Come garantire il ritorno alla didattica in presenza in Puglia

Scuola in presenza: il tempo delle proposte non è più rinviabile 

Come garantire il ritorno alla didattica in presenza in Puglia

La fase di riapertura delle attività didattiche dopo le festività natalizie deve indurre il Presidente di Regione a comprendere che il modello di “scuola alla carta” – che lascia solo alle famiglie la facoltà di scegliere se frequentare o no la scuola in presenza – impone alle scuole un modello di didattica mista.

Tale modello, affiancando alla “didattica in presenza” la “didattica digitale integrata” (DDI) espletata in modalità sincrona

  • sta sfiancando inutilmente il personale scolastico
  • sta abbassando notevolmente la qualità della formazione e dell’istruzione sia per chi sta a scuola, sia per chi è a distanza, in quanto non tiene conto delle oggettive difficoltà metodologiche che stanno ampliando le diseguaglianze cognitive, discriminando soprattutto gli studenti più fragili.

Tutte le ordinanze prodotte dalla Regione in questi mesi hanno posto in grave contrapposizione il diritto alla salute con quello all’istruzione. È indubbio che il diritto alla salute prevalga su quello all’istruzione, come sostiene il Presidente Emiliano, ma questa priorità deve essere non competitiva bensì costruttiva e rispettosa di entrambi i diritti in una sintesi politica capace di sana e leale collaborazione. Ma così non è stato dopo che il Governo ha, incautamente, autorizzato le regioni (legge 14 luglio 2020, n. 74) a introdurre misure ulteriormente restrittive nelle more dei successivi decreti del Presidente del Consiglio.Nel ribadire con forza che tali misure restrittive devono essere esercitate dalle Regioni “esclusivamente nell’ambito delle attività di loro competenza” constatiamo, purtroppo, che in tutte le ordinanze regionali, il ruolo delle autonomie scolastiche è stato sistematicamente ignorato perché:

1. si è pervicacemente ignorata l’importante funzione di sintesi e di supporto che i Consigli di Istituto/Circolo possono garantire – essendo presieduti proprio dai rappresentanti dei genitori e, nel secondo ciclo, anche da studenti e studentesse;

2. si è intervenuti su questioni di natura didattica, di pertinenza esclusiva degli organi collegiali, sminuendone così ruolo e significato.

Vorremmo dire al Presidente Emiliano che, con appelli sui social, non si può fermare l’onda delle famiglie che, sfidando ora la sospensione della didattica in presenza, pretendono dalle scuole la didattica in presenza esattamente come accadeva, nelle settimane precedenti, alle famiglie che mantenevano liberamente i figli a casa quando, sfidando l’attivazione della didattica in presenza, pretendevano dalle scuole l’attivazione della didattica digitale.

Il risultato è che oggi si è instillato nella scuola pugliese il virus della divisione e della contrapposizione tra le componenti scolastiche smantellando, nei fatti, quella alleanza tra scuola e famiglia pur citata nell’ ordinanza 1/2021 e che nel contratto collettivo nazionale è definita “comunità educante”.
Adesso però non è più il tempo delle proteste: riteniamo sia giunto il momento di fare proposte concrete per mettere fine alle lacerazioni poste in essere. Le scuole si devono riaprire ma, al punto in cui siamo, dobbiamo pretendere, quale imprescindibile condizione, che siano previste assolute garanzie di sicurezza e valide misure di prevenzione per la salute e l’incolumità di studenti e lavoratori.

Le scriventi formulano, pertanto, le seguenti proposte:

1. visto quanto indicato nelle premesse dell’ordinanza regionale n. 1 del 5 gennaio 2021 in merito al piano dell’assessorato alla Sanità sugli “Indirizzi operativi per la riapertura in sicurezza delle scuole nella Regione Puglia”chiediamo la convocazione urgente di un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali al fine di individuare una            road map nella quale si introduca nell’immediato in ogni scuola (dall’ infanzia alla secondaria di secondo grado) la figura dell’operatore sanitario COVID scolastico, e  si pianifichino programmi di screening con tampone antigenico periodico del personale della scuola, possibilmente già a partire dal prossimo 18 gennaio ;
2. vengano adottate integralmente, anche in Puglia, le disposizioni del prossimo DPCM senza alcun ulteriore provvedimento restrittivo regionale, in modo da non creare ulteriori problemi alle scuole costrette all’ennesima riorganizzazione delle attività didattiche;si costituisca un coordinamento regionale dei tavoli sui trasporti provinciali, con la partecipazione anche delle parti sociali, al fine di armonizzare l’organizzazione delle attività didattiche e il mantenimento del turno unico nel secondo ciclo;
3. venga valorizzata l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche attribuendo alle scuole la massima facoltà di scaglionare ingressi/uscite e di decidere la riduzione fino all’azzeramento, sia pure temporaneamente, della frequenza di alunne e alunni della didattica in presenza, a causa della pandemia in corso.
4. si inserisca il personale scolastico come prima categoria a rischio da vaccinare nella fase 2 del “Piano Strategico Nazionale”.

Siamo certi che queste nostre proposte, qualora venissero accolte, permetterebbero sia di assicurare il diritto allo studio salvaguardando il diritto alla salute del personale scolastico, degli studenti e delle studentesse, sia di far ripartire le scuole in un clima di maggiore serenità.
In alternativa non potremo aspettare oltre: in mancanza di risposte credibili e in tempi brevi attiveremo tutte le iniziative di mobilitazione consentite dalla situazione che stiamo vivendo.

Bari, 9 gennaio 2021.

FLC CGIL  CISL SCUOLA SNALS- CONFSAL FGU ANIEF
C. Menga R. Calienno C. De Bernardo F. Capacchione P. Spinelli

Miozzo: vaccinare insegnanti e operatori per lavorare in sicurezza

Scuola. Miozzo: vaccinare insegnanti e operatori per lavorare in sicurezza

«Agenzia DIRE»

Roma – “Qualche settimana fa, in Parlamento, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha presentato un piano di priorita’ per le persone che dovranno essere vaccinate: operatori sanitari, ospiti delle Rsa, gli ultra 80enni, che sono la stragrande maggioranza delle persone che perdono la vita a causa del virus. Se mettiamo in sicurezza tutte queste categorie subito, riduciamo, e di molto, sia i decessi che i ricoveri. Dopo queste prime priorita’, e se ne sta discutendo in questi giorni, ne ho parlato anche con il commissario Arcuri, bisognerebbe procedere anche con gli insegnanti e gli operatori della scuola”. Queste le parole di Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, all’agenzia Dire.”Gli operatori della scuola vanno considerati una categoria con attenzione prioritaria- ha concluso Miozzo- Nel mondo della scuola gli over 60 sono un numero importante, una fascia gia’ a rischio ed inoltre il personale della scuola non docente ha comunque maggiore esposizione rispetto ad un funzionario che ha modo di chiudersi nel suo ufficio. Il personale non docente ha infatti un livello di esposizione alto, molto di piu’ di unoperatore che lavora in un ufficio della pubblica amministrazione. Immaginare che questa categoria di persone, personale docente e non, abbiano priorita’ di vaccino significhera’ dar loro un segnale di maggiore serenita’. Anche perche’ c’e’ stata una narrazione che vede nello studente l’untore, il pericolo. I focolai nella scuola ci sono stati ma in numero contenuto, mettere pero’ gli operatori della scuola nelle condizioni di lavorare con piu’ sicurezza e’ importante per tutti noi”. Falliamo se non la consideriamo fondamentalke come l’economia   “Provocatoriamente ho immaginato di suggerire, qualche tempo fa, al Presidente del Consiglio di invocare l’articolo 120 della Costituzione, ovvero il potere sostitutivo in luogo delle Regioni ove queste non siano in grado di garantire quanto costituzionalmente previsto, come sulla sanita’, l’istruzione… E’ una strada poco percorribile ma credo ci debbano essere degli strumenti, dei metodi per risolvere la difformita’ per cui ogni Regione va per conto proprio”. Queste le parole di Agostino Miozzo, medico e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, all’agenzia Dire. “I governatori di Regione dovrebbero riflettere sull’incongruenza che oggi abbiamo- ha concluso Miozzo- In questi giorni diversi presidenti regionali avevano raggiunto un accordo sui tavoli provinciali per definire i criteri di ripristino delle condizioni di sicurezza per gli studenti liceali. Poi ai primi giorni del nuovo anno sono iniziate le voci discordanti: chi ha proposto di iniziare a meta’ mese, chi il 7 gennaio, chi addirittura ha proposto di far decidere ai ragazzi se fare la dad o la lezione in presenza. Per me tutto questo e’ incomprensibile. Dobbiamo individuare dei punti condivisi, una volta per tutte, al di sopra dei quali nessuno andra’ a scuola e viceversa. Se non mando i ragazzi a scuola e lascio i centri commerciali aperti c’e’ qualcosa che non va. Anche la scuola, come il commercio e le attivita’ produttive, e’ fondamentale. La priorita’ che stiamo dando all’economia e’ importante ma se non ci rendiamo conto che la scuola cosi’ diventa una Cenerentola allora stiamo fallendo”. Una zona verde come segno di ritorno alla normalità   “Inserire una zona verde, in questa Italia colorata, e’ una premessa per ripristinare un segno di ritorno alla normalita'”. A dirlo e’ il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, all’agenzia Dire.”Ad oggi non abbiamo questa casella, verde o bianca che possa essere, perche’ non e’ compatibile con lo scenario epidemiologico attuale- spiega Miozzo- ma dobbiamo cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno e avere un briciolo di ottimismo, prefigurare che questa casella tornera’, facendo in modo che sia il prima possibile. Potrebbe indicare che ha un’incidenza del contagio di 50 abitanti per 100mila abitanti, che e’ un Rt quasi a zero, come e’ stato durante la scorsa estate. Questo ci consentirebbe di valutare di riaprire i cinema, i teatri, lepiscine. Certo, dovremmo ancora tenere le mascherine ma avremmo davanti un graduale ritorno alla normalita’. O ancora una zona verde ad indicare che gli ospiti di una Rsa e’ protetta dal vaccino, o ad indicare che un ospedale e’ tornato a fare il proprio lavoro e non solo curare il Covid. Tutto quello che riguarda la prevenzione e’ stato accantonato” Lavoro corale con i colleghi Cts, sforzo collettivo    “Non mi sono trovato nella condizione, in questi mesi, di dover prendere una decisione da solo. Sono sempre stato insieme ad oltre venti colleghi, con cui mi sono confrontato, abbiamo anche litigato ferocemente ma con i quali abbiamo sempre trovato un punto di accordo, che rifletteva non i nostri estremi ma una sintesi collettiva”. Queste le parole di Agostino Miozzo, medico e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, all’agenzia Dire.”Cio’ che mi rende felice, del lavoro che abbiamo fatto- ha concluso Miozzo- e’ che abbiamo sempre seguito con molta attenzione quello che stava succedendo, senza avere la certezza di avere la conoscenza in tasca. Altri sostenevano una certa disinvoltura, mostravano conoscenze che noi non avevamo e credo che abbiamo fatto bene a restare consapevoli delle nostre informazioni per poterne cercare e verificare di altre. Quando scoprimmo che il droplet era il veicolo del contagio del virus, non avevamo ancora le mascherine per tutta la popolazione e dovemmo inventare la soluzione delle mascherine di comunita’. Non ne eravamo contenti, perche’ sapevamo che ancora non avevamo gli strumenti di protezione adeguati, ma sapevamo che era la migliore soluzione a fronte delle nostre conoscenze. Oggi sappiamo guardare alla luce in fondo al tunnel con maggiore consapevolezza proprio per la non conoscenza del virus che ci siamo trovati a fronteggiare e le soluzioni che abbiamo via via individuato”. 

Superiori ancora online, scrutini a rischio Azzolina contro Zingaretti: io presa in giro

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — Le valutazioni di fine quadrimestre saranno morbide. E con casi, non rari, di “non classificato”. È uno degli effetti collaterali del marasma scuola, il prossimo e primo che gli studenti avvertiranno. Il ministero dell’Istruzione, che in questo marasma è temporaneamente annegato, sulla questione non ci ha messo ancora la testa e non è detto produrrà ordinanze. Di certo, negli scampoli di tempo che restano tra il riorganizzare un orario e avvertire i docenti di che cosa faranno la settimana prossima, i presidi d’Italia ci stanno riflettendo. E stanno teorizzando: dopo un primo quadrimestre di Dad a singhiozzo, i giudizi (che alle superiori sono voti, sia all’orale che allo scritto) terranno conto delle difficoltà intrinseche a un metodo didattico ancora in fase sperimentale, dei larghi problemi di connessione esistenti nel Paese e di un fatto preciso: mancano gli scritti, troppe verifiche scritte. La preside del Virgilio, liceo classico di Roma, quando la riapertura delle superiori era ancora prevista lo scorso 7 gennaio, aveva diramato una circolare in cui si chiedeva ai docenti di non iniziare le prove scritte prima dell’11: temeva un effetto ingolfo per gli studenti rientranti. Ora che nel Lazio il rientro è fissato per lunedì 18 (ma non è escluso un secondo spostamento), gli spazi per concludere le prove si sono ridotti ancora. E nelle sei regioni che hanno fissato all’uno febbraio il rientro, di spazio non ce n’è proprio.

«La valutazione sarà più superficiale e meno occhiuta», spiega il dirigente scolastico Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio. «I docenti hanno meno strumenti a disposizione, meno compiti, ma anche meno orali, e dovranno avere mano leggera. La pressione psicologica subita dai nostri ragazzi deve essere considerata. Non mancheranno i “non classificato”, là dove proprio non ci sono state verifiche».

Uno dei problemi è la gestione a distanza di materie come Greco e Matematica. L’altro è la difficoltà di connessione, che ha regalato ingiustizie e diversi alibi ai pigri. «Tablet e saponette digitali sono stati distribuiti, ma spesso manca la connessione », è ancora Rusconi. «Nessuna Regione ha fatto rendicontazione delle azioni digitali realizzate durante il lockdown. Oggi, nonostante i soldi investiti dal ministero, non sappiamo dire a quali risultati siamo arrivati ».

La dirigente del Liceo Andrea D’Oria di Genova spiega che, per superare il rischio “verifiche zero”, la sua scuola ha deliberato il voto unico per ogni disciplina, senza distinzione tra orale e scritto.

Il marasma nazionale si aggrava ad ogni ora. Cinque regioni hanno il colore arancione, che comunque consentirebbe la presenza al 50 per cento, e i contagi in crescita hanno portato a una fuga in avanti del rientro praticamente in tutte le Regioni. Alla fine della conta, lunedì prossimo le lezioni in classe per metà alunni delle superiori partiranno solo in Toscana. Trento e Bolzano nelle loro province autonome sono già partire giovedì sette. Per le altre, ci sono sedici “no” ufficializzati, con spostamenti compresi tra il 15 gennaio e l’uno febbraio, due Regioni che vorrebbero aprire lunedì 11 ma probabilmente si adegueranno al posticipo generalizzato.

La ministra Lucia Azzolina ai parlamentari ha detto: «Il Pd mi ha preso in giro», teorizzando che Zingaretti, presidente del Lazio, «non era pronto e avrebbe convinto il presidente dell’Emilia, Stefano Bonaccini, a non partire». In questa ricostruzione l’hanno confortata parlamentari dei Cinque Stelle come Bianca Laura Granato. A stretto giro il segretario Pd: «Qui non contano i partiti, ma la vita e la sicurezza delle persone ».


Lunedì classi chiuse in 15 regioni Gli studenti in piazza contro la Dad

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Arrivano i dati sul monitoraggio settimanale dei contagi e, come atteso, gli ultimi governatori che ancora non avevano deciso lo slittamento del ritorno in presenza delle scuole superiori, lo fanno: prima il Lazio (rinvio al 18 gennaio), poi la Sicilia (fino al 30 gennaio), l’Umbria (fino al 25), la Liguria (fino al 18) e persino l’Emilia-Romagna (al 25). Si aggiungono alle altre regioni, dalla Lombardia alla Campania, dal Veneto alle Marche che avevano annunciato il rinvio nei giorni scorsi. Sono almeno 15 le regioni in cui lunedì non si torna, più Abruzzo e Basilicata che stanno valutando il rinvio.

Ieri sera, la decisione presa dal governo cinque giorni fa di rinviare il ritorno in classe dal 7 all’11 gennaio, è stata letteralmente travolta dagli annunci e dalle ordinanze dei governatori che sulla scorta dell’aumento dell’Rt regionale hanno alzato bandiera bianca. La ministra Lucia Azzolina è arrabbiata: è una presa in giro, confida ai suoi. Ce l’ha con il segretario del Pd e governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Che le risponde: «Vorrei dire alla ministra che la politica in c’entra, conta la sicurezza delle persone».

Ma soltanto in Valle d’Aosta e Toscana si proverà a rientrare in aula — al 50 per cento — dopo due mesi e mezzo di Dad. Il Trentino-Alto Adige ha già riaperto da giovedì. Il presidente della Toscana Eugenio Giani (Pd) è stato preso di mira dal mail bombing di «Priorità alla scuola» per indurlo a non rinviare.

In aula

Solo in Toscana, Abruzzo e Val d’Aosta si va verso la ripresa nelle aule al 50%

Studenti, prof e genitori sono sul piede di guerra un po’ dovunque. Ma il bersaglio delle proteste non è solo il mancato ritorno in classe, è la preoccupazione per la sicurezza e per le nuove regole approvate nei tavoli dei prefetti. A Roma da lunedì ci saranno sit-in e scioperi della Dad nelle scuole superiori — dai licei Tasso, Righi, Visconti, Socrate, Mamiani — per protestare contro il piano provinciale e i turni, di cui gli studenti chiedono una revisione. Con loro si schierano anche i presidi, come quella del Righi Monica Galloni: «Non posso istituzionalmente appoggiare una contestazione, ma li capisco. Questo è un problema che riguarda tutti». A Milano in Piazza Duomo centinaia di studenti e professori hanno organizzato un sit-in e in varie città, da Mantova a Trieste, crescono le manifestazioni di protesta contro il caos degli annunci e dei rinvii e il rimpallo di responsabilità sulle scelte per la scuola. La Rete degli studenti medi contesta «lo scaricabarile tra ministero e Regioni che dura ormai da mesi». Non sono gli unici a chiedere un impegno a livello centrale, di governo, a partire dallo screening degli studenti e dei professori. Dopo Lazio e Sicilia anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha annunciato l’avvio di una campagna di tamponi.

Il Tar della Calabria ha ordinato la riapertura di elementari e medie da lunedì, accogliendo il ricorso contro l’ordinanza del presidente Spirlì. Mentre in Puglia e Sicilia anche i più piccoli restano ancora in Dad. E si fa largo l’idea che la vaccinazione degli insegnanti potrebbe rendere meno pericoloso il ritorno in aula. Ma prima di marzo o aprile non se ne parla.

Profilassi: L’ordine può cambiare, dosi ai prof prima degli anziani

da Il Messaggero

Obiettivo: mettere in sicurezza le scuole anticipando la vaccinazione dei prof. Il governo ci sta pensando, ma non sarà semplice. Anzi. Sulla carta il piano vaccinale prevedeva di avere a disposizione, già nel primo trimestre 2021, 28 milioni di dosi di vaccino per immunizzare 14 milioni di persone. Sempre sulla carta c’è questa successione delle categorie da vaccinare: operatori sanitari (1,4 milioni), personale e ospiti delle Rsa (mezzo milione), over 80 anni (4,3 milioni). A seguire tutti coloro che hanno un’età compresa tra i 60 e i 79 anni (13,4 milioni) e chi ha una comorbidità cronica (7,4 milioni). Tenendo conto che le dosi di vaccino a disposizione saranno meno del previsto, in attesa di capire se davvero AstraZeneca sarà autorizzata a fine gennaio, nel primo trimestre e nel migliore degli scenari, avremo immunizzato solo operatori sanitari, ospiti e dipendenti delle Rsa e over 80. In teoria, dovrebbe toccare subito dopo agli over 60 anni, ma stanno arrivando varie spinte, come ha confermato anche il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, per anticipare le vaccinazioni nelle scuole. Si sta parlando degli insegnanti e del personale amministrativo, non dei ragazzi (anche perché i vaccini a disposizione sono autorizzati solo sopra i 18 anni). L’idea è di proteggere il mondo della scuola, per fare ripartire, finalmente, le lezioni. Di quante persone stiamo parlando? Superiamo il milione, dunque servono oltre 2 milioni di dosi. Gli ultimi dati parlano di 683.975 docenti, più 153.521 insegnanti di sostegno. A questi vanno aggiunti 203.000 tra personale di segreteria e bidelli, e 7.000 presidi. Il problema è che al primo trimestre avremo solo poco più di 10 milioni di dosi di Pfizer-BioNTech e Moderna (AstraZeneca non è una certezza). Dunque, accelerare sulla scuola ha una controindicazione: fare aspettare categorie a rischio come coloro che hanno una età compresa tra i 60 e 79 anni. Si tratta di fasce di età con un’alta letalità: del 10,2 per cento tra i 70 e i 79 anni, del 3 tra i 60 e i 69 anni. Per rendersi conto di cosa si sta parlando basti pensare che tra i 30 e i 50 anni la mortalità oscilla tra lo 0,1 e lo 0,2 per cento. Quindi, per dirla in modo brutale, anticipando la vaccinazione dei docenti, potresti vaccinare un insegnante di 35 anni (dunque appartenente a una fascia di età in cui su mille contagiati ne muore uno) prima di un pensionato di 79 anni (rappresentante di una decade in cui su mille contagiati non ce la fanno in 100). Dal punto di vista etico è un bel dilemma: da una parte devi fare ripartire in sicurezza le scuole e, vaccinando tutti gli insegnanti, aumenti sostanzialmente la sicurezza in aula; dall’altra rischi di fare attendere un sessantenne anche l’estate prima di essere vaccinato, se non ci sarà un incremento delle dosi a disposizione. Dal Ministero della Salute frenano: la valutazione è in corso, ma comunque non sarà a discapito degli anziani. E ci sarà flessibilità nell’applicazione del piano.
PROPOSTAAgostino Miozzo è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico sul coronavirus ed è tra coloro che propongono di accelerare la vaccinazione nelle scuole: «Il quesito sull’opportunità di immunizzare rapidamente gli insegnanti, per mettere in sicurezza la scuola, l’ho posto io. Penso ai docenti e anche al personale non docente, partendo soprattutto tra coloro che hanno più di 60 anni. Per capirci, ad esempio alle superiore i prof ultrasessantenni sono molti, visto il lavoro a rischio contagio che svolgono è giusto proteggerli». La successione dunque potrebbe cambiare in questo modo: operatori sanitari, Rsa, ultraottantenni, personale delle scuole over 60. A seguire il resto del personale delle scuola. Ma così non si penalizza il resto degli italiani di età compresa tra i 60 e i 69 anni? «Molto dipenderà dalle dose di vaccino che avremo a disposizione nelle prossime settimane – sostiene Miozzo – Prima di tutto, deve essere chiaro che per una rivoluzione di questo tipo serve un provvedimento del Governo e del Parlamento. Inoltre, se ci sarà tra qualche settimana il via libera al vaccino di AstraZeneca, che ci consentirebbe di ricevere milioni di dosi in poco tempo, allora potremo anche operare in parallelo, vaccinando contemporaneamente il personale scolastico e gli over 60 di qualsiasi categoria».
Mauro Evangelisti

Vaccino covid per docenti e Ata, si spinge per anticipare i tempi

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Negli ultimi giorni sono arrivati tanti inviti ad anticipare la vaccinazione per il personale scolastico. Adesso la palla passa al Governo e, nello specifico, al Ministero della Salute che, sulla scorta di queste richieste dovrà valutare se cambiare calendario di priorità.

Peraltro, c’è da sottolineare che l’aumento di case distributrici di vaccino potrebbero aumentare e le dosi vaccinali e velocizzare i tempi: pensare ad un anticipo di somministrazione per il personale scolastico non sarebbe dunque un’ipotesi irrealizzabile anche se è chiaro che le valutazioni devono essere su base scientifica prima che politica.

“A febbraio partiremo con le persone che hanno più di 80 anni, oltre 4 milioni”, ha aggiunto, “poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti e il personale scolastico, i fornitori di servizi pubblici essenziali, gli operatori del trasporto pubblico locale, il personale carcerario e i detenuti”, ha spiegato Arcuri nei giorni scorsi.

In giornata invece è arrivato anche l’appello del Movimento Cinque Stelle: “In questa fase più che mai il mondo della scuola ha bisogno di grande attenzione e il Governo deve continuare a fare il più possibile, anche attraverso iniziative che rassicurino docenti e personale, dimostrando per loro la massima considerazione. Per questo”, proseguono, “riteniamo che sarebbe un bel segnale anticipare il piano vaccinale per tutti i lavoratori della scuola”, dicono le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.

“Il vaccino è un’arma fondamentale per questo desideriamo poter intervenire subito anche sul personale delle scuole, che è stata una delle categorie più colpite dalla seconda ondata del contagio“, ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio nella giornata del 7 gennaio.

Fra i più convinti sostenitori della corsia preferenziale del vaccino per docenti e Ata anche Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla sanità della Regione Puglia: “Se vogliamo davvero impattare sulla sicurezza nell’ambiente scolastico, iniziamo a proteggere chi ci lavora. Come per gli operatori sanitari, se vogliamo garantire il mondo della scuola vacciniamo subito gli operatori scolastici“.

La priorità di fare i tamponi potrebbe essere legata proprio alla riapertura delle scuole, che nelle prossime settimane si avvierà a conclusione, salvo nuove ordinanze. Ecco perchè il leader di Italia VivaMatteo Renzi sostiene“Ogni settimana l’Italia riceve 470mila  dosi di vaccino, lo stesso numero degli insegnanti della scuola media e superiore. La settimana prossima vacciniamo solo e soltanto gli  insegnanti, così che possiamo riaprire le scuole, dando i tamponi agli studenti e i vaccini agli insegnanti”. 

Uno dei problemi che lamentano gli stessi insegnanti è che la tempistica prevista per il vaccino non coinciderà con i tempi dell’anno scolastico: se la vaccinazione per i docenti è prevista fra aprile (i casi fragili) e settembre: ciò vuol dire che nei mesi di luglio e agosto, i supplenti a cui scadrà il contratto, non potranno vaccinarsi, ad esempio. Lo fa notare anche l’ex Ministra Gelmini, che invita a mettere in cima alla lista dei vaccinati gli insegnanti“Di questo passo, infatti, – continua Gelmini – tenuto conto della doppia inoculazione delle dosi, prima che siano immunizzati tutti gli operatori della scuola arriveremo alle soglie della chiusura dell’anno scolastico. È un controsenso: tanto varrebbe allora non far finta di dar loro una corsia preferenziale. Docenti e personale delle scuole vanno inseriti da subito fra le priorità: l’impegno di tutto il Paese deve continuare ad essere quello di mantenere il virus il più lontano possibile dalle scuole e, disponendo dei primi quantitativi di vaccini, occorre dare un segnale immediato a insegnanti e famiglie”. 

No riapertura scuole: il Sud Italia lascia in DaD elementari e medie

da La Tecnica della Scuola

Nessuna riapertura scuole nel meridione. Il primo ciclo resta in DaD.

In questo caos (ché non potremmo usare sostantivo più puntuale), forse dovuto anche a un momento di debolezza a livello centrale, al punto che anche la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina resta in silenzio, viene fuori che le regioni del sud Italia, in modo quasi compatto (neanche ci fosse dietro un progetto, un accordo, una consapevolezza), optano per tenere a casa, in DaD, non solo le scuole superiori ma anche le elementari e le medie (il cosiddetto primo ciclo per gli addetti ai lavori). Per pochi giorni, si intende, ma giusto il tempo di aggiungere confusione alla confusione.

Le date della riapertura scuole

Come si evince dalla tabella sottostante, parliamo di: Campania (rientro a partire da giorno 11, ma solo per le prime due classi delle scuole elementari); Sicilia, Puglia e Molise, che scelgono la data del 18 gennaio; infine Calabria, che sceglie il sabato per il rientro in presenza, se mai ci fosse una scuola del primo ciclo che fa settimana lunga. Ma in questo caso è intervenuto il Tar a chiedere che l’11 il primo ciclo torni in classe.

Gli italiani tutti, del mondo della scuola e non, famiglie, studenti, personale Ata, stentano a vedere un disegno e una coerenza. Sono le regioni con i dati del contagio da Covid-19 più elevati o le terapie intensive più stracolme o gli indici Rt più elevati? No, è inutile scervellarci, sfortunatamente non c’è alcun progetto.

Il rapporto Agenas

Secondo il rapporto dell’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, all’8 gennaio 2021, la Calabria è al 14% di posti in terapia intensiva occupati da pazienti Covid, ben al di sotto della soglia critica del 30% (con Rt all’1.14); la Campania è al 16%, con Rt allo 0.83; il Molise è al 24%, con Rt all’1.27; la Puglia è al 36% (questo il primo dato sopra soglia), con Rt all’1; la Sicilia è al 25%, con Rt all’1.04.

Insomma, difficile trovare il bandolo della matassa in questo stato di cose. Ma, del resto, tutto piò ancora succedere e confidiamo che in poche ore possa cambiare tutto e ovunque. Per dirne una, della Regione Sardegna attendiamo di sapere quando torneranno in classe le scuole superiori, ammesso che serva a qualcosa conoscere una data che poco dopo verrà messa in discussione.

REGIONE RIENTRO A SCUOLA I ciclo RIENTRO A SCUOLA superiori
Lombardia 07/01/21 25/01/21
Veneto 07/01/21 01/02/21
Piemonte 07/01/21 18/01/21
Campania Dall’11/01/21 25/01/21
Emilia Romagna 07/01/21 25/01/21
Lazio 07/01/21 18/01/21
Toscana 07/01/21 11/01/21
Sicilia 18/01/21 01/02/21
Puglia 18/01/21 18/01/21
Liguria 07/01/21 18/01/21
Friuli Venezia Giulia 07/01/21 01/02/21
Marche 07/01/21 01/02/21
Abruzzo 07/01/21 11/01/21
Sardegna 07/01/21 ?
Bolzano 07/01/21 07/01/21
Umbria 07/01/21 25/01/21
Calabria 11/01/21 01/02/21
Trento 07/01/21 07/01/21
Basilicata 07/01/21 11/01/21
Valle d’Aosta 07/01/21 11/01/21
Molise 18/01/21 18/01/21

Scuole chiuse o scuole aperte, è il caos. Flc-Cgil: siamo alle prove tecniche di autonomia differenziata

da La Tecnica della Scuola

Che il funzionamento delle scuole sia prossimo al collasso è ormai abbastanza chiaro e lo dimostra in modo piuttosto inequivocabile l’ultimo comunicato della Flc-Cgil che si apre con parole durissime: “Il caos istituzionale e organizzativo sulla riapertura delle attività didattiche nelle scuole aggravato dai venti di crisi del governo in carica, non è più tollerabile”.

Secondo la Flc siamo prossimi al collasso perché “si cambiamo provvedimenti nazionali quasi giorno per giorno, si moltiplicano le ordinanze regionali, i prefetti assumono decisioni che mettono in discussione l’autonomia scolastica, mentre aumentano a dismisura anche le ordinanze dei sindaci”.
Aggiunge ancora il sindacato: “Quanto sta avvenendo sui territori sommato all’incapacità di coordinamento del governo sta conducendo verso concrete forme di autonomia differenziata, di cui la scuola a la carte praticata in Puglia è attualmente l’esempio più eclatante, che la FLC CGIL considera il pericolo più grave per l’unità del nostro Paese e per il nostro sistema di istruzione”.

Colpisce nella presa di posizione del sindacato di Francesco Sinopoli l’attacco alla Regione Puglia che, per il suo colore politico, un tempo sarebbe stata considerata “regione amica”: segno evidente che la Flc si sta rendendo conto che la partita in gioco è decisamente importante, assai di più di quanto poteva apparire fino a qualche settimana addietro.
Tanto che il sindacato aggiunge: “L’apertura delle attività in presenza non è un orpello ideologico o un oggetto di scambio politico, ma il risultato di precise scelte politiche ed organizzative in primo luogo a livello nazionale. Le scelte sul rinvio dell’apertura delle attività didattiche erano e devono essere del governo. Non si può modificare ogni quattro giorni l’organizzazione didattica per ragioni di posizionamento politico”.

Il sindacato auspica che “non si deleghi più nulla alle Regioni a causa dell’incapacità del governo a decidere” ma anche che “venga valorizzata l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche”.
Nel concreto “ciò significa attribuire alle scuole la massima facoltà di scaglionare ingressi/uscite e di decidere la riduzione fino all’azzeramento, sia pure temporaneo, della frequenza di alunne e alunni in presenza, a causa della pandemia in corso”.

In merito alla delega alle regioni va però osservato che ciò che sta accadendo, e che noi stessi abbiamo segnalato in più di una occasione, non è legato a qualche stramba interpretazione del Governo o delle singole regioni ma è la conseguenza del tutto legittima del nostro impianto costituzione e istituzionale: tanto è vero che in questi mesi, in tutti quei casi in cui il TAR è intervenuto, le decisioni delle regioni sono state sempre confermate.

“La confusione in atto – conclude la Flc-Cgil – sta alimentando pericolose derive demagogiche facilmente manipolabili da forze sovraniste e populiste. Non si può andare oltre”.

Scuole Sicilia, DAD al 100% per elementari e medie fino al 16 gennaio, per superiori fino al 31

da La Tecnica della Scuola

Fino al 31 gennaio 2021 per la scuola secondaria di secondo grado l’attività
didattica è esercitata esclusivamente a distanza. Inoltre, fino al 16 gennaio 2021 compreso per la scuola secondaria di primo grado e per la scuola primaria l’attività didattica procede a distanza. Nessuna sospensione è prevista per le attività educative riguardanti nidi, asili e scuole dell’infanzia.

Lo prevede l’ordinanza appena pubblicata dalla Regione Sicilia, che slitta di fatto il rientro in presenza per le scuole dalla primaria alla secondaria di I grado al 18 gennaio e per le scuole secondarie di II grado al 1° febbraio.

Come abbiamo già comunicato, la Sicilia, da lunedì, sarà in zona arancione.

TESTO ORDINANZA

L’ordinanza prevede inoltre che l’Assessorato della Salute effettuerà il monitoraggio sull’andamento della diffusione del contagio nel periodo temporale intercorrente tra l’11 gennaio 2021 e il 15 gennaio 2021 e, all’esito, potrà individuare territori comunali in cui la didattica a distanza potrà essere eventualmente prorogata fino al 31 gennaio 2021 per la scuola di primo grado e per la scuola primaria.

I Dirigenti scolastici, in funzione delle esigenze organizzative dei singoli istituti e nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia, hanno facoltà di ammettere, comunque, in presenza gli alunni portatori di disabilità o di bisogni educativi speciali.

Le reazioni dei sindacati

Riportiamo di seguito il comunicato dei Sindacati Scuola CGIL, CISL, UIL, SNALS E GILDA.

Si è tenuta oggi la prevista riunione della task force regionale per la riapertura della scuola alla presenza dell’On. Assessore all’Istruzione Roberto Lagalla e dell’On. Assessore alla Salute Ruggero Razza per le determinazioni relative alla ripresa delle attività didattiche presso gli Istituti secondari di secondo grado, e di tutte le istituzioni scolastiche in genere.

Premesso che la situazione all’interno delle scuole non desta preoccupazione, avendo registrato ad oggi un indice di positività molto basso, quello che preoccupa invece è quanto avviene al di fuori delle scuole e quanto avvenuto durante le recenti festività.

La proposta del governo di posticipare il rientro in aula per le secondarie di secondo grado al 1° febbraio per il segmento della scuola primaria e secondaria di primo grado al 18 gennaio, ci sembra ragionevole e ispirata al buon senso. L’orientamento del provvedimento governativo di cautela e di prudenza ci convince, l’unica perplessità rimane la volontà di lasciare in presenza la scuola dell’infanzia che comporterebbe comunque lo spostamento giornaliero di famiglie e alunni all’interno delle città.

La scuola non può essere isolata, non si può non tenere conto del contesto territoriale. Solo un elevato rigore nei comportamenti civici e di misure sanitarie preserva anche le scuole dal diventare moltiplicatori di contagio.

CGIL CISL UIL della scuola Sicilia SNALS E GILDA consapevoli dell’importanza della funzione pedagogico educativo che svolge la scuola, sono convinti che sia la giusta misura.

Chiediamo: che questo lasso di tempo, previsto per la riapertura delle scuole, sia utilizzato al fine di poter effettuare screening di massa degli studenti e pianificare le vaccinazioni per tutti gli operatori della scuola, con particolare attenzione agli insegnanti di scuola dell’infanzia, che non interromperanno le lezioni in presenza, e agli insegnanti di sostegno.
Auspichiamo inoltre che relativamente al problema dei trasporti sia reso noto il piano integrativo e che diventi immediatamente operativo.

Concorso Primaria: la preselettiva escluderà più di 52 mila candidati

da Tuttoscuola

La macchina concorsuale riprende a muoversi: dall’8 gennaio, infatti, gli USR stanno provvedendo alla costituzione delle commissioni per il concorso Infanzia e Primaria, in base alle domande di disponibilità presentate entro lo scorso 7 gennaio, secondo la nota ministeriale prot. 39979/2020. Prima di affrontare le prove concorsuali vere e proprie, i candidati dovranno essere selezionati per sfoltire l’eventuale eccedenza di numero. La prova preselettiva per essere ammessi allo scritto è ipotizzata per fine febbraio-primi di marzo. Anche per il concorso Primariacome già evidenziato per quello dell’infanzia – dove saranno esclusi più di 31.500 candidati – la selezione sarà molto pesante. Nel concorso Primaria, per effetto delle prove preselettive, verranno infatti esclusi complessivamente oltre 52 mila candidati. Vediamo come, dove e perché.

Per i 5.104 posti comuni previsti dal bando per la primaria concorrono 64.191 candidati; non ci sarà il concorso Primaria in Calabria, Campania e Molise per mancanza di posti.

Nelle restanti 15 regioni si dovrà svolgere la prova preselettiva concorso Primaria in quanto, con riferimento all’art. 7 del bando, il numero dei candidati supera le 250 unità ed è anche superiore al quadruplo dei posti a concorso in regione. In ognuna di quelle regioni supererà la selezione per passare alla prova scritta concorso Primaria un numero di candidati pari a tre volte il numero dei posti a concorso.

Complessivamente potranno superare la preselezione 15.312 candidati, ma saranno esclusi definitivamente 48.879 dei 64.191 candidati partecipanti (76,1%).

In particolare, in Lombardia (1.509 posti comuni a concorso) vi saranno 4.527 candidati ammessi e 4.880 esclusi. Nel Lazio (349 posti) vi saranno 1.047 candidati ammessi e 8.513 esclusi; in Toscana (365 posti) gli ammessi saranno 1.095 e gli esclusi 5.052; in Piemonte (462 posti) gli ammessi saranno 1.386 e gli esclusi 3.034; in Emilia Romagna (508 posti) gli ammessi saranno 1.524 e gli esclusi 4.268; in Veneto (639 posti) gli ammessi saranno 1.917 e gli esclusi 2.440.

Per le sei regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia) dove, considerato il consistente numero di candidati, si renderà necessaria la prova preselettiva concorso Primaria per i posti di sostegno, saranno esclusi complessivamente altri 3.305 candidati.

Tra posti comuni e posti di sostegno il numero dei candidati esclusi con la preselezione sarà complessivamente di 52.184 unità.

Complessivamente la selezione sarà, dunque, molto consistente e premierà soprattutto i candidati più preparati.

Calendario scolastico 2021: quando iniziano le vacanze di Carnevale?

da Tuttoscuola

Le vacanze di Natale sono ormai terminate, anche se non tutti sanno ancora quando potranno rientrare a scuola in presenza. L’emergenza da Covid-19 rende ancora incerto il rientro per le scuole superiori, mentre primaria e secondaria di I grado sono rientrate lo scorso 7 gennaio (anche se non ovunque). Vediamo intanto le prossime feste e ponti (vacanze di Carnevale comprese) dando uno sguardo al calendario scolastico 2021.

Ritorno a scuola gennaio 2021

Ma quando si tornerà a scuola? Primaria e secondaria di I grado potranno rientrare in presenza dal prossimo 7 gennaio, subito dopo l’Epifania, mentre è ancora incerta la data del rientro in classe per la secondaria di II grado. Diversi governatori hanno espresso infatti preoccupazioni a causa dell’andamento dei contagi e hanno dichiarato di preferire di aspettare gli esiti del monitoraggio dell’8 gennaio per decidere quando far tornare a scuola i ragazzi delle superiori. Il CdM che si è tenuto lo scorso 4 gennaio ha stabilito una data di mediazione per il ritorno a scuola dei ragazzi delle superiori.

Vacanze di Carnevale 2021

Quali sono i giorni di festa del Carnevale 2021? Con tutta probabilità questo sarà un Carnevale diverso dal solito, in cui probabilmente saranno vietati festeggiamenti di ogni tipo a causa della pandemia. Tuttavia il suo inizio è previsto per il giorno di San Valentino, ovvero domenica 14 febbraio 2021 per poi concludersi il martedì grasso successivo che sarà il 16 febbraio 2021.

Date esame di Stato 2021

Calendario scolastico 2021: dal prossimo 16 giugno via agli esami di maturità. Lo scorso settembre, con misure e protocolli anti Coronavirus ancora allo studio, si è finalmente tornati tra i banchi di scuola, anche se a oggi i ragazzi delle scuole superiori e, nelle zone rosse, anche quelli di seconda e terza media ora hanno dovuto riprendere le lezioni in DaD. Pubblicata l’ordinanza ministeriale relativa ai calendari scolastico. La prima prova della maturità 2021 si svolgerà quindi il prossimo 16 giugno alle ore 8.30. A comunicarlo è l’ordinanza di aggiornamento dei calendari scolastici pubblicata dal Ministero dell’istruzione venerdì, 23 ottobre. Per quanto riguarda invece l’esame terza media 2021, questo si svolgerà, per l’anno scolastico nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2021, secondo i calendari definiti dalle commissioni d’esame insediate presso le istituzioni scolastiche statali e paritarie.

Calendario scolastico 2021: feste e ponti

Vediamo di seguito l’elenco delle festività e dei ponti fissato per il 2021:

– domenica 1 novembre 2020: Tutti i Santi;
– martedì 8 dicembre 2020 : Immacolata Concezione,
– venerdì 25 dicembre 2020: Natale;
– sabato 26 dicembre 2020: Santo Stefano;
– venerdì 1 gennaio 2021: Capodanno;
– mercoledì 6 gennaio 2021: Epifania;
– domenica 4 aprile 2021: Pasqua
– lunedì 5 aprile 2020: Lunedì dell’Angelo;
– domenica 25 aprile 2021: Festa della Liberazione;
– sabato 1 maggio 2021: Festa del Lavoro;
– mercoledì 2 giugno 2021: Festa nazionale della Repubblica.

Calendario scolastico 2021

Secondo i calendari attualmente pubblicati, i primi a rientrare in classe sono stati gli studenti di Bolzano il 7 settembre 2020, gli ultimi quelli Campania e Puglia il 24 settembre 2020. 
Di seguito riportiamo per  il calendario scolastico 2021 delle varie Regioni d’Italia. La pagina è in aggiornamento.

VALLE D’AOSTA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021
Vacanze di inverno: –
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 8 giugno 2021

TRENTINO ALTO ADIGE

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: da lunedì 15 febbraio a martedì 16 febbraio
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 10 giugno 2021

CALENDARIO SCOLASTICO BOLZANO

Ritorno a scuola: 7 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: da sabato 13 febbraio a domenica 21 febbraio
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 16 giugno 2021

VENETO

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre al 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: dal 24 al 26 febbraio 
Vacanze di Pasqua: da giovedì 1 aprile a martedì 6 aprile 2021
Termine lezioni: 5 giugno 2021

FRIULI VENEZIA GIULIA

Ritorno a scuola: 16 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: da lunedì 15 febbraio a mercoledì 17 febbraio
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 10 giugno 2021

PIEMONTE

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: da mercoledì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: dal 13 al 17 febbraio
Vacanze di Pasqua: da giovedì 1 aprile a martedì 6 aprile 2021
Termine lezioni: 11 giugno 2021

LOMBARDIA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: (rito ambrosiano) venerdì 19 febbraio e sabato 20 febbraio; (rito romano) lunedì 15 e martedì 16 febbraio
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 8 giugno 2021

LIGURIA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2020
Termine lezioni: 9 giugno 2021

EMILIA ROMAGNA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2020
Termine lezioni: 5 giugno 2021

TOSCANA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 10 giugno 2021

UMBRIA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1 aprile 2021 al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 9 giugno 2021

LAZIO

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 8 giugno 2021

ABRUZZO

Ritorno a scuola: 24 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Carnevale: martedì 16 febbraio
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 10 giugno 2021

MARCHE

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 5 giugno 2021

CAMPANIA

Ritorno a scuola: 24 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23  dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Vacanze di Carnevale: da lunedì 15 febbraio a martedì 16 febbraio
Termine lezioni: 12 giugno 2021

MOLISE

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23  dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 5 giugno 2021

BASILICATA

Ritorno a scuola: 24 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 11 giugno 2021

CALABRIA

Ritorno a scuola: 24 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: dal 1° al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 12 giugno 2021

PUGLIA

Ritorno a scuola:  24 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 a lunedì 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: da 1° aprile al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 11 giugno 2021

SICILIA

Ritorno a scuola: 14 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 a lunedì 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: da 1° aprile al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 8 giugno 2021

SARDEGNA

Ritorno a scuola: 22 settembre 2020
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2020 a lunedì 6 gennaio 2021
Vacanze di Pasqua: da 1° aprile al 6 aprile 2021
Termine lezioni: 12 giugno 2021

Nota 9 gennaio 2020, AOODGRUF 484

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane e finanziarie
Direzione generale per le Risorse umane, finanziarie ed i contratti – ex DGRUF Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali LORO-MAIL
e, p.c. Alla Direzione generale per il personale scolastico
Ufficio IV – MAIL-ISTITUZIONALE Ufficio V – MAIL-ISTITUZIONALE
Alla Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica
Ufficio III – MAIL-ISTITUZIONALE
All’Ufficio Scolastico Regionale competente per territorio

Oggetto: Indicazioni per le istituzioni scolastiche in merito al premio previsto dall’art. 63 del DL 17 marzo 2020 n. 18, in favore del personale scolastico che ha lavorato in presenza nel mese di marzo 2020