Videoconferenza ministri italiano e argentino

Il 22 settembre la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha avuto un colloquio, in videoconferenza, con il suo omologo argentino Nicolás Trotta. Al centro della riunione, la riapertura delle scuole. L’incontro di oggi ha fatto seguito a un primo colloquio, che ha avuto luogo l’8 aprile scorso.

Il Ministro Trotta ha ribadito l’interesse a conoscere le misure adottate in Italia per la ripresa delle lezioni in presenza. La Ministra Azzolina ha spiegato che l’obiettivo del governo italiano è stato quello di trasformare una situazione di difficoltà in un’opportunità di innovazione, con lo stanziamento di 2,9 miliardi di euro per la ripartenza, la ricerca di nuovi spazi per la didattica, investimenti nell’edilizia scolastica, potenziamento dell’organico, con 70 mila fra docenti e non docenti in più.

La Ministra ha sottolineato che l’obiettivo è che le lezioni avvengano soprattutto in presenza, nel pieno rispetto degli standard di sicurezza. Ha inoltre ricordato come siano state elaborate Linee guida per la Didattica digitale integrata alla quale ricorrere in caso di necessità. Per garantire la sicurezza sanitaria negli Istituti sono stati poi siglati Protocolli per la formazione del personale scolastico ed è stata istituita la figura del referente Covid nelle scuole.

L’incontro si è svolto in un rinnovato clima di collaborazione e di volontà di confronto e arricchimento reciproco. La Ministra Azzolina ha confermato l’interesse a considerare iniziative congiunte per celebrare i 700 anni della morte di Dante Alighieri e l’apprezzamento dell’Italia per la diffusione di sezioni bilingui nella Provincia di Buenos Aires.

In piazza il 26 settembre

Comunicato stampa unitario FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams

In piazza il 26 settembre per una politica che promuova la scuola

Roma, 22 settembre 2020 – Fare di istruzione e formazione temi centrali nelle scelte di investimento, a partire dalla destinazione delle risorse del recovery fund. Rinsaldare l’alleanza tra scuola e società, riconoscere al lavoro nella scuola dignità e giusto valore, anche al fine di rendere più attrattiva la professione del docente, garantire su tutto il territorio nazionale edifici scolastici sicuri e adeguati a una didattica innovativa, rimuovere alla radice le cause di un divario digitale legato a insufficienze nella dotazione di dispositivi e nella rete di connessione, supportare efficacemente le istituzioni scolastiche sotto il profilo dei presìdi igienico sanitari per consentire uno svolgimento in sicurezza delle attività didattiche, evitando il rischio di nuove chiusure.

Queste, insieme alla necessità che si completino nel più breve tempo possibile le nomine del personale docente e ATA – con le dovute garanzie di legittimità e riconoscimento di diritti lavorativi e sindacali – al fine di permettere un funzionamento a pieno regime delle scuole, sono le ragioni che hanno indotto FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams a essere presenti a Roma, in piazza del Popolo, sabato 26 settembre, insieme ad altre espressioni associative delle famiglie e del mondo scolastico, alla manifestazione indetta dal comitato “Priorità alla scuola”.

Mentre Governo e Parlamento si apprestano a compiere scelte importanti da cui dipendono le prospettive di rilancio della crescita del Paese, diventa più che mai urgente intervenire sui tanti nodi che attanagliano da anni la scuola italiana, resi ancor più evidenti e intricati dall’emergenza pandemica.  Nodi che restano purtroppo irrisolti in avvio del nuovo anno scolastico, essendosi rivelata del tutto insufficiente l’azione di governo, contrassegnata da incertezze e ritardi anche nella finalizzazione delle risorse stanziate per rafforzare le dotazioni organiche, insieme a una gestione del reclutamento segnata da limiti e contraddizioni evidenti, con grave pregiudizio della stabilità del lavoro.

Non è il momento di ricorrere ad azioni di sciopero in questa fase, nella quale l’impegno si indirizza soprattutto a favorire il ritorno in sicurezza alle attività in presenza. Questa la linea di comportamento seguita in questa circostanza, con la scelta di essere presenti alla manifestazione promuovendo la più larga partecipazione del personale scolastico. È invece il momento di fare scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà, destinando parte consistente dei fondi “Next Generation Ue” ai luoghi dove le “prossime generazioni” dovranno crescere e formarsi. Per questo i sindacati saranno in piazza il 26 settembre, dopo aver riunito online il giorno precedente i propri organismi dirigenti. Su questo chiedono che si apra da subito una fase di intenso confronto con l’Amministrazione e il Governo, mentre sollecitano l’avvio dei negoziati per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2018. È sulla base di ciò che saranno valutate le ulteriori mobilitazioni sindacali.

Donne speciali

Donne speciali

di Vincenzo Andraous

Festa di compleanno di mia figlia Marinella, felicità e tenerezza alle stelle, tanti suoi amichetti a sgambettare qui e là, tanti miei amici a sorridere della vita bella.

Festa davvero del cuore, una giornata da ricordare. Si da ricordare veramente.

Stiamo per fare ritorno a casa, il mio amico in moto davanti a me, a seguire la mia macchina con sopra mia figlia piccolina, la festeggiata, poco più indietro l’altra mia figlia grande e parenti sopra la sua auto.

Sulla via centrale del paese, andatura da maratona, a esagerare 30-40 all’ora.

Improvvisamente, sequenze da moviola, vedo una moto imbizzarrirsi, inerpicarsi nel vuoto, piegare di lato, e rimanere lì, ribaltata su un fianco, poco più in là, il mio amico disteso anch’egli ma scomposto. Immobile.

Mi volto verso la mia compagna e chiedo se ha visto anche lei quello che ho visto io. Inchiodo, scendo dalla macchina e mi precipito verso quel corpo che sembra addormentato.

Chiamo l’ambulanza e urlo a tutti i curiosi intorno di non toccarlo, di farsi da parte.

Disperato, sono disperato, tutto sembra cozzare con le certezze andate a farsi benedire, come se il Signore avesse deciso di tacere, di non farsi avanti.

A rompere ogni indugio, in veloce sequenza arrivano tre donne, che fermano la propria auto ed i propri impegni per correre in soccorso di chi è a terra esanime.

Tre donne con attributi ben più che maschili, tre donne di quelle vere, tre rianimatrici, prendono in mano la situazione in maniera non soltanto professionale, ma di chi ha nelle mani gli strumenti necessari per salvare chicchessia.

Il mio amico respira lentamente, in maniera impercettibile, poi il mare, il cielo svaniscono, tutto rimane fermo come le onde di un lago. Il mio amico non respira più.

I tre angeli ora sono leonesse, a turno fanno tutto quello che io non avrei mai pensato potesse esser fatto, instancabili, metodiche, precise, intubano, pompano il cuore arrestato, non si fermano, non danno resa, continuano senza un attimo di incertezza, come a volere dire a quel cuore di ricominciare a pulsare, perché non gli avrebbero consegnato alcuna tregua.

Minuti furiosi, le mani imperterrite massaggiano fortemente quel muscolo, sono mani che raccontano come la preghiera a volte non è soltanto una intercessione per qualcuno, ma una vera e propria irruzione dell’anima, un passo in avanti, in mezzo, là, dove infuria la tempesta.

Il mio amico ricomincia a respirare, arriva l’ambulanza, le tre guerriere, lo barellano, anch’io do una mano ad alzarlo da terra, a spingerlo sulla autolettiga.

Il Signore sembra tacere?

No, il nostro grande amico dei piani alti, è stato proprio lì, vicino a noi tutti, negli occhi di quelle tre donne che sanno di esempio che non muore, esempio che non retrocede, esempio che è amore. Dio è stato lì, senza tentennamenti in quelle donne magnifiche e speciali.

Il mio amico adesso è all’ospedale nelle mani di altri angeli.

Ma quelle tre grandi donne sono certo continueranno a non mollarlo per un solo istante.

Emergenza e deroghe per il Covid-19: tutti promossi, ma il voto in condotta resta determinante

da Il Sole 24 Ore

di Pietro Alessio Palumbo

La valutazione del comportamento degli alunni si propone di favorire l’acquisizione di una coscienza civile basata sulla consapevolezza che la libertà personale si realizza nell’adempimento dei propri doveri, nella conoscenza e nell’esercizio dei propri diritti, nel rispetto dei diritti altrui e delle regole che governano la convivenza civile in generale e la vita scolastica in particolare.

Ebbene con la recente sentenza 9564 del 14 settembre scorso, il Tar del Lazio ha chiarito che mentre le disposizioni eccezionali sulla valutazione finale degli alunni in costanza di emergenza Covid-19 e didattica a distanza consentono di prescindere largamente dal rendimento scolastico, in deroga a quanto stabilito dal vigente Regolamento nazionale sulla valutazione degli alunni, la stessa deroga non può invece operare per il voto in condotta che a ben vedere descrive il contegno dell’alunno e non il suo rendimento. Pertanto una grave insufficienza in questo ambito giustifica di per sé la non ammissione alla classe successiva, soprattutto se si sostanzia in una scarsa o svogliata partecipazione alla vita scolastica. E si badi bene, ha chiarito il Tar capitolino, è possibile bocciare per “scarsa partecipazione” anche qualora l’alunno non abbia superato la soglia massima di assenze previste dal citato Regolamento.

La disciplina ordinaria
La disciplina “ordinaria” prevede che sono ammessi alla classe successiva gli alunni che in sede di scrutinio finale conseguono un voto di comportamento non inferiore a sei decimi e una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto. A conclusione degli interventi didattici programmati per il recupero delle carenze rilevate, il consiglio di classe procede alla verifica dei risultati conseguiti dall’alunno che solo in caso di esito positivo consegue la “promozione”. Per altro verso per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale. Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza comporta la non ammissione alla classe successiva.

La disciplina in deroga
Ebbene, in costanza di emergenza Covid-19 è stata espressamente disposta la deroga a tale disciplina ordinaria. Soccorre tale deroga la regola secondo cui per gli alunni ammessi alla classe successiva con votazioni inferiori a sei decimi, il consiglio di classe predispone il piano di apprendimento individualizzato, in cui sono indicati gli obiettivi e le strategie per il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento.

…ma non per gli “svogliati”
Nondimeno – si badi bene – nei casi in cui i docenti del consiglio di classe non siano in possesso di alcun elemento valutativo relativo all’alunno, per cause non imputabili alle difficoltà legate alla disponibilità di apparecchiature tecnologiche ovvero alla connettività di rete, bensì a situazioni di mancata o sporadica frequenza delle attività didattiche, il consiglio di classe può non ammetterlo alla classe successiva. E ciò anche qualora non sia stato superato il limite massimo di assenze consentite.
In altre parole tutti ammessi (o quasi) ma nessuna deroga al responsabile comportamento scolastico che anzi è la vera dogana della promozione.

Docenti introvabili al Nord, supplenze verso 120/130mila

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Passano gli anni, cambiano i governi ma, anche quest’anno, all’indomani dell’avvio delle lezioni, molte cattedre, specie nelle regioni del Nord, resteranno vuote ancora per diverse settimane, in attesa dei supplenti.

Delle 84.808 cattedre messe in palio, quest’estate, infatti, secondo una elaborazione ben fatta della Cisl Scuola, se ne sono state coperte appena 25mila, migliaio in più, migliaio meno, vale a dire poco meno del 30 per cento. Risultato? Che al termine della procedura ordinaria delle immissioni in ruolo sono rimasti quasi 60mila posti da coprire, e non ci si è riusciti (a esaurirli tutti) neppure con la “call veloce” introdotta quest’anno. I tempi supplementari delle assunzioni voluti dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che consentono ai precari desiderosi di conquistare il ruolo di spostarsi dalla propria regione (restando però 5 anni nella scuola di titolarità), si sono conclusi il 2 settembre con 2.500 candidature. A pesare è stato soprattutto il rischio Covid: almeno il triplo, altre 7.500 istanze, sono rimaste nel sistema, a testimonianza, di come, poi, al momento dell’inoltro effettivo dell’istanza, i timori a trasferirsi lontano da casa, hanno pesato, e fatto desistere gli interessati). Considerando che dalla call veloce ci si aspettavano 5/6mila candidature (che si traducono in contratti stabili), è come dire che uno su due ha rinunciato al posto fisso.

La corsa ai supplenti

Dunque a conti fatti si resterà molto vicini a quota 60mila vuoti d’organico. Secondo il ministero dell’Istruzione, si tratta di numeri, importanti, ma in linea con quegli degli ultimi anni: anche quest’anno, perciò, all’avvio delle lezioni (settembre) le cattedre assegnate a supplenti non dovrebbero attestarsi intorno alle 120/130mila unità. Più le eventuali deroghe (anche qui, la gran parte sul sostegno) che arriveranno fino a dicembre. Accanto a questi numeri, ci sono poi i 50mila docenti aggiuntivi, temporanei, previsti dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19, che saranno assunti con contratti a termine (in tutto sono oltre 70mila, ai 50mila prof vanno aggiunti i 20mila Ata, sempre a tempo. Per i sindacati, a dicembre si sfonderà le 200mila supplenze.

La verità, purtroppo, che anche qui si ripete da anni, è che, se tutto andrà bene, ci vorrà ottobre-novembre, almeno, per avere i docenti in cattedra, con buona pace della continuità didattica. E questo, purtroppo, in un anno in cui, oltre a svolgere le normali attività, occorrerà rimediare alla drammatica perdita di apprendimenti patita da marzo. In assenza di docenti di ruolo, si passerà alla chiamata dalle «Graduatorie provinciali dei supplenti»: da quest’anno la procedura è nuova e totalmente informatizzata. Il sistema, però, poco testato, sta generando enormi problemi: così anche i tempi di nomina dei supplenti andranno ben oltre il consueto.

Matematica e lettere introvabili

La situazione “cattedre vuote” è una sconfitta per tutti. Da Roma in su ormai, già a partire dalla primaria, sono introvabili i professori di matematica, in genere delle materie tecnico-scientifiche; ma anche di italiano, lingue straniere, in primis inglese. «Anche al Sud alcune classi di concorso come lettere e matematica sono esaurite», ha detto Gianluigi Dotti, responsabile del Centro studi della Gilda. Discorso a parte, il sostegno, dove l’emergenza è elevatissima: tra l’80 e il 90% di cattedre negli ultimi anni è vuoto, e spesso assegnato a un prof non specializzato.

Reclutamento da rivedere

Il punto è che, nella scuola, da 20 anni, si assume, attraverso un doppio canale, 50% dai concorsi pubblici, il restante 50% dallo scorrimento delle graduatorie a esaurimento, Gae (quelle dove sono inseriti i precari abilitati). Non svolgendosi i concorsi (quelli di quest’anno sono slittati in autunno), le assunzioni arrivano quasi interamente scorrendo le sole Gae dove ormai le classi di concorso più gettonate, non solo al Nord, hanno esaurito gli iscritti. Vale a dire, il posto stabile c’è, ma manca il candidato. Si aggiunga poi lo scarso appeal della professione, specie tra i giovani laureati, e una certa resistenza dei docenti del Sud a trasferirsi al Nord per via dell’elevato costo della vita. Da qui la necessità di rimetter mano al reclutamento. Lo chiedono tutti (da tempo).

Da anni mancano prof specializzati, valzer in cattedra quasi scontato

da Il Sole 24 Ore

di Francesca Lascialfari e Claudio Tucci

C’è un dato nei dati complessivi delle cattedre scoperte che balza agli occhi, e merita un approfondimento a parte. Parliamo degli insegnanti di sostegno, una figura centrale per il processo di apprendimento degli studenti con disabilità, che anche quest’anno, tuttavia, non si trovano in percentuali oramai elevatissime.

Il fenomeno non è nuovo. Negli ultimi tre anni il tasso di scopertura di questi docenti è sempre oscillato tra l’80% e il 90%; e spessissimo queste cattedre poi sono state assegnate in corso d’anno a docenti non specializzati (con ulteriore danno alle esigenze dei ragazzi).

Ormai, ci racconta un dossier ben fatto della Cisl Scuola, il problema riguarda tutti gli ordini di scuola: all’infanzia manca oltre il 50% dell’organico di sostegno; alla primaria si viaggia all’80%; così come alle superiori. Il record, negativo, è alle medie: con oltre il 90% dei posti sul sostegno scoperti.

Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, lo scorso anno scolastico, il 2019-2020, le scuole hanno accolto 259.757 studenti con disabilità, con picchi più elevati in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. Numeri che aumentano di anno in anno. Sempre nel 2019/2020, i posti docenti istituiti sono stati, in totale, 684.880 comuni, e 150.609 di sostegno (questi numeri comprendono sia l’organico dell’autonomia sia l’adeguamento di detto organico alle situazioni di fatto; per il sostegno sono comprese anche le deroghe). Già, le deroghe. Lo scorso anno, dati provvisori, si è partiti con 50.529 cattedre.

Gli effetti delle sentenze

Non stupisce quindi che di fronte a questa fotografia, l’anno scolastico sia ormai tradizionalmente segnato dalle difficoltà delle scuole a garantire la presenza di docenti di sostegno agli studenti con disabilità all’avvio delle lezioni. A pesare sono diversi fattori, amministrativi ma anche giudiziari. L’organico di diritto che, ogni anno, viene comunicato agli istituti al termine dell’anno scolastico precedente è, infatti, del tutto insufficiente a coprire il reale fabbisogno che le istituzioni scolastiche comunicano agli uffici territoriali sulla base del numero di studenti certificati ex legge 104/92 iscritti.

Dopo che nel 2010 la Corte Costituzionale ha dichiarato «l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 414, della legge n. 244 del 2007, nella parte in cui esclude la possibilità, già contemplata dalla legge 27 dicembre 1997, n. 449, di assumere insegnanti di sostegno in deroga, in presenza nelle classi di studenti con disabilità grave», in organico di fatto vengono assegnati ulteriori posti, assicurando mediamente 18 ore di sostegno a ciascuno studente diversamente abile in situazione di gravità (ex art.3 comma 3, legge 104/92), 9 ore ai disabili non gravi (ex art. 3 comma 1). Ad anno scolastico avviato, gli uffici scolastici regionali rendono inoltre disponibili ulteriori posti in deroga, utili soprattutto per garantire il diritto al docente di sostegno a quei studenti le cui certificazioni siano giunte alla scuola con ritardo.

Purtroppo la forte discrepanza tra organico di diritto e organico di fatto fa sì che, nelle scuole dove maggiormente si concentrano gli studenti con disabilità, tipicamente, le scuole del primo ciclo e gli istituti professionali, la gran parte dei docenti di sostegno sia assunto a tempo determinato, dunque nominati annualmente dagli Usr o dalle scuole. Le conseguenze di questa disfunzione sono evidenti: gli studenti cambiano spesso figure di riferimento, le scuole faticano a garantire all’avvio delle lezioni un congruo numero di ore di sostegno a ciascun alunno in situazione di handicap.

Il nodo «specializzazione»

La situazione, già di per se complessa, è aggravata poi dalla carenza di supplenti con la specializzazione: spesso le scuole non riescono a reperire un numero sufficiente di docenti con la specializzazione, e ciò avviene nonostante che i corsi per il conseguimento del titolo siano regolarmente organizzati dalle università (semmai, i numeri a bando sono bassi). In concreto, le segreterie si trovano costrette addirittura a ricorrere all’incrocio delle graduatorie delle discipline curricolari per poter reclutare gli insegnanti necessari. Ne consegue che molti docenti ogni anno si affacciano all’insegnamento su posto di sostegno senza una preparazione idonea; le istituzioni scolastiche, da parte loro, provvedono, singolarmente o mediante corsi organizzati dalle reti di ambito o dai poli per l’inclusione, alla loro formazione di base sul tema della disabilità. Ma è un lavoro, enorme, specie in questi giorni dove presidi e personale scolastico sono alle prese con la valanga di urgenze da sbrigare per far entrare in sicurezza a scuola milioni di studenti.

A testimonianza dell’entità, e della gravità, che il fenomeno ha ormai raggiunto ci sono anche i numeri della call veloce: molte domande dei docenti (per conquistare il ruolo, spostandosi da casa) sono arrivate in Emilia Romagna e soprattutto sul sostegno, proprio a causa delle percentuali elevatissime di cattedre scoperte. Una criticità ben nota a Viale Trastevere: come si ricorderà infatti tra i primissimi atti dei neo ministri Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi, a pochi giorni dal loro insediamento, c’è stato proprio l’avvio di un nuovo corso di abilitazione, Tfa, per quasi 20mila posti sul sostengo, 19.585 per la precisione. I nuovi docenti così abilitati saranno pronti per arrivare nelle cattedre, però non prima del prossimo anno scolastico.

«Ingressi separati e termometri a pistola per la sicurezza di tutti»

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

«Per la sicurezza di tutti ho previsto ingressi separati. Mi doterò anche di termometri a pistola. E sono riuscito a mantenere il distanziamento durante l’attività di mensa, riorganizzando spazi e distrubuendo meglio gli alunni. La durata delle lezioni resta di un’ora, al più, in alcuni casi, termineremo qualche minuto prima per coordinarci con il servizio di trasporto. Saremo aperti tutti i pomeriggi (bidelli permettendo), all’infanzia il tempo pieno è riconosciuto al 100%, alla primaria, in quasi in tutte le classi. E faremo molte sperimentazioni, ad esempio in strumento musicale», ha raccontato Leopoldo Di Pasqua, preside dell’istituto comprensivo Gaetano Cistaro, sede principale a Guardia Piemontese (Cs), e plessi distaccati in comuni limitrofi, Acquappesa e Bonifati, circa 600 studenti totali, oltre 110 tra insegnanti e personale Ata.

Ha lavorato molto quest’estate?

Diciamo che stiamo andando incontro a un inizio d’anno particolare, e le decisioni da prendere sono tante. Noi presidi siamo stati sempre in prima linea, soprattutto in questi mesi, perché, almeno nel mio caso, credo nella scuola. Certo, il mio lavoro non è sempre stato facilitato, e ancora oggi sono in attesa di ricevere indicazioni chiare su alcuni nodi, come classi e organici.

Che indicazioni aspetta?

Per applicare il distanziamento e le regole sanitarie ho chiesto di sdoppiare alcune sezioni, visto che ho aule disponibili. Devono sapere se posso farlo. Se mi sarà concesso, mi serve però personale aggiuntivo, che al momento non ho. Se non mi verrà dato, dovrò invece fare interventi di “edilizia leggera”, buttando giù pareti per recuperare spazi. Mi servono indicazioni, altrimenti sono bloccato.

Sugli ingressi invece ha risolto lei?

Sì. In alcuni plessi, sono riuscito a garantire entrate e uscite fisiche separate per gli studenti di infanzia, primaria e medie. In altri casi, ad esempio nella sede principale di Guardia Piemontese, gli alunni entreranno distanziati nel tempo: ore 8,10/8,15 quelli della primaria, e dopo 20/25 minuti quelli delle medie.

Problemi per la mensa?

No. Garantiremo il regolare servizio mensa, i pasti vengono cucinati all’interno. Sono molto soddisfatto di essere riuscito a mantenere il distanziamento nei locali, facendo sedere i ragazzi in sicurezza. In un caso, ho dovuto utilizzare anche la palestra. Pulizia e sanificazione avverranno regolarmente.

Amazon.it dà il via alla seconda edizione di Un Click per la Scuola

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Torna l’iniziativa Un Click per la Scuola: i clienti possono selezionare le scuole a cui Amazon donerà una percentuale dei loro acquisti. Due grosse novità quest’anno: 1) anche gli acquisti di prodotti da partner di vendita che usano il marketplace Amazon permetteranno di generare le donazioni; 2) nel sito web dell’iniziativa è possibile trovare l’Amazon Digital Lab, un mondo di risorse digitali gratuite per studenti e insegnanti

La nuova edizione
Dopo aver supportato 28.900 scuole con la donazione di un credito virtuale complessivo di 2 milioni di Euro durante lo scorso anno scolastico, Amazon.it conferma il proprio supporto al mondo della didattica lanciando la seconda edizione di Un Click per la Scuola, iniziativa di donazione dedicata a tutte le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e di secondo grado del territorio nazionale. Il sito www.unclickperlascuola.it nell’edizione 2020-2021 includerà il nuovo “Amazon Digital Lab” una sezione ricca di contenuti di e-learning per studenti e insegnanti, inclusa una selezione di risorse digitali, tra cui video tutorial, audiolibri e podcast Audible, e un kit dedicato al coding per supportare gli studenti nella programmazione di videogiochi, quiz e visual art, e molto altro.«Nel 2020, il sistema scolastico italiano ha dovuto affrontare nuove criticità e ripensare la propria didattica. Per questo abbiamo deciso di far crescere ulteriormente il nostro supporto agli istituti scolastici – con la seconda edizione dell’iniziativa “Un Click per la scuola” – in due direzioni: continuare a sostenere le scuole indicate dai nostri clienti allargando la selezione degli acquisti ai prodotti venduti da partner di vendita attraverso il marketplace di Amazon (come ad esempio i prodotti Made in Italy) e offrire a insegnanti e famiglie l’Amazon Digital Lab, una raccolta di contenuti gratuiti di e-learning con corsi, giochi e lezioni utilizzabile sia in classe sia tra le mura domestiche» afferma Giorgio Busnelli, direttore delle categorie Largo Consumo di Amazon per Italia e Spagna.

Come funziona
Una recente ricerca di YouGov per Amazon Italia ha rilevato che il 46% delle famiglie italiane con figli in età scolare ha sentito parlare di iniziative a sostegno della scuola da parte di aziende private e l’80% di esse le considera un metodo efficace per sostenere le scuole.Attraverso Un Click per la Scuola, Amazon.it torna ad offrire ai propri clienti l’opportunità di scegliere la scuola a cui Amazon donerà un credito virtuale (senza costi aggiuntivi per i clienti). La donazione è pari a una percentuale degli acquisti effettuati dal cliente su Amazon.it.I clienti dovranno confermare la partecipazione all’iniziativa sul sito www.unclickperlascuola.it, scegliendo l’istituto che intendono supportare una sola volta, dopodiché tutti gli acquisti effettuati permetteranno di generare le donazioni da parte di Amazon a favore delle scuole.Le scuole di tutto il territorio nazionale potranno utilizzare il credito virtuale accumulato per richiedere gratuitamente i doni di cui hanno bisogno.

Le novità della seconda edizione
Innanzitutto, anche gli acquisti di prodotti venduti dai partner di vendita su Amazon.it, come i prodotti di piccole medie imprese italiane, parteciperanno al computo degli acquisti a fronte dei quali Amazon donerà crediti virtuali alle scuole.L’edizione del 2020-2021 presenta anche un ulteriore strumento per aiutare scuole e studenti alle prese con l’inizio dell’anno scolastico e le nuove esigenze educative.
In uno scenario in cui la didattica a distanza può giocare ancora un ruolo integrando la didattica tradizionale e il 52% delle famiglie è preoccupato per la qualità della didattica a distanza, Amazon.it propone l’Amazon Digital Lab: una sezione dedicata all’e-learning, che permette di familiarizzare con nuovi strumenti di apprendimento e con la tecnologia.Amazon Digital Lab propone contenuti on demand e interattivi con il fine di supportare insegnanti e studenti sulle materie insegnate, sia in classe sia a casa, come audiolibri di Audible, trainign di AWS, e molti altri contenuti forniti da partner come Eu.Promotion, Redooc e Librì.All’interno della sezione, alla quale possono accedere insegnanti e alunni, non solo è possibile condividere video e lezioni, ma anche trovare webinar e tutorial, audiolibri e podcast e giochi di diverse materie tra le quali Informatica, Matematica, Letteratura e molte altre, in base dell’età degli studenti.
Inoltre, si possono trovare il Creative Coding Toolkit e il Playground Train Your Robot Jr, creati da Codemotion, in collaborazione con Amazon. Il primo propone a insegnanti e studenti diverse attività di visual coding, permettendo all’utente di avvicinarsi a materie come arte e matematica attraverso la programmazione. Il secondo è un innovativo videogioco ambientato in un centro di distribuzione Amazon: attraverso il visual coding i ragazzi potranno muovere i robot presenti all’interno dei magazzini per aiutare un dipendente Amazon nel suo lavoro.
Infine, per affrontare al meglio il nuovo anno scolastico, sia sui banchi di scuola sia a distanza, Amazon.it ha pensato di raccogliere tutto il necessario in un’unica vetrina. Pronti per la scuola propone infatti un’ampia selezione di prodotti necessari per affrontare il nuovo anno scolastico. Inoltre, oltre allo store arricchito e rinnovato, come ogni anno, Amazon.it rende disponibile il sito adozionilibriscolastici.it che consente di trovare e acquistare tutti i testi adottati e consigliati in ognuna delle classi delle scuole elementari, medie inferiori e superiori d’Italia, pubbliche e private. Genitori e studenti potranno accedere al sito adozionilibriscolastici.it e, selezionando scuola e classe, avranno la possibilità di scegliere facilmente tutti i libri adottati e aggiungerli direttamente al carrello di Amazon.it.

Supplenze docenti: quando si può lasciare nomina da graduatorie di istituto. Nota Ministero

da OrizzonteScuola

Di redazione

Supplenze anno scolastico 2020/21: il Ministero fornisce un chiarimento su alcuni passaggi dell’OM n. 60/2020 con cui si disciplinano le nuove regole per il conferimento degli incarichi a tempo determinato.

Il Ministero richiama l’art. 2 comma 4 dell’OM 60/2020, per cui le supplenze possono essere

a)  supplenze annuali per la copertura delle cattedre e posti d’insegnamento, su posto comune o di sostegno, vacanti e disponibili entro la data del 31 dicembre e che rimangano presumibilmente tali per tutto l’anno scolastico;
b) supplenze temporanee sino al termine delle attività didattiche per la copertura di cattedre e posti d’insegnamento, su posto comune o di sostegno, non vacanti ma di fatto disponibili, resisi tali entro la data del 31 dicembre e fino al termine dell’anno scolastico e per le ore di insegnamento che non concorrano a costituire cattedre o posti orario;
c) supplenze temporanee per ogni altra necessità diversa dai casi precedenti.

Quindi

a) supplenze al 31 agosto

b) supplenze al 30 giugno

c) supplenze temporanee per esigenze diverse rispetto ai due casi a) e b)

Il Ministero richiama subito dopo l’art. 14 comma 2

“Il personale in servizio per supplenza conferita sulla base delle graduatorie di istituto ha comunque facoltà di lasciare tale supplenza per accettare una supplenza ai sensi dell’articolo 2, comma 4, lettere a) e b)”

Quindi si può lasciare supplenza conferita da graduatorie di istituto per supplenza conferita su posti vacanti o solo disponibili entro il 31 dicembre, al 30 giugno o 31 agosto.

Tali supplenze, lo ricordiamo, vengono conferite da GaE o GPS.

Scarica la nota Ministero del 21 settembre

Docenti neoassunti, formazione su didattica integrata e coding. Come svolgere il peer to peer e il tutoraggio

da OrizzonteScuola

Di redazione

Al via la formazione dei docenti neoassunti. Il Ministero ha pubblicato la nota contenente le indicazioni sul percorso da affrontare. Ecco il testo da scaricare.

“Nel nuovo anno scolastico, il diritto allo studio – leggiamo nella nota – sarà assicurato secondo ciò che prevedono le misure di sicurezza per il Sars-Cov-2. Ciò significa che i docenti neoassunti dovranno essere in grado, da subito, di avere piena conoscenza delle misure previste nonché degli strumenti e delle metodologie per la Didattica Digitale Integrata (DDI), in modo da garantire la continuità didattica e il diritto allo studio in qualsiasi condizione.”

Le ore di impegno sono confermate in 50, aggiuntive rispetto al servizio “al fine di consentire, di anno in anno, di sopperire eventualmente alle necessità del sistema di istruzione con iniziative aggiuntive”.

Le scuole, inoltre, dovranno verificare le competenze specifiche dei docenti neo immessi in ruolo, “attivando se necessario iniziative di formazione al fine di allinearli alle competenze previste per l’attuazione del Piano per la DDI formulato dalle singole Istituzioni scolastiche.”

Scarica la nota

Concorso scuola da rinviare: si allarga il fronte dei favorevoli. Azzolina resisterà?

da La Tecnica della Scuola

Concorsi sì o concorsi no. Prosegue il dibattito sul tema che a questo punto dell’anno scolastico continua a tenere banco: da un lato la Ministra dell’Istruzione che tira dritto verso le prove da iniziare al più presto e dall’altro l’opposizione che invece chiede di rinviare le procedure

Rinviamo i concorsi: non mettiamo a repentaglio al vita delle persone

L’ultimo appello al rinvio, in ordine cronologico è quello di Fratelli d’Italia: “Il concorso per docenti va assolutamente rinviato: è da incoscienti perseverare, come sta facendo il ministro Azzolina, in un momento nel quale in molte regioni sono ritornate le zone rosse“, scrivono in una nota congiunta i deputati di Fratelli d’Italia Carmela Ella Bucalo e Paola Frassinetti, rispettivamente responsabile scuola del dipartimento istruzione di Fdi e vicepresidente della commissione Cultura della Camera. “Non possiamo mettere a repentaglio – si legge nel comunicato – la vita delle persone, l’emergenza epidemiologica è ancora lontana dall’essere risolta, fare muovere e stipare nelle aule delle università, migliaia di concorrenti è altamente rischioso”.

Era meglio un concorso per titoli e servizi

Il partito guidato da Giorgia Meloni era tra i fautori del concorso riservato per titoli e servizio, ricordano i parlamentari, soluzione che a loro parere avrebbe non solo evitato: “scelta sensata e soprattutto doverosa, verso tutti quei docenti che da tempo sono inseriti nelle graduatorie. Oggi c’è il rischio concreto, di iniziare un iter e non avere certezza di portarlo a termine: il ministro Azzolina scenda dal piedistallo e guardi in faccia la realtà“, concludono Bucalo e Frassinetti.

Anche la Lega chiede il rinvio. Ecco perchè

Nei giorni scorsi già Pittoni e la Lega, i “nemici” politici per eccellenza della Ministra Azzolina, avevano spinto verso un rinvio dei concorsi: “i concorsi vanno rinviati perché comunque non consentirebbero di disporre da subito di docenti per coprire le decine e decine di migliaia di cattedre vacanti” ha detto il senatore leghista Pittoni, che in effetti, tocca un nervo scoperto: con il flop delle assunzioni e un numero di supplenze superiore ai 200 mila, i vincitori dei concorsi non andranno in cattedra prima del prossimo anno scolastico.

Anche quelli del concorso straordinario scuola secondaria, la procedura che dovrebbe partire entro il mese di ottobre, non riusciranno a coprire le cattedre mancanti. E può fare ben poco la retrodatazione dei contratti dei vincitori del concorso straordinario al 1° settembre, che in questo caso avrà benefici ai fini giuridici per la ricostruzione carriera ma non inciderà sull’andamento delle assegnazione delle cattedre a tempo indeterminato.

Con ogni probabilità, anche se si concluderanno le operazioni, in molti casi i vincitori del concorso straordinario, pur avendo un contratto al 1° settembre 2020, prenderanno effettivo servizio il 1° settembre 2021.

Stabilizzazione precari: Pittoni punta sul decreto agosto

Nei prossimi giorni la battaglia, che va avanti ormai da settimane, fra la Ministra e il senatore della Lega proseguirà in Parlamento dove si dovrà discutere la conversione in legge del decreto 104 (il cosiddetto “decreto agosto”). Decreto sul quale Pittoni ha già presentato due emendamenti: uno, in particolare, consentirebbe di assumere fin da subito docenti precari che attualmente stazionano nelle graduatorie di seconda o anche terza fascia. Secondo il decreto, questi insegnanti, ove non abilitati, dovrebbero ovviamente seguire durante l’anno un percorso di formazione al termine del quale sarebbero previste apposite prove conclusive.

La domanda è: la Ministra Azzolina, contraria da sempre a procedure non proprio ordinarie per il reclutamento, riuscirà a resistere agli attacchi combinati dall’opposizione?

Posti vacanti di Dsga, siglata l’intesa per la copertura: la Uil Scuola non firma

da La Tecnica della Scuola

I posti risultanti vacanti di DSGA al 1° settembre 2020 sono 2.301. Una volta esperita la procedura prevista dall’art. 14 del CCNI del 12 giugno 2019 sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, nel permanere di residui posti disponibili, gli Uffici Scolastici Regionali, previa pubblicazione di avviso di disponibilità sul proprio sito, procederanno alla copertura dei suddetti posti con le procedure indicate nell’Intesa sottoscritta il 18 settembre.

Ne dà notizia la FLC CGIL, che indica anche l’ordine di priorità per il conferimento degli incarichi:

  1. provvedimento di utilizzazione agli Assistenti amministrativi disponibili da fuori provincia e, poi, da fuori Regione;
  2. reggenza a DSGA di ruolo, disponibili anche in scuole normo-dimensionate;
  3. conferimento di incarico ad Assistenti amministrativi disponibili, immessi in ruolo a decorrere dall’a.s. 2020/2021;
  4. conferimento di incarico ad Assistenti amministrativi non di ruolo disponibili, che già abbiano svolto l’incarico di DSGA nell’a.s. 2019/2020, in possesso del titolo di studio specifico;
  5. conferimento di incarico ai candidati inseriti nelle graduatorie di istituto come Assistenti amministrativi disponibili, che già abbiano svolto l’incarico di DSGA nell’a.s. 2019/2020 e che siano in possesso del titolo di studio specifico;
  6. conferimento di incarico ai candidati inseriti nelle graduatorie di merito del concorso di DSGA nella regione di svolgimento del concorso e, in subordine, provenienti da altre regioni;
  7. conferimento di incarico ad Assistenti amministrativi non di ruolo disponibili, che siano in possesso del titolo di studio specifico;
  8. conferimento di incarico ai candidati inseriti nelle graduatorie di istituto come Assistenti amministrativi disponibili, che siano in possesso del titolo di studio specifico.

Scheda di lettura FLC CGIL su sostituzione del DSGA e le relative indennità

La UIL non firma

La Uil Scuola non ha apposto la sua firma, condizionandola ad un impegno politico che non c’è stato.

Il ministero non ha voluto prendere alcun impegno politico per una possibile stabilizzazione di chi svolge questa funzione da anni” commenta Pino Turi, segretario generale Uil Scuola.

È lo stesso personale che continuerà a svolgere questo incarico nei prossimi anni. Una intesa che interessa il funzionamento stesso delle scuole che non vede alcun interesse politico del ministero che non vuole assumere responsabilità. Quella responsabilità che invece chiede ai Dsga facenti funzione – osserva Turi – ancora una volta chiamati, da anni, a farsi carico della normale funzione amministrativa disconoscendo ogni merito ed ogni impegno del personale interessato. Un’intesa giusta nel merito sbagliata nel metodo; non ha il nostro consenso. Proprio i facenti funzione sono i destinatari di questa intesa ma il livello decisionale del ministero non ha voluto condividere un impegno comune, per individuare una soluzione ad un problema, che si trascina da anni, e che non si esaurirà quest’anno. Una protesta che intende richiamare il ministero alle sue responsabilità.  La UIL continuerà in ogni sede a rivendicare un provvedimento legislativo urgente, che dia risposte immediate alle diverse istanze, sia dei DSGA facenti funzione che degli altri precari, che in questi giorni sono chiamati a far funzionare le scuole”.

Docenti neoassunti o in passaggio di ruolo, la nota per l’a.s. 2020/21

da La Tecnica della Scuola

Anche quest’anno il MI ha pubblicato la nota annuale riguardante il periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti o che hanno richiesto il passaggio di ruolo.

La nota n.28730 del 21settembre 2020 incomincia con un inevitabile cenno all’emergenza Coronavirus, ricordando che “nel nuovo anno scolastico, il diritto allo studio sarà assicurato secondo ciò che prevedono le misure di sicurezza per il Sars-Cov-2. Ciò significa che i docenti neoassunti dovranno essere in grado, da subito, di avere piena conoscenza delle misure previste nonché degli strumenti e delle metodologie per la Didattica Digitale Integrata (DDI), in modo da garantire la continuità didattica e il diritto allo studio in qualsiasi condizione“.

Chi deve svolgere il periodo di prova e di formazione

Sono tenuti al periodo di formazione e prova tutti i docenti:

  • neoassunti a tempo indeterminato al primo anno di servizio;
  • assunti a tempo indeterminato negli anni precedenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova o che non abbiano potuto completarlo;
  • che, in caso di valutazione negativa, ripetano il periodo di formazione e prova;
  • che abbiano ottenuto il passaggio di ruolo.

I docenti, assunti con contratto a tempo determinato nell’a.s. 2018/2019 da DDG 85/2018 e per i quali sia stato prorogato il periodo di prova o in caso di valutazione negativa, dovranno svolgere o ripetere il periodo di formazione e prova secondo quanto previsto dalla nota AOODGPER prot. n. 41693 del 21/09/2018 – percorso annuale FIT.

Chi non deve svolgerlo

Non devono invece svolgere il periodo di prova i docenti:

  • che abbiano già svolto il periodo di formazione e prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018 nello stesso grado di nuova immissione in ruolo;
  • che abbiano ottenuto il rientro in un precedente ruolo nel quale abbiano già svolto il periodo di formazione e prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018;
  • già immessi in ruolo con riserva, che abbiano superato positivamente l’anno di formazione e di prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018 e siano nuovamente assunti per il medesimo grado;
  • che abbiano ottenuto il trasferimento da posto comune a sostegno e viceversa nell’ambito del medesimo grado.

Confermato il modello di formazione degli scorsi anni

Il MI ha deciso di onfermare anche per l’anno scolastico 2020-2021 le
caratteristiche salienti del modello formativo previsto dal DM 850/2015, con alcune piccole varianti.

E’ comunque confermata la durata complessiva del percorso, quantificato in 50 ore di impegno, considerando sia le attività formative in presenza, l’osservazione in classe, la rielaborazione professionale, che si avvale degli strumenti del “bilancio di competenze”, del “portfolio professionale” e del patto per lo sviluppo formativo, secondo i modelli che saranno forniti da INDIRE su supporto digitale on line.

Struttura del modello formativo

Il percorso di formazione si svilupperà nei seguenti momenti:

a) Incontri iniziali e di restituzione finale: a partire dal mese di ottobre 2020 con modalità on-line

b) Laboratori formativi: in presenza o on-line, per 12 ore di formazione.

c) Attività di peer to peer, tutoraggio e ruolo dei tutor e dei dirigenti scolastici: per ciò che concerne l’osservazione in classe rimane confermato quanto previsto dall’articolo 9 del DM 850/2015, considerate, in questo particolare momento di rientro alla normalità, le necessarie misure di sicurezza. L’attività da svolgere a scuola è pari a 12 ore.

Tutor

Ad ogni docente in periodo di prova verrà assegnato un tutor di riferimento, preferibilmente della stessa disciplina, area disciplinare o tipologia di cattedra ed operante nello stesso plesso. In ogni modo il rapporto non potrà superare la quota di tre docenti affidati al medesimo tutor.

Ambiente on-line

Entro il 30 ottobre 2020 verrà aperto l’ambiente on-line, sempre predisposto da INDIRE. Viene confermato l’ambiente on-line pubblico dove, oltre ai contenuti già presenti, verranno realizzati, anche nuovi percorsi formativi, finalizzati ad integrare la DDI in alcune discipline. L’attività on-line corrisponde forfettariamente a 20 ore di impegno.

Lavoro agile e congedi per i genitori di figli in quarantena, le FAQ del MI

da La Tecnica della Scuola

Nella G.U. n. 223 dell’8 settembre il D.L. n. 111 dell’8 settembre 2020, recante “Disposizioni urgenti per far fronte a indifferibili esigenze finanziarie e di sostegno per l’avvio dell’anno scolastico, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

Il decreto, in particolare, prevede congedi o smart working per i genitori di studenti minori di 14 anni costretti a casa da scuola in quarantena.

Il M.I., con le seguenti due FAQ, risponde in merito.

È vero che durante la quarantena del figlio il genitore dipendente ha diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile?

È vero. Il genitore dipendente ha diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di quattordici anni, disposta dal Dipartimento di prevenzione della ASL competente territorialmente, a condizione che il contatto si sia verificato all’interno del plesso scolastico. La misura è valida fino al 31 dicembre 2020.

È vero che durante la quarantena del figlio convivente, minore di quattordici anni, uno dei genitori dipendenti può astenersi dal lavoro?

È vero nella sola ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile e, comunque, in alternativa alla prestazione di lavoro in modalità agile. In tal caso, uno dei genitori, alternativamente all’altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di quattordici anni, disposta dal Dipartimento di prevenzione della ASL competente territorialmente, a condizione che il contatto si sia verificato all’interno del plesso scolastico. In luogo della retribuzione è riconosciuta, in tal caso, un’indennità pari al 50% della retribuzione stessa. La misura è valida fino al 31 dicembre 2020.

La quarantena deve però essere legata alla scuola

C’è però una precisazione da fare: tali benefici sono concessi solo a condizione che la quarantena dipenda da contatti scolastici.

Infatti, l’art. 5 del D.L. stabilisce che fino al 31 dicembre 2020, un genitore lavoratore dipendente può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di anni quattordici, disposta dal Dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico.

Solo nei casi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile, uno dei genitori, alternativamente all’altro, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio, minore di anni quattordici, disposta dal DdP a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico.

I periodi di congedo sono retribuiti al 50% e sono coperti da contribuzione figurativa.

Per i giorni in cui un genitore svolge il lavoro in modalità agile o fruisce del congedo o non svolge alcuna attività lavorativa, l’altro genitore non può chiedere di fruire di alcuna delle predette misure.

Le richieste comunque hanno un limite, che è fissato in 50 milioni di euro per l’anno 2020.

Il personale scolastico assente deve essere sostituito

Nel D.L. 111 c’è anche uno specifico stanziamento per il personale della scuola; infatti, al fine di garantire la sostituzione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario delle istituzioni scolastiche che usufruisce dei benefici in questione, è autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro per l’anno 2020.

Covid scuola, un alunno mostrerà i sintomi subito dopo il contagio?

da La Tecnica della Scuola

La scuola del Covid è sempre al centro delle attenzioni e in questi giorni ci si chiede: dopo quanto tempo un alunno mostrerà i sintomi del contagio? Immediatamente?

No. Sul sito dell’Istituto Superiore della Sanità leggiamo: si stima che il periodo di incubazione vari in media tra 3 e 7 giorni fino a un massimo di 14 giorni.

E dunque, considerando il fatto che la scuola nella maggior parte dei casi (per oltre 5 mila alunni) è iniziata il 14 settembre, i contagi che fossero avvenuti in classe tra i ragazzi o tra alunni e personale scolastico, a dieci giorni dall’inizio della scuola potrebbero iniziare a mostrare degli effetti.

Il periodo infettivo

Ma quando inizia il periodo infettivo? Secondo l’ISS può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici. Si stima che il periodo infettivo duri 7-12 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi.

Per prepararci all’eventualità del contagio, abbiamo già indicato la check-list da predisporre per l’evenienza.

L’attesa crescita del contagio, ci pone un altro interrogativo.

A che punto siamo con i vaccini?

Sempre l’ISS ci informa che attualmente nel mondo sono in corso 58 studi sui vaccini, 7 dei quali sono già alla fase 3, quella fase in cui il prodotto in studio viene somministrato ad un numero assai più elevato di pazienti (migliaia), così da completare le informazioni raccolte nel corso della fase 2, al fine di identificare eventuali ulteriori reazioni avverse al farmaco, oltre a quelle già note.

Quanto alle terapie, delle 1836 in corso nel mondo, il 16% è già alla fase 3.

Sul sito dell’ISS leggiamo anche: sono 63 gli studi interventistici condotti in Italia (45 autorizzati dall’AIFA), di cui il 92% con uno scopo terapeutico e l’8% con uno scopo preventivo.

Che significa? Un trattamento viene definito preventivo quando ha lo scopo di prevenire un’infezione o una malattia in un individuo sano; viene definito terapeutico un trattamento somministrato ad una persona già infetta o malata, al fine di potenziare la risposta immunitaria all’infezione o alla malattia.