V. Ardone, Il treno dei bambini

Viola Ardone, Il treno dei bambini, Einaudi 2019

di Mario Coviello

Ho amato molto questo libro che vi voglio raccontare per molte ragioni.

E’ scritto in forma piana e il racconto in prima persona del protagonista Amerigo, un bambino dei bassi napoletani di meno di dieci anni, mi ha fatto tornare alla mia infanzia, piena di sacrifici e di rinunce.

Amerigo ha solo la madre, una madre che non sa fargli una carezza, non lo sa abbracciare, una madre di poche parole. Una madre povera che, subito dopo la seconda guerra mondiale,  lava e stira la biancheria per i ricchi ed è complice di uomo che si apparta con lei nell’unica stanza del basso e manda fuori il figlio che non deve vedere. E’ l’uomo che le permette di sopravvivere con la borsa nera. E questa madre accetta di mandare il figlio in Emilia, al Nord, dai comunisti “ che mangiano i bambini” perché la fame è tanta.

E questo è l’altro motivo che mi ha fatto amare questo libro. La mia storia è intrecciata con quella del Partito Comunista Italiano. Mia madre Assunta è stata nel 1956 la prima donna consigliere comunale nel mio paese Bella, in Basilicata. Sono cresciuto con il ricordo della giovane studiosa Annabella Rossi, allieva di Manlio Rossi Doria, che ha raccontato la miseria di San Cataldo, un villaggio dell’Ente di Riforma Fondiaria, che è nel territorio del paese in cui sono nato. Ho mangiato anche io come Amerigo la mortadella,  la marmellata degli americani all’asilo delle suore di Maria Ausiliatrice.  Ho conosciuto e sono cresciuto anche io come Amerigo con uomini e donne che hanno creduto nell’ideale dell’uguaglianza e per esso si sono sacrificati con rigore e coerenza, come mia madre.

E Amerigo impaurito, disperato lascia la mamma e la sua casa e arriva in una vera famiglia. Impara a vivere con fratelli “adottivi”, riceve quel calore di un padre che non ha mai conosciuto. Torna in quella scuola che a Napoli aveva abbandonato perchè era solo una punizione e scopre che è bravo in aritmetica, riesce finalmente a imparare a leggere perché le lettere non si confondono più nella sua testa.

Impara a costruire un violino e scopre che ama la musica, che è capace di suonare.

E poi arriva il momento di tornare a casa. Il distacco è doloroso e la ruvidezza riscoperta della madre lo sconcerta. Ma è quando la madre decide di portare al banco dei pegni il suo violino con il suo nome sopra che  Amerigo scappa di nuovo in Emilia e torna dalla madre solo per il suo funerale.

La napoletana Viola Ardone, professoressa di latino e greco in un liceo, conosce profondamente la sua città e la sa descrivere nei suoi colori umani e disperati raccontando di  donne vive e indomite.  Ha approfondito la storia del Partito Comunista Italiano, che è nato cento anni fa e in queste settimane se ne celebra il centenario. Ha letto, come testimonia la bibliografia che accompagna il libro, Giorgio Amendola e Giulia Buffardi, una delle protagoniste del “ treno dei bambini”. E soprattutto come la Ardone dice.. “ Questa mia storia nasce da tante altre storie: anzitutto quelle che i “bambini” e le “bambine” dei treni mi hanno raccontato di persona , poi quelle che ho scoperto, consultando documenti d’epoca.” Vi consiglio questo libro perché sono sicuro che voi lettori attenti e appassionati ritroverete la vostra infanzia e adolescenza e con Amerigo riscoprirete la vostra fatica di vivere.

Il Mitreo di San Clemente

Il Mitreo di San Clemente

di Maurizio Tiriticco

Seguo sempre con estremo interesse le trasmissioni del programma “freedom”, sulla Rete1 di mediaset, magistralmente dirette ogni venerdì da Roberto Giacobbo. Particolarmente interessante è stata quella di ieri sera, 29 gennaio, in cui, tra altri inserti, figurava quello dedicato al Mitreo del Circo Massimo, in Roma. In effetti, nella capitale vi sono altri Mitrei, ed uno si trova perfino ad Ostia Antica. Mi sembra opportuno ricordare che uno dei Mitrei romani più noti e, forse, più ricchi di storia, è quello che si trova tra Via Labicana e Via di S. Giovanni in Laterano. Ed esattamente al primo livello sotterraneo della Basilica di San Clemente, che si sviluppa su ben tre piani.

Mitreo, il culto di Mitra! Una divinità orientale! Il culto del “Dio Sole”, onnisciente, infallibile, sempre vigile e che mai riposa! La sua nascita veniva celebrata il giorno del solstizio d’inverno, in persiano Shab-e Yalda, come si addice a un dio della luce. In Mesopotamia Mitra era identificato con Shamash, Dio del sole e della giustizia. Ma fu un dio noto anche in Roma, in quanto introdotto dai soldati reduci dalle campagne di guerra condotte in Oriente. E noto soprattutto in quel periodo che precedette il diffondersi del cristianesimo.

Ebbene, avrei preferito che, a proposito del culto di Mitra nella Roma antica, Giacobbo avesse anche ricordato che nella Basilica di San Clemente di Via Labicana, nel primo livello sotterraneo, nella navata centrale, vicino all’accesso della navata sinistra si trova uno dei Mitrei forse più noti e più ricchi di storia. Contiene, forse, gli affreschi più famosi del cristianesimo primitivo, non solo per l’importanza artistica, ma anche perché nel riquadro inferiore si trovano trascrizioni di frasi espresse in una lingua intermedia fra il latino e il volgare. Queste iscrizioni, databili tra il 1084 e l’inizio del 1100, costituiscono il primo esempio in cui il volgare italiano appare scritto ed anche usato con intento artistico. L’esempio più famoso, il “sao co chelle terre….”, ovvero il cosiddetto “placito capuano” è del 960. Il dipinto rappresenta un frammento della “Passione di San Clemente”, un testo latino anteriore al VI secolo. Viene rappresentato il patrizio Sisinnio nell’atto di ordinare ai suoi servi, Gosmario, Albertello e Carboncello, di legare e trascinare San Clemente. Ma Sisinnio, per miracolo divino, in effetti è farneticante e cieco. Ed i servi, ciechi come il loro padrone, invece di trascinare il santo, trascinano una colonna di marmo.

Ma la cosa forse più interessante è quanto vi è scritto. Si leggono queste espressioni: Sisinnio dice: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto co lo palo, Carvoncelle!». E San Clemente dice: «Duritiam cordis vestris, saxa traere meruistis». Traduzione: Sisinnio: «Figli di puttana, tirate! Gosmario, Albertello, tirate! Carvoncello, spingi da dietro con il palo», San Clemente: «A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare sassi». La prima parte è tutta in volgare, con chiare influenze romanesche. Da notare che le espressioni “de”, “le” e “co” “le” sono già preposizioni articolate, che non esistevano nella lingua latina. La seconda parte è scritta in latino, ed è una libera citazione dalla Passio, dove il testo suona così: “Duritia cordis tui in saxa conversa est, et cum saxa deos aestimas, saxa trahere meruisti.”. Ovvero: “La durezza del tuo cuore è convertita in pietra; e poiché stimi dèi le pietre, hai meritato di trascinare pietre”. Probabilmente la citazione è stata abbreviata per adattarla allo spazio disponibile nella composizione dell’affresco. Ed ancora: la frase non solo è stata volta al plurale (vestris, meruistis); ma soprattutto non rispetta più la sintassi e le concordanze nella flessione nominale (“duritiam” invece della forma dell’ablativo “duritia”, che ora sarebbe necessaria; “vestris” invece di “vestri”, come richiederebbe la concordanza; “traere” invece della forma corretta: “trahere”. Evidentemente il pittore, e soprattutto colui che gli dettava il testo, non aveva più familiarità con l’uso latino.

Io ho la fortuna di abitare vicino alla Basilica di San Clemente che, pur essendo basilica, è una chiesa non monumentale e consente riflessione e preghiera; anche i laici pregano… a loro modo! Ma soprattutto ti permette di riandare indietro nello spazio (tre piani sottoterra) e nel tempo (anno mille). Ed il che non è facile, oggi soprattutto, quando il covid ci ammorba e ci preoccupa come una peste edizione anni 2000!

Una storia plurale

Una storia plurale, all’altezza dei problemi di un mondo che corre

di Peter Burke *

Le riflessioni estremamente interessanti di Carlo Ruta sul futuro degli studi storici combinano un richiamo all’innovazione nella disciplina con una discussione sulla sua vicenda nel XX secolo e l’auspicio di una maggiore interazione tra le «due culture» (come il chimico-romanziere inglese C. P. Snow li chiamò nel 1959), ovvero tra le scienze umane e le scienze naturali. Condivido l’attenzione fervida di Ruta per gli storici francesi associati alle Annales, da Bloch e Febvre a Chartier e Boucheron, quindi mi concentrerò qui di seguito sui punti da lui trattati, l’innovazione e l’interazione.

1. Abbiamo bisogno di una maggiore innovazione nella nostra disciplina? Credo che mentre il presente scorre, scorgiamo il passato da nuove angolazioni. Ogni generazione di storici ha bisogno quindi di riscrivere la storia, ponendo nuove domande, integrando nuove ricerche e utilizzando nuovi metodi laddove sia opportuno. In effetti, negli ultimi 20 o 30 anni abbiamo assistito a numerose innovazioni, all’ascesa di numerose sotto-discipline: la storia dei sensi e delle emozioni, ad esempio (ispirata a Febvre ma ben più avanti); la «storia non umana», riguardante la «co-evoluzione» degli esseri umani e di altri esseri viventi, dai microbi ai mammiferi; la storia digitale, che attinge ai big data (oggetto di The History Manifesto di Jo Guldi e David Armitage); la «storia delle cose» (o «cultura materiale»); e la storia della conoscenza (ormai prossima ad emanciparsi dalla storia della scienza e a includere l’opposto che le è complementare: la storia dell’ignoranza).

Dovremmo certamente tenere la mente e gli occhi aperti per avviare ulteriori innovazioni, ma un compito più immediato è quello di assimilare bene le nuove innovazioni, in altre parole scoprire i metodi di ricerca più appropriati a questi nuovi temi e le loro implicazioni per la disciplina nel suo insieme.

2. Queste innovazioni relativamente recenti illustrano l’indebolimento del modello delle due culture. Carlo Ruta ha indicato l’esempio degli archeologi, che si sono avvicinati agli scienziati naturali nell’ultima generazione. La geografia si divide tra geografia fisica, scienza naturale e geografia culturale, che è difficile distinguere dalla storia culturale. Lévi-Strauss ha posto il contrasto tra «natura» e «cultura» al centro delle tante opposizioni binarie con cui soleva lavorare, ma il suo ex allievo Philippe Descola ora sostiene che è necessario dissolverlo o andare oltre. Alcuni storici si stanno muovendo nella stessa direzione. Se gli storici della mia generazione hanno trovato ispirazione per la loro storia socioculturale nella sociologia e nell’antropologia culturale, i giovani storici dell’ambiente trovano che la geologia, la botanica, la climatologia e altre scienze naturali siano essenziali per il loro pensiero e la loro ricerca. Gli storici delle emozioni sono divisi tra gli antropologi storici, secondo cui ogni cultura ha un proprio fondamento emotivo, e i neuro-storici, secondo cui le emozioni di base sono universali. I «biostorici» stanno costruendo un ponte tra storia e biologia.

Quello che stiamo vivendo è un momento entusiasmante ma anche sconcertante per uno storico, che si trova ad assistere alla messa in discussione della saggezza convenzionale della professione e alla proliferazione di nuovi paradigmi. È certamente giunto il momento di parlare, come Ruta, di «pluralità». Se è anche opportuno parlare di «crisi» è perché la pluralità, anzi il moltiplicarsi di nuovi ambiti disciplinari, non solo allarga l’idea di storia totale ma rende anche tale traguardo estremamente difficile da raggiungere.

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*  Peter Burke, storico britannico, sostenitore della dimensione culturale della storia (New Cultural History), ha focalizzato in modo paradigmatico la storia sociale della comunicazione e la storia sociale della lingua. Ha fortemente rivalutato inoltre il significato storico delle immagini. Ha insegnato a lungo a Cambridge. Ha tenuto corsi e seminari all’Institute for Advanced Study di Princeton, all’Humanities Research Centre dell’Australian National University di Canberra, all’Ecole des Hautes Etudes di Parigi, al Wissenschaftskolleg di Berlino, all’Instituto para Estudos Avançados dell’Università di São Paulo del Brasile, al P. Getty Research Institute di Los Angeles, al Netherlands Institute of Advanced Study. Ha tenuto lezioni inoltre nelle università di Nijmega, Groningen, Heidelberg, Bruxelles e Princeton. È socio della British Academy, dell’Accademia Europea, della American Association for the Advancement of Science, dell’American Sociological Association e della Sociological Research Association. Ha tenuto conferenze in molti Paesi del mondo tra cui la Repubblica Popolare Cinese, Taiwan, l’India, il Giappone, gli Stati Uniti d’America, il Brasile, l’Argentina, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda. Ha pubblicato diverse centinaia di opere, tra monografie, tradotte in oltre 30 lingue, articoli e saggi su riviste di tutti i continenti.

Aprono le ultime scuole ma il Sud rimane in Dad “I genitori hanno paura”

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — Anche l’ultimo parterre di rientri a scuola — le rimanenti sette regioni che domani avranno le superiori al 50 per cento in presenza — sarà caotico, per nulla uniforme. La paura vince, i contagi restano sopra quota diecimila e nuove notizie di istituti richiusi — Spoltore nel Pescarese, 130 classi in tutto l’Abruzzo, Giffoni nel Salernitano — mostrano che la presenza non è la strada migliore per fare buona didattica.

In Sicilia, a Palermo segnatamente, molte famiglie tengono i figli a casa anche nei cicli inferiori. Accade all’Istituto comprensivo Tomasi di Lampedusa, a Boccadifalco, Cep. E al Montegrappa Sanzio, Medaglie d’Oro, alla Noce. Anche dietro al nuovo rinvio della Regione Sicilia — domani rientrano solo le medie, per le superiori se ne riparla l’8 febbraio — ci sono famiglie angosciate. In mille pro Dad, che vuol dire lezioni che continuano nella stanza del figlio, hanno creato un gruppo Facebook e iniziato a fare pressioni sulla giunta Musumeci. A quanto pare, hanno ottenuto un risultato. Scrivono questo i Genitori pro Dad di Palermo (Egidio Privitera): «Nelle scuole abbiamo una percentuale altissima di positivi e ogni positivo a scuola (come dice il professor Lopalco) genera altri venti contatti oltre a quelli tra familiari e amici». Gaia Ilardo, amministratrice della pagina, conferma: «Da una settimana i bambini di elementari e prima media sono tornati in aula in presenza anche se non tutti li mandano ancora. Gli alunni hanno diritto alla scuola ma soprattutto alla salute, per questo chiediamo di avere la possibilitá di scegliere».

La tesi Puglia, portata avanti dal presidente Emiliano: le famiglie possono scegliere. In quella regione in media l’80 per cento degli studenti è in Dad. Rossella Colonna, 50 anni, docente sul sostegno al liceo classico Socrate di Bari, ha la figlia Gaia che farà la Maturità e spiega: «Tutta la classe sarà in Dad, scelta unanime. Meglio la continuità a distanza che la discontinuità in presenza, perché i contagi sono ancora troppo alti e nella classe di mia figlia ci sono tanti pendolari che hanno paura».

Il rientro on demand, sempre domani, ora è offerto anche dal presidente Spirlì alle famiglie calabresi. A Cosenza il preside del liceo classico Telesio aveva scritto al governatore: «Oggi non ci sono le condizioni per una ripartenza in sicurezza. Se accadesse, dopo poco si ricadrebbe nel caos che abbiamo vissuto a livello nazionale e locale a ottobre. Ad oggi nella scuola che dirigo abbiamo casi, diretti o indiretti, che impongono quarantene».

In Campania si rientra per ordinanza, ma diversi licei continueranno a distanza. E così diverse scuole di Avellino. A Castellamare di Stabia e Piano di Sorrento sono intervenuti i sindaci per richiudere le scuole. Ripartono, domani, le superiori anche in Sardegna, Basilicata, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Sicilia: scuole superiori in presenza dall’8 febbraio, Dad fino al 7. ORDINANZA

da OrizzonteScuola

Di redazione

Fino al 7 febbraio 2021 le attività scolastiche secondarie di secondo grado si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. E’ quanto prevede l’ordinanza della Regione Sicilia numero 11 del 30 gennaio 2021.

Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’Istruzione del 7 agosto 2020, n. 89, nonché dall’Ordinanza del Ministro
dell’Istruzione del 9 ottobre 2020, n. 134, garantendo comunque il collegamento a distanza con gli alunni della medesima classe che sono in didattica digitale integrata.

Dall’8 febbraio 2021 si applicano le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 10, lettera “s” del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2021.

ORDINANZA

La DaD diventa on demand: in alcune regioni le famiglie già scelgono. Il modello si esporterà altrove?

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

In principio fu la Puglia. Poi la Campania. Adesso toccherà, molto probabilmente alla Calabria adottare la didattica a distanza opzionale, Dad on demand, prendendo in prestito un termine utilizzato in altri campi della comunicazione.

Quella che è nata come iniziativa di una regione per far limitare i contagi, possibili, nelle scuole, trasferendo parte della responsabilità alla scelta delle famiglie, potrebbe diventare un sistema a regime, magari nei prossimi mesi, ancora incerti per quanto riguarda la pandemia? Se lo chiedono in molti.

In Puglia, il governatore Emiliano in realtà ha agito senza pensarci troppo: l’ordinanza numero 413, ha infatti disposto che “le scuole del ciclo primario elementari e medie devono garantire non solo le attività didattiche in presenza ma anche in DID, didattica digitale integrata, per tutti gli alunni le cui famiglie la richiedano espressamente”. L’ordinanza di novembre è stata definita anche legittima dal Tar: i giudici hanno stabilito che resta in vigore l’ordinanza numero 413 del 6 novembre 2020, con cui si superava la 407 del 28 ottobre che aveva decretato la chiusura delle scuole, ad eccezione dell’infanzia. In precedenza il Tar aveva sospeso l’ordinanza numero 407 della Regione, rinviando la discussione al 18 novembre. Il presidente Emiliano subito dopo ne aveva emanata un’altra, la numero 413, con la quale aveva recepito il provvedimento dei giudici amministrativi, ma lasciava alle famiglie la possibilità di scegliere la didattica a distanza.

La decisione del Tar ha anche incoraggiato la Regione Puglia ad estendere l’opzione DaD al 100% anche per le scuole secondarie di secondo grado: l’ultima ordinanza, che prevede il rientro in classe degli studenti delle superiori, seppur al 50%, lunedì 1 febbraio, contiene proprio questa indicazione: le scuole dovranno comunque garantire “la didattica digitale integrata per tutti gli studenti le cui famiglie ne facciano richiesta”.

Anche la Campania ha deciso di adottare tale strategia: il ritorno a scuola è stato graduale per la regione guidata da Vincenzo De Luca: prima sono rientrate le classi fino alla terza primaria. Dopo pochi giorni anche le classi quarte e quinte. Dal 1° febbraio, invece, rientreranno le scuole secondarie di primo grado e quelle di secondo grado. Queste ultime in presenza al 50% almeno, anzi, il Governatore De Luca si è raccomandato proprio di non andare oltre il 50% per il momento. Ma non solo: le raccomandazioni pubblicate dalla Regione il 28 gennaio, prevedono appunto la novità, ovvero quella di consentire ai “genitori degli alunni, nel rispetto della misura sopra prevista, di optare per la fruizione della didattica a distanza“; oltre al fatto che “in ogni caso venga disposta, su richiesta, la fruizione dell’attività didattica a distanza agli alunni con situazioni di fragilità del sistema immunitario, proprie ovvero di persone conviventi, o comunque sulla base di esigenze adeguatamente motivate“.

L’ultima in ordine temporale sarà la Calabria, probabilmente, come annunciato da Spirlì, il presidente facente funzioni“La didattica a distanza è un’esigenza, nel pieno rispetto di chi non la pensa come me. Stiamo lavorando da ieri per una proposta con un team di persone che stanno mettendo in piedi un’ordinanza con la proposta della didattica integrata. O meglio, della scelta che si possa fare nelle famiglie d’accordo con le istituzioni scolastiche, per cui ci saranno dei ragazzi che studieranno in presenza ed altri da casa”.

DaD a scelta: sarà sempre più adottata?

La Dad a scelta delle famiglie, se il quadro epidemiologico dovesse restare così incerto, potrebbe anche prendere piede anche su altri territori: il fatto di poter garantire la libertà di scelta ai genitori senz’altro andrebbe ad avvicinare i Governatori ai suoi cittadini. Si vedrebbero un po’ ridotte le distanze fra cittadino e istituzione.

Ma la Dad nasce per l’emergenza

Il punto critico, fatto notare più volte dai sindacati è che la didattica a distanza è uno strumento nato per l’emergenza: se le autorità sanitarie definiscono possibile un rientro in classe, seppur con il preciso rispetto di protocolli, le organizzazioni sindacali si chiedono: “perchè insistere con la DaD? E soprattutto: perché devono scegliere le famiglie”

Nel corso di una intervista rilasciata a Orizzonte Scuola, il segretario della Flc Cgil Francesco Sinopoli ha spiegato proprio i rischi di tale libertà: “Tali procedure non hanno cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico. La didattica digitale integrata è prevista per il covid, è stata istituita come didattica emergenziale. Non è equiparabile alla didattica in presenza e non è soggetta ad usi personalizzati. Non vorrei arrivare alla situazione di scuole di serie A e serie B, dove, nei territori in cui si verificano difficoltà per seguire in presenza, come le scuole di montagna ad esempio, si decide di fare solo didattica a distanza ‘per comodità’. Non può essere così”.

Dello stesso avviso la segretaria generale Cisl Scuola, Lena Gissi: “Sembra quasi che negli ultimi tempi  la scuola stia diventando un servizio a domanda individuale. Riceviamo molte segnalazioni di genitori che vorrebbero chiedere la Dad per motivi personali, mentre invece la didattica digitale integrata, è stata sottoscritta dalle organizzazioni sindacali con un preciso scopo: quello di prevenire il contagio a scuola, come intervento per migliorare la sicurezza in questo periodo di pandemia. Invece, a quanto pare, in molti lo hanno scambiato per una richiesta personale quando si è impossibilitati ad andare a scuola“.

Iscrizioni scuola tardive 2021/22: è possibile, deve essere garantito il diritto allo studio

da OrizzonteScuola

Di redazione

Nelle ipotesi di iscrizioni tardive, gli ambiti territoriali degli Uffici Scolastici Regionali supportano il dirigente scolastico nell’individuazione di altra istituzione scolastica di destinazione nei casi di impossibilità ad accogliere l’iscrizione per motivi di incapienza delle classi.

A specificarlo è la circolare ministeriale relativa alle iscrizioni 2021/22 (20651 del 12/11/20) che fa riferimento alla nota del 5 agosto 2020.

Le iscrizioni per l’anno scolastico 2021/22 si sono chiuse il 25 gennaio, con una netta preferenza per i licei e, in linea di massima, con l’aumento della richiesta del tempo pieno.

Garantito diritto a istruzione

Le istituzioni scolastiche – spiegava il ministero nella nota n. 1376 – accettano le iscrizioni anche tardive, in tutti i casi nei quali un rifiuto comporterebbe la negazione del diritto all’istruzione, ad esempio nel caso in cui la famiglia si sia trasferita o nel caso di passaggi dalle scuole paritarie alle istituzioni scolastiche statali, motivati per lo più da difficoltà economiche.

Nel caso di impossibilità ad accogliere le iscrizioni tardive per incapienza delle classi, il Ministero invita le scuole a farsi parte attiva nell’aiutare la famiglia a trovare un’altra sistemazione consona anche attraverso il supporto degli Ambiti Territoriali degli Uffici Scolastici Regionali.

ATA graduatorie terza fascia: come si calcola il punteggio di servizio

da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

Graduatorie terza fascia ATA: siamo in attesa dell’aggiornamento terza fascia. Il punteggio con cui ci si iscriverà in graduatoria potrà dipendere anche dalla finestra temporale di aggiornamento, in quanto numerosi aspiranti sono in servizio e vorrebbero poter accumulare i giorni per aggiungere qualche punto in più.

Le attuali graduatorie di terza fascia ATA sono valide per tutto l’anno scolastico 202o/21 per effetto della proroga delle graduatorie 2014/17 (DM 947 del 1° dicembre 2017).

Con le prossime domande sarà possibile aggiornare la propria posizione per coloro che sono già presenti in graduatoria, oppure inserirsi per i nuovi aspiranti supplenti.

Come si calcola il punteggio di servizio?

Calcolo servizio terza fascia ATA

Sulla base della bozza è possibile calcolare il punteggio del servizio svolto per ogni profilo professionale.

BOZZA TABELLA TITOLI

Assistente amministrativo: 6 punti per ogni anno scolasticoovvero 0,50 punti al mese o frazione superiore a 15 giorni, se il servizio è stato prestato in qualità di responsabile amministrativo o assistente amministrativo in scuole dell’infanzia statali, delle Regioni Sicilia e Val d’Aosta, delle province autonome di Trento e Bolzano, scuole primarie statali, scuole di istruzione secondaria o artistica statali, nelle istituzioni scolastiche e culturali italiane all’estero, nelle istituzioni convittuali.

Lo stesso servizio prestato in scuole dell’infanzia non statali autorizzate, scuole primarie non statali parificate, sussidiate o sussidiarie, scuole di istruzione secondaria o artistica non statali pareggiate, legalmente riconosciute e convenzionate, scuole non statali paritarie, il punteggio si dimezza. Si calcolano pertanto 3 punti per ogni anno, ovvero 0,25 punti per ogni mese (o 16 giorni) di servizio svolto.

Altro servizio prestato in una qualsiasi scuola statale, ivi compreso il servizio di insegnamento nei corsi C.R.A.C.I.S. e il servizio prestato con rapporto di lavoro costituito con enti locali, servizio prestato come modello vivente per ogni anno si calcolano 0,10 punti per ogni mese di servizio o frazione superiore a 15 giorni, fino a massimo 1,20 punti per ciascun anno scolastico. Se il servizio è stato prestato nelle scuole dette sopra (non statali autorizzate, parificate etc), il punteggio si dimezza.

Il servizio prestato alle dirette dipendenze di amministrazioni statali, negli Enti locali e nei patronati scolastici viene valutato come segue: per ogni mese o frazione superiore a 15 giorni 0,05 punti e fino a un massimo di punti 0,60 per ciascun anno scolastico.

Così per gli altri profili con una differenza per i profili del guardarobiere, addetto alle aziende agrarie e del collaboratore scolastico, per i quali l’ “Altro servizio” viene valutato con 0,15 punti al mese e fino a un massimo di 1,80 punti per ciascun anno scolastico.

Unicamente per il profilo professionale dell’infermiere viene inoltre valutato il servizio prestato nei convitti annessi agli istituti tecnici e professionali, nei convitti nazionali, negli educandati femminili dello Stato in qualità di infermiere: 6 punti per ciascun anno scolastico, ovvero 0,50 punti per ogni mese o frazione superiore a 15 giorni.

Cosa cambierà nelle politiche scolastiche se dovesse arrivare un altro Ministro

da La Tecnica della Scuola 

Cosa succederà all’atto di indirizzo della ministra Azzolina se a Viale Trastevere, con il prossimo Governo dovesse cambiare l’assetto politico?
Per la verità non dovrebbe cambiare molto perché quasi tutte le azioni previste sono ormai da anni considerate prioritarie da gran parte delle forze politiche.

Facciamo un elenco sommario:
:: contrastare la dispersione scolastica e promuovere l’inclusione
sviluppare l’edilizia scolastica
:: innovare metodologie didattiche e ambienti di apprendimento
:: migliorare l’offerta formativa, ridurre il gap formativo tra mondo della scuola e mondo del lavoro
:: promuovere l’autonomia scolastica e potenziare il sistema integrato dalla nascita ai sei anni
:: ampliare il percorso di internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione e formazione e promuovere la mobilità degli studenti
:: promuovere politiche efficaci per il reclutamento, la formazione e la valorizzazione del personale dell’amministrazione centrale e periferica
:: innovare i processi gestionali

Sono gli obiettivi indicati nell’atto di indirizzo che quasi certamente non verranno toccati anche nel caso di un cambio di Ministro.

Ma ce ne sono due su cui ci potrebbero essere modifiche più o meno significative

Sui processi di reclutamento, formazione e valorizzazione del personale scolastico potrebbe per esempio cambiare qualcosa.
Nell’atto di indirizzo firmato da Lucia Azzolina, infatti, si parla di valorizzare il cosiddetto middle management, proposta che certamente non entusiasma le organizzazioni sindacali che, tradizionalmente, preferiscono legare la progressione stipendiale all’anzianità piuttosto che a meccanismi legati alla professionalità.
Il secondo obiettivo riguarda la valorizzazione e lo sviluppo del sistema nazionale di valutazione che – anche in questo caso – potrebbe essere abbandonato da un Ministro che voglia presentarsi come “dialogante” con i sindacati (si ricorderà che, a suo tempo, le decisioni di Marco Bussetti di ridimensionare il ruolo dell’Invalsi e delle rilevazioni periodiche erano state particolarmente apprezzate dalle organizzazioni sindacali).

Per converso se il nuovo Ministro fosse più vicino a posizione centriste potrebbe trovare maggior spazio la valorizzazione del sistema paritario, mentre con un Ministro vicino a posizioni “tecnocratiche” o confindustriali potrebbero riprendere slancio le iniziative in materia di alternanza scuola-lavoro.

Un regolamento per supportare alunni/e in transizione di genere

da La Tecnica della Scuola 

Sono pochissime le scuole che hanno approvato un  Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera Alias per studenti e studentesse in transizione di genere, al fine di creare inclusione ed evitare il disagio psicologico. Ma per evitare pure che tra queste persone in transizione il tasso di abbandono della scuola cresca, visto che è tre volte superiore.

A questo proposito è riportata dal Messaggero l’esperienza del Liceo Artistico di Latina che è tra le pochissime scuola ad attuare il regolamento per arginare innanzitutto, come spiega la psicologa,  “il bullismo che subiscono, ma anche non sentirsi se stessi, mentre nell’età adolescenziale subentrano altri fattori, soprattutto psicologici, che sfociano in depressione o atti di autolesionismo”, cosicché “l’adozione di questo regolamento permette di avere delle linee guida da seguire in modo specifico”.

Ma può creare disagio anche sentirsi chiamare col proprio nome anagrafico, perché, chi è nella fase di transizione, “in quel nome al maschile o al femminile spesso non si identifica”.

Per una reale inclusione, tra i regolamenti, applicati in base a criteri ben precisi, c’è il coinvolgimento delle famiglie di chi è in transizione di genere che “deve aver iniziato o un percorso psicologico o anche quello ormonale. Gli studenti che non rientrano ancora in questa fase possono comunque fare riferimento allo sportello di aiuto psicologico della scuola”.

Il dato significativo però riguarda la maggiore consapevolezza di chi sente in questa fase di transizione: “Nel 2019 -spiega la psicologa- abbiamo seguito altri 50 minori e l’incremento è di circa il 7%, significa che finalmente i tempi stanno cambiando e che l’idea che non esistano più solo i due binari predefiniti di sessualità sta decadendo. La strada è ancora lunga, ma gli adolescenti sono i portavoce di un cambiamento in atto che già diversi paesi nel mondo hanno accettato”.

Educazione&Scuola Newsletter n. 1121


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Gennaio 2021 – XXVI Anno

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Notizie
Emergenza epidemiologica da COVID-19

Disposizioni 2020-2021

Giorno della Memoria

27 gennaio 2021

Nuovo modello nazionale PEI

Webinar di presentazione il 26 gennaio 2021

Piano Scuola 2020-2021

Firmato il nuovo DPCM in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo 2021

Emergenza epidemiologica in CdM

Consiglio dei ministri, 13 gennaio 2021

Recovery Plan in CdM

Consiglio dei ministri, 12 gennaio 2021

Concorso Dirigenti Scolastici

Pubblicata la Sentenza del Consiglio di Stato 12 gennaio 2021, n. 395

Valutazione apprendimenti nella Scuola primaria

L’11 gennaio parte il piano di formazione sul nuovo sistema di valutazione della scuola primaria

DL Emergenza epidemiologica in CdM

Consiglio dei Ministri, 4 gennaio 2021

Norme

Legge 29 gennaio 2021, n. 6

Nota 28 gennaio 2021, AOODGEFID 1083

Misure per la didattica digitale integrata. Articolo 21 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176. Decreto del Ministro dell’istruzione …

Nota 28 gennaio 2021, AOODGOSV 1839

Indicazioni per le prove di ammissione alle classi prime delle Scuole secondarie di primo grado con corsi a indirizzo musicale e dei Licei musicali e coreutici

Accordo CSR 25 gennaio 2021

Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021-2023)

Nota 25 gennaio 2021, AOODGCASIS 245

Iscrizioni on Line anno scolastico 2021/2022 – Adempimenti delle scuole al termine delle iscrizioni on line

Nota 22 gennaio 2021, AOODGSIP 218

SAFER INTERNET DAY “TOGETHER FOR A BETTER INTERNET” – 9 FEBBRAIO 2021

Avviso 22 gennaio 2021, AOODGOSV 1392

Competizione “Il Trofeo Smart Project OMRON”

Nota 22 gennaio 2021, AOODPIT 106

Webinar di presentazione del decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182, modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno, previste dal decreto legislativo 66/2017, e i modelli di piano educativo …

Nota 21 gennaio 2021, AOODGSIP 199

Articolo 1, commi da 389 a 392, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020). Sostegno alle scuole per l’acquisto di abbonamenti ai quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di …

Decreto Ministero PA 20 gennaio 2021

Proroga delle misure per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel periodo emergenziale

Avviso 20 gennaio 2021, AOODGEFID 677

Premio Scuola Digitale 2021 – Avviso pubblico per la partecipazione rivolto alle istituzioni scolastiche ed educative

Nota 19 gennaio 2021, AOODGSIP 173

Protocollo d’intesa tra il MI e la PCM – Dipartimento per le politiche antidroga – siglato in data 7 agosto 2017 e successivo accordo di collaborazione ex art. 15 della legge n. 241 del 1990 sottoscritto …

Diario (19.1.21)

Nota 14 gennaio 2021, AOODGRUF 1001

Autorizzazione dei ratei contrattuali contratti DL34/20 ex art.231-bis – proroga

Decreto-Legge 14 gennaio 2021, n. 2

Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l’anno 2021

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 gennaio 2021

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica …

Nota 13 gennaio 2021, AOODGPER1569

Chiarimenti in merito alla legittimità di fornire dati personali dei dipendenti alle organizzazioni sindacali – nota del Garante per la protezione dei dati personali prot.49472 del 28/12/20

Nota 13 gennaio 2021, AOODPIT 40

Modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno e nuovo modello di PEI ai sensi dell’ Art. 7, comma 2-ter del decreto legislativo 66/2017. Decreto del Ministro dell’istruzione 29 dicembre 2020, …

Nota 13 gennaio 2021, AOODGPER 1571

Anno scolastico 2020/2021 – Articolo 1, comma 964, della legge 30.12.2020, n. 178 – Istruzioni e indicazioni operative in materia di personale ATA in applicazione dell’articolo 58, commi 5 e seguenti, …

Nota 13 gennaio 2021, AOOGABMI 1275

Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero del personale del Comparto Istruzione e Ricerca sottoscritto il 2 …

Delibera del Consiglio dei Ministri 13 gennaio 2021

Proroga dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili

Circolare INPS 12 gennaio 2021, n. 2

Congedo straordinario di cui all’articolo 22-bis del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, per i genitori dipendenti in caso di sospensione …

Sentenza Consiglio di Stato 12 gennaio 2021, n. 395

Concorso dirigenti scolastici 2017

Nota 11 gennaio 2021, AOODGOSV 535

Insegnamento trasversale dell’educazione civica nei percorsi di istruzione degli adulti di primo livello – Istruzioni operative per l’a.s. 2020/2021

Nota 11 gennaio 2021, AOODGRUF 604

Autorizzazione urgente dei ratei contrattuali contratti DL34/20 ex.art.231-bis

Nota 9 gennaio 2020, AOODGRUF 484

Indicazioni per le istituzioni scolastiche in merito al premio previsto dall’art. 63 del DL 17 marzo 2020 n. 18, in favore del personale scolastico che ha lavorato in presenza nel mese di marzo 2020

Nota 7 gennaio 2021, AOODPPR 25

Proroga termine monitoraggio servizio di supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche – 26/01/2021, ore 12:00

Nota 6 gennaio 2021, AOODPIT 13

Articolo 4 del decreto-legge 5 gennaio 2021, n. 1

Nota 5 gennaio 2021, AOODGPER 469

Anno scolastico 2020/2021 – Legge di bilancio 30.12.2020, n. 178 – Decreto legge 31.12.2020, n. 183 – Istruzioni e indicazioni operative in materia di personale ATA in applicazione dell’articolo …

Decreto-Legge 5 gennaio 2021, n. 1

Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Nota 4 gennaio 2021, AOODGPER 195

Anno scolastico 2020/2021 – Legge di bilancio 30.12.2020, n. 178 – Decreto legge 31.12.2020, n. 183 – Istruzioni e indicazioni operative in materia di personale ATA in applicazione dell’articolo …

Atto di Indirizzo Politico-Istituzionale Anno 2021, AOOGABMI 2 (4.1.2021)

Ministero dell’Istruzione

Rubriche

in Concorsi

Concorso Dirigenti Scolastici

Pubblicata la Sentenza del Consiglio di Stato 12 gennaio 2021, n. 395


in Europ@ Fondi Strutturali di Fabio Navanteri


in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 66
a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Evelina Chiocca

26 gennaio 2021

Il Decreto Interministeriale 182 del 29 dicembre 2020

di Fabio Zanardelli

in LRE di Paolo Manzelli

in Recensioni

V. Ardone, Il treno dei bambini

di Mario Coviello

A. D’Avenia, L’appello

di Mario Coviello

L. Lanza, Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina

di Antonio Stanca

D.A. Rocca e P. Marraffa, Verso la Society 5.0

Un libro che parla del nostro presente e soprattutto delle prospettive future

in Software

Capire l’Informatica di Paolo Rocchi


in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Il Mitreo di San Clemente

di Maurizio Tiriticco

Conversando con Maria Grazia

di Maurizio Tiriticco

Lettera alla Ministra Azzolina

di Maurizio Tiriticco

Anche le aquile prima o poi…

di Maurizio Tiriticco

Conversando con Massimo

di Maurizio Tiriticco

La democrazia sotto attacco!

di Maurizio Tiriticco

Rassegne a cura di Fabio Navanteri

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

QR-Code per verbali INPS

QR-Code per verbali invalidità, legge 104, cecità, sordità: istruzioni per richiederlo all’INPS
Disabili.com del 30/01/2021

Il nuovo sistema permette di attestare lo status di invalidità, handicap e legge 104, cecità, sordità, direttamente dallo smartphone.

L’INPS ha pubblicato le istruzioni relative al QR-Code dell’invalidità civile, un nuovo servizio dell’Istituto che permette di attestare lo status di invalido direttamente dallo smartphone o dal tablet, senza bisogno del verbale sanitario. L’obiettivo è quello di avere a portata di mano le attestazioni che permettono alle persone con disabilità di accedere alle agevolazioni e ai benefici previsti in alcuni casi per cittadini con legge 104, o altre condizioni di invalidità, in modo più semplice e veloce. I gestori di servizi possono infatti leggere il codice tramite un qualsiasi lettore di QR-Code per controllare lo stato invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap e disabilità. 

COS’È IL QR-CODE INVALIDITÀ CIVILE
 Il QR-Code è un codice a matrice in grado di memorizzare informazioni leggibili e interpretabili da dispositivi mobili. Garantisce informazioni sempre attendibili in quanto è associato all’interessato, e non a uno specifico verbale, ed è sempre aggiornato a seguito di verbali definitivi di prima istanza, aggravamento, revisione, verifica straordinaria e autotutela.

CHI PUO’ RICHIEDERE IL QR-CODE INVALIDITÀ CIVILE
Il servizio è rivolto a tutte le persone con giudizio sanitario definitivo negli archivi Inps di invalidità civile, che abbiano esigenza di attestare lo stato di invalidità per avere accesso ad agevolazioni, esenzioni e sconti previsti per legge da parte di enti pubblici (Agenzia delle Entrate, Regioni, Comuni) e soggetti privati.

COME OTTENERE IL QR-CODE INVALIDITÀ CIVILE
Per ottenere il codice bisogna collegarsi al servizio online “Generazione QR-Code invalidi civili per attestazione status”, sul portale dell’INPS, accedendo con le proprie credenziali. 
Il servizio genera automaticamente e in tempo reale il QR-Code, in formato pdf. Il codice può essere stampato, inviato, salvato sul computer o dispositivo mobile ed esibito quando è necessario per accedere alle agevolazioni.

COME VIENE LETTO IL QR-CODE INVALIDITÀ CIVILE 
I gestori dei servizi, per controllare lo stato di invalidità civile, cecità civile, sordità, disabilità o handicap, possono leggere il codice tramite un qualsiasi lettore di QR-Code. 

QR-CODE INVALIDITA’ CIVILE CON INFO AGGIUNTIVE
Per la concessione di alcune particolari agevolazioni, che richiedano il giudizio sanitario e il grado di invalidità civile con l’eventuale percentuale, è possibile ottenere anche un esito più approfondito. In questo caso i gestori devono inquadrare il QR-Code, autenticarsi con le proprie credenziali e inserire il codice OTP, che il sistema in automatico genererà e invierà sul numero di cellulare dell’interessato.

Docente con autismo

Docente con autismo: non sempre garantita l’inclusione nei Conservatori
SuperAbile INAIL del 30/01/2021

Fabrizio Acanfora, docente universitario, musicista e scrittore, illustra le condizioni in cui si trovano a studiare musica i ragazzi con bisogni particolari, legati alle loro problematiche fisiche, cognitive o neurologiche

ROMA. “Nelle università ci sono strumenti che permettono l’accesso alle persone disabili, con bisogni educativi speciali e difficoltà cognitive. Nei conservatori e nelle accademie, che alle università sono equiparati, non ci sono le stesse tutele. Ci si affida alle buone pratiche, alla buona volontà dei direttori e dei docenti che cercano di gestire gli studenti con necessità particolari come possono”. E sebbene nelle scuole dell’obbligo l’inclusione di questi studenti sia garantita per legge, “gli insegnanti di sostegno spesso non sono preparati per l’assistenza in ambito musicale a ragazzi con difficoltà di tipo cognitivo o fisico, anche quando si tratta di scuole medie o licei a indirizzo musicale”. Fabrizio Acanfora, docente universitario, musicista e scrittore, illustra con passione e coinvolgimento le condizioni in cui si trovano a studiare musica i ragazzi con bisogni particolari, legati alle loro problematiche fisiche, cognitive o neurologiche.

“Ho sperimentato in prima persona- racconta alla Dire- diverse difficoltà nello studiare la musica, legate al mio autismo (sebbene allora non avessi ancora avuto la diagnosi), anche se per fortuna io al diploma ci sono arrivato”. Da qui è nato il suo coinvolgimento come docente e membro del comitato scientifico del master in Tutor accademico specializzato in Didattica musicale inclusiva, organizzato dalla Lumsa.

Nel 2019, ricorda il docente, che è anche coordinatore del master in Musicoterapia dell’Università di Barcellona, “ho partecipato a un convegno in Parlamento dedicato proprio alla possibilità di aiutare le persone disabili ad accedere allo studio della musica. Un diritto che non è sempre garantito. Da quell’occasione è partito concretamente il progetto che già era stato elaborato dalle due condirettrici del master, Maria Cinque e Simona d’Ambrogio. Da parte mia- sottolinea con entusiasmo Acanfora- ho scelto di partecipare a questa iniziativa anche in funzione delle difficoltà che ho incontrato da studente”.

“La dislessia, un bisogno educativo speciale- spiega Acanfora- può riguardare non solo i testi scritti con le lettere, ma anche quelli musicali. Inoltre- aggiunge- le persone con disturbi dell’apprendimento o altre problematiche possono avere difficoltà nell’imparare la musica, sia da un punto di vista teorico che pratico. Dalle esigenze di queste persone e dalla consapevolezza di dover avere competenze specifiche per accompagnarle nello studio della musica nasce l’idea del master”. Aiutare uno studente in sedia a rotelle a suonare il violino, chiarisce l’esperto con un esempio, comporta “la conoscenza delle postura necessaria, che però varia se si sta in piedi o seduti. Avvicinarsi alla musica e a uno strumento- aggiunge il musicista- può consentire ai ragazzi di fare enormi progressi: può permettere a un autistico non verbale di trovare un mezzo per esprimere le proprie emozioni, oppure può permettere a una persona con disprassia (difficoltà di coordinazione motoria, ndr) di recuperare la coordinazione, anche se solo nei gesti necessari a suonare. Il nostro obiettivo- aggiunge Acanfora- è dare un contributo in più per permettere ai ragazzi con difficoltà cognitive o fisiche di intraprendere e completare il loro percorso di formazione musicale. Speriamo inoltre che questo master sia solo un apripista, un’esperienza che solleciti anche i decisori politici a portare a compimento il percorso legislativo dei disegni di legge già presentati per il riconoscimento normativo dei tutor per la didattica musicale inclusiva”.

Il master, riservato a insegnanti musicisti in possesso di diploma accademico di primo livello o diploma di Conservatorio (vecchio ordinamento) congiunto a diploma di scuola secondaria di secondo grado, “è il primo nel suo genere”, tiene a sottolineare Acanfora, e prenderà il via nel prossimo mese di febbraio, per concludersi a dicembre.

Iniziative sparse frutto dell’approssimazione centrale

Cuzzupi: scuola, le iniziative sparse frutto dell’approssimazione centrale!

Ornella Cuzzupi, Segretario Nazionale dell’UGL Scuola, è da sempre schierata su posizioni nette in merito alla situazione che il comparto sta vivendo: “Sin dai primi giorni della pandemia, abbiamo affermato come la sicurezza nelle scuole dovesse essere un tema da affrontare con immediatezza e concretezza. Purtroppo, a distanza di un anno dall’inizio del dramma covid, siamo costretti a prendere atto e a denunciare ancora – continua il Segretario Nazionaleuna situazione drammatica, statica e confusa”.

Ma questo è solo un aspetto del problema che secondo Cuzzupi attanaglia la scuola: “Il vero problema è l’approssimazione con cui sono state affrontate le questioni. Avere al vertice di comando chi ha immaginato una realtà che non corrisponde a quanto esistente, ha portato a trovate prive di senso, a chiacchiere senza costrutto e alle difficoltà enormi che oggi abbiamo sotto gli occhi. Se non fosse stato per l’incredibile dedizione al ruolo che Docenti, ATA e personale tutto ha messo in campo, la confusione di procedure subite dal comparto avrebbe creato una completa paralisi delle attività. Ancora oggi – continua Cuzzupi – siamo in presenza d’indicazioni, raccomandazioni, prese di posizioni spesso contrastanti che non fanno altro che disorientare lavoratori e famiglie in un momento già di per sé particolarmente grave.

Per non parlare poi degli interventi strutturali che dovevano esser fatti. “Questo aspetto – riprende la responsabile sindacale – è parte intrinseca del problema. Se oggi una serie di Amministratori Locali chiudono gli istituti o ne raccomandano la funzionalità minima è proprio per le gravi mancanze strutturali e di adeguamento che, seppur garantite non sono mai state fatte. Tutto ciò mentre le scuole son rimaste chiuse per mesi!

Ma l’UGL Scuola non demorde: “Noi crediamo – afferma Cuzzupi – che la scuola sia la principale risorsa per il futuro della Nazione. Per tale motivo abbiamo sempre dato la nostra disponibilità al confronto. Purtroppo, chi poteva e doveva ascoltare ha preferito dirigere l’attenzione dove era possibile far monologhi. In ogni caso noi non ci tiriamo indietro e siamo pronti a dare il nostro contributo per consentire alla scuola di assolvere appieno il proprio compito e al personale scolastico d’avere garanzie e diritti, questo chiunque sieda sulle poltrone che contano. Noi siamo Sindacato, ci interessano i lavoratori e i fatti, la politica e i preconcetti li lasciamo ad altri.”

   Federazione Nazionale UGL Scuola