Avviata la pubblicazione delle graduatorie dei supplenti

Scuola, avviata la pubblicazione delle graduatorie dei supplenti: le nomine entro il 14 settembre. Insensato parlare di caos: su oltre 1,9 milioni di domande pochissime segnalazioni, tutte in via di risoluzione

È in corso la pubblicazione, da parte degli Uffici territoriali del Ministero dell’Istruzione, delle Graduatorie provinciali per le supplenze, da quest’anno interamente digitalizzate. Una novità che consentirà nomine più rapide e che ha permesso, in sede di valutazione delle domande presentate, di rilevare subito eventuali anomalie e dichiarazioni nulle.
Le richieste di inserimento sono state presentate dal 22 luglio al 6 agosto.
Sono oltre 753 mila gli aspiranti che hanno chiesto l’iscrizione nelle graduatorie, per un totale di 1.938.928 domande (gli insegnanti potevano iscriversi per più classi di concorso).
Tutte le richieste sono state valutate e hanno portato all’esclusione di quasi 40 mila domande che presentavano anomalie. La digitalizzazione ha consentito, ad esempio, di individuare più rapidamente la dichiarazione di titoli inesistenti da parte di alcuni aspiranti a garanzia di tutte e tutti coloro che, invece, hanno presentato correttamente la loro domanda.
Le pubblicazioni di questi giorni riguardano, perciò, quasi due milioni di posizioni individuali trattate, rispetto alle quali l’Amministrazione scolastica, centrale e territoriale, ha condotto e sta conducendo tutti i necessari controlli anche sulla base di segnalazioni di possibili errori da rettificare, peraltro in numero infinitesimale rispetto alla mole di domande valutate.
Parlare di caos appare, dunque, infondato, pretestuoso e fuorviante. Come ad ogni aggiornamento, data la mole di dati trattati, gli errori materiali dei singoli uffici sono prontamente rettificati seguendo la normale prassi amministrativa. Anche quelli segnalati alla stampa sono tutti casi già individuati e in via di risoluzione da ieri notte.
Le Graduatorie provinciali digitalizzate sono il frutto del lavoro di centinaia di dipendentidell’Amministrazione e delle scuole che si sono adoperati con fatica per garantire il risultato della pubblicazione. Chiedere che non siano utilizzate per ricorrere ai vecchi elenchi significherebbe, a fronte di un numero di errori materiali del tutto marginale e in corso di risoluzione come già evidenziato, ignorare lo sforzo fatto dal personale, che va solo ringraziato, e rinviare la modernizzazione di un sistema che viveva di regole vecchie di venti anni.

Un anno scolastico importante, lettera aperta alle famiglie

Un anno scolastico importante, lettera aperta alle famiglie

La sfida dell’avvio del nuovo anno scolastico riguarda tutto il Paese, non solo gli studenti e le loro famiglie, non solo gli insegnanti. E interessa, oggi più che mai per il significato del momento, le alunne e gli alunni con disabilità. Per ripartire al meglio c’è bisogno di coesione, c’è necessità della collaborazione di tutti, di solidarietà e di lucidità. È in questa direzione va la lettera del Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap a tutte le famiglie e ai genitori.

Care Famiglie, Gentilissimi Genitori,

al termine delle vacanze estive – che mi auguro trascorse serenamente dopo la gravosa quarantena – siamo oramai prossimi all’avvio del nuovo anno scolastico.

Anche e soprattutto durante l’estate la Federazione, con il supporto di tutte le Organizzazioni aderenti, ha operato incalzando e sollecitando costantemente le Istituzioni sugli aspetti che riguardano direttamente i nostri figli e cioè: venga garantita l’apertura delle scuole a tutte le alunne e gli alunni!

Sono stati mesi impegnativi, intensi e convulsi di costante interlocuzione con il Governo e con il Ministero dell’Istruzione. In questi abbiamo riscontrato impegno e dedizione per restituire importanza e dignità alla scuola, fulcro della civiltà e della crescita del nostro Paese.

Il gruppo interno della Federazione che si occupa di inclusione scolastica si è continuamente confrontato con tutte le Associazioni aderenti per elaborare proposte e soluzioni operative, base ineludibile di ogni fruttuoso confronto con le Istituzioni. La sfida posta dalla pandemia COVID costringe a ripensare, spesso radicalmente, spazi, prassi, abitudini per tutelare i nostri figli e i gli operatori dal potenziale contagio. La determinazione e la lucidità devono accompagnarsi alla coesione, collaborazione, unità e solidarietà.

Sappiamo tutti – perché ne siamo stati vivi testimoni – che la scuola per tutti è una grande conquista democratica, iscritta nella nostra Costituzione. La scuola è levatrice di libertà e la sua visione universale e unitaria fornisce quei necessari anticorpi all’omologazione, alla prepotenza, alla arroganza e alla disuguaglianza.

Per questo la nostra Federazione, e con essa le Organizzazioni che la rendono così viva, ha il dovere civico di garantire il massimo della collaborazione alle Istituzioni e contemporaneamente conserva la responsabilità morale di vigilare affinché i diritti delle alunne e degli alunni con disabilità abbiano stessa dignità ed attenzione dei coetanei.

In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un ampio dibattito sulla riapertura delle scuole che ha generato perplessità, paure, timori. È importante ora più che mai porre attenzione alla giusta e corretta informazione, raccogliere le segnalazioni dei singoli, delle famiglie, delle associazioni, accantonando ogni polemica e ogni rivendicazione che possa distrarre l’attenzione dall’unico importante obiettivo in questo momento: aprire le scuole in piena sicurezza e consentire la ripresa della didattica in presenza pur con i dovuti e necessari adattamenti.

È possibile che futuri nuovi contagi possano riportarci alla didattica a distanza, magari in via temporanea. Così come appare certo che vi saranno inevitabili cambiamenti logistici e di assetto organizzativo, che nel possibile verranno monitorati, affrontati e auspicabilmente risolti al meglio.

In tali casi, facendo tesoro di quanto accaduto durante il periodo di lockdown, occorrerà rafforzare il sistema di didattica a distanza attraverso il coinvolgimento pieno e totale degli insegnanti curriculari, di sostegno e degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione che dovranno attivarsi, grazie ad una attenta programmazione dei singoli Dirigenti Scolastici, per evitare l’interruzione dell’attività formativa. La Federazione sosterrà con fermezza ogni azione necessaria per superare le difficoltà che si dovessero manifestare.

D’altronde, come sosteneva il filosofo Karl Popper “tutta la vita è risolvere problemi”. Ed ancora, , ed io con lui, che “il futuro è decisamente aperto. Esso dipende da noi… da quello che noi e molte altre persone facciamo e faremo”: oggi noi, domani i nostri figli, le nuove generazioni.

Per questo serve l’aiuto di tutti, nessuno escluso.

La scuola e la famiglia devono parlarsi, incontrarsi, collaborare. Una società aggressiva, orientata a esaltare l’interesse individuale a discapito della comunità, rischia di accentuare le diseguaglianze. A farne le spese sono soprattutto i nostri ragazzi e le nostre ragazze. La nostra società ha bisogno di ascolto, di dialogo, di rispetto e di maggiore fiducia. E la fiducia comincia dalla famiglia per poi passare dalla scuola che diviene speranza, sempre, ovunque e rappresenta la finestra di opportunità per il futuro dei nostri figli. Per questo dobbiamo essere coesi per renderla più forte ed efficace perché l’educazione non si impone, matura in noi con la partecipazione attiva nella scuola, nella famiglia, nella società, con la riflessione e con il dialogo.

È con questo messaggio che auguro e auspico per tutte le studentesse e gli studenti, per tutte le nostre alunne e alunni con disabilità, un buon e sereno inizio anno scolastico. Lo stesso augurio giunga anche a tutti i dirigenti scolastici, insegnanti e a quanti a qualsiasi titolo operano nel mondo della scuola.

Vincenzo Falabella

Rientro a scuola, “cari insegnanti di sostegno, i vostri consigli sono buoni, ma la realtà è diversa”

Rientro a scuola, “cari insegnanti di sostegno, i vostri consigli sono buoni, ma la realtà è diversa”

SuperAbile INAIL del 02/09/2020

Lettera di un gruppo di genitori di figli con disabilità: Dal 1992 si parla di integrazione scolastica, ma le buone prassi sono rare. E gli insegnanti di sostegno in questi 28 anni hanno fatto poco: quel posto a tanti serve solo per fare punteggio. È questo che deve cambiare.

ROMA. Le parole sono condivisibili, ma i fatti parlano di più e solo loro dicono la verità: così, i “consigli degli insegnanti di sostegno” piacciono ma non convincono. Non convincono i genitori degli studenti disabili (che da anni sono costretti a lottare per costruire un’integrazione per predicata ma spesso malissimo praticata. Proprio il  Coordinamento degli insegnanti di sostegno, di cui qualche giorno fa abbiamo pubblicato le indicazioni per la riapertura delle scuole, è indirizzata la lettera di un gruppo di questi genitori (Community Sorelle di cuore, Oltre lo Sguardo Onlus, Hermes Aps, Nuove Frontiere Aps). Una lettera amara, come amara è stata l’esperienza di tanti di loro, ben prima che arrivasse la pandemia a complicare la situazione. “Cari insegnanti di sostegno ad oggi la scuola rappresenta l’unica possibilità di integrazione e inclusione sociale – si legge nelle prime righe – Sulla carta i vostri sette consigli sono esatti, ma sappiamo per esperienza quanto sia diversa la realtà”.

Programmare? Una chimera
Innanzitutto, “la programmazione in una situazione come questa e’ una chimera: oltretutto e’ stato calcolato che mancheranno moltissimi insegnanti di sostegno. Forse prima di ogni cosa bisognerebbe preoccuparsi di questo: avere l’organico adeguato e che sia composto da persone all’altezza. Ma storicamente al sostegno vanno insegnanti impreparati su tutto, che scelgono il sostegno per aumentare il punteggio”.

L’integrazione? Una battaglia delle famiglie, non degli insegnanti 
Per quanto riguarda l’integrazione. “è’ dal 1992 che se ne parla, ma si contano sulle punta delle dita le buone prassi di integrazione e inclusione sociale, a partire da quella scolastica – denunciano i genitori – E in questi 28 anni la maggior parte degli insegnanti di sostegno hanno fatto ben poco per evitare che gli alunni e gli studenti disabili fossero discriminati e isolati. Quanto è stato raggiunto nelle scuole lo dobbiamo sempre e solo alle famiglie e ai pochi insegnanti e dirigenti scolastici che hanno creduto nella potenza delle relazioni umane tra pari, indipendentemente dalle differenze”.

L’assistenza indispensabile 
La vera priorità, per i genitori, è l’assistenza degli Oepac (Operatori educatici per l’autonomia e la comunicazione): “Molti alunni e studenti disabili non potranno nemmeno cominciare la scuola – denunciano i genitori – perché come ogni anno (da 28 anni) ci sarà il dramma dei fondi per l’assistenza di base. Ora, con l’emergenza sanitaria, il numero degli assistenti dovrà raddoppiare, meglio ancora triplicare. Perché chi farà lavare le mani ai nostri figli, chi li porterà al bagno, chi soffierà loro il naso, chi garantirà il distanziamento nel rispetto del principio di socialità?”.
La lettera si chiude con la testimonianza di una mamma caregiver, che è anche insegnante di sostegno: “Mi chiamo Antonella, ho fatto per tre anni l’insegnante di sostegno alla scuola primaria: ero una di quelle senza titolo specifico, ma ho dato anima e cuore ai bambini che ho seguito, continuando anche durante il lockdown, a distanza, nonostante enormi difficoltà. Ce la mettevo tutta per essere minimamente utile ai miei ragazzi. Intanto, l’insegnante di sostegno di mia figlia, in cinque mesi, le ha inviato tre messaggi laconici e telegrafici. Nient’altro. Questa è la realtà con cui dobbiamo confrontarci, al di là delle belle parole”.

Scuola, ministero Istruzione: gli alunni con disabilità, priorità assoluta

Scuola, ministero Istruzione: gli alunni con disabilità, priorità assoluta

Redattore Sociale del 02/09/2020

ROMA. Le alunne e gli alunni con disabilità rappresentano una priorità assoluta per il ministero dell’Istruzione e per le scuole italiane, da sempre molto attenti all’inclusione. A ribadirlo è lo stesso ministero in una nota diffusa alla stampa ritenuta “necessaria per evitare che le dichiarazioni generiche, allarmistiche e non sostanziate da dati concreti, che stanno circolando in queste ore in ambito politico, possano destare immotivatamente la preoccupazione delle famiglie”.

Nella comunicazione, il ministero ha ricordato che in questi mesi il contatto con le Federazioni che rappresentano le famiglie delle alunne e degli alunni con disabilità è stato costante, e che la ministra Lucia Azzolina “ha ascoltato le loro segnalazioni e pianificato insieme ai loro rappresentanti forme di intervento concreto”.

In particolare- prosegue la nota- nel Piano per il rientro a scuola presentato lo scorso 26 giugno, il ministero ha assunto l’impegno, insieme alle scuole e agli Enti territoriali, di garantire la frequenza scolastica in presenza a tutte le alunne e gli alunni con disabilità. “Anche nelle linee guida per la Didattica digitale integrata è scritto, apertis verbis, che per alunne e alunni con disabilità della scuola secondaria di secondo grado, nel caso in cui la scuola abbia deliberato di adottare una modalità di didattica mista, verrà “privilegiata la frequenza scolastica in presenza”‘ e che ogni decisione dovrà essere presa d’intesa con le famiglie”.

Per quanto riguarda le Ordinanze per gli esami di Stato, il Mi ha ricordato che è stata posta “grande attenzione a studentesse e studenti con disabilità, con indicazioni molto specifiche”. Mentre durante il periodo della didattica a distanza, un apposito portale web è stato dedicato all’inclusione. Attraverso uno specifico accordo tra la ministra Azzolina (Istruzione) e il ministro Manfredi (Università e Ricerca), inoltre, sono stati incrementati i posti delle specializzazioni sul sostegno, nella convinzione che solo formando più docenti si potrà aumentare il numero degli specializzati in cattedra.

“Grazie alla sinergia creatasi con le Federazioni che rappresentano alunne e alunni con disabilità- conclude il ministero- nei mesi trascorsi e lungo tutta l’estate, è stato definito il nuovo modello nazionale di PEI (Piano Educativo Individualizzato) che dovrà accompagnare, con tante innovazioni sostanziali, la progettazione dei percorsi inclusivi e che sarà a breve presentato alle scuole italiane, assieme ad apposite Linee guida, dopo un’attesa durata quasi tre anni, causata da una diversa sensibilità delle precedenti gestioni politiche”. (DIRE)

Graduatorie

Di seguito il testo del telegramma inviato poco fa alla Ministra Azzolina dalle segreterie nazionali di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams.

A seguito della avvenuta pubblicazione gps e del riscontro di evidenti errori nei punteggi, per consentire alle scuole la possibilità di copertura di tutti i posti sin dal primo giorno di scuola, è fondamentale non adottare alcun provvedimento sulla base delle nuove gps e a considerare tuttora vigenti le attuali graduatorie di istituto, fornendo Immediate indicazioni agli UU.SS.RR.,al fine di garantire un regolare avvio dell’anno scolastico.

Le segreterie nazionali FLCCGIL CISLSCUOLA UILSCUOLA SNALS GILDA

GRADUATORIE PRECARI

GRADUATORIE PRECARI, LA FRETTA MOLTIPLICA GLI ERRORI

“Sarebbe dovuta essere una rivoluzione copernicana destinata a migliorare di gran lunga il meccanismo delle nomine dei supplenti e, invece, si è rivelato un pasticciaccio brutto che sarà foriero di innumerevoli ricorsi”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene in merito al caos provocato dagli errori di sistema nell’inserimento online delle domande nelle graduatorie provinciali per le supplenze, annunciando che, insieme con gli altri sindacati, è in fase di elaborazione una diffida indirizzata al Ministero dell’Istruzione.

Tante le criticità emerse con la nuova procedura introdotta quest’anno, tra cui l’affidamento della validazione delle istanze alle scuole polo “le cui segreterie – afferma Di Meglio – si sono ritrovate con migliaia e migliaia di domande da esaminare, una mole di lavoro umanamente impossibile da smaltire entro i tempi troppo ristretti imposti da viale Trastevere”.

“Proprio per non rischiare di sforare i tempi, il Ministero dell’Istruzione non ha previsto la pubblicazione delle graduatorie provvisorie, negando così la possibilità di rettificare e integrare le domande. Un passaggio – prosegue il coordinatore nazionale della Gilda – che invece sarebbe stato fondamentale proprio quest’anno per l’avvio del nuovo sistema informatizzato. Il risultato è che le istanze presentate contengono numerosi errori, molti dei quali commessi a causa dell’impostazione sbagliata assegnata in origine dal Ministero alle domande, e ciò farà proliferare i contenziosi”.

A complicare ulteriormente l’inizio dell’anno scolastico, anche la questione dei lavoratori fragili “sulla cui definizione si attendono ancora lumi dai ministeri del Lavoro e della Salute. E intanto le scuole hanno riaperto tra corsi per il recupero degli apprendimenti e collegi dei docenti”, conclude Di Meglio.

Prof fragili, grana per Conte

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Nulla di fatto. Alla vigilia del nuovo anno scolastico, che inizia formalmente oggi, è impossibile sapere quali docenti rientreranno in classe. La nuova categoria di potenziali esclusi dal lavoro causa Covid, che è tutta definire, è quella dei «fragili». Ieri il tavolo tra i vertici della Istruzione, della Salute e della Funzione pubblica non ha portato a trovare la quadra. L’attesa circolare che avrebbe dovuto definire quali sono i criteri per chiedere alle commissioni mediche l’esonero dal servizio per «fragilità» non ha visto la luce. Non solo sono ancora da dettagliare i requisiti, e questo sarà di più stretta competenza del ministro della Salute Roberto Speranza, ma anche il trattamento giuridico ed economico per i lavoratori che non essendo malati ma fragili non saranno tenuti alla prestazione del servizio in presenza.

Che si possa procedere con lo smart working per i docenti, infatti, è stato dall’Istruzione ritenuto a regime poco praticabile: alle superiori vi sarebbe un problema di vigilanza degli alunni in classe durante la lezione a distanza, e soprattutto all’infanzia e alla primaria fare dad si è dimostrato essere quasi impossibile. E dunque se i fragili non possono insegnare, neppure da casa, si apre il fronte di una nuova carenza in organico, che potrebbe arrivare, in base alla solo requisito anagrafico, anche a 200 mila docenti. Un numero monstre per le ricadute economiche, su cui l’interlocuzione con il Mef dovrà essere avviata, ma anche per i risvolti politici e sociali. Ambienti governativi hanno evidenziato i rischi derivanti di una differenziazione di trattamento tra pubblico e privato, e nello stesso pubblico tra vari settori, che potrebbe alimentare nuove tensioni. Oltre che dare la stura agli attacchi dell’opposizione. Considerazioni che a Palazzo Chigi danno più di un pensiero.. La scuola è il settore pubblico più nutrito, oltre un milione di lavoratori. Ed è quello su cui sono concentrate le attenzioni anche sanitarie per la tenuta del sistema dopo il lockdown, in fondo il banco di prova decisivo della Fase 3.

A delineare la figura del lavoratore fragile è l’Istituto superiore di sanità: «I dati epidemiologici hanno chiaramente dimostrato una maggiore fragilità nelle fasce di età più elevate della popolazione in presenza di alcune tipologie di malattie cronico degenerative (ad esempio patologie cardiovascolari, respiratorie, e dismetaboliche) o in presenza di patologie a carico del sistema immunitario o quelle oncologiche (indipendentemente dall’età) che, in caso di comorbilità con l’infezione da Sars Cov-2, possono influenzare negativamente la severità e l’esito della patologia»,

Al momento per questi lavoratori è prevista un sorveglianza sanitaria eccezionale. Nel momento in cui si passerà, su decisione del medico dell’Inail, all’esonero dal servizio, la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, dovrà decidere quale trattamento economico e giuridico far scattare: i lavoratori fragili andranno considerati in malattia, e dunque pagati a stipendio pieno fino al termine dell’emergenza sanitaria?

Soluzioni diverse, che prospettino una decurtazione salariale, non sarebbero accettate dal mondo sindacale che è già a ferri corti con la ministra per la gestione finora avuta dell’emergenza e per l’accusa rivolta a una parte del sindacato di voler sabotare l’avvio del nuovo anno. In una lettera inviata ieri a tutto il personale in occasione della riapertura, la Azzolina scriveva: «Respingiamo sempre con forza le insinuazioni che mirano a gettare discredito sulle istituzioni scolastiche e soprattutto su chi vi lavora», non ci sarà nessuna fuga dalla scuola, si dice certa la Azzolina, i docenti faranno il loro dovere.

Per il Cts restano confermate le misure di sicurezza da prendere a scuola: niente mascherine sotto i sei anni, sì per i più grandi negli spostamenti, no se distanziati in classe. Sì per i docenti, anche con visiera.

Non è il preside a chiudere la scuola Decide il dipartimento di prevenzione

da ItaliaOggi

Carlo Forte

La conferenza stato regioni ha approvato all’unanimità le indicazioni operative dell’istituto superiore di sanità per casi e focolai Covid19 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia. Ecco le regole a cui dovranno attenersi gli operatori scolastici in caso di casi sospetti. Nel caso in cui alunno presenti i sintomi dell’infezione da Covid-19 il docente o il collaboratore scolastico di prossimità dovrà immediatamente segnalarlo al referente scolastico Covid-19: un docente che sarà adeguatamente formato per occuparsi del problema. La formazione avverrà a distanza ed è stata prevista nel periodo dal 28 agosto al 31 dicembre 2020. Il referente chiamerà subito i genitori e curerà che l’alunno attenda in uno spazio separato indossando la mascherina chirurgica, assistito da un operatore scolastico sempre munito di mascherina chirurgica. Dopo che l’alunno avrà fatto rientro a casa prelevato da un genitore, il dirigente scolastico dovrà provvedere affinché le superfici della stanza o l’area di isolamento vengano pulite e disinfettate. I genitori dovranno, quindi contattare il pediatra o il medico di medicina generale che provvederà alla valutazione clinica del caso.

Il pediatra o il medico, quindi, dovranno richiedere tempestivamente il test diagnostico e dovranno comunicarlo al dipartimento di prevenzione. Infine, il dipartimento di prevenzione provvederà all’esecuzione del test diagnostico. Qualora l’alunno dovesse manifestare i sintomi dell’infezione a casa, dovrà rimanere necessariamente presso la propria abitazione essendogli preclusa la possibilità di essere ammesso a scuola. I genitori, quindi, dovranno informare la scuola che l’alunno si assenterà per motivi di salute e dovranno informare il pediatra o il medico di medicina generale. Il pediatra o il medico, quindi, dovranno richiedere tempestivamente il test diagnostico e dovranno comunicarlo al dipartimento di prevenzione. Infine, il dipartimento di prevenzione provvederà all’esecuzione del test diagnostico. Se a presentare la sintomatologia sarà un operatore scolastico mentre si trova a scuola, bisognerà provvedere a fargli indossare tempestivamente la mascherina chirurgica. E l’interessato sarà invitato a fare ritorno presso la propria abitazione e a consultare il proprio medico di medicina generale.

Il medico dovrà richiedere tempestivamente l’esame e dovrà comunicarlo al dipartimento di prevenzione che provvederà all’esecuzione del test diagnostico. Se infine l’operatore scolastico dovesse presentare i sintomi dell’infezione mentre si trova presso la propria abitazione, dovrà consultare il proprio medico di medicina generale e comunicare l’assenza per malattia a scuola, da giustificare con certificato medico. Il medico, quindi, dovrà richiedere tempestivamente il test diagnostico e dovrà comunicarlo al dipartimento di prevenzione che provvederà all’esecuzione del test. In caso di test positivo, il referente scolastico Covid-19 dovrà attivare le procedure di contact tracing. Pertanto, dovrà fornire l’elenco degli studenti della classe in cui si è verificato il caso confermato; fornire l’elenco degli insegnanti/educatori che hanno svolto l’attività di insegnamento all’interno della classe in cui si è verificato il caso confermato; fornire elementi per la ricostruzione dei contatti stretti avvenuti nelle 48 ore prima della comparsa dei sintomi e quelli avvenuti nei 14 giorni successivi alla comparsa dei sintomi. Per i casi asintomatici, bisognerà considerare le 48 ore precedenti la raccolta del campione che ha portato alla diagnosi e i 14 giorni successivi alla diagnosi medesima. Infine dovrà indicare eventuali alunni/operatori scolastici con fragilità e fornire eventuali elenchi di operatori scolastici e/o alunni assenti.

La valutazione dello stato di contatto stretto è di competenza del dipartimento di prevenzione e le azioni saranno intraprese dopo una valutazione della eventuale esposizione. Se un alunno/operatore scolastico risulterà positivo, il dipartimento valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal dipartimento in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità.

Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non dovesse risultare elevata. Inoltre, il dipartimento potrà prevedere l’invio di unità mobili per l’esecuzione di test diagnostici presso la struttura scolastica in base alla necessità di definire eventuale circolazione del virus. Qualora un alunno o un operatore scolastico risultasse contatto stretto di un contatto stretto (ovvero nessun contatto diretto con il caso), non vi sarà alcuna precauzione da prendere a meno che il contatto stretto del caso non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici disposti dal dipartimento di prevenzione e che quest’ultimo abbia accertato una possibile esposizione

Pronte le assunzioni anti Covid

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Un miliardo di euro in più per assumere 50 mila docenti e 20 mila Ata e fare fronte alle esigenze di contenimento del contagio da Covid -19 alla riapertura delle scuole. Lo prevede l’articolo 32, comma 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n.104, il cui iter di conversione in legge è appena iniziato al senato (S. 1925). I fondi aggiuntivi, che derivano dalle misure collegate allo scostamento di bilancio, saranno ripartiti con un decreto interministeriale, così come già avvenuto con quelli ordinari previsto dall’articolo 235 del decreto-legge 34/2020 (si veda il decreto 95 del 10 agosto scorso). Secondo quanto dichiarato dalla ministra Lucia Azzolina, i fondi stanziati dal governo, complessivamente, dovrebbero consentire l’assunzione di 70 mila unità in più tra docenti e Ata. Il ministero ha già approntato il decreto con la ripartizione dei nuovi fondi: gli indici applicati sono gli stessi (50% dei fondi collegato al numero degli alunni e 50% alle richieste delle scuole). Ma le percentuali variano, anche se di poco, da regione a regione, rispetto alla ripartizione del decreto 95. I nuovi fondi, però, serviranno anche a retribuire lo straordinario del personale amministrativo degli uffici scolastici e delle scuole. Che sta gestendo un surplus di lavoro per effetto delle nuove norme sul reclutamento. Lo stanziamento è espressamente previsto nel decreto-legge del 14 agosto, che non prevede risorse aggiuntive per retribuire i docenti che dovranno provvedere alle attività di recupero già da oggi, 1° settembre.

Una parte dei fondi aggiuntivi è destinata all’acquisizione di ulteriori spazi per l’attività didattica e al sostegno finanziario dei patti di comunità. Lo stanziamento aggiuntivo è pari a un miliardo di euro: 400 milioni saranno utilizzati nel 2020 e 600 milioni nel 2021. Che si aggiungono, rispettivamente, ai 377,6 milioni per il 2020 e ai 600 milioni per il 2021 già stanziati. Il saldo è di 777,6 milioni da spendere nel 2020 e un miliardo e 200 milioni per il 2021. Parte dei fondi saranno destinati anche a finanziare le misure per l’edilizia scolastica e i patti di comunità, ai quali saranno destinati 32 milioni di euro nel 2020 e 48 milioni di euro nel 2021. Che dovranno essere utilizzati, rispettivamente, per reperire spazi aggiuntivi per garantire il distanziamento sociale nelle aule e per ampliare la permanenza a scuola degli allievi, alternando attività didattica ad attività ludico-ricreativa, di approfondimento culturale, artistico, coreutico, musicale e motorio-sportivo. Ciò in attuazione di quanto disposto dall’articolo 1, comma 7, della legge 107/2015. Per finanziare ulteriormente l’organico anti Covid, invece, saranno utilizzati 368 milioni di euro nel 2020 e a 552 milioni di euro nel 2021. Dai 368 milioni stanziati per il 2020, però, bisognerà detrarre 5 milioni di euro.

Di questi, 200 mila euro saranno destinati per pagare le ore di straordinario prestate da impiegati e funzionari degli uffici scolastici per l’aggravio di lavoro connesso alle operazioni di reclutamento. E 4 milioni e 800 mila euro saranno versati nel fondo di istituto delle scuole per retribuire il personale di segreteria che si sta occupando della valutazione delle domande per l’inclusione nelle graduatorie provinciali per le supplenze. Sempre per il 2020, i rimanenti 363 milioni di euro, oltre che per finanziare l’organico aggiuntivo anti-Covid 19, dovranno essere utilizzati anche per pagare la «sostituzione del personale così assunto dal primo giorno di assenza fermo restando il rispetto della normativa vigente ed il prioritario ricorso al personale a qualunque titolo in servizio presso l’istituzione scolastica e in possesso di abilitazione o di titolo di studio idoneo».

La lettera della norma induce a ritenere che questi soldi non potranno essere utilizzati per retribuire le sostituzioni tout court, ma solo quelle relative alle assenze dei supplenti anti-Covid. La locuzione «così assunto» infatti, fa riferimento proprio a questa particolare tipologia di personale. Mentre, per le sostituzioni dei docenti dell’organico ordinario, continuerà ad essere applicato l’articolo 1, comma 333, della legge 190/2014. Il quale dispone che i dirigenti scolastici non possono conferire supplenze brevi al personale docente per il primo giorno di assenza.

Va detto subito, peraltro, che il decreto 95 del 10 agosto 2020, che dà attuazione alla prima tranche di finanziamenti anti-Covid nella scuola, prevede comunque 98 milioni di euro per provvedere alle sostituzioni del personale dell’organico ordinario, ma non reca la deroga al divieto di sostituire gli assenti già dal primo giorno. Probabilmente si è trattato di una svista del legislatore. La ratio evidente delle misure di prevenzione e contenimento del contagio, infatti, è proprio quella di impedire per quanto possibile il sovraffollamento delle classi. E ciò vale a maggior ragione quando, per evitare di sostituire un docente assente, si attua la prassi deteriore di distribuire gli alunni della classe scoperta nelle altre classi. In ciò aggravando ulteriormente l’affollamento delle medesime.

Mi: le attività di recupero non vanno retribuite

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Le attività aggiuntive connesse ai Pia e Pai da svolgersi dal 1° settembre alla ripresa delle lezioni non vanno retribuite. È questo il parere del ministero dell’istruzione trasmesso ai dirigenti scolastico con la nota 1494 del 26 agosto scorso. L’amministrazione centrale ha ricordato che il decreto-legge 22/2020 ha disposto che le attività concernenti i Pia e i Pai possano svolgersi a partire dal giorno 1° settembre e, se necessario, nel corso di tutto l’anno scolastico 2020/2021, secondo tempi, forme e modalità stabilite dalle singole autonomie scolastiche. Si tratta delle precedure connesse al recupero delle attività didattiche che non si sono potute svolgere a distanza durante il lockdown, che sono state evidenziate dai docenti in sede di valutazione finale tramite la redazione di una programmazione ad hoc formalizzata nel piano di integrazione degli apprendimenti (Pia) a sua volta declinata in piani individualizzati degli apprendimenti incentrati sulle necessità dei singoli alunni (Pai). Il ministero ha ricordato, inoltre, che nel fare ciò, la norma ha evidenziato come esse debbano intendersi alla stregua di attività didattica ordinaria (articolo 1, comma 2). E quindi sarebbero da collocarsi nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla professione docente. Sempre secondo il ministero «ciò, ovviamente, vale per il periodo intercorrente tra il 1° settembre 2020 e l’inizio delle lezioni ordinamentali, come previsto dai calendari regionali» Mentre, per le attività che invece debbano svolgersi nel prosieguo dell’anno scolastico 2020/2021, lo stesso decreto legge 22/2020, all’articolo 1, comma 9, ha destinato i risparmi, dovuti alla diversa configurazione delle commissioni degli esami di Stato, per metà all’incremento del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e «per la restante metà al recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020 nel corso dell’anno scolastico 2020/2021». La nota è stata duramente criticata dai sindacati, i quali ritengono che queste attività siano da considerarsi aggiuntive e quindi da retribuire.

Province chiedono sforzo in più al Parlamento: 300 mln di euro per riportare in classe tutti i ragazzi delle superiori

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Il lavoro di concertazione e collaborazione con il Governo ha finalmente portato i primi risultati per le Province: nel decreto Agosto sono previsti 450 milioni per garantire il ripiano dei mancati gettiti tributari delle Province e Città Metropolitane, e sono previsti nuovi fondi e misure per far ripartire gli investimenti.

Al Parlamento chiediamo uno sforzo in più: di aiutarci a riportare in classe in presenza tutti i 2 milioni e 500 mila ragazzi delle scuole superiori, garantendo a Province e Città metropolitane tutti le risorse necessari per coprire il fabbisogno rilevato per gli affitti degli spazi per le scuole“. Così il Presidente dell’Upi, Michele de Pascale oggi in audizione alla Commissione Bilancio del Senato, sulle risorse del decreto Agosto.

E’ certamente positivo che il Governo, a seguito di quanto emerso nella rilevazione tenuta in questi mesi nel tavolo tecnico con il Ministero dell’Economia, – aggiunge – abbia riconosciuto la necessità di assegnare ulteriori 450 milioni per Province e Città Metropolitane per coprire i mancati gettiti. Ma è altrettanto importante la rimodulazione delle risorse per l’edilizia scolastica che ci permette di utilizzare tra il 2021 e il 2024 lo stanziamento che era stato previsto per il 2030. Così come non possiamo che apprezzare lo stanziamento di 600 milioni per il triennio 2021-2023 per mettere in sicurezza viadotti e gallerie con maggiori problemi strutturali e su cui è urgente intervenire. Segno che gli appelli che abbiamo lanciato in questi mesi sono stati colti e che si riconosce alle Province un ruolo chiave per il rilancio nell’immediato degli investimenti sul territorio e la ripresa dell’economia“.

Al Parlamento ora chiediamo di fare un passo in avanti – sottolinea de Pascale – e di aiutarci a centrare l’obiettivo di riportare in classe tutti gli alunni alla ripresa dell’anno scolastico: i 70 milioni previsti dal decreto per l’affitto di spazi per la didattica non sono sufficienti, visto che il fabbisogno rilevato attraverso l’avviso promosso dal Ministero dell’Istruzione è di almeno 300 milioni di euro. Se davvero la priorità per il Paese è la scuola, chiediamo al Parlamento di intervenire e di colmare questa mancanza assicurando l’intero ammontare richiesto da Province, Città metropolitane e Comuni“.

Ritorno in classe, al via la formazione del referente Covid: corsi a distanza fino al 15 dicembre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Al via la formazione Istituto superiore di sanità e ministero dell’Istruzione per il responsabile Covid nelle scuole. Due i corsi, a distanza e organizzati su piattaforma in grado di ospitare fino a 70mila corsisti tra insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire possibili casi di Covid-19 e focolai negli istituti scolastici.

Ad annunciarlo l’Iss sottolineando che la formazione è offerta attraverso due corsi gratuiti che saranno disponibili fino al 15 dicembre 2020, fruibili su piattaforma EDUISS (https://www.eduiss.it).

L’obiettivo del percorso formativo, che si svolgerà online, “è fornire un supporto operativo ai decisori e agli operatori nel settore scolastico e nei Dipartimenti di Prevenzione che sono a pieno titolo coinvolti nel monitoraggio e nella risposta a casi sospetti e/o confermati di Covid-19, nonché nell’attuare strategie di prevenzione a livello comunitario“.

L’iniziativa nasce “per accompagnare gli Istituti scolastici nell’attuazione delle ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia’“. Il primo corso per personale scolastico ed educativo è riservato alle figure professionali della scuola designate a svolgere il ruolo di referente scolastico Covid-19. Ai partecipanti che avranno completato tutte le attività previste e superato il test a scelta multipla di valutazione finale sarà rilasciato l’attestato di partecipazione.

Il secondo corso ECM per professionisti sanitari è riservato al personale dei Dipartimenti di Prevenzione (DdP) incaricato di svolgere la funzione di referente Covid-19 per l’ambito scolastico. Possono accedere al corso anche i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta nonché i componenti delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale.

Con il rientro a scuola vanno garantiti i diritti dei disabili. La posizione dei docenti di sostegno

da La Tecnica della Scuola

Al di là della situazione contingente, il CIIS solleva però anche altri problemi.

Le norme emanate in questi ultimi mesi – sostiene il Coordinamento – contribuiscono sempre più a rafforzare la delega del processo inclusivo al solo docente incaricato su posto di sostegno, legittimando, in tal senso, la deresponsabilizzazione dei docenti incaricati su posto comune o disciplinare”

Il rientro a scuola preoccupa tutti e in particolare chi si occupa dell’inclusione degli alunni.
Il CIIS (Comitato italiano insegnanti di sostegno) interviene oggi sulla questione formulando una serie di richieste considerate assolutamente essenziali per garantire i diritti dei disabili:
– assicurare sin dal primo giorno di scuola il servizio di trasporto scolastico, in particolare per gli alunni con disabilità
– attribuire le ore di sostegno senza spezzare le cattedre, preferibilmente assegnando l’incarico a un unico docente
– evitare che il distanziamento penalizzi l’alunno con disabilità o addirittura allontanarlo dalla classe o ridurne l’orario di frequenza per motivi “sanitari”
– assegnare a ogni scuola personale numericamente sufficiente e adeguatamente formato per soddisfare le esigenze di assistenza, così come previsto dai singoli PEI

C’è poi da rilevare che “non è ancora stata attivata una mirata formazione per acquisire e/o potenziare le competenze necessarie per affrontare attività di insegnamento-apprendimento con l’uso di strumenti digitali, in presenza e a distanza”.

Un’ultima annotazione riguarda il nuovo modello di PEI, anticipato dalla ministra Azzolina nel giugno scorso; in proposito, il CIIS “teme che venga recepita l’indicazione dell’art. 7 comma 2 lettera a) in cui è previsto che il PEI sia ‘approvato’, determinando, di conseguenza, l’esclusione della famiglia dal processo decisionale riguardante il proprio figlio”.

Alla presa di posizione del Coordinamento si associa il Comitato torinese per l’integrazione scolastica che fa sapere di condividere appieno le preoccupazioni e le richieste formulate dal CIIS.
“Il Comitato – dichiara la presidente Silvia Portigliatti – dà voce anche a tante famiglie e si augura che con i prossimi provvedimenti il Ministero tenga nella dovuta considerazione la necessità che le famiglie siano coinvolte in modo non solo formale nella predisposizione del progetto educativo per l’alunno. I processi di inclusione, per essere efficaci, richiedono infatti la massima condivisione possibile”.

Riapertura scuole, al via la Formazione dei Referenti Scolastici Covid

da La Tecnica della Scuola

Al via la Formazione a Distanza ISS-Ministero Istruzione per i referenti COVID che saranno i punti di riferimento per le scuole nei casi di alunni o personali scolastico con sintomatologia da Coronavirus. Una quota di iscrizioni sarà riservata ai pediatri di libera scelta e ai medici di medicina generale, ma per il resto il percorso formativo è aperto anche agli insegnanti e in genere ai lavoratori della scuola.

L’iniziativa, realizzata in collaborazione fra l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero dell’Istruzione, va ad arricchire e a declinare con un maggiore livello di dettaglio il documento “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”.

La formazione online

La formazione, erogata online in modalità asincrona per un totale di 9 ore, è offerta attraverso due corsi gratuiti che saranno disponibili fino al 15 dicembre 2020, fruibili su piattaforma EDUISS che potrà ospitare fino a 70 mila partecipanti.

Al mondo della scuola è dedicato il primo corso: corso per personale scolastico ed educativo, riservato alle figure professionali che ogni istituto ha identificato per svolgere il ruolo di referente scolastico COVID-19. Ai partecipanti che avranno completato tutte le attività previste e superato il test a scelta multipla di valutazione finale sarà rilasciato l’attestato di partecipazione.

Il metodo

Il metodo utilizzato è quello del PBL, il Problem Based Learning, nell’ambito del quale i partecipanti sono chiamati a risolvere situazioni problematiche di tipo realistico adeguate al proprio contesto professionale, con l’obiettivo, chiaramente, di rendere il personale scolastico competente e proattivo in presenza di un eventuale focolaio Covid nella propria scuola.

Per iscriversi

Per iscriversi al corso occorrerà autodichiarare di appartenere ad una delle categorie a cui il corso è riservato.

Per iscriversi e per altri dettagli si consiglia di andare al link https://www.eduiss.it

Per scaricare il pdf delle ultime indicazioni operative ministeriali: http:// www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2944_allegato.pdf

Scuole sede di seggio: servirà la doppia sanificazione

da La Tecnica della Scuola

Mentre in diverse Regioni si è optato per la ripresa delle lezioni dopo le consultazioni referendarie ed elettorali, in tutte le altre in cui è invece rimasta ferma la data del 14 settembre si pone il problema della doppia sanificazione dei locali.

Nelle scuole utilizzate come seggio elettorale, infatti, si procederà ad una prima sanificazione in vista della riapertura. Poi, dal pomeriggio del 18 settembre (ma alcune scuole già dal 17) chiuderanno per l’allestimento dei seggi.

Le operazioni di voto si svolgeranno domenica 20 e lunedì 21 settembre.

Sino all’intera giornata di martedì 22 settembre 2020 i locali scolastici saranno utilizzati per lo spoglio. Dopodiché si dovrà operare necessariamente una seconda sanificazione, questa volta ad opera dell’ente locale, per consentire agli studenti di rientrare a scuola in sicurezza il 23.

Ma non è tutto. Nei Comuni in cui si svolgerà il turno di ballottaggio per l’elezione dei sindaci, i locali scolastici dovranno essere lasciati liberi per l’allestimento dei seggi dal pomeriggio di venerdì 2 ottobre sino all’intera giornata di martedì 6 ottobre.

Quindi doppia, in alcuni casi tripla, sanificazione. Un costo eccessivo, da più parti denunciato, che forse si sarebbe potuto evitare posticipando almeno nelle scuole sede di seggio l’avvio dell’anno scolastico.

Vedi anche:

Nota MI del 10/08/2020

Nota Ministero Interno del 3/08/2020