Due articoli sulla disabilità nel “Decreto Semplificazioni” convertito in legge

Due articoli sulla disabilità nel “Decreto Semplificazioni” convertito in legge

Superando del 12/09/2020

Il Servizio HandyLex.org dedica un’ampia e approfondita analisi, di cui suggeriamo caldamente la lettura (a questo link), a due articoli aggiunti dal Senato in sede di conversione in legge del Decreto Legge 76/20 (il cosiddetto “Decreto Legge Semplificazioni”, ovvero Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale), conversione avvenuta definitivamente ieri, 10 settembre, alla Camera.

Si tratta esattamente degli articoli 29 bis e 29 ter (dei quali HandyLex.org riporta integralmente il testo, in calce alla propria analisi), dedicati rispettivamente ad Agevolazioni sui sussidi tecnici e informatici e al Riconoscimento della disabilità.

Rispetto al primo di essi, nel tracciare una breve storia recente sulla materia, a partire dal Decreto del Ministero delle Finanze del 14 marzo 1998, HandyLex.org sottolinea che l’articolo introdotto «lascia parecchie perplessità tecniche e in termini di impatto, verosimilmente non adeguatamente valutate». In particolare, «la soluzione approvata, che pur prevede un successivo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lascia piuttosto perplessi per la mole di potenziali abusi che genera e che, con tutta evidenza, non sono stati valutati dal Legislatore».

«Non è escluso – conclude l’analisi – che il Ministero dell’Economia e delle Finanze in sede di elaborazione del decreto (non regolamentare) si renda conto dei varchi lasciati aperti alle elusioni e agli abusi e individui meccanismi di controllo preventivo e successivo che potrebbero essere ancora più pesanti della stessa prescrizione autorizzativa cassata dal decreto semplificazione. Ma questo lo vedremo dopo la pubblicazione del decreto ministeriale. Nel frattempo rimane in funzione il procedimento attuale».

«Molto più interessante e razionale» viene invece definita la previsione formalizzata dall’articolo 29 ter», che «consente alle competenti commissioni a effettuare valutazioni di invalidità civile e di handicap (Legge 104/1992) anche solo sugli atti e sulla documentazione clinica nei casi più evidenti, soprassedendo quindi alla convocazione a visita diretta».

«Questo articolo – si sottolinea ancora – comporta comunque una riorganizzazione, ma premia e incentiva ciò che vi è di buona prassi per garantire lo scambio informativo e la piena interoperabilità delle informazioni raccolte, della documentazione acquisita. Uno scenario che in termini culturali, organizzativi e pratici riprende per altro alcuni rilievi presenti nella Linea 1 (Riforma del sistema di riconoscimento della disabilità) del secondo Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità (DPR 12 ottobre 2017)».

Entrambi gli articoli di cui si parla, è quasi superfluo ricordare in conclusione, necessitano di successivi atti normativi e regolamentari per essere effettivamente applicati. (S.B.)

Willy

Willy

di Vincenzo Andraous

Colpo dopo colpo,  con i pugni, i calci, le ginocchia.

Le nocche infrante sugli zigomi, la testa, lo stomaco, finchè a terra rimane un cencio scomposto, imbrattato di sangue, con gli occhi rovesciati.

Non c’è tempo per ricomporre nulla, anzi, ancora botte, calci e scaracchi, e ancora, ancora, ancora, non rimane alcunché, neppure l’ultima volontà di una compassione.

Anch’essa  frantumata dalla violenza bieca, perché priva di un qualsiasi scopo, utilità, una violenza inutile.

Gli assassini dicono siano combattenti di MMA, un mix di arti marziali, se così fosse sarebbero doppiamente colpevoli, doppiamente imbecilli, doppiamente inutili come la loro violenza nei riguardi di una persona mite, buona, innocente.

Perché lo sport non è mai veicolo di violenza, anche gli sport estremi come MMA sono combattimenti improntati al rispetto dell’avversario, delle regole, della vita umana.

Togliere la vita a un giovanissimo in questa maniera vile e in-umana sottende l’aver perduto domicilio con qualsiasi diritto civile, con qualsivoglia diritto di cittadinanza.

Fare del male fino a ammazzare, rapinare la vita,  rubare l’ultimo respiro, a una persona innocente, incapace di usare la più lontana maleducazione, significa avere perduto consapevolezza e prossimità con valori fondanti come la dignità, libertà, solidarietà.

Addirittura indicare chi non c’è più come una persona di colore quindi inferiore, spiega bene, inequivocabilmente, senza ombra di dubbio, a che punto siamo arrivati come società, dentro una collettività di presenze fuori luogo, fuori posto, inadeguate al punto che per esser presenti e apparire per ciò che invece non siamo, c’è bisogno di suddividere il mondo in menomati perché diversi e differenti, e per inverso normali in quanto elettivamente preparati al colpo duro e poco importa se inferto alle spalle, armati con il bazooka della vigliaccheria più disarmante.

La cultura del bicipite a discapito delle emozioni e sentimenti dell’amore, una violenza così diffusa e frequente da fare impallidire il più capace educatore.

Il cinismo di questa efferata violenza sta a significare che oramai siamo talmente abituati alla sopraffazione del più debole che non riusciamo neppure più a indignarci, figurarci a intervenire per  porre fine a questo massacro.

L’indifferenza che alberga nei gesti quotidiani mina alle fondamenta l’importanza dello stare insieme, del rispetto di ognuno e di ciascuno, tant’è che non è più sostenibile additare le periferie, i ghetti cittadini, come promotori della cultura della violenza.

E’ la nostra società, noi, perché la società siamo noi, persone e non numeri ben allineati,  a dover fare i conti nuovamente con quella sfida educativa troppo presto messa da parte, forse perché  troppo impegnativa.

Per una programmazione in educazione civica

di Gennaro Palmisciano

Dalla didattica per nozioni alla didattica per competenze: IN, PECUP, OSA e UdA 

Il cambiamento del paradigma formativo della scuola vede il passaggio dall’acquisizione di saperi a quel bagaglio minimo di competenze necessario per la vita (distinte in competenze di base, competenze tecnicoprofessionali e competenze chiave per la cittadinanza). I docenti devono ripensare l’azione didattica, un tempo orientata alle nozioni, per riorientarla verso le competenze. La didattica tradizionale veniva articolata a partire dal programma, una lista di contenuti che definivano gli obiettivi da raggiungere nelle varie unità didattiche, preordinando le lezioni destinate all’acquisizione e alla verifica dell’apprendimento di quei contenuti. La didattica per competenze non risponde più al programma, ma dispone di tre nuovi strumenti-guida utili alla progettazione a ritroso dell’azione didattica e all’individuazione degli obiettivi formativi: le Indicazioni Nazionali (IN), il Profilo Educativo, Culturale e Professionale (PECUP) e gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (OSA). 

Le Indicazioni Nazionali 

Anziché un rigido programma, indicazioni aperte e flessibili, in modo da essere adattate ai multiformi e variabili contesti didattici che caratterizzano il sistema nazionale d’istruzione. 

Il PECUP 

Il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimento unitario il profilo educativo, culturale e professionale definito dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, allegato A). Esso è finalizzato a: a) la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani, per trasformare la molteplicità dei saperi in un sapere unitario, dotato di senso, ricco di motivazioni; b) lo sviluppo dell’autonoma capacità di giudizio; c) l’esercizio della responsabilità personale e sociale.

Il profilo sottolinea, in continuità con il primo ciclo, la dimensione trasversale ai differenti percorsi di istruzione e di formazione frequentati dallo studente, evidenziando che le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative apprese (il fare consapevole), nonché l’insieme delle azioni e delle relazioni interpersonali intessute (l’agire) siano la condizione per maturare le competenze che arricchiscono la personalità dello studente e lo rendono autonomo costruttore di se stesso in tutti i campi della esperienza umana, sociale e professionale. Nel secondo ciclo, gli studenti sono tenuti ad assolvere al diritto-dovere all’istruzione e alla formazione sino al conseguimento di un titolo di studio di durata quinquennale o almeno di una qualifica di durata triennale entro il diciottesimo anno di età. Allo scopo di garantire il più possibile che «nessuno resti escluso» e che «ognuno venga valorizzato», il secondo ciclo è articolato nei percorsi dell’istruzione secondaria superiore (licei, istituti tecnici, istituti professionali) e nei percorsi del sistema dell’istruzione e della formazione professionale di competenza regionale, presidiati dai livelli essenziali delle prestazioni definiti a livello nazionale. In questo ambito gli studenti completano anche l’obbligo di istruzione di cui al regolamento emanato con decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139 (da www.indire.it, febbraio 2017). La progettazione è a ritroso (secondo gli esperti Wiggins e McTighe), perché si parte dal PECUP per individuare OSA e poi articolare UDA. Il sistema è in grado di garantire maggiore coerenza alla progettazione. 

Gli OSA e le UdA 

Gli Obiettivi Specifici dell’Apprendimento, declinati come insieme articolato di conoscenze, abilità e competenze, forniti dalle Indicazioni Nazionali, costituiscono, in luogo del tradizionale curricolo per contenuti, una guida su cui il consiglio di classe deve tarare il piano formativo, ovvero il percorso formativo dettagliato che la classe percorrerà durante l’anno. Superato il vecchio programma, PECUP e OSA sono la bussola che orienta il nuovo tipo di percorso didattico/di apprendimento, i cui singoli passi – vera sfida della didattica per competenze – sono le UdA. A differenza dell’unità didattica infatti, in cui i contenutiobiettivi erano impartiti dall’insegnante agli alunni, l’Unità di Apprendimento è un’azione didattica complessa che viene costruita insieme da insegnante e alunni e che quindi richiede una progettazione mirata e calata nella realtà della classe – presuppone dunque una conoscenza non superficiale della stessa – al fine di «attivarne» la motivazione, sollecitarne la partecipazione consapevole, ottenerne la collaborazione nella realizzazione del percorso formativo. Recita a tal proposito l’articolo 1 del decreto ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007: «La motivazione, la curiosità, l’attitudine alla collaborazione sono gli aspetti comportamentali che integrano le conoscenze, valorizzano gli stili cognitivi individuali per la piena realizzazione della persona, facilitano la possibilità di conoscere le proprie attitudini e potenzialità anche in funzione orientativa. A riguardo, possono offrire contributi molto importanti – con riferimento a tutti gli assi culturali – metodologie didattiche capaci di valorizzare l’attività di laboratorio e l’apprendimento centrato sull’esperienza».

Una programmazione in educazione civica

La presente è una proposta di programmazione, la quale non dettaglia le Uda, per potersi meglio adattare alle diverse concrete dimensioni applicative didattiche. Sarà usata dal docente di educazione civica, o meglio dai docenti coinvolti nell’insegnamento, quale ampia base di riferimento, sulla quale ritagliare il proprio intervento. La proposta è stata tratta da “Gennaro Palmisciano – Cittadini di un mondo sostenibile” edito da Loescher, nella versione per il docente collegata a quella per l’alunno. 

Il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, per l’introduzione dell’educazione civica, si arricchisce dei seguenti termini:

Conoscere l’organizzazione costituzionale ed amministrativa del nostro Paese per rispondere ai propri doveri di cittadino ed esercitare con consapevolezza i propri diritti politici a livello territoriale e nazionale.

Conoscere i valori che ispirano gli ordinamenti comunitari e internazionali, nonché i loro compiti e funzioni essenziali.

Essere consapevoli del valore e delle regole della vita democratica anche attraverso l’approfondimento

degli elementi fondamentali del diritto che la regolano, con particolare riferimento al diritto del lavoro. Esercitare correttamente le modalità di rappresentanza, di delega, di rispetto degli impegni assunti e fatti propri all’interno di diversi ambiti istituzionali e sociali.

Partecipare al dibattito culturale.

Cogliere la complessità dei problemi esistenziali, morali, politici, sociali, economici e scientifici e formulare risposte personali argomentate.

Prendere coscienza delle situazioni e delle forme del disagio giovanile ed adulto nella società contemporanea e comportarsi in modo da promuovere il benessere fisico, psicologico, morale e sociale.

Rispettare l’ambiente, curarlo, conservarlo, migliorarlo, assumendo il principio di responsabilità. Adottare i comportamenti più adeguati per la tutela della sicurezza propria, degli altri e dell’ambiente in cui si vive, in condizioni ordinarie o straordinarie di pericolo, curando l’acquisizione di elementi formativi di base in materia di primo intervento e protezione civile.

Perseguire con ogni mezzo e in ogni contesto il principio di legalità e di solidarietà dell’azione individuale e sociale, promuovendo principi, valori e abiti di contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie.

Esercitare i principi della cittadinanza digitale, con competenza e coerenza rispetto al sistema integrato di valori che regolano la vita democratica.

Compiere le scelte di partecipazione alla vita pubblica e di cittadinanza coerentemente agli obiettivi di sostenibilità sanciti a livello comunitario attraverso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Operare a favore dello sviluppo eco-sostenibile e della tutela delle identità e delle eccellenze produttive del Paese.

Rispettare e valorizzare il patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Il passaggio dal Pecup agli Osa richiede di definire in primo luogo le competenze da perseguire. Sono necessari almeno due passaggi, relativi rispettivamente alle competenze generali e alle competenze operative.

Competenze generali: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti e dei doveri correlato alle Cittadinanze. Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio politico (e di quello economico) per orientarsi nel tessuto culturale ed associativo (e in quello produttivo) del proprio territorio. Comprendere il linguaggio e la logica interna della disciplina, riconoscendone l’importanza  perché  in grado di influire profondamente sullo sviluppo e sulla qualità della propria esistenza a livello individuale e sociale, applicandola in modo efficace con autonomia e responsabilità a scuola come nella vita.

Competenze operative: saper analizzare la realtà e i fatti concreti della vita quotidiana ed elaborare generalizzazioni che aiutino a spiegare i comportamenti individuali e collettivi alla luce delle cittadinanze di cui è titolare; riconoscere la varietà e lo sviluppo storico delle forme delle cittadinanze attraverso linguaggi, metodi e categorie di sintesi fornite dalle varie discipline; riconoscere l’interdipendenza tra fenomeni culturali, sociali, economici, istituzionali, tecnologici e la loro dimensione globale-locale; stabilire collegamenti tra le tradizioni locali, nazionali e internazionali sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro; orientarsi nella normativa e nella casistica che disciplina le cittadinanze, con particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e del territorio e allo sviluppo sostenibile e all’educazione digitale; individuare le strategie appropriate per la soluzione di situazioni problematiche. 

Successivamente vengono definite abilità e conoscenze.

INDIRIZZO: biennio comune CLASSE: PRIMA

MODULO I : I FONDAMENTI DI DIRITTO PERIODO: settembre / ottobre 

Abilità: Distinguere le differenti fonti normative e la loro gerarchia con particolare riferimento all’ordinamento italiano e alla sua struttura. Analizzare aspetti e comportamenti delle realtà personali e sociali e confrontarli con il dettato della norma giuridica. Reperire le fonti normative con particolare riferimento al settore di riferimento. Essere in grado di comparare i principali ordinamenti giuridici, come quelli a civil e a common law.

Conoscenze: Persona fisica. Capacità giuridica, di agire, naturale. Incapace assoluto e relativo. Tutore, curatore e amministratore di sostegno. Modalità di rappresentanza, di delega, di rispetto degli impegni assunti e fatti propri all’interno di diversi ambiti istituzionali e sociali.  Persona giuridica. Organizzazione collettiva. Enti di fatto. Patrimonio e autonomia patrimoniale. La norma giuridica. Fonti normative e loro gerarchia: diritto, norma giuridica, sanzione. Fonti del diritto. Gerarchia delle fonti. Efficacia delle norme nel tempo e nello spazio. Entrata in vigore, abrogazione, pubblicazione, vacatio legis. Interpretazione delle norme. Irretroattività e retroattività delle norme. Ordinamenti giuridici a civil e a common law.

MODULO II : INTRODUZIONE ALL’ECONOMIA PERIODO: novembre / dicembre 

Abilità: Individuare le esigenze fondamentali che ispirano scelte e comportamenti economici, nonché i vincoli a cui essi sono subordinati. Individuare varietà, specificità e dinamiche elementari dei sistemi economici. Comprendere vantaggi e svantaggi dei vari tipi di moneta e individuare le cause, gli effetti ed i problemi che comporta l’inflazione. Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio. 

Conoscenze: Il problema economico. Fondamenti dell’attività economica: Beni e bisogni. Caratteristiche e classificazioni dei beni economici. Le attività economiche: lavoro, produzione, consumo, risparmio ed investimento. Il sistema economico e i soggetti economici: Famiglia, Stato, impresa, resto del mondo. I settori produttivi.  Il circuito economico. Domanda, offerta e mercati. Il mercato della moneta e l’inflazione: le funzioni della moneta, i differenti tipi di moneta, l’inflazione (cause e i rimedi). Flussi reali e monetari. Sistema liberista, Sistema socialista e Sistema a economia mista. 

MODULO III : IL LAVORO PERIODO: gennaio / febbraio/marzo

Abilità: riconoscere le caratteristiche essenziali del lavoro. Riconoscere le caratteristiche principali del mondo del lavoro e le opportunità lavorative offerte dal territorio e dalla rete. Redigere il curriculum vitae secondo il modello europeo.

Conoscenze: Il lavoro subordinato e il lavoro autonomo. Il contratto di apprendistato (Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, Apprendistato professionalizzante, Apprendistato di alta formazione e ricerca). Le forme di tutela contro i licenziamenti illegittimi. Le norme per la sicurezza. Il Sindacato. Il diritto di sciopero. Strutture dei sistemi economici e loro dinamiche.  Le caratteristiche del mercato del lavoro: domanda e offerta di lavoro, occupazione e disoccupazione, come si sta modificando il mondo del lavoro, cosa si deve fare per entrare nel mondo del lavoro, come si compila il curriculum vitae. Le Pari Opportunità.

MODULO IV : Lo Stato PERIODO: aprile / maggio 

Abilità: Reperire le fonti normative con particolare riferimento al settore di riferimento. Individuare, classificare e confrontare i diversi tipi di Costituzione in base alle loro caratteristiche. 

Conoscenze: Forme di Stato e forme di Governo: Elementi costitutivi dello Stato. Forme di Stato e di Governo. Origini e caratteristiche della Costituzione Repubblicana e dello Statuto Albertino. Il bilancio dello Stato. Il PIL. La politica fiscale e la politica monetaria. 

INDIRIZZO: biennio comune CLASSE: SECONDA

MODULO V : La Cittadinanza italiana PERIODO: settembre / ottobre 

Abilità: Distinguere le differenti fonti normative e la loro gerarchia con particolare riferimento alla

Costituzione italiana e alla sua struttura. Analizzare aspetti e comportamenti delle realtà personali e sociali e confrontarli con il dettato costituzionale. Individuare il collegamento tra Costituzione e fonti normative con particolare riferimento al settore di riferimento.  

Conoscenze: La struttura della Costituzione italiana: i principi fondamentali nella Costituzione, i diritti e doveri dei cittadini: rapporti civili, etico-sociali, economici e politici. 

MODULO VI : Gli organi dello Stato PERIODO: novembre / dicembre/gennaio 

Abilità: Distinguere e analizzare le funzioni del Parlamento, del Governo, del Presidente della Repubblica. Distinguere i diversi tipi di giudici del nostro sistema giudiziario e individuare le principali differenze tra i vari tipi di processi.

Conoscenze: Il Parlamento: come funzionano le due Camere, l’iter legislativo, il procedimento di revisione costituzionale, le altre competenze parlamentari. Il Governo : come si forma il Governo, le crisi di Governo, le funzioni del Governo, gli atti normativi del Governo. Il Presidente della Repubblica: l’elezione, gli atti del P.d.R., la responsabilità del P.d.R. La Corte Costituzionale: formazioni e compiti. La Magistratura: principii in tema di giustizia contenuti nella Costituzione, i diversi tipi di giurisdizione e processo, il Consiglio Superiore della Magistratura. L’elettorato.

MODULO VII La cittadinanza europea PERIODO: febbraio Marzo 

Abilità: Distinguere le differenti fonti normative e la loro gerarchia con particolare riferimento ai Trattati europei e alla loro struttura. Analizzare aspetti e comportamenti delle realtà personali e sociali e confrontarli con i principi comunitari. Individuare il collegamento tra diritto UE e fonti normative con particolare riferimento al settore di riferimento.  Distinguere i diversi tipi di libertà.

Conoscenze: La nascita dell’Unione Europea. Competenze dell’Unione Europea.

I princìpi fondanti dell’Unione Europea: La cooperazione rafforzata, Il principio di sussidiarietà, il principio di attribuzione e quello di proporzionalità, sussidiarietà verticale, sussidiarietà orizzontale,  Le quattro libertà: la libertà di circolazione delle merci, la libertà di circolazione delle persone, la libertà di prestazione dei servizi, la libertà di circolazione dei capitali. La procedura di adozione degli atti. Elementi della Cittadinanza europea.

MODULO VIII : Gli organi dell’UE aprile/maggio

Abilità: Distinguere e analizzare le funzioni delle sette istituzioni europee. Distinguere e analizzare le funzioni dei diversi organi consultivi e finanziari.

Conoscenze: Le sette istituzioni: 1. La Commissione europea, 2. Il Parlamento europeo, 3. Il Consiglio dell’Unione Europea, 4. Il Consiglio europeo, 5. La Corte di giustizia, 6. La Corte dei conti europea, 7. La Banca centrale europea.

Gli organi consultivi. Gli organi finanziari. 

INDIRIZZO: PRIMO ANNO del biennio secondo CLASSE: TERZA

MODULO IX La cittadinanza globale internazionale

Abilità: Distinguere le differenti organizzazioni internazionali e il loro campo di intervento. Analizzare aspetti e comportamenti delle realtà personali e sociali e confrontarli con particolare riferimento alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Conoscenze: Le organizzazioni internazionali: OIG e ONG. L’ONU. La Dichiarazione universale dei diritti umani. La cittadinanza internazionale delle persone fisiche. La Globalizzazione. I migranti.

MODULO X L’educazione digitale  

Abilità: collocare l’esperienza digitale in un sistema di regole fondato sul riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema. 

Conoscenze: Rischi e potenzialità delle tecnologie digitali. BYOD. Il decalogo #BastaBufale. La tutela della privacy: il consenso al trattamento dei dati personali, la diffusione di immagini e video.  Il furto d’identità.

La netiquette. Regole di sicurezza informatica. L’identità digitale e la sua gestione. La reputazione digitale.

MODULO 11 L’Agenda 2030

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema. 

Conoscenze: La struttura dell’Agenda 2030: i 17 goal e i 169 target. La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

MODULO 12 educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; La tutela dell‘ambiente per un’economia sostenibile

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema.

Conoscenze: i tre pilastri della Convenzione di Aahrus, Il settore agroalimentare italiano. Il commercio equo e solidale. I Gruppi di Acquisto Solidale. L’agricoltura sociale, gli orti urbani, le banche etiche, il microcredito.

Giornata dell’ambiente (con la collaborazione di un ente, per es Fondo Ambiente Italiano)

SECONDO ANNO del biennio secondo CLASSE: QUARTA

MODULO 13 l’educazione alla salute e al benessere

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema.

Conoscenze: La rianimazione cardiorespiratoria BLS. Il consenso informato. La donazione del sangue. Patentino BLSD (Defribillatore) e Rianimazione cardiopolmonare.

MODULO 14 Per un’Educazione finanziaria

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema.

Conoscenze: Il Conto corrente e la sua scelta. L’Interesse semplice e composto. Il Risparmio. Il Sistema pensionistico. Le forme di Previdenza complementare. Gli investimenti. La Diversificazione del rischio.

Investimenti a capitale garantito. Conti deposito. Obbligazioni. Titoli di Stato. Investimenti privi di garanzia.

Azioni. Fondi comuni di investimento. Il Contratto assicurativo. Il Mutuo. I Fondi pensione. I Piani individuali pensionistici. I Beni rifugio. I Prodotti finanziari.

MODULO 15 educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; L’educazione alla legalità 

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema.

Conoscenze: Mafia e mafie: ecomafia, agromafia, archeomafia. L’intervento contro le mafie. Le origini della mafia. L’estensione delle mafie. I colletti bianchi. Mafia e sport.

QUINTO ANNO

MODULO 16 educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema.

Conoscenze: Patrimonio culturale, Patrimonio naturale e Paesaggio culturale. L’Italia e il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il patrimonio culturale e i beni pubblici comuni. La protezione giuridica del patrimonio culturale in Italia. Il codice dei beni culturali e del paesaggio. La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La fruizione dei beni culturali. La Convenzione di Faro.

MODULO 17 educazione alla cittadinanza attiva

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema.

Conoscenze: La cittadinanza attiva. L’educazione al volontariato. Elementi di base in materia di protezione civile. 

MODULO 18 Educazione stradale

Abilità: collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento di diritti e doveri. Riconoscere le caratteristiche essenziali del tema. 

Conoscenze: Il codice della strada. Guida e reati. La mobilità sostenibile.

Un’UdA viene sviluppata secondo la metodologia clil.

La Biblio-sitografia può essere richiesta per mail all’autore.

Ritorno a scuola ai tempi del COVID-19

UNICEF Italia su ritorno a scuola ai tempi del COVID-19  

12 settembre 2020 – “Al culmine delle misure di lockdown a livello globale, quasi 1,5 miliardi di studenti sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole. Orale scuole di tutto il mondo stanno compiendo grandi sforzi per poter riaprire: l’UNICEF ricorda che circa 818 milioni di bambini nel mondo non hanno la possibilità di lavarsi le mani nelle loro scuole, il che li espone a rischio di COVID-19 e di altre malattie trasmissibili. Inoltre, almeno un terzo dei bambini nel mondo che vanno a scuola – 463 milioni di bambini in tutto il mondo – non hanno potuto accedere all’apprendimento a distanza quando le loro scuole sono state chiuse a causa del COVID-19”, ha ricordato il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.   

Il rientro a scuola anche nel nostro paese sarà particolarmente complesso perché vedrà disposizioni sanitarie da rispettare, soluzioni organizzative inusuali e regole di distanziamento che ridefiniranno numerosi aspetti della vita scolastica” – ha proseguito il Presidente dell’UNICEF Italia. “A tutti gli studenti, agli insegnanti, ai collaboratori e ai dirigenti scolastici, ai familiari va il nostro più sincero augurio per un sereno inizio di anno scolastico. Ci auguriamo che sia garantita un’attenzione particolare a bambini e adolescenti con disabilità, minorenni fuori famiglia o appartenenti a gruppi più vulnerabili. Non possiamo dimenticare che nel nostro paese vivono 1 milione e 100 mila bambine e bambini in povertà assoluta e, come si è visto nel lockdown, solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile un computer per ogni componente”.   

L’UNICEF Italia rilancia la Petizione“Sicuramente scuola. Per una scuola sicura, moderna e inclusiva” per chiedere al Governo di mettere al centro dell’agenda politica i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza definendo un piano di riapertura in sicurezza che garantisca un’istruzione inclusiva e di qualità oltre l’emergenza, con interventi personalizzati e attenti ai singoli bisogni degli studenti.   

Per aderire: www.unicef.it/sicuramentescuola   

I 5 punti della petizione UNICEF:  

1.       Nessuno escluso: progettare interventi a sostegno di bambini e ragazzi più vulnerabili e dei territori maggiormente colpiti dalla povertà educativa prima e dopo l’emergenza. In previsione della riapertura delle scuole, oltre alla sicurezza sul piano sanitario, è necessaria una risposta coordinata per garantire a tutti i bambini – in particolare a quelli con disabilità o in condizione di grave disagio familiare – di recuperare gli apprendimenti perduti e di continuare il percorso di studi attraverso interventi personalizzati e attenti ai singoli bisogni.  

 

2.       Destinare finanziamenti significativi a lungo termine all’istruzione di qualità, dal momento che in Italia la spesa pubblica per l’istruzione è tra le più basse d’Europa.  È necessario creare un piano di finanziamento a lungo termine, oltre quello straordinario per l’emergenza, mirato al raggiungimento di un’istruzione di qualità affinché le nuove generazioni siano preparate e in grado di generare crescita e sviluppo per il nostro paese.  

 

3.       Investire sui servizi formativi per l’infanzia (0-6) su tutto il territorio nazionale. È necessario rafforzare la presenza su tutto il territorio nazionale dei servizi educativi e scolastici di qualità per i bambini da 0 a 6 anni, favorendo la frequenza, in particolare, dei bambini che appartengono a famiglie in situazione di disagio e predisponendo inoltre una strategia diffusa di sostegno alla genitorialità, trattandosi di un momento così delicato per lo sviluppo della persona.  

4.       Evitare discriminazioni nell’attuazione degli interventi previsti dalle Linee Guida per la riapertura attraverso un’attenta analisi e monitoraggio.   

5.       Attivare servizi di sostegno psicologico, alla ripresa delle attività formative, per tutti i bambini e i ragazzi che ne hanno bisogno.  

 

Anche quest’anno l’UNICEF Italia, attraverso il programma “Scuola Amica dei bambini”, mette a disposizione una nuova proposta formativa per l’anno scolastico 2020/2021 dedicata a “IL BENESSERE OLTRE L’EMERGENZA – Educazione, protezione e sostenibilità” rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, dedicata al tema del ” benessere” inteso come condizione necessaria per un recupero della normalità e per la realizzazione di un’esperienza formativa di qualità. La proposta comprende kit didattici e schede formative su temi di principale interesse (prevenzione e contrasto al bullismo, tutela dell’ambiente, protezione da qualsiasi forma di violenza…). È stata inoltre elaborata una proposta specifica dedicata al delicato momento del rientro a scuola ” #torniamoascuola” con l’obiettivo di aiutare bambini e ragazzi a trovare nella scuola un luogo dove potersi raccontare e ritrovare se stessi e gli altri. Le attività, suddivise per fasce di età, sono tutte finalizzate alla ricostruzione dei legami educativi, attraverso metodologie diverse che stimolano bambini e ragazzi a una nuova progettazione del futuro, dedicando però estrema attenzione alla straordinarietà di quanto accaduto.  

 

Link alle proposte UNICEFhttps://www.unicef.it/scuola    

L’UNICEF in Italia porta avanti il progetto ‘Lost in Education’ rivolto a 4.500 ragazzi e ragazze, 900 famiglie, 600 docenti e 255 attori sociali per il contrasto alla povertà educativa minorile. Il progetto è sostenuto da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e vede l’UNICEF Italia come capofila in collaborazione con Arciragazzi e con ARCI Liguria; è realizzato in 20 scuole secondarie di primo e secondo grado di 7 regioni in Italia: Lazio, Lombardia, Sicilia, Puglia, Liguria, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia.    

VIDEO ‘Notte prima della scuola’  

L’UNICEF durante l’emergenza Covid 19 ha dato voce ai ragazzi e bambini in tutto il mondo e anche in Italia, per conoscere la loro percezione della situazione. Alla vigilia del ritorno a scuola per milioni di studenti in Italia, l’UNICEF ha raccolto alcune testimonianze spontanee, registrate in modalità selfie.  

L’input proposto ai ragazzi è stato: come immagini il ritorno a scuola, cosa ti aspetti o di cosa hai paura. 

Senza cercare risposte giuste l’intento è stato quello di conoscere meglio le aspettative rispetto al ritorno a scuola. Questa iniziativa si inserisce nella campagna più ampia “Sicuramente scuola. Per una scuola sicura, moderna e inclusiva”, petizione promossa dall’UNICEF per un nuovo anno scolastico effettivamente inclusivo per tutte e tutti. 

LINK PER SCARICARE I VIDEO di ELISA, GIOVANNI, LEONARDO, YURI https://www.dropbox.com/sh/7ctk1wnstk505mf/AAAl8tRm309H5tSFWn7aqdHda?dl=0 

Docenti fragili, chi chiede visita per non stare in classe rischia di passare a 36 ore come Ata

da La Tecnica della Scuola 

È stata quindi pubblicata la nota del Ministero dell’Istruzione n. 1585, con la quale vengono fornite le istruzioni operative ai dirigenti scolastici per la gestione dei docenti cosiddetti ‘fragili’: una condizione da intendersi, c’è scritto nella nota, come temporanea ed esclusivamente legata all’attuale situazione epidemiologica.

Tra le varie condizioni che si potrebbero venire a configurare, bene evidenziate in un altro articolo, riteniamo che valga la pena soffermarsi su quella del docente di ruolo, con una o più patologie croniche, reputato inidoneo dal medico competente della scuola a seguito di domanda dello stesso insegnante.

Niente lezioni

È bene sapere che il medico del lavoro potrebbe reputare il docente non idoneo temporaneamente allo svolgimento delle lezioni, considerando che in classe, in presenza di un alto numero di alunni, potrebbe esporsi a rischi non indifferenti in caso di contagio da Covid-19.

Tuttavia, l’incompatibilità ravvisata dal medico potrebbe non riguardare l’attività lavorativa in toto. Nel senso che il docente reputato inidoneo allo svolgimento delle lezioni potrebbe comunque essere reputato in grado di svolgere altre mansioni, di tipo amministrativo (quindi collocato professionalmente come Ata) in un contesto diverso, compatibili in questo caso con il suo stato di salute.

In tal caso, verrà quindi “utilizzato” sempre all’interno della scuola, ma ovviamente non in classe.

Questo passaggio di ruolo, sempre temporaneo, comporterebbe anche un mutamento dell’orario di servizio settimanale, che diventerebbe di 36 ore come previsto dall’articolo 8 del CCNI Utilizzazioni inidonei.

Giannelli: possono svolgere altre mansioni

A parlarne è stato anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: la sorveglianza sanitaria eccezionale”, dice il leader dell’Anp, deve in pratica “stabilire se sono idonei alla funzione di insegnamento in aula a contatto con gli alunni. Se non dovesse essere così, si valuterà se impiegarli in altre mansioni all’interno della scuola, tipo biblioteca o segreteria”.

“Ovviamente i docenti che lavorano per 18 ore settimanali più le altre incombenze, assumeranno un’altra modalità, quella delle 36 ore settimanali, come i segretari appunto”, conferma Giannelli.

Supplenze in arrivo, ma soluzione rivedibile

Solo se il docente proprio non potrà stare nella scuola, perché reputato in uno stato di salute evidentemente con maggiori rischi derivanti da un eventuale contagio di Coronavirus, “verrà trattato come malato e scatteranno allora le supplenze”.

La decisione potrebbe anche non durare tutto l’anno. “Le diverse mansioni dureranno per il tempo stabilito dal medico che poi rivedrà il paziente”, conclude Giannelli.

Riapertura scuole, tre motivi per misurare la temperatura a casa

da La Tecnica della Scuola 

Il dibattito sulla misurazione della temperatura in vista del rientro a scuola si fa più serrato, complice anche la decisione del Piemonte di introdurne l’obbligo per le scuole che ha scatenato molte polemiche, oltre alla presa di posizione della Ministra Azzolina, che non esclude di impugnare l’ordinanza piemontese.

Perchè andrebbe misurata a scuola la temperatura

Eppure la questione misurazione temperatura a scuola o a casa trova pareri contrastanti: da una parte scienziati come Crisanti ritengono che la temperatura debba essere misurata a scuola, con uno strumento unico: “Far misurare la febbre a 8 milioni di famiglie con termometri diversi, non è una procedura che porta alla chiarezza. Penso che si sarebbe dovuto misurare la temperatura a scuola con sistemi automatici ed efficienti che sono disponibili“, ha detto il virologo ad Agorà su Rai 3.

Contraria anche Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano: “Sono assolutamente contraria alla rilevazione della temperatura fatta in famiglia” ai bimbi che vanno a scuola.

Tre motivi per misurare la temperatura a casa

Ma c’è chi la pensa diversamente. Ad esempio Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus, ritiene più efficace la misurazione della temperatura a casa. E spiega che ci sono tre buone ragioni: “per prima cosa, di base – sottolinea l’esperto all’AdnKronos Salute – questo si dovrebbe fare sempre, così da poter intercettare un eventuale malessere. E in questo periodo è opportuno fare ancora più attenzione“.

In secondo luogo, l’esperto spiega che “il rilevamento della temperatura a casa fa sì che il bambino febbricitante non entri in contatto contro nessun altro, compagni, insegnanti, altri adulti, evitando anche il rischio di assembramenti al momento della misurazione con i termoscanner“.

La terza ragione per cui, secondo Richeldi bisogna misurare la febbre a casa e non a scuola è legata alle risorse: “Dotare di termoscanner tutte le scuole per controllare uno per uno gli alunni comporta una spesa significativa, che è evitabile proprio attraverso il controllo a casa.”

Tuttavia, il membro del Comitato Tecnico Scientifico, spiega che sarebbe “opportuno avere un termometro ‘a pistola’, di quelli elettronici, nelle scuole per misurare la febbre agli alunni in caso di malessere“. Secondo Richeldi, infatti, la temperatura “si può alzare anche durante la giornata: lo scolaro arriva senza febbre e dopo qualche ora sta male“.

Lettera Ministro 12 settembre 2020

Il Ministro dell’Istruzione
Dott.ssa Lucia Azzolina

Roma, 12 settembre 2020

Ai bambini e alle bambine, alle alunne e agli alunni, alle studentesse e agli studenti con disabilità.
Alle loro famiglie.

Carissimi,

siamo prossimi a un appuntamento importante per tutta la scuola italiana, forse al più delicato perché, simbolicamente e sostanzialmente, la ripresa ufficiale delle lezioni, da parte del mondo intero della scuola, è la risposta di coraggio più bella e concreta alle aspettative di tutti e, soprattutto, alle grandi e comprensibili incertezze che la pandemia da Coronavirus ha portato in ciascuno di noi.

Non ci siamo mai fermati: noi, nella nostra ricerca di soluzioni di senso, voi nella vostra richiesta legittima di garanzia del diritto allo studio. Insieme, nella costruzione di una scuola diversa, dove ci sia posto per i diritti di ciascuno. Credo di poter dire che grazie all’aiuto di tutti voi, delle vostre lettere, dei messaggi, delle sollecitazioni delle Federazioni che vi rappresentano – FISH e FAND in primis –, siamo riusciti a ricostruire un’alleanza solida, che vi garantirà la ripresa che meritate, coinvolgendo tutti gli attori della comunità educante e dei territori del Paese, in un sistema di governance caratterizzato da responsabilità e interoperatività.

Con tutto il mio cuore di persona e con tutto il mio impegno di Ministro dell’Istruzione, vi auguro un buon anno scolastico, certa che riuscirete a ritrovare, nei sorrisi dei vostri insegnanti e di tutti coloro che vi sono al fianco, la serenità e l’amore, la cura speciale che meritate.

Buon inizio, buon anno scolastico.

Lucia Azzolina