#DidatticaDigitale

Il Ministero dell’Istruzione insieme al Dipartimento per la Trasformazione Digitale dà il via a #DidatticaDigitale, un pacchetto di servizi messi a disposizione da aziende e associazioni in forma gratuita, per offrire soluzioni innovative a sostegno degli istituti scolastici.

https://www.miur.gov.it/web/guest/servizi-per-le-scuole

DATI SUI CONTAGI NELLE SCUOLE SMENTISCONO PROPAGANDA

COVID, GILDA: DATI SUI CONTAGI NELLE SCUOLE SMENTISCONO PROPAGANDA

“I dati sui contagi tra la popolazione scolastica smentiscono clamorosamente la campagna propagandistica condotta da Azzolina per le scuole aperte: a fronte della tesi strenuamente sostenuta dalla ministra circa la sicurezza delle scuole rispetto alla diffusione del virus, fino al 31 ottobre si sono registrati quasi 65mila casi di Covid-19 tra i banchi. Si tratta di un numero molto elevato se si considera che è riferito a un periodo poco più lungo di un mese (dall’inizio dell’anno scolastico a fine ottobre) e che riguardano 2.546 comuni sugli oltre 6.700 dove ha sede una scuola”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’analisi elaborata da Wired dei dati forniti dal ministero dell’Istruzione in risposta al Foia avanzato dalla testata online.

“Riteniamo grave che in un Paese democratico manchi la trasparenza su informazioni così cruciali e che per accedervi un giornalista sia stato costretto a ricorrere al Foia”, afferma Di Meglio che ricorda come quella per la trasparenza dei dati sull’epidemia nelle scuole sia una battaglia portata avanti dalla Gilda sin da quando è iniziato l’anno scolastico. Motivo per il quale ha aderito alla campagna #datiBeneComune.

“Data la gravità della situazione – conclude il coordinatore nazionale – sarebbe opportuno che la titolare di viale Trastevere la smettesse con la propaganda e si rendesse conto dell’enorme responsabilità che grava sulle sue spalle”.

Sclerosi multipla, i giovani progettano il futuro con il supporto di Aism

Sclerosi multipla, i giovani progettano il futuro con il supporto di Aism

Redattore Sociale del 01/12/2020

ROMA. “Sono stato un padre che ha cresciuto da solo la propria figlia pur avendo la sclerosi multipla e per questo mi sento di dire ai giovani che soffrono di questa patologia ora che si può costruire un futuro”. A dirlo è Francesco Vacca, presidente nazionale dell’Associazione italiana sclerosi multipla, forte di un convegno appena concluso, dal titolo “Giovani oltre la sclerosi multipla” in cui è stato affrontato anche il tema della genitorialità, alla presenza di circa 200 giovani partecipanti.

Quanto è importante questo convegno per i giovani con la sclerosi multipla?
“Questa è una patologia che colpisce soprattutto i ragazzi, in particolar modo le donne: un uomo su quasi tre donne. E’ importante quindi dare informazioni a questi ragazzi che si trovano catapultati in questa malattia, spaesati il più delle volte. Il convegno è stato ideato dodici anni fa un gruppo di under 35 con sclerosi multipla, che noi chiamiamo “young gold” e che, raggiunti i 35 anni, tramandano e formano i più giovani al lavoro di organizzazione del convegno. L’incontro vede la partecipazione di scienziati, ricercatori e vari professionisti che danno indicazioni su come gestire al meglio la sclerosi multipla. Quest’anno Aism ha avuto grosse difficoltà a causa del Covid, come tutti, ma ha deciso comunque di organizzare il convegno, anche perché l’associazione non ha mai abbandonato la sua comunità. Lo abbiamo quindi svolto online, con una partecipazione di quasi 200 partecipanti”.

Quali sono i temi di maggior interesse per i giovani?
“Questi giovani pensano al loro futuro, anche perché la sclerosi multipla colpisce le persone nella fase progettuale della vita, tra i 20 e i 30 anni, quindi pensano anche a metter su famiglia. Ma non solo: hanno chiesto e condiviso le loro perplessità e i timori sul lavoro con professionisti e specialisti presenti virtualmente nel convegno. Il lavoro è stato uno dei temi più sentiti perché i ragazzi hanno paura di non riuscire ad integrarsi, a trovare un’occupazione, soprattutto in questo momento storico. Molte domande sono state naturalmente sulla patologia, molti credono che avere la sclerosi multipla significhi finire in carrozzina, inesorabilmente. In realtà non è più così: oggi solo il 20% delle persone con sclerosi multipla è su una sedia a rotelle. Poi c’è il grande tema della genitorialità, a cui, strano a dirsi se confrontati con i loro coetanei, i ragazzi con sclerosi multipla rivolgono i loro pensieri. Si chiedono se potranno avere figli o se la malattia impedisce loro di affrontare una gravidanza, se si può costruire una famiglia. Un po’ di anni fa era sconsigliato alle persone affette da questa patologia avere figli ma ora, grazie anche alla fondazione sclerosi multipla per aver sostenuto le ricerche scientifiche, si può: anzi durante la gravidanza sembra che la malattia si congeli, proteggendo così anche il bambino. E non dobbiamo parlare solo delle donne ma anche degli uomini: molti giovani uomini si chiedono se avere la sclerosi li condurrà ad avere un figlio altrettanto malato. In realtà la malattia non è ereditaria. Io sono stato un padre, ad esempio, che ha cresciuto da solo una figlia e che ha scoperto di avere la sclerosi multipla quando lei era molto giovane”.

Quali sono gli strumenti messi a disposizione da Aism per agevolare, oltre la conoscenza, anche la genitorialità?
“Come associazione, con le nostre 98 sezioni territoriali, siamo molto presenti sulle problematiche specifiche ma abbiamo costituito anche un progetto, insieme a ’30 ore per la vita’, a supporto delle mamme con sclerosi multipla con i loro figli: abbiamo creato 50 punti in tutta Italia, in cui le mamme trovano tutti i professionisti indispensabili per muoversi con agilità negli impegni della genitorialità, inoltre facciamo anche formazione e counseling di supporto ai figli con cui spieghiamo ai bambini che i loro genitori che possono essere molto stanchi la sera. E la stanchezza, la fatica cronica, è una delle condizioni più nascoste, poco narrate della malattia, ma i bimbi tendono a colpevolizzarsi quando vedono i genitori stanchi e poco attivi. Importante poi considerare che il supporto psicologico attivato su questo ci ha consentito anche di raccogliere denunce e testimonianze di donne con sclerosi che hanno subito maltrattamenti o violenze durante il lockdown. In generale sulla disabilità dovuta alla sclerosi multipla, ciò su cui ci impegniamo molto è il lavoro sul territorio, anche con una baby sitter, non solo sostegno ma tutto ciò che è fondamentale per vivere il presente e progettare il futuro”. (DIRE)

Dimissioni volontarie in corso d’anno

di Maria Grazia Antinoro

Il Ministero dell’Istruzione, ogni anno, stabilisce il termine entro il quale il personale del Comparto Scuola con rapporto di lavoro a tempo indeterminato può presentare o ritirare la domanda di dimissioni volontarie dal servizio.

Tuttavia è possibile, per i dipendenti del comparto scuola, presentare domanda di dimissioni volontarie anche in corso d’anno, ma la decorrenza sarà sempre a partire dal 1^ settembre dell’anno scolastico successivo. Il dipendente, dunque, è tenuto a prestare regolare servizio fino alla fine dell’anno scolastico.

A stabilirlo è l’art. 1 del DPR 28/4/1998, n.3511 che permette al personale della scuola di rassegnare le dimissioni anche in corso d’anno, ma con decorrenza “dall’inizio dell’anno scolastico o accademico successivo”

DPR n. 3511 del 28/4/1998
Articolo 1 Cessazione dal servizio

1-I collocamenti a riposo a domanda per compimento del quarantesimo anno di servizio utile al pensionamento e le dimissioni dall’impiego del personale del comparto “Scuola” con rapporto di lavoro a tempo indeterminato decorrono dall’inizio dell’anno scolastico o accademico successivo alla data in cui la domanda è stata presentata.
2- Con decreto del Ministro della pubblica istruzione è stabilito il termine entro il quale, annualmente, il personale di cui al comma 1 può presentare o ritirare la domanda di collocamento a riposo o di dimissioni.
3- La domanda di collocamento a riposo per compimento del quarantesimo anno di servizio si intende accolta alla scadenza del termine di cui al comma 2. Alla stessa data s’intende accolta la domanda di dimissioni, salvo che nei trenta giorni successivi essa non sia rifiutata o ritardata dall’amministrazione in quanto è in corso un procedimento disciplinare. Nel caso in cui l’accoglimento delle dimissioni sia ritardato, le stesse sono da intendere accolte dalla data di emanazione del relativo provvedimento di accoglimento da parte dell’amministrazione.
4- Le disposizioni di cui ai commi 2 e 3 si applicano anche alle domande di trattenimento in servizio presentate ai sensi dell’articolo 509, commi 2, 3 e 5, del testo unico approvato con decreto legislativo del 16 aprile 1994, n. 297, nonché alle domande di cessazione dal servizio presentate dal personale che abbia ottenuto il predetto trattenimento.
5- L’amministrazione è tenuta a verificare, entro apposita data che è fissata dal decreto di cui al comma 2, l’avvenuta maturazione del diritto al trattamento di quiescenza. Qualora il personale dimissionario non abbia maturato tale diritto, l’amministrazione glielo comunica entro il predetto termine al fine di consentirgli di chiedere, entro cinque giorni dalla comunicazione, il ritiro delle dimissioni. Trascorso tale termine la domanda non può essere ritirata. L’amministrazione è esonerata dal predetto adempimento qualora l’interessato abbia manifestato, nella domanda di dimissioni, la volontà di interrompere comunque il rapporto di impiego indipendentemente dall’aver maturato o meno il diritto al trattamento di quiescenza.

Lo stesso orientamento era già stato espresso dal D.Lgs. n. 297 del 16/04/1994 , il T.U. del comparto scuola

D.Lgs. 16/04/1994 n. 297
Art. 510 – Dimissioni

1. Le dimissioni dall’impiego decorrono dal 1° settembre successivo alla data in cui sono state presentate.

2. Il personale di cui al presente titolo che abbia presentato le proprie dimissioni dall’impiego non può revocarle dopo il 31 marzo successivo.

3. Le dimissioni presentate dopo tale data, ma prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo, hanno effetto dal 1° settembre dell’anno che segue il suddetto anno scolastico.

4. Il personale è tenuto a prestare servizio fino a quando non gli venga comunicata l’accettazione delle dimissioni.

5. L’accettazione delle dimissioni può essere rifiutata o ritardata quando sia in corso procedimento disciplinare.

Nell’esame dell’istituto giuridico delle dimissioni, però, bisogna considerare che Il D.lgs n. 29 del 1993, e successive modificazioni e integrazioni, ha prodotto la privatizzazione del pubblico impiego che , pertanto, viene regolato dalle norme del Codice Civile, nonché dalle norme sul pubblico impiego “solo in quanto non espressamente abrogate e non incompatibili”.

Secondo l’art. 2118 cc il dipendente e il datore di lavoro possono entrambi estinguere “ad nutum” un rapporto di lavoro a tempo indeterminato : ciascuno dei contraenti, cioè, può recedere dal rapporto di lavoro per sua libera determinazione, con l’unico obbligo del preavviso quale è stabilito dal CCNL di comparto. Nel caso in cui il dipendente non rispettasse il periodo di preavviso, sarebbe tenuto a corrispondere al datore di lavoro un’indennità sostitutiva dello stesso, corrispondente allo stipendio che avrebbe percepito se avesse lavorato durante il preavviso.

Codice Civile
Art. 2118.
(Recesso dal contratto a tempo indeterminato).
Ciascuno dei contraenti puo’ recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, dando il preavviso nel termine e nei modi stabiliti dalle norme corporative, dagli usi o secondo equita’. In mancanza di preavviso, il recedente e’ tenuto verso l’altra parte a un’indennita’ equivalente all’importo della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso. La stessa indennita’ e’ dovuta dal datore di lavoro nel caso di cessazione del rapporto per morte del prestatore di lavoro.

L’art. 23 del CCNL comparto scuola prevede un termine di preavviso diverso in base all’anzianità di servizio:

  • 2 mesi per dipendenti con anzianità di servizio fino a 5 anni;
  • 3 mesi per dipendenti con anzianità di servizio fino a 10 anni;
  • 4 mesi per dipendenti con anzianità di servizio oltre 10 anni.

Un discorso a parte deve essere fatto per il personale ATA per il quale i CCNL aggiornato al 2018 non prevede obbligo di preavviso durante il periodo di prova

CCNL COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA 2016-2018
TITOLO IV – PERSONALE ATA
Art 30 – Periodo di prova
Decorsa la metà del periodo di prova ciascuna delle parti può recedere dal rapporto in qualsiasi momento senza obbligo di preavviso né di indennità sostitutiva del preavviso, fatti salvi i casi di sospensione previsti dal comma 4. Il recesso opera dal momento della comunicazione alla controparte. Il recesso dell’amministrazione deve essere motivato.

Le dimissioni di un dipendente, dunque, non necessitano, per divenire efficaci, dell’accettazione da parte dell’amministrazione, essendo un negozio unilaterale ricettizio.

A garanzia del buon andamento del servizio pubblico, però, il legislatore ha previsto che le dimissioni divengano efficaci a partire dall’anno scolastico successivo. Lo ha ribadito anche la Suprema Corte con la sentenza n. 2795/2015

Corte di Cassazione
sentenza n. 2795/2015
“In caso di dimissioni di dipendenti di scuola pubblica, il principio secondo il quale l’atto di recesso unilaterale è idoneo a determinare la risoluzione del rapporto, a prescindere dall’accettazione del datore di lavoro, va contemperato con le esigenze di natura organizzativa collegate al buon andamento dell’attività scolastica, che impongono che i termini per la presentazione delle domande siano individuati dalla normativa di riferimento, e che, ai sensi dell’art. 10 del d.l. 6 novembre 1989, n. 357, convertito con modificazioni nella legge 27 dicembre 1989, n. 417, ne individuano la decorrenza dal 1 settembre di ogni anno”

Il Dipendente dimissionario, però, potrebbe voler cessare il rapporto di lavoro con effetto immediato, abbandonando il servizio.
In questo caso è bene sapere che andrebbe incontro a conseguenze, non solo di natura economica (vista l’assenza del preavviso), ma anche disciplinare.
Infatti, a seguito dell’entrata in vigore del d. lgs. 150/2009 (introduzione dell’art. 55 quater, comma 1, lett. b) del d. lgs. 165/2001), l’assenza ingiustificata costituisce illecito disciplinare sanzionabile con il licenziamento con preavviso se ricorrono i seguenti i presupposti:

  • assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell’arco di un biennio;
  • assenza priva di valida giustificazione per non più di sette giorni, nel corso degli ultimi dieci anni;
  • mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione.

D. lgs. 150/2009
Art. 55-quater (Licenziamento disciplinare).
b) assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell’arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione;

Tale disposizione ha natura di norma imperativa (cfr .art. 55, comma 1 e 2, d. lgs. 165/2001), e pertanto sostituisce le clausole contrattuali difformi ed abroga implicitamente le leggi e le altre norme di rango primario per ciò in cui entrino in contrasto .

In caso di assenza per abbandono del servizio a seguito di dimissioni, Il Dirigente scolastico ha dunque l’obbligo di diffidare il dipendente dimissionario a riprendere il servizio.

Nel caso in cui il dipendente non ottemperi alla diffida, il Dirigente scolastico invierà tempestiva comunicazione all’Ufficio per i procedimenti Disciplinari dell’Ambito Territoriale per l’avvio del procedimento disciplinare, nel rispetto dei termini previsti all’art. 69 del D. Lgs. 150/2009 come aggiornati dal DLgs 75/2017, dandone contestuale comunicazione al dipendente.

Secondo la dottrina più diffusa la fattispecie giuridica conseguente all’assenza ingiustificata del dipendente sarebbe il licenziamento disciplinare e non più la decadenza da pubblico impiego.

Tale istituto, previsto dall’art. 127 D.P.R. n. 3/1957, non trova più applicazione a seguito dell’avvenuta contrattualizzazione del pubblico impiego(d. lgs. 165/2001). Questo orientamento viene d’altro canto confermato dall’art. 146 del C.C.N.L.–Comparto Scuola 2006/09.

CONCLUSIONI

Qualora un dipendente della scuola voglia cessare il proprio rapporto di lavoro a tempo indeterminato dovrà presentare regolare istanza di dimissioni nella finestra temporale stabilita annualmente dal Ministero o, in alternativa, presentare istanza di dimissioni con il prescritto preavviso in qualsiasi altro momento dell’anno scolastico. Un dato, però, è certo: dovrà continuare a prestare regolare servizio fino al termine dell’anno scolastico in corso, in quanto le sue dimissioni avranno efficacia, giuridica ed economica, a partire dal 1^ settembre successivo.

Normativa di riferimento
DPR n. 3511/98- art. 1
D.lgs. n. 29 del 1993
Codice Civile – art. 2118
CCNL 2006/09- art. 23
CCNL 2016-18- art 30
D.Lgs. n. 297/94- artt.510 e 511
D. lgs. 150/2009- Art. 55-quater
D.M n. 159 del 12-11-2020
D.lgs 75/2017

La Scuola del Futuro

IL 75% DEGLI STUDENTI ITALIANI BOCCIA LA DIDATTICA A DISTANZA, MA LA SCUOLA DEL FUTURO NON RINUNCIA ALLA TECNOLOGIA

Fatta di persone, tecnologica, evoluta, interconnessa e sostenibile: EOLO raccoglie l’opinione di 20.000 studenti per delineare lo Statuto della Scuola del Futuro

Varese, 1 dicembre 2020 – Si avvicina la fine dell’anno e, con essa, il momento di fare un bilancio di questo particolare e complesso 2020. L’emergenza Covid-19 ha cambiato radicalmente le abitudini degli italiani di tutte le età e ha puntato i riflettori anche sullo stato della scuola in Italia, un settore che negli ultimi mesi ha dovuto fronteggiare un improvviso processo di digitalizzazione, a volte impervio.

EOLO, operatore leader in Italia nella fornitura di connettività tramite tecnologia FWA– (fixed wireless access), ha coinvolto gli studenti in un brainstorming nazionale attraverso radio e social media. Alla survey in cui veniva loro chiesto di raccontare come sarà “La Scuola del Futuro” hanno risposto circa 20mila studenti di età compresa tra i 5 e i 19 anni, chiamati a immaginare possibili materie, classi, compagni e insegnanti.

Un dato emerge chiaramente: la netta maggioranza degli intervistati, circa il 75%, boccia la c.d. DAD, Didattica a Distanza, mostrando una chiara preferenza per la Didattica in Presenza. Ma l’innovazione rimane centrale nella scuola del futuro: alla scuola in presenza non potrà mancare il supporto unico che la tecnologia può offrire e una buona connessione a Internet e l’accesso a piattaforme e strumenti tecnologici per fare lezione sono indentificati come essenziali dal 65% degli studenti. Su quali siano le tecnologie essenziali invece la popolazione studentesca è più divisa: il 36% individua come scelta prima l’Internet of Things, il 32% la realtà aumentata e il 24% l’Intelligenza artificiale.

Dalle risposte emerge anche la forte richiesta degli studenti di essere dotati di strumenti nuovi per comprendere al meglio l’attualità e quanto accade nella società contemporanea. Oltre il 32% degli intervistati infatti vorrebbe che venissero inserite nel programma didattico ore su attualità e scienze sociali, il 23% vorrebbe essere maggiormente preparato su come smascherare le fake news, circa il 18% chiede più formazione sui temi di ambiente e sostenibilità e circa il 15% sulle nuove frontiere che le scoperte tecnologiche stanno aprendo, per poter avere gli strumenti per ipotizzare al meglio il proprio futuro.

Da quanto emerso nella survey, EOLO ha quindi estratto 5 pillar su come dovrebbe essere la scuola del domani, per strutturare lo “Statuto della Scuola del Futuro”:

  • Fatta di persone: la connessione umana, il rapporto diretto con i propri insegnanti, le relazioni con i propri compagni di classe sono aspetti che non potranno mai realmente essere sostituti. Da questo presupposto dovrà partire ogni ragionamento per la scuola del futuro.
  • Tecnologica: la didattica del futuro verrà supportata dalle tecnologie più all’avanguardia, per fare in modo che le generazioni del futuro siano messe nelle condizioni di formarsi al meglio. Studenti e insegnanti avranno a loro disposizione lavagne e banchi interconnessi, si utilizzerà la realtà aumentata e Intelligenza Artificiale e Internet of Things saranno all’ordine del giorno.
  • Evoluta: insieme alle materie fondanti della nostra cultura, si affiancheranno nuove materie, utili per la comprensione della contemporaneità a tutto tondo. Dalle materie più tecniche, come insegnare le basi della programmazione fin dalla scuola elementare, a quelle più umanistiche, come la comprensione del funzionamento dei Social Network e la capacità di riconoscere le fake news e sapersi informare correttamente.
  • Interconnessa: ovvero aperta. Tutte le scuole, non solo in Italia, ma in Europa e in tutto il mondo, potranno connettersi tra di loro per favorire ogni scambio didattico, permettendo agli studenti di entrare in contatto con culture e lingue diverse
  • Sostenibile: la sostenibilità a 360° non solo verrà insegnata a scuola, ma sarà un valore realmente messo in pratica già negli istituti.  

“Siamo orgogliosi di farci portavoce di una idea di scuola nuova, umana ma interconnessa, proiettata verso il futuro ma attenta a interpretare il presente. I ragazzi ci chiedono a gran voce una scuola ibrida, dove la Didattica a Distanza non sostituisce quella in Presenza, ma diventa strumento di apertura verso nuove materie e potenzialità oggi ancora inimmaginate” – commenta Luca Spada, Presidente e Fondatore di EOLO “Per rispondere a questo appello, però, è necessario investire sul futuro del nostro Paese, garantendo l’accesso democratico alla rete e alla tecnologia, risolvendo in maniera definitiva le problematiche di connettività che ancora oggi affliggono diverse aree. Come EOLO siamo impegnati da 15 anni in questa direzione, implementando la nostra rete in tutte le aree del Paese che ancora ne sono sprovviste e supportando i piccoli comuni nel loro percorso di digitalizzazione con il nostro progetto triennale EOLO Missione Comune”.

L’azienda a maggio 2020 ha infatti annunciato un piano di potenziamento infrastrutturale da 150 milioni di euro per portare, entro il 2021, la connessione ultra veloce in tutte le aree del Paese che ancora ne sono prive.

EOLO Missione Comune è il progetto lanciato da EOLO nel 2019 che prevede la donazione di 1 milione di euro all’anno per tre anni, in premi tech per supportare la digitalizzazione dei piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti. Per il secondo anno del progetto, l’azienda ha confermato il proprio impegno verso i comuni in cui opera, con un forte focus sulle necessità della scuola: un milione di euro in soluzioni tecnologiche ideate per la digitalizzazione della scuola, come i tablet e i percorsi di formazione individuali o di gruppo per avvicinare i più giovani ai temi della tecnologia, sostenibilità e problematiche ambientali. Ad oggi EOLO Missione Comune ha raccolto oltre 1.8 milioni di voti e ha selezionato 190 comuni che avranno diritto ai premi tech.

Per maggiori informazioni e dettagli sul progetto visitare il sito https://missionecomune.eolo.it/

Regia ai Prefetti e Autonomia scolastica

La regia del rientro alle attività in presenza nelle scuole ai Prefetti: un colpo mortale all’Autonomia scolastica

di Domenico Ciccone

Le ultime vicende della scuola italiana hanno mostrato i limiti del sistema di fronte alla crisi sociale dovuta alla pandemia da Sars- Cov 2. Era inevitabile, visto che la scuola italiana è stata, per quasi centocinquanta anni, governata dal modello organizzativo napoleonico-sabaudo, organizzato secondo il rigido modello della divisione amministrativa del territorio in province, con relativo affidamento delle stesse ad un funzionario posto alle dirette dipendenze del Governo.

Nulla di insolito: modelli obsoleti dai quali si riesce a malapena a staccarsi e che finiscono per creare lunghe, interminabili discussioni, scambi di pareri, dibattiti e rimpalli inconcludenti, in nome del nuovo assetto costituzionale del Titolo V laddove, cambiando l’ordine degli organi dello Stato, in nome del principio di sussidiarietà, si volle dare , venti anni orsono, un segnale chiaro e definitivo sul nuovo assetto territoriale della Repubblica e della sua macchina amministrativa.

Il risultato è stato il caos più totale in tutti i settori affidati alle cure degli enti locali, in particolare le Regioni che, istituite cinquanta anni fa tra lo scetticismo generale, hanno sempre più mostrato i muscoli ma, in concreto, evidenziato le loro fragilità istituzionali, fungendo ai principi costituzionali in maniera esattamente contraria all’idea che ne ispirava e legittimava la presenza nella macchina degli enti territoriali .

Cinquanta anni di regionalismo, intensificato, nell’ultimo ventennio dalla riforma di cui alla legge 3/2001, hanno prodotto maggiore iniquità tra i cittadini della penisola, accentuato le ingiustizie sociali, demarcato, in maniera netta tra le Regioni, le differenze di reddito, di istruzione, di salute, di inclusione , di cittadinanza e di condizioni personali e sociali, marciando in direzione concretamente contraria al dettato dell’art. 3 della Costituzione.

La scuola, tra le tante formazioni sociali a sentire il peso di queste differenze, ha ritrovato, in questo tempo di pandemia un suo antico assillo, al quale nemmeno venti anni di autonomia hanno posto il benché minimo freno: la dipendenza dal Ministero, dalle sue note, dalle sue circolari, dal suo apparato ottocentesco, per quanto cambiato nelle denominazioni e nelle competenze “snellite”, per così dire, dall’autonomia.

In più occasioni, durante gli ultimi mesi, mi sono permesso di sottolineare che, di fronte al default di moltissimi sistemi territoriali ( sanità in primis ma anche apparato amministrativo dello Stato), la scuola stava dando, e avrebbe potuto continuare a dare, lezioni di buona amministrazione e di resilienza, essendo stata capace di rigenerarsi e di rinnovarsi con impegno e dedizione, partendo quasi da zero e riuscendo comunque a garantire i servizi minimi anche attraverso una didattica dalle infinite insidie come quella a distanza o digitale integrata.

In diversi contesti, compreso quello associativo, di cui mi onoro di far parte, ho sempre manifestato l’idea che ogni dirigente scolastico avrebbe saputo fare anche il resto, cioè garantire una dignitosa scuola in presenza, se solo avesse avuto la “ cassetta degli attrezzi” per correre ai ripari:

  • Un aumento temporaneo, ma consistente, degli organici , modello Germania o Austria con incremento dal 30 al 50 % della dotazione, a seconda del tipo di scuola, in maniera da poter organizzare gruppi distanziati nello spazio e nel tempo, due categorie che già Aristotele poneva alla base di ogni ragionamento valido.
  • La possibilità di agire direttamente sulle criticità, come, ad esempio, i trasporti, utilizzando gli strumenti della normativa semplificata dei contratti pubblici, con affidamenti diretti fino a 75.000 euro, ed in maniera da alleggerire i trasporti pubblici e/o coprire fasce orarie, funzionali alla scuola riorganizzata, senza caricare di difficoltà le famiglie e le comunità locali.
  • Il conferimento di maggiori poteri temporanei ai dirigenti scolastici, nell’unica sensata direzione, quella di non dover dimostrare solo “di aver fatto le delibere” negli organi competenti ma di aver agito per garantire il servizio scolastico in piena legalità ma con la indispensabile elasticità, visto che sarebbe stato difficile mettere d’accordo le comunità educanti su decisioni impopolari o inusuali. Quando chiamati, all’inizio dell’emergenza, direttamente a garantire la didattica a distanza dalla sera alla mattina, mi sovviene che i dirigenti scolastici non si persero d’animo e non abusarono, in nessun modo, delle loro prerogative.

Nei contesti, nei quali sono state avanzate queste proposte, era prevedibile lo scetticismo; ha destato meraviglia trovare una decisa contrapposizione, talmente decisa da sollecitare il ritiro in buon ordine di proposte probabilmente troppo temerarie per una scuola che aspetta volentieri ordini dall’alto.

E arriveranno molto presto gli ordini dall’alto. Il governo, nel segno della più fulgida restaurazione, affiderà ai Prefetti il coordinamento delle operazioni per il rientro a scuola degli studenti nelle rispettive province.

Saranno istituite cabine di regia sotto il coordinamento degli ecc. mi funzionari governativi che, forti dei loro uffici di diretta collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri, garantiranno la corretta gestione, nei territori, delle attività per la ripresa della scuola, quella vera, fatta di orari, programmi e organizzazione decisa da chi sa fare bene e meglio.

In quale misura resterà visibile ed quanto rimarrà accettabile la dignità istituzionale che l’autonomia e la dirigenza avevano inteso conferire alla scuola, per consentirle di adempiere al meglio alla funzione di organo costituzionale dello Stato?

Immagino che, da qualche parte, stia anche iniziando la corsa per far parte della cabina di regia prefettizia. Si sa che la partecipazione è sempre un buon titolo da aggiungere al curriculum, anche restando in deferente silenzio.

EPIGENETICA VIRALE 4.0

EPIGENETICA VIRALE 4.0

di Paolo Antonio Manzelli

Premessa. I VIRUS A RNA recentemente prodotti dalla Pfizer/Moderna e con modalita’ diverse dalla AstraZenica , utilizzano i processi di informazione Epigenetica per regolare la loro carica infettiva in relazione alla espressione della genetica Umana

Rf.1 ) https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=134304

Rf.2 ) https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=137898

La Epigenetica indica come la complessa informazione proveniemte dall’ ambiente determini un insieme di connettivita’ con la espressione del Genoma Umano . In tale contesto Epigenetico i Virus come il Sars.Cov.2. , sono una delle principali attivita’ di modificazione della relazioni tra Genetica Umana ed Epigenetica ambientale le quali  “non” sono limitate alla infezione virale che provoca la malattia Covid.19. Infatti la attivita’ dei “Cofattori Epigenetici Virali” agisce non solo sui Sintomatici della infezione virale , ma anche sugli Asintomatici, che infatti riproducono e diffondono il contagio del Virus, ma che inoltre vanno ad agire sulla degradazione  del ciclo di vita della gente, proprio in quanto vanno ad alterare ogni forma di programmazione della comunicazione coerente sia cellulare che sociale.

In relazione ai Sintomatici infetti dal Virus a RNA Sars.Cov.2. la “carica virale”, che è indice di pericolosita’ della infezione, viene a dipendere dalla Somma dei Cofattori Epigenetici Negativi per la salute umana, cosi che l’ inquinamento dell’ aria dell’ acqua e del cibo, si associano come “sommatoria dei cofattori epigenetici”, nel degenerare la variazione della espressione del codice genetico umano, cosi che il Covid 19. diviene a piu’ elevata gravita per le categorie gia’ malate o piu deboli nella risposta immunitaria. –

Per comprendere con completezza  tale premessa e necessario capire che il DNA similmente ad un Computer , non possiede solo la “Funzione  Ereditaria” generata dalla particolare seuenza delle Basi Molecolari (ATCG)  ( Hardware)  ma inoltra attiva programmi  di Codificazione Quantica della Luce (Biofotoni) e (Biofononi) della vibrazione del Suono  (programmi di Software)  che sono necessari a rendere coerenti  le varie attivita di regolazione della vita come 1) la  Apoptosi ( morte cellulare programmata) , 2) la ossigenazione metabolica realizzata dai Mitocondri,3) , la idratazione e composizione dei Flussi del sangue arterioso e venoso , 4) la attivita di  reazione del sistema Immunitario all’ inserimento di programmi diversamente codificati (Malware).

Ref.3.): https://www.gsjournal.net/Science-Journals/Communications-Mind%20and%20Consciousness/Download/7217

In analogia ad un computer il Doppio Filamento di Basi Molecolari del DNA e pertanto in grado di esprimere , (mediante diverse modalita’ di “auto assemblamento”,  ottenute tagliando ed incollando sezioni  dalla propria struttura nano-metrica , le quali  vanno a regolare algoritmi di codificazione energetica ), in modo da ottenere molteplici  funzioni di comunicazione interattiva finalizzati a rendere coerenti i programmi di evoluzione della vita in funzione dell’ adattamento all’cambiamento  della informazione Epigenetica proveniente dall’ ambiente.

In tal modo il  DNA  dei sistemi viventi e in partivolare quallo dell uomo , si e evoluto e continua la sua evoluzione regolando la propria funzionalita di “ Antenna Rice-Trasmittente”sostenuta da la NGO Egocreanet fin dal 2006  che si integra con la informazione relativa all’ ordine si successione della basi molecolari descritta per la prima volta da Watson e Crick nel 1953  .

Ref.4): https://sites.google.com/site/etnoepsico/materiale-audio-video-e-scritti/altri-articoli/dna-genetica-e-biologia/dna-come-un-antenna-biologica;

Ref.5 : https://www.edscuola.it/archivio/lre/dna_come_antenna_biologica.htm

Putroppo la Tradizione Scientifica della Virologia e in gran parte della Medicina persiste nell’ escludere sistematicamente la importanza della funzionalita’ evolutiva di <Antenna Ricetrasmittente del DNA> e di conseguenza attualmente viene proposta la produzione di Virus a RNA –Artificiali , i  quali  rischiano di divenire una inutile promessa di Prevenzione Vaccinale , proprio a causa del non prendere in considerazione la importanza della  mutazioni di adattamento evolutivo tra “Genetica Umana e Epigenetica Virale”.

La didattica online deve andare oltre la videoconferenza

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Non è un caso che la ministra Lucia Azzolina, nel passaggio da vecchio a nuovo anno scolastico e dal lockdown di primavera alla riapertura di settembre, abbia cambiato nome (e acronimo) alla didattica a distanza. Che da Dad è diventata Ddi (digitale integrata) e che adesso deve però dimostrare di esser tale nelle singole classi delle singole scuole, che da oltre un mese stanno facendo i conti con chiusure nazionali, regionali e locali.

Negli articoli seguenti proviamo a raccontare – anzi lasciamo che a farlo siano i docenti impegnati in prima persona nelle classi virtuali di tutta Italia – come sostituire la didattica frontale in presenza con quella digitale a distanza non significhi limitarsi a fare una videoconferenza di 60, 50 o 45 minuti (la scelta spetta ai presidi) con i propri alunni che seguono, tutti o a piccoli gruppi, da casa. Bensì immaginare una lezione completamente nuova nei modi, nei tempi e nei mezzi di espressione. Da sperimentare sul campo quotidianamente con i propri allievi. Partendo dalla scelta della piattaforma da utilizzare (anche se in genere la decide la scuola) e ai file da condividere da remoto. E passando, poi, per la giusta miscela di moduli sincroni (cioè in diretta) e asincroni (in differita) per aggiornare la classica “spiegazione” del prof e dall’introduzione anche tra i banchi di esperienze come il debate o il working team che nella vita possono sempre servire si arriva, infine, alle verifiche che, per forza di cose, non possono ricalcare le interrogazioni e i compiti in classe conosciuti finora.

Ricorrere, in quarta superiore, alle teche Rai o a Youtube per ripercorrere la campagna in Italia di Napoleone e arrivare così al trafugamento, vero o presunto della Gioconda, oppure chiedere aiuto, in terza media, alla comicità di Totò per raccontare la geometria sono alcuni esempi degli spazi che la Ddi offre agli insegnanti per mettersi in gioco. E che le pagine seguenti provano a riassumere, sperando che la diffusione di buone pratiche e la contaminazione dei saperi tradizionali con quelli digitali si rivelino l’arma in più contro la perdita degli apprendimenti che ogni chiusura delle scuole genera.

Nuovo Dpcm e docenti fuori regione: possibile stop spostamenti dal 19/20 dicembre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Nel pomeriggio del 30 novembre lunga riunione tra Regioni in vista di quella di domattina convocata dal ministro Francesco Boccia, cui parteciperanno il ministro della Salute, Roberto Speranza, il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.

Le Regioni concordano sul divieto di assembramento, affermando che sarà il principio cardine per la discussione del nuovo Dpcm.

Tra i punti più dibattuti quello riguardante gli spostamenti tra regioni che, come abbiamo già sottolineato, interessa i docenti che insegnano lontano dalle proprie famiglie. Secondo le ultime indiscrezioni, il governo sarebbe propenso per uno stop dal 19 o 20 dicembre e fino all’Epifania. Le Regioni avrebbero invece concordato oggi per chiedere all’esecutivo un cambio, con l’autorizzazione agli spostamenti almeno fra regioni dello stesso colore.

“Occorre accorciare i tempi – sottolinea il governatore della Liguria Giovanni Toti -, fare più attuali le decisioni e accorciare anche il meccanismo di uscita dalla zona rossa ad arancione o da arancione a gialla, che nell’attuale Dpcm attiene a 21 giorni di calendario. Riteniamo si possa fare in modo più rapido”.

Riapertura scuole, prefetti organizzeranno ripartenza. Accordo con sindaci e Tpl su orari ingresso

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il rientro sui banchi passerà dai prefetti. Per far tornare a scuola in presenza i ragazzi dei licei e delle scuole superiori di tutt’Italia il governo, a quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti dell’esecutivo, pensa a presidi sul territorio, una sorta di cabina di regia che verrà affidata, appunto, ai prefetti

A loro il compito di mettere attorno al tavolo i soggetti coinvolti dal ritorno alla didattica in presenza, bandita alle superiori anche nelle regioni a minor rischio.

Intesa di massima che vedrebbe d’accordo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, la responsabile dell’Interno Luciana Lamorgese e la titolare dei Trasporti Paola De Micheli.

Dietro ci sarebbe la ‘regia’ di  Palazzo Chigi, concorde nel dare ai prefetti il ruolo di coordinatori, ‘oliando’ il meccanismo che è dietro la riaperture dei cancelli.

Saranno infatti loro a dover mettere d’accordo le aziende di trasporto locali, dirigenti scolastici e sindaci, affinché i rientri a scuola  siano gestiti evitando assembramenti al suono della campanella sì, ma anche sui mezzi di trasporto pubblici, dunque bus, tram e  metropolitane.

E non è escluso, viene inoltre spiegato, che al tavolo vengano chiamate anche le Asl per mettere assieme tutti i tasselli ed evitare fughe in avanti, con chiusure delle scuole a macchia di leopardo.

Intervenendo quindi a seconda delle esigenze dei territori, mettendo a punto delle road map che consentano di gestire il rientro sui banchi in piena sicurezza,  grazie alla regia e all’intervento diretto dei prefetti. Ciò potrebbe essere inserito già nel prossimo Dpcm.

Aggiornamento ore 21,30: Nel nuovo dpcm il governo delegherà ai prefetti il compito di coordinare le conferenze permanenti dei servizi per organizzare la ripartenza delle scuole superiori e quindi anche il trasporto pubblico locale e il trasporto scolastico. In sede di conferenza dei servizi il prefetto in accordo con il provveditore scolastico, il sindaco e le aziende di Tpl decideranno in ogni provincia anche lo scaglionamento di orari di entrata e di uscita dalle scuole.

Supplenze COVID, come controllare se il 2 dicembre arriverà lo stipendio nel conto

da OrizzonteScuola

Di redazione

Supplenze temporanee COVID: numerosi docenti e  ATA attendono da settembre il primo stipendio. Dopo numerose difficoltà, il primo pagamento sarà in conto il 2 dicembre. Per molti, forse non per tutti.

Emissione speciale il 25 novembre

NoiPA ha comunicato di aver effettuato l’emissione speciale il 25 novembre e la data di esigibilità sarà il 2 dicembre.

L’emissione ha riguardato 66.500 contratti. Quindi il personale che il 2 dicembre avrà il primo pagamento sarà sicuramente numeroso, ma forse non tutti potranno essere interessati

Altra emissione speciale il 14 dicembre

Il personale che non riceverà il pagamento il 2 dicembre potrà riceverlo entro fine dicembre. Il 14 dicembre infatti NoiPA assicura una seconda emissione speciale, per i contratti che saranno inseriti entro l’11 dicembre ore 18.

La nota

Chi rischia di essere pagato a gennaio 2021

Per i contratti che non potranno essere inseriti entro l’11 dicembre, il pagamento slitterà al 2021.

Come controllare se ci sarà il pagamento il 2 dicembre

Il personale con contratto a tempo determinato che ha già l’accesso a NOIPA può monitorare, in maniera indipendente, lo stato di avanzamento del singolo contratto e il relativo stato dei pagamenti, utilizzando il servizio “Contratti scuola a tempo determinato”, disponibile, all’interno dell’area riservata del portale NoiPA, seguendo il percorso Amministrato >Self service > Contratti scuola a tempo determinato.

In particolare il self service di NoiPA permette l’accesso diretto a quattro funzionalità:

  • Consultazione Contratti, che consente la consultazione dei dati dei contratti;
  • Consultazione Rata, che consente di visualizzare l’elenco delle rate (emesse e da emettere);
  • Consultazione Ordini di Pagamento, che consente di visualizzare l’elenco degli ordini di pagamento, fornendo per ciascun elemento il dettaglio delle voci di cui è composto;
  • Consultazione TFR, che consente di monitorare lo stato di lavorazione delle dichiarazioni TFR inviate a INPS.

Covid, 65.000 i positivi a scuola: i dati del MI rielaborati da Wired

da La Tecnica della Scuola

Sono circa 65.000 (per l’esattezza 64.980) i positivi segnalati dalle istituzioni scolastiche al 31 ottobre scorso.

Questa informazione è stata divulgato da Wired, che ha presentato al MI istanza di accesso generalizzato (FOIA) ed ha così ottenuto i dati che i dirigenti scolasdtici hanno trasmesso al Ministero tramite l’apposita rilevazione settimanale.

Non è ovviamente possibile risalire al luogo del contagio, ma comunque le informazioni fornite dal MI consentono di farsi un’idea della situazione globale in ambito scolastico.

Wired ha così rielaborato questi dati, costruendo una mappa che mostra l’incidenza dei contagi su base provinciale.

Più il colore della mappa è scuro e più è alta l’incidenza dei contagi sulla popolazione scolastica (studenti e lavoratori).

Wired ha inoltre costruito un indicatore, rapportando l’incidenza all’interno delle scuole con quella che si registra nella popolazione generale.

Secondo la rielaborazione dei dati, l’incidenza è inferiore negli istituti scolastici in Campania, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Hanno invece un’incidenza simile dentro e fuori dalle aule l’Emilia-Romagna, la Lombardia e la Liguria. Nel resto del Paese, invece, l’incidenza in classe è più alta che nella popolazione generale.

C’è da dire che questa è la situazione aggiornata a quasi un mese fa. Sarebbe di sicuro interessante avere un quadro aggiornato settimanalmente. Per tale ragione, Wired invita a sostenere la petizione #datiBeneComune, con cui si chiede al Governo dati aperti sull’emergenza Covid-19 per monitorare realmente la situazione e poterla gestire al meglio.

I dati che il Ministero ha fornito a Wired possono essere scaricati a questo link.

Rinnovo CCNL e taglio cuneo fiscale: fino a 160 euro di aumento per gli insegnanti

da La Tecnica della Scuola

Dalla manovra 2021 previsti aumenti di stipendio per gli insegnanti. La notizia è riportata dal ‘Sole 24 Ore’ che sottolinea come il mondo della scuola dovrebbe beneficiare del taglio del cuneo fiscale che va ad aggiungersi al rinnovo del contratto nazionale. L’aumento per i docenti dovrebbe attestarsi sui 92-93 euro (60 netti) più altri 100 euro (solo fino a 28mila euro di redditi) derivanti dal taglio dell’Irpef, rifinanziato dalla stessa legge di bilancio.

Il meccanismo è modulato sugli scaglioni reddituali. Fino a 28mila euro di reddito entrano in stipendio 100 euro al mese, da 28mila a 35mila, si parte da 100 a scendere fino a 80 euro, sotto forma di detrazione fiscale.

Per chi guadagna fino a 26.600 euro, il beneficio in busta paga è di 20 euro al mese e assorbe gli 80 euro del ‘bonus Renzi’.

Tra i 26.600 e i 28mila euro ne vale 100 al mese. Un’operazione che, secondo i sindacati, coinvolgerebbe circa il 10% di tutti i docenti.

Tali aumenti sono vincolati alla firma del contratto nazionale.

TFA sostegno V ciclo, le prove di accesso si faranno a distanza

da La Tecnica della Scuola

Il Dpcm del 3 novembre 2020, all’art. 1 lett. z) ha previsto che: “è sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica”.

Di conseguenza, anche le prove di accesso organizzate dalle Università per i i percorsi di specializzazione sul sostegno V ciclo hanno subito uno stop.

Per tale ragione il MUR ha pubblicato la nota 33310 del 27 novembre 2020 con la quale dispone che “in considerazione del protrarsi dello stato emergenziale da COVID-19, ed esclusivamente per l’attivazione del V ciclo sul sostegno 2019/2020, gli atenei potranno quindi organizzare la prova pratica in questione secondo modalità a distanza, avendo l’accortezza di uniformare la procedura tra le varie sedi per evitare trattamenti differenziati tra i candidati”.

NOTA 33310 DEL 27 NOVEMBRE 2020

Didattica a distanza, le scuole devono restituire le risorse non utilizzate

da La Tecnica della Scuola

Con riferimento alle risorse assegnate alle scuole nel mese di aprile per la didattica a distanza con il decreto Cura Italia, il MI ha ricordato che gli importi non utilizzati vanno restituiti.

Infatti, il decreto Rilancio ha previsto che le risorse non utilizzate siano “versate dai soggetti responsabili delle misure di cui al medesimo comma 8 entro il 20 dicembre 2020 ad apposito capitolo dello stato di previsione dell’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato”.

Pertanto, i dirigenti scolastici delle scuole che non hanno utilizzato in tutto o in parte le risorse assegnate o che non hanno correttamente rendicontato nei termini prescritti dovranno provvedere a restituire le risorse non utilizzate all’entrata del bilancio dello Stato, attraverso un versamento che dovrà avvenire tassativamente entro il termine del 20 dicembre 2020.

Gli estremi di versamento delle risorse non utilizzate sono:

capitolo di entrata di Capo X n. 3330, denominato “Proventi derivanti da donazioni o disposizioni testamentarie ed altri proventi da destinare al fondo ammortamento dei titoli di Stato”;

  • codice Iban: IT 77X 01000 03245 348 0 10 3330 00, per i versamenti in c/competenza presso la sezione di Tesoreria di Roma succursale;
  • causale del versamento: “Art. 120 della legge 24 aprile 2020, n. 27 – Somma versata ai sensi dell’articolo 265, comma 9, della legge 17 luglio 2020, n. 77”.

Sempre entro lo stesso termine, le istituzioni scolastiche dovranno anche comunicare l’avvenuta restituzione delle risorse non utilizzate, attraverso la piattaforma “PNSD – Gestione Azioni”.