#Erasmusdays

Dal 15 al 17 ottobre tornano le Giornate Erasmus, con una serie di eventi in Italia e nel mondo per celebrare il Programma europeo. Nonostante l’emergenza sanitaria per il Covid-19, la comunità Erasmus reagisce all’incertezza proponendo in 67 paesi di cinque continenti oltre 3.500 iniziative online e in presenza, per mostrare e promuovere le opportunità del Programma.

Gli #Erasmusdays giungono alla quarta edizione e nascono dalla collaborazione tra l’Agenzia Erasmus+ Indire e l’Agenzia Erasmus in Francia. L’iniziativa quest’anno è organizzata sotto l’Alto Patronato della Commissione europea – con la Commissaria europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Marija Gabriel – e del Parlamento europeo – con il Presidente del Parlamento David Maria Sassoli.

Anche in questa edizione sono moltissimi i soggetti coinvolti, come scuole, università, centri di istruzione per gli adulti, istituti per la formazione, centri di ricerca ma anche società private, associazioni sportive, centri per l’impiego, Ong, ecc.

L’Italia si prepara a celebrare gli #Erasmusdays con circa 200 eventi tra conferenze, tavole rotonde, incontri online tra istituti partner di progetti, webinar, dirette Facebook ma anche Storie su Instagram, giornate porte aperte, racconti di esperienze, mostre fotografiche e concorsi online. Tra le città coinvolte: Torino, Milano, Piacenza, Treviso, Modena, Ferrara, Firenze, Pisa, Senigallia, Loreto, Roma, Terni, Benevento, Napoli, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Catania e Palermo.

L’Agenzia Erasmus+ Indire quest’anno porta gli #Erasmusdays anche nelle dirette Facebook “Un caffè con…”, i consueti incontri informali alle 14:30sul canale Facebook dell’Agenzia. Giovedì 15 ottobre “Un caffè con…insieme per gli #Erasmusdays” si potrà scoprire cosa stanno organizzando alcuni beneficiari e le altre Agenzie Erasmus+ in Europa. Venerdì 16 ottobre “Un caffè con…Erasmus è inclusione” il tema sarà l’inclusione sociale nei progetti Erasmus+, con il racconto delle esperienze da parte dei protagonisti. Infine, sabato 17 ottobre, l’incontro sarà con alcuni musicisti dell’Orchestra Erasmus, il gruppo musicale composto da studenti Erasmus dei Conservatori. Per seguire le dirette: https://www.facebook.com/ErasmusPlusIta

Anche l’educazione degli adulti sarà protagonista degli #Erasmusdays grazie a un’iniziativa promossa da Epale, la piattaforma elettronica europea per l’educazione degli adulti, con la Mostra virtuale europea sull’apprendimento degli adulti. L’esibizione online riunisce 12 poster relativi a progetti realizzati in 28 Paesi e raccontati attraverso la fotografia. I poster mostrano le attività realizzate dal Terzo settore, le scuole degli adulti, i centri di formazione, le associazioni locali, i musei per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Le fotografie sono online e scaricabili da chiunque voglia replicare la mostra virtuale nel proprio ente : https://epale.ec.europa.eu/ 

Tutti gli eventi in programma dal 15 al 17 ottobre sono raccolti e presentati nel sito ufficiale europeo degli #Erasmusdays 2020: https://www.erasmusdays.eu/

Hashtag ufficiale dell’evento: #ERASMUSDAYS

App per i disturbi specifici dell’apprendimento

App per i disturbi specifici dell’apprendimento: le migliori risorse disponibili in rete

Agenda Digitale del 12/10/2020

Sono ormai davvero numerose le app a disposizione di apprendenti con disturbi specifici dell’apprendimento. Una panoramica degli strumenti digitali più utili in relazione all’età, al tipo e grado di scuola, all’accessibilità e flessibilità di tali risorse.

Nel mese di ottobre 2020 saranno trascorsi 10 anni da quando è stata emanata la Legge 170, quella che l’8 ottobre del 2010 ha definito le nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico, seguita dal Decreto Attuativo 5669 del 12 Luglio 2011 e le Linee guida associate, che spiegano in maniera chiara le prassi da seguire per famiglie, allievi, docenti, Dirigenti Scolastici, fino agli Uffici Scolastici Regionali per tutelare gli apprendenti con DSA.

Nel mondo dell’istruzione italiana si è trattata di una vera a propria rivoluzione, che ha introdotto strumenti, concetti, punti di vista, fino a quel momento sconosciuti o appena noti.

In questo breve contributo si vuole provare ad esaminare, in modo non esaustivo ovviamente, quali siano al momento i migliori strumenti digitali a disposizione di apprendenti con DSA, in relazione all’età, al tipo e grado di scuola, all’accessibilità e flessibilità di tali risorse.

DSA: gli strumenti didattici e tecnologici

Nel corso di questi dieci anni la consapevolezza intorno ai DSA è cresciuta enormemente, tanto che in un arco di tempo relativamente breve come può essere una decade, quasi il 100% di docenti e operatori scolastici, famiglie e chiunque graviti nel mondo dell’education usa sigle e acronomi relativi ai disturbi dell’apprendimento senza alcun fraintedimento. Oggi parlare di dislessia, disturbo nella decodifica del testo scritto, di discalculia, disturbo nel calcolo, di disgrafia, disturbo nella prassi della scrittura e di disortografia, disturbo nell’esprimere in forma scrittografica la lingua parlata e le regole che la governano, è diventato di uso comune in ambito educativo.

Nell’art 3 delle Linee Guida del 2011 si legge “Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti indichiamo:

• la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;

• il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;

• i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;

• la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;

• altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. L’utilizzo di tali strumenti non è immediato e i docenti – anche sulla base delle indicazioni del referente di istituto – avranno cura di sostenerne l’uso da parte di alunni e studenti con DSA”.

È evidente che nel corso di un decennio questa parte applicativa si sia arricchita di strumenti e risorse tecnologiche all’epoca impensabili e oggi la lettura di questa disposizione appare addirittura in parte obsoleta.

Come primo passo proveremo ad analizzare le app, non menzionate nei dispositivi legislativi perché solo dieci anni fa pressoché sconosciute ad un’utenza non specializzata.

Prima di procedere alla presentazione generale di tali risorse, vale la pena individuarne le maggiori caratteristiche comuni:

• Sono disponibili e utilizzabili su numerosi dispositivi, primi tra tutti gli smartphone, quindi strumenti altamente accessibili

• Sono gratuite o a costi abbordabili

• Sono facilmente utilizzabili in base al tipo di DSA, supportano e favoriscono la soluzione di alcuni problemi di apprendimento legati al singolo o a più disturbi

• Sono disponibili per ogni area disciplinare e per ogni livello di istruzione

• Sono intuitive e soprattutto per gli studenti del XXI secolo facili da scaricare, usare e condividere

Le app, solo alcune delle quali saranno qui brevemente presentate come esempi, possono essere raggruppate per area di apprendimento e per tipologia di disturbo

• App multifunzioni e su più aree

• App per la matematica e lo studio scientifico

• App per la lettura e la decodifica del testo

• App per lo studio della lingua inglese e di altre lingue

• App per competenze trasversali

• App utili: dizionari, mappe

Le app migliori in circolazione

DSA: l’app DSA è un’applicazione, presente su Google Play, rivolta a famiglie e bambini, insegnanti, logopedisti e specialisti che operano nel mondo dell’istruzione e delle attività di recupero per i Disturbi Specifici dell’ Apprendimento, l’app è divisa in quattro sezioni che offrono attraverso contenuti elaborati da psicologi, insegnanti, logopedisti nozioni e approfondimenti e strumenti mirati a divulgare la conoscenza dei disturbi specifici dell’apprendimento. Vi è una sezione giochi dove i bambini potranno cimentarsi con alcuni esercizi che li aiuteranno nella lettura e anche nell’esecuzione di esercizi di matematica.

Dislessia Evolutiva Pro: app della casa editrice Erickson, che ha lo scopo di sviluppare alcune specifiche componenti dei processi di lettura e scrittura come l’analisi fonologica, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale. Le varie attività, pensate per bambini dai 6 anni, sono state progettate considerando le esigenze pratiche dell’insegnante e del logopedista che devono impostare e condurre un programma riabilitativo con bambini che presentano disturbi specifici di letto-scrittura. Sono proposti 10 percorsi precostruiti e mirati che permetto di far lavorare l’alunno sulle sue difficoltà specifiche, con 3 diversi livelli di difficoltà. È presente anche un calendario che può essere sincronizzato con il tablet della famiglia in modo da poter monitorare costantemente i progressi.

iWinABC: è un’app dedicata agli apprendenti con dislessia sull’App Store di iOS. Consente di mettere in pratica la lettura temporizzata, il programma, infatti, scandisce le parole, oppure le singole sillabe, in modo da aiutare l’utente nella lettura corretta dei testi e consente una totale personalizzazione dei testi, come la modifica della spaziatura e dell’interlinea, oltre ad interventi specifici proprio sulla sillabazione delle parole. Nella versione completa si possono anche aggiungere dei nuovi testi, nel caso in cui l’utente debba affrontare una lettura particolare che potrebbe metterlo in difficoltà.

Inizia X: è un gioco a turni, indicato già in fase prescolare, nel quale dopo aver girato la ruota, i bambini dovranno trovare il maggior numero di parole che iniziano per la vocale indicata dalla freccia. È particolarmente adatto ai bambini prescolari (grazie alla modalità audio) e a quelli che incontrano difficoltà nella prima associazione fonema-grafema.Si gioca in due: a turno la squadra rossa e la squadra verde gireranno la ruota e dovranno scegliere la parola che inizia con la vocale indicata.

Calcolatrici parlanti: in questa area di Google store si trovano numerose app per facilitare il calcolo con il supporto audio per qualunque età, a partire dalla primaria.

iMatematica Pro: è una valida soluzione per tutti coloro i quali necessitano un aiuto con la matematica, con oltre 120 argomenti e più di 1000 formule. Punto di forza sono l’interfaccia grafica e le sette Utilità, tra cui, un risolutore di equazioni di secondo grado ed il calcolatore avanzato per risolvere derivate ed integrali.

Geometria Facile: gli apprendenti sono guidati da un loro coetaneo virtuale e dal suo fido compasso, proponendo un programma originale e divertente per introdurre e consolidare i concetti geometrici di base e le abilità matematiche ad essi riferite. Si tratta di un software strutturato in 5 sezioni liberamente navigabili, con più di 200 attività diverse, mirate e di difficoltà crescente su: localizzazioni di oggetti nello spazio, spostamenti lungo percorsi, creazione di percorsi, sistemi di riferimento, linee, segmenti, rette e semirette. Un’ultima parte è dedicata allo studio degli angoli notevoli: retto, piatto, convesso, concavo, ottuso, acuto e giro.

Impariamo l’algebra: Alginon è il protagonista di un gioco geometrico, le sue sopracciglia sobbalzano quando si dimostra di aver capito le sue spiegazioni; si possono vedere i risultati di semplici equazioni, cliccando sullo sportello con il punto interrogativo “?”. Quando si pensa di essere pronti, si accetta la sfida, si clicca sul pesciolino che porta il numero giusto e per tornare al Menù iniziale basta fare clic sui baffi di Alginon.

Niki Agenda: App per iOS – Android, Niki Agenda è un calendario giornaliero/settimanale creato per bambini, ragazzi ed adulti che necessitano di un’organizzazione visiva delle loro giornate. Vi sono due modalità di visualizzazione delle attività, giornaliera o settimanale, e la giornata è a sua volta suddivisa in tre fasi (mattina, pomeriggio e sera) supportate da pittogrammi che possono essere sostituiti da immagini proprie e personalizzati. Ciascuna attività potrà essere contrassegnata con un simbolo che ne segnala lo stato (completata, cancellata, successiva) o il tipo (preferita, a tempo, con premio). L’app fornisce anche un feedback ogni volta che viene completata un’attività, con una serie di stelline che si accendono.

Imparare a leggere l’orologio: i bambini incontrano spesso difficoltà per imparare a leggere l’ora. Seven Academy, ha ideato lo scenario del gioco Tic Tac Time. L’app permette ai bambini di acquisire le competenze preliminari per rendere il funzionamento dell’orologio più intuitivo. In 3 giochi, i bambini apprendono il principio della bussola, in modo da facilitare la comprensione dello spostamento del sole nel cieloe cominciare a comprendere la suddivisione di una giornata. Un altro gioco usa il sole e l’ombra, con le stesse funzioni di una meridiana. Infine il castorcanadese guida i bambini a viaggiare nello spazio per comprendere la rotazione terrestre. In 3 mini-giochi, il bambino familiarizza successivamente con il principio delle lancette. Alla fine l’App propone un gioco nel quale il bambino, in un luna park, deve fermare un orologio al momento giusto. Il suo punteggio salvato lo spingerà a esercitarsi regolarmente per migliorarlo.

Lingue straniere

• Francese: iOs , Android, si tratta di un app per testare e migliorare l’ortografia in francese;

 Spagnolo: sono materiali interattivi, adatti ai principianti, in particolare a partire dalla scuola secondaria di primo grado;

• Inglese: Duolingo, nota App per l’apprendimento delle lingue straniere, è altamente inclusiva e bene si presta per apprendenti con DSA, fornendo risorse interattive, basate su stimoli audiovisuali.

Analisi logica e grammaticale

• Verbi Italiani: i verbi italiani i più comuni e le loro coniugazioni: l’app nella versione completa contiene più di 3000 verbi, 16 tempi per ciascun verbo.

I tempi infiniti sono tradotti in inglese o in francese (in base alla configurazione dell’apparecchio).È possibile selezionare i verbi in ordine alfabetico in in italiano o inglese/francese, cercarli nel database, comprese le coniugazioni, inserirli nei preferiti per una ricerca più facile.

Matematica e geometria Montessori

Prime Operazioni Montessori: un app interamente dedicata alla scoperta delle prime operazioni per i bambini da 5 a 8 anni, che consente di apprendere in modo ludico i concetti di addizione e sottrazione, di doppio e metà, di apri e dispari. Nel momento in cui il bambino ha compreso bene il concetto, può assimilarlo attraverso dei giochi.

Inoltre, l’app propone:

• Del materiale Montessori: Aste numeriche e gettoni;

• Una progressione personalizzata e dinamica che si adatta al ritmo del bambino;

• Una “playbox” contenente sette giochi “Multi-touch” per esercitarsi vincendo dei punti;

• Un “Laboratorio dei mostri” che permette al bambino di costruire i suoi mostri con i punti vinti.

• Geometria Montessori: Tam & Tao accompagnano il piccolo esploratore in erba in un viaggio attraverso un universo grafico basato sulla scoperta delle forme geometriche, che consente al bambino di poter sviluppare il suo spirito logico: categorizzare, classificare in ordine di grandezza, e comprendere in che modo le forme geometriche si integrano nel nostro quotidiano.

Il contenuto pedagogico basato su del materiale scientifico:

• l’armadietto di geometria;

• 6 “famiglie” di forme;

• 6 immagini per scoprire le forme all’interno del nostro universo;

• 6 giochi per approfondire l’apprendimento divertendosi;

• Il memo con delle definizioni per i più grandi che desidereranno approfondire;

• Il sistema di motivazione con premi e medaglie.

Mappe

• Mindjet Maps for Android;

• MindMeister: MindMeister è uno strumento per la realizzazione di mappe mentali e collaborative online che permette agli studenti di ogni età di creare in modo autonomo mappe utili per riassumere o schematizzare un argomento e di utilizzare, quando necessario, la funzionalità della sintesi vocale Loquendo, frutto della ricerca tecnologica italiana;

• SuperMappe: è disponibile per PC, per iPad e Android; le mappe multimediali che si possono costruire, oltre ad avere elementi grafici e testuali, includono testi aggiuntivi, audio, video e collegamenti a pagine Internet, consentendo un’elevata multicanalità. L’interfaccia è semplice e intuitiva adatta per bambini della scuola primaria e per quelli della secondaria inferiore.

Conclusioni 
Il contributo sin qui presentato è un’occasione per avvicinarsi, come utenti e come professionisti, all’universo delle applicazioni per bisogni educativi speciali, con particolare focus sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Il supporto di queste risorse, come si è potuto considerare dagli esempi citati, è notevole e fa rilevare il notevole impegno di sviluppatori, case editrici e specialisti per fornire materiali che rispondano ad un gran numero di esigenze, a partire dai primi anni di scolarizzazione dei bambini fino a prevedere strumenti che possano contribuire a facilitare il percorso di apprendimento, in molti casi in modo efficace e risolutivo.I database che contengono risorse, archivi di buone pratiche sull’uso di applicazioni per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono numerosi e spesso non è facile orientarsi. Dal punto di vista pedagogico e didattico l’apporto delle applicazioni si rivela anche rispondente ai bisogni degli apprendenti digitali, che hanno maggiore facilità ad utilizzare risorse digitali, per loro familiari e di uso quotidiano. Gli esempi brevemente illustrati hanno lo scopo di aprire le porte su uno scenario ricco e interessante, valido anche per homeschooling, studio individualizzato, rinforzo e pratica.

Bibliografia

Maurizio C., Disturbi Specifici dell’Apprendimento e la Lingua Inglese, Macmillan Education, 2019, pag. 8 – 11

Nicoletti C., Il ruolo delle TIC per studenti con dislessia e disgrafia, pag. 9 – 12

di Carmelina Maurizio (Università degli Studi di Torino)

Bonus 110%: una agevolazione a metà sugli ascensori per persone disabili

Bonus 110%: una agevolazione a metà sugli ascensori per persone disabili

Disabili.com del 12/10/2020

Lo sconto sugli interventi edilizi di fatto distingue tra una nuova installazione di ascensore o montascale e la manutenzione o sostituzione di uno già presente. Ma potrebbero esserci delle modifiche
L’articolo121, comma 2 del decreto rilancio (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77) ha introdotto i cosiddetti superbonus edilizi, con possibilità di accedere alla cessione del credito o allo sconto in fattura su interventi di ristrutturazione edilizia, recupero o restauro della facciata degli edifici, riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti solari fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

GLI INTERVENTI AMMESSI
Il decreto prevede che le agevolazioni possano essere applicate agli interventi di recupero edilizio contenuti nelle lettere a) e b) dell’articolo 16-bis, comma 1del Dpr 917/86(testo unico delle imposte sui redditi).
Andando a spulciare, ci si accorge quindi di una incongruità abbastanza evidente: rientrano tra le agevolazioni le spese per manutenzione di un impianto già esistente (es. un ascensore condominiale), ma non le opere per un nuovo impianto. Manca, infatti, nel decreto, il riferimento a quella lettera e) del succitato testo, che interessa interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi, alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.1042.

MANUTENZIONE Sì, NUOVI IMPIANTI NO
Quindi, manutenzione di impianti già esistenti che si trovino su parti comuni sì, ma nuovi impianti no, in quanto non si tratta di manutenzione (né ordinaria né straordinaria). Si può accedere al beneficio anche in caso di sostituzione dell’impianto obsoleto, ma niente da fare se installiamo un nuovo ascensore su uno stabile nel quale prima non c’era: in quel caso il cittadino può solo accedere alla detrazione del 50% in dieci anni (già prevista).

QUALCOSA POTREBBE CAMBIARE
Sulla applicazione del superbonus anche ad interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, lo ricordiamo, era stato presentato un emendamento a prima firma Tiziana Drago, caldeggiato anche dall’Anglat.
Nel frattempo, proprio in questi giorni, è arrivata anche una dichiarazione che apre a spiragli: nel corso del recente Fiaba Day, giornata nazionale dedicata all’abbattimento delle barriere architettoniche, celebrata lo scorso 4 ottobre, Elisa Grande, Capo Dipartimento per gli Affari Regionali, a nome del Ministro Boccia ha dichiarato:”Il Ministero degli Affari Regionali si adopererà per inserire nel superbonus edilizio anche l’abbattimento delle barriere architettoniche”. Ha anche aggiunto:”Il Ministro è in prima linea per la definizione dei livelli essenziali, all’interno dei quali rientra anche l’abbattimento delle barriere architettoniche: nei prossimi giorni avvieremo un tavolo di confronto con i Ministeri competenti, le Regioni e gli Enti locali per individuare quelle azioni che possono essere attuate come campo comune anche in vista della prossima legge di bilancio. Chiederemo ai Ministeri dell’Economia e Finanze, delle Infrastrutture e Trasporti e delle Pari Opportunità (che ha la delega sulla disabilità) di fare fronte comune per raggiungere questo obiettivo”.

La scuola alla prova del Covid

La scuola alla prova del Covid

Franco Buccino

da La Repubblica,12/10/2020

La scuola in Campania è iniziata da poco. Sarebbe un po’ presto per fare il punto della situazione, se non fosse che, a detta delle autorità, a questa apertura ci si era preparati e organizzati da tempo. E se non fosse che in molti temono concretamente, con l’avanzare della pandemia, di doverle chiudere di nuovo, le scuole.

Se interroghiamo, a partire dalla nostra cerchia, parenti, amici e conoscenti, scopriamo che la maggioranza degli alunni e studenti, non frequenta la scuola per tutte le ore di lezione, per tutti i giorni e con tutti i docenti. Molti vanno a scuola un giorno sì e uno no, ancora senza didattica a distanza, non hanno tutti i professori (c’è il classico, non esagerato, carosello del personale). Vicepresidi imponenti parlano dei tempi distesi per accogliere e far uscire gli alunni in sicurezza… In pratica l’entrata alla seconda ora e l’uscita anticipata. Motivazioni: aule, banchi e spazi insufficienti e personale carente. Proprio gli impegni assunti dal ministro e dal governo, e disattesi. Non si rende conto, Azzolina, che quando dichiara impettita che come contagi nelle scuole siamo allo 0,0…, ammette e dichiara le responsabilità sue e del governo su questo disastroso avvio dell’anno scolastico.

Certo, non è poco e non è niente il risultato ottenuto: l’aver ricominciato. Grazie all’impegno del personale, dei docenti e dei dirigenti. Colpisce in particolare la consapevolezza e la maturità di bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, che proprio a scuola si misurano con il virus: acquisiscono conoscenze, comportamenti, abitudini, una visione complessiva del problema. Si preparano a convivere con il Coronavirus. Che è quello che viene richiesto dagli esperti a tutta la popolazione.

E continuano il loro percorso formativo, che non ammette interruzioni. Se ci fosse diffusa consapevolezza di questa necessità! Evitare l’interruzione è, senza retorica, come l’urgenza di una trasfusione, di una valvola da sostituire, di un collegamento, un by pass, da effettuare. Già non si può accettare che i ragazzi non usufruiscano di tutte le opportunità formative in questa prima fase dell’anno scolastico (e i responsabili dovrebbero risponderne), figuriamoci cosa succederebbe con una seconda sciagurata chiusura delle scuole.

Scegliere di non chiudere le scuole, se non in casi estremi, richiede sacrifici, grandi sacrifici, a tutti. Innanzi tutto ai ragazzi e alle ragazze: chiamati a fare esperienze, che possono essere anche dolorose, e a fare insoliti sacrifici; chiamati a maturare prima del tempo. Ai genitori e alle famiglie, chiamati a riconoscere la centralità dei figli e a salvaguardare il loro diritto alla formazione. E poi a quelli che lavorano nelle scuole. I docenti in primo luogo, chiamati a scoprire in modo concreto la dimensione più profonda della loro professione.

E tutti gli altri, la classe politica, i media, che devono fare la loro parte con determinazione e discrezione, con trepidazione e ammirazione, senza interferire e senza turbare quel che avviene nella scuola. Agli occhi dei superficiali, degli sprovveduti, solo caos, disordine, negligenza, menefreghismo. Ma chi riflette e va in profondità, sa che in quelle aule, nonostante tante contraddizioni, si formano i cittadini, si costruisce il destino, il futuro della nazione.

La scelta alternativa alla religione va fatta all’atto iscrizione

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

È nulla la circolare del ministero dell’Istruzione del dicembre 2012 nella parte in cui, nell’indicare le istruzioni per le iscrizioni degli alunni a scuola, ha disposto che la scheda relativa alla scelta di chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica sia consegnata a inizio anno scolastico. L’ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha accolto un ricorso proposto dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti-Uaar. In particolare s’impugnava la circolare ministeriale nella parte in cui prevede che l’esercizio dell’opzione di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica debba avvenire all’atto dell’iscrizione, mentre la scelta specifica delle attività alternative debba essere fatta all’inizio dell’anno scolastico.

Per Uaar tutto questo è irragionevole «in quanto le singole scuole si trovano a dover organizzare le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica quando l’anno scolastico e la didattica sono già iniziati con inevitabili ritardi nel relativo avvio e con frequentissimi e diffusissimi inadempimenti nell’obbligo di predisporle per carenza di personale» e crea una «discriminazione tra coloro che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica e coloro che non se ne avvalgono».

Il Tar ha preliminarmente ritenuto sussistente l’interesse a ricorrere, nonostante il tempo trascorso, giacché è stato dimostrato che la disposizione contestata «viene costantemente ripetuta con identico contenuto per ogni anno scolastico».

Venendo al merito del ricorso, per i giudici «se è vero che al fine di non condizionare dall’esterno la coscienza individuale nell’esercizio di una libertà religiosa sia necessaria la scissione tra scelta di non avvalersi della religione cattolica e la scelta delle attività alternative, questa seconda, pur successiva alla prima, deve avvenire in tempi che garantiscano la tempestiva programmazione e l’avvio dell’attività didattiche secondo quanto richiesto dai principi di ragionevolezza e buon andamento». Per il Tar, infatti, la ricorrente ha dimostrato che la scissione della tempistica comporta: «Notevole ritardo nella raccolta (a volte) dell’apposito modulo, nella programmazione ed attivazione delle attività didattiche alternative»; «situazione di provvisorietà nei mesi di attivazione delle attività alternative degli studenti che hanno scelto di non frequentare la scuola durante l’ora di religione»; «a volte la rinuncia della scuola alla formazione, con previsione, senza alternative l’uscita da scuola degli studenti non frequentanti l’Irc».

La conclusione è che «deve annullarsi la disposizione della circolare impugnata con obbligo conformativo della pubblica amministrazione per gli anni scolastici a venire».

Inps: no malattia in caso di quarantena o lavoratori fragili in smart working

da OrizzonteScuola

Di redazione

Messaggio Inps n. 3653 del 9 ottobre 2020. L’Istituto nazionale di previdenza sociale chiarisce che la quarantena non corrisponde a malattia. La malattia non viene riconosciuta ai lavoratori fragili in smart working.

Nel messaggio si evidenzia che la quarantena e la sorveglianza precauzionale per i soggetti fragili, di cui rispettivamente ai commi 1 e 2 dell’articolo 26 del Decreto n. 18 del 2020, non configurano un’incapacità temporanea al lavoro per una patologia in fase acuta tale da impedire in assoluto lo svolgimento dell’attività lavorativa (presupposto per il riconoscimento della tutela previdenziale della malattia comune), ma situazioni di rischio per il lavoratore e per la collettività che il legislatore ha inteso tutelare equiparando, ai fini del trattamento economico, tali fattispecie alla malattia e alla degenza ospedaliera.

Non è quindi possibile, precisa la nota Inps, ricorrere alla tutela previdenziale della malattia o della degenza ospedaliera nei casi in cui il lavoratore in quarantena (art. 26, comma 1) o in sorveglianza precauzionale perché soggetto fragile (art. 26, comma 2) continui a svolgere, sulla base degli accordi con il proprio datore di lavoro, l’attività lavorativa presso il proprio domicilio, mediante il lavoro in smart working. In questa circostanza, sottolinea l’Inps, non ha luogo la sospensione dell’attività lavorativa con la correlata retribuzione.

In caso di malattia conclamata, invece, il lavoratore è temporaneamente incapace al lavoro, con diritto ad accedere alla corrispondente prestazione previdenziale, compensativa della perdita di guadagno.

Messaggio-numero-3653-del-09-10-2020

Test salivari rapidi a scuola, possibile misura in arrivo nel DPCM. Per scuola nessuna restrizione

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Governo sta valutando l’uso di test rapidi per le scuole, si tratta di una misura che è in via sperimentale in alcune aree del paese e che, secondo quanto anticipato questa mattina dalla nostra redazione, potrebbe entrare a far parte delle misure contenute nel DPCM.

Non ci sono, al momento, ipotesi di modifiche alle modalità di gestione dell’emergenza sanitaria dovuta al Cvid-19 nelle scuole. Secondo il Governo le misure adottate reggono e fanno della scuola un luogo sicuro. Pertanto, nel DPCM di prossima emanazione, non dovrebbero esserci misure sostanziali. I dati diffusi nei giorni scorsi bastano al Governo per ritenere la scuola un luogo sicuro. Non c’è alcuna ipotesi di provvedimenti restrittivi per le scuole.

Le regole stringenti che studenti e personale della scuola devono seguire, sempre secondo il Governo, bastano al momento per non rivederne l’assetto. L’attenzione, appello proveniente da più fonti, invece deve concentrarsi sul post-scuola che diventa spesso veicolo all’interno delle stesse istituzioni scolastiche.

Altra misura che il Governo sta vagliando e che nelle prossime ore potrebbe entrare a far parte del DPCM riguarda l’uso di test rapidi nelle scuole. Si tratta di test salivari che in tempi molto ristretti possono fornire un risultato sull’eventuale presenza del Covid. Molto utili di fronte a un caso sospetto e davanti al rischio di un possibile contagio del personale scolastico o degli alunni.

Un test che si è sperimentato nel Lazio e che è risultato utile per individuare i positivi nelle scuole, per poi sottoporre gli studenti a tampone.

DL Agosto, lavoro agile per il personale della scuola in caso di sospensione delle attività didattiche

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Decreto Legge n. 104/2020 (cosiddetto Decreto Agosto) è stato già approvato in Senato ed è attualmente all’esame della Camera dei Deputati, dove presumibilmente, sarà approvato nel corso di questa settimana.

Uno dei punti presenti nel Decreto riguarda il lavoro agile in caso di sospensione dell’attività didattica.

Dalla Guida UIL

LAVORO AGILE IN CASO DI SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ DIDATTICA

Al personale scolastico è riconosciuta la possibilità di lavoro agile in caso di sospensioni delle attività didattiche in presenza solo a causa dell’emergenza epidemiologica. Sarebbe esclusa la
possibilità in periodi di normalità come è invece previsto per gli altri dipendenti della pubblica amministrazione:

“Al personale scolastico e al personale coinvolto nei servizi erogati dalle istituzioni scolastiche in convenzione o tramite accordi, non si applicano le modalità di lavoro agile di cui all’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 tranne che nei casi di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica”.

Leggi la scheda tecnica UIL

Quando indossare le mascherine e quali usare: Faq ministero Salute. Per la scuola restano valide le stesse disposizioni

da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

Il ministero della Salute aggiorna le Faq relative alle misure anti contagio. Nella sezione Covid-19 – Come proteggersi, il ministero fornisce ulteriori indicazioni sull’utilizzo delle mascherine alla luce del decreto legge del 7 ottobre 2020. Per la scuola restano valide le disposizioni già note: a chiarirlo una nota del ministero dell’Istruzione.

Uso mascherina: Faq

Quando bisogna indossare la mascherina? Cosa è cambiato dal 7 ottobre?

Il Consiglio dei ministri nella seduta del 7 ottobre ha approvato, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, il Decreto Legge Misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta Covid, nonché per l’attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020, che introduce l’obbligo di avere sempre con sé le mascherineQueste dovranno essere indossatenon solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, come in passato, ma più in generale nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e anche in tutti i luoghi all’aperto.

Eccezioni

Fanno eccezione – chiarisce la Faq del ministero della Salute –  i casi in cui, per le caratteristiche del luogo o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi. Sono fatti salvi i protocolli e linee-guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali. Nei luoghi di lavoro continuano, quindi, ad applicarsi le vigenti regole di sicurezza. Fatte salve anche le linee guida per il consumo di cibi e bevande.

Chi è escluso dall’obbligo

Restano esclusi dall’obbligo di indossare la mascherina i bambini di età inferiore ai sei anni, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e coloro che, per interagire con questi ultimi, versino nella stessa incompatibilità. Inoltre, l’uso della mascherina non sarà obbligatorio durante lo svolgimento dell’attività sportiva.

Quali mascherine indossare

In comunità possono essere utilizzate mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate, che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso.

Non è utile indossare più mascherine chirurgiche sovrapposte. L’uso razionale delle mascherine chirurgiche è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.

Che differenza c’è tra le cosiddette mascherine di comunità e le mascherine chirurgiche?

Le mascherine chirurgiche sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione.

Le mascherine di comunità hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2.

È possibile lavare le mascherine di comunità?

È possibile lavare le mascherine di comunità se fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi.
Le mascherine di comunità commerciali sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.

Quali sono le caratteristiche che devono avere le mascherine di comunità?

Le mascherine devono:

  • garantire un’adeguata barriera per naso e bocca
  • essere realizzate in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione
  • devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo confort.

Cosa cambia per la scuola

Con il nuovo decreto del 7 ottobre, per la scuola non cambia nulla dal momento che, per ciò che concerne l’utilizzo delle mascherine, restano valide le disposizioni già note. A confermarlo è stata la nota del ministero dell’Istruzione 1813 dell’8 ottobreLa nota conferma le disposizioni impartite con il “Protocollo di sicurezza 0-6”, il “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico” e il decreto del Ministro dell’istruzione 26 giugno 2020, n. 39 recante “Adozione del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021”.

Nella nota sopra detta vengono confermate le disposizioni del Cts indicate nel verbale del 31 agosto:

  • Nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizioni di staticità (i.e. bambini seduti al banco) con il rispetto della distanza di almeno un metro (n.d., cd. “rima buccale”, ovvero distanza di un metro tra bocca e bocca) e l’assenza di situazioni che prevedono la possibilità di aerosolizzazione (es. canto).
  • Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina potrà essere rimossa in condizioni di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro (n.d. rime buccali, ut supra), l’assenza di situazioni che prevedono la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dall’autorità sanitaria.

Nuovo Dpcm

In arrivo il nuovo Dpcm che dovrebbe prevedere un’ulteriore stretta soprattutto per la sfera privata. Per la scuola non dovrebbero esserci cambiamenti, a meno di modifiche sulla modalità del lavoro a distanza per il personale Ata. Il governo ha escluso, al momento, la possibilità di chiusura degli istituti scolastici: anche con nuove restrizioni si mirerebbe a salvaguardare l’apertura delle scuole.

Covid, nuove regole: più lavoro agile, mascherina quasi ovunque, quarantena di 10 giorni, solo un tampone

da La Tecnica della Scuola

Come ci si attendeva, la scuola non è rientrata nelle decisioni prese dal Comitato tecnico scientifico nel corso della riunione urgente convocata dal ministro della Salute Roberto Speranza per gettare le basi del nuovo imminente Dpcm incentrato sul “rigore” e la responsabilità individuale, dopo che i contagi da Coronavirus si sono attestati sopra i 5 mila casi al giorno (5.456 domenica 11 ottobre) di cui oltre mille solo in Lombardia: escluso il secondo lockdown, tra i provvedimenti accordati figura la riduzione della quarantena per gli individui positivi da 14 a 10 giorni, con conseguente dimezzamento del numero di tamponi, ne basterà uno finale, per ‘uscire’ dall’isolamento. Largo anche ai test rapidi per i contatti stretti (gli stessi che potrebbero trovare spazio nelle scuole dopo il sì del Cts agli screening).

Nuove disposizione preventive

La mascherina, che nella scuola sopra un metro di distanziamento potrà essere abbassata, dovrà essere indossata anche per camminare, ma non per fare jogging e footing, perché considerate attività sportiva. Il ministero della Salute ha fatto sapere che saranno esentati dall’obbligo di indossare la mascherina all’aperto “solo coloro che abbiano in corso l’attività sportiva e non quella motoria, non esonerata, invece, dall’obbligo in questione”. Tra le disposizioni accordate vi sarebbe anche la maggiore possibilità di ricorso al lavoro “agile”, da casa, nel comparto pubblico: dall’attuale 50% potrebbe arrivare al 60-70%. Gli interventi “mirati e progressivi” andrebbero comunque approvati entro il 15 ottobre, data in cui scade l’attuale decreto in vigore.

Come trattare la positività al Covid

Toccherà al direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza a chiarire, con una Circolare, le modalità di gestione e somministrazione dei tamponi. Secondo il Comitato tecnico scientifico sono quattro le situazioni in cui si potrà trovare un individuo positivo: i positivi asintomatici, i positivi sintomatici, i contatti stretti e i positivi asintomatici che non riescono a negativizzarsi. I positivi asintomatici dovranno osservare 10 giorni di quarantena, dalla diagnosi di positività, e poi sottoporsi ad un tampone molecolare. Poi ci sono i sintomatici, che dovranno fare 10 giorni di isolamento, ma prima di sottoporsi all’unico tampone molecolare previsto dovranno aver passato almeno 3 giorni senza sintomi. Per i contatti stretti, dopo 10 giorni di quarantena, sarà invece possibile effettuare il test rapido dai medici di base. Il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha confermato che entro una settimana, massimo dieci giorni, saranno disponibili 5 milioni di test antigenici, “un certo numero dei quali sarà a disposizione dei medici di base” per questo tipo di diagnosi. L’ultima tipologia – i positivi che non riescono a negativizzarsi – dovrà anch’essa rimanere dieci giorni in quarantena, con tampone molecolare finale, ma l’isolamento finirà in ogni caso dopo 21 giorni.

I dubbi da sciogliere

Fin qui le certezze. Poi vi sono disposizioni ancora in dubbio: il ministro Speranza nega, ma altri ministri confermano, parlando di “bozza di lavoro” che sarà illustrata dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia alle regioni: le novità da accertare riguardano lo stop alla movida – la chiusura di bar, pub e ristoranti alle 24 e lo stop della vendita delle bevande da asporto alle 21 per evitare che si consumi cibo in piedi fuori dai locali – , ma anche il ‘no’ agli eventi di massa e agli sport amatoriali di contatto come il calcetto. Permangono incertezze anche sulla partecipazione del pubblico agli eventi sportivi, a partire da quelli in stadi e palazzetti, e agli spettacoli aperti al pubblico in teatri, cinema e sale da concerto. L’intenzione è quella di ridurre l’attuale presenza consentita anche di mille persone all’aperto e di 200 al chiuso.

La scuola sempre più connessa e digitale, in arrivo la banda larga per 32mila plessi

da La Tecnica della Scuola

La connettività Internet delle scuole Italiane presenta ancora enormi criticità ed eterogeneità territoriale. Gli ultimi dati dell’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) fanno emergere una situazione ancora ben lontana da quello che dovrebbe essere un normale punto di partenza per avere la scuola digitale. Su 75.361 edifici scolastici censiti ben il 42% risulta coperto da servizi a banda ultralarga basati su reti fttc (cioè fiber-to-the-cabinet, in sostanza la fibra è attestata all’armadio ripartitore) con tecnologia Vdsl2, in grado di fornire prestazioni teoriche superiori ai 100 Mbps (megabit al secondo), addirittura il 17% non può aspirare a qualcosa di più di un Adsl e il 6% risulta senza corrispondenze. Per quanto riguarda la fibra fino a casa (ftth) si parla di un 17%, quindi poco più di 13mila edifici. Se da una parte la copertura esistente non accende l’entusiasmo, è ben più sconfortante scoprire che la maggior parte delle scuole, per questioni di budget o per poca informazione, mantiene attivi vecchi abbonamenti con basse prestazioni in termini di velocità di banda quando potrebbe averne molto di più.

Il decreto Salva Italia ha dato mandato ad Agcom di costruire una banca dati di tutte le reti di accesso Internet esistenti sul territorio nazionale La banca dati offre, inoltre, la possibilità di analizzare lo stato di sviluppo dell’offerta di accesso ad Internet al singolo indirizzo e di fare valutazioni comparative sulle diverse tecnologie e velocità. Analizzando i dati regionali di copertura delle scuole si evidenzia uno scenario eterogeneo dove ad esempio la copertura media ftth è di circa il 20% degli edifici, con esempi positivi in Campania (1.900 edifici), Lazio (1.500), Liguria (393) e Sicilia (1.400). I dati più negativi sono quelli del Molise (23), Trentino Alto Adige (61) e Calabria (174). La Lombardia non va oltre quota 847 su circa 7mila. Le medie di copertura totale sono allineate tra le tipologie di scuole ad eccezione delle secondarie di primo grado dove la copertura Fttc crolla al 36%. Ci sono 3.145 asili coperti da servizi ultra-broadband contro 2.500 scuole superiori di secondo grado, ma dobbiamo tenere conto che le scuole per l’infanzia sono complessivamente in Italia più di 29mila mentre le superiori poco meno di 15mila. Dopo il lockdown le Regioni hanno fortemente chiesto risorse per far fronte all’esigenza di fornire tutti gli studenti di almeno un dispositivo digitale e di garantire la copertura ultra larga banda in almeno 32 mila plessi scolastici cosi da ridurre il gap e l’eterogeneità vista sopra.

Dopo l’approvazione a maggio del “Piano scuola digitale” da parte del CDM, finalmente il MISE ha pubblicato il decreto attuativo del primo ottobre con cui ha dato mandato formale a Infratel di bandire una gara aperta per collegare 32 mila scuole con connessione a 1Gigabit e banda minima garantita di 100 MBps comprensivo di cablaggio interni e di manutenzione degli stessi impianti cosi da garantire piena efficienza al servizio.

Un passo avanti importante per garantire la base di riferimento per una scuola “connessa” e digitale.

Piano d’Azione per l’Istruzione Digitale 2021/27: risorse per affrontare la crisi e promuovere la ripresa

da La Tecnica della Scuola

Nell’ambito dello Spazio Europeo dell’Istruzione, che dovrà essere realizzato negli intenti della Commissione Europea entro il 2025, numerose sono le iniziative collaterali e di supporto che promuovono una maggiore cooperazione tra gli Stati membri e maggiori investimenti. La ricca serie di proposte che l’Unione Europea offre in campo educativo segnala un’attenzione particolare al momento storico che si sta vivendo, per dare risorse e strumenti per una ripresa significativa nonostante la pandemia da COVID-19.

Gli ultimi due interventi della Commissione Europea, appena resi noti, puntano ad un’Europa verde e digitale, per questo le più recenti iniziative adottate si basano essenzialmente su due priorità strategiche, entrambe a lungo termine, ovvero la promozione di un ecosistema efficiente di istruzione digitale e il potenziamento delle competenze digitali a 360 gradi. Nei programmi della Commissione vi è la creazione di un polo europeo per l’istruzione digitale, che avrà il compito di promuovere la collaborazione e le sinergie tra i settori strategici pertinenti all’istruzione digitale, e che inoltre istituirà una rete di servizi di consulenza nazionali e rafforzerà il dialogo tra i portatori di interessi del settore pubblico e privato.

Il Piano d’Azione per l’istruzione digitale (2021-2027) propone una significativa serie di iniziative per un’istruzione digitale di alta qualità, inclusiva e accessibile in Europa. Esprime inoltre un invito a stabilire una più stretta collaborazione tra gli Stati membri a livello europeo, come pure con i portatori di interessi e tra di essi, affinché i sistemi di istruzione e formazione siano realmente pronti per l’era digitale. La crisi del coronavirus ha posto l’apprendimento a distanza al centro delle pratiche didattiche. Ciò ha messo in luce l’urgente necessità di potenziare l’istruzione digitale quale obiettivo strategico per un insegnamento e un apprendimento di alta qualità nell’era digitale. Con l’uscita dalla fase di emergenza causata dall’insorgenza della pandemia, si ravvisa la necessità di un approccio strategico e a più lungo termine all’istruzione e alla formazione digitali, è quanto affermano i responsabili della Commissione nell’ultimo comunicato stampa, che ha voluto presentare il Piano d’Azione per l’istruzione digitale.

Lo spazio europeo dell’istruzione

Lo spazio europeo dell’istruzione si fonda su decenni di cooperazione in materia di istruzione a livello dell’UE. Il quadro strategico per la cooperazione europea nei settori dell’istruzione e della formazione (ET 2020) ha contribuito a rafforzare la fiducia e la comprensione reciproca per sostenere le prime iniziative legate allo spazio europeo dell’istruzione. Vale la pena ricordare che si articola in sei dimensioni – qualità, inclusione e parità di genere, transizioni verde e digitale, insegnanti, istruzione superiore e un’Europa più forte nel mondo – e si basa sul sostegno del piano europeo di ripresa (NextGenerationEU) e sulle azioni del nuovo programma Erasmus +. Non solo, per concorrere alla sua creazione dello spazio europeo dell’istruzione la Commissione lavorerà in sinergia con l’agenda europea per le competenze, la rinnovata politica in materia di istruzione e formazione professionale e lo Spazio europeo della ricerca.

Per affrontare le nuove sfide e per discutere quali saranno le modalità per rendere l’istruzione e la formazione pronte per l’era digitale la Commissione ha organizzato un vertice europeo sull’istruzione, in programma il prossimo 10 dicembre, durante il quale in un incontro virtuale, ministri e stakeholders porteranno avanti proposte e miglioramenti.

Per saperne di più

Ecco l’infografica che evidenzia tutti i passi previsti per la realizzazione del Digital Education Plan 2021 – 2027 (in inglese)

Covid-19 ed ergonomia scolastica, le disposizioni dell’Inail

da La Tecnica della Scuola

I banchi monoposto rappresentano una delle soluzioni per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di mantenere il distanziamento fisico assicurando inoltre una migliore igiene della postazione; rappresentano non soltanto una misura di contrasto contro la diffusione del virus, ma anche un’opportunità per migliorare la qualità delle infrastrutture scolastiche, poiché realizzati secondo quanto previsto dalle norme tecniche europee sugli arredi scolastici UNI EN 1729-1 e UNI EN 1729-2.

A dirlo è l’Inail, che ha pubblicato un documento dal titolo “Disposizioni anti Covid-19 ed ergonomia scolastica”. Il documento, condiviso con il Ministero dell’Istruzione e con il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza sanitaria, contiene indicazioni utili per la prevenzione di disturbi muscoloscheletrici come mal di schiena, dolore al collo e alle spalle, che sono molto frequenti tra gli studenti.

I fattori di rischio principalmente responsabili dell’insorgenza di questi disturbi comprendono le posture errate, gli arredi (banchi e sedie) e gli zainetti. Le soluzioni che si sono rivelate più efficaci nel prevenirli sono il miglioramento del design degli arredi, l’educazione alla postura, la riduzione del peso degli zainetti e il loro corretto utilizzo.

Regole per evitare posture scorrette

Secondo il documento Inail, è importante poggiare bene la schiena allo schienale della sedia.

Gli avambracci devono sempre avere un punto di appoggio, come il banco, i braccioli o le gambe.

Le ginocchia non devono toccare la parte inferiore del piano del banco e i piedi devono poggiare completamente sul pavimento o sulla barra poggia-piedi, se presente, mentre è importante evitare di mettere i piedi intorno alle gambe della sedia, di sedersi in ginocchio, di tenere il gomito sul banco con il mento poggiato sulla mano e di dondolare con la sedia, che non deve essere tenuta troppo lontana dal piano di appoggio.

Il peso dello zaino

Siccome il trasporto dei libri tra la casa e la scuola è un’altra causa dell’insorgenza dei disturbi muscoloscheletrici come il mal di schiena, l’Inail raccomanda che lo zaino non superi il 15% del peso degli alunni.

A tal fine è importante usare uno zaino ergonomico con dimensioni adeguate allo studente, uno schienale rigido e imbottito con bretelle ampie, una cintura da allacciare all’altezza della vita e una maniglia per sollevarlo o trasportarlo a mano.

Se lo zaino invece è molto pesante, è preferibile usare un trolley o montarlo su un carrellino.

Nove esercizi per contrastare la staticità delle attività in classe

Il documento riporta anche nove esercizi per il collo, le braccia, le mani, le spalle, la schiena, le gambe e i piedi, accompagnati da immagini esplicative. Si tratta di esercizi semplici ma efficaci, da effettuare in piedi o da seduti nei momenti di pausa, per mantenere il sistema muscoloscheletrico in salute e contrastare la staticità delle attività al banco di scuola.

Alla scuola della paura dobbiamo preferire sempre la scuola della speranza

da Tuttoscuola

La scuola italiana raramente ha ricevuto attenzioni da parte dei media e della società civile come quelle, non sempre desiderate, delle ultime settimane. Questa inusuale esposizione mediatica ha spinto molti media alla ricerca del sensazionalismo e della notizia a tutti i costi. C’è chi fa la mappa dei contagi in Italia, e chi va alla ricerca di bambini che disegnano a terra, poggiati sulle sedie a mo’ di banchi. Chi enfatizza i risultati organizzativi raggiunti (devo dire che il coraggio non manca) e chi va alla continua ricerca dei problemi, solo per il gusto di gettare fango sulla scuola e su chi la scuola la fa, tutti i giorni.

Se ricominciare era dunque necessario, quest’anno le insidie e le difficoltà sembrano essere esponenziali. Oltre alla consueta montagna da scalare, quest’anno abbiamo le difficoltà legate alla gestione del COVID e alla spettacolarizzazione di come le scuole stanno affrontando tutto questo. Sembra proprio che qualcuno non aspetti altro che vedere la scuola fallire.

La scuola però non solo non fallisce, ma reagisce e prova ad organizzarsi, darsi una struttura, reagire ai mille divieti, insomma prova a fare scuola. Non sappiamo ancora se la battaglia intrapresa porterà a una vittoria, che ricordiamo, sarebbe la vittoria dell’intera nazione. Sappiamo però che si sta facendo di tutto. Non sempre bene, ma appunto, tutto.

Pur nel rispetto dei rigidi protocolli mi sembra che al momento ci siano due diverse tendenze, legate alla governance, ma anche alla proposta didattica delle diverse scuole. Se è giusto e necessario avere un metro di distanziamento, di sanificare ambienti e materiali e di evitare contatti, le scuole stanno reagendo in modo molto diverso. Da un lato vedo la scuola della paura, nella quale il sentimento che orienta le azioni è appunto il timore, lo spavento. La paura, in questi casi, è il filo rosso che lega i rapporti tra docenti e con alunni e genitori. Non si intravedono le grande opportunità che la scuola, seppur mutilata nei rapporti può sviluppare.

L’attenzione è su tutto quello che non c’è, dai banchi ai docenti e si dà per scontato che sia impossibile cambiare e migliorare la propria realtà. In una scuola della provincia di Roma i genitori hanno dovuto chiedere alla Dirigente di permettere ai bambini della scuola primaria di fare lezione all’aperto, tanto è il timore che “possa succedere qualcosa”.

Alternativa alla scuola della paura è il modello che si fonda sulla speranza. La scuola della speranza non nega le difficoltà, anzi parte proprio da esse per sviluppare una proposta didattica ancora più innovativa e tecnologica.

Nella scuola della speranza i bambini non smettono di lavorare per gruppi cooperativi, come vediamo nelle foto che pubblichiamo di seguito e che ritrae gli alunni dell’Istituto Maria Immacolata di Pinerolo, ma lo fanno mantenendo le distanze lavorando all’aria aperta. Non smettono di correre e giocare all’aria aperta, ma lo fanno con attenzione. Le relazioni umane e in generale i rapporti sono orientati alla responsabilità e non prescindono da una visione fondamentale per la scuola italiana, cioè il concetto di cura. Si ha paura, ma non è la paura che orienta tutte le azioni.Durante una riunione di inizio anno i docenti di una scuola primaria hanno comunicato ai genitori che questo non sarà l’anno delle innovazioni didattiche e si tornerà a una lezione completamente tradizionale, quindi trasmissiva. Sarebbe un vero peccato se davanti a questo bivio la scuola italiana decidesse di prendere la direzione della paura, dell’irrigidimento, della trasmissione di nozioni.Immaginate se a Barbiana il povero don Milani si fosse arreso e avesse deciso di passare il suo tempo a fare messa ai pochi vecchietti che la domenica si recavano nella chiesa di S. Andrea. Invece, davanti al bivio tra paura e speranza scelse di ascoltare i bisogni del popolo barbianese e creò una scuola che ancora oggi attira e conquista migliaia di persone.

Immaginate se le sorelle Agazzi, nella Brescia di fine Ottocento avessero deciso di lasciar perdere di fare scuola, perché i bambini delle loro scuole erano veramente troppi e quindi inutile il lavoro. Non avremmo oggi il tutoraggio e molti spunti didattici ancora in uso nelle scuole dell’infanzia di oggi.

Immaginate se avesse perso la speranza il maestro Mario Lodi: non avremmo la scrittura collettiva, la ricerca come metodo d’indagine e molti dei capisaldi della letteratura pedagogica italiana.

Le grandi innovazione pedagogiche in Italia sono nate dalle difficoltà, dalla carenza di materiali, dai bisogni veri e reali di una certa comunità. Questo però non avviene in automatico, è necessario un atteggiamento responsabile e curioso, è fondamentale lo studio e la formazione continua, è richiesta una buona dose di coraggio perché davanti ad ogni bivio la scelta è sempre quella: da una parte la paura, dall’altra la speranza. Sta a noi scegliere la direzione da prendere.