Meglio un innocente in galera

Meglio un innocente in galera

di Vincenzo Androus

Il carcere e gli innocenti, il carcere e i colpevoli, insomma non sembra neppure un gioco di parole, piuttosto una competizione al massacro.

Ancor di più quando il fior fiore dei più sapienti tecnici del diritto ammettono candidamente che in galera è fisiologico ci finiscano estranei al reato e colpevoli di nulla.

Detta così sembra una boutade per personaggi in cerca di autore, nei fatti significa annientare le persone, togliergli diritti e libertà senza alcuna giustificazione, se non quella di affermare candidamente che eventualmente gli innocenti potranno sempre esser assolti… dopo.

A supporto di queste tesi in contrasto con qualsivoglia  vista prospettica, ci sono le varie accezioni giuridiche a fare da ponte alla disumanità di una carcerazione inaccettabile perché ingiusta e perché fondata sulla privazione violenta e illegale della propria dignità personale.

Quando in galera ci finiscono gli altri, sempre gli altri, mai noi, poco importa se colpevolmente o meno, ce la caviamo affermando che si tratta per lo più di esigenze cautelari, se poi si viene assolti, la definiamo ingiusta detenzione, infine se proprio siamo costretti dall’evidenza dei fatti ce la caviamo sbrigativamente con la dicitura errore giudiziario. Stato di diritto e democrazia dicono meglio un colpevole fuori che un innocente in galera, ma nell’indifferenza che dilaga la preferenza intestinale attesta che è meglio un innocente in galera che un colpevole fuori.

Checché ne dica il marpione di turno, in Italia finiscono in carcere anche tanti innocenti e ciò non è da ascrivere al solito evento critico di una amministrazione oberata di lavoro, tutt’altro.

A un carcere disarticolato dalle intemperie delle menti, dalla violenza e illegalità, s’aggiunge costantemente la menzogna, nessuno mai che si prenda le proprie responsabilità,  neppure quando la magistratura fa il suo corso, ci si dimentica con troppa facilità che  la legge è legge nei riguardi di ognuno e di ciascuno, dei colpevoli e soprattutto degli innocenti, di quanti  commettono reati, di quanti  seviziati dall’ingiustizia perdono vita e libertà.

Le vicende che stanno imperversando nel nostro paese, nelle nostre  prigioni, vengono alla luce nella fatica, grazie alla coscienza pulita di chi crede nella pena doverosa da scontare per chi sbaglia, ma nella giustizia altrettanto più giusta, che non soccombe alla barbarie di chicchessia.

Meglio un innocente in galera che un colpevole fuori, ribaltamento ideologico che partorisce un qualsiasi rotocalco televisivo per indurre in tentazione o in errore l’ascoltatore, soltanto che in questi casi parliamo di persone, di tuo padre, tua madre, tuo fratello, tuo figlio, un parente o un amico, non di cose, oggetti, numeri, accatastati gli uni sugli altri.

Rendere ridicolo il dramma delle sofferenze imposte a freddo in un carcere, nei riguardi di chi è vittima di una ingiustizia, è un’atteggiamento poco consono a qualsiasi  capoverso del diritto penale, penitenziario e costituzionale.

” Quello che si sa è che una volta gettati in un angolo buio non si è più cittadini, colpevoli o innocenti,  ma pietre, pietre senza suono, senza voce, che a poco a poco  si ricoprono di muschio”.

Lombardia, ordinanza 16 ottobre: in scuole superiori didattica a distanza alternata a quella in presenza

da OrizzonteScuola

Di redazione

L’Ordinanza è frutto del confronto che si è svolto oggi a Palazzo Lombardia con i sindaci dei capoluoghi lombardi, dei capigruppo di maggioranza e opposizione in consiglio regionale, del prefetto di Milano, Renato Saccone, condivisa telefonicamente con il ministro della Salute, Roberto Speranza. Descrive così la nuova ordinanza il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana.

Scuole e università

Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado organizzano le attività didattiche con modalità a distanza alternate ad attività in presenza, ad eccezione delle attività di laboratorio.

Alle Università, nel rispetto della specifica autonomia, è raccomandato di organizzare le proprie attività, al fine di promuovere il più possibile la didattica a distanza.

Tra le misure anti-movida:
Le attività di ristoranti, pizzerie, trattorie e altre attività simili sono consentite sino alle ore 24.00; tale misura non si applica agli esercizi situati lungo le autostrade e nelle aerostazioni;
Le attività di bar, pub, birrerie e altre attività di somministrazione di alimenti e bevande simili sono consentite sino alle ore 24.00; in tali attività è consentito dopo le ore 18.00 il consumo di alimenti e bevande esclusivamente ai tavoli; la misura di cui al presente punto non si applica agli esercizi situati lungo le autostrade e nelle aereostazioni.

E’ vietata la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, nonché da parte degli esercizi commerciali e delle attività artigianali dalle ore 18.00.

Sono inoltre sospese le attività delle sale giochi, sale scommesse e sale bingo.

Sono sospese tutte le gare, le competizioni e le altre attività, anche di allenamento, degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport del 13 ottobre 2020, svolti a livello regionale o locale ‒ sia agonistico che di base ‒ dalle associazioni e società dilettantistiche.


Concorso straordinario, Azzolina: insisto perché si faccia. 22 ottobre inizio prove e saranno sicure

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Non ho alcun pregiudizio nei confronti del sindacato. Credo che il sindacato abbia un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti reali dei lavoratori, sacrosanto.

Se si inizia a parlare di concorsi con i sindacati è vero che tutt’oggi ci sono dei diverbi, nel senso che loro avrebbero voluto assumere senza alcuna prova concorsuale in ingresso. Cosa che stiamo provando a fare ed lì che sono nati i diverbi con i sindacati”.

Lo ha detto il  ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in occasione del convegno  dei Giovani di Confindustria.

“Io insisto molto – ha spiegato Azzolina – perché i concorsi nella scuola si facciano perché in questo modo si assumono veramente i precari rispettando la Costituzione, secondo un principio anche di merito. Sfatiamo il mito che non si possono fare i concorsi. Il giorno 22 ottobre è l’inizio delle prove. Si tratta di concorsi molto sicuri perché non dobbiamo immaginare grandi padiglioni fieristici. La Rai qualche giorno fa ha fatto un concorso per 3mila persone con mille a padiglione. Noi ne mettiamo dieci a laboratorio, in massima sicurezza su più giorni”.


Quota 100 scuola: domanda, requisiti e scadenza istanza

da OrizzonteScuola

Di Giacomo Mazzarella

Parliamo di quota 100 analizzando la misura ed in modo particolare i contributi utili ed il TFS per i dipendenti statali.

È entrata nel sistema previdenziale italiano come un terremoto, accompagnata da innumerevoli polemiche, ancora oggi copiose. Parliamo di quota 100, misura che permette di anticipare la pensione già a 62 anni di età e con 38 anni di contributi. Si tratta di una possibilità che sarà sfruttabile per i tre anni di sperimentazione della misura. Vediamo di approfondire tutto dal punto di vista dei dipendenti della scuola che entro il 31 dicembre 2021 completano i requisiti specifici.

Quota 100, la misura in estrema sintesi

La quota 100 è stata introdotta dal decreto n° 4 del 2019, il cosiddetto “decretone”. Si tratta di una misura di anticipo pensionistico che si rivolge alla generalità dei lavoratori. I requisiti fondamentali per avere accesso a questo canale di uscita sono 62 anni di età e 38 di contributi.

Sono le due soglie minime di accesso, i requisiti minimi da detenere per poter accedere alla pensione. Solo nel comparto scuola, dove comunemente esiste una sola finestra di pensionamento all’anno, che scatta il 1° settembre, i requisiti possono essere centrati anche dopo tale data m sempre nell’anno di pensionamento.

In linea di massima questo particolare tipo di pensionamento è accessibile se il richiedente  entro il 31 dicembre 2021, raggiunge i requisiti necessari per l’accesso, quindi se ha compiuto  almeno 62 anni di età ed almeno 38 anni di contributi.

Ma come dicevamo, nella scuola il pensionamento può scattare anche se questi requisiti vengono completati entro la fine dell’anno solare di pensionamento. Pertanto, in base a quanto detto, un lavoratore della scuola che completa il doppio requisito utile entro la fine del prossimo anno, potrà andare in pensione già a settembre 2021.

Ma esiste anche la possibilità di accedere alla quota 100 nel 2022, anche se come si sa, la misura è destinata a cessare il 31 dicembre 2021. Nulla vieta al lavoratore che centra il requisito di quota 100 entro la fine del 2021, di restare in servizio un ultimo anno, ed accedere all’uscita anche a misura non più attiva.

Per le pensioni vige l’istituto della cristallizzazione del diritto. In pratica, una volta maturati i requisiti per una misura pensionistica, anche se questa cessa di essere in vigore, il diritto non si perde negli anni successivi.

Scadenza di quota 100, come funziona?

Quando si dice che la quota 100 cesserà di essere in funzione il 31 dicembre 2021, ci si riferisce alla maturazione dei requisiti. In altri termini, dal 1° gennaio 2022 non sarà più possibile accedere alla misura se i requisiti minimi previsti vengono completati a partire da quella data. Invece, per chi detti requisiti li ha completati durante gli anni in cui la misura funzionava, si potrà richiamare l’uscita dal lavoro con la misura, perché in vigore alla data di completamento del doppio vincolo anagrafico-contributivo.

Quota 100, contributi utili e Tfs scuola

Per raggiungere il requisito contributivo dei 38 anni, si può utilizzare la contribuzione a qualsiasi titolo accreditata in favore dell’assicurato. Pertanto, ok ala contribuzione obbligatoria, quella volontaria, da riscatto, quella  figurativa e così via.

Ai fini del pensionamento con quota 100 si può usare anche il cumulo gratuito, che permette di raggruppare  la contribuzione mista presente nell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, nelle gestioni speciali dei lavoratori commercianti, artigiani e coltivatori diretti, della gestione separata dell’Inps e delle gestioni sostitutive ed esclusive dell’AGO.

Per il pubblico impiego, chi accede alla pensione con la quota 100 è prevista una dilazione nel pagamento della buonuscita rispetto ai termini ordinari. La penalità è parzialmente compensata dalla possibilità di conseguire un anticipo della buonuscita per un importo sino a 45 mila euro tramite un prestito bancario.

Per chi accede alla quiescenza con la quota 100 la liquidazione del Trattamento di fine servizio avviene 12 mesi dopo aver compiuto gli anni necessari al pensionamento di vecchiaia. Questo significa che nonostante si vada in pensione prima, magari già a 62 anni di età grazie al canale di uscita agevolato che è quota 100, la liquidazione del Tfs viene posticipata di parecchi anni, ricollegandosi all’età pensionabile della quiescenza di vecchiaia ordinaria, a 67 anni (prima rata del Tfs quindi a 68 anni).

La quota 100 non prevede alcuna penalità di assegno perché non è previsto il ricalcolo contributivo totale della pensione e non è previsto alcun taglio in base agli anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Naturalmente la pensione con quota 100 è inevitabilmente di importo più basso di quella di vecchiaia perché si esce prima dal lavoro, si versano meno contributi e vengono applicati coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione, meno favorevoli al pensionato perché in quiescenza più giovane.

Concorso straordinario per il ruolo: obbligo utilizzo mascherina chirurgica, non di comunità. Avviso

da OrizzonteScuola

Di redazione

Concorso straordinario per il ruolo: avviso USR Veneto in relazione alle prove previste dal 22 ottobre al 16 novembre e i protocolli di sicurezza per il contenimento del contagio dal Covid. La mascherina chirurgica dovrà essere indossata dai candidati, dai componenti della commissione, dal personale di vigilanza, e da parte di tutte le figure presenti all’interno delle sedi, per tutta la durata della permanenza in sede.

Avviso USR Veneto

“Concorso Straordinario D.D. n.510/2020 –Obbligo dell’uso di mascherina chirurgica Con riferimento al Protocollo di sicurezza per lo svolgimento delle prove scritte della procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno, contenuto nella nota del MI n. 30059del 01.10.2020, “Indicazioni relative allo svolgimento della prova scritta computerizzata per la procedura straordinaria per titoli ed esami per immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado. D.D. n. 510 del 23 aprile 2020 e D.D. n. 783 del 8 luglio 2020”, si precisa che è previsto l’obbligo da parte dei candidati, dei componenti della commissione, del personale di vigilanza e di tutte le figure presenti nelle aree concorsuali, di indossare una mascherina chirurgica, che copra correttamente le vie aeree (bocca e naso) per tutto il tempo di permanenza all’interno dell’istituzione scolastica sede di concorso. Le cosiddette mascherine di comunità non sono consentite.”

Protocollo di sicurezza

Avviso del 14 ottobre usare guanti o igienizzare le mani, temperatura prima di entrare a scuola. Precisazioni Ministero

Mascherina chirurgica per i candidati e guanti monouso per i tecnici [LE ISTRUZIONI DEL MINISTERO PER IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA]

Scarica il modello di autocertificazione per accedere alla sede

Covid, 10 mila casi al giorno ma si continuerà ad andare a scuola: in arrivo orari sfalsati e test rapidi

da La Tecnica della Scuola

I casi di positività al Covid-19 superano quota 10 mila, facendo così toccare il terzo record consecutivo. Per la scuola, comunque, la decisione del presidente della Campania Vincenzo De Luca di chiudere l’attività didattica in presenza per due settimane non sembra essere caldeggiata da altri governatori, nemmeno da quelli schierati all’opposizione politica. Valgono per tutte, le parole del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, il quale ha spiegato che le proposte elaborate saranno valutate dal Cts che si riunirà oggi e “il primo argomento è ridurre le persone sul trasporto pubblico locale” e quindi, legato a questo tema: largo, quindi, ad orari di entrata e uscita scaglionati, più didattica a distanza a turni. Disposizioni che varranno solo per le scuole superiori, mentre tutte le altre andranno avanti in presenza.

A scuola in orari diversi

“Tutti ritengono – ha detto Fontana – sia necessario chiedere che si proceda a una didattica a distanza non assoluta ma parziale, che ci sia una possibilità di avere un’alternanza di didattica a scuola e a casa”.

“Abbiamo chiesto che si cerchi di organizzare la distribuzione dell’inizio delle attività scolastiche, questo dovrebbe portare a una riduzione delle presenze trasporto pubblico”.

Secondo Fontana “i lombardi posso essere meno preoccupati, ma devono essere attenti alle misure altrimenti c’è il rischio che l’epidemia degeneri. Io sono meno preoccupato che a marzo”, ha concluso il governatore.

Boccia: De Luca si assuma le sue responsabilità

Intanto, la linea del Governo appare chiara: per il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, “su scuola e lavoro ci sono già protocolli condivisi che stanno funzionando bene ma se il presidente della Regione Campania ha deciso di emanare una sua ordinanza si assume la responsabilità degli effetti. Noi siamo sempre stati al fianco di tutte le Regioni con materiali, ventilatori e risorse”.

“Porrò ai ministri competenti – ha continua Boccia – la questione sulla richiesta dello scaglionamento degli orari degli ingressi a scuola per non sovraccaricare il Tpl”.

“È evidente che i territori non sono tutti uguali, è consigliabile per le Regioni non penalizzare i piccoli borghi o i piccoli centri che non hanno le stesse problematiche di alcune zone delle città metropolitane, assumendo decisioni unilaterali. Ascoltare i sindaci prima di decisioni importanti è fondamentale”.

“Scuole luoghi sicuri”

Anche Antonio Rinaudo, commissario coordinatore dell’Area Scuola dell’Unità di Crisi Piemonte, ritiene che “oggi la scuola è uno dei luoghi più sicuri perché vigono prescrizioni così rigide che pongono i frequentatori, studenti, docenti e personale, al sicuro”.

“Dal 20 settembre a ieri – ha detto presentando le nuove linee guida per la gestione dei casi Covid a scuola – abbiamo avuto 650 studenti positivi a fronte di 8.152 tamponi fatti. Significa circa l’8%, un dato che non è tale da giustificare al momento misure drastiche”.

“Sul totale dei positivi in Piemonte – ha aggiunto Rinaudo – dal 14 settembre all’11 ottobre i contagiati sotto i 24 anni sono stati il 27% mentre gli over 65 il 18%, un dato dunque che si è invertito rispetto al periodo precedente e che ha rilevanza per quel che riguarda i ricoveri”.

Quanto ai test rapidi per le scuole, Rinaudo ha sottolineato che dovrebbero essere disponibili a giorni, forse la prossima settimana.

In Piemonte possibili lockdown limitati

Intanto, sempre in Piemonte non sono esclusi lockdown limitati qualora la situazione epidemiologica dovesse peggiorare.

Lo ha detto Bartolomeo Griglio, responsabile del dipartimento prevenzione dell’assessorato alla Sanità Regione Piemonte, presentando le nuove linee guida per la gestione dei contagi a scuola: “Non c’è ancora nulla di definito, ma dobbiamo essere pronti e stiamo definendo le priorità”.

“Stiamo mettendo in piedi un panel di misure, che serviranno per fare i famosi lockdown limitati, cercando di salvaguardare le attività produttive e le scuole”.

Le regioni dove il Covid avanza di più

Infine, va rilevato che in Valle d’Aosta (0.21%), Campania (0,20%), Liguria (0,19%), Toscana (0,19%), Sardegna (0,18%) e Lazio (0,18%) oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con una media nazionale pari a 0,14% (in aumento rispetto ai dati del 6/10). Ad evidenziarlo è il Report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dell’Università Cattolica (Altems).

Nell’ultimo mese, la prevalenza nei 30 giorni è più che raddoppiata. La differenza più significativa riguarda la Liguria, la provincia di Trento e la Campania. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è incrementato notevolmente passando da 80,87 (nel periodo 15 agosto – 13 settembre) a 192,37 (nel periodo 14 settembre – 13 ottobre).

Protezione civile ed esercito per mantenere aperte le scuole, lo dice Maddalena Gissi (Cisl Scuola)

da La Tecnica della Scuola

Per  garantire il funzionamento della scuola in presenza non bastano “pannicelli caldi”, ma ci vogliono scelte impegnative: è questo in sintesi il senso di una dichiarazione di poche ore fa della segretaria nazionale della Cisl Scuola Maddalena Gissi che – secondo quanto riporta una nota dell’Ansa – afferma: “Se il governo vuole veramente tenere aperta la scuola si mettano in campo tutte le forze, dalla Protezione civile per fare tamponi rapidi, ai mezzi di trasporto dell’Esercito per portare i ragazzi a scuola”.
“Per tenere insieme i problemi prodotti dall’epidemia e l’apertura delle scuole – aggiunge Gissi –  servono scelte forti e coraggiose”.

“Se emergenza è – evidenzia ancora Gissi – emergenza sia e davanti ad ogni scuola è necessario un immediato intervento per effettuare i tamponi rapidi e non a seconda delle regioni e dei finanziamenti messi a disposizione ma perché l’intervento della protezione civile avrebbe proprio il fine di proteggere il nostro paese, i nostri bambini e i nostri ragazzi”.
“D’altronde – conclude la segretaria nazionale – se ci fosse un’alluvione o un terremoto chi manderebbe i mezzi di soccorso? La Protezione civile. La scuola ha bisogno di aiuto”.

Le parole della segretaria nazionale della Cisl Scuola arrivano nel corso di una giornata delicata e convulsa, resa ancora più difficile dalla decisione del presidente della Regione Campania di chiudere le scuole fino al 30 ottobre. Decisione che potrebbe essere imitata nei prossimi giorni anche da altre regioni con esiti difficili da prevedere al momento.

Un commento molto amaro su quanto accade in Campania arriva dall’ex dirigente tecnico Raffaele Iosa:  “Capisco gli attuali rischi dell’aumento della pandemia, lo scarso lavoro fatto in estate per i trasporti a scuola, le difficoltà del tracing, i rischi di intasare gli ospedali. Ma chiudere tutte le scuole dalla sera al mattino? Un lockdown generalizzato anche per i paesini del Cilento? Anche per i bambini che vanno a scuola a piedi? Con tutto l’impegno encomiabile delle scuole a prepararsi in sicurezza? Ancora una volta il significato simbolico di questo evento è che la scuola è l’ultima e la più facile da chiudere. Qualsiasi DaD non leverà l’effetto sociale e culturale di questa decisione”.
“Se si vuole davvero la scuola – 
conclude Iosa – non ci si deve dormire la notte come avrebbe detto Don Milani. Se si vuole la scuola si crea e si inventa”

Orari flessibili e Dad alle superiori, Ascani: “Le scuole non devono chiudere”

da La Tecnica della Scuola

Anche la vice Ministra dell’Istruzione Anna Ascani si schiera contro la chiusura indistinta delle scuole, invitando a sfruttare al meglio gli strumenti già approvati: la didattica digitale integrata e la flessibilità oraria.

A giugno abbiamo approvato insieme alle Regioni e agli Enti Locali un piano scuola 2020/21 validato dal Cts, che consente massima flessibilità negli orari e nell’utilizzo della Didattica a Distanza alle superiori”, ha scritto su Facebook Anna Ascani che ricorda, come poche ore prima aveva fatto la Ministra Azzolina: “Durante l’estate dirigenti, docenti e personale amministrativo hanno lavorato duramente per consentire a studentesse e studenti di rientrare in presenza e in sicurezza. E la scuola, soprattutto grazie a loro, è ripartita e sta resistendo“.

Secondo Ascani, “è evidente che la situazione nel Paese è peggiorata e che quel che accade con la pressione sul sistema sanitario e dei trasporti non va sottovalutato. Ogni scelta va ponderata e concordata con tutti gli attori, nel rispetto di quello che accade nei singoli territori“.

Per quel che riguarda la scuola in senso stretto questo a mio avviso significa, prima di tutto, utilizzare al meglio gli strumenti di flessibilità di orari e strumenti che ci siamo dati. Dobbiamo fare di tutto, però, per evitare la chiusura generalizzata delle scuole del Paese che creerebbe danni enormi a intere generazioni“, conclude la vice Ministra Ascani.

Coronavirus, i 4 scenari di quest’inverno secondo l’ISS

da La Tecnica della Scuola

Di qualche giorno fa il documento prodotto dall’Istituto Superiore della Sanità e dal Ministero della Salute Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale, una cassetta degli attrezzi in 115 pagine che fa luce sulle terminologie, le strategie, gli scenari epidemiologici che ci si prospettano per i prossimi mesi, anche in relazione alle altre influenze della stagione fredda.

Quattro gli scenari ipotizzati dagli scienziati, che tengono conto anche dello specifico del panorama scolastico.

Scenario 1

Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020. Un rischio basso o moderato, che implica interventi di contenimento del virus in genere ordinari o straordinari solo per certi ambiti istituzionali come le scuole.

Il requisito di questo scenario: il valore Rt sopra soglia per periodi limitati (inferiore a 1 mese) e bassa incidenza del virus, con trasmissione
prevalentemente associata a focolai identificati, nel caso in cui le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi
quelli scolastici.

Scenario 2

Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve e medio periodo, con valori di Rt compresi tra Rt=1 e Rt=1,25. Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità potrebbe essere caratterizzata da una costante crescita dell’incidenza di casi e corrispondente aumento dei tassi di ospedalizzazione e dei ricoveri in terapia intensiva. La crescita del numero di casi potrebbe però essere relativamente lenta, senza comportare un rilevante sovraccarico dei servizi assistenziali per almeno 2-4 mesi.

Peraltro oggi, sulla base del valore Rt che ha raggiunto su scala nazionale 1.17, sembriamo muoverci entro questo scenario con impennate locali e regionali, purtroppo, che ci spingono sullo scenario 3.

Scenario 3

Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5. Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario e potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi. È però importante osservare che qualora l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani), il margine di tempo entro cui intervenire potrebbe essere maggiore.

Scenario 4

Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5. Anche se una epidemia con queste caratteristiche porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati, uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani).

Effetti sulla scuola

Per sintetizzare rispetto al documento ministeriale, sulla base dell’andamento dei contagi e del livello di rischio (basso, moderato o alto) si ragionerà sui seguenti interventi:

  • limitare le attività con intersezioni tra classi e gruppi
  • possibilità di introdurre l’obbligo, anche su base locale, di utilizzo della
    mascherina anche in situazioni statiche e con il rispetto del distanziamento interpersonale
  • possibilità di attivare lezioni scaglionate a rotazione mattina e pomeriggio, se serve aumentare spazi
  • possibilità di sospensione di alcune tipologie di insegnamenti che
    presentano condizioni di rischio più elevato (es. educazione fisica, lezioni di canto, strumenti a fiato, laboratori ad uso promiscuo, ecc.)
  • possibilità di attivare, a garanzia del distanziamento interpersonale e della prevenzione degli assembramenti, per gli studenti della scuola secondaria di 2° grado e dell’università, parte delle lezioni con DAD, in funzione della specifica situazione locale di circolazione virale
  • chiusura temporanea di scuole/università in funzione del numero di casi sospetti/confermati verificatisi nella singola comunità scolastica e/o della circolazione virale locale comunitaria (es. sospensione preventiva plesso/gruppi di classi o singola struttura scolastica/universitaria)

Comunicato CTS 17 ottobre 2020

Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Protezione Civile
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
EX OO.C.D.P.C. 03/02/2020, N. 630; 18/04/2020, N. 663; 15/05/2020, N. 673; 07/10/2020, N. 706

Il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito in data odierna per analizzare i nuovi indicatori epidemiologici e la valutazione di aspetti connessi alla prevenzione del contagio dal virus SARS-CoV-2 attraverso l’adozione di ulteriori interventi miranti al controllo dell’epidemia.

Il CTS rimarca l’attuale incertezza relativa agli aspetti epidemiologici correlata alla circolazione e alla trasmissione del virus, pur nella consapevolezza che, attualmente, i focolai sono principalmente all’interno delle famiglie.

Il CTS, in applicazione del documento condiviso con le Regioni sulla strategia di contrasto al virus SARS-CoV-2, sottolinea la temporaneità delle raccomandazioni fornite di seguito, in coerenza con i possibili risultati positivi derivanti dalle azioni proposte e ricorda di considerare che il Paese si trova all’inizio della stagione autunno- invernale, rendendo potenzialmente più difficile la gestione dei pazienti affetti da Covid-19.

Il CTS sottolinea l’esigenza di elevare al massimo l’attenzione sul rigoroso rispetto delle misure di prevenzione e confida sulla corretta attuazione delle seguenti valutazioni:

  • Nelle attuali condizioni epidemiologiche il CTS suggerisce di considerare l’adozione di orari scaglionati per l’ingresso in presenza degli studenti universitari e delle scuole di secondo grado.
  • Un’importante criticità è rappresentata dal trasporto pubblico locale che non sembra essersi adeguato alle rinnovate esigenze, nonostante il CTS abbia evidenziato fin dallo scorso mese di aprile la necessità di riorganizzazione, incentivando una diversa mobilità con il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali e dei mobility manager.
  • Assoluta e rigorosa azione di controllo sulle misure già più volte indicate dal CTS ed oggetto delle norme attualmente in vigore (es. distanziamento, prevenzione degli assembramenti, obbligo nell’uso della mascherina negli esercizi commerciali e di ristorazione) con intensificazione della vigilanza e delle azioni di contrasto che devono essere rese più agevoli nella loro possibilità di adozione (es. obbligo di affissione del numero massimo di clienti che è possibile accogliere negli esercizi).
  • Il CTS raccomanda la coerenza della limitazione già prevista dalle norme vigenti relativa al numero massimo di persone che possono condividere il medesimo tavolo all’interno dei locali di ristorazione.
  • Assoluta esigenza di tempestiva diagnosi, monitoraggio ed efficace tracciamento dei contatti attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, mediante azioni di reclutamento attivo potenziando i sistemi diagnostici (es. drive-in).
  • Rafforzamento della medicina del territorio, eventualmente con il supporto del sistema nazionale di protezione civile.
  • Incentivazione dello smart working sia nell’ambito del settore pubblico che in quello privato.
  • Limitazione temporanea alla fruizione di eventi a grande aggregazione di pubblico (es. congressi, fiere, ecc.) ed altri assembramenti di persone spontanei o comunque organizzati.