NOMINE IN RUOLO

NOMINE IN RUOLO: PROCEDURE VESSATORIE E NUMERI IMPOSSIBILI

Il Ministero dell’Istruzione in questi giorni ha dato il via alle nomine in ruolo mediante procedure completamente informatizzate con le quali la Gilda stima che si riusciranno a stabilizzare realmente poco più di 20.000 precari, rispetto agli oltre 80.000 posti annunciati sui social in pompa magna dalla Ministra.

I docenti destinatari delle nomine non avranno alcun contatto fisico con l’Amministrazione, ma dovrebbero, tra il giorno 11 ed il 13 di agosto, connettersi con il sito del MI e scegliere la provincia di maggior gradimento, rinunciando contestualmente alle altre. In assenza di tali scelte l’Amministrazione procederà d’ufficio.

Non avendo la consueta possibilità di disporre del quadro delle nomine in anticipo, è lecito attendersi che molti docenti si troveranno nominati in provincie non desiderate o addirittura costretti a rinunciare al ruolo per la difficoltà connesse agli spostamenti dal luogo di abituale dimora. Tutto questo a causa della procedura adottata dal Ministero e dei ritardi in capo all’Amministrazione, aggravati dalla norma che ha introdotto il vincolo quinquennale di permanenza nella sede di nomina.

Come già fatto con la sospensione delle relazioni sindacali, la Gilda esprime il proprio profondo dissenso per questo tipo di procedura che, per i tempi ristretti, i ritardi accumulati e le modalità rigide utilizzate, finisce per comprimere i diritti e le giuste aspirazioni di migliaia di aspiranti docenti, trattati come numeri statistici, senza alcuna considerazione degli aspetti umani e professionali.

PLAY! SCENDI A GIOCARE CON NOI

Diritto al Gioco, UNICEF-CSI: coinvolti oltre mille bambini di dieci territori della Provincia di Reggio Calabria con il progetto “PLAY! SCENDI A GIOCARE CON NOI”

11 agosto 2020- Oltre mille bambini di dieci territori della Provincia di Reggio Calabriasono stati coinvolti nel progetto “PLAY! SCENDI A GIOCARE CON NOI” (#CortilinMovimento) che il Centro Sportivo Italiano (Csi) di Reggio Calabria, il Comitato Regionale Calabria per l’UNICEF e una rete di partner – la rete di Alleanze educative territoriali, l’Ufficio Pastorale della Famiglia della Diocesi Locri-Gerace, parrocchie e oratori dell’intera provincia – hanno avviato sul territorio metropolitano di Reggio Calabriafacendo rivivere i cortili dei condomini ed i quartieri, luoghi notoriamente adibiti, per generazioni, a momenti di aggregazione tra pari età, specie durante l’infanzia e la pre-adolescenza.  

“Abbiamo puntato sul gioco quale strumento essenziale di sviluppo psico-fisico ed emotivo-relazionale e siamo ripartiti dalle bambine e dai bambini, offrendo loro uno spazio in cui ‘ ricominciare giocando”, ha dichiarato Paolo Cicciù, Presidente del CSI Reggio Calabria.                

La scelta del periodo estivo, inoltre, ha consentito di sperimentare e documentare buone prassi che ci permetteranno di mettere a punto protocolli utili anche alla riflessione sulla riapertura delle scuole.  

“Il gioco come antidoto alla solitudine e volano della relazione educativa: questo è lo spirito del Progetto”, ha detto  Francesco Samengo, Presidente Nazionale del Comitato Italiano dell’UNICEF e ad interim per la Calabria, precisando come “per non rischiare diseguaglianze territoriali che potessero tradursi in discriminazioni nell’accesso ai servizi, abbiamo pensato alla partecipazione di tanti bambini e i ragazzi, coinvolgendo soprattutto alcune periferie più fragili per deprivazione socio-ambientale”. 

È così che oltre ai ‘cortili in movimento’ del centro città (Reggio Calabria)sono stati animati oratori, cortili ed i quartieri di Pellaro, di Arghillà nord, della Ciambra (Gioia Tauro), di Locri. Nel complesso sono stati coinvolti oltre mille bambini, in dieci territori della Provincia di Reggio Calabria, e in questa ultima settimana ha entusiasmato i bambini dei territori ‘ghetto’ della città metropolitana. Grazie alla preziosa collaborazione di volontari, associazioni del territorio ed alla rete creata con le Istituzioni locali, questi posti hanno ripreso nuovamente vigore, diventando da luoghi abbandonati, inaccessibili e dediti al malaffare a “spazi di comunità e vita”.  Il gioco e l’entusiasmo dei bambini hanno di fatto reso possibile che il diritto al gioco di tanti ragazzini prendesse forma e sostanza.  

“Due giorni fa – ha proseguito il Presidente dell’UNICEF Italia Samengo – nel quartiere Ciambra di Gioia Tauro, in quella continuità istituzionale ed educativa già sottolineata qualche anno fa con lungimiranza dell’allora Prefetto Michele Di Bari e successivamente ripresa dal Comitato Italiano per l’UNICEF in collaborazione con il Comune, il nostro progetto educativo-sportivo si è concluso con altri giochi e la premiazione dei minori presenti. Grazie ai doni dell’UNICEF, abbiamo distribuito gadget, palloni ai bambini e un set di pupazzetti in legno per le bambine”. 

L’obiettivo, per i prossimi mesi, è quello di coinvolgere altre città e cortili su tutto il territorio nazionale, grazie alla collaborazione tra i comitati regionali e provinciali CSI e il Comitato Italiano per l’UNICEF. Occorre costruire azioni territoriali di prossimità, stimolare con il gioco e lo sport educativo la relazionalità e la sua funzione resiliente, riscoprendo la bellezza di ritrovarsi «sotto casa» insieme ai propri amici. Come molti hanno sottolineato, questa crisi è la più grande opportunità che abbiamo per ridisegnare e umanizzare la società”, hanno proseguito i Presidenti Samengo e Cicciù.  

Il progetto ha ricevuto il plauso anche della Ministra alla Famiglia Elena Bonetti, che ha dichiarato: “E’ un laboratorio pedagogico davvero innovativo. Vanno incoraggiate e sostenute iniziative come questa perché è fondamentale generare dei percorsi alternativi che pongano al centro della propria azione i bambini”.  

Ognuno di noi può fare la differenza nell’aiutare i bambini e gli adolescenti, convinti che il futuro possa essere concretamente generoso e solidale. La nostra rete sportiva ed educativa, sosterrà le Istituzioni, in primis la scuola, per essere insieme, oggi più che mai, parte proattiva delle comunità educanti.

Ritorno in classe, gli alunni con disabilità e la mascherina: cosa prevede il Ministero dell’Istruzione

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Si avvicina il ritorno in classe per gli studenti, i docenti e il personale Ata. Il Ministero dell’Istruzione ha realizzato una sezione dedicata sul proprio sito ufficiale in cui sono raccolte tutte le informazioni, i documenti, le risposte alle domande principali che illustrano le modalità di rientro a scuola a settembre per l’anno scolastico 2020/2021.

Ecco cosa è previsto per gli alunni con disabilità e il personale che interagisce con loro

Gli alunni con disabilità dovranno indossare la mascherina?

Se la disabilità non è compatibile con l’uso continuativo della mascherina non dovranno indossarla. Lo ricorda il verbale n. 94 del Comitato Tecnico Scientifico del 7 luglio 2020.
Ad ogni modo le scuole e le famiglie sono invitate a concordare le soluzioni più idonee a garantire le migliori condizioni di apprendimento.

Il personale che interagisce con alunni e alunne diversamente abili deve indossare la mascherina?

Per questo personale si potrà prevedere, in aggiunta alla mascherina, l’utilizzo di ulteriori dispositivi di protezione individuali per occhi, viso e mucose, tenendo conto della tipologia di disabilità e di ulteriori indicazioni impartite dalla famiglia dell’alunno/studente o dal medico. Indicazioni in merito sono contenute nel Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre.


Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, on-line le graduatorie: 5 giorni per i reclami

da La Tecnica della Scuola

Gli Uffici scolastici provinciali stanno pubblicando in questi giorni gli elenchi provvisori dei docenti richiedenti l’Utilizzazione e l’Assegnazione Provvisoria nell’istruzione secondaria di primo e di secondo grado, dell’infanzia e della primaria della provincia. Alcune Province hanno già pubblicato le definitive.

Nel segnalare che il personale interessato deve verificare la propria situazione sul sito dell’USR – Ambito territoriale competente, ricordiamo che avverso tali elenchi provvisori è ammesso reclamo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 20 del CCNI 8.7.2020, nei cinque giorni dalla pubblicazione agli indirizzi istituzionali, specificando nell’oggetto il settore a cui si riferisce: Infanzia, primaria, I grado, II grado.

I reclami sono esaminati con l’adozione degli eventuali provvedimenti correttivi degli atti contestati entro i successivi 10 giorni. Le decisioni sui reclami sono atti definitivi.

Analoghi termini e procedure valgono anche per il personale ATA.

Contrariamente alla mobilità territoriale e professionale dove gli uffici scolastici di titolarità inviano la notifica di convalida del punteggio di mobilità, per la mobilità annuale questa notifica non avviene. I docenti interessati dovranno quindi seguire i siti degli uffici scolastici provinciali delle province in cui è stata indirizzata la domanda, per vedere quando saranno pubblicate le graduatorie provvisorie della mobilità annuale.

Nel rimandare ai siti in questione, riportiamo di seguito alcune delle graduatorie provvisorie pubblicate dagli USP di capoluoghi di Regione:

Torino elenchi provvisori pubblicati il 5/08/2020 (secondaria di I grado)

Bari elenchi provvisori pubblicati il 7/08/2020 (secondaria I e II grado)

Napoli elenchi provvisori pubblicati il 7/08/2020 (infanzia e primaria), il 6/08/2020 (secondaria di I grado)

Roma elenchi provvisori pubblicati il 4/08/2020 (secondaria di I e II grado)

Pescara elenchi provvisori pubblicati il 10/08/2020 (primaria), il 5/08/2020 (secondaria I e II grado)

Bologna elenchi provvisori pubblicati il 10/08/2020 (secondaria di II grado)

Palermo elenchi provvisori pubblicati il 7/08/2020 (tutti)

Test sierologici a docenti e ATA, indicazioni del Ministero della Salute

da La Tecnica della Scuola

Arrivano dal Ministero della Salute gli indirizzi operativi per l’effettuazione su base volontaria dei test sierologici sul personale docente e non docente delle scuole pubbliche e private nell’intero territorio nazionale.

Con Circolare 8722 del 7 agosto il Ministero fa sapere che a partire dal 24 agosto 2020 e comunque sino ad una settimana prima dell’inizio delle attività didattiche nelle singole regioni, i medici di medicina generale (MMG) provvederanno ad eseguire i test sierologici, su base volontaria, sul personale scolastico rientrante tra i propri assistiti .

L’assistito è tenuto al contatto telefonico con il Medico, in modo da determinare l’accesso per l’effettuazione del test su prenotazione, consentendo in tal modo il rispetto dell’organizzazione dello studio al fine di limitare il rischio di contagio del medico, del proprio personale e di altri assistiti.

Nel caso di personale scolastico privo di MMG nel luogo di domicilio lavorativo, il test sarà eseguito presso il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale del domicilio lavorativo medesimo, previa dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante lo status lavorativo. Per
il personale che prende servizio successivamente all’inizio dell’anno scolastico i test saranno effettuati prima della effettiva entrata in servizio.

Nell’eventualità in cui un soggetto risulti positivo al test sierologico, il competente Dipartimento di prevenzione provvederà all’effettuazione del test molecolare, possibilmente entro le 24 ore, e comunque non oltre le 48 ore, dall’esito del test sierologico.

Docenti di religione, solo 472 assunzioni in ruolo: per coprire gli oltre 10 mila posti liberi c’è da aspettare

da La Tecnica della Scuola

Sono solo 472 i posti disponibili per le immissioni in ruolo degli insegnanti di religione, a fronte di oltre 10 mila posti liberi: il calcolo del ministero dell’Istruzione, che deriva dai pensionamenti al 1° settembre 2020. Lo scorrimento di graduatoria avverrà con riferimento alla graduatoria di merito del concorso 2004.

Il decreto del ministero dell’Istruzione

Lo si evince dal decreto ministeriale 93 dell’8 agosto scorso , nel quale si spiega che “il contingente complessivo di n. 472 assunzioni a tempo indeterminato, corrispondente al numero delle cessazioni registrate per l’anno scolastico 2020/2021 ed autorizzato come in premessa, è ripartito in contingenti regionali sulla base delle cessazioni effettive di ciascuna regione e in misura proporzionale ai posti disponibili in organico per l’anno scolastico 2020/2021, tenendo comunque conto della consistenza delle graduatorie dei concorsi riservati banditi con decreto dirigenziale 2 febbraio 2004”.

Nei prossimi giorni ogni Direttore generale degli Uffici scolastici regionali interessati provvederà a ripartire, a livello di ciascuna diocesi, proporzionalmente, i posti per ciascuno dei due ruoli, ossia infanzia/primaria e secondaria di I e II grado.

A quel punto, il personale docente inserito nelle graduatorie di cui al DDG 2 febbraio 2004 avente diritto all’assunzione a tempo indeterminato sarà individuato in base alla posizione utile in graduatoria.

Sempre nel decreto del MI, leggiamo che “il Direttore dell’USR invierà all’Ordinario diocesano competente per territorio – per l’assunzione a tempo indeterminato –  i nominativi di coloro che risultano collocati utilmente in graduatoria attingendo dall’elenco degli idonei, al fine di verificare il possesso dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica”.

“Il Direttore regionale o un suo delegato – una volta ricevuta la comunicazione relativa alla verifica dell’idoneità da parte dell’Ordinario diocesano competente per territorio – provvederà alla stipula del contratto a tempo indeterminato”.

Le proteste dello Snadir

Il limitato numero di assunzioni viene contestato dal sindacato Snadir, che ribadisce la sua profonda indignazione riguardo alla decisione del Ministero dell’istruzione di ridurre notevolmente i posti a disposizione per l’assunzione in ruolo a seguito dello scorrimento delle graduatoria del 2004.

“Considerato che i posti effettivamente disponibili per l’assunzione in ruolo sono 3.520 nell’infanzia/primaria e 3.080 nella secondaria di I e II grado (vedi Tabelle ministeriali), la decisione ministeriale risulta assolutamente illogica e ingiustamente punitiva nei confronti dei docenti di religione”, dichiara Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir.

“Ci troviamo – continua il sindacalista – di fronte all’ennesima manovra politica che agisce alle spalle di un’intera categoria di docenti, quando si dovrebbe investire piuttosto su un sistema scolastico capace di restituire la giusta attenzione al ruolo dei docenti e alla corretta educazione degli studenti.

Come Sindacato, non ci stancheremo di ribadire il rispetto della dignità professionale di tutti gli operatori della scuola. Quello degli incaricati annuali di religione è uno status giuridico da tutelare giorno per giorno, nella prospettiva di accrescere la dignità professionale di questi insegnanti e non di quella di mortificarne le legittime aspirazioni ad un lavoro più garantito.

Ruscica conclude il suo intervento rivendicando “la stabilizzazione attraverso l’immissione in ruolo di tutti i docenti precari di religione”.

Il concorso entro fine 2020

Per l’attuazione dell’assunzione a tempo indeterminato dei precari storici di religione, tuttavia, è necessario che si sblocchi la “trattativa” in corso tra ministero dell’Istruzione e Conferenza episcopale italiana, al fine di trovare la quadra sul prossimo concorso per gli insegnanti di Religione previsto dal decreto scuola approvato lo scorso dicembre.

Come già rilevato, dal tavolo, presieduto dalla dottoressa Lucrezia Stellacci, consigliere della ministra Lucia Azzolina, dovrà essere approvata l’intesa su come gestire il concorso da bandire entro il 31 dicembre 2020, finalizzato a coprire i posti per l’insegnamento di Religione Cattolica che risulteranno vacanti e disponibili nell’arco del prossimo triennio. Una parte dei posti messi a bando, anche se non più di 2.500, sarà riservata ai docenti precari di religione con almeno 36 mesi di servizio svolto.

Infine, va ricordato che per legge ben il 30% dell’organico dei docenti di religione deve comunque rimanere a supplenza: una limitazione contro la quale i sindacati, Snadir in testa, combattono da tempo.

Rientro a scuola, la pagina dedicata del M.I. con documenti e FAQ

da La Tecnica della Scuola

Per supportare le scuole nella difficile ripresa dell’a.s. 2020/21 il M.I. ha predisposto una sezione in cui sono raccolte tutte le informazioni, i documenti, le risposte alle domande principali che illustrano le modalità di rientro a scuola a settembre.

Lo spazio, che si chiama “Rientriamo a scuola” sarà in costante aggiornamento e al momento contiene le seguenti sezioni:

  • Documenti del Ministero
  • Indicazioni sanitarie del CTS
  • I territori
  • Domande e risposte

Le FAQ

  1. Quando si torna a scuola? Le lezioni riprenderanno per tutte le studentesse e tutti gli studenti il 14 settembre, come previsto dall’Ordinanza firmata dalla Ministra Lucia Azzolina lo scorso 24 luglio. Un numero marginale di Regioni ha deciso di discostarsi da questa data. Dal 1° settembre partono, invece, le attività di integrazione e potenziamento degli apprendimenti per tutte le studentesse e tutti gli studenti che non hanno raggiunto la sufficienza e per coloro che i docenti riterranno proficuo coinvolgere, anche in attività di consolidamento o potenziamento degli apprendimenti.
  2. Sarà ancora prevista la didattica a distanza?  Si tornerà in classe e il servizio scolastico sarà erogato con le lezioni in presenza. La didattica digitale potrà essere utilizzata in modo complementare e integrato solo nella scuola secondaria di secondo grado, come previsto nel Piano Scuola 2020/2021 del 26 giugno 2020 e come ribadito nelle Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata. Solo in caso di una nuova sospensione delle attività in presenza, dovuta a motivi emergenziali, si renderà necessario il ricorso alla Didattica digitale integrata per tutti gli altri gradi di scuola.
  3. Le lezioni in aula si svolgeranno con la mascherina? Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza (CTS) si esprimerà nel mese di agosto sull’obbligo di utilizzo della mascherina per gli studenti di età superiore a 6 anni. Per chi ha meno di 6 anni è già previsto che non si debba utilizzarla.
  4. È vero che nelle scuole dell’infanzia non sono previste le mascherine? È vero. Come ricordato anche nel precedente quesito e ribadito nelle Linee guida per il settore 0-6, per i bambini sotto i sei anni non è previsto l’uso delle mascherine che invece saranno indossate dal personale non essendo sempre possibile garantire il distanziamento, vista l’età degli alunni e la loro necessità di movimento. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il verbale n. 94 del Comitato Tecnico Scientifico del 7 luglio 2020.
  5. Gli alunni con disabilità dovranno indossare la mascherina? Se la disabilità non è compatibile con l’uso continuativo della mascherina non dovranno indossarla. Lo ricorda il verbale n. 94 del Comitato Tecnico Scientifico del 7 luglio 2020.
    Ad ogni modo le scuole e le famiglie sono invitate a concordare le soluzioni più idonee a garantire le migliori condizioni di apprendimento.
  6. Il personale che interagisce con alunni e alunne diversamente abili deve indossare la mascherina? Per questo personale si potrà prevedere, in aggiunta alla mascherina, l’utilizzo di ulteriori dispositivi di protezione individuali per occhi, viso e mucose, tenendo conto della tipologia di disabilità e di ulteriori indicazioni impartite dalla famiglia dell’alunno/studente o dal medico. Indicazioni in merito sono contenute nel Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre.
  7. Se ho la febbre posso andare a scuola? No. I Protocolli di sicurezza e le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico prevedono l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali.
  8. Perché far misurare la temperatura agli alunni a casa e non a scuola? Perché uno studente che ha la febbre e non sa di averla non deve salire sull’autobus o stare in fila insieme ad altre centinaia di ragazzi davanti alla scuola. Sarebbe un rischio per l’intera comunità.
  9. Se una scuola ha qualche dubbio in merito alle misure di sicurezza da adottare a chi si rivolge? Il Ministero ha previsto un help desk, un servizio dedicato per richiedere assistenza e un numero verde 800.90.30.80, attivo dal 24 agosto, dal lunedì al sabato, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, con funzioni di front office, per raccogliere quesiti e segnalazioni sull’applicazione delle misure di sicurezza e fornire assistenza e supporto operativo anche di carattere amministrativo.
  10. Le lezioni dureranno sempre 60 minuti? L’unità oraria può essere flessibile, quindi durare meno di un’ora, per una più efficace organizzazione delle attività didattiche, ma non si perderà neanche un minuto del monte orario previsto. La riduzione dell’unità oraria è già adottata in molte scuole, poiché prevista da più di venti anni dal Regolamento sull’Autonomia scolastica.
  11. È vero che si entrerà a scuola alle 7? No. A meno che, nel caso dei più piccoli, non sia previsto un servizio di pre-scuola a cui le famiglie decidano di aderire. Nel caso dei più grandi le scuole organizzeranno gli ingressi per evitare assembramenti, ma sempre tenendo conto delle esigenze delle famiglie e degli studenti.
  12. È vero che avete obbligato le scuole a comprare una tipologia specifica di banco? No. Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza ha indicato il banco monoposto come una delle misure utili per consentire il distanziamento tra gli alunni. Oltre a garantire la sicurezza, l’acquisto dei nuovi banchi permette di rinnovare arredi spesso molto obsoleti. Per questo lo Stato ha deciso di avviare una gara europea, attraverso il Commissario straordinario di Governo, per un acquisto massivo di banchi monoposto. Le scuole hanno potuto scegliere fra quelli tradizionali e quelli innovativi attraverso una apposita rilevazione. Nessuna tipologia di banco è stata imposta.
  13. Perché investire soldi solo nei banchi? Il Governo, da gennaio ad oggi ha stanziato oltre 6 miliardi per la scuola, di cui 2,9 miliardi per la ripresa di settembre. Si sta investendo su edilizia scolastica, arredi, assunzioni di docenti e ATA, igienizzanti e tutto quello che servirà per la ripresa.
  14. Ci saranno insegnanti in più per garantire una ripresa in sicurezza? Sì. Nel Decreto Rilancio sono stati destinati a questo scopo 977 milioni di euro che consentiranno di avere 50 mila tra docenti e ATA in più per la ripresa di settembre. Ogni Ufficio scolastico regionale, che rappresenta il Ministero sul territorio, avrà un proprio budget da utilizzare per assumere personale e sarà data priorità alle esigenze delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo (in particolare la primaria), insomma, ai più piccoli. La Ministra Azzolina ha già firmato l’ordinanza per distribuirlo. Con lo scostamento di bilancio di agosto arriveranno ulteriori risorse.
  15. È vero che alla scuola dell’infanzia e primaria assumerete maestri senza laurea? Intanto si tratta di supplenze, non di assunzioni a tempo indeterminato. Le cattedre necessarie saranno assegnate in via prioritaria a supplenti abilitati, poi, in caso di esaurimento della graduatoria, saranno chiamati coloro che si stanno laureando in Scienze della formazione primaria. Quindi giovani formati, che hanno svolto un tirocinio e che hanno scelto di fare l’insegnante. Già in passato venivano chiamati attraverso la cosiddetta MAD, la “messa a disposizione”, dalle singole scuole.
  16. È vero che non ci sarà più la mensa? Non è vero. La mensa, in quanto esperienza di valorizzazione e crescita costante delle autonomie dei bambini, sarà assicurata prevedendo differenti turni tra le classi. Ove i locali mensa non siano presenti o vengano “riconvertiti” in spazi destinati ad accogliere gruppi/sezioni per l’attività didattica ordinaria, il pasto potrà essere consumato in aula garantendo l’opportuna aerazione e sanificazione degli ambienti e degli arredi utilizzati prima e dopo il consumo del pasto.
  17. Saranno garantiti i servizi di pre e post scuola, laddove esistenti?  Sì, questi servizi resteranno, rispettando le indicazioni organizzative generali, come per esempio la necessità di avere attività strutturate per gruppi/sezioni stabili, con i medesimi adulti di riferimento e nel rispetto delle regole previste per la riduzione del contagio.
  18. Come avverrà la fase dell’accoglienza per i bambini  e le bambine di tre anni che iniziano a frequentare la scuola dell’infanzia? La scuola, compatibilmente con gli spazi a disposizione, organizzerà l’accoglienza negli spazi esterni facendo rispettare il distanziamento tra gli adulti e, ove si svolga in ambienti chiusi, curerà la pulizia approfondita e l’aerazione frequente e adeguata  dei locali. L’accesso per l’accompagnamento è previsto solo per un genitore o persona maggiorenne delegata dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale, nel rispetto delle regole generali di prevenzione del contagio, incluso l’uso della mascherina durante tutta la permanenza a scuola. Le stesse indicazioni saranno valide per l’ambientamento.
  19. Come saranno organizzati i gruppi nella scuola dell’infanzia? Ci saranno gruppi/sezioni stabili con l’individuazione per ciascun gruppo del personale educatore, docente e collaboratore, al fine  di semplificare l’adozione delle misure di contenimento conseguenti a eventuali casi di contagio e limitarne l’impatto sull’intera comunità scolastica.
  20. Si potranno portare giocattoli da casa?  No, non si potranno portare giocattoli propri. Inoltre, il materiale ludico sarà assegnato in maniera esclusiva a specifici gruppi/sezioni.
  21. Ci sarà più personale che assicuri il regolare svolgimento del tempo scuola alla scuola dell’infanzia?  Per garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in presenza, sono previste dotazioni organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili.
  22. Il personale sarà preparato per affrontare sia la quotidianità sia le emergenze? Sì, ciascuna scuola organizzerà la formazione/informazione specifica del personale, ma sono previsti anche momenti di formazione dedicati a genitori e alunni per  responsabilizzarli sulle regole di comportamento e di igiene da assumere.
  23. Verrà misurata la temperatura a tutti?  Il Comitato Tecnico Scientifico  non ha reputato opportuna la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso né per gli alunni, né per il personale, ma non potrà accedere alla scuola chi manifesta sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37,5°C. È importante la responsabilizzazione di tutti per il rispetto delle indicazioni e la tutela della salute collettiva. Ci saranno campagne comunicative in tal senso.
  24. Come verranno puliti gli spazi scolastici? Le scuole saranno pulite costantemente in base alle indicazioni fornite dal Comitato Tecnico Scientifico e saranno messi a disposizione prodotti igienizzanti, saponi e quanto necessario per assicurare la tutela della salute. Per questo scopo sono già stati erogati finanziamenti appositi alle istituzioni scolastiche. In base al Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre si dovrà assicurare la pulizia giornaliera e la igienizzazione periodica di tutti gli ambienti, predisponendo un cronoprogramma ben definito, da documentare attraverso un registro regolarmente aggiornato di tutti gli spazi, gli arredi e gli oggetti.
  25. Come avverrà la pulizia e l’igienizzazione degli ambienti e delle attrezzature in caso di presenza di persona con sintomi o con confermata positività al virus? In questo secondo caso occorre tener conto di quanto indicato nella Circolare 5443 del Ministero della  Salute del 22/02/2020: i luoghi e le aree potenzialmente contaminati devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni. Tutte le scuole interessate da questi casi provvederanno a:
    • assicurare quotidianamente le operazioni di pulizia previste dal rapporto ISS COVID-19, n. 19/2020;
    • utilizzare materiale detergente, con azione virucida, come previsto dall’allegato 1 del documento CTS del 28/05/20;
    • garantire la adeguata aerazione di tutti i locali, mantenendo costantemente (o il più possibile) aperti gli infissi esterni dei servizi igienici.
    • sottoporre a regolare detergenza le superfici e gli oggetti (inclusi giocattoli, attrezzi da palestra e laboratorio, utensili vari) destinati all’uso degli alunni.
  26. Quali misure dovranno essere adottate in caso di sospetto caso di Covid, sia esso studente o personale scolastico? Presso l’Istituto Superiore di Sanità, è attivo un tavolo di lavoro per la redazione di un apposito documento operativo, la cui emanazione è prevista entro la metà del mese di agosto 2020, che conterrà indicazioni sulle modalità di risposta a potenziali focolai da COVID-19 dopo la riapertura delle scuole.
    Il Ministero dell’Istruzione, d’intesa con il Ministero del Lavoro e il Ministero per la Pubblica amministrazione e con il coinvolgimento delle OOSS,  fornirà tempestivamente, comunque entro l’inizio del prossimo anno scolastico, indicazioni precise in ordine alle misure da adottare nei confronti dei cosiddetti “lavoratori fragili” nelle istituzioni scolastiche.
  27. Chi sono i lavoratori fragili e chi li individua? Per lavoratori fragili si intendono i lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, anche da patologia COVID-19, o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possono caratterizzare una maggiore rischiosità. L’individuazione del lavoratore fragile è effettuata dal medico competente su richiesta dello stesso lavoratore.
  28. Esistono alunni “fragili”? Sì. Al rientro degli alunni dovrà essere presa in considerazione la presenza di “soggetti fragili” esposti a un rischio potenzialmente maggiore nei confronti dell’infezione da COVID-19. Le specifiche situazioni degli alunni in condizioni di fragilità saranno valutate in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia, fermo restando l’obbligo per la famiglia stessa di rappresentare tale condizione alla scuola in forma scritta e documentata. Lo prevede il Protocollo per la ripresa di settembre.
  29. Il personale scolastico verrà sottoposto a test sierologico? Il personale docente e non docente potrà sottoporsi, su base volontaria e gratuitamente, a uno screening preventivo che prevede due fasi:
    • somministrazione su richiesta del test sierologico;
    • successiva somministrazione obbligatoria del test molecolare a coloro che siano risultati positivi al test sierologico, per escludere un’infezione in atto.

Mancano 20mila aule, dice l’ANP. Per il M5S sono numeri di fantasia. Aprea chiede dati precisi

da La Tecnica della Scuola

Sulla necessità di spazi e di aule non si sono ancora certezze.

Nei giorni scorsi l’Anp aveva parlato di almeno 400mila studenti che – a settembre – potrebbero essere in difficoltà.

Ma nelle ultime ore l’onorevole Gianluca Vacca, capogruppo del M5S in Commissione Cultura alla Camera, è intervenuto per tentare di smontare la versione dell’Associazone Presidi: “Leggiamo cifre fantasiose sul fabbisogno di spazi per le esigenze di distanziamento, che non sono basate su rilevamenti ufficiali e generano un allarmismo di cui non si ha alcun bisogno in questa fase. Il personale scolastico e tanti enti locali stanno facendo un grande sforzo, insieme al ministero dell’Istruzione, affinché gli istituti siano pronti alla ripartenza e studentesse e studenti possano trovare spazi adeguati”.
“Invitiamo tutti – conclude Vacca – alla responsabilità e alla cooperazione, piuttosto che gettare le famiglie nel panico senza alcun presupposto concreto”.

Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp, sentito da noi al telefono chiarisce: “Il dato sulle 20mila aule mancanti è ovviamente una stima calcolata sul dato del 5% della popolazione scolastica con carenza di spazi di cui ha parlato anche lo stesso Ministero. Dato che a noi sembra più che plausibile stando almeno alle segnalazioni che ci arrivano dalle nostre sezioni territoriali. D’altronde le carenze dell’edilizia scolastica, soprattutto nelle regioni del centro sud, sono note da tempo”.
“In ogni caso – 
annuncia Giannelli – proprio a partire da oggi, l’ANP darà avvio ad un monitoraggio nazionale per conoscere con maggior precisione le effettive necessità delle scuole. Per fine settimana potremmo già avere dati oggettivi su cui parlare”.

Sulla questione interviene anche Valentina Aprea, responsabile del Dipartimento Istruzione di Forza Italia:  “Secondo l’ANP mancano ancora 20.000 aule, quasi tutte nelle Aree metropolitane, per l’inizio delle lezioni. Insomma, mentre è già iniziato il conto alla rovescia per l’apertura dell’anno scolastico, molti presidi sono ancora alla ricerca di spazi alternativi per le lezioni”.

“Per la ministra Azzolina – aggiunge la parlamentare di FI – non ci sono problemi e l’anno inizierà regolarmente. Forza Italia chiede di conoscere la reale situazione sui territori e le azioni che intende porre in essere il Governo. In assenza di aiuti reali agli Enti Locali e ai dirigenti, saranno inevitabili doppi turni e riduzione di orari di lezione. A quando la verità sulla macchina organizzativa degli adempimenti amministrativi post Covid? Quando arriveranno i docenti e i bidelli nelle scuole?”.

Ritorno a scuola: domande e risposte. Su sito MI sezione dedicata al rientro di settembre

da Tuttoscuola

Sul sito del Ministero dell’Istruzione è attiva da oggi, 10 agosto, un’apposita sezione con tutti i documenti e i materiali utili per le scuole, per il personale e anche per le famiglie, per la ripresa di settembre e la partenza dell’anno scolastico 2020/2021. Disponibili sulla pagina web, i documenti del Ministero, quelli del Comitato Tecnico-Scientifico per l’emergenza relativi al settore Scuola, i link alle pagine degli Uffici Scolastici Regionali, le risposte alle domande più frequenti pervenute al Ministero.

La sezione sarà costantemente aggiornata: https://www.istruzione.it/rientriamoascuola/index.html

Di seguito le domande e le risposte relative al ritorno a scuola e pubblicate sul sito del MI.

1. Quando si torna a scuola?

Le lezioni riprenderanno per tutte le studentesse e tutti gli studenti il 14 settembre, come previsto dall’Ordinanza firmata dalla Ministra Lucia Azzolina lo scorso 24 luglio. Un numero marginale di Regioni ha deciso di discostarsi da questa data. Dal 1° settembre partono, invece, le attività di integrazione e potenziamento degli apprendimenti per tutte le studentesse e tutti gli studenti che non hanno raggiunto la sufficienza e per coloro che i docenti riterranno proficuo coinvolgere, anche in attività di consolidamento o potenziamento degli apprendimenti.

2. Sarà ancora prevista la didattica a distanza?

Si tornerà in classe e il servizio scolastico sarà erogato con le lezioni in presenza. La didattica digitale potrà essere utilizzata in modo complementare e integrato solo nella scuola secondaria di secondo grado, come previsto nel Piano Scuola 2020/2021 del 26 giugno 2020 e come ribadito nelle Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata. Solo in caso di una nuova sospensione delle attività in presenza, dovuta a motivi emergenziali, si renderà necessario il ricorso alla Didattica digitale integrata per tutti gli altri gradi di scuola.

3. Le lezioni in aula si svolgeranno con la mascherina?

Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza (CTS) si esprimerà nel mese di agosto sull’obbligo di utilizzo della mascherina per gli studenti di età superiore a 6 anni. Per chi ha meno di 6 anni è già previsto che non si debba utilizzarla.

4. È vero che nelle scuole dell’infanzia non sono previste le mascherine?

È vero. Come ricordato anche nel precedente quesito e ribadito nelle Linee guida per il settore 0-6, per i bambini sotto i sei anni non è previsto l’uso delle mascherine che invece saranno indossate dal personale non essendo sempre possibile garantire il distanziamento, vista l’età degli alunni e la loro necessità di movimento. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il verbale n. 94 del Comitato Tecnico Scientifico del 7 luglio 2020.

5. Gli alunni con disabilità dovranno indossare la mascherina?

Se la disabilità non è compatibile con l’uso continuativo della mascherina non dovranno indossarla. Lo ricorda il verbale n. 94 del Comitato Tecnico Scientifico del 7 luglio 2020.
Ad ogni modo le scuole e le famiglie sono invitate a concordare le soluzioni più idonee a garantire le migliori condizioni di apprendimento.

6. Il personale che interagisce con alunni e alunne diversamente abili deve indossare la mascherina?

Per questo personale si potrà prevedere, in aggiunta alla mascherina, l’utilizzo di ulteriori dispositivi di protezione individuali per occhi, viso e mucose, tenendo conto della tipologia di disabilità e di ulteriori indicazioni impartite dalla famiglia dell’alunno/studente o dal medico. Indicazioni in merito sono contenute nel Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre.

7. Se ho la febbre posso andare a scuola?

No. I Protocolli di sicurezza e le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico prevedono l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali.

8. Perché far misurare la temperatura agli alunni a casa e non a scuola?

Perché uno studente che ha la febbre e non sa di averla non deve salire sull’autobus o stare in fila insieme ad altre centinaia di ragazzi davanti alla scuola. Sarebbe un rischio per l’intera comunità.

9. Se una scuola ha qualche dubbio in merito alle misure di sicurezza da adottare a chi si rivolge?

Il Ministero a previsto un help desk, un servizio dedicato per richiedere assistenza e un numero verde 800.90.30.80, attivo dal 24 agosto, dal lunedì al sabato, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, con funzioni di front office, per raccogliere quesiti e segnalazioni sull’applicazione delle misure di sicurezza e fornire assistenza e supporto operativo anche di carattere amministrativo.

10. Le lezioni dureranno sempre 60 minuti?

L’unità oraria può essere flessibile, quindi durare meno di un’ora, per una più efficace organizzazione delle attività didattiche, ma non si perderà neanche un minuto del monte orario previsto. La riduzione dell’unità oraria è già adottata in molte scuole, poiché prevista da più di venti anni dal Regolamento sull’Autonomia scolastica.

11. È vero che si entrerà a scuola alle 7?

No. A meno che, nel caso dei più piccoli, non sia previsto un servizio di pre-scuola a cui le famiglie decidano di aderire. Nel caso dei più grandi le scuole organizzeranno gli ingressi per evitare assembramenti, ma sempre tenendo conto delle esigenze delle famiglie e degli studenti.

12. È vero che il MI ha obbligato le scuole a comprare una tipologia specifica di banco?

No. Il Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza ha indicato il banco monoposto come una delle misure utili per consentire il distanziamento tra gli alunni. Oltre a garantire la sicurezza, l’acquisto dei nuovi banchi permette di rinnovare arredi spesso molto obsoleti. Per questo lo Stato ha deciso di avviare una gara europea, attraverso il Commissario straordinario di Governo, per un acquisto massivo di banchi monoposto. Le scuole hanno potuto scegliere fra quelli tradizionali e quelli innovativi attraverso una apposita rilevazione. Nessuna tipologia di banco è stata imposta.

13. Perché investire soldi solo nei banchi?

Il Governo, da gennaio ad oggi ha stanziato oltre 6 miliardi per la scuola, di cui 2,9 miliardi per la ripresa di settembre. Si sta investendo su edilizia scolastica, arredi, assunzioni di docenti e ATA, igienizzanti e tutto quello che servirà per la ripresa.

14. Ci saranno insegnanti in più per garantire una ripresa in sicurezza?

Sì. Nel Decreto Rilancio sono stati destinati a questo scopo 977 milioni di euro che consentiranno di avere 50 mila tra docenti e ATA in più per la ripresa di settembre. Ogni Ufficio scolastico regionale, che rappresenta il Ministero sul territorio, avrà un proprio budget da utilizzare per assumere personale e sarà data priorità alle esigenze delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo (in particolare la primaria), insomma, ai più piccoli. La Ministra Azzolina ha già firmato l’ordinanza per distribuirlo. Con lo scostamento di bilancio di agosto arriveranno ulteriori risorse.

15. È vero che alla scuola dell’infanzia e primaria assumerete maestri senza laurea?

Intanto si tratta di supplenze, non di assunzioni a tempo indeterminato. Le cattedre necessarie saranno assegnate in via prioritaria a supplenti abilitati, poi, in caso di esaurimento della graduatoria, saranno chiamati coloro che si stanno laureando in Scienze della formazione primaria. Quindi giovani formati, che hanno svolto un tirocinio e che hanno scelto di fare l’insegnante. Già in passato venivano chiamati attraverso la cosiddetta MAD, la “messa a disposizione”, dalle singole scuole.

16. È vero che non ci sarà più la mensa?

Non è vero. La mensa, in quanto esperienza di valorizzazione e crescita costante delle autonomie dei bambini, sarà assicurata prevedendo differenti turni tra le classi. Ove i locali mensa non siano presenti o vengano “riconvertiti” in spazi destinati ad accogliere gruppi/sezioni per l’attività didattica ordinaria, il pasto potrà essere consumato in aula garantendo l’opportuna aerazione e sanificazione degli ambienti e degli arredi utilizzati prima e dopo il consumo del pasto.

17. Saranno garantiti i servizi di pre e post scuola, laddove esistenti?

Sì, questi servizi resteranno, rispettando le indicazioni organizzative generali, come per esempio la necessità di avere attività strutturate per gruppi/sezioni stabili, con i medesimi adulti di riferimento e nel rispetto delle regole previste per la riduzione del contagio.

18. Come avverrà la fase dell’accoglienza per i bambini  e le bambine di tre anni che iniziano a frequentare la scuola dell’infanzia?

La scuola, compatibilmente con gli spazi a disposizione, organizzerà l’accoglienza negli spazi esterni facendo rispettare il distanziamento tra gli adulti e, ove si svolga in ambienti chiusi, curerà la pulizia approfondita e l’aerazione frequente e adeguata  dei locali. L’accesso per l’accompagnamento è previsto solo per un genitore o persona maggiorenne delegata dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale, nel rispetto delle regole generali di prevenzione del contagio, incluso l’uso della mascherina durante tutta la permanenza a scuola. Le stesse indicazioni saranno valide per l’ambientamento.

19. Come saranno organizzati i gruppi nella scuola dell’infanzia?

Ci saranno gruppi/sezioni stabili con l’individuazione per ciascun gruppo del personale educatore, docente e collaboratore, al fine  di semplificare l’adozione delle misure di contenimento conseguenti a eventuali casi di contagio e limitarne l’impatto sull’intera comunità scolastica.

20. Si potranno portare giocattoli da casa?

No, non si potranno portare giocattoli propri. Inoltre, il materiale ludico sarà assegnato in maniera esclusiva a specifici gruppi/sezioni.

21. Ci sarà più personale che assicuri il regolare svolgimento del tempo scuola alla scuola dell’infanzia?

Per garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in presenza, sono previste dotazioni organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili.

22. Il personale sarà preparato per affrontare sia la quotidianità sia le emergenze?

Sì, ciascuna scuola organizzerà la formazione/informazione specifica del personale, ma sono previsti anche momenti di formazione dedicati a genitori e alunni per  responsabilizzarli sulle regole di comportamento e di igiene da assumere.

23. Verrà misurata la temperatura a tutti?

Il Comitato Tecnico Scientifico  non ha reputato opportuna la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso né per gli alunni, né per il personale, ma non potrà accedere alla scuola chi manifesta sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37,5°C. È importante la responsabilizzazione di tutti per il rispetto delle indicazioni e la tutela della salute collettiva. Ci saranno campagne comunicative in tal senso.

24. Come verranno puliti gli spazi scolastici?

Le scuole saranno pulite costantemente in base alle indicazioni fornite dal Comitato Tecnico Scientifico e saranno messi a disposizione prodotti igienizzanti, saponi e quanto necessario per assicurare la tutela della salute. Per questo scopo sono già stati erogati finanziamenti appositi alle istituzioni scolastiche. In base al Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre si dovrà assicurare la pulizia giornaliera e la igienizzazione periodica di tutti gli ambienti, predisponendo un cronoprogramma ben definito, da documentare attraverso un registro regolarmente aggiornato di tutti gli spazi, gli arredi e gli oggetti.

25. Come avverrà la pulizia e l’igienizzazione degli ambienti e delle attrezzature in caso di presenza di persona con sintomi o con confermata positività al virus?

In questo secondo caso occorre tener conto di quanto indicato nella Circolare 5443 del Ministero della  Salute del 22/02/2020: i luoghi e le aree potenzialmente contaminati devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni. Tutte le scuole interessate da questi casi provvederanno a:

  • assicurare quotidianamente le operazioni di pulizia previste dal rapporto ISS COVID-19, n. 19/2020;
  • utilizzare materiale detergente, con azione virucida, come previsto dall’allegato 1 del documento CTS del 28/05/20;
  • garantire la adeguata aerazione di tutti i locali, mantenendo costantemente (o il più possibile) aperti gli infissi esterni dei servizi igienici.
  • sottoporre a regolare detergenza le superfici e gli oggetti (inclusi giocattoli, attrezzi da palestra e laboratorio, utensili vari) destinati all’uso degli alunni.

26. Quali misure dovranno essere adottate in caso di sospetto caso di Covid, sia esso studente o personale scolastico?

Presso l’Istituto Superiore di Sanità, è attivo un tavolo di lavoro per la redazione di un apposito documento operativo, la cui emanazione è prevista entro la metà del mese di agosto 2020, che conterrà indicazioni sulle modalità di risposta a potenziali focolai da COVID-19 dopo la riapertura delle scuole.
Il Ministero dell’Istruzione, d’intesa con il Ministero del Lavoro e il Ministero per la Pubblica amministrazione e con il coinvolgimento delle OOSS,  fornirà tempestivamente, comunque entro l’inizio del prossimo anno scolastico, indicazioni precise in ordine alle misure da adottare nei confronti dei cosiddetti “lavoratori fragili” nelle istituzioni scolastiche.

27. Chi sono i lavoratori fragili e chi li individua?

Per lavoratori fragili si intendono i lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, anche da patologia COVID-19, o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possono caratterizzare una maggiore rischiosità. L’individuazione del lavoratore fragile è effettuata dal medico competente su richiesta dello stesso lavoratore.

28. Esistono alunni “fragili”?

Sì. Al rientro degli alunni dovrà essere presa in considerazione la presenza di “soggetti fragili” esposti a un rischio potenzialmente maggiore nei confronti dell’infezione da COVID-19. Le specifiche situazioni degli alunni in condizioni di fragilità saranno valutate in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia, fermo restando l’obbligo per la famiglia stessa di rappresentare tale condizione alla scuola in forma scritta e documentata. Lo prevede il Protocollo per la ripresa di settembre.

29. Il personale scolastico verrà sottoposto a test sierologico?

Il personale docente e non docente potrà sottoporsi, su base volontaria e gratuitamente, a uno screening preventivo che prevede due fasi:

  • somministrazione su richiesta del test sierologico;
  • successiva somministrazione obbligatoria del test molecolare a coloro che

Nota Ministero Salute 11 agosto 2020, DGPRE 27007

Ministero della Salute
DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA

OGGETTO: Trasmissione documento “Elementi di preparazione e risposta a COVID-19 nella stagione autunno-invernale”