La Ministra incontra OMS e UNESCO in videoconferenza

La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha incontrato oggi, in videoconferenza, i rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’UNESCO per confrontarsi sull’evoluzione della pandemia in ambito scolastico.

In particolare, erano presenti, per l’OMS, il direttore regionale per l’Europa, Hans Kluge, e il direttore vicario, dell’OMS, Ranieri Guerra. Per l’UNESCO ha partecipato il Direttore delle Politiche per l’apprendimento permanente, Borhene Chakroun. Per l’Italia, oltre alla Ministra, hanno partecipato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza, Agostino Miozzo, il Presidente della Società Italiana di Pediatria, Alberto Villani, il Direttore dell’INAIL, Sergio Iavicoli

L’incontro è stato sollecitato dalla Ministra per avere un confronto sulle misure intraprese dai diversi Paesi in ambito scolastico e sulle evidenze scientifiche legate sia al contagio in età scolare che ai rischi collegati alle chiusure. La Ministra ha ripercorso le misure attuate dall’Italia per la riapertura delle scuole a settembre e ha illustrato la situazione attuale.  

“Come Ministra sono convinta che dobbiamo fare ogni possibile sforzo per tenere le scuole aperte. È un nostro dovere garantire un’istruzione di qualità alle nostre studentesse e ai nostri studenti”, ha detto Azzolina, ribadendo, poi, che “quando le regole sono rispettate le scuole sono fra i luoghi più sicuri per i nostri ragazzi”.  

L’OMS, sulla base di dati e informazioni aggiornati, ha affermato che l’impatto dei contagi nelle scuole risulta essere limitato, che la trasmissione tra gli studenti avviene soprattutto fuori da scuola e che, in ogni caso, la probabilità di contagio risulta più bassa nei bambini. È stata ribadita, dunque, l’opportunità di rendere i provvedimenti di chiusura delle scuole il più possibile limitati e circoscritti, garantendo sempre la massima attenzione agli studenti con difficoltà. In merito a tale aspetto i rappresentanti dell’OMS hanno espresso apprezzamento per le politiche adottate dall’Italia. Inoltre, è stata condivisa la preoccupazione per le conseguenze che una chiusura prolungata delle scuole può comportare in termini di impatto psicologico e di dispersione scolastica.  

Nel concludere la riunione, da parte dell’OMS è stata sottolineata l’importanza del mantenimento della didattica in presenza.

Collaborazioni scuola-territorio

Collaborazioni scuola-territorio per l’attuazione di esperienze extrascolastiche di educazione civica: incontro al MI sulla bozza di decreto ministeriale

Oggi l’ANP ha partecipato, in videoconferenza, all’incontro con il Ministero dell’istruzione, rappresentato dal Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici Dott.ssa Maria Assunta Palermo, per discutere della bozza di decreto ministeriale Collaborazioni scuola-territorio per l’attuazione di esperienze extrascolastiche di educazione civica di cui all’art- 8 della legge 92/2019. 

L’Amministrazione ha presentato l’emanando decreto sottolineando di avere fatto riferimento, per la stesura di parte del testo, al d.lgs. 117/2017 (Codice del Terzo settore) il cui articolo 55 permette alle scuole di avviare la collaborazione con le organizzazioni del volontariato e del Terzo settore mediante forme di co-programmazione e co-progettazione. Sono stati esplicitati i criteri e i requisiti per l’individuazione, da parte dei istituzioni scolastiche, di tali soggetti nonché gli elementi di comprovata e riconosciuta esperienza di cui gli stessi devono disporre: che siano iscritti da almeno sei mesi nel Registro Unico nazionale del Terzo settore; che abbiano sottoscritto protocolli di intesa o altri accordi con il MI o gli USR; che abbiano già realizzato, presso le istituzioni scolastiche, alcune esperienze progettuali di ampliamento dell’offerta formativa sulle tematiche dell’educazione civica. Infine, è stato disposto che le attività extrascolastiche integranti l’insegnamento siano riportate nel curriculum dello studente del secondo ciclo in un’apposita sezione. 

L’ANP ha in premessa evidenziato come tale decreto nasca da un’originaria ambiguità contenuta nel testo della legge 92/2019. Infatti, nel disporre che tale insegnamento sia integrato con esperienze extrascolastiche realizzate a partire dalla costruzione di reti, la norma ha utilizzato un aggettivo – extrascolastiche, per l’appunto – che meglio si attaglia all’orario e ad elementi del curricolo implicito che non alle attività, di norma distinte in curricolari ed extracurricolari. Ciò genera, di conseguenza, un disallineamento lessicale e sostanziale rispetto a quanto disposto all’art. 5 della bozza ministeriale in relazione al curriculum dello studente. In buona sostanza, riportare le attività integrative dell’educazione civica nella sezione “attività extrascolastiche”, laddove si tratta di attività che concorrono ope legis al curricolo del nuovo insegnamento e alla relativa valutazione, risulta fuorviante rispetto alla natura del nuovo insegnamento. 

Abbiamo, poi, fatto presente come il decreto, per avviare collaborazioni con le istituzioni e gli enti pubblici, richiami strumenti che sono già in possesso della scuola dell’autonomia (la rete, i partenariati, gli accordi) e mediante i quali essa ha già il potere di sottoscrivere accordi con altri organi pubblici per finalità comuni. 

L’ANP ha inoltre evidenziato una specifica criticità sulla disciplina del rapporto che la scuola è chiamata ad avviare con i soggetti privati ai fini della realizzazione delle attività integrative dell’educazione civica. Tale rapporto, infatti, pur potendosi instaurare utilizzando le varie tipologie di accordo che la scuola ben conosce e applica in forza del d.P.R. 275/1999, della legge 107/2015 e della legge 241/1990, richiede l’accreditamento delle organizzazioni del volontariato e del Terzo settore. La bozza non chiarisce, però, quale soggetto abbia l’autorità di riconoscerlo. Di conseguenza, abbiamo chiesto di esplicitare questo rilevante aspetto che, peraltro, è espressamente richiamato dall’articolo 55 del d.lgs. 117/2017. 

Riteniamo che l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica sia una sfida impegnativa per le scuole, già alle prese con la gestione dell’emergenza epidemiologica. Per questa ragione l’ANP, in quasi completa solitudine, durante l’incontro sulle Linee guida dell’educazione civica dello scorso giugno, aveva espresso fondate perplessità sulla tempistica di introduzione della disciplina proprio nell’anno scolastico della ripartenza e della gestione della seconda ondata della pandemia. Ma l’Amministrazione ha preferito procedere con i tempi della legge. Pertanto abbiamo sostenuto e sosteniamo, accompagnandole anche con percorsi formativi, le istituzioni scolastiche che con senso di responsabilità si sono impegnate nella complessa costruzione del curricolo della nuova disciplina e nella sua organizzazione. Non possiamo però nascondere la nostra sorpresa circa la richiesta, formulata oggi, di rimandare le ulteriori azioni previste dalla legge 92/2019 – a causa della pandemia – da parte di chi, solo qualche mese fa, non vedeva impedimenti di sorta. 

Ma questo ci aiuta, una volta di più, a farci riflettere sull’insostenibile leggerezza dell’essere. 

Giornata della Filosofia

Dalle 14 l’evento del Ministero “La Filosofia c’è! Un’Agenda per il futuro”. Sabato la maratona della Fondazione De Sanctis

“La filosofia, oltre a incoraggiare lo sviluppo del pensiero critico e indipendente, favorisce e sviluppa una migliore comprensione della complessità della vita, aiutandoci a cercare sempre risposte e a porci le giuste domande. Per questo, dobbiamo avvicinare il più possibile il linguaggio filosofico ai nostri ragazzi, renderlo familiare, piacevole, comprensibile”. Così la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in occasione della Giornata della Filosofia, che si celebra oggi e domani.

Per questa ricorrenza, il Ministero dell’Istruzione ha organizzato, attraverso la Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici, con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, un’apposita iniziativa attraverso il contributo di filosofi e filosofe su temi di respiro internazionale. L’evento, dal titolo “La Filosofia c’è! Un’Agenda per il futuro”, si svolgerà online questo pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30 e si potrà seguire via YouTube (https://www.youtube.com/InSchibbolethTV). Sarà diffuso, in tale occasione, il videomessaggio di saluto della Ministra Lucia Azzolina.

La Fondazione Francesco De Sanctis ha organizzato, poi, una maratona online con la partecipazione dei massimi filosofi viventi, che si potrà seguire pubblicamente dalle 11.00 alle 18.00 di sabato 21 novembre. Previsto, anche in questo caso, un saluto della Ministra. La maratona si potrà seguire all’indirizzo: https://www.pensareilpresente.org

Programma dell’evento del Ministero “La Filosofia c’è! Un’Agenda per il futuro”

The importance of philosophy in times of crisis, theme of World Philosophy Day 2020

Locandina dell’iniziativa della Fondazione De Sanctis

Post Facebook della Ministra sulla Giornata della Filosofia

LEGGE DI BILANCIO

LEGGE DI BILANCIO, GILDA: COPERTA SEMPRE TROPPO CORTA PER LA SCUOLA

“Il disegno di legge di Bilancio conferma che, in tema di retribuzioni, i docenti vengono sempre trattati come figli di un dio minore. La previsione di un incremento di 400 milioni per il 2021 per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego è del tutto insufficiente. Siamo ben lontani dalle promesse del Governo Conte 1 e dell’ex ministro Fioramonti che prefiguravano aumenti a due cifre per il personale della scuola, il cui contratto è scaduto ormai da due anni. La scuola è sempre la Cenerentola dei rinnovi contrattuali, perché gli incrementi stipendiali vengono stabiliti in percentuale e la forbice con le retribuzioni degli altri pubblici dipendenti si allarga sempre di più”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della FGU-Gilda degli Insegnanti, in merito alle misure per il settore istruzione illustrate ieri ai sindacati dal ministero dell’Istruzione.

Condivisibili le decisioni assunte in tema di edilizia scolastica, assunzione dei docenti di sostegno, potenziamento del segmento 0-6 anni e reclutamento di 1000 assistenti tecnici per le scuole del primo ciclo, ma restano troppe le omissioni e le insufficienze.

Tra i punti che incassano una netta bocciatura da parte della Gilda, quello riguardante la formazione: “Riteniamo inaccettabile la proposta di porre un obbligo di almeno 25 ore per tutti i docenti che si trovano impegnati in classi con alunni con disabilità. La formazione – afferma Di Meglio – è sicuramente importante, ma in questo modo rappresenta un’incursione sulle prerogative contrattuali ed anche sulle scelte professionali, una sorta di aggiornamento di Stato che non è ammissibile. La formazione deve essere riconosciuta adeguatamente a livello stipendiale nel contratto e non può essere imposta senza esonero dal servizio”.

Tante le lacune su cui la Gilda pone l’accento: manca un piano pluriennale di assunzioni per i prossimi anni, che saranno caratterizzati da un amplissimo turnover del personale docente, e manca una prospettiva di riordino del sistema concorsuale che preveda procedure più snelle e consenta alle commissioni l’esonero temporaneo dall’attività lavorativa per velocizzare e dare efficienza alle stesse procedure concorsuali. Nessun riferimento, inoltre, al necessario finanziamento in organico per consentire dal prossimo anno scolastico una significativa riduzione del numero di allievi per classe.

“Sarebbe stato decisamente più proficuo un confronto con le organizzazioni sindacali prima della stesura del disegno di legge che adesso ci auguriamo sia modificato e migliorato in sede di discussione parlamentare. La politica presti ascolto alle ragioni dei docenti, la loro motivazione è fondamentale. Senza la centralità del rapporto docente-discente, che è il cuore di qualsiasi sistema di istruzione, restano solo aule, banchi e computer”, conclude Di Meglio.

Azzolina: il ritorno a scuola sarà graduale

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il ritorno a scuola «sarà graduale, bisogna essere prudenti»: a dirlo è la ministra Lucia Azzolina. Pur desiderando fortemente che i ragazzi tornino in classe la titolare dell’Istruzione non azzarda date sulla riapertura delle scuole per i ragazzi che in queste settimane sono costretti a studiare ‘a distanza’. Anche se da più parti già si parla di una riapertura solo a gennaio 2021. E solo se il trend dei contagi di Covid-19 lo consentirà.

La polemica con i governatori
Nel giorno in cui il Tar Puglia esamina nel merito la prima ordinanza della Regione Puglia con cui erano state chiuse le scuole di ogni ordine e grado (seguita da una seconda che aveva riaperto almeno il primo ciclo lasciando alle famiglie la scelta se mandare i figli a scuola o optare per la didattica a distanza) Azzolina lancia stoccata ai governatori, veloci a chiudere le scuole: «Purtroppo – chiosa – questo è un Paese in cui il ministro non può decidere su chiusure e aperture mentre altre autorità possono farlo». Lei, spiega, «non fa altro che telefonare e provare a parlare con tutti» per far sì per ora che non ci siano altre chiusure e nelle prossime settimane, in modo graduale, si riportare gli studenti delle superiori a scuola. “Il mio operato – dice – è quotidianamente volto a scongiurare il ricorso a soluzioni unilaterali, che in molti casi rischiano di accentuare la dispersione scolastica e le forme di disuguaglianza e di divario che, invece, è nostro precipuo dovere contrastare». E riferendosi, senza nominarla, alla situazione in Puglia conclude: «abbiamo dovuto assistere al disorientamento e allo sconforto manifestati dalle famiglie, dalle forze sociali, dai dirigenti scolastici e dal personale tutto, con riferimento alle disposizioni contenute in alcune ordinanze regionali».

Le proteste contro la Dad
Si allarga intanto la protesta contro la didattica a distanza: la Dad a Cuneo si è spostata da casa ai portici del centro, davanti all’ingresso dei licei Peano-Pellico: alcuni ragazzi, con una manifestazione pacifica e pubblica, sostenuti da passanti e negozianti, hanno chiesto di tornare quanto prima “in presenza”. Il giorno prima invece, con una circolare del dirigente scolastico, il liceo classico Gioberti di Torino aveva vietato la protesta contro la didattica a distanza dei suoi allievi che da alcuni giorni stanno seguendo le lezioni online seduti fuori dall’istituto. «Quattro milioni di studenti lontano dalle aule sono una sconfitta per la nazione: si agisca con celerità e certezza. I tentennamenti e l’estemporaneità arrecano solo danni», tuona il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che chiede di intervenire sui trasporti, sul personale scolastico, sui banchi e sul contact tracing per garantire il rientro dei ragazzi in sicurezza.

Sbloccato lo stipendio dei supplenti Covid
Per i supplenti aggiuntivi dell’organico Covid arriva una buona notizia: dopo interlocuzioni del ministero dell’Istruzione con Noipa e gli uffici competenti del ministero dell’Economia, si è giunti ad una soluzione riguardo al problema dei pagamenti finora bloccati; nei prossimi giorni questi 75 mila lavoratori riceveranno lo stipendio.

Lockdown, un genitore su cinque vive con preoccupazione il rapporto con i figli

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

La gestione delle attività scolastiche a casa, la sensazione di non essere ascoltati dai propri figli o di non riuscire a trovare uno spazio per sé stessi. Sono queste le situazioni che più di tutte hanno fatto sentire i genitori in difficoltà durante il lockdown, portandoli in alcune occasioni a perdere la calma.

È quanto emerge da un’indagine i cui risultati saranno presentati martedì 24 novembre all’Università di Milano-Bicocca nel corso del webinar “Genitori in lockdown. Per non sentirsi in trappola”; previsti ampi spazi di confronto tra genitori, insegnanti, educatori e professionisti che operano nel sostegno alla genitorialità. L’incontro, aperto a tutti, sarà anche l’occasione per presentare il documento Tips for parents in lockdown per i genitori, una raccolta di spunti concreti e strategie per gestire la quotidianità con i figli nei momenti di difficoltà.

La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto europeo Depcip (Digitised education of parents forchildren protection), dedicato allo sviluppo di proposte formative per genitori per la promozione dei diritti dell’infanzia e per la prevenzione contro la violenza che coinvolge cinque Paesi: Grecia, Lituania, Italia, Spagna e Turchia.

Il gruppo di ricerca di Milano-Bicocca coordinato da Elisabetta Biffi del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” ha il compito di guidare la partnership nella progettazione di interventi formativi per i genitori.

Lo studio ha raggiunto circa 1.000 genitori in lockdown provenienti dai Paesi coinvolti nel progetto, di cui circa 400 genitori italiani. I dati raccontano come, pur dichiarando di essersi sentiti pronti ad affrontare l’emergenza in corso – circa il 70 per cento degli intervistati – i genitori abbiano attraversato emozioni estremamente contrastanti durante il periodo di lockdown, alternando preoccupazione e ansia a momenti descritti come inaspettatamente positivi e sereni nella relazione con i figli.

Nel quadro difficile che la condizione di lockdown portava con sé, il 18 per cento, circa 1 genitore su 5, ha avuto l’impressione o il timore di essere stato violento con i propri figli durante l’emergenza.

Pur consapevoli della necessità di avere un’interazione positiva con i propri bambini e anche dichiarandosi contrari alla violenza, il 29 per cento dei genitori intervistati dichiara di fare ricorso alle punizioni fisiche qualche volta o sempre con l’intento di educare il proprio figlio, l’84 per cento afferma di alzare la voce e circa l’80 per cento limita l’accesso dei figli a telefonino, tv, tablet o videogiochi. Dati che fanno emergere la difficoltà che spesso i genitori hanno nel rispondere a situazioni di tensione con i propri figli.

Accanto alla comprensibile preoccupazione, all’ansia, alla paura, emergono anche molti stati d’animo positivi, come la speranza, la serenità e la gioia di poter dedicare più tempo ai propri figli nel 30 per cento dei casi. Più nel dettaglio, l’8 per cento dei genitori cita solo emozioni positive, il 9,5 per cento emozioni in prevalenza positive e circa l’8 per cento riferisce in egual misura stati emotivi positivi e negativi. Queste emozioni si sono rivelate importanti risorse legate ad un più alto livello di benessere personale e alla percezione di essere adeguatamente equipaggiati per affrontare l’emergenza.

Il lockdown ha fatto emergere anche la necessità di ripensare gli spazi, privati e comuni. Per il 18 per cento degli intervistati cortili, androni e balconi hanno assunto nuovi significati: sono stati visti come un’opportunità di vivere lo spazio e il tempo in modo nuovo insieme ai propri figli.

Tra i luoghi che sono mancati di più durante il periodo di isolamento forzato, il 30 per cento dei genitori ha indicato quegli spazi pubblici che hanno a che vedere con le attività dei propri figli, come parchi, palestre e scuola.Quasi tutti i genitori intervistati affermano poi che sarebbe molto utile poter apprendere strategie pratiche per affrontare situazioni difficili che si ritrovano a vivere con i figli, per imparare a gestire i conflitti e le situazioni stressanti in cui sentono di aver raggiunto il limite.

Scuola, la nota del ministero: “Per i figli di medici e infermieri la lezione resta in presenza”

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – L’ultima richiesta del ministero dell’Istruzione ai dirigenti scolastici, avanzata attraverso un questionario – il questionario ministeriale, da questa estate, è entrato nelle quotidiane mansioni dei presidi -, è questa: quanti sono i figli di sanitari all’interno del vostro istituto e a quanti è garantita la didattica in presenza?

Ecco, seguendo le indicazioni del Decreto del presidente del Consiglio dello scorso 3 novembre, la sua nota attuativa, i figli di medici e infermieri, e anche dei farmacisti, devono poter assistere alle lezioni in presenza anche all’inteno delle scuole chiuse. In gruppi limitati. Questi studenti hanno genitori con orari che non si conciliano con quelli della didattica a distanza, tanto più in una fase come questa in cui si chiede un impegno speciale ai sanitari: “Ai loro figli deve essere garantito il diritto allo studio”, illustra la richiesta del ministero.

Oggi la presenza negli istituti superiori (chiusi, almeno, fino al prossimo 3 dicembre) e nelle classi di prima e seconda media (chiuse, queste, nelle quattro regioni rosse) è garantita agli studenti portatori di handicap, a quelli con bisogni educativi speciali e per le attività laboratoriali (istituti tecnici e professionali). Anche i figli dei sanitari, adesso, potranno avere accesso alla lezione in aula.

“Se sei un medico non puoi fare smart working”, dice Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, “nelle zone rosse, in Campania, in Puglia, la Didattica a distanza è richiesta a ragazzini di undici, dodici anni, il provvedimento vuole assicurarsi che strati di popolazione particolari abbiano garantito il diritto allo studio universale”.

L’analisi degli esperti: “La scuola non è responsabile dell’aumento di contagi”

da la Repubblica

Elena DUsi

Scuole assolte. Il serbatoio di benzina del coronavirus non è lì. Nonostante i dati messi a disposizione degli scienziati non siano abbondanti, Antonella Viola ed Enrico Bucci concludono: “La popolazione scolastica non ha avuto un ruolo primario nell’esplosione di casi a cui assistiamo da settimane”, anche se “non è esente dal contagio, cosa che sarebbe impossibile”. In un’analisi indipendente, portata avanti dalla direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica di Padova e dal professore di biologia dei sistemi complessi della Temple University di Philadelphia, si legge che gli under 20 si infettano e infettano gli altri come il resto della popolazione, in media.

“I tempi di raddoppio per ciascuna fascia di età, considerando tutti i dati disponibili nei rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità dal 25 agosto al 7 novembre, sono indistinguibili. Il valore assunto dai positivi in una delle curve per qualunque fascia di età risulta sempre proporzionale a quello assunto in qualunque altra fascia di età” scrivono i due ricercatori. Ma con un’eccezione importante. Tra 0 e 10 anni il virus corre molto meno. È dai 10 ai 20 anni che i ragazzi, dal punto di vista dell’epidemia, diventano indistinguibili dagli adulti. Lo spiega nei dettagli Antonella Viola.

Il virus corre a velocità diverse nei bambini e negli adolescenti? 

“Il motivo non è del tutto chiaro, ma al di sotto dei dieci anni i bambini trasmettono meno il virus agli altri. La soglia dei dieci anni non è nettissima. Alcuni studi fissano il discrimine a 12, altri a età più basse. Ma si vede chiaramente che fra materne ed elementari da un lato e medie e superiori dall’altro ci sono differenze. Mettendo a confronto le curve della crescita dei contagi tra 25 agosto e 7 novembre si osserva che fra gli under 10 l’epidemia ha lo stesso andamento degli over 90, una fascia d’età molto attenta a non esporsi a rischi. Dai 10 anni in su la curva dei contagi comincia a diventare più ripida. Dove il virus si diffonde di più è soprattutto fra i 20 e i 50 anni”.

Avete visto cambiamenti nella curva dalla riapertura delle scuole? 

“No, l’andamento è stato costante in tutto il periodo tra fine agosto e prima settimana di novembre. Se le scuole avessero contribuito all’accelerazione dell’epidemia, avremmo visto aumentare la pendenza della curva dei contagi dalla fine di settembre, circa due settimane dopo la riapertura delle scuole. Né ci sono state differenze nelle Regioni che hanno rimandato l’inizio dell’anno oppure hanno deciso di richiudere le aule”.

I dati che avete usato sono divisi per fasce d’età ma non distinguono chi va a scuola e chi no. 

“Infatti, e questo è un problema per l’analisi. Abbiamo anche scritto al ministro dell’Istruzione Azzolina, ma purtroppo il problema è a monte. Chi effettua il tampone indica solo l’età, non l’eventuale frequenza della scuola. La raccolta dati in Italia è carente da molti punti di vista, non ha nulla a che vedere con l’organizzazione della Germania. Un primo problema da noi è la disomogeneità dei metodi di raccolta e memorizzazione dei questionari dei positivi e dei loro contatti. Asl diverse hanno database che non comunicano e non permettono confronti o analisi approfondite. Poi non esiste una raccolta delle informazioni specifiche sulla popolazione scolastica. Per le Asl che effettuano il test conta solo l’anno di nascita. Anche noi, nella nostra analisi, non siamo potuti andare oltre la raccolta dei contagi per fasce d’età”.

Anche in Gran Bretagna, dove tre giorni fa è stato reso pubblico un rapporto sulle scuole, si notava la differenza fra elementari da un lato e medie e superiori dall’altro. 

“Sì, fra i più piccoli ci sono classi con uno o due casi, ma raramente dei veri e propri focolai. Ovviamente, perché i contagi non si estendano è necessario che le misure di igiene nelle classi siano rispettate in modo rigoroso, come avviene ad esempio in Nord Europa. Laddove invece non si usavano mascherine e non si mantenevano le distanze, come è avvenuto d’estate in alcuni istituti in Israele, i contagi si sono moltiplicati. Ma oggi sappiamo come prevenire i focolai scolastici. Siamo in una posizione di vantaggio rispetto a marzo, quando il problema era deflagrato in modo talmente violento da non permetterci che una soluzione: fermare tutto il prima possibile”.

Perché allora molte regioni in Italia, ma anche molte metropoli, soprattutto negli Stati Uniti, stanno decidendo di passare alla didattica a distanza anche per i piccoli? 

“Perché test e tracciamento, almeno in Italia, spesso non riescono a seguire i casi. Se in una scuola c’è un positivo, occorre fare il tampone a un gran numero di contatti e il sistema rischia di andare in tilt. Molte classi si ritrovano in isolamento o quarantena per l’impossibilità di eseguire i test in tempi rapidi. A quel punto la situazione diventa ingestibile e si preferisce chiudere tutto. Per questo chiediamo che nelle scuole si usino di più i test rapidi. In Veneto ad esempio, dove il loro uso è diffuso, il sistema scolastico sta per il momento reggendo”.

Genitori e insegnanti a lezione insieme: «Alleanza indispensabile per crescere i nostri figli »

da Corriere della sera

In questo periodo di pandemia la formazione online offre un ventaglio di opportunità molto ampio. Singolare, e soprattutto di vitale importanza proprio per il momento di grande incertezza che stiamo vivendo, è il percorso «Scuola Genitori e Insegnanti: crescere insieme», promosso dal Professor Salvatore Toti Licata, docente esterno dell’Università Milano Bicocca. Il percorso, unico nel suo genere, è rivolto alle famiglie per aiutarle nel difficile compito di educare i propri figli in una realtà sociale alquanto complessa. In particolare, l’obbiettivo è mettere in contatto attraverso il dialogo, la condivisione e le buone prassi il mondo della famiglia con quello della scuola. Un’esigenza reale che è sempre esistita, ma diventata ancora più necessaria al tempo del Covid. La prima edizione della «Scuola Genitori e Insegnanti: crescere insieme» si è svolta in 9 lezioni frontali nell’arco di tempo da settembre a maggio scorso, quest’anno, a causa dell’emergenza, il percorso si tiene online sulla piattaforma Microsoft Teams. Per saperne di più ne parliamo direttamente con il professor Licata.
Professor Licata, da cosa nasce l’idea del corso?
«L’idea è nata da un confronto avuto presso la Scuola Maria Bambina di Binasco (provincia di Milano). Si parla tanto di comunicazione, educazione, condividere l’accompagnamento alla crescita dei ragazzi che sono figli e alunni, ma nessuno fa un’azione concreta di rete: incontri per condividere l’essenza del perché essere un buon insegnante e come essere genitore nel terzo millennio. Minori visti non come scatole da riempire, ma soggetti meritevoli di stima, da accompagnare nel processo di crescita. Gli incontri sono finalizzati ad un confronto su temi scelti, selezionati e concordati tra una rosa di argomenti e titoli possibili. Ogni incontro è diviso in due fasi. Nella prima il sottoscritto fa una relazione sul tema, dialogando con gli interlocutori dell’incontro. Nella seconda fase emergono domande e confronti specifici tra genitori e insegnanti. In questa seconda annualità totalmente online è stato interessante ascoltare il confronto anche con provenienze e appartenenze diverse, ma dallo stesso risultato, tra Como e Catanzaro».
Quali sono gli obiettivi del percorso “Scuola Genitori e Insegnanti: crescere insieme”?
«Le finalità del corso sono essenzialmente quattro. Condividere riflessioni e vita, in atteggiamenti di rispetto e comprensione che aiutino a creare criteri educativi più condivisi. Aiutare e dare sostegno ai genitori nel riconoscere i criteri educativi. Aiutare gli insegnanti a conoscere e comprendere le preoccupazioni delle famiglie in relazione all’educazione dei figli. Aumentare la competenza degli educatori (genitori e insegnanti), per stabilire relazioni positive con bambini e giovani».
Gli aderenti al percorso formativo, tra docenti e genitori, chi sono?
«I docenti che hanno aderito sono insegnanti che operano dalle scuole elementari alle scuole superiori. Idem i genitori hanno figli che frequentano dalle scuole elementari alle superiori. Non ci sono limiti di partecipazione, ma solo la voglia di ascoltare, capire e confrontarsi: crescere insieme».
A livello di interesse e partecipazione è soddisfatto di come è andata la prima edizione?
«La prima edizione, iniziata con incontri in presenza e proseguita causa Covid on line, ha raggiunto due importanti risultati. Evidenziare attraverso i racconti l’applicazione quotidiana svolta da insegnanti e genitori e la volontà di proseguire il percorso formativo con una nuova annualità, scegliendo i temi da trattare».
Nella riformulazione del corso di quest’anno ha tenuto conto della DAD, e quindi di nuove esigenze e un nuovo modo di rapportarsi della famiglia? Se sì, in che modo?
«Sì e ne abbiamo parlato. La Didattica a distanza è un’opportunità di crescita e responsabilizzazione sia per i docenti di ogni ordine e grado, sia per gli studenti di tutte le età. Ma anche la responsabilizzazione dei genitori come sopporto e verificatori dialoganti con gli insegnanti. Certo, la mancanza di aula è drammaticamente reale. Il bisogno di contatto, confronto, scontro per crescere è impagabile. Contenuti didattici, regole di comportamento, costanza e risultati si possono verificare anche facendo insieme tutti DAD. Ancora di più è utile e corretta la relazione e il mantenimento efficace del rapporto tra insegnanti e genitori. La testimonianza più bella è stata quella di un ragazzo che al rientro in aula ha dichiarato “mi siete mancati tutti”, rivolta a compagni e insegnanti».

3,7 miliardi per la scuola: mille docenti in più su infanzia e 25mila sostegno. I contenuti della Legge di Bilancio

da OrizzonteScuola

Di redazione

Oltre 3,7 miliardi di cui 2,2 per finanziare spesa corrente e più di 1,5 per gli investimenti. Queste le risorse per la scuola previste dal Disegno di legge di Bilancio,  definitivamente approvato dal Governo, che ora passa al vaglio del Parlamento.

Le misure sono state illustrate oggi alle Organizzazioni Sindacali in un’apposita informativa.

”Si tratta di un risultato importante per la scuola, c’è un cambio di passo culturale evidente, frutto di una precisa visione’‘, commenta la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

”Il mondo dell’istruzione è  tornato al centro degli investimenti: lo dimostrano le risorse  mobilitate in questi mesi, lo dimostra questa ulteriore iniezione di  fondi. Lo sviluppo del Paese passa dalla formazione dei più giovani  che deve essere di qualità. E la qualità si ottiene solo investendo le risorse che servono”.

In particolare, con i fondi stanziati è previsto un piano pluriennale per l’assunzione di 25mila docenti di sostegno in organico di diritto che si accompagnerà allo stanziamento di appositi fondi per la formazione del personale docente sulle tematiche dell’inclusione delle alunne e degli alunni con disabilità e per l’acquisto di ausili didattici.

Previsti 1.000 docenti in più per il potenziamento dell’offerta formativa nella scuola dell’infanzia. Vengono anche stanziati 60 milioni aggiuntivi all’anno per la fascia 0-6 anni. Oltre 1,5 miliardi vanno all’edilizia scolastica.

Il provvedimento proroga, poi, di un altro anno, i poteri commissariali ai sindaci di Comuni e Città metropolitane per una rapida realizzazione degli interventi agli istituti. Aumenta il Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa delle scuole e per gli interventi perequativi che servono a ridurre le diseguaglianze: +117,8 milioni per il 2021, +106,9 milioni per il 2023, +7,3 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e +3,4 milioni per l’anno 2026.

Sulla digitalizzazione è previsto un investimento di 40 milioni di euro in più, insieme allo stanziamento di ulteriori specifiche risorse per potenziare l’azione amministrativa e didattica nelle scuole, anche attraverso l’utilizzo degli animatori digitali. Confermate e potenziate le équipe formative di docenti che si occupano dell’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale.

Una misura, quest’ultima, che punta ad accelerare i processi di digitalizzazione dentro gli istituti scolastici, a promuovere le azioni di formazione del personale e di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative e sulla didattica digitale integrata.

Confermati anche 1.000 assistenti tecnici nelle scuole del primo ciclo, figure da sempre presenti nel secondo ciclo, introdotte nel primo periodo dell’emergenza e ora stabilizzate per dare supporto a docenti e personale nell’uso di laboratori e tecnologie.

Confermata a regime la trasformazione da tempo definito a tempo pieno di 4.500 collaboratori scolastici ex Lsu.

Dirigenti scolastici fragili: anche in smart working restano nel domicilio in prossimità della sede di servizio

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con la nota n.36611, a firma del direttore generale Filippo Serra, il Ministero dell’Istruzione fornisce indicazioni sui dirigenti scolastici fragili.

Si tratta della nota di cui Orizzonte Scuola aveva già anticipato i contenuti lo scorso 8 novembre.

“A seguito del riconoscimento della fragilità e sulla base del referto – si legge -, avuto anche riguardo alle condizioni di lavoro, il direttore dell’USR, tenuto conto anche dell’eventuale svolgimento dell’attività didattica secondo le modalità della DDI, può ammettere il dirigente scolastico a prestare la propria attività in modalità agile fino al termine indicato nella certificazione medica. Le modalità di esecuzione della prestazione lavorativa sono definite in modo autonomo dal dirigente scolastico e comunque prevedono che gli interessati continuino ad assicurare il pieno funzionamento dell’istituzione scolastica, garantendo, ove occorra, anche la presenza, e applicando le indicazioni di sicurezza nel rispetto di quanto previsto dal referto medico”.

Infine nella nota si sottolinea che “è opportuno che il dirigente, qualora residente in altra regione, anche se in lavoro agile, permanga presso il domicilio eletto in prossimità della sede di servizio e adotti ogni modello organizzativo atto a garantire il corretto funzionamento dell’istituzione scolastica cui è preposto”.

Questo perché “la particolare situazione delle istituzioni scolastiche e la continua evoluzione delle condizioni in cui si trovano ad operare richiedono infatti, come comprovato da quanto verificatosi in questi mesi, una capacità di intervento ed un’attenzione gestionale che solo la tempestiva presenza nell’istituzione scolastica può assicurare in caso di necessità”.

NOTA

Iscrizioni scuola 2021/22 alunni con disabilità e DSA: documentazione da presentare, cosa fa la scuola

da OrizzonteScuola

Di redazione

Pubblicata la circolare ministeriale numero 20651 del 12-11-2020 sulle indicazioni e le tempistiche per le scrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2021/2022. Approfondimento sulle iscrizioni di alunni con disabilità e DSA.

Per iscriversi c’è tempo dalle 8:00 del 4 gennaio 2021 alle 20:00 del 25 gennaio 2021 per inoltrare la domanda. Ci si potrà registrare sul portale dedicato (www.istruzione.it/iscrizionionline/) già a partire dalle ore 9:00 del 19 dicembre 2020.

Le iscrizioni sono effettuate on line per tutte le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado statale.

Saranno online anche le iscrizioni ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà dagli istituti professionali e dai centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni che, su base volontaria, aderiscono al procedimento di iscrizione in via telematica.

Alunni con disabilità

Le iscrizioni di alunni con disabilità effettuate nella modalità on line sono perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della certificazione rilasciata dalla A.S.L. di competenza, comprensiva della diagnosi funzionale.

Cosa fa la scuola 

Sulla base della documentazione ricevuta, la scuola procede alla richiesta di personale docente di sostegno e di eventuali assistenti educativi e alla stesura del piano educativo individualizzato.

Alunni con meno di 18 anni

L’alunno/studente con disabilità che consegua il diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione ha titolo, qualora non abbia compiuto il diciottesimo anno di età prima dell’inizio dell’anno scolastico 2021/2022, può iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado o ai percorsi di istruzione e formazione professionale, con le misure di integrazione previste dalla legge 104/92.

Solo per gli alunni che non si presentano agli esami è previsto il rilascio di un attestato di credito formativo che è titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado o dei corsi di istruzione e formazione professionale regionale, ai soli fini dell’acquisizione di ulteriori crediti formativi, da far valere anche per percorsi integrati di istruzione e formazione. Questi alunni non possono essere iscritti, nell’anno scolastico 2021/2022, alla terza classe di scuola secondaria di primo grado, ma potranno assolvere l’obbligo di istruzione nella scuola secondaria di secondo grado o nei percorsi di istruzione e formazione professionale regionale.

Alunni con più di 18 anni 

Gli alunni con disabilità che hanno più di 18 anni, non in possesso del diploma conclusivo del primo ciclo ovvero in possesso del suddetto diploma, ma non frequentanti l’istruzione secondaria di secondo grado, hanno diritto a frequentare i percorsi di istruzione per gli adulti con i diritti previsti dalla legge n. 104/1992 e successive modificazioni.

Alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA)

Le iscrizioni di alunni/studenti con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento (DSA), effettuate nella modalità on line, sono perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della relativa diagnosi, rilasciata ai sensi della Legge 170/2010 e secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 sul rilascio delle certificazioni.

Stipendi docenti e Ata Covid entro novembre, mercoledì 25 emissione speciale. NOTA

da OrizzonteScuola

Di redazione

Sul pagamento degli stipendi del personale docente e Ata Covid, dopo tanta attesa, arriva la conferma: i soldi arriveranno entro il mese di novembre. Pubblicata la nota numero 27647 del 18 novembre 2020 con l’autorizzazione urgente dei ratei contrattuali contratti DL34 ex.art.231-bis.

Dal ministero fanno sapere che dal 19 fino al 23 novembre sarà possibile inserire a sistema gli emolumenti degli stipendi spettanti. Mercoledì 25 ci sarà l’emissione speciale di NoiPA, entro pochi giorni avverrà il pagamento.

Al fine di consentire l’acquisizione dei ratei stipendiali da parte del sistema NoiPA per l’elaborazione del cedolino stipendiale in tempo utile alla sessione di emissione speciale prevista in via straordinaria da MEFNOIPA per il giorno 25 novembre 2020, si richiede di autorizzare con la massima consentita urgenza i ratei stipendiali ex art.231bis DL34/2020 entro e non oltre le ore 18.00 del 23 novembre 2020. Tali autorizzazioni saranno possibili progressivamente, a partire dal giorno giovedì 19 novembre p.v., in funzione del completamento delle lavorazioni interne al sistema SIDI, relative alle rate già presenti“. E’ quanto si legge nella nota.

NOTA

Organico Covid, che cos’è

L’art. 231 bis della Legge 17 luglio 2020, n. 77 ha previsto, al fine di consentire l’avvio e lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19:

“La possibilità di attivare ulteriori incarichi temporanei di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio fino al termine delle lezioni, non disponibili per le assegnazioni e le utilizzazioni di durata temporanea. In caso di sospensione dell’attività in presenza, i relativi contratti di lavoro si intendono risolti per giusta causa, senza diritto ad alcun indennizzo”.

Quest’anno, oltre alle normali operazioni per l’assunzioni dei supplenti dalle graduatorie, è stato introdotto anche il cosiddetto organico Covid. Si tratta di ulteriori posti aggiuntivi per docenti e personale ATA che il Ministero dell’Istruzione ha reso disponibili per l’anno scolastico 2020/2021, vista la straordinarietà della situazione.

Didattica a distanza, Azzolina: da oggi si può senza consumare giga. Si agevolano studenti, docenti e Ata

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Sono felice di informarvi che da oggi si può fare didattica a distanza senza consumare il traffico dati dei propri abbonamenti telefonici personali o familiari”.

Lo annuncia su facebook la ministra Lucia Azzolina.

Insieme ai Ministri dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, e per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, abbiamo infatti invitato i principali operatori di telefonia mobile a trovare soluzioni che agevolino le studentesse e gli studenti, le loro famiglie, i docenti, il personale ATA e chiunque si colleghi alle piattaforme per le lezioni da remoto.

Tim, Vodafone e Wind Tre hanno accolto l’invito del Governo ed escluderanno le piattaforme di didattica a distanza indicate dal Ministero dell’Istruzione dal consumo di gigabyte previsto negli abbonamenti.

Quando si affronta un’emergenza come quella che stiamo vivendo serve davvero il sostegno di tutti. Da marzo a oggi lo Stato ha già investito oltre 400 milioni per il digitale a scuola. Iniziative come questa rafforzano l’impegno per supportare la scuola“, conclude.

Ascani: una buona notizia per tutti

“Una buona notizia per gli studenti e per le famiglie: sarà possibile fare didattica digitale integrata senza consumare il traffico dati dei propri abbonamenti telefonici.

Le compagnie Tim, Vodafone e Wind Tre hanno accolto l’invito dei Ministeri dell’Istruzione, dello Sviluppo Economico, per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione e del Dipartimento per le politiche della famiglia e hanno deciso di rendere possibile l’accesso gratuito alle piattaforme di didattica a distanza indicate dal Ministero dell’Istruzione. Questa emergenza sta mettendo a dura prova diversi ambiti del vivere civile. Possiamo venirne fuori solo con il contributo di tutti. Questo è un importante passo per garantire a ogni bambino e ragazzo il diritto allo studio, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo”, così la Viceministra dell’Istruzione Anna Ascani.

“Naturalmente come Governo continueremo a investire per dotare ogni istituto e ogni studente di tutti i dispositivi e gli strumenti necessari ad affrontare questa fase. Guardando anche oltre, perché quando tutto questo sarà finito vogliamo che le scuole italiane possano fare tesoro di questa esperienza e possano avere mezzi e infrastrutture per essere al passo con i tempi e con le sfide che una società in continuo mutamento pone”, conclude Ascani.

Scuole superiori, in aula dopo Natale? Azzolina: “Sarà ritorno graduale”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Quando torneranno in classe gli studenti delle scuole superiori? La ministra del’Istruzione, Lucia Azzolina, incalzata da Bianca Berlinguer, non si è voluta sbilanciare: il ritorno in aula sarà graduale, ma occorrerà guardare l’andamento dei contagi e si dovrà avere garanzie sui trasporti e sui test rapidi.

Le misure attualmente in vigore con il DPCM del 3 novembre scadranno il 3 dicembre. In tutta Italia, dalla zona arancione alla zona rossa, gli studenti delle scuole superiori sono in didattica digitale. Lecito pensare che, dunque, le misure possano essere prorogate fino alla fine di dicembre per tentare un “ritorno graduale” sulla base anche dell’andamento epidemiologico nelle singole realtà locali per gennaio. Fondamentale, però, sarà avere a disposizione i test rapidi e avere una soluzione efficace per i mezzi di trasporto anche con l’adozione di orari di ingresso a scuola scaglionati.