Poste Italiane: aperto a Roma il primo sportello sperimentale per persone con disabilità uditiva

Poste Italiane: aperto a Roma il primo sportello sperimentale per persone con disabilità uditiva

L’Osservatore d’Italia.it del 03/10/2020

ROMA. E’ operativo da oggi, presso l’ufficio postale Roma 70 in via Collatina 73/77, il primo sportello sperimentale dedicato alle persone con disabilità uditiva operativo sul territorio della Capitale.

La sperimentazione del progetto prevede l’utilizzo di personale in grado di esprimersi nella lingua italiana dei segni sia per tutte le attività di sportello, come il pagamento dei bollettini e l’invio di corrispondenza e pacchi, sia per quelle della sala di consulenza.

Lo sportellista a disposizione della clientela con disabilità uditiva presso l’ufficio di via Collatina è Luigi Musacchio: 28 anni, laureato in Scienze Motorie allo IUSM, assunto a 25 anni in Poste Italiane come operatore di sportello. Luigi Musacchio è molto attivo e protagonista anche nella sua vita privata: attualmente è un atleta della Nazionale italiana Federazione Sport Sordi di beach volley e ha partecipato a eventi sportivi importanti come le Deaflympics (Olimpiadi dei Sordi). Prima di entrare in Poste Italiane è stato per cinque anni anche allenatore di squadre giovanili di pallavolo.

“Sono sordo dalla nascita ma avendo seguito l’approccio “oralista” – precisa Luigi – ho imparato a parlare e riesco a comprendere le persone attraverso la loro espressione verbale e dalla lettura delle labbra. Per questo motivo, in questi tre anni di servizio a sportello non ho mai avuto nessuna difficoltà a relazionarmi e a svolgere normalmente il mio lavoro. L’unica piccola richiesta, che in questo particolare periodo di emergenza Covid è quello di segnalare ai clienti che non mi conoscono, è di abbassare la mascherina per consentirmi di leggere il labiale. Le protezioni in plexiglass che l’Azienda ha installato in tutti gli uffici, consentono di praticare tale soluzione in sicurezza, limitandola al solo tempo necessario per comprendere le richieste del cliente. Possiedo comunque anche una buona conoscenza della Lingua dei Segni che mi è molto utile per comunicare con la clientela che utilizza questo tipo di comunicazione visivo-gestuale.”

Oltre a questo primo sperimentale sportello dedicato agli audiolesi, Poste Italiane ha dimostrato con una molteplicità di iniziative di essere sensibile ai temi e alle persone con disabilità, come la progettazione e la realizzazione degli uffici postali di nuova generazione dove non solo si è operato per eliminare le barriere architettoniche ma si è fatto ricorso a tecnologie e sistemi capaci di offrire pari opportunità di accesso anche alle diverse abilità.

“Sono veramente soddisfatto di essere stato scelto per questa iniziativa – ha aggiunto Luigi – e ho dato già notizia a molti miei amici e soprattutto a chi è nella condizione di aver bisogno di un interlocutore che comprenda e parli la Lingua dei Segni. Nella mia esperienza triennale in questo ufficio, ho servito molti clienti con problemi di udito i quali mi hanno raccontato in diverse occasioni le loro difficoltà: hanno bisogno di qualcuno che dia loro le informazioni con i giusti mezzi per poterle comprendere pienamente. La comunità degli audiolesi è veramente vasta e sicuramente questo tipo di risposte sono dei segnali importanti che vengono accolti sempre in modo positivo.”

Fast-Optic-neural transmission

Fast-Optic-neural transmission –
I Due canali di guida del Connettoma

Paolo Manzelli ..www.egocrea.net ….

Gli assoni di Mielina prodotti dalle Cellule di Schwann sono noti per isolare il Flusso Ionico di impulsi neuronali proprio della comunicazione “interna” degli assoni che si organizzano nel Connettoma Mente-Corpo.

La Mielina è una struttura di avvolgimento di 25 microstrati sottili (di 17-25 nm) separati in sezioni inter-nodali dalle cellule di Ranvier che vengono utilizzati per la conduzione di un ulteriore sistema di connessione veloce per salti, che è prodotto della informazione di segnali biofotonici.  

Ref: Mielina Https://en.wikipedia.org/wiki/Myelin

Questo secondo sistema di comunicazione ottica-quantica è stato tradizionalmente disconosciuto ,come funzione di guida intermittente di segnali biofotonici della luce, i quali comunicano rapidamente a grande distanza.

Questa carenza della scienza neurologica tradizionale  ha limitato la connessione degli impulsi neuronali al solo “flusso ionico” che scorre all’ interno dell’ assone, …. cio in quanto non e stata presa in attenta considerazione la comunicazione della biologia-quantica delle cellule degli organimi viventi.

Nel 1923  i Biofotoni furono scoperti dallo scienziato russo  Alexander G.Gurvich,  (nel 1923) che inizio la nuova biofisica quantica poi proseguita dagli studi del biologo Austriaco  Fritz Albert Popp (nel 1960) e da molti altri scienziati, cosi che  oggi è scientificamente provato che tutte le cellule viventi (batteri ,piante,animali, umani ), emettono deboli Biofotoni, come elementi quantici di comunicazione cellulare del campo elettromagnetico dello spettro ottico.

In particolare le cellule Neuronali emettono un ampio flusso di Biofotoni coerenti che utilizzano la nano-struttura dell’avvolgimento della mielina per creare un sistema-canale in modo da rendere possibile la guida di un efficiente e veloce trasmissione di segnali Biofotonici ,che viene indirizzata attraverso il Connettoma a interagire coerentemente con tutto il sistema di interazione Mente-Corpo , degli organi viventi per correlarne velocemente le differenti funzionalita’-

Ref-Gif: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Saltatory_Conduction.gif  —

Ref:Connettoma – https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=135452

— Nodes of Ranvier as a sequence of re-transmission by nano-antenne .

— Ref: https://www.nature.com/articles/s41598-017-18866-x …

Recentti studi hanno messo in evidenza una duplice possibilita di conduzione dei segnali neuronali¸;

A) la prima consiste nella tradizionale conduzione dei segnali neuronali all’interno degli assoni che fluisce entro il cavo interno del flusso ionico , a potenziale di diffusione pulsante (AP) ;

B) la seconda  è contemporaneamente  sostenuta da un fenomeno di propagazione della radiazione elettromagnetica ottica dello spettro visibile ed del vicino infrarosso, che si trasmette come flusso di Biofotoni neuronali emessi dalle sinapsi bioelettriche .

Questa seconda trasmissione ottica del flusso di “biofotoni quantici ” utilizza come guida ottica il complesso multistrato di “mielina ” che riveste assoni creando un involucro lipidico che ha la doppia funzione:  A) di isolare come uno schermo elettrico  il flusso ionico interno, … ma B) .. che allo stesso tempo diviene un canale di guida e flusso esterno di Biofotoni  che attraversa la struttura nanometrica a strati della mielina .

Il riverstimento mielinico multistrato è quello fornito dalle cellule gliali dette di Schwann le quali sono interrotte ,a distanze regolari, dai Nodi di Ranvier (RN). Questi NR creano delle lacune distanziate ad intervalli ripetitivi , i quali  non sono mie linizzati , … cosi che mentre A) il flusso ionico nell’ interno dell’assone ,subisce variazioni del potenziale ed assume un andamento pulsante (AP) della trasmissione neuronale della corrente ionica (questo flusso ionico interno all’ assone è noto come “conduzione saltatoria”)   ….. B)   conteporaneamente, la successione regolare degli RN e stata recentemente interpretata come un sistema di “nano-antenne” per la codifica simultanea “esterna” all’ assone , dei segnali neuronali attivati per mezzo della radiazione Bioquantica di frequenze elettromagnetiche dello spettro ottico le quali fluiscono velocemente a lunga distanza,  tramite le antenne dei ripetitori nanomettrici forniti dai Nodi di Ranvier. ——–

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NB  – la trattazione bioquantica del sistema di guida della comunicazione di segnali di comunicazione quantica verra’ programmata e discussa durante il corso di formazione Egocreanet su: Quantum Light Therapy il 30.31.ottobre a Firenze. con  tutti gli interessati a partecipare al corso di Formazione ed innovazione . Per Partecipare si richiede di inviare una e.mail a <egocreanet2016@gmail.com< specificando le motivazioni e la collaborazione s descizione del  loro interesse. .

Ref:  https://dabpensiero.wordpress.com/2020/09/18/corso-di-formazione-foto-biomodulazione-quantica-della-luce-laser-led-terapia-non-farmacologica/

Elezioni Organi collegiali

Elezioni Organi collegiali: l’ANP esprime preoccupazione

“Grande preoccupazione”. Ad esprimerla all’Adnkronos è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, facendosi portavoce di numerosi dirigenti scolastici che dovranno tenere le elezioni degli organi collegiali scolastici in presenza, cioè all’interno degli istituti.

“Come associazione abbiamo ricevuto molte telefonate da parte di colleghi che si trovano in difficoltà a gestire questa situazione – ha detto Giannelli – avrebbero preferito un rinvio o la possibilità di poter far svolgere le votazioni in maniera alternativa, anche online, a distanza”.

“Indubbiamente far entrare tante persone, tanti genitori in una scuola desta preoccupazione e crea una serie di criticità all’interno della scuola – continua Giannelli – in particolare poi alla luce del fatto che i contagi stanno risalendo anche se, sono convinto non sia a causa della scuola. Da non dimenticare che per i seggi di queste votazioni viene impiegato personale scolastico, al di fuori dell’orario normale lavorativo”.

LA SCUOLA DEL POST-COVID

LA SCUOLA DEL POST-COVID: 5 OTTOBRE CONVEGNO ONLINE

Iniziativa della Gilda degli Insegnanti in occasione della Giornata Mondiale dell’Insegnante istituita dall’Unesco

“Dopo la crisi Covid: occhi e coscienze aperti. La scuola del futuro non può nascere dall’emergenza” è il titolo del convegno nazionale, organizzato dalla Gilda degli Insegnanti e dall’Associazione Docenti Art. 33, che si svolgerà lunedì 5 ottobre dalle ore 9 alle 13 all’hotel Nazionale Roma e che verrà trasmesso in streaming da GildaTv e in diretta sulla pagina Facebook della FGU- Gilda degli Insegnanti.

L’emergenza Covid ha messo a nudo i tanti problemi e le tante contraddizioni dei sistemi scolastici ed educativi a livello globale. Il fallimento della didattica dell’emergenza (didattica a distanza), nonostante il grande impegno di tutti gli insegnanti, ha confermato l’indispensabilità della relazione docente/studente nel processo di insegnamento.

L’utilizzo massiccio da parte di insegnanti e studenti delle piattaforme web, prontamente messe a disposizione dalle multinazionali che controllano gli spazi digitali, ha fatto emergere con forza la problematica del controllo da parte dei privati degli strumenti di comunicazione attraverso la rete. Proprio per tutti questi motivi non si possono condividere le opinioni di chi vorrebbe approfittare della pandemia per rivoluzionare il sistema di istruzione (didattica e governance) e lo stato giuridico degli insegnanti costituzionalmente definito. Il convegno sarà l’occasione per riflettere e discutere del ruolo che la Costituzione affida all’istruzione calato nel contesto della nuova realtà che obbliga tutti noi a fare i conti con ciò che ha “disvelato” la pandemia.

All’iniziativa parteciperanno Anna Angelucci, docente di materie letterarie al liceo classico “Tacito” di Roma e presidente dell’associazione nazionale “Per la scuola della Repubblica”; Giovanni Carosotti, docente di Filosofia e Storia al liceo “Virgilio” di Milano; Roberto Contu, docente di materie letterarie al liceo classico “Sesto Properzio” di Assisi e dottore di ricerca in Italianistica; Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti; John Polesel, professore emerito all’Università di Melbourne; Fabrizio Reberschegg, presidente dell’Associazione Docenti art. 33. Modererà gli interventi Valentina Santarpia, giornalista del Corriere della Sera.

Grazie Prof. … di tutto il Mondo

“GRAZIE PROF. … DI TUTTO IL MONDO”: INCONTRO ONLINE CON I VOLONTARI E GLI STUDENTI DI INTERCULTURA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEGLI INSEGNANTI

Lunedì 5 ottobre 2020, h. 15:00 -16:00; conduce il maestro giornalista Alex Corlazzoli

In occasione della Giornata Mondiale degli insegnanti di lunedì 5 ottobre, Intercultura organizza una diretta online per raccontare il rapporto che si instaura tra i ragazzi e i docenti durante le esperienze di studio all’estero.

Con Alex Corlazzoli, maestro, esperto di scuola e giornalista, insieme con i ragazzi di Intercultura appena rientrati da programmi di mobilità studentesca all’estero, sarà possibile viaggiare alla scoperta di curiosità e caratteristiche della Scuola in diverse parti del mondo, in particolare saranno affrontati i temi relativi al rapporto insegnanti-studenti:

  • Il ruolo chiave degli insegnanti nella formazione delle giovani generazioni
  • “Cultura che vai, insegnante che trovi”: da amico a mentore, come varia il ruolo del docente nelle diverse culture
  • “Quel che davo per scontato”: il diritto all’accesso all’istruzione prima ancora di un dovere, una realtà ancora da raggiungere in diverse aree del mondo

Per iscriversi gratuitamente all’incontro online, basta cliccare questo link: https://zoom.us/webinar/register/WN_klFzb5W8QDutzGfyk4jIfA

La Giornata degli Insegnanti commemora la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante, la principale  struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale, ed ha come obiettivo fondamentale quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti.

Con l’adozione dell’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “Istruzione di qualità”, gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l’attuazione dell’Agenda 2030 sull’educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire  un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l’obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l’abbandono scolastico precoce,  contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile.

Intercultura aderisce all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), l’iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile. L’Alleanza riunisce attualmente oltre 160 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile italiana. Intercultura, in particolare, attraverso la diffusione del proprio Progetto educativo rivolto a studenti, famiglie, scuole, volontari, persegue il raggiungimento degli obiettivi 4.7 e 16:

  • ISTRUZIONE DI QUALITÀ PER TUTTI: Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile;
  • PACE E GIUSTIZIA: Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli

Nel corso dell’incontro online una rappresentanza degli studenti di Intercultura rifletterà assieme ad Alex Corlazzoli proprio su queste due tematiche, ovvero i diversi tipi di relazione tra alunno e docente nelle varie parti del mondo e il tema del diritto all’accesso universale  all’istruzione.

Claudio, Elisa, Claudia e Laura sono quattro ex partecipanti (le ragazze ora iscritte al quinto anno di liceo, Claudio al primo anno di università) che hanno partecipato a un programma al’estero con Intercultura Quattro i Paesi del mondo in cui hanno trascorso il loro anno scolastico: quattro tipologie totalmente differenti di rapporti instaurati con i propri professori.

Così Claudio, un anno in Indonesia. “Il rapporto con gli insegnanti in Indonesia è di assoluto rispetto, ma non derivante dal timore, bensì rispetto genuino verso un superiore. Si capisce sin da subito come gli studenti indonesiani capiscano quanto possono imparare dai loro insegnanti. Un evento che mi ha stupito molto è stato quando il giorno del compleanno di un insegnante gli studenti abbiano organizzato una festa a sorpresa, con musica, torta e tanto cibo; questo a riconferma del fatto che tra i due soggetti non c’è astio, bensì stima e amicizia”.

Claudia, rientrata da pochi mesi dalla Cina, racconta il rapporto tra insegnante e studente, notoriamente basato sull’autorità del primo sul secondo:  “In Cina il rapporto che si instaura con un docente è molto diverso da quello che si ha con i professori qui in Italia perché ci si rivolge ai docenti con fare molto più formale. In Italia è consueto salutare l’insegnante quando entra in classe alzandosi, ma mai mi era capitato di dover ringraziarlo a fine lezione. Questa cosa mi ha molto colpito e mi fa capire quanto sia importante il valore dell’istruzione, cosa che gli studenti italiani danno per scontato e vedono spesso solo come un diritto e non un dovere. Ho notato questa grande differenza, infatti se qui in Italia si prende un brutto voto, gli studenti tendono a scaricare la colpa su simpatie o antipatie del professore, mentre gli studenti cinesi incolpano loro stessi del mancato o non sufficiente impegno e fanno il possibile per rimediare. Purtroppo, però, non c’è molto spazio per l’iniziativa dello studente, il cui unico impegno è studiare e ascoltare ciò che dice chi sta dall’altro lato della cattedra senza mai contraddirlo. Personalmente preferisco il metodo italiano perché dà più spazio alle proposte degli alunni e spronandoli e stimolandoli all’apprendimento. Ciò nonostante ho avuto l’occasione di provare diverse lezioni di arte, scienze sport e aeronautica che non avevo mai provato prima: simulazioni di volo, lezioni di scienze con gli esperimenti proprio come quelli che si vedono nei film,osservazione e riproduzione di elementi naturali.”

Laura, un anno in Svezia, invece ha potuto sperimentare un approccio più “comunitario” dove studente e insegnante collaborano di pari passo, a volte comodamente vestiti in pigiama durante le lezioni:  “A distanza di qualche mese dal mio rientro, sono ancora convinta del fatto che più di tutti è stato il mio professore di scienze sociali, Peter, ad avere un’influenza significante non solo durante il mio percorso all’estero ma anche nel mio viaggio di vita. Lui ha percorso con me ogni attimo dell’anno, regalandomi libri in svedese, creando lezioni private per me, raccontandomi man mano ogni peculiarità della Svezia, della Scandinavia e dell’Europa in generale. Dai suoi insegnamenti ho formato il mio pensiero riguardo gli interessi della comunità, soprattutto dei giovani. Ho ammirato una comunità scolastica in cui tutti sono benvenuti, in cui gli stranieri hanno un supporto in più per integrarsi nella società, in cui grandi e piccoli hanno la possibilità di esprimersi e, non meno importante, di avere un ruolo fondamentale per crescere e per far crescere gli altri. E’ questa la scuola che sogno: una scuola fatta di equilibrio, dove chiamarsi per nome non è sinonimo di maleducazione, dove vestirsi in pigiama non è sinonimo di disinteresse, dove chiedere aiuto non è sinonimo di ignoranza”.

Elisa, infine, porta la sua testimonianza derivante dai mesi trascorsi a scuola negli USA dove il rapporto con i docenti è improntato sull’informalità: “Posso dire di esser stata molto fortunata di trovarmi in una scuola americana che già aveva ospitato studenti stranieri. In generale fin da subito mi hanno aiutata per i vari problemi che si incontrano all’inizio dell’anno scolastico: la lingua, l’orientamento nell’istituto, farmi sentir parte della comunità scolastica. Con loro ho potuto relazionarmi facilmente, senza paura di giudizi e con lo stesso linguaggio di quando si parla ad un amico. Il rapporto quindi era informale. Il metodo di studio americano è molto più semplice rispetto a quello italiano, però al contrario serve molta concentrazione durante le lezioni. Infatti grazie all’attento ascolto e allo svolgimento di esercizi in classe, io quando uscivo dalla classe e dovevo preparami per una verifica, a casa dovevo solo rileggere gli appunti presi. All’inizio ovviamente è stato più difficile perché avevo dei problemi con la lingua ma dopo averci preso la mano  in poche settimane ho avuto dei risultati davvero grandiosi”.

L’Associazione Intercultura Onlus (www.intercultura.it)

Intercultura è un Associazione di volontariato senza scopo di lucro, fondata in Italia nel 1955, eretta in Ente Morale posto sotto la tutela del Ministero degli Affari Esteri e riconosciuta con decreto dal Presidente della Repubblica (DPR n. 578/1985). L’Associazione è gestita e amministrata da migliaia di volontari, che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale. È presente in 161 città italiane ed in 65 Paesi di tutti i continenti, attraverso la sua affiliazione all’AFS ed all’EFIL. Ha statuto consultivo all’UNESCO e al Consiglio d’Europa e collabora ad alcuni progetti dell’Unione Europea. Ha rapporti con i nostri Ministeri degli Esteri e dell’Istruzione, Università e Ricerca. A Intercultura sono stati assegnati il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio e il Premio della Solidarietà della Fondazione Italiana per il Volontariato per oltre 40 anni di attività in favore della pace e della conoscenza fra i popoli. L’Associazione promuove, organizza e finanzia scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni anno centinaia di ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accogliendo nel nostro paese altrettanti giovani di ogni nazione che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole. Inoltre Intercultura organizza seminari, conferenze, corsi di formazione e di aggiornamento per Presidi, insegnanti, volontari della propria e di altre associazioni, sugli scambi culturali. Tutto questo per favorire l’incontro e il dialogo tra persone di tradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo.

Educazione degli adulti: nuova conferenza europea EPALE

Educazione degli adulti: nuova conferenza europea EPALE

Dal 6 all’8 ottobre evento online sulle prospettive per l’apprendimento degli adulti

Riparte la formazione a livello europeo per i professionisti che operano dell’educazione degli adulti grazie ad Epale, community multilingue promossa dalla Commissione UE nell’ambito del Programma Erasmus+, che organizza sulla propria piattaforma elettronica una conferenza online il 6, 7 e 8 ottobre con il titolo “Shaping the future of Adult Learning in Europe” per aggiornarsi, discutere e confrontarsi sulle prospettive del settore.

La modalità online consentirà quest’anno la partecipazione di un pubblico più ampio: non solo gli esperti internazionali individuati dal team di coordinamento europeo in collaborazione con le Unità nazionali, e non solo gli stakeholder ed esperti nazionali. Quest’anno la possibilità di seguire tutte le sessioni della conferenza può consentire la partecipazione da remoto a tutti i professionisti dell’apprendimento degli adulti.

Sarà possibile partecipare ai lavori delle sessioni plenarie e dei panel anche via Facebook, con l’obiettivo di stimolare l’interazione, rafforzare la cooperazione e lo scambio di conoscenze tra le parti interessate, collegare esperti, formatori, fornitori di formazione e responsabili politici per contribuire a plasmare il futuro dell’apprendimento degli adulti in Europa negli anni a venire.

La conferenza si concentrerà sull’apprendimento digitaleil miglioramento delle competenze lungo tutto l’arco della vita e l’inclusione sociale, con un coinvolgente mix di relazioni esperte, discussioni di gruppo e seminari interattivi per informare i partecipanti e stimolare le idee.

In particolare ognuno dei tre giorni proporrà un focus specifico:

6 ottobre – Digital Learning & Skills: Managing change, embracing transformation

7 ottobre – Joining forces to provide lifelong upskilling: building stakeholder collaboration

8 ottobre – Social Inclusion & Democracy: Opportunities for change

Ogni giorno è prevista una sessione plenaria con keynote speech e discussione nel panel di esperti ad accesso libero. Inoltre, è possibile partecipare ai due workshop in parallelo, con iscrizione fino a esaurimento posti. Una novità di quest’anno sono le sessioni tematiche nazionali promosse dalle singole Unità Epale nazionali che saranno svolte nella lingua del paese. 

L’Unità Epale Italia, che ha sede in Indire, ha promosso il panel nazionale Educazione in carcere – Giustizia riparativa, luogo di mediazione sociale in programma il 7 ottobre, ore 15.00-16.00.

La lingua di lavoro è l’inglese, ad eccezione dei panel nazionali. È possibile seguire la conferenza da questa pagina: https://epale.ec.europa.eu/en/blog/epale-community-conference   

Linee fondazionali per un “Sistema” educativo integrato

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Linee fondazionali per un “Sistema” educativo integrato

di Agostina Melucci

E’ quella cui stiamo partecipando* un’iniziativa importante; si tratta di accompagnare la  traduzione  di una normativa regionale inerente l’ età fondazionale dell’esistere umano e di ripensarle sul piano pedagogico entro luoghi -come il nido e la scuola dell’infanzia- intenzionalmente educativi. Propongo dopo un breve cenno di cronaca riferito a un’altra stagione culturale e politica, una riflessione su alcuni mutamenti che potrebbero influire sul novum del nuovo disegno sistemico. Come contributo a una auspicabile carta pedagogica comune dei nidi e delle scuole dell’infanzia, nell’ampio contesto di un ripensamento dell’istruzione nel suo intero, da 0 a 18 anni.

Luoghi nati in una felice stagione culturale, politica e pedagogica

Ogni pedagogia nasce da una storia. La scuola prima, quella “dell’infanzia” gestita direttamente dallo Stato,  ha, come noto,  compiuto  cinquant’anni due anni orsono, essendo nata giuridicamente nel marzo 1968. Un tempo quello di forte innovazione culturale, scientifica, politica e pedagogica, di piena fiducia nel futuro. E di impegno dello Stato oltre le tradizionali funzioni dell’amministrazione della difesa, della giustizia e della politica estera.

La sua istituzione, assieme a quella della media unificata avvenuta nel ’62, costituisce la più profonda innovazione del nostro sistema scolastico dal dopoguerra ad oggi. Era il 1968 e seguenti un periodo molto fertile per una rinnovata coscienza etico-politica e l’universalizzazione dei diritti:  lo statuto dei lavoratori (l. Brodolini, 1971), la riforma sanitaria Mariotti (legge 833 del 1978, con l’inizio della medicina preventiva e l’innovazione nell idea di cura),  la legge Basaglia,  (1egge 180/1978). Per restare nella scuola, ricordo: l’ integrazione degli alunni disabili nelle scuole ordinarie (legge 118/71 e legge 577/1977).  Esistevano dalla fine del’800 gli asili, gestiti dai comuni o dalle parrocchie ma è dal 1968 che lo Stato ha consentito una presenza diffusa della scuola dell’infanzia in tutto il territorio nazionale. 

E’ di quella stagione anche la 1044, legge nazionale sui nidi (1971).  Analoga la vicenda: i nidi nascono a gestione comunale; verso gli anni 80 fanno il loro ingresso anche i privati e si diffondono nuove tipologie. La legge istitutiva poneva come finalità il provvedere alla temporanea custodia dei bambini per assicurare un’adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare l’accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale.  Competente era il Ministero della sanità (cui veniva assegnato il compito di  verificare lo stato di attuazione dei piani annuali degli asili nido.)  Lo scopo era di tipo socio-economico e,  meno, di tipo pedagogico.

Si tratta ora d’individuare gli elementi comuni a queste storie, trovare nelle mille preziose esperienze di entrambe le istituzioni tratti comuni di un nuovo percorso da compiere anche insieme.

Evoluzione generale

Quando si innova una parte del sistema complessivo della società occorre tener presente l’evoluzione del quadro generale e delle scienze che ne trattano.

Il nostro tempo, rispetto a quello in cui si formò il disegno precedente dei nidi e della scuola dell’infanzia, è molto diverso: globalizzazione economica e culturale, diversificazione della società, delle famiglie e dei valori che le motivano, forti processi migratori extraeuropei, digitalizzazione  dei processi economici e di quelli esistenziali. Imminente una ristrutturazione dei saperi in tutti i campi della ricerca con possibili rivoluzionari trasferimenti sulla tecnologia. 

Parallelo e per molti profili anticipatorio il percorso della ricerca pedagogica,  molto avanzata nel nostro Paese riguardo le prime età della vita, anche in virtù di una felice interazione con le università, felice sia per noi che per esse  (in particolare Bologna, Pavia, Milano). Si è da tempo proposto il nido quale servizio essenzialmente educativo, centrato come la scuola dell’infanzia, sui diritti del bambino.  Numerose sono le iniziative di continuità inerenti il segmento 0-6 anni.  Il raccordo anche istituzionale  tra nidi e scuole dell’infanzia,  previsto dal decreto 65 del 2017  è senz’altro un avanzamento qualitativo e una profondamente ripensata idea di cura potrebbe costituirne la rifondazione culturale e pedagogica. Mi soffermerò un poco -non potendo trattare qui di tutti gli aspetti dell’innovazione pedagogica in corso- sull’idea fenomenologica del corpo e dei linguaggi come approdi di cura.

Del corpo

Forse noi della scuola dell’infanzia potremmo riflettere di più sulla cura del corpo, argomento su cui nell’ambiente del nido si è lavorato molto: il corpo è una espressione di quella interrogazione essenziale che rivolgiamo al mondo con il nostro stesso esserci. L’essere-corpo, il pensarsi attraverso il corpo è generativo, ma non necessariamente conclusivo della singolarità del nostro essere. L’importante è acquisire la coscienza avere un corpo proprio (Merleau-Ponty). Il corpo è la struttura originaria del conoscere.

Nidi e scuole dell’infanzia potrebbero avviare insieme progettazioni educative che restituiscano al corpo -rivissuto dall’insieme dei saperi che a loro volta lo trasformano- la sua valenza pre-comprensiva (l’accogliere immediatamente, il “respirare” il mondo esterno) e  fondazionale (funzione attiva nei confronti di tutte le forme esistenziali) .

Dei linguaggi e lingua

Un evoluzione costellazionale del sistema potrebbe muovere da un percorso di centrazione dei linguaggi nella lingua. Propongo che il sistema integrato diventi  occasioni  per  far sì che il nido possa prendere piena coscienza di essere la primissima scuola, quella che, specie a partire dall’anno di età, segna l’ingresso del bambino nelle strutture culturali immettenti -anche per le vie della corporeità- nel linguaggio verbale. La lingua non è solo un mezzo per capire il mondo e farsi intendere ma è anche la struttura essenziale del conoscere e dell’amare.

Luoghi intenzionali di cura

Il decreto 65/17 è positivo perché  tende a  qualificare ulteriormente i nidi e le diverse tipologie rese necessarie dai mutamenti dell’economia  e della cultura, vivendoli non come semplice e magari sofferente adattamento, ma come adesione a processi innovativi non solo necessari ma anche migliorativi. Vede un  prevalente riferimento scientifico nella pedagogia, un migliore riconoscimento dello status dei docenti,  un pieno inserimento nel sistema zero-sei.

Nelle insegnanti dei nidi e delle scuole dell’infanzia è emersa progressivamente in questo mezzo secolo un’immagine di infanzia  protagonista della propria crescita, soggetto di diritti, avviata ad acquisire consapevolezza di sé attraverso nuclei culturali solidi, una relazionalità responsabile, impegnata nella conquista dell’autonomia tramite la capacità di costruire conoscenza e introdotta al senso di cittadinanza. Il settore 0-6 è luogo intenzionale di curaeducativa della persona nel suo intero. La cura è l’interesse costitutivo della soggettività, è il prendersi a cuore l’altro e il mondo (Luigina Mortari). E’ la cura che ci fa vivere perché consente a ciascuno di noi di sentirsi parte attiva nel mondo. E’ curioso chi ha cura.

Rilevanza del Decreto  65/2017 anche per le scuole successive

 Tale normativa  individua il sistema integrato (io preferirei la parola “costellazione) quale un sede primaria dei processi di cura, di educazione e istruzione.  Finalità riguardano lo sviluppo delle potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento in un adeguato contesto affettivo, ludico, cognitivo.  A tal fine, occorre che le diverse articolazioni di tale “sistema” collaborino per attività comuni di progettazione, coordinamento, formazione.  E’ evidente come il decreto cerchi di stabilire nessi  costanti tra i vari servizi che si occupano della fascia 0-6, individuando in ciò un importante requisito qualitativo.   Riflette e raccoglie l’esperienza  maturata in questi settori educativi.  

Anche il ciclo successivo  non ha che da guadagnare  da un rapporto organico con il sistema precedente scuola, in particolare riguardo all’immagine di infanzia, il  rimanere  attenta al bambino nella intera dimensione del suo essere.

Raccordi nella pluralità  (e dunque costellazione ove ogni stella è separata dall’altra, ma accomunata dalla volontà di brillare insieme, cfr. Edmond Jabès)

Il settore 0-6 è un settore fortemente plurale, per  le differenti tradizioni.

Questo è positivo; occorre però, per evitare dispersioni,  che le connessioni diventino virtuose per tutte le parti della costellazione. Ogni parte è entità distinta, non isolata; anche per questo, sul piano epistemologico,  preferisco il termine “costellazione”.

C’è  valore quando più luoghi educativi si raccordano e mettono in comune idee ed esperienze per uno scopo condiviso; in questo cinquantennio vi è stata effettiva possibilità di confronto e di riflessione, di uscita da un certo isolamento in cui il sistema 0-6 si era ritrovata.   Forme di coordinamento di vario tipo, sulla formazione, sulla documentazione,  sulla ricerca,  sulla gestione, sull’organizzazione  hanno costituito strutture significative di incremento della qualità.

Organico potenziato e possibili funzioni “sistemiche” 

Dall’a.s.  2018-2019,  è stato introdotto l’organico di potenziamento anche nella scuola dell’infanzia statale. Sia pure quantitativamente contenuto, al momento, sta contribuendo- se ben impiegato- a qualificare ulteriormente l’attività educativa quando le unità aggiuntive  conducono  azioni di sistema entro la scuola o le scuole  di riferimento  e su quello  territoriale.  Il raccordo è novità importante per la scuola statale il cui assetto organizzativo è diverso da quello comunale; il coordinamento è in capo   al dirigente scolastico che  esercita tale compito  con le funzioni strumentali e i collaboratori.

Scopo essenziale di questo contingente di potenziato  è quello di attivare forme costanti di connessione facendo entrare in un circuito virtuoso di dialogo professionale le tradizioni, gli assetti progettuali, le risorse professionali esistenti.  Il coordinamento, così inteso, potrà diventare sede di  lettura del contesto, di risposta educativa, proposta, di impulso, di promozione, di  autovalutazione, valutazione, ricerca, vera e propria sperimentazione   volti a  arricchire le rispettive visioni sull’infanzia  affinchè dall’incontro plurale si possano generare occasioni di evoluzione, di miglioramento per tutte le parti in causa.

In questo contesto vanno coinvolte le migliori professionalità dei docenti di scuola dell’infanzia presenti nel sistema scolastico statale e nei nidi, nell’ambito della valorizzazione della professionalità e delle figure intermedie auspicate dalla legge n. 107/2015  (e dalla nota MIUR n.404 del 2018). Occorrono accordi di rete, relativi  progetti di lavoro, attività di monitoraggio, supporto territoriale, provinciale, regionale, attività di documentazione. Già  sono attive  buone esperienze, in alcune realtà territoriali,

Aspetti di permanenza, costanti e rischi

La scuola dell’infanzia -quella che conosco meglio, avendovi lavorato come insegnante- non ha funzioni meramente assistenziali, né precociste, ovvero meramente preparatorie  agli apprendimenti successivi. Si è inventata, unica nel nostro panorama scolastico, un modo proprio di essere scuola divenuto un modello sul piano internazionale, grazie alle ricerche, alle sperimentazioni, alla disponibilità dei docenti, al rapporto con le Università di reciproco vantaggio sul piano scientifico.

La scuola dell’infanzia -così come il nido- non è solo scuola di esiti, risultati;  finora c’è stato un positivo distanziamento della scuola dell’infanzia del nostro Paese dal profilo inevitabilmente positivistico e deterministico degli “esiti”; questi costituiscono tracce apparentemente incontrovertibili, in realtà parziali, deboli e scarsamente indicative del processo di sviluppo in questa età.  Lo sviluppo ha tempi lunghi, imprevedibili, non predefiniti, non lineari. Il verificabile, il riconoscibile, l’evidente, il visibile costituiscono una parte molto limitata del processo del conoscere. E’ riduzionistico impostare una attività didattica preoccupata in prevalenza del risultato preordinato, a esiti riscontrabili e disattenta a quanto emerge originalmente da insegnanti e bambini.

Verso un comune pro-gettare e riprogettarsi in nuovi, difficili contesti

La scuola dell’infanzia non è pre-scuola, come ancora nella letteratura internazionale è definita e tradotta in modo poco avvertito anche da noi.  Le parole contano. Formano identità.

Le scuole dell’infanzia sono dotate di un buon documento pedagogico nazionale, rivedibile ma tuttora valido riferimento per tutte le tipologie di gestione. Un buon  progetto pedagogico qualifica un luogo come educativo che si muove anche tra antiche e nuove difficoltà, a partire oggi da quelle inerenti alla pandemia. 

Un progetto è memoria e sguardo prospettico e non può non  considerare  la lettura del contesto sociale, un contesto che  sta faticosamente  affrontando vecchie e nuove povertà, litigiosità, conflitti,  fragilità.    Molte famiglie  risultano in difficoltà per qualità e quantità di tempo da dedicare ai figli. Ci sono atteggiamenti di delega, dichiarazioni di impotenza educativa; talvolta si riversano sulle scuole le proprie frustrazioni.   I bambini ne risentono;  si stanno anche  verificando  forme di isolamento dei bambini e dei genitori spesso continuamente connessi; l’uso della tecnologia della comunicazione  non sempre avviene in modo consapevole.  La  chiusura in questi mondi post-umani è causata, in molte situazioni, dall’intenzione di  sfuggire a realtà non gratificanti. E’ pertanto  necessario pensare e vivere la scuola come comunità reale di persone che sperimentano il piacere di navigare nella multidimensionalità del mondo nuovo, di stare insieme intorno a finalità di alto valore.

  Gioco   Il sistema 0-6 deve continuare ad avere nel gioco la sua centralità in quanto il gioco è modalità specifica dell’abitare il mondo dell’infanzia, del suo esistere e del conoscere. Ha valore generativo; è vitale per ogni aspetto dell’ evoluzione dell’ infanzia.

Progettualità  è articolazione del principio speranza; chi dispera non ha progetti. Progetto è gettare avanti, idee, possibilità e modalità della loro realizzazione. Significa organizzare in modo motivato e fondato  le esperienze  che la scuola propone andando verso qualcosa di significativo; è mettersi in moto e di questo camminare è noto il senso, non l’approdo perché la strada si costruisce andando, si forma nel percorso. E’ ipotesi di esperienza educativa, suscettibile di cambiamenti perché emerge da un dialogo continuo tra quanto progettato e ciò che accade. Non è imposizione di disegno pre-costituito.  Raccoglie, in una cornice di significato,  le scelte educative, le motiva,  le articola.

Esperienza   Il “sistema” 0-6  è luogo dell’esperire educativo  che si articola in campi.  Il mondo della vita viene osservato, agito, esplorato, scoperto, ricostruito, immaginato, creato.  E’ in primo piano l’attività del soggetto e  l’apprendimento viene radicato. Il vissuto richiede di essere rielaborato, ricostruito, riorganizzato e narrato con le forme simboliche messe a disposizione dalla cultura.  Ogni autentica esperienza trasforma i significati originari e ne genera di nuovi. L’esperienza è unitaria; ogni campo di esperienza, ossia ciò su cui verte l’esperienza è contesto da cui muovere per acquisire conoscenza dell’insieme, per stabilire connessioni tra gli accadimenti. L’esperienza è punto di partenza e di ritorno.  Si ritorna ad essa in forme più ricche e articolate. E’ un gioco di composizione e scomposizione.

La creatività  è  la componente più alta della nostra intelligenza perché porta qualcosa di nuovo.

L’educazione di tutti  al pensiero creativo (nonché critico) è parte essenziale della funzione della scuola.   Si tratta di aiutare bambini a essere soggetti  liberi nel pensare e pensando creare il loro mondo, divenire con-creatori della storia e autori della loro vita.

Conclusione

Finora il tratto di vita 0-6 non ha avuto linee convergenti di innervazione dei suoi percorsi evolutivi ma le sta maturando e ho appena cercato di isolarne alcune. Di tutto l’arco della costellazione educativa, dal nido all’università, gli aspetti più originali del patrimonio pedagogico ed organizzativo del nostro “sistema” vanno mantenuti e sviluppati; senza radici l’albero non cresce; teme il nuovo chi non è consapevole della propria storia. In particolare nell’ultimo cinquantennio, il quasi-sistema 0-6 grazie a chi vi insegna è stato quello che ha dimostrato di non temere il nuovo, anzi di essere soggetto di autentica innovazione.

La storia delle riforme nazionali e regionali della scuola mostra come incidano e abbiano effetti estesi nel tempo quelle che nascono da vaste e profonde esplorazioni di pensiero e come invece quelle che nascono prive di pensiero filosofico e pedagogico e motivate solo da scopi contingenti scivolino come acqua sul vetro.

La scuola tutta, da 0 a 18 anni, per non dire delle tappe successive e di quella educazione permanente sempre più importante per il progresso della società, è per tutti ragione di speranza; tale termine non è parola vuota o consolatoria; è atteggiamento educativo essenziale, implica fiducia operosa, non banalmente ottimistica, in un felice cambiamento.

*relazione al convegno su “Sistema integrato di educazione e istruzione 0-6. Legge regionale Lazio”, sede nazionale  PD, Roma

Recovery Fund, Azzolina: tecnologia a scuola grande supporto a didattica

da OrizzonteScuola

Di redazione

Questa settimana la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha visitato anche l’Itis Galileo Galilei di Roma. “Un istituto fortemente orientato all’innovazione, al digitale, alle scienze e alle tecnologie dell’interattività”, scrive su Facebook la ministra.

In occasione della visita Azzolina ha ricordato “che l’uso della tecnologia a scuola può essere un grande supporto alla didattica. Le risorse del Recovery Fund saranno usate anche per questo, per trasformare le nostre aule in ambienti di apprendimento più innovativi. Vogliamo creare 2700 digital labs disseminati su tutto il territorio, digitalizzare le procedure, lavorare sulla formazione delle competenze digitali“.

La tecnologia – conclude – non deve essere un fine ma uno strumento. Uno strumento prezioso anche per le scuole“.

Supplenze docenti: scatta il controllo sui 24 CFU. Cosa presentare in segreteria

da OrizzonteScuola

Di redazione

Supplenze docenti per l’anno scolastico 2020/21: il primo elemento da controllare è l’effettivo possesso del titolo di accesso dichiarato nella domanda presentata entro il 6 agosto. Una prima scrematura è stata effettuata prima della pubblicazione delle graduatorie, ma ci sono controlli più approfonditi che richiedono tempo.

Il Dirigente dell’ufficio Scolastico di Brescia ha spiegato il percorso da seguire in seguito al controllo dei titoli per determinare l’eventuale esclusione dalla graduatoria e la rescissione del contratto. Ufficio Scolastico depenna dalla graduatoria e Dirigente licenzia

Laurea o diploma + 24 CFU: come effettuare il controllo

L’ufficio Scolastico di Sondrio fornisce invece ai Dirigenti Scolastici delle indicazioni per accertare il possesso dei 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche.

Laurea (o diploma nel caso delle classi di concorso ITP)+ 24 CFU è stato uno dei requisiti che ha permesso l’inserimento nella II fascia delle GPS per la scuola secondaria di I e II grado.

“La certificazione del possesso di CFU, se non in possesso del docente – leggiamo nella nota pubblicata il 1° ottobre – va richiesta all’Università presso cui il docente ha conseguito i 24 CFU.

Per alcune tipologie di Lauree, Master di I e II livello e Dottorati che prevedono nel loro piano di studi alcuni o tutti gli ambiti di insegnamento richiesti dai 24 CFU è sufficiente che il docente abbia una Certificazione di conformità degli obiettivi formativi e contenuti didattici.”

Va specificato che non hanno necessità di presentare i 24 CFU i docenti abilitati o i docenti che hanno avuto accesso alle GPS mediante precedente inserimento nella terza fascia delle graduatorie di istituto per la specifica classe di concorso.

I tempi del controllo

L’ufficio Scolastico scrive “Si richiede quindi la massima attenzione, prima della stipula dei contratti, all’effettivo possesso dei 24 CFU”.

Ma se l’aspirante non è in possesso della relativa certificazione, la segreteria deve chiedere al docente individuato per la supplenza di indicare gli estremi per l’accertamento (dato che il Ministero non ha richiesto di indicarli nella domanda presentata), contattare l’Università che ha erogato il corso e attendere la loro risposta.

Il tutto “prima della stipula dei contratti”? Una tempistica che ci lascia perplessi.

Organi collegiali: si vota entro fine novembre per i consigli di istituto

da La Tecnica della Scuola

Entro il 31 ottobre dovranno concludersi le operazioni di voto per gli organi collegiali di durata annuale e quelle per il rinnovo annuale delle rappresentanze
studentesche nei consigli di istituto delle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di II grado.
Le elezioni si potranno svolgere in forma semplificata e cioè contestualmente alla assemblea della classe.

Per l rinnovo dei consigli di circolo/istituto scaduti per decorso triennio o per qualunque altra causa, nonché per le eventuali elezioni suppletive ove siano necessarie, sarà invece necessario attendere il decreto di ciascun Ufficio Scolastico Regionale che fisserà il voto in un giorno festivo dalle ore 8,00 alle ore 12,00 ed in quello successivo dalle ore 8,00 alle ore 13,30 non oltre il termine di domenica 29 novembre e lunedì 30 novembre 2020.

Lo rende noto il Ministero dell’istruzione con una nota diramata oggi con la fornisce anche indicazioni sulle misure di sicurezza da seguire per consentire ai genitori, agli studenti e al personale scolastico l’accesso ai locali in cui si svolgeranno le operazioni di voto.
Ovviamente sarà necessario garantire l’igienizzazione delle mani e degli arredi.

Il Ministero, nella previsione che genitori e studenti, possano recarsi a votare in modo massiccio scrive: “Per l’allestimento dei locali adibiti alle operazioni di voto, occorre prevedere percorsi dedicati e distinti di ingresso e di uscita, chiaramente identificati con opportuna segnaletica, in modo da prevenire il rischio di interferenza tra i flussi di entrata e quelli di uscita. È, inoltre, necessario evitare assembramenti nei locali, prevedendo il contingentamento degli accessi nell’ edificio, eventualmente creando apposite aree di attesa all’ esterno dell’edificio stesso”.

Per la verità è molto probabile che non sarà necessario mettere in atto particolari avvertenze dal momento che, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado, la percentuale dei votanti è ormai scesa negli ultimi anni al di sotto del 10%.

Curiosa (e anche un po’ disarmante) l’indicazione relativa ai cosiddetti istituti onnicomprensivi: “Nelle istituzioni scolastiche che comprendono al loro interno sia scuole dell’infanzia, primarie e/o secondarie di primo grado, sia scuole secondarie di secondo grado, invece, continuerà ad operare il commissario straordinario, non essendo ancora intervenuta una soluzione normativa circa la composizione dl consiglio di istituto delle scuole in questione”.
Va ricordato che tali istituti esistono da un ventennio e in tutto questo tempo il Ministero non è stato in grado di trovare una soluzione normativa.

Aumento casi Covid, non c’è relazione con la riapertura delle scuole. Azzolina: lo dicono gli esperti

da La Tecnica della Scuola

Quanto peso ha il ritorno degli studenti in classe sull’aumento dei contagi?

“Molto poco per quanto avviene all’interno delle scuole dove si rispettano le regole di protezione”; a dirlo Fabio Ciciliano, dirigente della Protezione civile e componente del Comitato tecnico-scientifico.

Questa è una delle dichiarazioni riportate dalla Ministra Azzolina in un suo post pubblicato su Facebook.

Nella mattinata di oggi, 2 ottobre, la Ministra ha visitato l’IIS De Amicis-Cattaneo di Roma.

“A tutti i ragazzi ho fatto un appello che rinnovo: a maggior ragione in vista del weekend ci tengo a ricordare che è fondamentale il rispetto di queste regole soprattutto fuori da scuola. Perché è lì che stanno aumentando i contagi”.

E in proposito, ha riportato alcune dichiarazioni degli esperti:

  • ”Gran parte di questi contagi avviene a livello intrafamiliare… Devo dire che la scuola sta rapidamente identificando le persone con sintomi e questo è ovviamente un buon segnale per la capacità di tracciare i casi”. (Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità).
  • Per quanto riguarda le scuole “stanno andando abbastanza bene. Non sono ancora motore di circolazione del virus”. (Walter Ricciardi, docente di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza).
  • “Sull’aumento dei casi positivi in questo momento non ha pesato la riapertura delle scuola, se ci sarà un dato lo vedremo tra una settimana-10 giorni”. (Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità).
  • “Questi casi non hanno provenienza scolastica per lo più, ma legata ad attività familiari o comunque extrascolastiche e in particolar modo ricreativo. Il motore che spinge i casi non è la scuola”. (Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità nel Lazio).

“Cerchiamo quindi – ha concluso la Ministra – di non fare allarmismo nei confronti della scuola. Altrimenti non rivolgeremo la giusta attenzione al reale obiettivo, ovvero il rispetto delle misure di sicurezza durante le attività extrascolastiche e, in particolare, di svago”.

Rete Eurydice: i calendari scolastici e accademici in Europa

da La Tecnica della Scuola

Eurydice ha pubblicato i suoi ultimi volumi di ricerca, due report uno sui calendari scolastici e uno su quelli accademici nelle scuole europee. Nell’ottica di un confronto utile e costruttivo, dato dal conoscere il funzionamento dei sistemi di istruzione a livello internazionale, la rete Eurydice conferma con queste due ultime pubblicazioni la sua missione, che è quella di fornire strumenti e favorire l’internazionalizzazione.

I due report si inseriscono a pieno titolo come due punti di riferimento in questo specifico momento di incertezza per il perdurare della pandemia, dando modo di riflettere sulle modalità di riapertura delle scuole per garantire la sicurezza di tutti, nel mezzo di un imprevisto cambiamento per cui la routine dei sistemi educativi è stata messa a dura prova.

I calendari scolastici

Una delle prime domande a cui la ricerca ha cercato di rispondere è proprio: come è organizzato l’anno scolastico in Europa?

Sorprendentemente emergono più similitudini che diversità, se si pensa che la ricerca ha interessato 38 paesi, tra cui i 27 Stati Membri, e anche Regno Unito, Albania, Bosnia-Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia.

Prendiamo per esempio i dati sull’inizio dell’anno scolastico: in 13 paesi/regioni, inizia generalmente in agosto e i paesi in cui la scuola inizia il più presto sono la Danimarca e la Finlandia. In Germania, anche se c’è un inizio ufficiale, il 1° agosto, in realtà le scuole dei diversi Länder iniziano tra il 3 agosto e il 14 settembre. Nei paesi dell’Europa Meridionale, (ad es. Albania, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna) ma anche in Bulgaria e Lussemburgo la scuola è iniziata quest’anno a metà settembre.  A Malta, i bambini tornano a scuola alla fine di settembre; nel nord della Macedonia e Montenegro il 1° ottobre invece che il 1° settembre (a causa della pandemia Covid-19). Inoltre, in paesi come Austria, Germania, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Svizzera, l’inizio e la fine dell’anno scolastico variano in modo significativo a seconda delle regioni. In alcuni casi, come sta avvenendo in Turchia, per esempio, l’anno scolastico online è iniziato il 31 agosto, mentre quello in presenza a fine settembre.

Se si considera il numero dei giorni di scuola, si va dai 165 giorni dell’Albania ai 200 giorni di Danimarca e Italia. In generale, il numero di giorni di scuola è lo stesso nell’istruzione primaria e secondaria, tuttavia ci sono alcune eccezioni: ad esempio, in Francia e in Albania (entrambi a livello di istruzione secondaria superiore), in Grecia (nell’istruzione secondaria, i giorni di insegnamento e i giorni di esame sono inclusi), in Romania e in Serbia, il numero dei giorni di scuola del livello secondario è maggiore di quello del livello primario.

E ‘abbastanza variabile invece il numero di giorni di vacanza all’interno dell’anno scolastico. Oltre alla pausa estiva, ci sono altri quattro periodi principali di vacanze scolastiche in tutta Europa: le vacanze autunnali, Natale e Capodanno, le vacanze invernali/carnevale e la primavera/Pasqua. Ad eccezione delle vacanze di Natale/Capodanno, le altre vacanze scolastiche si differenziano sia per la lunghezza che per i tempi. Oltre a queste comuni festività, tutti i 38 paesi oggetto della ricerca offrono giorni di vacanza aggiuntivi per occasioni pubbliche o religiose. Così, per esempio, In autunno, i bambini hanno una settimana di vacanze in 19 paesi/regioni; negli altri paesi, invece, varia tra due o tre giorni (ad es. Repubblica Ceca, Malta, Slovacchia, Regno Unito – Irlanda del Nord e Islanda) fino a tre settimane (Svizzera) o nessuna vacanza in 11 paesi (ad es. Albania, Grecia, Polonia, Montenegro e Macedonia del Nord).

A Natale, quasi tutti i paesi offrono due settimane di vacanza; in Turchia si tratta di un solo giorno, una settimana in Slovenia, e fino a tre settimane nel caso della Germania, e ancora di più in Bosnia. Per il Carnevale, in circa 20 paesi/regioni, gli alunni hanno una settimana di vacanze e anche due settimane a Cipro, in Francia, Polonia e Turchia.

L’anno accademico

In questo caso i paesi presi in considerazione sono 37. Più articolata e complessa è l’analisi dei dati che riguardano l’anno accademico in Europa, laddove molte regioni determinano in maniera autonoma le date per gli appelli, la sospensione delle lezioni per brevi periodi di vacanza o per dare agli studenti il tempo di preparare gli esami. Anche in campo accademico, in tutti i paesi oggetto della ricerca, le vacanze più diffuse sono quelle natalizie. E infine anche la durata effettiva dei semestri varia da paese a paese.

Anno di formazione e prova: precisazioni del Ministero

da La Tecnica della Scuola

A pochi giorni dalla pubblicazione della circolare n.28730 del 21/09 u.s. riguardante le attività formative che saranno tenuti a svolgere, i docenti neoassunti e quelli che hanno ottenuto il passaggio di ruolo durante l’anno di prova e formazione, il MI ha emanato, il 30 settembre scorso, una nuova circolare, la n.29227 con la quale si intende rimarcare come l’anno di formazione e di prova per i docenti neo-assunti o che hanno ottenuto il passaggio di ruolo costituisca una fase fondamentale per la crescita culturale e pedagogica delle nuove risorse professionali, che oltre a rispondere a precisi obblighi di legge, offre numerose opportunità per costruire o potenziare competenze didattiche e metodologiche e per acquisire un’adeguata e corretta informazione sui diritti e i doveri connessi al nuovo status giuridico.

Già con la nota 28730 del 21/09 il MI aveva fornito indicazioni sull’articolazione del percorso formativo da realizzare nell’a.s. 2020/2021.

La nota del 30 settembre, ne richiama gli elementi principali, come di seguito indicato

Rilevazione delle esigenze formative a cura delle scuole di servizio

Le Istituzioni scolastiche di servizio sono chiamate alla verifica delle competenze specifiche dei docenti neo immessi in ruolo, e ad attivare, se necessario, iniziative di  formazione al fine di allinearli alle competenze previste per l’attuazione del Piano per la DDI formulato dalle singole Istituzioni scolastiche poiché  si ritiene opportuno  che i docenti neoassunti acquisiscano piena conoscenza delle misure organizzative previste, nonché degli strumenti e delle metodologie di cui si avvale la Didattica Digitale Integrata (DDI).

Il modello formativo

Il Piano formativo sarà articolato in 5 fasi per un totale complessivo di 50 ore.

Incontro iniziale on line: il monte ore per un totale di 6 h sarà condiviso con l’incontro finale. Nel corso di tale riunione propedeutica aperta, su richiesta, anche ai tutor, saranno fornite indicazioni sulle diverse fasi del percorso di formazione e saranno illustrati i materiali didattici di supporto alla corretta gestione delle attività.

Laboratori formativi in presenza oppure on line (12 h): saranno progettati a livello di singola scuola polo, sulla base delle tematiche indicate dal D.M. n. 850/2015, dedicando una specifica attenzione ai aspetti prioritari per la corrente annualità; ogni laboratorio tematico avrà una durata variabile di 3, 6 o più ore.

Formazione on line : si svolgerà sull’ l’ambiente on line di INDIRE, che sarà reso accessibile entro il 30 ottobre 2020, offrirà utili materiali didattici e strumenti finalizzati all’analisi, alla riflessione e alla documentazione del percorso formativo. La durata della formazione on line è stimata forfettariamente in 20 ore.

“Peer to peer” e osservazione in classe: Il peer to peer, realizzato dal docente neoassunto e dal tutor, è finalizzato al miglioramento delle pratiche didattiche, alla riflessione condivisa su aspetti fondamentali dell’azione di insegnamento, al confronto e supporto su aspetti concernenti l’organizzazione scolastica nel suo complesso.

Incontro di restituzione finale : l’incontro formativo finale, organizzato in forma di evento di carattere professionale, sarà finalizzato a compiere una valutazione complessiva dell’attività svolta, anche attraverso il coinvolgimento e le testimonianze di esperti, di Dirigenti scolastici e tutor degli anni precedenti.

Tematiche dei laboratori

Per l’anno in corso, la circolare sottolinea che sarà prioritario dedicare un’attenzione specifica alle seguenti aree tematiche:

  • iniziative e provvedimenti legati alla gestione delle istituzioni scolastiche in fase di emergenza;
  • competenze relative alle metodologie e alle tecnologie della didattica digitale e della programmazione informatica (coding);
  • piano per la formazione dei docenti con riferimento anche al nuovo curricolo di educazione civica, di cui alla Legge 20 agosto 2019, n.92;
  • ordinanza ministeriale, in corso di predisposizione, in materia di valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria;
  • sviluppo delle competenze digitali degli studenti, uso responsabile di Internet, la protezione dei dati personali, contrasto al cyberbullismo.

Il ruolo del tutor

La nota evidenzia il ruolo fondamentale del tutor, il cui profilo si ispira alle caratteristiche del tutor accogliente degli studenti universitari impegnati nei tirocini formativi attivi (cfr. DM 249/2010).

Ad ogni docente in periodo di prova sarà assegnato un tutor di riferimento, preferibilmente della medesima disciplina, area o tipologia di cattedra, ed operante nel medesimo plesso. Per i docenti che devono ripetere l’anno di formazione e di prova, si suggerisce la nomina di un docente tutor diverso da quello che li ha accompagnati nel primo anno di servizio.

Le attività svolte dal tutor potranno essere attestate e riconosciute dal Dirigente Scolastico come iniziative di formazione, previste dall’art.1 comma 124 della L.107/2015, al fine di valorizzarne l’impegno assunto.

Gli UUSSRR organizzeranno per i docenti tutor apposite iniziative di formazione.

Supplenze organico covid, i fondi non bastano: scatta l’allarme

da La Tecnica della Scuola

Scatta l’allarme per i supplenti covid: mancherebbero i fondi necessari per coprire tutte le spese relative. Lo segnala la Flc Cgil. Ma anche la Gilda critica sul ridotto numero di supplenti dell’organico di emergenza.

Pochi giorni fa la ministra Azzolina ha detto che entro pochi giorni si concluderanno le assegnazioni delle supplenze, anche quelli dell’organico covid.

Supplenti covid: mancano i fondi

Secondo quanto segnala la Flc Cgil, le scuole non avrebbero i fondi necessari per coprire le spese relative all’organico di supplenti covid: “dalle scuole ci giungono numerose segnalazioni che, dai calcoli fatti per verificare la capienza dei fondi stanziati dal decreto Rilancio (DL 34 del 19 maggio 2020, convertito con modificazioni dalla Legge 77 del 17 luglio 2020, art. 231 bis) per l’istituzione del cosiddetto organico di emergenza COVID“, si legge sul sito del sindacato.

In particolare, i soldi non sarebbero “sufficienti a coprire tutti oneri collegati alle supplenze (ad esempio le ferie, gli eventuali assegni al nucleo familiare) e non garantiscono la copertura di eventuali sostituzioni per lunghi periodi come maternità e congedi parentali, in quanto il budget assegnato per le sostituzioni è molto limitato e non consente sforamenti”.

Ecco perchè, ricorda la Flc Cgil, serve un “un provvedimento legislativo, con cui si incrementino le risorse destinate a questa finalità”.

Inoltre, il sindacato guidato da Francesco Sinopoli, ha chiesto al MI di “prevedere una proroga all’utilizzo dei fondi dell’ex art. 231 del DL 34/2020, che erano stati stanziati al fine di sostenere la gestione della ripresa dell’attività didattica (con l’acquisto di beni, servizi e lavori), le cui somme assegnate dovevano essere impegnate dalle scuole entro la data del 30 settembre 2020. Purtroppo, non tutte le scuole, nell’emergenza dell’organizzazione generale del servizio scolastico, sono riuscite ad impiegare per intero questi fondi”.

La Gilda: quanti supplenti covid finora?

Critica anche la Gilda degli insegnanti: “Oltre a ripetere come un disco rotto che l’avvio di questo anno scolastico non sta presentando difficoltà maggiori rispetto al passato, che gli allarmi sulla carenza di personale docente sono infondati e che a giorni verranno completate le operazioni di nomina dei supplenti, la ministra Azzolina farebbe bene a sostanziare queste affermazioni con i numeri”, esordisce polemico il sindacato.

Quanti sono, per esempio, i supplenti dell’organico Covid entrati in servizio fino ad ora? A noi risulta che anche su questo fronte si stiano registrando notevoli problemi. E, d’altra parte, non potrebbe essere diversamente, considerati i ritardi nella pubblicazione delle Gps dovuti agli innumerevoli errori nell’assegnazione dei punteggi“, prosegue la Gilda che spiega come Gps e organico covid siano interconnessi perché “prima di accettare una supplenza su una cattedra che potrebbero perdere poco dopo, i docenti precari, come è comprensibile, preferiscono aspettare la convocazione dalle Gps o dalle Graduatorie di Istituto“.

Concorso straordinario: gel, distanziamento e obbligo di mascherina. Pubblicato il protocollo di sicurezza

da Tuttoscuola

Concorso straordinario: nonostante alcune forze politiche e i sindacati della scuola ne chiedano il rinvio, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina è stata chiara e ha ribadito anche nel corso del question time alla Camera dello scorso 30 settembre che il concorso di farà, e che sarà serio e in sicurezza. A dettare le regole, secondo quanto segnala Open, sarebbe un documento di Filippo Serra, direttore generale del Ministero dell’Istruzione, sulla base dei pareri espressi dal Comitato tecnico scientifico per contenere la diffusione della pandemia. Sarà obbligatorio, prima di tutto, l’uso della mascherina chirurgica per tutto il tempo delle prove del concorso straordinario. Il dispositivo di sicurezza dovrà coprire naso e bocca sia durante l’attesa, quindi prima di entrare nelle strutture, sia durante lo svolgimento della prova stessa. Pubblicate le indicazioni ufficiali del ministero dell’Istruzione con in allegato il protocollo di sicurezza.

Scarica la circolare del Ministero dell’Istruzione

Secondo quanto riporta anche IlMessaggero sarà costituito un comitato di vigilanza per ogni sede. Saranno poi previste anche operazioni di riconoscimento dei candidati che dovranno munirsi di documento di riconoscimento, codice fiscale e copia della ricevuta del versamento dei diritti di segreteria. Per poter sostenere le prove del concorso straordinario, inoltre, i candidati dovranno consegnare ai docenti incaricati della vigilanza anche cellulari, tablet etc.

I candidati che parteciperanno al concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado che si svolgerà il prossimo 22 ottobre – dovranno inoltre sottoscrivere un’autocertificazione dove dichiareranno di non essere risultati positivi al Covid-19, Precluso poi l’accesso a chi dovesse presentarsi con una temperatura superiore a 37,5 gradi: verrà accompagnato in un’area dedicata e verranno immediatamente avvertite le autorità sanitarie.

Quasi scontato è il divieto di assembramento e l’obbligo sia di mantenere la distanza di un metro, che quello di usare i guanti monouso per il personale impiegato nel concorso soprattutto al momento delle operazioni di riconoscimento dei candidati, della consegna dei moduli, del materiale occorrente e nelle operazioni di gestione della prova computerizzata.

Concorso straordinario: il protocollo di sicurezza del MI

Secondo quanto si legge nella circolare del MI, per la procedura straordinaria per titoli ed esami per immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado, i candidati svolgeranno la prova scritta attraverso l’ausilio di procedure informatizzate. A parità di classe di concorso, tipo posto tutte le prove avverranno in contemporanea su tutto il territorio nazionale. In una stessa giornata, nella stessa aula, si potrebbero svolgere 2 differenti prove (per classi di concorso/tipo posto diversi) una nella mattinata ed una nel pomeriggio, convenzionalmente “turno mattutino” e “turno pomeridiano”. Quindi una giornata può risultare divisa in due turni.

Trattandosi di prova scritta, nell’istituto saranno presenti:

– la commissione di valutazione o, in caso di più sedi di svolgimento della prova, il comitato di vigilanza cui è affidata la gestione amministrativa della prova.
–  uno o più responsabili tecnici d’aula, cui spetterà il compito della gestione tecnica delle postazioni informatizzate per la somministrazione della prova (dall’installazione del software, al caricamento dei risultati in piattaforma).
–  il personale addetto a compiti di sorveglianza ed assistenza interna.
– i candidati.

Al fine di assicurare il regolare svolgimento delle prove scritte sul territorio nazionale e la necessaria uniformità nella fase di organizzazione e svolgimento della prova scritta, il MI fornisce le indicazioni operative. Tali disposizioni devono intendersi integrate dal protocollo di sicurezza per la gestione delle prove scritte del concorso straordinario.

Il protocollo di sicurezza del concorso straordinario ha lo scopo di dettare le linee guida dirette a prevenire e a contenere il diffondersi del virus COVID-19 in occasione dello svolgimento delle prove scritte, garantendo un adeguato bilanciamento tra la salvaguardia delle esigenze organizzative connesse al reclutamento del personale docente e la necessità di garantire condizioni di tutela della salute dei candidati, della commissione di valutazione, del comitato di vigilanza, di tutto il personale individuato con compiti di sorveglianza ed assistenza interna per lo svolgimento delle prove e, in generale, di tutte le figure presenti nelle aree concorsuali.

Protocollo di sicurezza per il concorso straordinario: requisiti logistici dell’aula concorsuale

Il numero massimo dei candidati presenti contemporaneamente nell’aula, sede di esame, dovrà essere determinato in rapporto alla capienza degli spazi individuati. Dovranno essere garantite idonee misure di distanziamento tra canditati del concorso straordinario, personale di supporto, membri della commissione e del comitato di vigilanza, responsabili tecnici d’aula e in generale tutti le figure presenti nelle aree concorsuali, da definire anche in ragione delle caratteristiche dei locali utilizzati per lo svolgimento delle prove, attraverso la previsione di una fascia di protezione individuale che permetta il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Protocollo di sicurezza per il concorso straordinario: dispositivi di protezione individuale

E’ previsto l’obbligo da parte dei candidati al concorso straordinario, dei componenti della commissione, del personale di vigilanza e di tutte le figure presenti nelle aree concorsuali, di indossare una mascherina chirurgica, che copra correttamente le vie aeree (bocca e naso) per tutto il tempo di permanenza all’interno dell’istituzione scolastica sede di concorso. Ciascun candidato dovrà dotarsi di idoneo dispositivo di protezione individuale e indossarlo, a pena di esclusione dalla procedura, sia durante il periodo di attesa per l’ingresso all’interno dell’istituzione scolastica, sia all’ingresso nell’aula sede di esame, sia durante lo svolgimento della prova, nonché in uscita dalla struttura. I candidati hanno l’obbligo di igienizzarsi le mani con apposito gel disinfettante contenuto nei dosatori all’ingresso e in più punti delle aree (es. ingresso, aule, servizi igienici, etc.) assicurandone un utilizzo frequente.

Il personale impiegato, oltre alla mascherina chirurgica e all’igienizzazione delle mani, dovrà utilizzare guanti monouso al momento delle operazioni di riconoscimento dei candidati, della consegna dei moduli, del materiale occorrente e nelle operazioni di gestione della prova
computerizzata. I candidati, i componenti della commissione di valutazione, del comitato di vigilanza, tutto il personale individuato con compiti di sorveglianza ed assistenza interna per lo svolgimento delle prove e tutti i soggetti presenti nelle strutture, dovranno compilare l’allegato modulo di autodichiarazione scaricabile dal seguente link https://www.miur.gov.it/web/guest/procedurastraordinaria-per-immissione-in-ruolo-scuola-secondaria.

Nel caso in cui l’USR abbia assegnato al candidato l’assistenza durante la prova di un tutor, occorre siano rispettate le medesime disposizioni di sicurezza. In tale evenienza sia il candidato che il tutor dovranno essere muniti di mascherina chirurgica e visiera protettiva.

Protocollo di sicurezza per il concorso straordinario: accesso all’aula concorsuale

Il personale incaricato dovrà verificare il rispetto delle misure di sicurezza durante tutte le fasi della procedura, di svolgimento della prova e per tutto il tempo in cui i candidati permangano all’interno dell’area concorsuale, nonché nelle operazioni di entrata ed uscita dalla struttura. Dovrà assicurare che non si creino assembramenti durante le operazioni connesse all’espletamento della prova. Inoltre il personale di assistenza e di supporto dovrà provvedere a regolamentare il flusso di accesso all’area concorsuale, assicurando il rispetto della distanza di almeno 1 metro e apposite misure di accesso per le donne in stato di gravidanza, per i candidati diversamente abili e per gli immunodepressi.

È obbligatorio il rispetto del distanziamento interpersonale, al quale si potrà derogare esclusivamente per motivi di soccorso e sicurezza.
I candidati potranno, accedere all’interno dell’aula, sede di esame, solo uno per volta, nel rispetto delle seguenti misure di prevenzione:

a) obbligo di igienizzarsi le mani con il gel contenuto negli appositi dosatori all’ingresso;
b) obbligo di indossare correttamente la mascherina chirurgica;
c) in linea con la disposizione contenuta nell’art. 1, comma 1, lettera a) del DPCM dell’11 giugno 2020, misurazione della temperatura corporea. Qualora la temperatura corporea rilevata risulti superiore ai 37, 5 C°, il candidato non potrà accedere all’aula concorsuale. Il personale addetto alla vigilanza dovrà provvedere all’allontanamento del soggetto, accompagnandolo in un’apposita area dedicata all’isolamento del caso sospetto e dovrà, tempestivamente, avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il Covid 19 forniti dalla regione o dal Ministero della salute, nonché le forze dell’ordine in caso di rifiuto. Il candidato è tenuto, comunque, a informare tempestivamente e responsabilmente i commissari del concorso ed il comitato di vigilanza della presenza di qualsiasi sintomo influenzale, anche durante l’espletamento della prova scritta, avendo cura di rimanere ad adeguata distanza dalle persone
presenti.

I candidati ammessi, una volta entrati all’interno dell’aula sede di esame, saranno invitati dal personale di assistenza a raggiungere, opportunamente distanziati, le postazioni di identificazione, ove esibiranno un documento personale di riconoscimento in corso di validità, il codice fiscale, la ricevuta di pagamento dei diritti di segretaria, oltreché il modulo di autodichiarazione ai sensi degli art. 46 e 47 del D.P.R . n. 445/2000, scaricabile dal link sopraindicato.

I candidati utilizzeranno una penna personale di colore blu o nero per la firma del registro d’aula. Successivamente, verranno invitati ad occupare una postazione informatizzata, rispettando la distanza prevista, preventivamente determinata attraverso
segnaposto adesivi. Ciascun candidato dovrà portare con sé un sacco contenitore, per deporre all’interno, borse, zaini ed effetti personali, che dovrà essere appoggiato, chiuso, lontano dalle postazioni, secondo le istruzioni ricevute in aula. Al termine della prova, il personale addetto all’assistenza dovrà provvedere a regolamentare il deflusso dei candidati dall’aula sede di esame, assicurando la distanza interpersonale tra i candidati di almeno 1 metro, utilizzando e garantendo le medesime procedure già espletate all’ingresso. Il percorso di accesso all’aula
sede di esame e di deflusso dalla stessa, dovrà essere ben identificato tramite segnaletica, inodo da garantire file ordinate indicanti il mantenimento della distanza interpersonale necessaria. Dovranno essere garantiti, in ogni caso, flussi di transito ordinati tra il turno mattutino e pomeridiano, ed evitare sovrapposizione in entrata e in uscita.

Le istituzioni scolastiche provvederanno a:

• assicurare quotidianamente le operazioni di pulizia dell’area concorsuale previste dal rapporto ISS COVID-19, n. 19/2020;
• garantire adeguata aerazione di tutti i locali, mantenendo costantemente (o il più possibile) aperti gli infissi esterni, anche dei servizi igienici;
• sottoporre a regolare detergenza e igienizzazione i locali, gli ambienti, le postazioni dei candidati e gli strumenti utilizzati (sedie, banchi, computer, mouse e tastiera), sia prima dello svolgimento della prova, per ciascun turno, mattutino e pomeridiano, che al termine di ogni turno.