Recovery plan: investire sull’autonomia dei disabili visivi

Recovery plan, Guerra: investire sull’autonomia dei disabili visivi

Redattore Sociale del 05/11/2020

ROMA. “Il recovery plan deve essere l’occasione per investire sulla vita indipendente delle persone con disabilità, comprese quelle con disabilità visiva. Lo si può fare attraverso interventi di infrastrutturazione sociale che con l’uso di tecnologie innovative, a partire da telecomandi integrati a comando vocale, aiutino a superare le barriere fisiche e sensoriali che possono essere di impedimento allo svolgimento autonomo degli atti della vita quotidiana”.
Lo ha detto Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze, portando il suo saluto al XXIV Congresso nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI).
Parlando delle problematiche del lavoro la sottosegretaria ha poi sottolineato come “l’attuale pandemia Covid metta a dura prova lavori tradizionalmente svolti dalle persone con disabilità visiva, come ad esempio quello di centralinista o fisioterapista, e ha sostenuto la necessità di investire sulle competenze digitali per rendere possibile anche alle persone con disabilità visiva accedere allo smart working”. (DIRE)

I solai delle scuole continuano a crollare, ignari del COVID

I solai delle scuole continuano a crollare, ignari del COVID

È notizia di ieri l’ennesimo crollo del solaio di un’aula scolastica, questa volta in provincia di Salerno. Come è possibile evincere dalla foto, i danni sono stati notevoli ma, per fortuna, non vi sono state conseguenze per gli alunni, impegnati nelle attività didattiche a distanza.

Poche ore fa, a Palermo, è crollata parte del soffitto della sala docenti di una scuola secondaria di primo grado. 

Tali notizie ci ricordano che le scuole sono ambienti la cui sicurezza va garantita in ogni modo perché l’incolumità di studenti e lavoratori è un diritto imprescindibile.  

L’ANP da anni conduce una battaglia su questo fronte, chiedendo che gli enti locali verifichino con un controllo a tappeto la tenuta dei solai e dei controsoffitti degli edifici scolastici e che lo Stato assicuri ad essi le risorse economiche necessarie per metterli in sicurezza. 

L’emergenza epidemiologica non deve fare passare in secondo piano questo problema. Piuttosto, proprio perché il DPCM del 3 novembre dispone la sospensione delle attività didattiche in presenza in tutte le scuole del secondo ciclo, riteniamo che sia il momento di effettuare controlli mirati proprio a partire dagli edifici scolastici che le ospitano. 

Di tale proposta l’ANP si farà portatrice domani 6 novembre in audizione con le Commissioni Bilancio e Finanze sul disegno di legge di conversione in legge del decreto “Ristori”.  

Studenti disabili, a casa o in classe?

Studenti disabili, a casa o in classe? Il dilemma raccontato dai genitori

Redattore Sociale del 05/11/2020

L’ultimo Dpcm, pur estendendo al 100% la didattica a distanza nelle superiori, garantisce agli studenti con disabilità la possibilità di andare a scuola. In molti casi, questo significa stare da soli in classe, con i compagni a distanza e il docente di sostegno accanto. Cosa sceglieranno le famiglie? “Una decisione sofferta: mia figlia sta continuando ad andare”. “Questa non è scuola, la tengo a casa” Nadia Esposto Fabio e Luca in didattica a distanza

ROMA. Scuola o non scuola? A distanza o in presenza? E’ un vero e proprio dilemma quello che tanti genitori di ragazzi con disabilità vivono in queste ore: con la didattica a distanza che, nelle superiori e nelle zone rosse, è stata portata al 100%, resta comunque la possibilità, per studenti con disabilitò, Bes e Dsa, di frequentare la scuola in presenza. Cosa questo significhi, ce lo hanno hanno raccontato ieri su queste pagine alcuni assistenti scolastici: aule deserte, connessioni non funzionanti, corridoi vuoti, popolati solo di pochi ragazzi con disabilità e qualche docente. Oggi, con l’aiuto di Anffas, abbiamo chiesto ad alcune famiglie di raccontarci se, pure in queste condizioni, andare a scuola possa avere, per i figli, un valore e un significato. O se non sia preferibile restare a casa, collegati a distanza con i propri compagni e docenti. “Entrambe le soluzioni possono essere considerate utili, a condizione che si tenga sempre conto di alcuni elementi, a mio avviso imprescindibili – spiega a Redattore Sociale Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas -. Primo, la scelta di quale sia la soluzione migliore, nella situazione data, deve vedere al centro esclusivamente gli interessi dello studente con disabilità; secondo, va sempre garantito il diritto allo stesso studente, supportato dai suoi familiari, di poter esprimere le proprie preferenze; terzo, le soluzioni devono essere discusse e condivise all’interno degli organismi scolastici a ciò preposti, aggiornando il Pei. E va sempre perseguita la massima dimensione inclusiva possibile. Prioritariamente, deve essere garantito il diritto a frequentare in presenza anche in caso di sospensione totale delle lezioni, “in una dimensione inclusiva vera e partecipata” e “adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili”, come previsto dall’Ordinanza ministeriale n. 39/2020. Laddove si dovesse invece propendere per la didattica a distanza o a domicilio, si dovranno sempre approntare tutti i necessari accorgimenti per garantire i necessari supporti, unitamente al collegamento con i vari docenti curricolari e di sostegno e, soprattutto con il contesto classe. In buona sostanza occorre evitare che, con la scusa dell’emergenza Covid 19, si realizzi un isolamento dal contesto classe dello studente con disabilità o non vengano garantiti i necessari sostegni per poter svolgere al meglio il proprio percorso educativo e di apprendimento, nonché relazionale. Comprensibili, quindi, le preoccupazioni espresse da molti genitori – osserva Speziale – che paventano il rischio che tutto ciò si traduca in un ulteriore arretramento del percorso inclusivo. Ma ciò non discende dagli attuali provvedimenti, che anzi sembrano segnare una inversione di tendenza rispetto al passato, anche recente, ma ad una situazione di forte criticità con comportamenti poco edificanti, preesistente alla crisi pandemica che il sistema scolastico fa molta molta fatica a superare ed abbandonare. Ancora una volta, basterebbe applicare correttamente le tante buone norme e prassi di cui, anche grazie al movimento delle persone con disabilità, disponiamo in Italia”.
“Questa non è scuola: mia figlia resta a casa”
Barbara Picchioni è la mamma di Sara, 19 anni e una grave disabilità: “Mia figlia non va a scuola, innanzitutto perché non ci sono tutti gli insegnanti di sostegno: alcuni non sono stati ancora nominati, altri sono in quarantena. Quindi, non andava a scuola neanche quando i suoi compagni erano in classe. Risultava assente”. Paradossalmente, con gli ultimi due Dpcm la situazione è migliorata: “Ora c’è la didattica a distanza per tutta la classe, quindi lei può partecipare ed essere presente, da casa, come i suoi compagni. Certo, devo esserci io accanto a lei, ma non lavoro e posso dedicarmi a questo. Inoltre, con il computer lei lavora bene e a casa si concentra di più, ha meno distrazioni. Non ho quindi intenzione di mandarla a scuola, anche se il decreto ci offre questa possibilità: non sarebbe una condizione di integrazione. Magari la manderei una volta ogni tanto, per farla uscire di casa, ma consapevole che quella non sarebbe scuola, perché mancherebbe la relazione. Capisco però chi fa una scelta diversa, necessaria per tanti genitori che lavorano e non possono seguire i figli nella didattica a distanza”.
“I miei figli a scuola, per noi e per loro è una buona possibilità”
Nadia vive vicino Udine e ha due figli, gemelli, con disabilità cognitiva e visiva a causa di una malattia genetica. Fabio e Luca hanno 18 anni e frequentano il quarto anno di un istituto superiore: “Vanno a scuola anche se i compagni non ci sono – ci racconta – Abbiamo scelto così per due ragioni: primo, perché noi lavoriamo, io in smart working, ma loro non sono autonomi e io non ho la possibilità di seguirli. La seconda ragione è che per loro è più proficuo lavorare in presenza con docenti ed educatori accanto, perché tramite il video è difficile sia per il ragazzo che per l’insegnante: al primo manca la presenza fisica, al secondo la visione completa. Lo scorso anno la didattica a distanza non ha funzionato, né con loro né in generale. Per questo, ritengo che oggi ci venga offerta una buona possibilità e anche loro preferiscono andare a scuola, anche sapendo di trovare solo gli insegnanti. Certo, è triste che non ci siano i compagni, con cui però si collegano da scuola e, con il docente accanto, per loro è tutta un’altra cosa”. 
“Una scelta combattuta, ma per ora mia figlia va a scuola”
Per Nicoletta Ravasi, mamma di Marta, 18 anni e una grave e complessa disabilità, “è stata una scelta molto sofferta”. Aveva appena iniziato le superiori Marta: un liceo artistico “che abbiamo cercato a lungo, fin quasi alla scadenza delle iscrizioni, perché molte scuole non se la sentivano di accogliere Marta, con le sue grandi difficoltà. Poi abbiamo trovato questo liceo artistico: dirigente e insegnanti non hanno avuto paura ma hanno accettato la sfida, permettendo a Marta di ambientarsi e inserirsi. Lo stop è stato un duro colpo”. Vive in zona rossa, Nicoletta, a nord di Milano. “Lo scorso anno è stata molto dura: con la didattica a distanza Marta ha avuto grandi problemi, alla fine rifiutava il mio aiuto e rifiutava il tablet. Avevamo grandi speranze, quest’anno, con quei compagni pieni di colori, per i quali la diversità era una scelta e un valore. Questa chiusura ci rattrista molto. Abbiamo riflettuto molto, poi abbiamo scelto di continuare a mandarla, almeno fin quando ci saranno i docenti a far lezione da scuola: è anche un modo per uscire, per lei che soffre molto a star chiusa in casa. Certo, ieri che sono andati a scuola anche i suoi compagni, per un laboratorio pittorico, era entusiasta: batteva le mani e dopo pranzo si è addormentata, distrutta dall’emozione. Mandarla senza compagni è una scelta difficile, ma ora che si esce di meno e non ci sono più zone aggreganti, le è rimasta solo scuola e se leviamo anche questa, è davvero triste e faticoso. Si stavano creando relazioni in classe: è un peccato che si siano interrotte, ma spero sia un fermo momentaneo. Una cosa però è certa: se dovesse andare scuola solo con il docente di sostegno e l’educatore, allora resterà a casa: ho già chiesto e ottenuto dalla regione di autorizzare l’educatore a venire a domicilio e sto cercando di avere la stessa autorizzazione dal dirigente per l’insegnante di sostegno. Da marzo a giugno, quando Marta faceva didattica a distanza, non ho cucinato per tre mesi: la mattina stavo accanto a lei e il pomeriggio preparavo il materiale. Se fosse indispensabile, lo rifarei, ma sento che anche per lei non è giusto. Per questo, finché ci sarà un contesto minimamente inclusivo, andrà a scuola: noi abbiamo bisogno di credere nei nostri figli e loro hanno bisogno di sentire che noi crediamo in loro. E’ questo, soprattutto, il senso di questa difficile scelta”. 

di Chiara Ludovisi 

MAD e incarichi di supplenza

MAD e incarichi di supplenza per l’a. s. 2020/2021: accolta una delle richieste dell’ANP

Apprendiamo che il Ministero dell’istruzione, con nota del 4 novembre 2020 a firma del Direttore Generale per il personale scolastico, ha fornito istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2020/2021. 

Subito dopo i primi giorni di lezione, l’ANP aveva rappresentato al Ministero le criticità determinate dalla gestione – ad oggi inefficace in molti ambiti territoriali – delle GPS, dal venir meno del bacino di docenti costituito dalle MAD (dato il divieto di produrle a chi è già presente nelle graduatorie aggiornate) e, in definitiva, dalla difficoltà di reperire all’esterno supplenti su qualsiasi profilo per coprire persino le supplenze brevi. Il nostro più recente intervento in tal senso risale al 30 ottobre scorso in occasione della riunione del Tavolo nazionale permanente di cui al Protocollo del 6 agosto 2020, sede in cui abbiamo ribadito la richiesta di adottare soluzioni effettivamente praticabili dai colleghi. 

La nota ministeriale – rispondendo all’esigenza di fare fronte all’emergenza sanitaria in corso e alla necessità di coprire cattedre ed ore non assegnate anche dopo la conclusione di tutte le operazioni di attribuzione degli incarichi di supplenza – consente alle scuole, in via eccezionale e solo per quest’anno scolastico, di procedere alle nomine ricorrendo alle MAD di docenti inclusi nelle graduatorie aggiornate provinciali o di istituto.  

Le condizioni perché ciò accada sono due: 

1) che le operazioni di nomina dalle GPS nell’ambito territoriale di riferimento e in quello nel quale sia incluso l’aspirante docente si siano concluse;  

2) che le graduatorie di istituto e delle scuole viciniori siano esaurite. 

Riteniamo che tale soluzione di natura eccezionale, poiché supera il divieto di produrre MAD imposto a chi è inserito nelle graduatorie aggiornate, costituisca una prima valida risposta alle nostre richieste per venire incontro alle difficoltà di tante scuole.  

Ribadiamo, in ogni caso, che è necessario risolvere in tempi brevi tutti i problemi che affliggono le GPS. 

CONCORSO STRAORDINARIO, PROVE SUPPLETIVE SONO UN DIRITTO

CONCORSO STRAORDINARIO, PROVE SUPPLETIVE SONO UN DIRITTO

“Da oggi le prove del concorso straordinario, che il ministero dell’Istruzione ha strenuamente voluto iniziassero il 22 ottobre scorso nonostante l’impennata della curva epidemiologica, sono sospese a data da destinarsi. Anziché  incaponirsi al di là di ogni buon senso, sarebbe stato opportuno rinviare le prove concorsuali, così da evitare disparità di trattamento tra chi, pur se tra mille ragionevoli preoccupazioni dovute alla situazione sanitaria e alle trasferte di chilometri e chilometri, ha potuto partecipare e chi, invece, ha dovuto rinunciare perché in quarantena. Quando le prove concorsuali riprenderanno, dunque, il ministero dovrà predisporre una sezione suppletiva per tutti i candidati che non hanno potuto partecipare e che ne hanno pienamente diritto”.

Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che fa notare come le assenze rilevate fino a oggi siano indicative delle gravi difficoltà che hanno caratterizzato le prove: “Nelle procedure riservate, le percentuali di assenza sono generalmente prossime allo zero, mentre in questo caso il dato si aggira intorno al 12-13%”.

Il coordinatore nazionale della Gilda, inoltre, sottolinea l’urgenza di avviare i tavoli tecnici, previsti entro 60 giorni dall’approvazione del Decreto Scuola del 6 giugno scorso, per individuare percorsi abilitanti periodici e permanenti, “condizione indispensabile – conclude – per una revisione strutturale di un sistema di reclutamento che si sta sempre più dimostrando fallace e inadeguato”.

Facebook lancia GetDigital

Facebook lancia GetDigital, 

un progetto per aiutare genitori, educatori e giovani a muoversi sicuri nel mondo digitale

Guide complete, risorse e un ciclo di workshop gratuiti organizzati dalla Onlus Fondazione Carolina per sviluppare le competenze necessarie a formare cittadini digitali consapevoli 

Immagini e video scaricabili qui

Milano, 5 novembre 2020 – In un momento storico così unico e delicato, dove tutti vivono sempre di più online, l’esigenza di conoscere e padroneggiare in modo corretto e sicuro gli strumenti del mondo digitale è imprescindibile. Ecco perché oggi Facebook ha deciso di lanciare anche in Italia GetDigital, un progetto internazionale nato per offrire approfondimenti, suggerimenti e risorse complete per aiutare genitori, insegnanti e giovani a sviluppare le competenze necessarie per diventare cittadini digitali consapevoli e responsabili e utilizzare tutti gli strumenti e le piattaforme online in modo corretto e sicuro.

I programmi di GetDigital si articolano su cinque temi chiave – Le Basi del digitale, Il Benessere, le Interazioni, l’Emancipazione e le Opportunità del Digitale – sviluppati in modo specifico per genitori, insegnanti (con tanto di corsi pronti per la didattica) e giovani. Si tratta dei fondamenti per aiutare a costruire competenze e abilità di cui i giovani hanno bisogno oggi per navigare nel mondo digitale in modo sicuro.  Queste risorse sono state sviluppate da Facebook insieme ad esperti internazionali del mondo digitale, che hanno collaborato per fornire strumenti validi, affidabili e supportati dalle più moderne ricerche applicabili a tutte le piattaforme online, non solo a quelle di Facebook. Tra i partner internazionali del progetto, spiccano colossi dell’istruzione mondiale come le Università di Harvard e Yale e organizzazioni come l’Unesco.

Per il lancio italiano, Facebook ha deciso di collaborare con la Fondazione Carolina, nata per raccogliere la sfida di Paolo Picchio, il padre di Carolina, vittima di cyberbullismo che a 14 anni si è tolta la vita dopo aver lasciato un messaggio diventato iconico per tutti i suoi coetanei: “Le parole fanno più male delle botte”. La missione della Onlus a lei dedicata è realizzare un futuro in cui la Rete sia un “luogo” sicuro per i bambini e gli adolescenti, riscoprendo il valore delle relazioni autentiche anche sui social. Attraverso attività di prevenzione, ricerca e supporto, la Fondazione aiuta i ragazzi che, sempre più in tenera età, si fanno del male tra loro usando internet in maniera distorta e inconsapevole.

“La nostra Onlus da tempo sollecita le grandi aziende del web ad intraprendere un percorso di corresponsabilità. Una strada da percorrere insieme, a beneficio di tutta l’utenza, a partire da chi al web affida molto, se non tutto, delle sue relazioni, delle sue conoscenze e dei suoi sogni: i teenager”. Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina, riassume il ruolo della piattaforma Get Digital. “Una prima risposta ai nuovi bisogni della comunità educante, ai quali dobbiamo rispondere con nuove progetti, linguaggi e modalità. Un contenuto – continua il responsabile della Onlus impegnata per la sicurezza in Rete – da riempire di strumenti, come la Guida Minori Online messa a disposizione da Fondazione Carolina per superare quel gap generazionale che, spesso, non ci fa percepire il disagio dei nostri figli”. 

“Il digitale crea connessioni tra le persone e offre uno spazio positivo per rimanere in contatto, soprattutto in un periodo di distanziamento sociale come quello che stiamo vivendo. La rete in questo è un grande abilitatore ma, come ogni cosa, per sfruttarla al meglio bisogna anche conoscerla e avere gli strumenti necessari a muoversi in sicurezza” afferma Luca Colombo, Country Director di Facebook Italia.

Abbiamo lanciato GetDigital per creare consapevolezza e sensibilizzare, non solo i giovani, ma anche gli educatori e i genitori, sul tema della sicurezza online, visto il loro ruolo fondamentale di guida nella vita dei ragazzi. Siamo molto felici di avviare questo progetto insieme a Fondazione Carolina, una realtà che di questo ha fatto la propria ragion d’essere”.

Grazie alla collaborazione con Fondazione Carolina, GetDigital offrirà anche delle occasioni di incontro con esperti che, nel corso di un ciclo di 6 webinar gratuiti, condivideranno consigli concreti e risponderanno a tutte le domande degli interessati. I webinar partiranno il prossimo 12 novembre e si terranno per sei settimane ogni giovedì dalle 18 alle 19.30 in diretta sulle Pagine Facebook di Fondazione Carolina e di Binario F di Facebook. Chiunque non fosse in grado di seguirli Live, potrà rivedere gli interventi registrati sulle due Pagine Facebook.

Questi incontri saranno un’occasione importante per approfondire alcuni dei temi più delicati che genitori ed educatori si trovano ad affrontare quotidianamente nei riguardi dei più giovani: dal revenge porn alle challenge estreme.

Ecco il calendario per ogni appuntamento:

  • Webinar 1 (12/11) – LA SPIANATA dell’educatore – Una riflessione concreta sui frutti dell’incoscienza e di un basso livello di responsabilità: dal cyberbullismo all’omofobia, dall’ hate speech al razzismo.
  • Webinar 2 (19/11) – IL KIT DEL BUON INTERNAUTA – Come affrontare la mancata percezione dei rischi da parte dei più giovani nei riguardi di azioni illecite e illegali.
  • Webinar 3 (26/11) – LA PALUDE delle Challenge – Dai selfie estremi alle sfide in Rete che mettono a rischio l’incolumità dei ragazzi.
  • Webinar 4 (03/12) – IL VALICO dei giochi online – dalla dipendenza da gaming all’alienazione dei più giovani
  • Webinar 5 (10/12) – Il GHIACCIAIO degli istinti – Come gestire la propria immagine intima online. A cosa può portare la trasgressione e il superamento dei limiti.
  • Webinar 6 (17/12) – L’ISOLA CHE NON C’E’ – il tema della corresponsabilità per poter trasmettere dei veri messaggi educativi

La scuola in ginocchio

Cuzzupi: il Governo ha messo in ginocchio anche la scuola!

Le ultime decisioni assunte dal Governo Centrale in merito alla scuola hanno, di fatto, messo in ginocchio l’istituzione con tali danni di credibilità e funzionalità che solo l’alto senso di responsabilità del personale scolastico tutto, dirigenti, docenti, personale ATA, potrà evitare una definitiva deriva.

Con queste parole il Segretario Nazionale UGL Scuola Ornella Cuzzupi, delinea il quadro che si sta componendo in queste ore in merito alla scuola: “Era evidente che non ci fossero le condizioni ottimali per portare avanti un concorso che impegna decine di migliaia di docenti; era evidente che la soluzione più pratica – considerato il momento – fosse di trovare il mezzo per assumere tutti i supplenti in forza; era evidente che gli interventi sulla scuola, compreso i fantomatici banchi, erano solo dichiarazioni di facciata mentre nulla, ripeto nulla, si è fatto per dotare la scuola, in ben sei mesi, di servizi efficienti che riuscissero a far fronte all’emergenza che stiamo vivendo.”

Adesso si pongono linee di demarcazione tra regioni e, soprattutto, tra una classe e l’altra dello stesso ordine di scuola in merito alla didattica in presenza, oltre a improbabili percentuali le cui logiche sfuggono. Il tutto in un arrampicarsi sugli specchi, senza alcun obiettivo didattico!

Non è così che si porta avanti un’Istituzione fondamentale per il Paese come la scuola! – continua il Segretario Nazionale – No, la didattica è una cosa seria e un Governo serio avrebbe dovuto prendere atto già da mesi dello scenario che si stava componendo. Da parte nostra abbiamo in tutti i modi cercato un dialogo che, per pregiudizi e preconcetti politici astratti e campati in aria, ci è stato negato. Questi sono i risultati delle imposizioni volute da un esecutivo che corre dietro ai problemi senza mai riuscire a proporre soluzioni adeguate, chiare, condivise. Noi saremo vicini a tutti i lavoratori della scuola e, considerando il già preannunciato Stato di Agitazione, disponibili a verificare caso per caso le azioni da intraprendere per difendere la scuola.”

Federazione Nazionale UGL Scuola 

Il Segretario Nazionale

Orrnella Cuzzupi

Da oggi via alle lezioni online alle superiori. I laboratori restano in presenza

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Il premier, Giuseppe Conte, firma il Dpcm che introduce una nuova stretta per contrastare l’espandersi dell’epidemia. Le nuove norme entrano in vigore oggi, in sostituzione di quelle del Dpcm del 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020. Vediamo le novità per la scuola.

Misure valide su tutto il territorio nazionale
Nelle secondarie di secondo grado il 100% delle attività si svolgerà tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza per l’uso dei laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e, in generale, con bisogni educativi speciali. Nelle scuole dell’infanzia, in quelle del primo ciclo di istruzione (scuole primarie e medie) e nei servizi educativi per l’infanzia le attività didattiche continueranno a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.

Riunioni collegiali on line
Le riunioni degli organi collegiali potranno svolgersi solo a distanza. Il loro rinnovo, previsto in questo periodo, avverrà anch’esso a distanza, nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni.

Sospesi i viaggi d’istruzione
Restano sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, fatte salve le attività di scuola-lavoro.

Stop ai concorsi
Il Dpcm sospende anche lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private. Da oggi e fino al 3 dicembre prossimo, dunque, sono sospese le prove del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado che saranno comunque ricalendarizzate. Ad oggi, intanto, oltre il 60% dei candidati ha già svolto le prove. Il Ministero avvierà la correzione degli scritti delle procedure già effettuate.

Misure per i territori con scenari di maggiore gravità
Nelle aree che dovessero essere caratterizzate da scenari di «elevata gravità e da un livello di rischio alto», che saranno individuate con ordinanza del ministro della Salute, per la scuola varranno le stesse misure previste a livello nazionale. Il Dpcm prevede misure più restrittive per la scuola nelle aree che dovessero, invece, essere caratterizzate da uno scenario di «massima gravità e da un livello di rischio alto». Queste aree dovranno sempre essere individuate con apposita ordinanza del ministro della Salute. Per la didattica, in caso di misure, più restrittive:resteranno in presenza la scuola dell’infanzia, i servizi educativi per l’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Le attività didattiche in tutti gli altri casi si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza. Resta comunque salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e in generale con bisogni educativi speciali.

Nuovo DPCM: ecco le Regioni gialle, arancioni e rosse (ORDINANZA). Quali scuole chiudono, cosa posso fare e cosa no

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Dpcm del 3 novembre divide l’Italia in diverse zone, alcune misure sono valide sull’intero territorio, altre sono specifiche per le aree caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto, altre ancora per le aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto. Le misure entreranno in vigore da venerdì 6 novembre. Le regioni che rientrano nelle diverse aree sono state fornite dal Primo Ministro in diretta.

Scarica l’ordinanza

Misure scuola valide sull’intero territorio nazionale, zone gialle

Abruzzo, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia di Trento e Bolzano, Sardegna Toscana, Umbria, Veneto

Didattica a distanza al 100% superiori – Permane la possibilità di svolgere attività in presenza per l’uso dei laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e, in generale, con bisogni educativi speciali.

Infanzia, primaria, secondaria primo grado – Resta in presenza

Mascherina obbligatoria anche al banco – Uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.

Riunioni collegiali – Solo a distanza.

Viaggi di istruzione – Sono sospesi. Restano sospese anche le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, fatte salve le attività PCTO.

Università – chiuse, lezioni a distanza.

Cosa non si può fare

Nelle stesse zone gialle non è consentito uscire dopo le 22 se non per comprovate esigenze, ovvero per motivi di lavoro, salute ed emergenze. Necessaria, per spostarsi dalle 22 alle 5, l’autocertificazione.

Chiusi i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi.

Chiusi musei e mostre.

Zone caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto (arancioni)

Puglia e Sicilia

Queste aree devono sempre essere individuate con apposita ordinanza del Ministro della Salute.

Per la scuola sono valide le stesse misure previste a livello nazionale.

Cosa non si può fare

Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi.

Chiusura dei bar e ristoranti sette giorni su sette.

Chiusi musei e mostre.

Zone caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (rosse)

Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta

Queste aree devono sempre essere individuate con apposita ordinanza del Ministro della Salute.

Restano in presenza la scuola dell’infanzia, i servizi educativi per l’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Le attività didattiche in tutti gli altri casi si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.

Resta comunque salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e in generale con bisogni educativi speciali.

Le disposizioni del Decreto sono efficaci fino al 3 dicembre 2020.

Cosa non si può fare

Chiuse mostre e musei.

Chiusi i centri estetici ma aperti i parrucchieri.

Chiusi i negozi esclusi i negozi di generi alimentari.

Chiusi e bar ristoranti sette giorni su sette.

E’ vietato ogni spostamento anche all’interno del proprio Comune in qualsiasi orario.

Regioni che avevano già previsto la sospensione della didattica in presenza

Campania: la Regione, con ordinanza n. 86 del 30 ottobre, aveva già previsto la didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Puglia: la Regione, con ordinanza n. 407 del 27 ottobre, aveva già stabilito la sospensione delle attività didattiche in presenza per le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo grado) fino al 24 novembre.

Umbria: la Regione, con ordinanza n. 69 del 30 ottobre, aveva già previsto la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado fino al 14 novembre.


Concorso straordinario, Ministero conferma stop prove dal 5 novembre. Nuovo calendario appena possibile

da OrizzonteScuola

Di redazione

Le misure del nuovo Dpcm entreranno in vigore da giorno 6 novembre, a dirlo in diretta il Primo Ministro Conte che ha illustrato i contenuti del nuovo intervento normativo per arginare l’emergenza COVID. Le misure di stop per il concorso straordinario entreranno però in vigore già da domani. A riferircelo fonti del Ministero ad un nostro quesito sull’entrata in vigore del nuovo DPCM.

A conferma anche una nota dell’USR Lombardia “A seguito di numerosi quesiti pervenuti per le vie brevi, verificata la situazione generale e le specifiche condizioni logistico-organizzative, si precisa che le prove scritte delle procedure concorsuali ex D.D. 510/20 previste per la giornata di domani, 05 novembre 2020, non si svolgeranno e saranno successivamente ricalendarizzate.”

Avviso concorso USR Lombardia

Aggiornamento: “Con riferimento al concorso straordinario per la scuola secondaria, il Ministero conferma la sospensione delle prove scritte a partire dalla giornata di domani. Sarà nostra cura pubblicare un nuovo calendario non appena sarà possibile riprendere la procedura concorsuale. Intanto si procederà con la correzione delle prove già svolte“. E’ la nota diffusa dal ministero dell’istruzione.

Nuovo Dpcm, Ministero Istruzione: le misure si applicano dal 6 novembre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministero dell’istruzione fa chiarezza circa l’entrata in vigore delle nuove misure restrittive anti Covid contenute nell’ultimo Dpcm del 3 novembre.

L’entrata in vigore delle misure slitta al 6 novembre.

Qui la sintesi per tutti i provvedimenti per la scuola

Nuovo DPCM: no a docenti in aule vuote, organizzare lavoro ATA. I possibili scenari

da OrizzonteScuola

Di redazione

Emergenza Coronavirus: il DPCM del 3 novembre 2020, firmato dal Presidente Conte, presenta vari scenari. Uno di questi riguarda “Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”, quella che in maniera sommaria viene definita “zona rossa”.

In questo paragrafo del documento si legge “i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile.”

Spostiamoci alla scuola, luogo pubblico per eccellenza.

Nelle regioni con  rischio elevato

  • Nelle secondarie di secondo grado il 100% delle attività si svolgerà tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza per l’uso dei laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e, in generale, con bisogni educativi speciali.
  • Resteranno in presenza la scuola dell’infanzia, i servizi educativi per l’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Le attività didattiche in tutti gli altri casi si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.

A parte la possibilità di attività in presenza per l’utilizzo dei laboratori e per l’attuazione dell’inclusione degli alunni con disabilità, può ancora sussistere la presenza degli insegnanti in aule vuote, come determinata dalla nota ministeriale del 26 ottobre 2020, in cui abbiamo letto ““Le istituzioni scolastiche continuano ad essere aperte, e in presenza, nell’istituzione scolastica, opera il personale docente e ATA, salvo i casi previsti al paragrafo 2. ” [QSA o isolamento fiduciario]”

Fortunatamente la nota proseguiva con “La dirigenza scolastica comunque, in caso di necessità, può adottare particolari e differenti disposizioni organizzative” e questo ha permesso a numerosi Dirigenti Scolastici di assicurare con buon senso la disponibilità delle aree scolastiche, limitando al massimo i rischi di contagio. Ma non sono mancate criticità.

Il lavoro degli ATA

Già il DL Agosto autorizza al lavoro agile nei casi di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica.

“Al personale scolastico e al personale coinvolto nei servizi erogati dalle istituzioni scolastiche in convenzione o tramite accordi, non si applicano le modalità di lavoro agile di cui all’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 tranne che nei casi di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica”.

Adesso, con questa ulteriore “stretta” si attende di conoscere le determinazioni del Ministero in merito.

Nuovo Dpcm, a Conte la Dad pesa ma se il Covid non rallenta riguarderà sempre più alunni: ira Regioni

da La Tecnica della Scuola

Pesa tanto il ritorno alla DaD per oltre due milioni e mezzo di studenti delle superiori, oltre che per gli alunni di seconda e terza media delle zone più a rischio. La decisione presa con il nuovo Dpcm, in vigore dal 6 novembre, non è stata facile da digerire, nemmeno da parte del Governo. Nella conferenza stampa di illustrazione del decreto, lo ammette pure il premier Giuseppe Conte.

Le parole del premier

Per il presidente del Consiglio, come già scritto, “mandare in Dad degli studenti è un fatto che pesa molto. E appena la curva rientrerà sotto controllo una delle prime misure sarà restituire la didattica in presenza a quanti più alunni possibili“.

Conte ha anche difeso la scelta del Governo di non adottare un unico provvedimento in tutto il Paese, come chiedevano invece alcuni governatori: “se lo avessimo fatto avremmo ottenuto un duplice effetto negativo, non saremo intervenuti con misure veramente efficaci dove c’è un maggior rischio e avremo imposto misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave”.

Il premier, quindi, ha spiegato che bisogna “necessariamente intervenire per rallentare la circolazione del virus”, poiché i sistemi sanitari di “molte regioni rischiano di andare in sofferenza” nelle prossime settimane. Dunque le scelte sono obbligate: “non abbiamo alternative, dobbiamo affrontare queste restrizioni per raffreddare la curva”.

La “stretta” stavolta è seria. In base al grado di diffusione del Covid, ricordiamo che Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta sono nella zona rossa, mentre Puglia e Sicilia sono state messe nella zona arancione, il resto d’Italia in zona gialla.

Aggiornamenti periodici sui dati ufficiali

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha già firmato le ordinanze con i dati dell’ultimo monitoraggio e le misure resteranno in vigore, almeno per quanto riguarda le zone rosse, per “almeno due settimane”.

I dati relativi alle Regioni inserite nelle zone gialla e arancione saranno invece aggiornati ogni settimana e, in caso di peggioramento, ci sarà il passaggio automatico nella fascia più alta e l’applicazione di misure più ancora più rigide e limitanti per i cittadini.

Intanto, però, il premier e il CdM si devono sorbire i rimproveri delle regioni. Con tanto di decisioni opposte prese da alcuni governatori, come Vincenzo De Luca (Campania) e Michele Emiliano (Puglia), che a breve confermeranno la chiusura delle scuole primarie e medie.

Musumeci: non ci sono spiegazioni della scienza

C’è pure chi – come il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, commentando l’inserimento dell’Isola nella “zona arancione” – chiede al Governo la collocazione tra i territori meno a rischio di contagiosità.

“La scelta del governo nazionale di relegare la Sicilia a ‘zona arancione’ appare assurda e irragionevole. L’ho detto e ripetuto stasera al ministro della Salute Speranza, che ha voluto adottare la grave decisione senza alcuna preventiva intesa con la Regione e al di fuori di ogni legittima spiegazione scientifica”, ha spiegato Musumeci.

IL TESTO DEFINITIVO IN PDF

ALLEGATI AL DPCM

IL DECRETO IN GAZZETTA

Il presidente siciliano ha quindi tenuto a produrre “un dato per tutti, oggi la Campania ha avuto oltre quattromila nuovi positivi; la Sicilia poco più di mille. La Campania ha quasi 55 mila positivi, la Sicilia 18 mila. Vogliamo parlare del Lazio? Ricovera oggi 2.317 positivi a fronte dei 1.100 siciliani, con 217 in terapia intensiva a fronte dei nostri 148. Eppure, Campania e Lazio sono assegnate a ‘zona gialla’. “Perché questa spasmodica voglia di colpire anzitempo centinaia di migliaia di imprese siciliane? – incalza il governatore – Al governo Conte chiediamo di modificare il provvedimento, perché ingiusto e ingiustificato. Le furbizie non pagano”, ha concluso Musumeci.

Fontana: uno schiaffo alla Lombardia

A lamentarsi, pure tanto, è stato il governatore della Lombardia Attilio Fontana. La Regione dall’inizio della pandemia è quella che più ha sofferto e che continua ad avere gli indici più alti. “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, non sono state neppure prese in considerazione”.

Fontana parla di “uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita” dice definendo la decisione “grave e inaccettabile”.

Conte nega scelte politiche

Il premier però rifiuta qualunque ipotesi di accordo nel governo per mettere in difficoltà le regioni governate dal centrodestra. “I criteri – ha sottolineato Conte – sono predefiniti e oggettivi e sfuggono ad ogni contrattazione, non si negozia sulla pelle dei cittadini”.

Pure il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia difende il Dpcm, che “non esautora” le Regioni.

Il confronto con i governatori andrà comunque avanti e sarà necessario riuscire a ritrovare quell’unità invocata più volte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nota 5 novembre 2020, AOODPIT 1990

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

ai Dirigenti Scolastici e ai Coordinatori Didattici delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione
ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
ai dirigenti titolari degli Uffici scolastici Regionali per l’Umbria, la Basilicata e il Molise
e, p.c., al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano all’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano all’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura per la Provincia di Trento al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta

Oggetto: DPCM 3 novembre 2020