Tavoli nazionali permanenti

Tavoli nazionali permanenti: le proposte dell’ANP per l’aggiornamento dei protocolli

Nelle giornate del 17 e del 18 dicembre l’ANP ha partecipato ai due Tavoli nazionali permanenti 0-6 e 6-18 in seduta unificata dedicati alle audizioni dei Direttori degli Uffici Scolastici Regionali. Sono stati affrontati in particolare due aspetti: l’interlocuzione con le prefetture per la riorganizzazione della rete dei trasporti in vista della riapertura di gennaio e l’andamento dei tavoli regionali. Lo scopo è stato quello di evidenziare criticità e punti di forza in funzione della revisione e dell’aggiornamento dei protocolli di sicurezza. 

Hanno preso la parola anche i rappresentanti dell’ANCI e, per il CTS, la dottoressa Pedoto. 

Dall’interlocuzione con le Regioni sono emerse alcune criticità comuni che ANP ha più volte evidenziato in precedenti note e comunicati:  

  • le difficoltà relative al tracciamento, soprattutto nelle ultime settimane di attività didattica, a seguito di una generalizzata inefficienza del Servizio sanitario nazionale, causato anche dall’aumento esponenziale dei contagi; 
  • la necessità di riorganizzare la rete dei trasporti onde consentire scaglionamenti in entrata e in uscita degli studenti, in modo non uniforme e generalizzato, ma in accordo con le scuole e i territori, anche al fine di non impattare in modo critico sull’organizzazione scolastica – per esempio l’orario di lavoro dei docenti – e le diverse esigenze delle famiglie; 
  • il difficile reperimento di dispositivi di protezione aggiuntivi per il personale in servizio sullo spezzone 0-6 (mascherine FFP2, visiere, occhiali), tenuto conto anche delle maggiori criticità legate al fatto che per i più piccoli non corre l’obbligo di indossarli; 
  • la complessa questione delle “bolle” della scuola dell’infanzia, per loro stessa natura difficilmente gestibili con un approccio prescrittivo. In tal senso la necessità di evitare sovrapposizioni e alternanze tra gruppi di alunni non dovrebbe tradursi nell’imposizione di modelli fissi e rigidi, data anche la difficoltà di reperire risorse qualificate; 
  • le incertezze relative all’ iter di riammissione a scuola di studenti e personale contagiati da Covid-19 non negativizzati dopo 21 giorni: permane infatti un conflitto tra quanto previsto anche dall’ultimo DPCM e la circolare n. 32850 del 12 ottobre 2020 del Ministero della salute; 
  • il numero importante di richieste da parte delle famiglie di attivare l’istruzione parentale e, contemporaneamente, una sempre più rilevante povertà educativa; 
  • l’incertezza sulla questione, affrontata peraltro solo in una FAQ del Ministero dell’istruzione, relativa agli studenti conviventi di persone fragili ai quali garantire forme di didattica integrata. 

Tra i punti di forza emersi nel corso degli incontri meritano di essere segnalate alcune interessanti proposte quali, ad esempio, il progetto “Mobility manager” di Savona che ha coinvolto i ragazzi del secondo ciclo all’interno dei PCTO nella riorganizzazione dei trasporti, l’ampliamento dei soggetti invitati ai tavoli regionali nell’ottica di una maggiore partecipazione e della condivisione delle regole dei protocolli e la firma in alcune regioni di protocolli di intesa che consentiranno una nuova fase di screening per il personale scolastico, sempre su base volontaria e in coincidenza con il riavvio delle attività in presenza. 

Circa l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione per lo spezzone 0-6, la dottoressa Boda ha comunicato che a breve il Ministero invierà a tutti gli Uffici scolastici regionali il modello con cui le scuole dell’infanzia, i nidi e le strutture parificate potranno fare richiesta di mascherine, gel e prodotti per la sanificazione.  La dottoressa Pedoto a tal proposito ha aggiunto che il CTS si è recentemente espresso in merito alla conformità della mascherina chirurgica anche per gli operatori del settore 0-6.  

La dottoressa Boda, infine, ha annunciato la riconvocazione dei Direttori regionali e delle sigle sindacali, all’esito delle consultazioni a tavoli separati, per condividere gli elementi salienti che saranno oggetto della revisione e dell’aggiornamento dei Protocolli. 

Alla luce di quanto emerso nel corso delle audizioni, l’ANP ribadisce le sue proposte per l’aggiornamento e la revisione dei protocolli, in attesa dell’imminente nuova versione del Rapporto I.S.S. n. 58/2020:   

1) integrazione di altri soggetti ai tavoli regionali e provinciali onde consentire un approccio coerente e sinergico rispetto alle varie criticità riscontrate a livello locale su trasporti e sanità; 

2) stimolo alla conclusione di accordi tra amministrazioni per la collaborazione in attività di interesse comune ai sensi dell’art. 15 della L. 241/1990 come strumento di risoluzione delle problematiche organizzative; 

3) diffusione a livello di sistema delle best practices realizzate in questi mesi quali interventi di supporto pedagogico rivolti agli operatori del settore 0-6, progetti di PCTO mirati alla partecipazione degli studenti alla soluzione di problematiche connesse all’emergenza epidemiologica e costituzione di apposite task force territoriali per coordinare e dare risposte omogenee alle scuole. 

In merito alle imminenti proposte di riorganizzazione della rete dei trasporti, in vista della riapertura di gennaio, l’ANP auspica l’individuazione di soluzioni flessibili e concertate di volta in volta con gli enti locali e le Istituzioni scolastiche autonome, per evitare soluzioni centralizzate non modulate sulle reali esigenze del contesto territoriale. 

2° Meeting

2° Meeting UGL Scuola

Cuzzupi: dal territorio conferme e proposte

Si è tenuto nella serata del 18 dicembre il previsto incontro-videoconferenza tra la Segreteria Nazionale della Federazione UGL Scuola e il proprio gruppo Dirigente di ogni Regione italiana. Un’occasione che ha consentito l’analisi della situazione del comparto rapportato alle varie realtà territoriali.

Proprio nel momento in cui a Roma venivano decise le nuove, caotiche, norme riguardanti il prossimo periodo, tutti i dirigenti sindacali, da ogni territorio, denunciavano la confusione e l’incertezza che, come nell’intero Paese, regna anche nel comparto scuola. La preoccupazione per il futuro dell’istituzione è stata comune, così come l’inquietudine che regna negli istituti di ogni ordine e grado riguardo la sicurezza e ai contagi troppo spesso sottostimati.

L’apprezzamento e la condivisione totale alla linea espressa dal Segretario Nazionale, Ornella Cuzzupi, sono stati unanimi. Così come chiari e convinti sono stati il riconoscimento e i ringraziamenti per l’ottimo lavoro portato avanti dalla Federazione Scuola inviati dal Segretario Generale Francesco Paolo Capone.

Lo stesso Segretario Nazionale Cuzzupi, visibilmente soddisfatto, ha dichiarato: “Quanto evidenziato nel meeting non può che essere motivo di soddisfazione per la Segreteria Nazionale e per l’intera UGL, Confederazione sempre attenta alle varie problematiche dei settori. Dai territori è emersa una piena condivisione della linea con la quale la Federazione Scuola sta portando avanti le battaglie a favore dei Docenti, del Personale ATA e di tutto il mondo scuola. Ciò vale per ogni aspetto e, in modo specifico, per il tentativo di realizzare il “sogno” di una scuola funzionale e sicura che dia il giusto merito al lavoro svolto. A tal proposito dovrà essere adeguatamente riconosciuta la grande, enorme attività che i lavoratori dell’ Istruzione  stanno sviluppando in questi terribili mesi. La scuola è rimasta viva per il loro impegno e la loro abnegazione e non certo per le invenzioni di un Ministero e di un esecutivo sempre più lontano dalla realtà.”

Una specifica riflessione è stata dedicata ai precari: “Non è comprensibile che dopo decine di anni in cui sono stati loro affidati compiti educativi e organizzativi – afferma il Segretario Nazionale – non gli sia attribuito quanto naturalmente dovrebbe essere”.

Ma in questa sede l’UGL Scuola ha lanciato anche l’ennesimo guanto. “Noi siamo pronti a confrontarci con chiunque – afferma Cuzzupi – la nostra crescita è la riprova di quanto i lavoratori si riconoscano nelle posizioni espresse. La linea della mia Organizzazione non cambierà mai, l’obiettivo è il bene dei lavoratori e di tutta l’Istituzione scolastica. Questo per noi è un valore inalienabile!”

  Federazione Nazionale UGL Scuola

Il Segretario Nazionale

Ornella Cuzzupi

Scuola, la fuga di Natale dei prof

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – E la proroga per gli insegnanti? Tra le molte richieste arrivate all’esecutivo in queste ore – ore in cui si decidono in maniera definitiva i livelli delle restrizioni agli spostamenti – c’è anche quella della deputata Lucia Ciampi, Pd, commissione Cultura, Scienze e Istruzione. Scrive: “Il governo preveda per i docenti una deroga agli spostamenti fra regioni prevista attualmente fino al 21 dicembre”. E poi spiega: “Sono molti i docenti, di ogni ordine e grado delle scuole del nostro Paese, che partiranno nel prossimo fine settimana per raggiungere le proprie famiglie o i luoghi di origine in vista del Natale. In questo modo per migliaia di alunni le lezioni rischiano di terminare con due giorni di anticipo. Per evitare questa ulteriore riduzione della didattica ed eliminare criticità e polemiche basterebbe posticipare il termine degli spostamenti”.

In nove regioni (Lombardia, Piemonte, Lazio, Umbria, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna) l’ultimo giorno di lezione sarà martedì 22, nelle altre undici mercoledì 23. Da lunedì 21 partirà il divieto di spostamento tra regioni e durerà fino a mercoledì 6 gennaio: il grande ponte del divieto rischia di far partire in anticipo i docenti meridionali in insegnamento al Nord, per esempio, togliendo altre ore a un’annata scolastica di inedita difficoltà.

Gli uffici scolastici regionali di Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna segnalano come diversi docenti originari del Sud stiano già chiedendo permessi o ferie per tornare a casa prima del 21 dicembre, non vogliono rischiare sanzioni.

L’Associazione nazionale presidi insiste sulla deroga per gli spostamenti nelle date vietate. Dice il presidente Antonello Giannelli: “E’ inaccettabile che gli studenti perdano lezioni, in quel periodo è difficile trovare supplenti”.

In verità, un docente che ha mantenuto la residenza al Sud, e spostato nella città dove insegna soltanto il domicilio, secondo il Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) operativo dallo scorso 4 dicembre dovrebbe potersi spostare anche il 22 e il 23, e naturalmente poter rientrare tra il 6 e il 7 gennaio.

E’ usanza antica per diversi insegnanti, a prescindere dalle restrizioni 2020, chiedere le ferie il 21 e il 22 dcembre, cosa che quest’anno consentirebbe di iniziare il viaggio di ritorno venerdì 18 pomeriggio, domani. In altri casi viene utilizzato l’espediente della “malattia tattica”, come raccontano dversi dirigenti scolastici.


Riapertura scuole il 7 gennaio, pronto il piano di Azzolina: ingressi dalle 8 alle 10, 65 milioni per trasporti, tamponi

da OrizzonteScuola

Di redazione

Riaprire le scuole il 7 gennaio o rinviare? La domanda, nel mare magnum di informazioni, idee, opinioni degli ultimi giorni, pare lecita. Non sembra avere invece dubbi la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, che avrebbe pronto il piano per riaprire i cancelli delle superiori subito dopo l’Epifania.

Tre gli assi su cui si concentra il lavoro del governo per il rientro in aula: trasporto, orari, corsia preferenziale tamponi per la scuola. Come attuare tutto ciò in circa due settimane con le festività natalizie nel mezzo?

Trasporti -È forse il nodo più difficile da sciogliere e il più evidenziato da esperti, presidi, sindacati. Il ministero dei Trasporti, secondo un’anticipazione de La Stampa, avrebbe pronti 65 milioni di euro già suddivisi tra le Regioni. L’obiettivo è l’aumento delle corse, specie nei grandi centri, per poter consentire una distribuzione maggiore degli studenti che si recano a scuola, arrivando a una capienza dei mezzi del 50%. Una parte delle risorse sarebbe così divisa: 10 milioni al Lazio, 8 all’Emilia Romagna, 7 a Lombardia, Sicilia e Campania. Proprio in Campania sono arrivati ieri oltre 200 nuovi bus che, ha riferito il governatore De Luca, serviranno anche per il rientro in classe dei ragazzi.

Orari differenziati – Prefetti al lavoro. Si ipotizza di aprire tre fasce orarie per gli ingressi: 8, 9 e 10. L’obiettivo anche in questo caso è legato alla necessità di alleggerire i mezzi pubblici.

Tamponi rapidi – La ministra Azzolina spinge affinché la scuola abbia una corsia preferenziale per i tamponi rapidi. Saranno le Regioni a decidere se accettare una corsia preferenziale. Cosa significa? Se le Asl dovessero ricevere più richieste, le scuole avrebbero la priorità. I tamponi rapidi aiuterebbero le istituzioni scolastiche nel tracciamento dei casi positivi tra alunni, docenti e personale Ata.

E poi c’è il timore della risalita dei contagi nel periodo delle feste. “Sarà un Natale diverso ma dobbiamo essere ancora di più responsabili: abbiamo un dovere come paese, riaprire le scuole superiori”, è l’invito della ministra Azzolina.

Digitalizzazione scuole, Azzolina: in legge di Bilancio 40 milioni in più. Dall’anno prossimo piattaforma unica

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Nuovi fondi per la digitalizzazione nelle scuole. Nella legge di Bilancio 2021 è previsto un investimento di 40 milioni di euro in più sulla digitalizzazione, insieme allo stanziamento di ulteriori specifiche risorse per potenziare l’azione amministrativa e didattica nelle scuole anche attraverso l’utilizzo degli animatori digitali”

Lo scrive su Facebook la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Inoltre “sono confermate e potenziate le équipes formative di docenti che si occupano dell’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale. Una misura, quest’ultima, che punta ad accelerare i processi di digitalizzazione all’interno degli istituti scolastici, a promuovere le azioni di formazione del personale e di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative e sulla didattica digitale integrata”.

“Quello della digitalizzazione è un capitolo a cui tengo particolarmente, come dimostrano il lavoro e gli investimenti che abbiamo realizzato come Ministero anche durante l’emergenza, fornendo dispositivi e connessioni alle scuole e alle famiglie meno abbienti”, aggiunge.

“Il nostro obiettivo – conclude – è ora quello di guardare oltre l’emergenza, continuando ad investire sul digitale nelle scuole. In questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti al Ministero per mettere a disposizione delle scuole, dal prossimo anno scolastico, una piattaforma digitale unica, contenente tutti i servizi e le funzionalità utili per le scuole, compresi gli strumenti per la didattica digitale”.

Regole Coronavirus ricreazione a scuola, quali sono?

da La Tecnica della Scuola

Quali sono le regole del Coronavirus in fatto di ricreazione a scuola?

Se ne parla sin da maggio, nel protocollo di sicurezza e nelle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico, che raccomanda precisi accorgimenti per gestire in tempi di Covid a scuola la ricreazione e in generale gli spazi comuni quali quelli adibiti alla refezione.

Il Comitato Tecnico Scientifico

Il Comitato Tecnico Scientifico chiarisce ciò che bisogna fare:

  • prevedere una segnaletica precisa che eviti agli alunni di incrociarsi e che garantisca il distanziamento;
  • predisporre le dovute turnazioni per evitare gli assembramenti;
  • privilegiare la ricreazione all’aperto con turnazione delle classi.

Servizi igienici

Le regole per frenare il Coronavirus non riguardano solo la ricreazione in sé, ma anche l’uso dei servizi igienici.

I servizi igienici sono dei punti di particolare criticità, ci informa il CTS. Se dotati di finestre, queste devono rimanere sempre aperte; se privi di finestre, gli estrattori d’aria devono rimanere sempre in funzione, per l’intero orario scolastico. Ovviamente anche quando si va al bagno bisognerà indossare la mascherina.

Ulteriori accorgimenti e regole anti Coronavirus a scuola

  • Tra un turno e l’altro, prevedere il giusto tempo di igienizzazione e aerazione degli ambienti.
  • Anche per la refezione in classe prevedere il tempo di igienizzazione prima e dopo il pasto.
  • Predisporre degli spazi di attesa per gli alunni durante le operazioni di igienizzazione degli ambienti.
  • Fornire agli alunni precise indicazioni comportamentali con adeguata cartellonista all’occorrenza.

Ritorno a scuola, il Covid non molla: alle superiori in classe metà degli studenti e l’altra metà a casa?

da La Tecnica della Scuola

Tornare alla originaria quantità di studenti delle superiori che dal 7 gennaio svolgeranno didattica in presenza: quella del 50%, prima che lo scorso 3 dicembre, all’ultimo momento, la ministra dell’Istruzione riuscì ad intervenire per fare alzare la percentuale al 75%.

L’ipotesi di tornare al 50%

Ora, però, anche a causa delle problematiche che stanno emergendo in alcune prefetture – incaricate tramite lo stesso Dpcm a coordinare dei tavoli provinciali per decidere come gestire la difficile ‘partita’ dei trasporti – sembra che il governo si appresti a tornare alla divisione originaria.

La disposizione, ma anche semplicemente l’apertura a farlo laddove ve ne fossero le necessità, potrebbe essere contenuta già nel Dpcm pre-natalizio approvato dal CdM il 18 dicembre.

I dati dei nuovi contagi, del resto, non possono far bene sperare: oltre 18 mila, con quasi 700 decessi in un solo giorno.

Qualche Regione si sarebbe già schierata per la suddivisione equa, con metà degli alunni a casa a seguire la DaD mentre i compagni fanno lezione a scuola.

Inserimento a scuola graduale

“Per garantire sicurezza agli studenti della Lombardia, la ripresa delle lezioni in presenza dal 7 gennaio dovrà avvenire gradualmente – a partire dal 50% – per risolvere alcune criticità che potrebbero favorire una ripresa dei contagi”, si legge nella lettera che Regione, Comuni capoluogo, Anci, Upl e Ufficio scolastico regionale della Lombardia, invieranno lunedì 21 dicembre al Governo”.

“Decisione condivisa al termine della riunione convocata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, cui ha presenziato anche il prefetto di Milano Renato Saccone”, ha concluso la Regione dell’Emilia Romagna.

Ritorno 7 gennaio, Conte: si farà perchè la scuola non è un focolaio, puntiamo su orari diversificati e sinergie

da La Tecnica della Scuola

È sulla Scuola la domanda finale al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in occasione della conferenza stampa, tenuta a Palazzo Chigi, seguente al Consiglio dei ministri da cui nella serata del 18 dicembre è scaturito il Dpcm che regolerà le festività natalizie degli italiani dalla vigilia di Natale sino all’Epifania.

La domanda: non è rischioso?

Una cronista chiede al premier se la decisione della ministra Lucia Azzolina di puntare sul rientro in classe il prossimo 7 gennaio degli studenti delle superiori, costretti da fine ottobre a fare la DaD, non sia rischiosa perchè potrebbe incentivare un possibile ritorno dei contagi.

E anche cosa sta prevedendo il governo per lo scaglionamento degli ingressi negli istituiti scolastici.

La replica: lezioni superiori in presenza

“La pandemia – risponde Conte – ci sta insegnando, tra le lezioni che dobbiamo mantenerci sempre pronti a intervenire” e che “bisogna utilizzare trasparenza”.

Quindi Conte è entrato nel vivo della risposta. “A questo governo – ha sottolineato – sta a cuore tutto il comparto scolastico, anche le superiori di secondo grado in questo periodo passate alla didattica a distanza. Vogliamo prevedere per loro lezioni in presenza”.

I tavoli delle prefetture funzionano

Per questo, ha continuato il premier, “abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio. Nel corso del Consiglio dei ministri c’è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio”.

L’obiettivo è creare quella sinergia tra il sistema dei trasporti con la differenziazione degli orari“.

Non è affatto facile, ma grazie al coordinamento delle prefetture, ha sottolineato il presidente del Consiglio, “tutte le istituzioni che hanno un ruolo sono state coinvolte”.

Scuola sicura, ma trattamenti diversi

A proposito della sicurezza negli istituti, il Capo del governo si è detto sicuro: “Rimaniamo convinti, alla luce dei dati acquisiti, che la scuola non sia focolaio. Tutto quello che è attorno va però trattato con cura“, tenendo presente che vi sono centri più piccoli che rispetto ai grandi hanno esigenze “completamente diverse”.

Decreto Natale: Italia zona rossa nei giorni festivi. Conte: “Situazione difficile”

da La Tecnica della Scuola

Una lunga attesa (un’ora e mezza circa) per la conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e decreto Natale varato e operativo fra pochi giorni. Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà interamente zona rossa nei giorni festivi e prefestivi con spostamenti vietati anche all’interno dei propri comuni (se non per motivi lavorativi), mentre leggeri allentamenti con colore arancione avverranno nei giorni del 28, 29, 30 dicembre 2020 e nel giorno 4 gennaio 2021. Così il premier:

“Abbiamo tenuto sotto controllo il numero dei contagi, il metodo che abbiamo attuato ci ha permesso di evitare il lockdown generalizzato. Abbiamo abbassato l’indice Rt da 1,7 a 0,86. La situazione però resta difficile in tutta Europa. Il virus si lascia piegare ma non sconfiggere. Il Cts si è riunito l’altro giorno e ha espresso forte preoccupazione per gli assembramenti. Dobbiamo intervenire per rafforzare il regime di misure che sono necessarie anche in vista della ripresa più generale delle attività che avverrà a gennaio. Punto di equilibrio tra la stretta e le deroghe necessarie”.

Zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, vietato ogni spostamento tra le Regioni, dal 24 al 27 e dal 31 al 3, poi 5 e 6 gennaio. Si esce solo per motivi di lavoro. Si potranno ricevere solo due persone non conviventi, più gli under 14. Consentita l’attività motoria individuale. Chiusi negozi, centri estetici e bar e ristoranti. Aperti supermercati, farmacie, edicole, tabaccherie, lavanderie, parrucchieri. Zona arancione consentiti spostamenti all’interno del proprio comune, dai piccoli Comuni (fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 km). Chiusi bar e ristoranti (consentito asporto), negozi aperti fino alle 21. Si circolerà con l’autocertificazione nei giorni festivi e prefestivi”.

“Volevamo inserire immediate risorse di ristoro, abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno registrato perdite. Chi subisce danni economici dev’essere subito ristorato. Questo decreto legge dispone ristori per 645 milioni a ristoranti e bar. Cashback? Questa misura è alleata degli italiani. Il 27 dicembre in Italia sarà il vaxing day, insieme ad altri paesi europei. Interverremo con un piano vaccinale che abbiamo già anticipato. Il vaccino sarà sicuro e sarà offerto a tutti”.

Decreto Ristori: le misure per la scuola

da La Tecnica della Scuola

La Camera dei deputati ha dato il via libera al Decreto Ristori che la prossima sarà esaminato dal Senato per l’approvazione definitiva.

Per quanto riguarda la scuola sono previsti 85 milioni di euro per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale.
Il Ministero spiega che si tratta di fondi destinati all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali per la didattica digitale integrata (DDI), nonché per l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza e per la necessaria connettività di rete.
In realtà questi fondi sono già stati assegnati alle scuole in quanto erano previsti nel testo originario del decreto approvato dal Governo a fine ottobre. Secondo i dati del Ministero la somma serve ad acquistare oltre 200mila dispositivi digitali e più di 100mila connessioni.

Recupero degli apprendimenti

Con un emendamento a firma della senatrice 5S Bianca Granato è stato inserito anche un fondo da 5.532.195 euro per attività didattiche extracurricolari finalizzate al recupero di gap formativi.
Le risorse saranno distribuite tra le scuole del primo ciclo (primarie e secondarie di primo grado) con un maggiore svantaggio nei livelli di apprendimento.

Congedi per i genitori e fondi per il traporto scolastico

Ma ci sono anche altre due misure che riguardano le famiglie.
Il provvedimento riconosce infatti ai genitori lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati) il diritto al lavoro in modalità agile o ad un congedo straordinario per il periodo in cui i figli – minori di 16 anni – siano interessati da un provvedimento di sospensione dell’attività didattica in presenza, oltre che per tutto il periodo (o parte del periodo) corrispondente alla durata della quarantena.
Viene poi rifinanziato il fondo per le aziende di trasporto pubblico locale con 390 milioni per l’anno 2021, dei quali una quota fino a 190 milioni sarà usata per il finanziamento di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale, destinato anche alla mobilità scolastica degli studenti e delle studentesse.

Legittima la Dad nella scuola media, per il principio di precauzione

da La Tecnica della Scuola

In attesa del nuovo Dpcm che detterà le regole per il periodo natalizio, si registra una nuova pronuncia della magistratura amministrativa sullo svolgimento dell’attività didattica.

Il Piemonte da zona rossa a zona arancione

Inizialmente dichiarata regione rossa, e quindi, a mente delle previsioni del Dpcm del 3 novembre, con attività didattica in presenza nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado solo per le prime classi, nonostante il Piemonte fosse stato “declassata” il 27 novembre a regione arancione, il Presidente Cirio aveva disposto che dal giorno successivo dovesse continuare la didattica a distanza anche per le seconde e terze classi della secondaria di primo grado fino al 23 dicembre.

Il decreto del presidente della regione era stato impugnato innanzi al Tar Torino da un gruppo di genitori e docenti di allievi frequentanti un istituto scolastico secondario di primo grado, in quanto ritenuto illegittimo per violazione delle disposizioni di carattere nazionale che prevedevano, per le regioni arancione, la didattica in presenza per le seconde e terze classi della secondaria di primo grado.

I dati del contagio

In sede di giudizio, a sostegno della legittimità del proprio operato, la Regione Piemonte aveva rappresentato che, sulla base dei dati epidemiologici in proprio possesso, la scelta adottata risultava la più prudente, essendo emersa una correlazione tra le misure di contenimento del contagio e l’andamento della curva epidemica per classi di età.

Con un’articolata sentenza depositata lo scorso 12 dicembre, il Tar Piemonte presieduto dal dott. Vincenzo Salamone, ha tuttavia respinto il ricorso confermando la legittimità dell’operato della Regione.

La competenza della regione ed il principio di precauzione

In primo luogo, secondo i giudici amministrativi piemontesi, rientrava nella facoltà della regione l’applicazione di misure più restrittive rispetto a quelle previste a livello nazionale, in ragione della possibilità concessa in tal senso dall’art. 1, comma 16 del D.L. 33/2020.

Peraltro, il decreto del presidente della regione rientrava nel più ampio potere di adozione di provvedimenti contingibili ed urgenti adottabili dalle regioni in materia di igiene e sanità pubblica e di polizia veterinaria.

Peraltro, prosegue il Tar, l’esercizio della discrezionalità regionale si è basato sul noto principio di precauzione, che consente l’adozione di misure “adeguate ed effettive” dirette a prevenire eventi dannosi o pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana.

Ritorno a scuola del 7 gennaio: ipotesi di rientro al 60 o al 50% per le superiori

da Tuttoscuola

Sarebbero 2,5 milioni gli studenti delle scuole superiori che dal prossimo 7 gennaio, secondo quanto stabilito dall’ultimo DPCM, dovrebbero tornare in classe. A questi vanno poi aggiunti altri 5 milioni di studenti delle scuole del primo ciclo. Un numero troppo alto di ragazzi e ragazze che pesa sulla questione dei trasporti. Sebbene infatti il rientro in classe per gli studenti delle superiori sia previsto solo al 75%, questa sarebbe ancora una percentuale difficile da conciliare con la capienza dei mezzi pubblici al momento ferma al 50% per il rispetto delle norme sanitarie. E oltre la riorganizzazione da parte delle scuole di ingressi e uscite scaglionate, ora si fa largo l’ipotesi di un rientro al 50% per i ragazzi della secondaria di secondo grado.

“Abbiamo un dovere come paese: riaprire le scuole superiori” ha intanto dichiarato lo scorso 17 dicembre la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. A gestire la conciliabilità del ritorno in classe dopo le Feste con la disponibilità dei trasporti pubblici dovrebbero pensarci i tavoli dei prefetti che indicano nello scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola  una possibile soluzione. Addirittura in alcune realtà si pensa di far entrare i ragazzi dalle 8 alle 10, con inevitabili “sconfinamenti” nel pomeriggio; unendo a ciò eventuali modifiche dell’orario di ingresso negli uffici pubblici.

Peccato però che una rimodulazione non sempre è facile da realizzare e gestire: va aumentato il personale dedicato alla pulizia e sanificazione degli ambienti e la presenza degli studenti che abitano lontano. Inoltre la Cisl Scuola ha ricordato che la ridefinizione di tutti gli orari è sì operazione molto complessa, ma che risulta impossibile conciliare gli orari delle numerose cattedre a scavalco.

Di qui l’idea che, per ora, serpeggia tra gli addetti ai lavori di provare ad abbassare la soglia nazionale del 75% di rientro in presenza portandola 60%, o anche al 50%, lasciando più autonomia alle scuole. “Già oggi le scuole con la loro autonomia possono modulare l’organizzazione per garantire la sicurezza – ha ricordato Antonello Giannelli, a capo dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi -. Per garantire decisioni ponderate servirebbe una base informativa con i trasporti per conoscere i flussi di traffico e di utenza e quindi adattare di conseguenza gli orari di ingresso. Il tema, certo, è delicato e le situazioni sono diverse da area ad area. Per questo ai tavoli istituzionali è un errore non far sedere anche i presidi che conoscono le singole realtà”.