Scuole aperte

La Ministra interviene sulla sua pagina Facebook

https://www.facebook.com/LuciaAzzolina82/posts/878909995977133

“Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione. Significa contrastare l’aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo.

In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli.

Ci sono poi territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi.

Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli.

La scuola è futuro. Senza scuola il Paese diventa più debole.”

Educazione&Scuola Newsletter n. 1118


Educazione&Scuola Newsletter n. 1118

Ottobre 2020 – XXV Anno

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Notizie
Piano Scuola 2020-2021

La Nota 30 ottobre 2020, AOODPPR 1776, fornisce indicazioni sull’art. 22 del DL 137/2020 che prevede ulteriori misure di incentivo al lavoro agile e di sostegno alle famiglie

Emergenza epidemiologica da COVID-19

Disposizioni anno 2020

Comitato Tecnico Scientifico sui DSA

Il nuovo Comitato si è insediato il 29 ottobre

“Decreto Ristori” in CdM

Consiglio dei Ministri, 27 ottobre 2020

Centenario nascita Rodari

23 ottobre 2020

Vertice Mondiale Istruzione Unesco

22 ottobre 2020

Legge Bilancio 2021 in CdM

Il 18 ottobre il Consiglio dei Ministri approva il DdL recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023

Decreto Rilancio economia alla Camera

Il 12 ottobre l’Aula della Camera approva definitivamente il DdL di conversione del DL 104/2020

Fridays For Future

9 ottobre 2020

Grazie Liliana!

Rondine, 9 ottobre 2020

Proroga emergenza in Consiglio dei Ministri

7 ottobre 2020

Prove INVALSI a.s. 2020/2021

Calendario delle somministrazioni

Norme

Nota 30 ottobre 2020, AOODPPR 1776

Misure di Contenimento COVID – Decreto legge 28 ottobre 2020, n. 137

Nota 29 ottobre 2020, AOODGSIP 2802

Progetto didattico sperimentale Studente-atleta di alto livello anno scolastico 2020/2021. Decreto ministeriale 10 aprile 2018, n. 279

Ordinanza Regione Puglia 28 ottobre 2020, n. 407

Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19

Decreto-Legge 28 ottobre 2020, n. 137

Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19

Circolare Ministero Interno 27 ottobre 2020

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 ottobre 2020. Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19

Nota 26 ottobre 2020, AOODPIT 1934

Indicazioni operative per lo svolgimento delle attività didattiche nelle scuole del territorio nazionale in materia di Didattica digitale integrata e di attuazione del decreto del Ministro della pubblica …

Nota 25 ottobre 2020, AOODPIT 1927

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 ottobre 2020. Indicazioni attuative

Ordinanza Regione Puglia 25 ottobre 2020, n. 399

Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 ottobre 2020

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica …

Ipotesi CCNI (24.10.2020)

Modalità e i criteri sulla base dei quali erogare le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi resi dal personale docente del comparto “Istruzione e ricerca”, nella modalità a distanza

Nota 23 ottobre 2020, AOODPPR 1735

Aggiornamento della situazione epidemiologica nelle Scuole e delle esigenze di spazi per lo svolgimento delle attività didattiche in presenza (settimana 19-23 ottobre)

Nota 23 ottobre 2020, AOODGSIP 2759

Concorsi in tema di Cittadinanza e Costituzione realizzati dal Ministero dell’istruzione in collaborazione con il Senato della repubblica e la Camera dei deputati. Proroghe bandi a.s. 2019-20 e nuovi …

Avviso 22 ottobre 2020, AOODGOSV 19125

CONCORSO NAZIONALE “10 febbraio”. “Pola, addio!” a.s. 2020-2021

Ordinanza Regione Puglia 22 ottobre 2020, n. 397

Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19

Nota 21 ottobre 2020, AOODGOSV 19068

Istruzione degli adulti e apprendimento permanente – Incontro on line Gruppo di Lavoro nazionale P.A.I.DE.I.A. 28 – 29 settembre 2020 – Esiti

Decreto Ministero PA 19 ottobre 2020

Misure per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel periodo emergenziale

Nota 19 ottobre 2020, AOODPIT 18960

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 ottobre 2020. Adempimenti dell’amministrazione e delle istituzioni scolastiche

Legge Costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1

Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari

Comunicato USR Emilia Romagna 19 ottobre 2020

DPCM 18.10.2020 – Indicazioni per la scuola

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 ottobre 2020

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica …

Comunicato CTS 17 ottobre 2020

Adozione di ulteriori interventi miranti al controllo dell’epidemia

Avviso 16 ottobre 2020, AOODGOSV 18764

Progetto di educazione digitale “A tutta Vita!” 2020

Nota 16 ottobre 2020, AOODPPR 1707

Aggiornamento della situazione epidemiologica nelle Scuole e delle esigenze di spazi per lo svolgimento delle attività didattiche in presenza (settimana 12-16 ottobre)

Decreto Ministeriale 16 ottobre 2020, AOOGABMI 141

Composizione Comitato tecnico-scientifico di cui all’articolo 7, comma 3, della legge 8 ottobre 2010, n. 170

Comunicato PCM 15 ottobre 2020

Adozione del Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2020-2022

Avviso 14 ottobre 2020, AOODGOSV 18614

I Giochi delle Scienze Sperimentali 2021

Decreto DIrettoriale 14 ottobre 2020, AOODGRUF 1711

Procedura di individuazione e finanziamento in favore delle istituzioni scolastiche che siano state danneggiate o deprivate di beni necessari a realizzare la propria offerta formativa e a perseguire le …

Nota 14 ottobre 2020, AOODPIT 1870

DPCM 13 ottobre 2020: chiarimenti – Organico Covid, novità normative

Legge 13 ottobre 2020, n. 126

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 ottobre 2020

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica …

Nota 13 ottobre 2020, AOODPIT 1843

Organico docenti “COVID”

Decreto Dipartimentale 12 ottobre 2020

Elenco delle istituzioni scolastiche assegnatarie dei kit Casio

Circolare Ministero Salute 12 ottobre 2020, Prot.n. 32850

COVID-19: indicazioni per la durata ed il termine dell’isolamento e della quarantena

Nota 9 ottobre 2020, AOODGOSV 18222

UNESCO Associated Schools Network – ASPnet. Istruzioni operative a.s. 2020-2021

Disposizioni e istruzioni per l’attuazione delle iniziative cofinanziate dai Fondi Strutturali Europei 2014 – 2020

Prot. 29583 del 9 ottobre 2020

Nota 9 ottobre 2020, AOODPPR 1669

Richiesta compilazione rilevazione nazionale della situazione epidemiologica nelle Scuole e rilevazione delle esigenze di spazi per lo svolgimento delle attività didattiche in presenza

Ordinanza Ministeriale 9 ottobre 2020, AOOGABMI 134

Alunni e studenti con patologie gravi o immunodepressi ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera d-bis) del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22

Nota 8 ottobre 2020, AOODPIT 1813

Decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125 – Uso delle “mascherine”

Decreto-Legge 7 ottobre 2020, n. 125

Misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuita’ operativa del sistema di allerta COVID, nonche’ per l’attuazione della …

Ordinanza Ministero Salute 7 ottobre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Delibera del Consiglio dei Ministri 7 ottobre 2020

Proroga dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili

Decreto Dipartimentale 6 ottobre 2020, AOODPPR 71

Criteri e parametri per l’assegnazione diretta alle istituzioni scolastiche, nonché per la determinazione delle misure nazionali relative alla missione Istruzione Scolastica, a valere sul fondo per il …

Nota 5 ottobre 2020, AOODGRUF 23435

A.S. 2020/2021 – Monitoraggio risorse ex art. 231, comma 1 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34

Nota 2 ottobre 2020, AOODPPR 1634

Rilevazione nazionale della situazione epidemiologica nelle Scuole e rilevazione delle esigenze di spazi per lo svolgimento delle attività didattiche in presenza

Nota 2 ottobre 2020, AOODGOSV 17681

Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica-a. s. 2020/2021

Circolare INPS 2 ottobre 2020, n. 116

Congedo COVID-19 per quarantena scolastica dei figli in favore dei lavoratori dipendenti

Rubriche

in Bacheca della Didattica

Dolcetto o scherzetto

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Il “futuro della scuola” e “la scuola del futuro”

di Maria Grazia Carnazzola

Lettera ai miei colleghi e alle mie colleghe

di Annalisa Comes

Lessico in tempo di crisi: la diciassettesima lettera

di Alessandra Condito

Al fondo delle parole

di Maria Grazia Carnazzola

Irresponsabili

di Gabriele Boselli

Il Medico competente nelle Istituzioni scolastiche

di Leon Zingales

Risposte a quesiti sull’Educazione civica

di Gennaro Palmisciano

Il rientro a scuola dopo le assenze ai tempi del Covid

di Leon Zingales e Clotilde Graziano

Scuola e fattore “T”

di Ivana Summa

Partenza, ripartenza e paure da contagio

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Linee fondazionali per un “Sistema” educativo integrato

di Agostina Melucci


in Europ@ Fondi Strutturali di Fabio Navanteri


in Famiglie

Ok alle Elezioni a distanza degli organi collegiali in autonomia

di Cinzia Olivieri

Elezioni “smart” dei rappresentanti di classe in Campania?

di Cinzia Olivieri

Elezioni degli organi collegiali nell’emergenza sanitaria

di Cinzia Olivieri

Le elezioni degli organi collegiali scolastici al tempo del Covid

di Cinzia Olivieri

in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 66

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Evelina Chiocca
Referenti regionali Disabilità

Referenti regionali 2020

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Meglio un innocente in galera

di Vincenzo Androus

in LRE di Paolo Manzelli

Foto-Biomodulazione quantica della luce

30 – 31 ottobre 2020

Breve storia della luce

di Paolo Manzelli

Fast-Optic-neural transmission

di Paolo Manzelli


in Software

Internet, Reti, Nuove tecnologie

#DidatticaDigitale

Manifestazione di interesse sino al 28 ottobre 2020

Banda ultralarga

Pubblicato il bando per il Piano Scuole

Capire l’Informatica di Paolo Rocchi


in Statististiche

La Dimensione Internazionale dell’Educazione Civica

Fondazione Intercultura

in Stranieri

Equity in school education in Europe

Eurydice

Grazie Prof. … di tutto il Mondo

Lunedì 5 ottobre 2020, h. 15:00 -16:00

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Misurando, valutando, certificando

di Maurizio Tiriticco

La terza guerra mondiale

di Maurizio Tiriticco

Cittadinanza e Costituzione da ieri ad oggi

di Maurizio Tiriticco

Per una didattica efficace

di Patricia Tozzi

La “crociata” antiBergoglio

di Maurizio Tiriticco

Della valutazione e dintorni

di Maurizio Tiriticco

S. Ferrara, La grande invenzione

di Maurizio Tiriticco

Rassegne a cura di Fabio Navanteri

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale


Per ora nessun lockdown ma si ragiona sulla scuola

da Agi – Agenzia Giornalistica Italia

AGI – In Francia hanno tenuto aperte le scuole ma hanno chiuso i negozi, in qualche modo bisogna decidere: è il ragionamento fatto dal ministro della Salute Roberto Speranza, secondo quanto riferiscono partecipanti all’incontro che si è tenuto venerdì sera alla presenza del premier Giuseppe Conte e dei capi delegazione di maggioranza, ad evidenziare la preoccupazione e i dubbi del governo su come agire per fronteggiare il diffondersi del contagio del virus.

L’Ipotesi di una nuova stretta per la scuola

Sul tavolo l’ipotesi di una maggiore stretta per quanto riguarda la scuola. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, sempre secondo quanto si apprende, ha espresso tutte le perplessità per le mosse di quei governatori che, in maniera autonoma, hanno deciso di chiudere. L’esponente M5s ha di nuovo portato i dati secondo i quali negli edifici scolastici non si registrerebbero particolari focolai. Il presidente del Consiglio Conte avrebbe concordato sull’importanza di permettere agli studenti di continuare le lezioni anche in presenza, ma l’ipotesi di maggiori misure restrittive – magari attraverso un provvedimento dei ministeri interessati – non è da escludere.
L”exit strategy’ potrebbe essere quella di una norma nazionale che porti tutti gli studenti italiani nelle scuole superiori a continuare la loro attività da remoto. Il premier sta valutando. In ogni caso, sempre secondo quanto si apprende, avrebbe rimarcato la legittimità dei governatori a poter agire con regole più stringenti. Legittimità sancita anche dall’ultimo Dpcm. Italia viva, con le ministre Bonetti e Bellanova, è sulla stessa lunghezza d’onda della ministra Azzolina. La richiesta del partito di Renzi è quella di lasciare aperte le scuole ma la decisione in merito arriverà solo domani quando si terrà una nuova riunione a palazzo Chigi. Al momento comunque non è previsto alcun Dpcm nel weekend.

Conte frena sul lockdown

Il presidente del Consiglio frena su un lockdown generalizzato, vorrebbe aspettare – riferiscono più fonti – perlomeno qualche giorno. Sia per vedere gli effetti degli ultimi provvedimenti, sia per cercare – qualora la curva del contagio dovesse risalire ulteriormente nei prossimi giorni – una larga condivisione in Parlamento e nel Paese su uno scenario di chiusura, anche se più soft rispetto a quella di marzo. Il piano è quello di attendere, se sarà possibile, eventualmente anche una settimana. Anche l’ala rigorista dell’esecutivo frena su una stretta nelle prossime ore, si sarebbe detta d’accordo sulla possibilità di andare nella direzione indicata da Conte. Per ora, quindi, sono le regioni a muoversi. E’ chiaro, però, che se le strutture sanitarie dovessero andare ancora più in difficoltà e il numero dei contagiati aumentare, non è esclusa un’accelerazione, con conseguente norma nazionale. Al momento l’orientamento è comunque quello di attendere ancora, con l’auspicio che la curva del contagio si raffreddi.

Il 4 novembre il premier in Aula

Il quadro e’ quindi in evoluzione. Il 4 novembre sono previste le comunicazioni del presidente del Consiglio Conte alle Camere. L’ipotesi e’ che la decisione del governo su una ulteriore stretta possa arrivare proprio per quella data, qualora la curva del contagio non dovesse rallentare, anche se l’auspicio del premier e’ di avere ancora qualche giorno in più per valutare gli effetti dell’ultimo Dpcm.

Gli scienziati e lo stesso ministro Speranza premono affinché ulteriori decisioni non arrivino troppo tardi. Il cosiddetto ‘scenario 4’ evidenziato dai virologi porterebbe ad una stretta su tutto il territorio nazionale lasciando – perlomeno questa dovrebbe essere la prospettiva sempre qualora la curva dovesse salire ulteriormente – ancora aperti soltanto i cosiddetti ‘servizi essenziali’. Si tratterebbe quindi di intervenire con una norma generale ma nel governo non si esclude ancora di agire attraverso zone rosse o con lockdown regionali e limitando gli spostamenti tra regioni.


“Nelle classi impennata di positivi per questo in Puglia abbiamo chiuso”

da La Stampa

Niccolò Carratelli

Roma

La scuola è un “fattore facilitante per la diffusione del virus”, fermare la didattica in presenza per tutti gli studenti pugliesi è stata una decisione “sofferta ma necessaria”. Pierluigi Lopalco la difende con forza, da epidemiologo prima ancora che da assessore regionale alla Sanità.

Dice che lo stop era necessario, eppure l’aumento dei contagi in Puglia non è sostenuto come altrove, no?

«Con i 716 nuovi casi di ieri, la Puglia ha raggiunto la soglia dei 10mila positivi. A marzo-aprile avevamo appena superato i 4mila. Purtroppo bisogna anticipare le mosse del virus, non inseguirle. La decisione di interrompere momentaneamente la didattica in presenza, sofferta quanto necessaria, ha un fondamento epidemiologico e pragmatico e cioè mitigare l’impatto della pandemia. Le attività scolastiche, oltre a rappresentare di per sé un rischio di diffusione virale, per tutto quello che avviene prima, durante e dopo

la scuola, hanno nelle ultime settimane registrato un numero di casi tale che ci ha indotto a prendere questo provvedimento».

Gli studenti contagiati finora sono meno di 500, a fronte di una popolazione studentesca di 562mila bambini e ragazzi. Sono numeri allarmanti?

«La scuola è un aggregatore sociale e, a prescindere se il contagio avvenga nelle aule o al di fuori, rappresenta un fattore facilitante per la diffusione del virus. Da quando è partita l’attività didattica, il 24 settembre, abbiamo registrato 1121 casi di positività fra la popolazione di età 6-18 anni, l’11% del totale. Questa percentuale era del 6% nella settimana dal 17 al 22 settembre e dell’8% nella prima settimana di apertura della scuola. L’aumento della proporzione di casi in quella fascia di età è, dunque, sicuramente contemporaneo alla riapertura della scuola».

Molti, in primis la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, sostengono che la vostra decisione dipenda da un deficit di gestione della sanità.

«Chiedo alla ministra Azzolina di evitare atteggiamenti inutilmente ideologici nei confronti della didattica in presenza a tutti costi. La gestione sanitaria dei casi comparsi nelle scuole ha generato un carico di lavoro enorme: migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie, specie quando in quarantena finiscono i più piccoli. Ma significa anche migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, perché devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, a cui si aggiunge l’impatto sui laboratori per l’analisi dei tamponi. Inoltre nelle ultime settimane i pediatri sono stati presi d’assalto dalle centinaia di genitori che avevano bisogno dei certificati per la riammissione a scuola dei figli».

Crede che il ritorno a scuola sia stato organizzato male dal punto di vista della sorveglianza sanitaria? Troppi adempimenti per le famiglie, le Asl e i pediatri? Si poteva fare diversamente?

«Probabilmente sì. In un momento di emergenza si sarebbe dovuto avere un atteggiamento meno difensivo, abolendo certificazioni e richieste di tamponi inutili».

In Francia, dove ad oggi i contagi sono peggiori dei nostri, hanno chiuso quasi tutto ma non le scuole. Come spiega questa valutazione opposta?

«Avranno fatto le loro valutazioni e avranno risposto alle loro pressioni sociali».

In Puglia c’è il rischio di ulteriori restrizioni rispetto all’ultimo Dpcm? L’ipotesi di lockdown localizzati è concreta?

«Stiamo cercando di anticipare la crescita incontrollata dei contagi. Speriamo di non averne bisogno». —

Bianchi: le decisioni sulla scuola ci dicono che Paese siamo e che futuro vogliamo

da Corriere della sera

Pubblichiamo un estratto delle conclusioni del libro di Patrizio Bianchi «Nello specchio della scuola», il Mulino in libreria dal 22 ottobre. Patrizio Bianchi, economista e professore universitario, ex assesssore in Emilia Romagna, ha presieduto la commissione istituita dal ministero dell’Istruzione per la riapertura delle scuole la scorsa primavera.

(…) Per troppo tempo ci siamo illusi – come paese – di disporre di risorse umane di alta qualità, potendo contare su innate doti di intuizione, sulla pregressa esperienza e su una diffusa alfabetizzazione di base. Certamente grazie a queste caratteristiche abbiamo affrontato la ricostruzione del dopoguerra e dato vita a un primo boom economico, ma quanto più accelerano i cambiamenti tecnologici mutando il contesto in cui viviamo, tanto più quelle caratteristiche divengono insufficienti. Oggi tutte le statistiche dicono che la nostra dotazione di risorse umane non è adeguata alla globalizzazione e alla digitalizzazione che si sono imposte dall’inizio del nuovo secolo. Il tasso attuale di dispersione scolastica, sia esplicita (coloro che abbandonano in via definitiva la scuola senza raggiungere un titolo di studio) sia implicita (coloro che pur concludendo il ciclo di studi non dispongono delle competenze minime richieste), insieme al numero di quanti non studiano e non lavorano e di quanti se ne vanno altrove per trovare uno sbocco soddisfacente al loro percorso di studi, sono oggi un limite alla crescita economica e minano anche le fondamenta della nostra democrazia, introducendo nel paese il virus dell’iniquità sociale. (…).

Tuttavia, al centro del rilancio del paese devono stare le persone, e innanzitutto i nostri ragazzi, tenendo conto che la scuola è l’unica istituzione che vede progressivamente trasformarsi i suoi utenti, anzi è l’istituzione che deve garantire a ognuno il diritto a un cambiamento tale da consolidare la propria persona, e così facendo la propria capacità di partecipazione attiva alla vita e allo sviluppo della comunità. Per garantire questo impegno, che la Costituzione fissa tra i fondamenti della Repubblica, è necessario offrire ai ragazzi percorsi adeguati al tempo in cui vivono e in cui dovranno a loro volta assumersi responsabilità; e allora la ridefinizione dei curricula, della durata degli studi, delle attività da condividere con il territorio diviene essenziale per garantire a tutti il raggiungimento degli obiettivi condivisi. Un rilancio del diritto allo studio oggi significa permettere a ogni allievo non solo di disporre degli ausili allo studio, ma anche delle condizioni per poter utilizzare appieno tutti gli strumenti tecnologici utili all’apprendimento, evitando – come in questi tempi di COVID-19 – che si creino nuovi spartiacque fra chi è in grado di disporre di tutti gli strumenti e di utilizzarli, a volte pure lamentandosene, e chi non è in condizione di farlo, e magari non è neppure in grado di dare voce al proprio malessere. Bisogna domandarsi se non sia giunto il momento di portare il ciclo secondario da cinque a quattro anni innalzando l’obbligo scolastico – da raggiungere anche con percorsi professionalizzanti che portino a una qualifica – dagli attuali 16 anni (senza riconoscimento di fine ciclo) ai 17.

D’altra parte per coloro che seguono il percorso triennale di FP si potrebbe delineare un quarto anno – già diffuso in molte Regioni del Nord – basato sui già citati Programmi di inserimento lavorativo (PIL), cioè con un tirocinio in parte curricolare e in parte lavorativo monitorato da un docente e da un tutor aziendale o con un apprendistato formativo, che potrebbe portare a un diploma con possibilità di accesso a un ITS, completando così la filiera. Si potrebbe poi formulare un piano, adeguatamente finanziato e dotato di personale strutturato, per permettere agli ITS – che ridenominerei «istituti superiori di tecnologie applicate» – di raggiungere l’obiettivo di 150.000 iscritti in quattro anni. (…)

Questo però implica investire sui bambini, sui ragazzi, sugli adolescenti, e anche sui loro docenti, sui loro maestri, sui loro professori, implementando percorsi formativi che alle competenze disciplinari sommino quelle pedagogiche e incentivino capacità di lavorare insieme e interconnessione con le università e le istituzioni di ricerca, le quali a loro volta dovranno basare maggiormente le loro attività sul terreno della pratica scolastica quotidiana. Investire sui docenti vuol dire anche predisporre carriere che permettano loro di investire su sé stessi, liberi da condizioni di precariato che difficilmente consentono una crescita professionale (…).

Per uscire dalla crisi sanitaria globale, che ha messo in discussione la stessa globalizzazione, e per poter trarre tutti i vantaggi dalla nuova transizione tecnologica, occorrono competenze, abilità e capacità critiche tali da permettere a tutto il paese di partecipare attivamente a questo ulteriore cambiamento strutturale e quindi di avviare una nuova stagione di sviluppo, che al proprio centro abbia una chiara sostenibilità ambientale, ma anche un’altrettanto necessaria sostenibilità sociale. Tuttavia tali competenze, abilità e capacità, di cui il nuovo secolo della connessione continua ha bisogno, sono diverse da quelle richieste nell’ormai passato Novecento. A livello personale servono più creatività, più lavoro di squadra, più capacità di astrazione e di sperimentazione, ma anche più senso di orientamento per poter navigare in mari aperti. A livello nazionale occorre saper guardare oltre il presente, dunque ci vuole più capacità di visione, per guidare sistemi istituzionali, politici e d’impresa che siano nel contempo coesi e articolati, utilizzando tutte le forze disponibili per muoversi insieme, nel senso di marcia di uno sviluppo inclusivo e sostenibile nel tempo. (…)

È dunque questo il momento di investire in educazione: non solo per superare l’emergenza COVID-19, ma per guardare oltre, per ritrovare quel cammino di sviluppo umano che, dopo essersi perduto nei lunghi anni in cui hanno prevalso individualismo e populismo, deve fondarsi sui valori definiti nella nostra Costituzione. È tempo di utilizzare l’apertura di credito di quest’Europa, che a sua volta ha bisogno di ritrovare la sua identità smarrita, per rilanciare quell’investimento in risorse umane necessario per uscire dalla trappola della bassa crescita e dimostrare che il confine meridionale dell’Unione, che si affaccia sulla frontiera più cruciale per la pace nel mondo, è affidato a una democrazia solida, solidale e matura e in grado di portare nuovo valore aggiunto alla costruzione europea. Dobbiamo evitare la triste sorte di un paese che deve sempre ricorrere all’ultima emergenza per realizzare interventi da tempo unanimemente ritenuti necessari e lavorare per ricostruire un’effettiva comunità nazionale, ricucendo le fratture che si sono create negli anni della bassa crescita e che oggi si presentano come vincoli per una ripresa sostenibile nel tempo. La questione principale allora è quale paese vogliamo per noi e per i nostri figli e quindi quale scuola predisporre per realizzare un paese che non sia sempre in balìa dell’emergenza, ma sia capace di guardare avanti.

Vertice maggioranza, rischiano di chiudere anche le medie. Nuova riunione prevista per sabato

da OrizzonteScuola

Di redazione

Terminato l’incontro a Palazzo Chigi tra i capi delegazione della maggioranza, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina e il capo del governo, Giuseppe Conte. La riunione, secondo indiscrezioni, sarebbe stato chiesto dalla titolare del dicastero di Viale Trastevere.

Sul tavolo, il dilemma che complica la vita dell’esecutivo: come gestire la scelta di non chiudere le scuole elementari e medie, ma nello stesso garantire ai governatori la possibilità di decretare la didattica a distanza.

Un punto sulle diverse situazioni nel Paese, dunque, ma con una base di partenza precisa: per la ministra, le scuole vanno tenute aperte, come del resto in Francia e in Germania, entrate in  lockdown ma fatta salva la possibilità per i ragazzi di restare sui banchi.

Una linea condivisa dai 5 Stelle –“è l’ultima cosa che il governo deve chiudere”, ripete Alfonso Bonafede agli alleati di governo – e anche da Italia Viva, da sempre per le scuole aperte. “I nostri ragazzi, tutti, hanno bisogno della scuola in presenza”, ha detto anche oggi Teresa Bellanova, ma non tutta la  maggioranza è così categorica alla luce dei dati sul contagio.

Scuola aperta che, però, si scontra con i numeri dei contagi di alcune Regioni. Infatti, nel pomeriggio circolano voci sulla possibile didattica a distanza anche per le medie, almeno per le Regioni con Rt più elevato.

Dal vertice non è stata assunta una decisione conclusiva, secondo quanto riferita da Conte si è trattato “solo di un confronto sulla situazione Covid e sui dati disponibili, soprattutto in legame al tema scuola“. Inoltre, la linea della ministra Azzolina non coincide con quella più rigorista del ministro della Salute, Roberto Speranza che può contare su  una parte del PD.

La fotografia settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità di oggi, però, è drammatica: 11 regioni a rischio (con Lombardia e Piemonte che  oltrepassano la soglia del Rt2) e uno scenario in evoluzione verso il  4, quello peggiore.

La decisione di intervenire sull’apertura o chiusura delle scuole medie resta demandata ancora una volta alle Regioni, in una logica di lockdown a macchia di leopardo sulla base dell’andamento epidemiologico differenziato.

Ad avvalorare questa ipotesi la decisione dell’Umbria, che nella giornata di oggi ha chiuso sia le scuole secondarie di II che di I grado.

Le parti si sono dati appuntamento per domani, sabato 31 ottobre. Una riunione, si specifica, ”per capire quali scelte definitive prendere su scuola”. Italia Viva ha stigmatizzato la “scelta di concedere alle regioni di andare avanti in ordine sparso sulle chiusure scolastiche. Le ministre hanno chiesto di conoscere il peso della curva epidemiologica sul trasporto rispetto alla scuola”.

Coronavirus, verso scenario 4: prevista la Didattica a distanza. Possibili chiusure localizzate, oggi vertice su scuola con Conte e Azzolina. I dati

I dati del monitoraggio ISS dal 19 al 25 ottobre 2020

Contagi Covid scuola 3,8% del totale. Nei prossimi giorni dati più dettagliati

da OrizzonteScuola

Di redazione

“La curva che noi oggi abbiamo di crescita è analoga a quella della popolazione generale ma è altrettanto vero che stiamo collaborando strettamente con il ministero dell’Istruzione per analizzare i dati e per poter fornire un’analisi un po’ più dettagliata che uscirà nelle prossime giornate anche per manifestare la massima attenzione e per fare in modo di tutelare da una parte il funzionamento della scuola dall’altra la salute di tutta la popolazione”

A dirlo il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro in conferenza stampa per la presentazione del monitoraggio. “Saranno fatti tutti gli sforzi per mantenerla aperta”, ha detto dal canto suo Locatelli ricordando che l’ambito scolastico rappresenta il 3,8% di tutti i contagi.

Affermazioni che giungono dopo alcuni giorni di polemiche sull’assenza di dati legati ai contagi segnalati dalle scuole che, ricordiamo, forniscono settimanalmente un report di quanto succede in ogni singola istituzione scolastica.

Ieri, il Ministero ha diffuso un comunicato con il quale comunicava di aver trasferito i dati raccolti alle “autorità sanitarie” per la loro analisi nell’ambito del quadro epidemiologico generale.

Questa mattina avevamo anticipato che i dati sarebbero stati elaborati e restituiti in un focus dedicato alla scuola. Notizia confermata in conferenza stampa dallo stesso Brusaferro.

Azzolina, “più docenti di sostegno e meno alunni per classe. In bilancio 3,7 miliardi per scuola”

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Chiudere le scuole deve essere l’ultima spiaggia. Bisogna andare a scuola il più possibile e lavorare per il rientro in presenza anche del secondo ciclo”. Sulle chiusure, secondo quanto si apprende, i sindacati di settore la pensano come la Ministra dell’Istruzione. Lucia Azzolina.

È quanto è emerso, secondo indiscrezioni giornalistiche, durante la riunione odierna fra ministra e organizzazioni sindacali che hanno chiesto di riaffermare la centralità dell’Istruzione evitando il più possibile la chiusura delle istituzioni scolastiche. Su questo, hanno detto alla Ministra, “avrà il nostro appoggio”.

Nella legge di bilancio approvata di recente dal governo ci sono “3,7 miliardi per la scuola”.

Così la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nell’incontro odierno con le Organizzazioni sindacali che ha riguardato la manovra, ma anche la gestione dell’emergenza sanitaria.

“Ho lavorato affinché la scuola potesse avere il suo peso robusto nella legge di bilancio – ha spiegato Azzolina -. Abbiamo 2,2 mld di spesa corrente e 1,5 di spesa in conto capitale per gli investimenti”, risorse con cui si interverrà sul sostegno con un piano straordinario per incrementare i docenti, sull’edilizia scolastica e con cui si lavorerà per ridurre il sovraffollamento delle classi, per incrementare la digitalizzazione.

Al centro dell’incontro, anche la gestione dell’emergenza sanitaria.

“Abbiamo tutti passato l’estate a rendere le scuole più sicure – ha ricordato la Ministra -. Il rischio zero non esiste, ma abbiamo regole precise e Protocolli da attuare”.

Azzolina ha poi ribadito l’importanza di tenere aperta la scuola che “non è solo luogo di apprendimento, ma anche di socialità, luogo in cui si imparano regole e, in determinati territori, si viene sottratti alla strada. Togliere la scuola in presenza rischia di essere persino pericoloso”.

Per la ripartenza “sono stati messi 3 miliardi, abbiamo fatto lavori di edilizia leggera garantendo 40 mila aule in più, sono stati acquistati strumenti tecnologici e nuovi arredi. Investimenti strutturali che rimarranno. Con il Decreto Ristori abbiamo stanziato altri 85 milioni per la didattica digitale, in questi giorni ho firmato un decreto da 3,6 milioni per le connessioni nel secondo ciclo. Lo sforzo è massimo. Questo – ha chiuso la Ministra – è un momento difficile per il Paese, ma il nemico comune è uno solo, il Covid. L’Italia vince la sfida se resta unita. E la scuola è luogo di unità per eccellenza”.

Covid, vertice Governo: scuole primarie e medie continuano in presenza, ma Conte pensa a una nuova “stretta”

da La Tecnica della Scuola

“Per il Governo la scuola è un presidio fondamentale” e per ora non si tocca. Nemmeno dinanzi a 31 mila contagi di Covid-19 in un solo giorno: lo hanno detto ai cronisti dell’Ansa alcune fonti di Palazzo Chigi al termine del vertice serale di Governo a Palazzo Chigi sul dossier scuola, chiesto dalla ministra Lucia Azzolina, in accordo con il premier Giuseppe Conte, alla presenza dei capidelegazione dei partiti di maggioranza.

Il confronto – che si è soffermato sulle misure più restrittive, con l’introduzione della Dad, messe in campo da diverse Regioni – non sembra avere portato particolari novità decisionali: “ognuno è rimasto nelle proprie posizioni” e nessuna decisione è stata presa, scrivono ancora le agenzie.

Conte e il prossimo Dpcm

“Sulla scuola si deciderà quando il Governo opterà per ulteriori misure anti-Covid”, hanno spiegato fonti qualificate di governo senza specificare quando il premier passerà alla nuova ‘stretta’. Da tradurre attraverso l’ennesimo Dpcm.

“Potrà essere domani, tra una settimana o tra due settimane”, dicono le stesse fonti.

Tra i partiti, il M5S resta il più fermo sulla linea delle lezioni in presenza a scuola. “Bisogna capire cosa significa scuole aperte. Sul primo ciclo siamo ancora fiduciosi, sulle superiori abbiamo capito che si andrà molto in Dad”, ha detto una fonte M5S di Governo.

Per ora continuano a decidere le Regioni

Per ora, toccherà alle Regioni (anche in contrasto con Viale Trastevere) prendersi l’onere e “l’onore” della decisione sulla scuola.

In ogni caso, il destino della scuola rimane strettamente legato al tipo di lockdown che metterà in campo il Governo Conte bis.

Certamente, se i contagi continueranno a crescere in maniera esponenziale, con le sale di rianimazione a rischio saturazione, allora si potrebbe arrivare ad un lockdown.

In arrivo dei mini-lockdown

Ma sarà un fermo generale più morbido rispetto a quello di marzo: si pensa a mini-lockdown specifico per le zone più a rischio contagio Coronavirus.

Il range di tempo che Conte aveva scelto di prendersi – dieci giorni circa – potrebbe accorciarsi drasticamente: non si esclude che il governo torni a confrontarsi nei prossimi giorni, forse già nel week end.

Vertice urgente a Palazzo Chigi sulla chiusura delle scuole

da La Tecnica della Scuola

Questa sera, 30 ottobre, è previsto alle ore 19.00 un vertice di Governo a Palazzo Chigi. Giuseppe Conte ha convocato i capidelegazione dei partiti di maggioranza per discutere di scuola, visto l’aumento esponenziale del contagio.

Sul tavolo, il dilemma che complica la vita dell’esecutivo da giorni su come  gestire la scelta di non chiudere le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, ma nello stesso tempo la necessità di garantire ai governatori la possibilità di decretare le lezioni online per tutti gli studenti, nei territori più sotto pressione per il virus come ad esempio la Lombardia e la Campania.

In quest’ultima regione, oggi, il governatore Vincenzo De Luca ha chiuso fino al 14 novembre per la prima volta in Italia anche le scuole dell’infanzia.

Legge di bilancio 2021: gli stipendi degli insegnanti restano tra i più bassi

da La Tecnica della Scuola

Circa 6 miliardi di euro previsti per scuola e università dalla legge di bilancio 2021, legge all’esame fra pochi giorni della Commissione Bilancio in Senato. La bozza prevede questa suddivisione:

1,5 miliardi per assumere 25mila insegnanti di sostegno
1,5 miliardi per l’edilizia scolastica
500 milioni per il diritto allo studio
500 milioni per il sistema universitario
2,5 miliardi per edilizia universitaria e progetti di ricerca.

Gli stipendi

Previsti aumenti a dir poco esigui per i lavoratori della scuola, 95 euro mensili lordi per docenti e personale Ata, retribuzioni che restano fra le più basse d’Europa.

Il confronto tra i docenti italiani e i colleghi del resto d’Europa è presto fatto. Ad inizio carriera gli insegnanti italiani ricevono uno stipendio lordo tra i 22mila e i 28mila euro, in linea con la media europea (come francesi, portoghesi e inglesi).

fine carriera invece si verifica la differenza, grazie agli aumenti dovuti a meccanismi di incremento automatico (con un’attesa che va tra i 5 gli 8 anni) si concretizza appena con un più del 50%.

Resta il divario tra gli aumenti destinati ai lavoratori con stipendi più alti e quelli destinati agli stipendi più bassi. I primi sono più consistenti dei secondi per colpa di un criterio con il quale vengono fissati gli importi. Divario destinato ad ampliarsi se tale criterio non verrà modificato. La retribuzione del personale scolastico si colloca al di sotto della media del pubblico impiego di circa 6mila euro.

Bassa la cifra per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici: 3 miliardi e 715 milioni, probabilmente aumentati di altri 500 milioni dal Governo, e non dei 2 miliardi chiesti dai sindacati. Fondi che non bastano a garantire la perequazione delle retribuzioni più basse.

Il contratto scuola

Intanto il contratto scuola è scaduto il 31 dicembre 2018. Al momento non è previsto un tavolo tecnico coi sindacati per il rinnovo del contratto 2019-2021.

Niente stipendi europei dunque, nonostante gli accordi tra l’ex Ministro dell’Istruzione Bussetti, il Premier Conte del Governo M5S-Lega e i sindacati, presi con l’intesa sottoscritta il 23 aprile 2019, che indicavano un rinnovo contrattuale volto a recuperare, nel corso del triennio 2019-2021, la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni e avvicinarle il più possibile ai livelli europei, dove un docente tedesco guadagna in media circa 1000 euro in più  al mese di un collega italiano.

E in tutto questo, mentre la didattica a distanza, in seguito all’ultimo Dpcm, è utilizzata almeno al 75%, manca ancora il contratto che regoli la DDI.

A scuola studiamo teatro

da La Tecnica della Scuola

A Francesca Garolla, figure emergente del nuovo teatro italiano, è stato chiesto, fra le altre cose inerenti la sua attività di collaborazione con registi di fama nazionale,  “Se fosse il ministro della Cultura, cosa farebbe per il teatro e l’arte?”

E Garolla, come è riportato dalla Stampa: «Renderei obbligatorio nelle scuole lo studio del teatro, della musica, del cinema. Pretenderei quote rosa ai vertici delle istituzioni artistiche – sì, se si vuole cambiare un sistema può essere necessario attraverso delle regole, e no, non penso che questo vada contro la meritocrazia –, farei una legge sullo spettacolo e poi studierei per capire cos’altro fare. O forse mi dimetterei subito, perché io non voglio fare il ministro, voglio fare l’autrice!».

A parte le proprie inclinazioni personali, lo studio del teatro a scuola è progetto antico, in orario extra curriculare, anche se parlarne ora, in piena seconda fase pandemica, è poco appetibile.

Sarebbe comunque un modo importante e di alto valore culturale e che servirebbe pure ad aggregare non solo i ragazzi della zona, ma anche gli alunni delle varie classi.

Il Mi infatti lo raccomanda, precisando:  

“Il processo di riforma attivato dal Miur in questi anni garantisce maggiore autonomia e flessibilità alle scuole creando, così, i presupposti per piani formativi capaci di rispondere ai fabbisogni di crescita culturale e personale degli studenti.
L’utilizzo degli spazi di flessibilità permette di seguire percorsi alternativi di apprendimento che hanno trovato nel teatro lo strumento didattico ideale, la sintesi e l’interazione perfetta tra scolastico ed extrascolastico, tra curricolarità ed extracurricolarità, tra aula e laboratorio.
In tal senso, l’educazione teatrale a scuola si risolve, oltre che nell’acquisizione da parte degli studenti di abilità o competenze artistiche, anche e soprattutto nell’impiego del teatro come strumento pedagogico trasversale, in grado di incidere profondamente sulla crescita della persona nella sua interezza cognitiva ed emotiva.”.

DaD e relazioni “diminuite”. Il problema del coinvolgimento degli alunni

da La Tecnica della Scuola

In piena DaD, cosa fare per coinvolgere in una classe tutti gli studenti? (vai al corso) Se lo chiedono molti docenti che oggi si ritrovano ancora una volta ad avere a che fare con videolezioni a distanza o con relazioni in presenza “diminuite” dai protocolli di sicurezza.

Attirare l’attenzione

In questi giorni ha dato risposta a questa domanda Daniele Manni, il primo docente italiano a vincere il prestigioso Global Teacher Award.

Il professore ci spiega che attorno alla questione del coinvolgimento ruotano tre generi di problemi: i primi due sono di carattere tecnico, ovvero la banda larga e la dotazione tecnologica delle famiglie, perché oggi in molte case i cellulari hanno sostituito i pc e dunque non tutti possiedono un computer; infine c’è l’aspetto più strettamente didattico. Come fare per tenere i ragazzi davanti allo schermo? Ebbene, “sta a noi accattivarli, attirare la loro attenzione, attrarli alla lezione sullo schermo.”

Nuova comunicazione verbale, non verbale e paraverbale

Le strategie sono diverse, non del tutto dissimili da quelle sperimentate dalla didattica tradizionale per la scuola in presenza, ma con delle peculiarità, naturalmente, perché il filtro dello schermo ci impone una nuova comunicazione verbale, paraverbale e non verbale.

In altre parole oggi la riflessione didattica deve ripensarsi, per adeguarsi talvolta al digitale, talvolta ad una presenza fisica resa più fredda e scostante dai tanti limiti di carattere sanitario, e in questo senso anche più problematica sul fronte della psicologia e dell’emotività dei ragazzi.

Il corso

Su questi argomenti il corso di Claudia Matini: Come coinvolgere gli studenti nella fase di distanziamento fisico e DaD, in programma dal 19 novembre al 2 dicembre.

La formatrice tenterà di rispondere a domande del tipo: qual è la metodologia più giusta per catturare l’attenzione degli studenti? Come mantenere vivo il loro interesse nel tempo? Come tranquillizzare gli studenti durante la DAD? Proverà così a fornire informazioni teorico-pratiche per sostenere la capacità dell’insegnante di gestire la complessità di una lezione vincolata dal distanziamento fisico o dall’obbligo posto dalla Didattica a Distanza, con l’obiettivo di favorire la partecipazione degli studenti.

Azzolina incontra i sindacati. Insieme contro la chiusura delle scuole: ‘Deve essere ultima spiaggia’

da Tuttoscuola

Nella legge di bilancio approvata di recente dal governo ci sono “3,7 miliardi per la scuola”. Lo ha dichiarato la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nell’incontro di oggi, 30 ottobre, con le Organizzazioni sindacali che ha riguardato la manovra, ma anche la gestione dell’emergenza sanitaria. “Ho lavorato affinché la scuola potesse avere il suo peso robusto nella legge di bilancio – ha spiegato Azzolina -. Abbiamo 2,2 mld di spesa corrente e 1,5 di spesa in conto capitale per gli investimenti”, risorse con cui si interverrà sul sostegno con un piano straordinario per incrementare i docenti, sull’edilizia scolastica e con cui si lavorerà per ridurre il sovraffollamento delle classi, per incrementare la digitalizzazione.  Nel corso dell’incontro i sindacati della scuola hanno poi fatto fronte comune con la Ministra riguarda l’emergenza: “La chiusura delle scuole deve essere l’ultima spiaggia”, hanno detto.

La gestione dell’emergenza è infatti stata al centro dell’incontro. “Abbiamo tutti passato l’estate a rendere le scuole più sicure – ha ricordato la Ministra -. Il rischio zero non esiste, ma abbiamo regole precise e Protocolli da attuare”. Azzolina ha ribadito l’importanza di tenere aperta la scuola che “non è solo luogo di apprendimento, ma anche di socialità, luogo in cui si imparano regole e, in determinati territori, si viene sottratti alla strada. Togliere la scuola in presenza rischia di essere persino pericoloso”.

Per la ripartenza, ha detto la Ministra, “sono stati messi 3 miliardi, abbiamo fatto lavori di edilizia leggera garantendo 40 mila aule in più, sono stati acquistati strumenti tecnologici e nuovi arredi. Investimenti strutturali che rimarranno. Con il Decreto Ristori abbiamo stanziato altri 85 milioni per la didattica digitale, in questi giorni ho firmato un decreto da 3,6 milioni per le connessioni nel secondo ciclo. Lo sforzo è massimo. Questo – ha chiuso la Ministra – è un momento difficile per il Paese, ma il nemico comune è uno solo, il Covid. L’Italia vince la sfida se resta unita. E la scuola è luogo di unità per eccellenza”.

E questa volta i sindacati della scuola la pensano come Azzolina: “Bisogna andare a scuola il più possibile e lavorare per il rientro in presenza anche del secondo ciclo. Riaffermare la centralità dell’Istruzione evitando la chiusura”.