ricorda che è stata rapita? Letteralmente! Che di lei non si è saputo più nulla grazie ai suoi “gentili ed ospitali” nuovi amici? Che non l’hanno uccisa e non l’hanno maltrattata solo perché una “merce” non può essere venduta se non è in buone condizioni? Sa che è stata merce di scambio? E che la sua liberazione è costata non so quanti contatti diplomatici e non, e tanti milioni di dollari? Dice di aver letto il Corano, ovviamente l’unico testo che le fosse consentito, se non obbligato: ed è diventata mussulmana! E se avesse letto lo ZendAvesta, sarebbe tornata zoroastriana? E, se avesse letto il Tripiṭaka, sarebbe tornata buddista? E se avesse letto libri gialli? No, cara Silvia! Non ce la racconti giusta! Dicci la verità! Ti sei inventata questa conversione per salvare la pelle? Lo so! Sono insolente e cattivo! Credo che tu creda veramente alla tua conversione! Perché in fondo sei una ragazza onesta.

Oggi ti festeggiamo tutti per essere ritornata! Ma i veri festaioli sono gli uomini di Al Shabab. Hanno capito che tagliare teste di cattolici non conviene! E’ meglio chiedere lauti riscatti. Insomma per loro è una doppia vittoria! Hanno incassato un sacco di quattrini ed hanno conquistato una nuova adepta! Altro che Shari’a! Ogni scusa è buona per far soldi! E nuovi adepti! Basta rifilare la lettura obbligata del Corano e il gioco è fatto! Insomma ‘sto Corano pare che sia come la pozione magica del druido Panoramix! Solo che il druido e i suoi amici, Asterix e Obelix sono personaggi dei fumetti! Inventati da René Goscinny e Albert Uderzo. E la vicenda di Silvia e dei suoi nuovi maestri, purtroppo, è una penosa realtà! E – mi chiedo – ora che farà? Adempirà a tutti gli obblighi di un buon mussulmano? Cinque preghiere al giorno? Il digiuno del Ramadan? Frequenterà la moschea? Ma non potrà mai dirigerla! Nelle tre religioni monoteiste, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islamismo, i ruoli fondanti sono dei maschi, non delle femmine! Che vi sia stata un papessa, è più leggenda che storia. Per cui, passato il tempo della notorietà, non so… chi vivrà, vedrà, come dice un vecchio adagio.

BOZZE DECRETO “RILANCIO”: IGNORATE SCUOLE PARITARIE

BOZZE DECRETO “RILANCIO”: IGNORATI ALUNNI, FAMIGLIE E DOCENTI DELLE SCUOLE PARITARIE

Dalle bozze che circolano del decreto legge “Rilancio”, sulle quali il Governo sta ancora discutendo, emerge un dato inequivocabile: i circa 866.000 alunni, le loro famiglie, i circa 100.000 lavoratori delle oltre 13.000 scuole paritarie non sono considerati … 

Nelle bozze si prevedono risorse straordinarie, quasi 1,5 miliardi per l’istruzione (per la sicurezza degli ambienti, per i dispositivi sanitari, per contenere il rischio epidemiologico, per la strumentazione didattica…), ma solo per la scuola statale. 

Per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia non statali si prevedono complessivamente risorse per 80 milioni del tutto inadeguate e di gran lunga inferiori a quelle richieste dallo stesso Parlamento nelle settimane scorse. 

Auspichiamo che il Governo nel provvedimento finale sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone: alunni/studenti, famiglia, personale delle scuole paritarie ed evitare così ulteriori e ingiustificabili discriminazioni. 

Roma, 11 maggio 2020 

Giancarlo Frare – Presidente nazionale AGeSC Marco Masi – Presidente nazionale CdO Opere Educative Pietro Mellano – Presidente nazionale CNOS Scuola Marilisa Miotti – Presidente nazionale CIOFS scuola Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali FAES Virginia Kaladich – Presidente nazionale FIDAE Luigi Morgano – Segretario Nazionale FISM 

*Con l’approvazione e il sostegno delle presidenze nazionali della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) e dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia)

PRECARIATO: BOMBA A OROLOGERIA

PRECARIATO, DI MEGLIO: BOMBA A OROLOGERIA, STABILIZZARE SUBITO

“Il fenomeno del precariato è una bomba a orologeria che a settembre rischia di esplodere, rendendo ancora più complesso l’avvio del prossimo anno scolastico messo già a dura prova dall’emergenza Coronavirus. È compito della politica intervenire con urgenza per assumere i precari, che costituiscono il 25% del corpo docente attualmente in servizio, salvaguardando allo stesso tempo la qualità dell’insegnamento. Considerata la situazione straordinaria in cui ci troviamo e i tempi lunghi e i meccanismi farraginosi che caratterizzano le procedure concorsuali, riteniamo che sarebbe una dimostrazione di buon senso accogliere la nostra proposta di stabilizzazione con una graduatoria per titoli senza, però, rinunciare alla selezione da rimandare semplicemente alla fine dell’anno scolastico”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in vista della votazione in Parlamento degli emendamenti al decreto scuola che sarà accompagnata da un “social flash-mob” promosso unitariamente dai sindacati rappresentativi.

Comunicato

Dopo il Decreto Legge approvato il 6 aprile scorso, in cui si stabiliva il rinvio per l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto per tutti i lavoratori della scuola (personale docente ed ATA) al 2021, è stato presentato un emendamento, in discussione alla VII Commissione sull’istruzione in Senato, che stabilisce di indire le graduatorie provinciali con l’inserimento di docenti abilitati e ITP che abbiano conseguito i 24 CFU.

Questo emendamento fa capire le intenzioni autoritarie e clientelari del governo e dei suoi satrapi all’interno delle istituzioni scolastiche.
Se precedentemente con le graduatorie d’istituto veniva demandata ai presidi la facoltà di convocare i supplenti sui posti vacanti, utilizzandoli come pezzi da ricambio, ora con le graduatorie provinciali si dà maggiore impulso agli Uffici Scolastici Provinciali (Provveditorati) di utilizzare i lavoratori della scuola a seconda delle esigenze dei vari Distretti scolastici. Inoltre con gli attestati riconosciuti dal Miur e avallati dagli Uffici scolastici, disposti da agenzie private e quindi non accessibili a tutti tramite il sistema online, si dà un rilevante riconoscimento a percorsi formativi privati, costosi e quindi praticabili solo da una fascia privilegiata della popolazione.

Riteniamo che tali percorsi forniscano una preparazione didattica insufficiente e non formino le necessarie capacità educative, in quanto totalmente telematici e a distanza.
C’è da aggiungere che il nuovo sistema di nomine per graduatorie comporterà una maggiore discontinuità per quanto riguarda la programmazione scolastica e di conseguenza causerà un grandissimo danno al percorso formativo degli studenti.

Noi rivendichiamo:
– la conferma di tutto il personale docente ed ATA (precari e supplenti) per il prossimo anno scolastico
– la stabilizzazione di tutto il personale della scuola con almeno 36 mesi di servizio come prevede la normativa europea 70/99
– l’adeguamento salariale di tutto il personale nel rinnovo del CCNL e il raggiungimento dei salari nella media europea
– maggiori finanziamenti per l’edilizia scolastica per garantire più sicurezza ai lavoratori ed agli utenti
– l’ applicazione della 626 per tutti gli istituti
– massima sicurezza sanitaria per lavoratori ed alunni quando riapriranno le strutture scolastiche ed educative

USI-CIT EDUCAZIONE

COVID-19 e lavoratori con disabilità: cosa è successo?

COVID-19 e lavoratori con disabilità: cosa è successo?

Come e quanto ha pesato la prima fase dell’emergenza COVID-19 sui lavoratori con disabilità, con esiti di oncologia, con immunodepressione o altri quadri patologici a rischio?

In queste settimane ci sono giunte migliaia di segnalazioni, richieste di aiuto, racconti di vicende personali spesso drammatiche, sempre complesse. Ma di queste situazioni vi è stata una scarsa eco nelle notizie di cronaca o negli approfondimenti giornalistici.

Riteniamo opportuno che questo fenomeno, così poco evidente e poco indagato, meriti l’attenzione dei media, della politica, della società civile. Ed è necessario che ciò avvenga velocemente.

Approfittiamo allora del nostro Progetto JobLab, già attivo e collegato al tema dell’inclusione lavorativa, per lanciare un sondaggio rapido che restituisca quanto prima il giusto rilievo alla condizione che stanno vivendo molti lavoratori e i cui contorni indefiniti non possono rappresentare una scusa perché non sia efficacemente affrontata.

Chiunque rientri fra quei lavoratori può contribuire alla raccolta puntuale dei dati.

Bastano 5 minuti e l’esperienza di ciascuno.

Vai al sondaggio: https://it.research.net/r/JobLab_Covid19

Aiutateci anche a diffondere l’iniziativa che è utile a tutti!

Maturità 2020: tutti i punti fermi in 10 domande e risposte

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Si apre il sipario sulla maturità 2020 che andrà in scena a partire dal 17 giugno. A fornire tutti i dettagli sull’esame di Stato semplificato a causa della pandemia in atto è l’ordinanza della ministra Lucia Azzolina su cui si attende il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Vediamo i dieci punti fermi della prova unica (ed esclusivamente orale) che sancirà il ritorno in classe dei 463mila maturandi italiani. Privatisti esclusi.

1. In che forma si svolgerà la maturità 2020?

L’esame di Stato sarà composto da una sola prova orale al posto dei due scritti e del colloquio previsti prima dello scoppio della pandemia. Il colloquio si svolgerà in presenza, salvo una nuova complicazione del quadro epidemiologico.

2. Quando inizierà l’esame?
La data di inizio degli orali sarà martedì 17 giugno alle ore 8.30, quando si sarebbe dovuta tenere la prima prova di italiano.

3. La stessa data vale anche per i privatisti?

No. I candidati esterni dovranno sostenere la prova preliminare a partire dal 10 luglio. Chi la passerà svolgerà l’esame di Stato durante la sessione straordinaria di settembre. Salvo ulteriori modifiche di legge.

4. Come si svolgerà il colloquio?
Non ci sarà il sorteggio delle buste come l’anno scorso né si tornerà alla tesina. Pur essendo interamente orale l’esame partirà da un domanda concordata con il professore della materia di indirizzo: quella su cui si sarebbe dovuto tenere il secondo scritto (ad esempio Greco/Latino al Liceo classico oppure Matematica/Fisica allo scientifico). La commissione invierà via mail la traccia al candidato entro il 1° giugno e quest’ultimo, a sua volta da remoto, dovrà far pervenire entro il 13 giugno il suo elaborato di partenza.

5. Di quante parti sarà composto l’orale?
Sono previsti cinque step. Il primo riguarderà la discussione dell’elaborato inviato via mail dal candidato. Il secondo verterà su uno dei testi di italiano presenti nel “documento del 15 maggio” (che quest’anno potrà arrivare entro il 30 maggio) elaborato dal consiglio di classe. Il terzo sarà una discussione sul materiale predisposto dalla commissione e riguardante le altre materie. Il quarto consisterà nel raccontare l’esperienza di alternanza scuola-lavoro, finché è stata svolta. Il quinto e ultimo servirà ad accertare un’infarinatura delle nozioni di Cittadinanza e Costituzione (epidemia di Covid-19 inclusa). In tutto l’esame durerà un’ora.

Leggi anche: Fase 2 a scuole chiuse, è l’ora di parlare ai bambini e dei bambini

6. Servirà la mascherina?
Non è ancora stato deciso. Sulle modalità di svolgimento si attende un protocollo di sicurezza concordato con il comitato tecnico-scientifico che sta monitorando l’evolversi del contagio. A quanto pare se si riuscirà a mantenere la distanza di sicurezza tra il candidato e i commissari. A ogni modo, al massimo in ogni aula potrà esserci una decina di persone (inclusi il candidato e un paio di testimoni).

7. Come sarà composta la commissione d’esame?
In via eccezionale i sei membri saranno tutti interni più un presidente esterno a cavallo tra due commissioni. Tra i sei commissari è prevista la presenza obbligatoria del prof di italiano e del rappresentante della materia di indirizzo. In caso di assenze giustificate i dirigenti scolastici potranno integrare l’organico con altri docenti dello stesso istituto o, in via eccezionale, nominando dei supplenti ad hoc.

8. Bisognerà conoscere tutto il programma o solo la parte studiata in classe fino al 4 marzo?
Le lezioni a distanza vanno considerate a tutti gli effetti attività didattica ordinaria dunque è difficile che ci si fermi al 4 marzo. Ma i confini verranno definiti dal “documento del 15 maggio”, quest’anno atteso come detto entro il 30.

9. Quanti punti varrà il colloquio?
Dei 100 punti previsti per l’intero esame il colloquio ne varrà fino a 40. Gli altri 60 arriveranno dal curriculum scolastico dell’ultimo triennio. Così suddivisi: per il terzo anno, 20 per il quarto e 22 per l’ultimo.

10. Ci sarà il 100 e lode?
Sì, anche quest’anno la commissione potrà assegnare la lode. A condizione che il candidato abbia ottenuto il massimo del credito scolastico e il massimo punteggio previsto per l’esame.

Esame, l’orale parte da uno scritto: arriva la maturità degli ossimori

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Leggendo l’ordinanza ministeriale sulla maturità sembra di essere tornati al 2008. Quando il comico Maurizio Crozza impazzava in tv con l’imitazione dell’allora segretario del Pd, Walter Veltroni, e del suo celebre “ma anche”. Complice la pandemia in atto, l’esame di Stato che i 463mila maturandi italiani si troveranno a svolgere a partire dal 17 giugno, abbonda infatti di “ma anche”. Vediamo i principali.

Esame solo orale che parte da uno scritto

Lo schema dell’esame di Stato delineato prima del Covid-19 prevedeva due scritti – uno di italiano e uno sulla materia di indirizzo – e un orale. La chiusura delle scuole, il lockdown e la scelta di mantenere gli edifici scolastici serrati anche durante la fase 2 ha spinto la ministra Lucia Azzolina a semplificare la maturità 2020. Limitandola a una prova unica, solo orale. Ma andando a leggere l’ordinanza ecco la sorpresa: il colloquio partirà da un testo scritto che il candidato dovrà inviare via mail entro il 13 giugno. Sulla base di un argomento concordato con i membri interni della commissione entro il 1° giugno.

Commissari tutti interni (o quasi)
Veniamo cosi alla composizione della commissione. Per limitare gli spostamenti e agevolare i ragazzi il governo ha deciso di superare la composizione tradizionale tre interni/tre esterni e puntare su sei commissari interni (più il presidente esterno a cavallo tra due commissioni). Tra le pieghe dell’ordinanza spuntano però una serie di contromisure che potrebbero portare a un organico finale molto diverso da quello di partenza. In caso di malattia o di un qualsiasi altro impedimento del prof “titolare” si attingerà a una panchina lunga composta dagli altri docenti in servizio (della stessa materia o di una affine) e agli eventuali supplenti che potranno essere nominati apposta per l’esame. Una sorta di commissari esterni dell’ultimo minuto.

Esame in presenza salvo casi eccezionali
Il terzo e ultimo “ma anche” riguarda la modalità stessa in cui si svolgerà l’esame. La ministra Azzolina ha dichiarato più volte, mettendolo anche per iscritto, che la maturità 2020 si terrà in presenza. Con il candidato e i commissari nella stessa aula, a distanza di sicurezza e con i dispositivi di protezione in via di individuazione. Ma è ancora una volta l’ordinanza a prevedere uno scenario bis, seppure come carta di riserva, quando cita la possibilità di ricorre alla videoconferenza per ragioni epidemiologiche o su input delle autorità competenti. O per l’intero esame o per assicurare la presenza di uno o più commissari tenuti a casa dal contagio. E a quel punto toccherà alla banda larga e alla tenuta della connessione garantire lo svolgimento in diretta dell’intero esame.

Nel 2018/19 aumentano i promossi: 93,3%

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Lo scorso anno scolastico ha confermato un aumento degli studenti ammessi alla classe successiva. Nello scrutinio di giugno 2019 il 73% è stato promosso (rispetto al 71,2% del 2017/2018), il 7% non è stato promosso (7,4% l’anno precedente), il 20% ha riportato la sospensione del giudizio in una o più discipline (nel 2017/2018 il 21,5%). A settembre 2019, il 93,3% di questi ultimi è stato promosso. La percentuale finale degli ammessi alla classe successiva è stata pari al 91,7% (nel 2017/2018 era stata il 91,2%).

Il primo anno si è confermato il più selettivo, con il totale di ammissioni più basso: 88,2% (nel 2017/2018 era l’86,9%). Secondo e terzo anno hanno registrato la stessa percentuale: 92,3% (rispetto al 91,9% e 92,1% di un anno prima). Al quarto anno le promozioni sono state il 94,6%, confermando il dato del 2017/2018.

Differenze nei tassi di ammissione tra Licei, Tecnici, Professionali
I Licei hanno avuto il maggior numero di ammessi alla classe successiva (94,8%), seguiti dagli Istituti tecnici (88,5%) e dagli Istituti professionali (88,1%). Rispetto al 2017/2018 i risultati complessivi sono migliorati per questi ultimi (dall’86,1% all’88,1%), mentre sono rimasti sostanzialmente invariati per i percorsi liceali (dal 94,7% al 94,8%) e tecnici (dall’88,4% all’88,5%). Per gli studenti dei Tecnici si è evidenziato un leggero miglioramento dei risultati conseguiti per tutti gli anni di corso, a eccezione del quarto anno.
Tra i Licei, l’Europeo/internazionale (97,3%) e il Classico (97,2%) hanno riportato la quota di promossi più elevata, mentre la percentuale minore è stata nell’Artistico (91,2%). Tra i Tecnici, l’indirizzo più selettivo è stato il Tecnologico, con l’88% di ammissioni, rispetto all’89,3% dell’Economico.
Dopo il primo anno, sempre il più difficile da superare, indipendentemente dall’indirizzo di studio, per gli anni successivi le percentuali di ammissione sono migliorate per tutte e tre le tipologie. Tale miglioramento risulta più evidente per gli indirizzi tecnici e professionali, per i quali la quota di ammessi è cresciuta in modo significativo fino ad arrivare, nel quarto anno, rispettivamente al 92,7% per i Tecnici e al 90,8% per i Professionali.

Differenze a livello territoriale
Nei percorsi liceali delle scuole del Sud e tecnici delle scuole del Centro, lo scorso anno la percentuale di ammissione è stata più alta rispetto alle altre aree geografiche: rispettivamente il 96,2% e l’89,5% degli studenti scrutinati, confermando sostanzialmente l’andamento dell’anno scolastico precedente. Nel Nord-Est e nel Nord-Ovest i Professionali hanno ottenuto risultati migliori delle altre aree d’Italia: sono stati ammessi il 90,8% nel Nord-Est e l’89,3% nel Nord-Ovest. Nelle Isole, invece, è stata rilevata la percentuale più bassa di ammissione nei Professionali (84,8%), anche se gli esiti sono migliorati rispetto al 2017/2018 (81,8%).

Matematica lo scoglio principale
L’analisi delle valutazioni conseguite dagli studenti nello scrutinio dello scorso giugno, per le principali discipline presenti in tutti gli indirizzi di studio (Italiano, Matematica, Lingue straniere), ha confermato che la Matematica è la disciplina più difficile per tutti gli studenti delle Secondarie di II grado. In generale, dal primo al quarto anno, le insufficienze in Matematica sono risultate in percentuale (15,5%) più elevate rispetto a quelle in Italiano (6,4%) e nelle Lingue straniere (10,1%).

Le studentesse si confermano le migliori
Negli scrutini finali del 2019 le studentesse hanno registrato, nelle discipline Matematica e Italiano, risultati migliori rispetto ai colleghi maschi. Il totale di studenti con voti in Matematica tra 8 e 10 è stato costituito dalle ragazze al 59,5% nel primo biennio e al 60,3% nel secondo. Inoltre, le studentesse hanno conseguito il 65,5% dei voti tra 8 e 10 in Italiano.

Rientro a scuola, lezioni fin dal 1 di settembre, ma non per tutti: quali studenti e docenti riguarderà

da Orizzontescuola

di redazione

Pubblicata dalla nostra redazione, in anteprima, le ordinanze relative alla valutazione degli apprendimenti e al passaggio alla classe successiva. In essa indicazioni relative al recupero degli apprendimenti che potrà partire già dal 1 di settembre e potrà continuare per l’intero anno scolastico.

Passaggio alla classe successiva

Potrà avvenire anche per gli studenti che presentano delle insufficienze, indipendentemente dal loro numero. La bocciatura è possibile se non si hanno elementi per la valutazione, tranne se la motivazione non sia dovuta alle difficoltà per lo studente legate alla didattica a distanza.

Piano di apprendimento individualizzato

Nel caso degli studenti che non hanno raggiunto la sufficienza, i docenti dovranno predisporre un piano di apprendimento individualizzato in cui si dovrà indicare, per ciascuna disciplina, gli obiettivi di apprendimento da conseguire o consolidare per la prosecuzione degli apprendimenti nella classe successiva.

Recupero integrazione apprendimenti

Si tratta di un piano di recupero delle attività non svolte rispetto alla progettazione di inizio anno con obiettivi correlati. Una progettazione finalizzata alla definizione di un piano di integrazione degli apprendimenti.

Dal 1 settembre

Le attività di integrazione degli apprendimenti e il piano individualizzato sono da considerarsi attività didattica ordinario e hanno inizio a decorrere dal 1 settembre 2020. Le attività di recupero possono anche essere previste per l’intera durata dell’anno scolastico 2020/21, attraverso l’organico dell’autonomia e adottando flessibilità didattica e organizzativa.

Ne caso di passaggio tra scuola primaria e secondaria, tra I grado e II grado

In questo caso sarà cura delle istituzioni scolastiche trasmettere il piano di integrazione degli apprendimenti alla scuola di iscrizione, al fine di permettere l’organizzazione del recupero degli apprendimenti dello studente.

Scarica bozza

Esami di Stato classi quinte 2020, indicazioni per candidati con DSA

da Orizzontescuola

di redazione

Indicazioni per lo svolgimento del colloquio orale dell’esame di stato 2020 per candidati con DSA.

La commissione d’esame, sulla base del PDP e di tutti gli elementi conoscitivi forniti dal consiglio di classe, individua le modalità di svolgimento della prova d’esame.

Nello svolgimento della prova d’esame, i candidati con DSA possono utilizzare, ove necessario, gli strumenti compensativi previsti dal PDP e che siano già stati impiegati in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame, senza che sia pregiudicata la validità della prova.

Le commissioni correlano, ove necessario, al PDP gli indicatori della griglia di valutazione in caso di prova equipollente, attraverso la formulazione di specifici descrittori.

I candidati con certificazione di DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato con esonero dall’insegnamento della/e lingua/e straniera/e, che sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale percorso, in sede di esame di Stato sostengono una prova differenziata coerente con il percorso svolto, non equipollente a quelle ordinarie, finalizzata solo al rilascio dell’attestato di credito formativo di cui all’articolo 20, comma 5, del Decreto legislativo 62/2017.

Per detti candidati, il riferimento all’effettuazione della prova differenziata è indicato solo nell’attestazione e non nelle tabelle affisse all’albo dell’istituto.

I candidati con certificazione di DSA che hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua straniera, sostengono la prova d’esame nelle forme previste dalla presente ordinanza e, in caso di esito positivo, conseguono il diploma conclusivo del secondo ciclo di istruzione.

In arrivo per le scuole un miliardo in due anni. 400milioni per il 2020

da Orizzontescuola

di redazione

“Al fine di assicurare la ripresa dell’attività scolastica in condizioni di sicurezza e di garantire lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 in modo adeguato alla situazione epidemiologica, il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche è incrementato di 331 milioni di euro nel 2020”.

Un miliardo nel complesso

In arrivo un miliardo in due anni per l’Istruzione. Il testo attuale del dl stanzia 400 milioni per il 2020 e 600 per il 2021. In arrivo anche aiuti per il “sistema 0-6 anni” con un contributo complessivo di 65 milioni per chi gestisce in via continuativa i servizi educativi (come gli asili nido) e alle istituzioni scolastiche dell’infanzia non statali, come sostegno economico per la riduzione o mancano versamento delle rette.

Il finanziamento ad istituto sarà di circa 50 mila euro per il 2020 e 70 mila euro per il 2021

Spese possibili

Secondo quanto contenuto nel testo di bozza, le risorse dovranno essere destinati ai seguenti interventi:

  1. acquisto di servizi professionali,
  2. formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro
  3. didattica a distanza
  4. assistenza medico – sanitaria e  psicologica
  5. servizi di lavanderia
  6. rimozione e smaltimento di rifiuti
  7. acquisto di dispositivi di protezione e di materiali per l’igiene individuale e degli ambienti
  8. materiale, anche di consumo, in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19;
  9. interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali
  10. acquisto e messa a disposizione  di dispositivi digitali individuali e della necessaria connettività di rete per la fruizione della didattica a distanza per gli studenti
  11. acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi
  12. adattamento degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, inclusi interventidi piccola manutenzione, ritinteggiatura e decoro della scuola e di miglioramento degli spazi verdi, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica

DL Rilancio: 65 milioni di euro destinati al sistema integrato 0-6 anni

DL Rilancio: 65 milioni di euro destinati al sistema integrato 0-6 anni

da Orizzontescuola

di redazione

Misure di sostegno economico al sistema integrato da zero a sei anni: sono previste nella bozza del dl rilancio.

Il fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, come contenuto nella bozza, “è incrementato, per l’anno 2020, di 15 milioni di euro anche in conseguenza dell’emergenza causata dalla diffusione del Covid-19”.

La bozza stabilisce anche che i soggetti pubblici e privati che svolgono i servizi educativi e le scuole paritarie dell’infanzia a gestione pubblica o privata beneficiano di un contributo per 65 milioni, a copertura del mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni comunque denominate da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione delle attività in presenza a seguito delle misure adottate per contrastare la diffusione del Covid-19.

Ipotesi anno scolastico 2020/21con un nuovo organico potenziato nelle scuole. Chi potrebbe essere assunto

da Orizzontescuola

di redazione

Il ministero dell’Istruzione sta lavorando sui probabili scenari per il rientro a scuola a settembre e si sta confrontando con il ministero dell’Economia per verificare l’ipotesi di un ampliamento dell’organico scolastico.

Lo ha ribadito la viceministra Anna Ascani ai microfoni di Sky TG24, le cui dichiarazioni sono state riprese anche dal sito Ansa.

Gli scenari differenti sono – ovviamente – in relazione all’evolversi della pandemia.

“Tutti questi scenari – ha detto Ascani –  tengono conto che gli ordini di scuola non sono tutti uguali, in particolare i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza. Quindi nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, tradotto elementari e medie, noi immaginiamo di poter avere la scuola in presenza. Naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi per esempio facendo in modo che una classe sia divisa in due, ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori. Utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali”.

La viceministra dell’Istruzione Anna Ascani ha illustrato quali sono le ipotesi anche per gli studenti più grandi. Per loro che sono già in grado di gestirsi in maniera più autonoma, “prevediamo che una parte dell’attività sia comunque fatta in presenza, perché anche loro hanno bisogno di rientrare a scuola, però molto probabilmente in questo caso la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. L’attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio”.

Rientro a settembre, Ascani: elementari e medie in presenza, anche didattica a distanza per i più grandi

da Orizzontescuola

di redazione

“Stiamo immaginando 3 differenti scenari a seconda dell’andamento dell’epidemia, tutti tengono conto del fatto che gli ordini di scuola non sono tutti uguali, in particolare i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza”, così il viceministro Ascani a Skytg24

Sul ritorno a scuola “insieme al comitato stiamo immaginando tre differenti scenari a seconda dell’andamento dell’epidemia. Tutti questi scenari tengono conto che gli ordini di scuola non sono tutti uguali, in particolare i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza. Quindi nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, tradotto elementari e medie, noi immaginiamo di poter avere la scuola in presenza. Naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi per esempio facendo in modo che una classe sia divisa in due, ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori. Utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali“.

Per quelli un po’ più grandi – ha aggiunto Ascani – che si gestiscono meglio anche da soli, prevediamo che una parte dell’attività sia comunque fatta in presenza, perché anche loro hanno bisogno di rientrare a scuola, però molto probabilmente in questo caso la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. L’attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio”. “Ci stiamo confrontando anche con il ministero dell’Economia per capire in che misura noi potremo contare su un ampliamento di organico. Avremo sicuramente bisogno di professionalità specializzate per le nuove attività. Naturalmente i Comuni hanno anche delle relazioni importanti con enti del Terzo Settore e associazioni che possono farsi carico di un pezzetto di queste attività educative, però per noi conta avere un organico potenziato, perché naturalmente è quello che ci permette di organizzare più attività“.

Scuola a settembre, Conte: “non ci sarà ripartenza diversificata tra regioni”

da Orizzontescuola

di redazione

Tutti insieme e con le stesse regole, non ci sarà una ripartenza diversificata in base ai livelli di contagio, questo ha affermato oggi il Primo Ministro Conte durante una intervista al Corriere.

Da quanto si intuisce, però, la chiusura potrà avvenire nel caso in cui i parametri di sicurezza vengano oltrepassati in territori ristretto. Quindi le scuole potrebbero tornare in lockdown nel caso in cui gli equilibri tra i vari indici quali il R0, il rapporto tra malati e posti in terapia intensiva venissero a mancare

“Il rientro  – ha detto Conte – deve essere gestito in modo unitario su tutto il territorio nazionale. Stiamo lavorando con la ministra Azzolina a un ventaglio di soluzioni così che a tutti i nostri studenti venga assicurato il rientro in classe a settembre in condizioni di sicurezza”.