Risposta alla Ministra

Il presidente della Regione Puglia, dalla sua pagina facebook, risponde al comunicato della ministra dell’Istruzione:

Il Ministro Azzolina mi preannunzia una generica richiesta di ritiro o correzione della mia ordinanza n. 413 che ha reso immediatamente e temporaneamente obbligatoria l’organizzazione della Didattica a Distanza sincrona anche nelle scuole del ciclo primario.

Il mio provvedimento è stato reso necessario ed urgente dall’elevato numero di studenti, insegnanti, personale scolastico e loro familiari contagiati e posti in quarantena, che ha determinato una situazione di rischio epidemiologico elevato. Parliamo di migliaia di persone.

Come si può da parte di un ministro preannunciare con un comunicato stampa, senza anticipare alcuna motivazione, una richiesta di modifica o ritiro di un provvedimento urgente emesso da un presidente di regione con grande sofferenza e rispetto verso il mondo della scuola al solo fine di prevenire ulteriori contagi?

Nella pubblica amministrazione si agisce per atti. La Regione Puglia è sicura di avere adempiuto in ogni modo possibile al dovere di collaborazione con la scuola pugliese e continuerà a farlo sempre.
E nonostante non condivida toni e contenuto della nota del Ministro, proverò in ogni modo a non polemizzare, ma a collaborare al fine di garantire la tutela di studenti, docenti, personale scolastico e famiglie pugliesi.

Qui di seguito vi riporto, punto per punto, la mia risposta al comunicato del Ministro.

1) Alla luce dei dati epidemiologici, ho disposto con ordinanza n. 407 del 28 ottobre 2020 la sospensione temporanea della didattica in presenza per tutte le scuole di ogni organo e grado.

2) Il Tar di Bari il 6 novembre ha sospeso la mia ordinanza n. 407 con decreto monocratico del giudice. L’effetto di tale pronunciamento è stato la ripresa della didattica in presenza nelle scuole.

3) Il Tar di Bari ha sospeso l’ordinanza n. 407 avendo “Rilevato il profilo di inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad attivare subito la Dad”: queste non sono parole del Presidente Emiliano, come erroneamente riporta la nota del ministero, bensì sono parole pubblicate nel decreto monocratico del Tar di Bari (consultabile qui http://bit.ly/tar680-20)

4) Il giorno stesso, nell’adeguarmi al decreto monocratico del Tar di Bari, ho emanato l’ordinanza n. 413 del 6 novembre, per consentire agli studenti che lo richiedano di scegliere la Didattica a distanza, disponendo altresì che tutte le scuole attivino la Dad.

5) Sottolineo che la mia ordinanza n. 407 di divieto temporaneo della didattica in presenza, non è stata annullata, ma solo sospesa dal Tar di Bari e nulla esclude che il Tar muti orientamento quando si svolgerà la Camera di consiglio collegiale, fissata il prossimo 3 dicembre.

6) Le mie parole rivolte al personale scolastico, agli alunni e studenti, ai dirigenti, alle famiglie sono sempre state di estremo rispetto e gratitudine per l’enorme impegno messo nell’attuazione delle misure di prevenzione. Un impegno che purtroppo non è bastato a tenere fuori dalle classi il virus, come dimostrano i dati epidemiologici.

7) La disponibilità a dialogare con il Ministero è massima al fine di garantire l’equilibrio tra diritto alla salute e diritto all’istruzione, in tempo di pandemia.

8) La nostra ordinanza, ha carattere temporaneo e quindi non può definire un modello scolastico alternativo a quello individuato dalla Costituzione. L’ordinanza si limita a definire la Didattica a distanza come uno strumento di tutela della salute pubblica temporaneamente insostituibile, data la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per pandemia e gli alti contagi che il mondo della scuola, e più in generale la Regione Puglia, registra nel periodo di vigenza dell’ordinanza stessa.

9) L’ordinanza n. 413 è scritta in pedissequa applicazione del Piano Scuola del Ministero dell’Istruzione: “Qualora l’andamento epidemiologico dovesse configurare nuove situazioni emergenziali a livello nazionale o locale – è scritto nel Piano – sulla base di un tempestivo provvedimento normativo, potrebbe essere disposta nuovamente la sospensione della didattica in presenza e la ripresa dell’attività a distanza, attraverso la modalità di didattica digitale integrata. […] Si dovranno necessariamente e preliminarmente individuare le modalità e le strategie operative per garantire a tutti gli studenti le stesse possibilità, in termini di accesso agli strumenti necessari per una piena partecipazione. Allo stesso fine, il Piano annuale di lavoro del personale Ata è integrato con le previsioni per il lavoro agile. […] L’Amministrazione attiva inoltre la prosecuzione degli specifici protocolli con gli ordini degli psicologi per la gestione degli effetti emotivi del Lockdown sugli alunni, sul personale della scuola e sulle famiglie […]. (Per leggere il testo completo del Piano scolastico per la Didattica digitale integrata http://bit.ly/linee-guida-pag15-16).

10) Il Ministero ha scelto di erogare tutte le risorse citate nel comunicato stampa, quali quelle per la didattica digitale, per interventi di edilizia leggera o per l’affitto di spazi aggiuntivi, direttamente alle Istituzioni Scolastiche, a Comuni e Province senza prevedere alcun ruolo programmatorio o di coordinamento in capo alla Regione. Relativamente agli stanziamenti per le manutenzioni straordinarie previste nell’ambito del Piano Regionale per l’Edilizia Scolastica, non vi è, al momento, alcun ritardo, imputabile alla Regione, detti finanziamenti sono stati assegnati agli enti locali. Per dare il segno della nostra costante vicinanza alla scuola pugliese cito per tutti il caso del grande istituto scolastico Nervi, Fermi, Cassandro di Barletta, che aveva presentato lesioni delle strutture portanti tali da non consentire l’inizio dell’anno scolastico per più di 1800 alunni: la Regione Puglia e in particolare il Presidente esercitando i poteri di protezione civile è intervenuto realizzando i lavori di consolidamento in meno di due mesi investendo 4 milioni di euro di pertinenza della Regione Puglia (in sostituzione del Ministero dell’Istruzione).

11) In tema dei trasporti, se ce ne sarà bisogno, la Regione è pronta a stanziare risorse aggiuntive per incentivare il numero di corse e di mezzi per tutelare dal rischio del contagio da Covid gli studenti che frequentano le lezioni in presenza, adeguando l’offerta sulla base della domanda, anche ricorrendo al supporto delle società private.

12) Dal punto di vista epidemiologico: in un solo mese dall’apertura delle scuole sono risultati positivi almeno 417 studenti, 151 positivi tra docenti e personale scolastico e almeno 286 scuole sono entrate in contatto con casi covid. E migliaia e migliaia sono gli studenti e il personale scolastico attualmente in isolamento per contatto stretto avvenuto a scuola con casi positivi.

Pieno sostegno alla comunità scolastica pugliese

Scuola, Ministero: pieno sostegno alla comunità scolastica pugliese. Regione Puglia ritiri o corregga ordinanza. Istruzione non è servizio a domanda individuale

Stanno pervenendo al Ministero dell’Istruzione numerose segnalazioni da parte della comunità scolastica pugliese e delle famiglie che manifestano confusione e disorientamento rispetto ad alcuni contenuti dell’ordinanza emanata dalla Regione e alle pronunce di diverso segno da parte del giudice amministrativo pugliese dei giorni scorsi.

Nelle prossime ore, nell’ambito dell’esercizio dei consueti canoni di leale cooperazione tra Istituzioni, verrà formalizzata da parte del Ministero dell’Istruzione una richiesta di ritiro o revisione dell’ordinanza regionale che tenga conto di quanto previsto, con grande chiarezza, dal Dpcm dello scorso 3 novembre per le zone cosiddette ‘arancioni’, Puglia compresa, a tutela del diritto all’istruzione delle studentesse e degli studenti pugliesi, dell’autonomia scolastica, nonché dei principi che sono alla base del Sistema Nazionale di Istruzione.

L’obiettivo è scongiurare un insostenibile conflitto tra scuole e famiglie, alimentato da indicazioni che incentivano scelte unilaterali da parte di queste ultime sull’attivazione della didattica a distanza. Una modalità che rischia di costituire un’interruzione di quel dialogo e di quella ricerca di soluzioni condivise su cui si basa da sempre la comunità scolastica stessa, oltre che di trasformare l’Istruzione in un servizio a domanda, quale non è e non può essere, specie nella fascia dell’obbligo. A dirlo è la Costituzione, che non prevede una indiscriminata e pericolosa regionalizzazione del sistema di Istruzione.

C’è poi la necessità di preservare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche da interventi di dubbia legittimità e congruità previsti dall’ordinanza.

Verrà richiesta anche la condivisione di tutti i dati che hanno motivato la decisione regionale, insieme ad una relazione sugli interventi compiuti da parte delle autorità sanitarie e locali competenti per un’adeguata organizzazione complessiva del nuovo anno scolastico, secondo le indicazioni contenute nel cosiddetto “Piano scuola”, approvato a giugno anche dalle Regioni, Puglia compresa. Relazione che dovrà contenere, inoltre, una puntuale indicazione in merito alle iniziative poste in essere per garantire modalità efficienti di organizzazione del trasporto locale correlato alle esigenze di riapertura delle scuole, all’utilizzo delle risorse stanziate e all’attuale attività di programmazione in vista del futuro ritorno a scuola anche delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria di secondo grado.

Intanto il Ministero ricorda che quest’anno sono stati già oltre 510 i milioni di euro stanziati per le scuole pugliesi, tra fondi per l’edilizia e risorse per l’emergenza, e lo fa in risposta alle parole pronunciate dal Presidente Michele Emiliano nei confronti del sistema scolastico e, in particolare, del Ministero stesso, accusati di non essersi preparati a sufficienza per la ripartenza e per l’eventuale ricorso alla didattica digitale, compresa quella a distanza. Parole che non rendono giustizia al grande lavoro portato avanti fin qui dai docenti, dai dirigenti scolastici, dal personale della scuola tutto, compresi i funzionari e i dirigenti del Ministero e dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, che questa estate hanno lavorato incessantemente per un rientro in sicurezza e anche per preparare il sistema scuola all’eventuale ritorno alla didattica digitale a distanza.

A testimoniare questo impegno non ci sono solo i numerosi tavoli regionali che si sono svolti nei mesi scorsi, ma anche tutta la documentazione prodotta, comprese le Linee guida per la didattica digitale integrata fornite alle scuole già in agosto sia per poterla utilizzare, in modo complementare, fin da settembre, nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, sia per fronteggiare un eventuale ritorno alla didattica a distanza.

Guardando ai dati:

  • Sono oltre 47,5 i milioni stanziati per la didattica digitale nelle scuole pugliesi per investimenti su piattaforme, formazione del personale, per l’acquisto di tablet, pc, connessioni, kit digitali per gli studenti meno abbienti e non solo.
  • Il fabbisogno di circa 20.000 dispositivi e strumenti digitali per studenti e studentesse in difficoltà registrato in Puglia per la didattica a distanza è stato soddisfatto: grazie alle risorse nazionali e del PON ne sono già stati acquistati, ad oggi, 27.634. E altre risorse sono in arrivo.
  • Oltre 24 milioni sono stati assegnati alle scuole della Puglia per la ripartenza, attraverso il decreto “Rilancio”. Fondi che hanno consentito di attrezzare gli edifici scolastici con igienizzanti, segnaletica, di fare piccoli interventi di manutenzione, di acquistare ulteriori strumenti digitali per le classi.
  • Altri 3 milioni erano già stati assegnati in precedenza con il decreto Cura Italia, per garantire idonee condizioni igienico-sanitarie dei locali e dispositivi di protezione e igiene personale per l’intera comunità scolastica, anche durante gli Esami di Stato del secondo ciclo.
  • Sono 155.439 i nuovi banchi monoposto, 45.269 le sedute innovative per le scuole pugliesi.
  • Sempre per l’emergenza e la ripartenza, alla Puglia sono stati assegnati oltre 152 milioni per assumere organico aggiuntivo a tempo determinato fra Ata e docenti.
  • Quasi 34 milioni sono stati assegnati agli Enti locali per interventi di edilizia leggera, affitto di spazi aggiuntivi per l’emergenza e per il loro adeguamento all’uso per la didattica. Risorse che si sommano agli oltre 234 milioni assegnati quest’anno alla Regione e agli Enti locali per l’edilizia scolastica intesa come manutenzione straordinaria, piani di messa in sicurezza, antincendio, indagini sui solai.

Il Ministero sta monitorando la spesa relativa ai fondi per l’edilizia leggera da parte degli Enti locali. In Puglia, ad oggi è stato speso il 61,94% delle risorse assegnate rispetto al totale. Quanto alle risorse per affitti, noleggi e adeguamento spazi, solo il 42% degli enti locali beneficiari della Regione Puglia che sono stati autorizzati ha attivato ad oggi contratti di affitto e noleggio per garantire il distanziamento imposto dall’emergenza Covid.

La preparazione del sistema scolastico è stata lunga e accompagnata da importanti finanziamenti. Il Ministero è al fianco delle scuole e a supporto delle famiglie, delle studentesse e degli studenti, per garantire a tutti e a ciascuno il fondamentale diritto all’istruzione, da tutelarsi anche rispetto a ogni forma di possibile arbitrio.

Le regole non sono il gioco

Le regole non sono il gioco

di Maria Grazia Carnazzola

1. Per Iniziare

Un gruppo di cacciatori lascia l’accampamento al mattino, marcia per cinque chilometri in direzione sud e da lì per cinque chilometri in direzione ovest. A questo punto i cacciatori uccidono un orso. Poi marciano per cinque chilometri in direzione nord e giungono al loro accampamento. Di che colore è la pelliccia dell’orso?”. Tentare di trovare una risposta a questo gioco- rompicapo, ripreso da “Guardarsi dentro rende ciechi” di Paul Watzlawick, credo possa portare in evidenza le differenze che ci sono tra “gioco” e “regole del gioco”. Così come è formulato, il gioco-problema contiene tutte le informazioni necessarie alla soluzione, ma la scarsa consapevolezza della differenza tra gioco e regole, esplicitate o implicite, e della loro natura convenzionale, fa pensare che questa sia una barzelletta di cui bisogna capire il senso. O a un problema mal formulato che bisogna risolvere ricorrendo a regole conosciute. In genere si parte dalla premessa che nessun triangolo può avere due angoli retti, per cui si prova e si riprova, si controllano e si ricontrollano le deduzioni. Difficilmente si arriva a mettere in discussione le premesse perché queste hanno provato la loro corretta efficacia in molte situazioni del passato.

2. Premesse e deduzioni.

Quello che voglio mettere in evidenza è sia che facciamo fatica a mettere in discussione le regole che hanno dimostrato la propria efficacia e correttezza nel passato, sia a cogliere le situazioni che ci si presentano come un gioco nuovo e inedito. Lo sperimentiamo in questo particolare periodo in tutti i settori della vita personale, familiare, istituzionale e sociale. Ma di quale gioco si tratta? Con quali regole? Quali e quanti giocatori? Restringendo il campo al mondo della scuola, in tutta la confusione che via via sta aumentando, nel turbinio di assonanze, di neologismi recanti innovazioni miracolose la domanda rimane: cosa vanno a fare i bambini e i ragazzi a scuola? A scuola si va per imparare qualcosa di “scientifico” che, partendo dal sapere del senso comune, permetta di comprendere l’interazione tra i fenomeni sociali e naturali attraverso gli strumenti culturali e le solide categorie interpretative (rigorosi approcci disciplinari) che permettono la costruzione di quell’ atteggiamento critico fondamentale per essere cittadini attivi. Tornando alla questione del gioco, bisogna distinguere le regole, che possono essere condivise e replicate, dal gioco, fatto personale, intimo, sempre nuovo e diverso. Questo scritto di Camilleri, in chiusura di “U iocu d’a musca”, credo valga più di mille spiegazioni. Alla minuzia della descrizione del gioco, segue una secca chiusura di carattere emotivo. “Sono fermamente persuaso che nel corso di questo gioco, durato anni, si sono decisi i nostri destini individuali…E così qualcuno divenne gangster, un altro ammiraglio, un terzo uomo politico. Per parte mia, a forza di raccontarmi storie vere e inventate in attesa della mosca, diventai regista e scrittore”.

3. La scuola: le regole e il gioco.

Il gioco della scuola è una questione molto seria, ha un contenuto, ha delle regole e presuppone che i giocatori, alunni e docenti, giochino con passione e conoscano, tutti, l’obiettivo dello “stare a scuola”, in presenza o a distanza.

3.1 Le regole.

Lezioni in presenza, a distanza, distanziamento, sanificazione, mascherine, areazione, banchi a rotelle, ingressi differiti, giustificazioni per l’attività in presenza, per quella on line, registrazione delle presenze, quarantena, durata delle lezioni, intervalli… tutto vorrebbe essere regolamentato. DPCM, regolamenti attuativi, linee Guida, note di chiarimento… una valanga di informazioni, qualche volta non proprio coerenti, in continuo mutamento che cercano di orientare tutti gli aspetti organizzativi, a volte riuscendoci e a volte no, proprio per l’effetto perverso legato all’eccesso di informazione per cui tanto si sa ma non sempre tanto si capisce. C’erano altre regole di cui nessuno parla più: favorire gli apprendimenti, costruire relazioni significative, favorire il collegamento organico tra educazione ed esperienza personale, sviluppare capacità critiche, valutare gli apprendimenti- l’insegnamento- l’organizzazione, promuovere la professionalità dei docenti, promuovere la cittadinanza…

Ora le lezioni si svolgono prioritariamente a distanza o in forma mista. Fanno eccezione, in questo momento, la scuola dell’infanzia, la primaria e la prima secondaria di primo grado. Per la Secondaria di 2^ grado, moduli di 40’ in modalità sincrona,20’ in modalità asincrona… altra lezione.

Che tipo di interazione, quale attenzione condivisa, quali mediazioni e confronti per un apprendimento significativo in 40 minuti di attività sincrona, è il problema. L’ integrazione tra sincrono/asincrono, per garantire il massimo di opportunità di interazione docente/allievi, impone una condizione: la capacità di utilizzare una serie supplementare di regole funzionali e di abilità tecnico-operative specifiche che permettano di gestire la direzione e il controllo della classe- sistema sociale-, da un lato, e il controllo dell’apprendimento individuale dall’altra. Comprendendo tra queste regole anche l’integrazione dei tempi in sincrono/asincrono. Il tempo non è l’obiettivo, che rimane l’apprendimento, ma una delle variabili. Le regole del gioco dell’insegnamento, restringendo la visuale sui docenti, possiamo riassumerle come segue.

-Pianificare, sul breve, medio, lungo periodo i risultati attesi, i contenuti, le strategie;
-predisporre ambienti di apprendimento adatti alle caratteristiche del gruppo;
– creare un clima di classe positivo: l’errore è funzionale agli apprendimenti;
-predisporre materiali differenziati di apprendimento e forme di feed-back flessibili e personalizzate; -organizzare e scandire i tempi;

-monitorare il lavoro individuale e del gruppo;
– organizzare i raggruppamenti degli allievi, coordinarne le attività modificando le strategie interattive; -mantenere la disciplina controllando e modificando i comportamenti disturbanti;
-verificare, valutare e notificare gli esiti;
– utilizzare la valutazione degli apprendimenti come retroazione sul proprio operare.

3.2 Il gioco.

Il gioco riguarda, invece, l’insegnamento in senso stretto e le scelte che ogni insegnante opera nell’immediato e in situazione, in relazione ai metodi didattici (le strategie) e ai comportamenti operativi che favoriscano l’interazione funzionale al raggiungimento degli obiettivi.

Se l’apprendimento di ciascuno e di tutti è l’obiettivo, come garantire il coinvolgimento attivo per accompagnare ogni studente verso il successo? S. Dehaene ci ricorda che i quattro pilastri su cui si fonda

l’apprendimento- e che rappresentano gli elementi del gioco nell’apprendimento scolastico- sono l’attenzione, il coinvolgimento attivo, il riscontro dell’errore e il consolidamento. A fare attenzione si impara, così come si impara la concentrazione e la voglia di sapere (motivazione), a mettersi alla prova e a consolidare quanto di nuovo imparato. Insegnare significa fare attenzione all’attenzione dell’altro: anche dal cosa e dal come si insegna/ impara oggi dipenderanno i destini individuali e collettivi di domani e dovremmo ricordarcelo ogni volta che entriamo e usciamo da un’aula scolastica. Così come dovremmo ricordarci che c’è conoscenza solo nella profondità e che l’informazione rappresenta la superficie: la nozione può essere appresa da tutti più o meno allo stesso modo, non tutti possono invece padroneggiare un concetto allo stesso livello perché appropriarsi di un concetto implica il riferimento all’esperienza soggettiva, alla sfera emozionale che riattiva altre esperienze e altre conoscenze personali. L’insegnamento che tende alla profondità, come ogni gioco, richiede la disponibilità a confrontarsi continuamente e con passione con l’incognita e con il rischio, come peraltro lo richiede ogni aspetto della vita. Anche questo, implicitamente ci dice Dehaene.

4. Conclusioni.

Che si tratti di insegnanti o di allievi, il gioco è quello di porre le condizioni, di creare le opportunità, i presupposti per il migliore dei mondi possibili, come dice H. Gardner, un mondo che ciascuno si creerà e contribuirà a creare. Non sappiamo quale e come sarà il migliore dei mondi possibili, ma come persone di scuola sappiamo, per certo, che il peggiore è quello fondato sui privilegi di pochi. I diritti di tutti possono essere tutelati non dal governo, non dalla scienza, non dalla tecnologia, ma dalla responsabilità di ciascuno di noi.

Per concludere, doverosamente, riporto la soluzione fornita da Watzlawick alla domanda “ … di che colore è la pelliccia dell’orso?” del gioco-problema proposto in apertura. “C’è un luogo soltanto sulla terra in cui questo accampamento può essere situato, vale a dire il Polo Nord: soltanto al Polo Nord è possibile dirigersi a sud, fare un angolo di 90°verso ovest e ritornare al punto di partenza, dopo aver fatto una seconda deviazione di 90°a destra (cioè a nord). Perciò i cacciatori devono aver ucciso un orso polare”.

BIBLIOGRAFIA

S. Dehaene, Imparare, Raffaello Cortina Editore, Milano 2019;
P. Watzlawick, Guardarsi dentro rende ciechi, TEA Pratica Ed., Milano 2018, p. 281; A. Camilleri, Piccola enciclopedia di giochi per l’infanzia, H. Beyle Edizioni, Milano; H. Gardner, Cinque chiavi per il futuro, Feltrinelli, Milano 2006;
L. Tomassucci Fontana, Fai lezione, La Nuova Italia, Firenze 1997.

LA GEOGRAFIA PER LA CITTADINANZA

Officine didattiche 2020: 24° Corso nazionale di formazione e sperimentazione didattica 13/14 novembre webinar gratuito

LA GEOGRAFIA PER LA CITTADINANZA

I prossimi 13 e 14 novembre 2020 sono in programma due giornate di webinar organizzati dall’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (www.aiig.it), sul “Geografia per la Cittadinanza”, nell’ambito delle Officine didattiche 2020 del 24° Corso nazionale di formazione e sperimentazione didattica.

Il corso in webinar, a partecipazione libera e gratuita, ha l’obiettivo di fornire idee, strumenti e competenze per migliorare l’insegnamento della Geografia nelle scuole di ogni ordine e grado. Il filo che unisce i webinar sarà l’educazione alla cittadinanza, allo sviluppo sostenibile e all’intercultura viste attraverso la metodologia dell’educazione geografica. Il corso è riconosciuto dal Miur come attività di formazione in servizio dei docenti di ogni ordine e grado, i soci AIIG in regola con liscrizione e i nuovi iscritti (https://www.aiig.it/aderisci/) potranno richiedere il certificato di partecipazione.

Il programma è appunto diviso nelle due giornate di venerdì 13 e sabato 14 novembre prossimi. Venerdì 13, dalle ore 16, la conferenza di apertura riguardante le “Nuove Geografie per educare alla cittadinanza”, a seguire, “Geografie e letterature”, “Strategie per superare la sufficienza nell’insegnamento della Geografia”, “Il cambiamento climatico in prospettiva geografica” e, a chiusura serata, “Insegnare l’antropocene in Geografia”. Sabato 14 invece, si partirà dalle 9 con “Educare alla cittadinanza attraverso il paesaggio” e il laboratorio della “Geografia in azione” con sei sessioni parallele; alle 12 sarà la volta di “Idee per la didattica digitale integrata asincrona della Geografia”, a seguire “L’Italia attraverso le vie d’Italia del Touring Club Italiano”, “Migrazioni e spazi transnazionali: l’intercultura come prassi, la cittadinanza come diritto” e chiusura con “Verso una consapevolezza geografica del mondo”.

Per iscriversi e ricevere i link alle diverse officine didattiche è necessario scrivere una mail a ufficiosociale@aiig.it.

La scuola digitale frena la crescita

da La Stampa

Chiara Saraceno

La situazione della pandemia è sicuramente grave e richiede responsabilità e sacrifici a tutti.

Purtroppo anche ai più piccoli e giovani. Ma occorre valutare bene quali sacrifici richiedere e quali costi comportano per i soggetti coinvolti.
Giovedì il comitato tecnico scientifico ha ufficialmente riconosciuto i costi della didattica a distanza per le bambine/i e adolescenti. Costi sul piano dell’apprendimento, ma anche del benessere piscologico e della fiducia, tanto più intensi e con effetti di medio-lungo periodo per coloro che erano già in condizioni di svantaggio. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, visto che da mesi almeno una parte dei pediatri, degli psicologi dell’età evolutiva, degli insegnanti, dell’associazionismo, denunciano quella che qualcuno ha chiamato una pandemia educativa. Ma decisamente troppo tardi.

Come era tristemente facile prevedere, la chiusura delle scuole e la reclusione degli studenti nelle loro camerette appare uno strumento troppo attraente per rinunciarvi, più semplice e a costo zero per le finanze pubbliche che chiudere i centri commerciali, le sale bingo e per le scommesse, le palestre.

Ci si è scandalizzati della giustificazione – “improduttivi”- addotta da chi vorrebbe isolare in casa i grandi anziani. Ma ci si dovrebbe scandalizzare altrettanto, se non di più, della sistematica sottovalutazione del costo sopportato dai più giovani, della gravità delle enormi restrizioni non tanto o solo alla loro libertà, ma alle loro opportunità di crescita, cui sono sottoposti dalla primavera scorsa: la scuola in presenza, innanzitutto, ma anche la possibilità di fare sport, di svolgere attività organizzate di tempo libero, che pure sappiamo essere importanti per una buona crescita. Costi che non hanno trovato nessuna compensazione. Non mi riferisco, ovviamente, a qualche indennizzo economico. Anche se sicuramente i più svantaggiati rischiano di accrescere le difficoltà che incontreranno nel mercato del lavoro: per l’insufficienza delle competenze acquisite, per l’abbandono precoce del percorso formativo a causa del venir meno della motivazione necessaria e di un ambiente che la sostenga. Mi riferisco a quanto si sarebbe dovuto fare e non si è fatto questa estate, salvo che da parte dell’associazionismo, per recuperare quanto si era perso. Al fatto che, programmando una didattica integrata in parte a distanza in parte in presenza per le superiori (prima della ripresa della pandemia) non ci si è posti né il problema della necessità di innovare la didattica stessa, né di approntare le forme di consulenza e sostegno necessarie per quei ragazzi che non hanno gli strumenti materiali o l’ambiente adatto. Un problema diventato macroscopico con il passaggio al 100 per cento di didattica a distanza che ora, nelle zone rosse, coinvolge anche i ragazzini più piccoli. Solo due settimane fa sono stati stanziati fondi per colmare il divario digitale che tuttora persiste nelle scuole. Anche nella scuola primaria, che per ora rimane teoricamente in presenza, la possibile e ricorrente messa in quarantena di singole classi o di interi plessi non trova una organizzazione preparata a riorientarsi tempestivamente. E si è continuato a far finta di ignorare che non tutti a casa hanno luoghi adatti allo studio, persone che possono dare una mano. Sarebbe necessario mettere a disposizione, anche in collaborazione con l’associazionismo, forme di appoggio a distanza e luoghi sicuri di prossimità, dove i ragazzi/e in piccoli gruppi possano trovare gli strumenti, l’ambiente, le relazioni necessarie ad accompagnarli in questi tempi difficili, a sostenerne la fiducia. Invece, quando si tratta di scuola, e dei più giovani, tutto è sempre all’insegna dell’emergenza e dell’improvvisazione. Alla fine, la delega è sempre alle famiglie (e alle loro disuguali risorse) e alla buona volontà dei singoli. —

Scuola, i disabili in classe ma non da soli: “Possono esserci piccoli gruppi di compagni”

da la Repubblica

Ilaria Venturi

Per non lasciare soli i disabili a scuola, che l’ultimo Dpmc autorizza a stare in presenza, arriva la nota del ministero che dà il via libera, ove possibile, al rientro in aula dei compagni a piccoli gruppi. E chiarisce al tempo stesso una questione che sta agitato le scuole sul lavoro a distanza: i docenti potranno essere autorizzati dai presidi a fare lezioni online da casa.

L’effetto paradossale che si era venuto a creare con la didattica a distanza nelle scuole superiori e per gli alunni degli ultimi due anni delle medie nelle Regioni rosse (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Calabria) era quello di istituti a rischio di trasformarsi di fatto scuole-speciali, centri diurni frequentati dai soli studenti con disabilità insieme ai docenti di sostegno. Senza compagni di classe, collegati a distanza.

Per mantenere “una relazione educativa che realizzi  effettiva inclusione scolastica”. in particolare per i più piccoli delle medie – scrive il Capo dipartimento del ministero all’Istruzione Marco Bruschi nella circolare emanata ieri – “i dirigenti scolastici, unitamente ai docenti delle classi interessate e ai docenti di sostegno, in raccordo con le famiglie, favoriranno la frequenza dell’alunno con disabilità nell’ambito del coinvolgimento anche, ove possibile, di un gruppo di allievi della classe di riferimento, che potrà variare nella composizione o rimanere immutato”.

Le scuole si devono dunque riorganizzare. “Ci stiamo attrezzando per chiedere a tre-quattro studenti per ogni classe di tornare in aula, dovremo costruire un progetto ad hoc di natura inclusiva” spiega Carlo Braga, preside dell’istituto tecnico Salvemini in provincia di Bologna, dove i disabili sono 74 su 1500 studenti.

Non sarà facile, la frequenza in presenza, recita il Dpcm e richiama la nota ministeriale, va garantita anche agli alunni Dsa, con bisogni speciali (Bes). Le scuole, scrive Bruschi, valutino per loro quali misure adottare se determinanti per l’apprendimento. In particolare

Altra attenzione deve essere data ai figli del personale sanitario impegnato nella lotta al Covid su “specifiche, espresse e motivate richieste”: anche per loro possono essere attivate, in ragione dell’età, “tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza”.

Poi c’è il capitolo del luogo di lavoro quando si da didattica a distanza. I docenti potranno lavorare da casa. Anche se il contratto sulla didattica digitale è ancora “un’ipotesi”, firmato per ora solo da Cisl e Anief. Un’apertura nella trattativa sindacale che il Capo dipartimento del ministero all’istruzione anticipa con la nuova circolare. Era un nodo poco chiaro che stava creando tensioni tra il corpo docente e i presidi nei licei e negli istituti professionali che col nuovo Dpcm sono passati alle lezioni online. Con situazioni paradossali: professori obbligati a cambiare aula (e pure sede, tra centrale e succursale) ad ogni ora come se i ragazzi fossero a scuola. L’obiettivo è evitare di lasciare spazi inutilizzati, l’effetto una girandola tra aule vuote, secondo l’orario costruito per la riapertura in presenza.

La prima nota di Bruschi lasciava già ai presidi la possibilità di autorizzare, in caso di necessità, il lavoro da casa. Ma di fatto pochi dirigenti lo autorizzavano interpretando l’obbligo della presenza, visto che le scuole non sono state chiuse. E così collezionando le proteste di una parte degli insegnanti: connessioni che collegandosi dalla scuola saltano, strumentazione digitale non adeguata. Cosa scrive ora il ministero? “Pertanto, sul personale docente, anche ai sensi dell’ipotesi di CCNI sulla DDI (didattica digitale integrato), la dirigenza scolastica, nel rispetto delle deliberazioni degli organi collegiali nell’ambito del Piano DDI, adotta, comunque, ogni disposizione organizzativa atta a creare le migliori condizioni per l’erogazione della didattica in DDI anche autorizzando l’attività non in presenza, ove possibile e ove la prestazione lavorativa sia comunque erogata”.

Tradotto: “anche autorizzando l’attività non in presenza” significa che si può essere autorizzati a lavorare da casa. Non che con quetso tutto sia risolto. C’è chi giudica “scorretto” dare direttive sull’ipotesi di un contratto ancora oggetto di trattativa. E rimane poco chiara la copertura Inail in caso di infortuni, ovvero come viene definito il luogo di lavoro? Se un docente si fa male mentre insegna a distanza da casa? La responsabilità è dei dirigenti scolastici.

Mascherina a scuola, “va tenuta anche al banco. I docenti possono cambiarla ogni 4 ore, gli alunni no”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Durante il Tavolo nazionale permanente, è intervenuto anche il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Agostino Miozzo.

Secondo quanto segnala l’ANP, Miozzo ha affermato che il CTS ha espresso consenso unanime per l’uso obbligatorio della mascherina durante tutte le attività scolastiche in presenza, anche con il distanziamento di 1 metro in contesto statico: la decisione è stata assunta in considerazione del fatto che in questo momento la curva epidemica è in preoccupante crescita e si rileva un rischio di contagio alto.

Non solo. Miozzo ha anche sottolineato che nei contesti sanitari, sicuramente più stressanti per l’integrità della mascherina chirurgica, la stessa viene cambiata ogni quattro ore. A scuola, quindi, tale tempistica potrà essere prevista solo per i docenti che dovessero svolgere attività didattica per più di quattro ore. Gli studenti, invece, potranno usare la medesima mascherina per l’intera giornata a scuola.

Il coordinatore del CTS ha, infine, puntualizzato che i dispositivi di protezione individuale a scuola possono anche essere di classe superiore a quelli previsti dai protocolli, ferma restando la necessità di valutazione da parte del medico competente e del RSPP in quanto, qualora si trattasse di DPI il cui uso presuppone una necessaria formazione specifica, se utilizzati male, potrebbero aumentare i rischi (come nel caso del filtrante facciale).

Coronavirus, Conte: “Scelta dolorosa passare alla didattica digitale. Limiteremo la misura allo stretto necessario”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

“No, su questo non torniamo indietro.  L’alternativa a questo sistema è chiudere ancora una volta il Paese con danni enormi per tutti. In questo caso mal comune non sarebbe mezzo gaudio, ma disastro per tutti”.

Ad affermarlo, in un’intervista  al ‘Corriere della Sera’, è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte in merito a eventuali alternative meccanismo che ha diviso l’Italia in tre fasce di rischio per contrastare la pandemia.

Sulla didattica a distanza: “Essere passati alla didattica a distanza in particolare per le scuole secondarie di secondo grado è stata una scelta molto dolorosa. Garantiremo comunque l’apertura dei laboratori e la presenza degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Limiteremo questa misura allo stretto necessario”.

Nuovo DPCM: da oggi zona gialla, arancione e rossa, cosa accade nella scuola. Attenzione a date ordinanze regionali e indicazioni per la didattica digitale

“Unità – sottolinea Conte – significa solidarietà, non omogeneità. Non sono giornate felici per le aree rosse. I cittadini sono costretti a un nuovo regime molto penalizzante perché sono misure che limitano la circolazione e rischiano di deprimere tanti ristoratori, esercenti attività commerciali e operatori economici. Ma anche le aree arancioni e gialle sono sottoposte a misure restrittive,pur differentemente graduate. Non facciamo tutto questo a cuor leggero. Solo così possiamo contrastare il Covid e vincere questa battaglia. Speriamo il più presto possibile”.

Nel commentare l’ultimo bollettino che parla di 446 morti e 37.809 nuovi casi positivi al Covid, il presidente del Consiglio evidenzia come questo treno stia “correndo sempre più veloce e dobbiamo
assolutamente fermarlo. È per questa ragione che abbiamo introdotto via via dei ‘riduttori di velocità’ con i primi Dpcm. Quando si obietta che la mascherina obbligatoria all’aperto e al chiuso non ha sortito effetti, rispondo che i contagiati, i decessi, i malati in terapia intensiva senza quest’obbligo sarebbero stati molti di più”.

Dirigenti scolastici, la legge 104 prevale sul vincolo triennale

da La Tecnica della Scuola

I nuovi dirigenti scolastici vincitori del concorso bandito nel 2017, in questi giorni ancora sotto la lente di ingrandimento del Consiglio di Stato, che dovrà pronunciarsi a breve sulla sorte dell’intera procedura annullata dal Tar Lazio nel luglio 2019, sono soggetti ad un vincolo triennale sulla sede di prima nomina.

In particolare, l’art.15 del bando di concorso prevede che i dirigenti assunti in quanto vincitori di concorso sono tenuti alla permanenza in servizio nella regione di inziale assegnazione per un periodo pari alla durata minima dell’incarico dirigenziale prevista dalla normativa vigente, ossia tre anni.

In occasione della procedura di mobilità per l’a.s. 2020/2021, alcuni dirigenti scolastici immessi nel ruolo dirigenziale in quanto vincitori dall’1.09.2019, hanno formulato domanda di mobilità interregionale, sebbene soggetti al vincolo triennale previsto dal bando, invocando la disciplina di favore di cui alla legge 104/92 in quanto disabili o assistenti congiunti disabili.

A fronte del diniego opposto da alcuni uffici scolastici regionali, vedi per tutti il Piemonte, che non hanno nemmeno esaminato le domande ritenendo le stesse del tutto irricevibili a fronte del vincolo triennale, ritenuto insormontabile, i dirigenti scolastici si sono rivolti alla magistratura del lavoro per rivendicare il loro diritto alla mobilità in ragione della precedenza prevista dalla legge 104/92.

Accogliendo le tesi difensive dell’avvocato Dino Caudullo (presidente della Sidels- Società Italiana di Diritto e Legislazione Scolastica), i Tribunali di Verbania e di Ivrea hanno ritenuto illegittima la condotta dell’amministrazione scolastica.

In particolare, i giudici del lavoro piemontesi hanno evidenziato che risulta illegittima la disposizione del bando di concorso, che esclude tout court il disabile o il lavoratore che assiste un congiunto disabile dalle operazioni di mobilità per i primi tre anni di servizio quale dirigente scolastico.

La previsione di un bando di concorso, infatti, non può porsi in contrasto con una norma prima di carattere imperativo quale è l’art. 21 o l’art.33 della legge 104/92, tenuto conto che la natura degli interessi che quest’ultima mira a tutelare, tutti di rilievo costituzionale, impone di riconoscere a detta disposizione carattere inderogabile.

Intercultura, domande entro il 10 novembre 2020

da La Tecnica della Scuola

Mancano pochi giorni al 10 novembre, data entro la quale gli studenti delle scuole superiori interessati a trascorrere un periodo di studio all’estero con Intercultura nell’anno scolastico 2021-22 potranno presentare domanda.

Anche per quest’anno il bando di concorso prevede che gli studenti che necessitano di un sostegno economico possano usufruire di una delle centinaia di borse di studio totali o parziali messe a disposizione da Intercultura. Novità di quest’anno: il nuovo programma annuale in Grecia e i nuovi programmi scolastici nel Regno Unito.

Chi può partecipare

I programmi scolastici all’estero sono rivolti prioritariamente a studenti delle scuole superiori sul territorio italiano nati tra il 1° luglio 2003 e il 31 agosto 2006.

Come partecipare

I programmi Intercultura sono a concorso. Per parteciparvi, tutti i candidati devono sostenere un percorso di selezione che inizia poco dopo la scadenza delle iscrizioni in una sede definita dal Centro locale di Intercultura della propria zona.

Intercultura valuta anche i risultati scolastici dell’anno in corso e degli ultimi due anni (la maggior parte delle scuole all’estero non accetta la candidatura di studenti che negli ultimi due anni scolastici abbiano riportato bocciature e/o debiti significativi).

SCARICA IL BANDO

Attività didattiche e trasporto scolastico, le misure per area in una circolare del Ministero dell’Interno

da La Tecnica della Scuola

Con circolare del 7 novembre indirizzata ai prefetti, il Ministero degli Interni ha riepilogato le principali misure in applicazione del Dpcm 3 novembre, anche per quanto riguarda la scuola.

Area gialla

Regioni interessate: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.

Spostamenti: dalle ore 22.00 alle ore 5.00, è vietato spostarsi, fatta eccezione per la sussistenza di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità ovvero determinate da motivi di salute. Prevista inoltre una “forte raccomandazione” a tutte le persone fisiche, per la restante parte della giornata, a non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motive di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.

MODULO AUTOCERTIFICAZIONE

Attività didattica: alle esigenze di maggiore restrizione della mobilità, a fini di contenimento del rischio epidemiologico corrisponde la previsione che introduce la didattica a distanza per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nella misura del 100% delle attività svolte. Si potranno svolgere in presenza le attività didattiche che implichino l’uso di laboratori e quelle che interessino particolari situazioni di fragilità, come riconosciute dall’ordinamento scolastico.

Trasporto pubblico: ricalibrato il coefficiente di riempimento massimo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale, riducendolo a una soglia non superiore al 50%. Detto limite, che sostituisce quelli diversi previsti nei protocolli e nelle linee guida vigenti, non trova peraltro applicazione nei confronti del trasporto scolastico dedicato.

Area arancione

Regioni interessate: Puglia, Sicilia.

Spostamenti: anche per questi territori vale il generale divieto di spostamento dalle ore 22 alle ore 5. Sono però previste ulteriori restrizioni: un generale divieto di spostamento, in entrata e in uscita, da quei territori regionali, in ogni fascia oraria della giornata, salvo i casi in cui non ricorrano cause giustificative dovute a esigenze di lavoro, salute o altra necessità, a cui si si aggiunge l’esigenza di assicurare le attività didattiche e formative in presenza, nei limiti in cui esse sono consentite. È sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
L’attraversamento di tali territori è comunque sempre consentito qualora sia necessario per raggiungere altri territori non soggetti a restrizioni di mobilità, ovvero quando ci si sposti per cause consentite dal quadro regolatorio generale. Nei territori dell’area arancione, la mobilità all’interno del comune di domicilio, abitazione o residenza non è soggetta a limitazioni, salvo che nelle ore del cosiddetto “coprifuoco” (22,00-5,00); quindi per gli spostamenti da una zona a un’altra dello stesso comune non vi è alcuna necessità che ricorrano cause giustificative, né conseguentemente di utilizzare il modulo di autocertificazione. Sono invece previste restrizioni alla mobilità verso altri comuni della stessa o di altre regioni.

MODULO AUTOCERTIFICAZIONE

Attività didattica: valgono le medesime regole previste per l’area gialla.

Trasporto pubblico: valgono le medesime regole previste per l’area gialla.

Area rossa

Regioni interessate: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta.

Spostamenti: è vietata ogni forma di mobilità non solo extra ma anche intraregionale e intracomunale, ricomprendendo sia gli spostamenti fra un comune e un altro, sia quelli all’interno dello stesso comune di domicilio, abitazione o residenza.

MODULO AUTOCERTIFICAZIONE

Attività scolastiche, formative e curriculari: le attività scolastiche in area rossa si svolgono esclusivamente con modalità a distanza, a partire dal secondo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado. Si potranno svolgere in presenza, come per l’area gialla, le attività didattiche che implichino l’uso di laboratori e quelle che interessino particolari situazioni di fragilità, come riconosciute dall’ordinamento scolastico.
La frequenza delle attività formative e curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica è sospesa, fermo restando che tali attività potranno proseguire a distanza.

Trasporto pubblico: valgono le medesime regole previste per l’area gialla.

Nuovo Dpcm, zona arancione: le Faq del Governo

da La Tecnica della Scuola

Il Nuovo Dpcm è entrato in vigore ieri, 6 novembre. e prevede diverse novità. Prima fra tutte, la suddivisione dell’Italia in zone rosse, arancioni e gialle, dove ogni colore corrisponde ad un livello di rischio individuato dall’ordinanza del Ministero della Salute.

Sul sito del Governo è stata pubblicata una sezione molto chiara con delle Faq suddivise per zone.

Ecco le Faq per la zona arancione.

Ci sono differenze all’interno del territorio nazionale?

Sì. Dal 6 novembre 2020, le norme distinguono tre diverse aree (note come gialla, arancione, rossa), con restrizioni differenti, sulla base di parametri oggettivi relativi al livello di rischio e allo scenario epidemico della zona interessata. È necessario verificare in quale area rientra il proprio Comune per identificare il quadro delle norme e delle restrizioni previste per la propria area.

Con la sospensione delle attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) è possibile entrare o restare in luoghi adibiti a tali attività? 

È consentito entrare solo per la ristorazione con asporto, laddove consentito fino alle ore 22, sempre con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze e comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale ed evitando assembramenti.

Sono sospese le attività di somministrazione di alimenti e bevande e di ristorazione svolte da centri culturali, centri sociali e centri ricreativi a favore del proprio corpo associativo?

La sospensione di attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi include anche la sospensione delle attività interne di somministrazione di alimenti e bevande e di ristorazione a favore del proprio corpo associativo, trattandosi di una attività subordinata e collaterale rispetto alla attività principale.

La possibilità di continuare ad erogare oltre le ore 18 i servizi di ristorazione previsti per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade vale anche per esercizi siti in altre strade extraurbane o secondarie a lunga percorrenza?

No, possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

La sospensione delle attività di ristorazione disposta nelle zone c.d. arancioni e rosse, si applica anche ai ristoranti negli alberghi con riferimento ai clienti ivi alloggiati? È possibile per i clienti degli alberghi consumare i pasti presso ristoranti esterni convenzionati?

I ristoranti degli alberghi sono aperti per i clienti che vi alloggiano, anche nelle zone arancioni e rosse.
Quindi è consentita (senza limiti di orario) la ristorazione solo all’interno dell’albergo o della struttura ricettiva in cui si è alloggiati. Qualora manchi tali servizio all’interno del proprio albergo o della propria struttura ricettiva il cliente potrà avvalersi di una ristorazione mediante asporto o mediante consegna “a domicilio” (eventualmente organizzata dall’albergo), nei limiti di orario consentiti, con consumazione in albergo.

Il trasporto, la consegna e il montaggio di mobili rientrano nella comprovata esigenza lavorativa che giustifica gli spostamenti?

Sì, rientrano fra le esigenze lavorative di cui all’art. 3, lettera a), del DPCM 3 novembre 2020.

Si possono consegnare e montare i mobili o gli oggetti acquistati prima dell’introduzione delle restrizioni al commercio?

Sì, le vendite di mobili avvenute in negozio prima delle restrizioni, che non si fossero ancora concluse con la consegna e il montaggio, possono assimilarsi alle vendite a distanza.

È consentito svolgere assemblee condominiali in presenza?

Sì. È fortemente consigliato svolgere la riunione dell’assemblea in modalità a distanza. Laddove ciò non sia possibile, per lo svolgimento in presenza occorre rispettare le disposizioni in materia di distanziamento sociale e uso dei dispositivi di protezione individuale.

Nella nozione delle fiere, vietate dal Dpcm, rientrano anche manifestazioni locali con prevalente carattere commerciale? 

Sì, tali manifestazioni, anche a carattere commerciale di natura fieristica, come nel caso dei cosiddetti mercatini di Natale, ma realizzate fuori dell’ordinaria attività commerciale in spazi dedicati ad attività stabile o periodica di mercato, sono da assimilare alle fiere e sono quindi vietate.

Quali sono le regole valide nella mia area per gli spostamenti? Ci sono dei divieti? Si può uscire per andare al lavoro? E a trovare parenti o congiunti? 

Nell’area arancione è consentito spostarsi esclusivamente all’interno del proprio Comune, dalle 5 alle 22, senza necessità di motivare lo spostamento. Dalle 22 alle 5 sono vietati tutti gli spostamenti, ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Inoltre sono vietati, 24 ore su 24, gli spostamenti verso altri Comuni e verso altre Regioni, ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di studio o di salute o per svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio Comune (per esempio andare all’ufficio postale o a fare la spesa, se non ci sono tali uffici o punti vendita nel proprio Comune).
Sono comunque consentiti gli spostamenti, verso qualsiasi area, che siano strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, se prevista.
È sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza.
È consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi.

Gli spostamenti devono essere giustificati in qualche modo? È necessario produrre un’autodichiarazione? 

Dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio comune. Per spostamenti verso altri Comuni, nonché dalle 22 alle 5 anche all’interno del proprio comune, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato. La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata.

Posso andare ad assistere un parente o un amico non autosufficienti? 

Sì, è una condizione di necessità e quindi non sono previsti limiti orari. Nel caso si tratti di persone anziane o già affette da altre malattie, ricordate però che sono categorie più vulnerabili e quindi cercate di proteggerle dai contatti il più possibile.

Sono separato/divorziato, posso andare a trovare i miei figli minorenni?

Sì. Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche tra Comuni di aree differenti. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario (persone in quarantena, positive, immunodepresse etc.), nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori.

È possibile spostarsi per accompagnare i propri figli dai nonni o per andarli a riprendere all’inizio o al termine della giornata di lavoro?

È possibile ma fortemente sconsigliato, perché gli anziani sono tra le categorie più esposte al contagio da COVID-19 e devono quindi evitare il più possibile i contatti con altre persone. Pertanto, questo spostamento è ammesso solo in caso di estrema necessità, se entrambi i genitori sono impossibilitati a tenere i figli con sé per ragioni di forza maggiore. In tale caso i genitori possono accompagnare i bambini dai nonni, percorrendo il tragitto strettamente necessario per raggiungerli e recarsi sul luogo di lavoro, oppure per andare a riprendere i bambini al ritorno. Ove possibile, è assolutamente da preferire che i figli rimangano a casa con uno dei due genitori che usufruiscono di modalità di lavoro agile o di congedi.

Sono consentiti gli spostamenti per fare visita alle persone detenute in carcere? 

In orari compresi tra le 5.00 e le 22.00 tali spostamenti sono consentiti solo in ambito comunale, essendo vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai comuni delle regioni dell’area “arancione”. Conseguentemente tali spostamenti sono interdetti per chi si debba muovere da un comune diverso da quello in cui si svolge la detenzione e, per costoro, i colloqui possono perciò svolgersi esclusivamente in modalità a distanza, ai sensi dell’art. 221, comma 10, del d.l. 19 maggio 2020, n. 34, come sostituito dalla legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77, che consente i colloqui a distanza mediante apparecchiature e collegamenti di cui dispone l’amministrazione penitenziaria e minorile o mediante corrispondenza telefonica, anche oltre i limiti stabiliti dalle norme dell’ordinamento penitenziario.

Sono consentiti gli spostamenti per fare visita alle persone ricoverato in una struttura detentiva a carattere ospedaliero?

Fermo quanto esposto nella FAQ relativa con riferimento alla possibilità di spostamenti per far visita alle persone detenute, per quelle ricoverate in una struttura detentiva a carattere ospedaliero sussiste l’ulteriore limitazione per cui l’accesso in dette strutture detentive ospedaliere da parte dei parenti di pazienti ivi ristretti è consentito solo nei casi e con le modalità individuati dalla Direzione sanitaria della struttura stessa, per cui occorre preventivamente informarsi presso la Direzione per sapere se l’accesso sia o meno consentito e, in caso affermativo, a quali condizioni.

Chi è sottoposto alle misure della quarantena o dell’isolamento, si può spostare?

No, è previsto il “divieto assoluto” di uscire di casa per chi è sottoposto alla misura dell’isolamento, essendo risultato positivo al virus, o della quarantena precauzionale qualora sia stato identificato come contatto stretto di caso COVID-19. In tale ultimo caso è consentito uscire, utilizzando un mezzo privato, esclusivamente al fine di effettuare gli accertamenti diagnostici prescritti dal medico, evitando i contatti con altre persone e osservando scrupolosamente tutte le misure precauzionali, tra cui l’obbligo di indossare la mascherina.

Ci sono limitazioni negli spostamenti per chi ha sintomi da infezione respiratoria e febbre superiore a 37,5?

Sì, soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono contattare il proprio medico curante e rimanere presso il proprio domicilio, evitando i contatti sociali e limitando al massimo anche quelli con i propri conviventi.

È possibile fare la spesa in un comune diverso da quello in cui si abita? 

È possibile spostarsi in altri comuni per acquistare beni o usufruire di servizi solo ed esclusivamente se questi non sono disponibili nel proprio comune. Laddove quindi il comune non disponga di punti vendita (o, per esempio, dell’ufficio postale), o sia necessario acquistare generi di prima necessità non reperibili nel comune di residenza o domicilio, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati.

Si può uscire per acquistare beni diversi da quelli alimentari? 

Sì, non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili.

Sono un volontario della protezione civile: posso spostarmi dal comune in cui attualmente mi trovo per prestare la mia attività nell’ambito della gestione dell’emergenza?

Sì, il divieto di spostarsi dal comune in cui ci si trova non riguarda coloro che svolgono attività di volontariato nell’ambito del Servizio nazionale di protezione civile o che siano comunque impegnati come volontari per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso (ad es., i volontari della Croce Rossa Italiana).

Cosa significa “comprovate esigenze lavorative”? I lavoratori autonomi come faranno a dimostrare le “comprovate esigenze lavorative”?

È sempre possibile uscire per andare al lavoro, anche se è consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi. “Comprovate” significa che si deve essere in grado di dimostrare che si sta andando (o tornando) al (dal) lavoro, anche tramite l’autodichiarazione di cui alla FAQ n. 2 o con ogni altro mezzo di prova, la cui non veridicità costituisce reato. In caso di controllo, si dovrà dichiarare la propria necessità lavorativa. Sarà cura poi delle Autorità verificare la veridicità della dichiarazione resa con l’adozione delle conseguenti sanzioni in caso di false dichiarazioni.

Se abito in un Comune e lavoro in un altro, posso fare “avanti e indietro”?

In questi casi lo spostamento è giustificato per esigenze lavorative, se non è possibile lavorare da casa.

Chi si trova fuori dal proprio domicilio, abitazione o residenza potrà rientrarvi?

Sì, si potrà rientrare, comunque, per la prima volta, dopo il 6 novembre 2020. Successivamente, gli spostamenti saranno consentiti solo negli ambiti e per i motivi chiariti alla FAQ n. 1.

È possibile raggiungere la seconda casa? 

L’accesso alla seconda casa è sempre consentito dalle 5 alle 22 nel proprio comune. Dalle 22 alle 5, o se si trova in un altro comune, è consentito solo se dovuto alla necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e comunque secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni.

Ci si può spostare per andare in chiesa o negli altri luoghi di culto? 

Sì, dalle 5 alle 22. Invece, dalle 22 alle 5, vige un regime degli spostamenti analogo a quello relativo alla zona rossa.

È possibile uscire di casa per gettare i rifiuti? 

Sì, seguendo le normali regole già in vigore in ogni comune. Allo stesso modo, proseguono le attività di raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti.

Posso uscire con il mio animale da compagnia? 

Sì, per le sue esigenze fisiologiche, ma senza assembramenti e mantenendo la distanza di almeno un metro da altre persone.

Si possono portare gli animali domestici dal veterinario?

Sì.

Si può uscire per fare una passeggiata?

Sì, dalle 5 alle 22.

È consentito fare attività motoria? 

Sì, dalle 5 alle 22.

L’accesso a parchi e giardini pubblici è consentito?

Sì, salvo diverse specifiche disposizioni delle autorità locali, e a condizione del rigoroso rispetto del divieto di assembramento. È consentito, altresì, l’accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro cura, ad aree gioco all’interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto nel rispetto delle linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia.

Posso utilizzare la bicicletta? 

È possibile utilizzare la bicicletta per tutti gli spostamenti consentiti, mantenendo la distanza di almeno un metro dalle altre persone. È inoltre consentito utilizzarla dalle 5 alle 22 per svolgere attività motoria all’aperto, sempre nel rispetto del distanziamento di almeno un metro, e per svolgere attività sportiva, nel qual caso il distanziamento deve essere di 2 metri.

Posso usare l’automobile con persone non conviventi? 

Sì, purché siano rispettate le stesse misure di precauzione previste per il trasporto non di linea: ossia con la presenza del solo guidatore nella parte anteriore della vettura e di due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori, con obbligo per tutti i passeggeri di indossare la mascherina. L’obbligo di indossare la mascherina può essere derogato nella sola ipotesi in cui la vettura risulti dotata di un separatore fisico (plexiglas) fra la fila anteriore e posteriore della macchina, essendo in tale caso ammessa la presenza del solo guidatore nella fila anteriore e di un solo passeggero per la fila posteriore.

Per i cittadini stranieri vigono le stesse limitazioni agli spostamenti che vigono per gli italiani? 

Sì, le restrizioni sono valide per tutte le persone presenti sul territorio italiano, a prescindere dalla loro nazionalità. Per gli spostamenti da e per l’estero, oltre a tali restrizioni, si è altresì soggetti alle specifiche disposizioni relative a ciascuno Stato estero, reperibili sul sito istituzionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

È obbligatorio utilizzare strumenti di protezione individuale per i professionisti in studio?

Sì, l’obbligo sussiste nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private, e quindi anche negli studi professionali, ad eccezione dei casi in cui l’attività si svolga individualmente e sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.
Ove l’attività professionale comporti comunque un contatto diretto e ravvicinato con soggetti non conviventi o lo svolgimento in ambienti di facile accesso dall’esterno o aperti al pubblico, e non sia possibile rispettare in modo continuativo la distanza interpersonale di almeno un metro, occorre sempre utilizzare gli strumenti di protezione individuale, nel rispetto anche delle altre prescrizioni previste dai protocolli di sicurezza anti-contagio.

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Concorso straordinario, il MI: ‘Prova è blindata. Su picchi ricerche online solo illazioni’

da Tuttoscuola

Con riferimento alle voci che circolano in merito a “strani” picchi di ricerca sul web alla vigilia di alcune delle prove del concorso straordinario che si sono svolte nei giorni scorsi, il Ministero rende noto di aver effettuato, tramite le strutture tecniche competenti, appositi controlli. Le prove del concorso straordinario per il Ministero dell’Istruzione si sono svolte nel pieno rispetto delle regole. Per il MI non c’è stata alcuna violazione informatica che possa aver causato fughe di notizie.

Sono stati analizzati anche i picchi di ricerca segnalati, verificando che non si tratta delle uniche voci molto cliccate nelle ore indicate da chi ha sollevato la questione: in corrispondenza dell’avvicinarsi della prova sono diversi gli autori molto noti e gli argomenti cercati dai candidati in Internet per l’ultimo ripasso.

Nel caso di Robert Frost, che è fra quelli che circolano come possibile anomalia, il MI dichiara: “Basta ricordare che si tratta del vincitore di quattro Pulitzer, nominato al Nobel per la letteratura trentuno volte: è normale che fosse fra gli argomenti più ripassati a poche ore dalla prova. Come lo sono stati anche, nelle stesse fasce orarie, Walt Whitman e William Butler Yeats. Ugualmente l’opera ‘Canestra di frutta’ di Caravaggio, altro esempio che circola come possibile anomalia, è stata tanto cercata quanto ‘La Primavera’ di Botticelli. Quelle che circolano sono mere illazioni”.