Test sierologici su base volontaria per docenti e ATA

Test sierologici su base volontaria per docenti e ATA: circolare Ministero della Salute

Con nota 8722 del 7 agosto 2020 il Ministero della salute ha trasmesso le indicazioni operative per avviare un programma di test sierologici sull’intero territorio nazionale, destinato al personale docente e ATA delle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido.

La misura di prevenzione, già inserita nell’Ordinanza Ministeriale 17 del 24 luglio 2020 del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, è da effettuarsi su base volontaria in tempo utile a partire dal 24 agosto 2020 e fino alla settimana antecedente l’inizio delle attività didattiche, ma anche dopo per chi prenderà servizio a seguire.

Incaricato dell’esecuzione sarà il medico di medicina generale che ha il personale interessato tra i propri assistiti; in caso di personale privo di medico nel luogo di domicilio lavorativo, il test verrà effettuato presso il Dipartimento di prevenzione della ASL.

Le operazioni coinvolgono, oltre al Ministero dell’Istruzione, anche le Regioni, le province autonome, i Comuni, le ASL, l’Ordine dei medici, le Ragionerie di Stato, i Servizi statistici dei ministeri in una sorta di interscambio nella gestione dei monitoraggi, dei dati e degli esiti.

La nota non riporta indicazioni specifiche per le scuole, dal momento che tutte le operazioni sono previste esternamente ad esse e nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali in ambito sanitario.

IL CRUSCOTTO DELLA MINISTRA

GILDA: IL CRUSCOTTO DELLA MINISTRA, MISSION IMPOSSIBLE

Nel caldo ferragostano il personale delle oltre 8.000 scuole italiane è alle prese con le attività necessarie a far tornare in presenza e in sicurezza le studentesse e gli studenti in tutte le Istituzioni scolastiche dal mese di settembre.

Le difficoltà maggiori le scuole le stanno incontrando nel reperimento degli spazi che dovranno garantire il distanziamento e quindi la riduzione del numero di alunni per classe.

Purtroppo, nonostante le precoci dichiarazioni della ministra, che già il 26 giugno annunciava nel “Piano scuola 2020/2021” la predisposizione di “un cruscotto informativo” che “consentirà di poter definire il distanziamento e di rendere evidente i casi in cui gli spazi non risultino sufficienti” ad oggi, quando mancano 15 giorni alla ripresa delle attività didattiche, non abbiamo alcuna evidenza pubblica  del famoso “Cruscotto” e dei dati che alle scuole servirebbero per definire le misure di sicurezza.

Al contrario registriamo – afferma Rino Di Meglio – coordinatore della Gilda degli Insegnanti che le scuole e gli Enti locali stanno procedendo in modo del tutto autonomo e lamentano i ritardi del ministero.

La Gilda ritiene che reperire gli spazi per contenere il numero degli alunni per classe sia assolutamente necessario se non si vuole ricorrere alla Didattica dell’emergenza, integrata o mista che dir si voglia.

Siamo molto preoccupati – continua Di Meglio – da quanto emerge dagli atti ufficiali del ministero dell’istruzione dai quali risulta chiaro che le preoccupazioni dell’Amministrazione siano orientate alle scuole dell’infanzia e primaria, soprattutto per soddisfare le richieste dei genitori dei più piccoli, perché rivelano una concezione della scuola non come luogo di sapere, ma come centro di accoglienza e assistenza.

La ripresa delle lezioni in presenza dovrebbe essere garantita in tutti gli ordini di scuola e a tutte le studentesse e gli studenti senza alcuna ipotesi di didattica a distanza o mista, tranne che nel caso di un nuovo, non augurabile, lockdown.

Scuola, undici vincitori per la gara dei banchi. Arcuri: “Screening con 2 milioni di test”

da Repubblica

Offerte per 2,6 milioni di pezzi, superiori alla richiesta. Sono raggruppamenti di aziende italiane (soprattutto) ed europee. “Li consegneranno fino alla fine di ottobre e subito nelle zone più colpite dal virus”. Il commissario per l’emergenza: “Cinquantamila litri di igienizzante al giorno”

di CORRADO ZUNINO

ROMA – Ora si sa chi porterà nelle scuole italiane due milioni e mezzo tra banchi e sedie. La gara europea dell’appalto più discusso dell’anno si è chiusa e il commissario per l’emergenza scolastica, Domenico Arcuri, ha dichiarato undici vincitori dei quattordici che avevano presentato l’offerta. Tre raggruppamenti sono rimasti fuori, avevano presentato proposte al di sotto del lotto minimo (200.000 pezzi).

La maggior parte delle imprese è italiana e le aziende si stanno impegnando ben oltre la loro capacità produttiva per portare in classe “dall’8 settembre e fino a tutto ottobre” 2.013.656 banchi e 435.118 sedute innovative, i banchi-sedie con rotelle. Le offerte pervenute, pari a 2,6 milioni, superano la stessa richiesta. Il commissario ha dovuto allungare anche i tempi di consegna, che superano di un mese e mezzo l’inizio dell’anno scolastico (14 settembre).

Il commissario per l’emergenza ricorda, ancora, che ci sarà uno screeningpreventivo: due milioni di test sierologici “volontari e gratuiti” per insegnanti e personale non docente, quindi saranno distribuite undici milioni di mascherine chirurgiche ogni giorno e almeno 50.000 litri di gel igienizzante.

Produzione ripartita in piena estate

“I banchi saranno consegnati secondo una programmazione nazionale”, ha detto Arcuri, “che terrà conto delle necessità degli istituti e della situazione sanitaria dei vari territori. In poche settimane stiamo dando alle scuole un approvvigionamento superiore di dieci volte la loro fornitura annuale”. Gli arredi scolastici saranno consegnati prima là dove, a settembre, sarà più diffuso il contagio. Ogni raggruppamento aziendale avrà un calendario. Le aziende, italiane ed europee appunto, hanno richiamato manovalanza e quadri dalle ferie e riacceso la produzione.

Sull’appalto europeo ci sono state diverse critiche. Lo stesso conmissario ha più volte fatto notare che l’organizzazione della gara si sarebbe potuta fare con due mesi di anticipo, senza correre nel finale.

Francesco Sirianni, responsabile commerciale della Sirianni sas, società calabrese esistente da centodieci anni e che alla vigilia della gara si è consorziato con i più grandi gruppi italiani (Mobilferro, Vastarredo) per garantire ameno una quota del richiesto, racconta: “Siamo stati noi produttori a suggerire al governo, a fine aprile, l’utilizzo del banco singolo, ma la questione è diventata un atto di governo soltnto due mesi dopo. Da lì, è partita la corsa senza fiato a cui stiamo assistendo”.

Una corsa che potrebbe aver abbattuto alcuni paletti. Ancora l’imprenditore: “Ci siamo accorti che il bando è stato rivisto diverse volte e, in generale, è stato tirato da tutte le parti. A gara aperta si è deciso di dimezzare il volume di banchi e sedute richiesti come requisito per partecipare. Inizialmente bisognava aver venduto 400.000 banchi sul territorio nazionale negli ultimi tre anni, poi, quando il commissario Arcuri si è accorto che il limite era troppo alto, l’asticella è scesa a 200.000”.

E ancora: “Non è corretto andare a dire ai giornali e alla tv, sempre a gara aperta, che per portare nelle aule i banchi si useranno l’Esercito o la Protezione civile. I costi di consegna sono una delle voci di spesa più importanti e se l’incarico viene affidato allo Stato, le imprese risparmiano. Chi non ha partecipato alla gara, quando il trasporto era previsto a carico del produttore, potrebbe essersi risentito. La gestione del bando, e dell’intera vicenda banchi, è stata raffazzonata“.

“Bando cambiato in corsa”

Sergio Venturino, amministratore della Know W di Foggia, è rimasto fuori dalla gara. Ora dice: “Troppe pressioni, troppe incongruenze. La ministra Lucia Azzolina è andata in tv a sponsorizzare il banco-sedia con le rotelle prodotto da un’azienda americana, in Cina, senza gli stessi requisiti richiesti ai prodotti europei. Uno degli importatori si è ritirato dalla gara perché il chiasso mediatico lo aveva esposto”.

Federlegno e Assodidattica spiegano che, secondo loro, non era necessario un acquisto di banchi di queste dimensioni: “Con un’accorta sistemazione in classe di banchi tradizionali a due posti e monoposto, sarebbe bastato un ordine della metà. Gli spazi utilizzati sarebbero rimasti gli stessi”. La richiesta avanzata dai produttori, adesso, è quella di non mandare subito al macero i vecchi banchi, che, a fronte di ritardi nelle consegne, potrebbero tornare utili per l’avvio di un difficile anno scolastico.

Il commissario assicura: “Il bando è trasparente e pubblico, andiamo avanti con le consegne”.


Pin Inps addio dal 1° ottobre: si passa a Spid. Cos’è, come richiederlo, documenti utili. Tutte le FAQ

da OrizzonteScuola

Di redazione

Dal 1° ottobre il Pin Inps lascia il passo a Spid, il Sistema Pubblico di identità digitale che permette di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. FAQ – Domande frequenti

Cos’è SPID?

SPID è il sistema di autenticazione che permette a cittadini ed imprese di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti con un’identità digitale unica. L’identità SPID è costituita da credenziali (nome utente e password) che vengono rilasciate all’utente e che permettono l’accesso a tutti i servizi online.

Il tesserino della tessera sanitaria o del codice fiscale costituiscono ulteriori elementi a supporto del processo di verifica dell’identità che concorrono a contrastare, grazie alla verifica dell’autenticità degli stessi su basi dati nazionali non pubbliche, il furto di identità.

Quali documenti mi servono per poter richiedere SPID?

Per richiedere e ottenere le tue credenziali SPID hai bisogno di: un documento di identità italiano (carta di identità, passaporto o patente) in corso di validità e la tua tessera sanitaria (se non la puoi ottenere, ad esempio se sei un italiano residente all’estero, il tesserino del codice fiscale attualmente rilasciato). Ti servirà anche: un indirizzo e-mail e il numero di telefono del cellulare che usi normalmente (anche se non sei tu l’intestatario del contratto).

A chi mi devo rivolgere e cosa devo fare per ottenere SPID?

Per ottenere le tue credenziali SPID devi rivolgerti a Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida. Questi soggetti (detti identity provider) ti offrono diverse modalità per richiedere e ottenere SPID, puoi scegliere quella più adatta alle tue esigenze. Tutte le informazioni su dove e come chiedere le tue credenziali SPID sul sito spid.gov.it/richiedi-spid.

SPID è gratuito?

Si, puoi richiedere gratuitamente le tue credenziali SPID a uno dei soggetti abilitati (Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida).
Aruba, Infocert, Poste, Tim e Lepida oltre alla modalità di erogazione gratuita, offrono anche modalità di registrazione a pagamento. Tutte le informazioni su dove e come chiedere le tue credenziali SPID sul sito spid.gov.it/richiedi-spid.

Esistono anche altre modalità per ottenere SPID?

Si, esiste anche un’altra modalità che prevede l’utilizzo di firma digitale, carta d’identità elettronica (CIE) o carta nazionale dei servizi (CNS) Ricorda che in questo hai bisogno di un lettore di smart card da collegare al computer e che la CIE e la CNS devono essere preventivamente abilitate per l’utilizzo dei servizi online.
Se sei in possesso di CIE, CNS o firma digitale puoi completare la procedura online con Aruba, Infocert, Poste Italiane, Sielte, Tim e Lepida. Se disponi di CNS o firma digitale puoi scegliere anche tra Namirial e Register. Se disponi di firma digitale puoi scegliere Intesa.

Ci sono differenze tra i soggetti a cui posso decidere di richiedere SPID?

Le credenziali SPID rilasciate da Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim e Lepida sono uguali. Puoi scegliere liberamente il soggetto che ti permette di completare la procedura di registrazione in maniera per te più semplice. Ad esempio, per il completamento della registrazione, verifica qual è l’ufficio più vicino a casa tua così potrai risparmiare tempo.

Chi può richiedere SPID?

SPID può essere richiesto da tutti i cittadini italiani o comunque dotati di una carta d’identità e di un codice fiscale italiani in corso di validità, che abbiano compiuto il 18°anno di età.
Solo dal giorno del tuo diciottesimo compleanno è possibile richiedere le credenziali SPID.

Può avere SPID anche un cittadino italiano residente all’estero?

Sì, puoi ottenere l’identità digitale SPID anche se sei residente all’estero.

Puoi richiederla a uno degli Identity provider indicati sul sito SPID nella pagina https://www.spid.gov.it/richiedi-spid che coprono l’area geografica di tuo interesse rappresentata dalle icone icona Mondo(Mondo), icona Unione Europea(Unione europea).

Per ottenerla devi semplicemente fornire: il tuo numero di cellulare, anche se il tuo abbonamento è sottoscritto con un operatore mobile estero, un indirizzo e-mail, un documento di identità italiano valido tra cui carta di identità, passaporto, patente e un documento che certifichi il tuo codice fiscale.

Tutte le informazioni su dove e come chiedere le tue credenziali SPID nella pagina Richiedi SPID.

Come vengono trattati i dati che fornisco per richiedere SPID?

I dati personali che comunicherai a Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida per richiedere SPID, non verranno utilizzati a scopo commerciale.
Gli Identity Provider non possono utilizzare i dati personali dell’utente né cederli a terze parti senza autorizzazione da parte dell’utente stesso. Al momento della registrazione dovranno essere esplicitamente distinti i dati necessari all’ottenimento dell’identità digitale SPID dalle ulteriori informazioni – non obbligatorie – che il gestore di identità potrà eventualmente richiedere. L’Agenzia per l’Italia Digitale vigila sul rispetto delle norme in collaborazione con il Garante per la Privacy, sia per ciò che concerne l’attività degli identity provider, sia per quanto riguarda i servizi messi a disposizione da pubbliche amministrazioni e privati.
Con SPID la tua privacy è totalmente garantita.

Qual è la differenza tra SPID e la Carta Nazionale dei Servizi?

I due strumenti hanno usi e scopi in parte diversi e in questa prima fase di implementazione del sistema SPID coesisteranno.
A differenza della Carta Nazionale dei Servizi – che non è completamente dematerializzata – per l’uso dell’identità SPID non è necessario alcun lettore di carte e può essere utilizzata in diverse modalità (da computer fisso o da mobile).

Tutte le FAQ

Inps, il Pin va in pensione: dal 1° ottobre si passa a Spid. Come avviene il passaggio [GUIDA e VIDEO]

ATA, lavoro agile ma non per tutti. Collaboratori scolastici a scuola non più solo per attività indifferibili

da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

Come prosegue il lavoro per il personale ATA con la proroga dello stato di emergenza? I collaboratori scolastici a scuola non più solo per attività urgenti e indifferibili. Ecco perché

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 18 luglio 2020 è stata pubblicata la legge n. 77 di conversione del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto “Rilancio”), recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Con l’art. 263 – “Disposizioni in materia di flessibilità del lavoro pubblico e di lavoro agile” – viene richiesto alle amministrazioni pubbliche di adeguare l’operatività di tutti gli uffici alle esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali, e, dall’altro, di organizzare il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, applicando il lavoro agile, al 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità.

La circolare n. 3 del 24 luglio 2020 del Ministero della Pubblica Amministrazione sottolinea in particolare:

  • presenza del personale nei luoghi di lavoro non più correlata alle attività ritenute indifferibili ed urgenti;
  • superamento dell’istituto dell’esenzione dal servizio.

La disposizione in esame – precisa la circolare – consente quindi alle amministrazioni di prevedere il rientro in servizio anche del personale fino ad oggi non adibito a queste ultime. Tra queste rientrano le attività dei collaboratori scolastici, le cui attività non possono essere svolte a distanza come invece quelle degli assistenti amministrativi.

Proroga stato emergenza e ATA

Si ricorda che lo stato di emergenza epidemiologica è stato prorogato al 15 ottobre 2020 (decreto n. 83 pubblicato in GU il 30/07/2020). E a tal proposito si cita la nota n. 622 del 1 maggio 2020 che ha disciplinato il lavoro agile e limitato la presenza del personale a scuola solo per attività indifferibili per tutta la durata dello stato di emergenza.

Collaboratori scolastici a scuola

In attesa di indicazioni specifiche per la scuola soprattutto per il personale ATA, la proroga dello stato di emergenza va quindi armonizzata con ciò che è stato stabilito dalla circolare Pa del 24 luglio. La presenza dei collaboratori scolastici a scuola non è più correlata alle attività ritenute indifferibili ed urgenti. Contemporaneamente, esaurite le ferie e altri permessi, i CS non possono più essere esonerati dal servizio per Covid.
La presenza dei collaboratori scolastici a scuola viene altresì confermata dalla richiesta di più unità per il rientro a settembre, specialmente per ciò che riguarda la vigilanza e la pulizia degli ambienti, in previsione di ingressi scaglionati e rispetto delle misure anti Covid.

Ministero: “Bene gara banchi, Stato finalmente investe su arredi”

da OrizzonteScuola

Di redazione

Comunicato Ministero – Il Ministero dell’Istruzione esprime soddisfazione per l’esito della gara europea per i banchi monoposto comunicato questa sera dal Commissario straordinario di Governo.

Un risultato ottenuto in tempi brevissimi e in condizioni di emergenza. Per la prima volta lo Stato investe massicciamente per rinnovare gli arredi scolastici, spesso obsoleti. Un intervento che va anche oltre lo stato di emergenza e che resterà alla scuola per gli anni a venire.

Il Ministero ricorda poi che la macchina amministrativa è al lavoro a pieno regime, anche in questi giorni, per garantire la ripresa di settembre in presenza e in sicurezza.

Ritorno in classe, l’affondo del virologo Galli: “Altro che banchi, a scuola servono presidi sanitari”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

L’infettivologo Massimo Galli, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, lancia l’affondo contro i banchi singoli e il suo utilizzo nelle prossime settimane a scuola.

A Timeline, su Sky Tg24, Galli afferma: “Dobbiamo essere capaci di controllare la situazione a scuola. Il distanziamento tra i bambini e anche tra i ragazzi è veramente complesso da realizzare in maniera completa ed efficace. Non credo nei banchi come soluzione, vista anche la nostra miserevole edilizia scolastica e i limitati spazi di cui disponiamo. Credo che si debba, invece, ripristinare dei presidi  sanitari a scuola”.

“Meglio investire su rifare i tetti che in tutti questi banchi”, ragiona. Per l’esperto servono “presidi sanitari”“prendere la  misurazione delle febbre dei ragazzini, avere in mano la scheda  sanitaria dei ragazzini, perché farla costa meno ed è meno faticoso di fare i banchi, per avere la possibilità di seguire le loro condizioni  fisiche. Nei Paesi civili si vaccinano per l’influenza anche i  bambini, ma da noi no, e questo punto andrebbe preso in considerazione
per togliere di mezzo almeno la metà delle sindromi febbrili che i  ragazzi e i bambini hanno nei mesi invernali”.

“Andare a trovare i  medici e gli assistenti sanitari per questa operazione non è impossibile – conclude Galli – e questo potrebbe essere uno strumento  veramente importante, non solo per il discorso del Covid”.

Sul vaccino dice: “L’obbligatorietà è uno strumento per raggiungere l’immunità di gregge, quindi si deve definire in primo luogo quante persone devono essere vaccinate in una popolazione perché tutta la popolazione sia protetta e poi si deve perseguire questo  obiettivo e per perseguirlo può essere necessario imporre  un’obbligatorietà alla vaccinazione. Parlare  oggi di obbligatorietà del vaccino non ha senso compiuto perché il  vaccino non c’è e quando ne avremo un certo numero di dosi le avremo  probabilmente all’inizio contingentate per determinati gruppi di popolazione”.

Concorso ordinario scuola: quale normativa scolastica per la prova preselettiva?

da La Tecnica della Scuola

Il trentuno luglio si sono chiuse le iscrizioni per partecipare al concorso ordinario per il reclutamento dei docenti nei tre gradi di scuola: infanzia, primaria e secondaria.

Per prepararsi al concorso docenti al meglio e affrontare la prova preselettiva che sfoltirà la platea di partecipanti, bisognerà avere dimestichezza, tra le altre cose, con le questioni normative che ammonteranno a 10 quesiti su 60 per la scuola secondaria; e a 10 su 50 per la scuola dell’infanzia e primaria.

Prova computer-based

La prova, computer-based, sarà unica per tutto il territorio nazionale e prevede un quesito a risposta multipla con quattro opzioni di scelta, delle quali una sola è la risposta corretta. È importante avere chiaro che la risposta corretta vale un punto e quella errata o non data zero punti, ragion per cui tentare comunque di dare una risposta al quesito, anche quando non si fosse certi della risposta, potrebbe essere la cosa giusta da fare, dato che nella peggiore delle ipotesi non si conseguirebbe un punto in più, ma non se ne avrebbe uno in meno.

La preselezione comporterà competenze non solo di tipo tecnico, strettamente correlate all’argomento, ma competenze di tipo cognitivo e metacognitivo, di riflessione sulle strategie risolutive, sulle procedure, sulla consegna in termini di tipologia di quesito, sull’organizzazione efficiente del tempo e non ultima sulla gestione delle emozioni in situazione di stress.

In altre parole, prepararsi al concorso docenti significa comprendere che dietro al compito cui i futuri insegnanti saranno sottoposti, c’è uno schema di lavoro cognitivo ed emotivo. Esercitarsi sui contenuti e nel contempo sul modello è la sola opzione possibile per superare la prova e accedere alla successiva fase concorsuale. Dunque prepararsi sulla normativa e sulle questioni di metodo/strategia.

Contenuti normativi

Dunque quale normativa scolastica da studiare per la preselettiva?

Sebbene la batteria ufficiale dei quesiti alla quale attingere per esercitarsi sarà resa nota solo venti giorni prima della prova, quanto ai contenuti tecnico-normativi, dall’allegato A del bando si evince l’importanza del lavoro sui nuclei e sulle parole chiave dei diversi interventi legislativi al fine di favorire da una parte la memorizzazione degli argomenti, dall’altra una riflessione critica sull’intervento legislativo in questione. Grande attenzione va prestata alle questioni normative legate all’inclusione scolastica, il che significa disabilità ma anche intercultura e disturbi specifici di apprendimento. Altre questioni:

  • regolamenti in fatto di autonomia scolastica;
  • indicazioni nazionali per il curricolo;
  • norme vigenti per la valutazione degli alunni;
  • certificazione delle competenze e altro.

Diplomati magistrale, il Ministero preannuncia i depennamenti

da La Tecnica della Scuola

Non si è fatta attendere la risposta del Ministero ai dubbi che circolavano negli ultimi giorni circa l’applicabilità dell’art.399 comma 3-bis del D.Lvo 297/94 ai docenti inseriti con riserva in Gae ed eventualmente immessi in ruolo – sempre con riserva – in occasione delle imminenti operazioni di assunzione.

La decadenza da ogni graduatoria

In particolare, la citata disposizione normativa prevede che “L’immissione in ruolo comporta, all’esito positivo del periodo di formazione e di prova, la decadenza da ogni graduatoria finalizzata alla stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato per il personale del comparto scuola, ad eccezione di graduatorie di concorsi ordinari, per titoli ed esami, di procedure concorsuali diverse da quella di immissione in ruolo”.

Orbene, a scanso di equivoci, con nota prot.24335 dell’11 agosto, la Direzione Generale per il Personale Scolastico del Ministero dell’Istruzione ha precisato che la predetta disposizione trova applicazione, in assenza di un’espressa – diversa – disposizione normativa, anche nei confronti del personale iscritto, con riserva, nelle graduatorie utili ai fini dell’immissione in ruolo e, pertanto anche nei confronti del personale in possesso di diploma magistrale, iscritto nelle graduatorie ad esaurimento con riserva, per effetto di provvedimenti giurisdizionali favorevoli ed immesso in ruolo con clausola risolutiva espressa.

L’ostilità continua

Si tratta, a ben vedere, dell’ennesima dimostrazione di evidente ostilità del Ministero nei confronti dei diplomati magistrale, oltre che di una evidente errata applicazione della legge.

E’ innegabile infatti, che proprio nei confronti di coloro i quali sono assunti “con riserva” non può trovare applicazione una disposizione che prevede un depennamento definitivo da tutte le altre graduatorie, togliendo ogni residua chance lavorativa.

La contraddizione

Peraltro, come avevamo già evidenziato, la stessa OM 60/2020 di costituzione delle GPS ha consentito ai diplomati magistrale immessi in ruolo con riserva, di essere inseriti nelle GPS (“i soggetti immessi in ruolo con riserva possono fare domanda di inclusione nelle corrispettive GPS. L’inclusione diviene effettiva all’esito del relativo contenzioso, qualora lo stesso porti alla risoluzione del contratto a tempo indeterminato”).

Risulta quindi palesemente illogica e contraddittoria la posizione assunta dal Ministero sul punto e, certamente, sarà causa di ulteriore contenzioso.

I nuovi banchi saranno consegnati entro fine ottobre. I fornitori: ne bastavano molti di meno

da La Tecnica della Scuola

La procedura di affidamento per la fornitura di nuovi banchi è stata avviata, con la firma di 11 contratti con altrettante aziende o raggruppamenti di imprese.

Come era facilmente prevedibile, nonostante le certezze manifestate dal Commissario Domenico Arcuri e dallo stesso Ministero, i banchi non potranno essere consegnati entro i primi giorni di settembre come era stato annunciato.
Secondo le notizie diffuse dallo stesso Commissario le prime consegne saranno effettuate in concomitanza con l’inizio delle lezioni e si concluderanno, nella migliore delle ipotesi, per fine ottobre.

Intanto gli esperti del Ministero hanno dovuto considerare il problema dello smaltimento dei banchi sostituiti: si tratta di più di 2 milioni e mezzo di pezzi, qualcosa come 10mila tonnellate di materiale; inizialmente sembrava che lo smaltimento dovesse essere a cura delle aziende fornitrici ma adesso è stato chiarito che di questa operazione si occuperanno Comuni e Città metropolitane.

Il Commissario ha fatto anche sapere che a partire da fine agosto prenderà avvio uno screening preventivo rivolto a docenti e personale Ata con 2 milioni di test sierologici volontari e gratuiti.

A partire da settembre alle scuole verranno fornite 11 milioni di mascherine chirurgiche e 50mila litri di gel igienizzante al giorno.

Il commissario per l’emergenza ricorda, ancora, che ci sarà uno screening preventivo: due milioni di test sierologici “volontari e gratuiti” per insegnanti e personale non docente, quindi saranno distribuite undici milioni di mascherine chirurgiche ogni giorno e almeno 50.000 litri di gel igienizzante.

Intanto, secondo quanto riporta il sito di Repubblica, Federlegno e Assodidattica affermano che, secondo loro, non era affatto necessario un acquisto di banchi di questa dimensione: “Con un’accorta sistemazione in classe di banchi tradizionali a due posti e monoposto – sostengono – sarebbe bastato un ordine della metà. Gli spazi utilizzati sarebbero rimasti gli stessi”.

Diplomati magistrale e immissioni in ruolo con riserva

da La Tecnica della Scuola

Anche in occasione delle operazioni di immissione in ruolo per il prossimo anno scolastico 2020/2021, i docenti inseriti in Gae con riserva in virtù di provvedimenti cautelari emessi nei procedimenti giudiziari riguardanti i diplomati magistrale, potranno essere assunti a tempo indeterminato “con riserva”.

Dopo le due note pronunce dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, salvo improvvisi sviluppi, l’esito dei giudizi pendenti sarà molto probabilmente negativo, con il conseguente depennamento dalle Gae e la risoluzione degli eventuali contratti a tempo indeterminato stipulati.

In questi giorni, dopo la pubblicazione delle istruzioni operative allegate al DM 91 dell’8 agosto, si è diffusa una certa apprensione nei ricorrenti che, in base alla collocazione in Gae, seppur con riserva, si trovano in posizione utile per l’immissione in ruolo.

 

La preoccupazione deriva dalle previsioni dell’art.399 comma 3-bis del D.Lvo 297/94, a mente del quale “L’immissione in ruolo comporta, all’esito positivo del periodo di formazione e di prova, la decadenza da ogni graduatoria finalizzata alla stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato per il personale del comparto scuola, ad eccezione di graduatorie di concorsi ordinari, per titoli ed esami, di procedure concorsuali diverse da quella di immissione in ruolo”.

Sul punto, in merito ai soggetti inseriti con riserva nelle graduatorie preordinate alle immissioni in ruolo a seguito di contenzioso, le istruzioni operative sulle immissioni in ruolo per l’a.s. 2020/2021 raccomandano una immediata esecutività delle eventuali sentenze relativamente alle sole graduatorie per cui è causa.

Le note precisano che “Nei casi di giudizio pendente, in ragione dei singoli PQM, si darà luogo all’immissione in ruolo con riserva, ove detti dispositivi garantiscano la relativa utilità, ovvero all’accantonamento dei posti in attesa del giudicato”.

In linea più generale, e quindi con riferimento a tutti gli aspiranti, anche quelli inseriti a pieno titolo in Gae, le note poi precisano che “L’accettazione, riferita al medesimo anno scolastico, di una proposta di assunzione a tempo indeterminato su posto di sostegno o posto comune consente di accettare, per lo stesso anno scolastico, ulteriori proposte di assunzione a tempo indeterminato. La rinuncia a una proposta di assunzione comporta la cancellazione immediata dalla relativa e specifica graduatoria per il posto/classe di concorso cui si è rinunciato”.

Ciò posto, con particolare riferimento ai diplomati magistrale inseriti in Gae con riserva, che dovessero essere immessi in ruolo nelle imminenti operazioni, a nostro parere, considerato che l’assunzione verrebbe effettuata “con riserva” e verrebbe revocata in seguito a decisione negativa sul ricorso pendente, la previsione di cui al citato art.399 comma 3-bis del D.Lvo 297/94 che prevede la cancellazione (dopo il superamento dell’anno di prova) da tutte le graduatorie (comprese le Gps) non dovrebbe trovare applicazione nei loro riguardi.

Una corretta interpretazione della disposizione di cui trattasi impone, infatti, di tenere conto della clausola di riserva che verrebbe apposta al contratto a tempo indeterminato, rendendo quindi “provvisoria” l’assunzione e suscettibile di revoca in caso di esito sfavorevole del ricorso pendente.

A conferma di detta tesi, si pone peraltro la possibilità riconosciuta dall’OM 60/2020 ai diplomati magistrale immessi in ruolo con riserva di essere inseriti nelle GPS (“i soggetti immessi in ruolo con riserva possono fare domanda di inclusione nelle corrispettive GPS. L’inclusione diviene effettiva all’esito del relativo contenzioso, qualora lo stesso porti alla risoluzione del contratto a tempo indeterminato”).

Pertanto, se i docenti già immessi in ruolo con riserva hanno potuto chiedere l’inserimento nelle GPS, sarebbe illogico e contraddittorio depennare i nuovi immessi in ruolo con riserva.

Qualora poi l’amministrazione dovesse comunque procedere al depennamento da tutte le altre graduatorie, ivi comprese quelle del concorso straordinario del 2018 e le Gps, a nostro parere detto depennamento dovrebbe ritenersi illegittimo e andrebbe contestato nelle sedi competenti.

Rientro a scuola, lezioni di durata anche inferiore ai 60 minuti: non è vero che si entrerà a scuola alle 7

da La Tecnica della Scuola

L’unità oraria può essere flessibile, quindi durare meno di un’ora, per una più efficace organizzazione delle attività didattiche, ma non si perderà neanche un minuto del monte orario previsto.

A metterlo nero su bianco è proprio il Ministero dell’Istruzione, che con la faq n. 10, pubblicata sulla pagina Rientriamo a scuola, risponde alla domanda: “Le lezioni dureranno sempre 60 minuti?”

In realtà, precisa sempre il M.I., la riduzione dell’unità oraria non è una novità, in quanto è già adottata in molte scuole, poiché prevista da più di venti anni dal Regolamento sull’Autonomia scolastica.

È vero che si entrerà a scuola alle 7?

A quest’altra domanda risponde negativamente sempre il Ministero con la faq n. 11. “A meno che, nel caso dei più piccoli, non sia previsto un servizio di pre-scuola a cui le famiglie decidano di aderire” precisa.

Nel caso dei più grandi invece saranno le scuole ad organizzare gli ingressi per evitare assembramenti, ma sempre tenendo conto delle esigenze delle famiglie e degli studenti.

E i servizi di pre e post scuola?

Questi servizi resteranno, precisa il M.I. con la faq 17, rispettando le indicazioni organizzative generali, come per esempio la necessità di avere attività strutturate per gruppi/sezioni stabili, con i medesimi adulti di riferimento e nel rispetto delle regole previste per la riduzione del contagio.

Privacy, non si possono pubblicare sul sito della scuola i nomi degli studenti distinti per classe

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’istruzione torna ad occuparsi di privacy e lo fa con una FAQ, pubblicata nell’area dedicata al ritorno a scuola a settembre.

La FAQ è la n. 30:

Le istituzioni scolastiche possono pubblicare sul proprio sito web istituzionale i nominativi degli studenti distinti per classe?

Il M.I risponde che la la diffusione dei dati relativi alla composizione delle classi sul sito web istituzionale non è consentita in quanto, secondo l’art.2-ter del Codice in materia di protezione dei dati personali, la diffusione dei dati personali è lecita solo se disposta espressamente da una norma di legge o, nei casi previsti dalla legge, di regolamento.

Pertanto, le istituzioni scolastiche che intendano garantire in via preventiva la conoscibilità di tali dati dovranno utilizzare modalità idonee ad assicurare la tutela dei dati personali e i diritti degli interessati.

Comunicazione tramite mail, con alcuni accorgimenti

I nominativi degli studenti distinti per classe potranno essere resi noti per le classi prime delle scuole di ogni ordine e grado,tramite apposita comunicazione all’indirizzo e-mail fornito dalla famiglia in fase di iscrizione all’a.s. 2020-2021, mentre per le classi successive, ove ritenuto necessario, l’elenco degli alunni potrà essere reso disponibile nell’area documentale riservata del registro elettronico a cui accedono tutti gli studenti della classe di riferimento.

In caso di comunicazione tramite e-mail, dovrà essere prestata particolare attenzione a inviare la stessa a ciascun destinatario con un messaggio personalizzato oppure a inviarla utilizzando il campo denominato“copia conoscenza nascosta” (ccn) al fine di non divulgare gli indirizzi e-mail forniti dalle famiglie.

Inoltre, si raccomanda di predisporre uno specifico “disclaimer”con cui si evidenzia che i predetti dati personali non possono essere oggetto di comunicazione o diffusione (ad esempio mediante la loro pubblicazione su blog o su social network).

Tabelloni a scuola: attenti agli assembramenti

Il M.I. fa presente che secondo una prassi ormai consolidata è consentita la pubblicazione al tabellone esposto nella bacheca scolastica dei nominativi degli studenti distinti per classe. In relazione all’avvio del prossimo anno scolastico, al fine di evitare assembramenti e garantire le necessarie misure di sicurezza e distanziamento, il dirigente scolastico predispone una calendarizzazione degli accessi ai tabelloni dell’istituzione scolastica e ne dà preventiva comunicazione alle famiglie degli alunni.

Tale modalità di pubblicazione del tabellone in relazione al prossimo anno scolastico dovrebbe essere adottata in via residuale solo qualora l’istituzione scolastica sia sprovvista di registro elettronico o sia impossibilitata ad utilizzare strumenti di comunicazione telematica dei dati.

Riportare solo i nominativi

In tutti i casi gli elenchi relativi alla composizione delle classi, resi disponibili con le modalità sopra indicate,devono contenere i soli nominativi degli alunni e non devono riportare informazioni relative allo stato di salute degli studenti o altri dati personali non pertinenti (es. luogo e data di nascita, ecc.).

Tempo massimo di pubblicazione: 15 giorni

Sia in caso di pubblicazione nel registro elettronico sia nel caso di pubblicazione attraverso i tabelloni esposti nella bacheca scolastica, il dirigente scolastico definisce il tempo massimo di pubblicazione che comunque non deve eccedere 15 giorni.

Concorso straordinario secondaria: oltre 64 mila domande di partecipazione

da Tuttoscuola

Sono oltre 64 mila le domande di partecipazione inoltrate per la procedura straordinaria per l’immissione in ruolo di docenti per la scuola secondaria di I e II grado. I termini per la presentazione delle istanze si erano aperti l’11 luglio scorso e si sono conclusi alle 23.59 di lunedì 10 agosto. I posti a bando sono 32.000.

Complessivamente le domande inoltrate sono state 64.563. Nel 67,7% dei casi i candidati sono di sesso femminile, il restante 32,3% è di sesso maschile.

Con riferimento all’età delle candidate e dei candidati, la quota più alta, il 43,9%, pari a 28.371 candidati, rientra nella fascia di età 31-40 anni. Il 35,2% dei candidati ha un’età fra i 41 e i 50 anni (22.733), il 13,8% ha più di 50 anni (8.918), il 7% ha un’età fino a 30 anni (4.541).

Le Regioni per le quali sono state presentate più domande sono la Lombardia (12.385), la Toscana (5.923) e l’Emilia Romagna (5.824).

Rispetto alla distribuzione sul territorio nazionale, il 41,05% delle candidate e dei candidati proviene dal Nord, il 39,18% dal Sud e dalle Isole, il 19,76% dal Centro, lo 0,01% dall’Estero. Analizzando la provenienza regionale delle candidate e dei candidati, il maggior numero proviene dalla Lombardia (9.347, pari al 14,5%), dalla Campania (7.382, pari all’11,4%), dalla Sicilia (5.607, pari all’8,7%).

Leggi i dati completi

Ritorno a scuola: 18 cose a cui i genitori dovrebbero pensare per un rientro in sicurezza

da Tuttoscuola

Le check list aiutano a portare correttamente a termine procedure complicate, evitando che una sola persona debba “tenere tutto nella sua testa”. Soprattutto sotto pressione, chiunque può dimenticare o sbagliare qualcosa. Perciò una check list ben fatta aiuta ad essere meglio pronti a ciò che accade e a ciò che potrebbe accadere, per quanto umanamente prevedibile. Per aiutare le famiglie ad orientarsi nella complessa prospettiva del rientro a scuola in sicurezza, l’USR Emilia Romagna ha predisposto una possibile check list (indicativa) di compiti “dal punto di vista delle famiglie”.

Leggi la check list integrale predisposta dall’USR Emilia Romagna

1. Misura la temperatura

Controlla tuo figlio ogni mattina per evidenziare segni di malessere. Se ha una temperatura superiore a 37,5 gradi o superiore, non può andare a scuola.

2. Controlla che il bambino stia bene

Assicurati che non abbia mal di gola o altri segni di malattia, come tosse, diarrea, mal di testa, vomito o dolori muscolari. Se non è in buona salute non può andare a scuola.

3. Niente scuola se il bambino ha avuto contatti con casi positivi

Se ha avuto contatto con un caso COVID-19, non può andare a scuola. Segui con scrupolo le indicazioni della Sanità sulla quarantena.

4. Informa la scuola su chi deve contattare

Se non lo hai già fatto, informa la scuola su quali persone contattare in caso tuo figlio non si senta bene a scuola: Nomi, Cognomi telefoni fissi o cellulari, luoghi di lavoro, ogni ulteriore informazione utile a rendere celere il contatto.

5. Attenzione all’igiene

A casa, pratica e fai praticare le corrette tecniche di lavaggio delle mani, soprattutto prima e dopo aver mangiato, starnutito, tossito, prima di regolare la mascherina e spiega a tuo figlio perché è importante. Se si tratta di un bambino, rendilo divertente.

6. Procura bottigliette con il nome

Salvo che la scuola non adotti la distribuzione di acqua in bottigliette, procura a tuo figlio una bottiglietta di acqua identificabile con nome e cognome. Anche se preleva la bottiglietta d’acqua dal distributore a scuola deve provvedere a scrivervi il proprio nome e cognome (con pennarello indelebile oppure apponendo etichette preparate a casa).

7. Insegna l’importanza della routine

Sviluppa le routine quotidiane prima e dopo la scuola, ad esempio stabilendo con esattezza le cose da mettere nello zaino per la scuola al mattino (come disinfettante personale per le mani e una mascherina in più) e le cose da fare quando si torna a casa ( lavarsi le mani
immediatamente, dove riporre la mascherina a seconda che sia monouso o lavabile; …)

8. Parla con tuo figlio delle precauzioni da prendere a scuola:

–  Lavare e disinfettare le mani più spesso.
– Mantenere la distanza fisica dagli altri studenti.
– Indossare la mascherina.
– Evitare di condividere oggetti con altri studenti, tra cui bottiglie d’acqua, dispositivi, strumenti di scrittura, libri…

9. Parla con la scuola

Informati su come la scuola comunicherà alle famiglie un eventuale caso di contagio da COVID-19 e sulle regole che in questi casi verranno seguite.

10. Pensa ai trasporti

Pianificare e organizzare il trasporto di tuo figlio per e dalla scuola:

–  Se tuo figlio utilizza un mezzo pubblico (treno, autobus, trasporto scolastico) preparalo ad indossare sempre la mascherina e a non toccarsi il viso con le mani senza prima averle prima disinfettate. Se è piccolo, spiegagli che non può mettersi le mani in bocca. Accertati che abbia compreso l’importanza di rispettare le regole da seguire a bordo (posti a sedere, posti in piedi, distanziamenti, … Queste regole devono essere comunicate da chi organizza il trasporto pubblico).
–  Se va in auto con altri compagni, accompagnato dai genitori di uno di questi, spiegagli che deve sempre seguire le regole: mascherina, distanziamento, pulizia delle mani.

11. Dai il buon esempio

Rafforza il concetto di distanziamento fisico, di pulizia e di uso della mascherina, dando sempre il buon esempio.

12. Informati sulle regole adottate dalla scuola

Per esempio quelle per l’educazione fisica e le attività libere (come la ricreazione) e sulle regole della mensa, in modo da presentarle a tuo figlio e sostenerle, chiedendogli di rispettarle con scrupolo.  Chiedi le modalità con la tua scuola intende accompagnare gli studenti, affinché seguano le pratiche per ridurre la diffusione di COVID-19, anche in questo caso per preparare tuo figlio a seguirle.

13. Tieni a casa una scorta di mascherine per poterle cambiare ogni volta che sia necessario.

Fornisci a tuo figlio una mascherina di ricambio nello zaino, chiusa in un contenitore. Se fornisci mascherine riutilizzabili, fornisci anche un sacchetto dentro cui riporre quella usata per portarla a casa per essere lavata. Se usi mascherine di cotone riutilizzabili, esse devono:

–  coprire naso e bocca e l’inizio delle guance
–  essere fissate con lacci alle orecchie
–  avere almeno due strati di tessuto
–  consentire la respirazione
– essere lavabili con sapone a mano o in lavatrice ed essere stirate (il vapore a 90° è un ottimo disinfettante naturale e senza  controindicazioni).

Se fornisci a tuo figlio delle mascherine di stoffa, fai in modo che siano riconoscibili e non possano essere confuse con quelle di altri allievi.

14. Allena tuo figlio a togliere e mettere la mascherina toccando soltanto i lacci

15.  Spiega a tuo figlio che a scuola potrebbe incontrare dei compagni che non possono mettere la mascherina.

Di conseguenza lui deve mantenere la distanza di sicurezza, deve tenere la mascherina e seguire le indicazioni degli insegnanti. Prendi in considerazione l’idea di fornire a tuo figlio un contenitore (ad es. un sacchetto richiudibile etichettato) da portare a scuola per riporre la mascherina quando mangia; assicurati che sappia che non deve appoggiare la mascherina su qualsiasi superficie, né sporcarla.

16. Se hai un bambino piccolo, preparalo al fatto che la scuola avrà un aspetto diverso

Ad es. banchi distanti tra loro, insegnanti che mantengono le distanze fisiche, possibilità di stare in classe a pranzo).

17. Parla con tuo figlio

Dopo il rientro a scuola informati su come vanno le cose e sulle interazioni con compagni di classe e insegnanti. Scopri come si sente tuo figlio e se si sente spiazzato dalle novità. Aiutalo ad elaborare eventuali disagi; se ti segnala comportamenti non adeguati da parte di altri allievi, parlane subito con gli insegnanti e con il Dirigente Scolastico. Fai attenzione a cambiamenti nel comportamento come eccessivo pianto o irritazione, eccessiva preoccupazione o tristezza, cattive abitudini alimentari o del sonno, difficoltà di
concentrazione, che possono essere segni di stress e ansia. Però attenzione a non essere tu a trasmettere stress e ansia o preoccupazioni oltre misura.

18. Partecipa alle riunioni scolastiche, anche se a distanza

Essere informato e connesso può ridurre i tuoi sentimenti di ansia e offrirti un modo per esprimere e razionalizzare eventuali
tue preoccupazioni.

Per adattare e completare la check list allegata è indispensabile che scuole e famiglie stabiliscano uno stretto rapporto. Solo le reciproche e differenziate competenze di docenti e genitori, infatti, possono consentire di affrontare più compiutamente il problema trattato, della riduzione del rischio di contagio degli studenti. Per fortuna, in questo senso, i mezzi di comunicazione oggi consentono contatti mediati che non impegnano alla presenza né a tempi vincolati: comunicazioni sul registro elettronico possono essere lette anche a sera dopo il lavoro. Le riunioni possono avvenire a distanza.

Completare le check list per le famiglie è quindi compito interrelato delle famiglie stesse e delle scuole; in questo modo sarà anche più facile individuare eventuali punti deboli nella progettazione della sicurezza: più occhi e diversi punti di vista consentono di avere un quadro più dettagliato e aderente alla realtà effettiva delle cose.