Un piano per la scuola

Un piano per la scuola

Franco Buccino

(Repubblica ed. Napoli, 14/01/2021)

Intervenire sulla scuola è una delle imprese più difficoltose. Imperturbabile, assiste a tutte le discussioni che la riguardano. Quante volte ripetiamo le stesse cose, e il loro contrario. Una scuola inclusiva o che seleziona; severa o permissiva; attenta ai contenuti o alle abilità; lezioni o laboratori; rigida subordinazione o pari dignità tra materie e libere attività; preparazione di tipo generale o più specialistica; valutazione sommativa o formativa; egualitarismo o riconoscimento del merito, indifferentemente, per alunni, docenti, amministrativi e dirigenti. E non parliamo dei modelli di riforma, abbondantemente sfornati nel corso degli anni: sempre con la tacita ma sicura convinzione che non si sarebbero attuati.

Il governo ideale per un tipo di scuola così indefinito in finalità, obiettivi e strumenti, è, di sicuro, quello burocratico. E difatti… Vediamo cosa diventa una legge, magari dignitosa e chiara nelle sue finalità, attraverso decreti e circolari, note e ordinanze, pareri e provvedimenti! Come il Ministero con un reticolo burocratico riesce a imbrigliare docenti, valutazione, progettazione, libertà d’insegnamento; con procedure rigide appesantisce collegio e consigli; come tiene sotto controllo le scuole con al vertice un dirigente sempre meno “scolastico”, tantomeno leader educativo. L’autonomia scolastica è solo un’arma, in mano al Miur, che scarica sulle scuole, in ogni vicenda che non sa affrontare e risolvere, le proprie responsabilità. D’altra parte il Miur esegue le scelte e le direttive di un intero governo, e relative maggioranze. Non si può dire che i vari governi abbiano tenuto e tengano in grande considerazione la scuola, e l’intero sistema di istruzione e formazione. Lo si vede da come tagliano le risorse destinate al comparto scuola, in tutti i campi.

Cosa succede a un sistema scolastico così “sgarrubato” in piena pandemia? Non sembra che le scuole abbiano molte alternative alla chiusura.

Perché appaiono come sono, nude sotto gli occhi di tutti; incapaci di decisioni autonome; fragili per essere tenute in gran considerazione. E allora alcuni milioni di studenti che vanno e tornano da scuola diventano un pericolo, possibili diffusori del Covid. In tempi tranquilli si pensa di mandarli a scuola. Ma come l’indice del contagio s’impenna, imperativo categorico diventa tenerli a casa e chiudere di corsa le scuole. Con la benedizione di mamme e comitati.

I docenti vivono tutte le contraddizioni della fase. In un periodo in cui il telelavoro sta avendo, soprattutto nel settore pubblico, un’enorme diffusione, non capiscono perché dovrebbero tornare in presenza, in un contesto senza sicurezza. Nello stesso tempo avvertono tutti i limiti della didattica a distanza, ma anche tutta la loro impreparazione a gestire uno strumento didattico alternativo, che ha enormi potenzialità.

Com’è ormai chiaro, i danni peggiori li subiscono alunni e studenti. Il Ministero ci ha messo un anno per capirlo e sottoscrivere un protocollo con l’Ordine degli psicologi. Ci metterebbe un altro anno per definire linee guide di intervento, e un terzo ancora per sperimentare le azioni. Il tempo della scuola non è il tempo dei ragazzi. Questo è il vero dramma. Questa generazione di studenti è proprio sfortunata. Oltre che con gli annosi irrisolti problemi della scuola, devono misurarsi pure con l’epidemia.

Se vogliamo fare qualcosa di utile per loro. Dando per scontato che l’attuale e il precedente sono due anni scolastici balordi. Dovremmo cominciare a pensare un piano straordinario di attività didattiche e non, a elaborare progettazioni ad hoc, che tengano assieme i programmi non svolti e quelli dell’anno, i disagi accumulati e le aspettative. Un piano nella scuola, ma anche fuori. Dando la precedenza agli studenti.

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 gennaio 2021

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19», del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19», e del decreto-legge 14 gennaio 2021 n. 2, recante «Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l’anno 2021». (21A00221)


Nota 14 gennaio 2021, AOODGRUF 1001

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

A tutte le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado
e p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali MAIL ISTITUZIONALE
Alla Direzione Generale per i Sistemi Informativi e la Statistica
MAIL ISTITUZIONALE
Alle OO.SS – Comparto Istruzione LORO-MAIL

Oggetto: Autorizzazione dei ratei contrattuali contratti DL34/20 ex art.231-bis – proroga.

Contrasto alla povertà educativa

La Ministra dell’Istruzione, presenta giovedì 14 gennaio, alle 12.00, in diretta sul canale YouTube e sui profili social del Ministero, interventi e finanziamenti per contrastare le povertà educative che saranno realizzati in collaborazione con il Terzo Settore e l’Associazionismo.


“La crisi ha pesato e pesa in modo diverso sui nostri studenti. Chi appartiene alle fasce deboli paga due volte questa emergenza che ha aumentato i divari sociali, rendendo ancora più urgente la necessità di garantire pari opportunità ai gruppi sociali più fragili”. È quanto ha ricordato questa mattina la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, presentando al Ministero gli interventi per contrastare le povertà educative che saranno realizzati in collaborazione con il Terzo settore e l’Associazionismo.

All’evento hanno preso parte Carmela Pace, Presidente di Unicef Italia, Raffaella Milano, Direttrice del Programma Italia di Save the Children, Cesare Moreno, Presidente dell’Associazione Maestri di Strada Onlus, Floriana Fanizza, Responsabile Nazionale Donne Impresa Coldiretti, Claudia Fiaschi, Portavoce Forum Nazionale Terzo Settore.

La Ministra ha spiegato che “fin dall’inizio della pandemia, grazie anche alle azioni intraprese con partner di alto livello, l’obiettivo è stato quello di raggiungere i più deboli, i ragazzi a rischio dispersione scolastica, quelli che vivono in condizioni di svantaggio. Un lavoro spesso poco visibile, che si svolge nelle periferie, lontano dagli sguardi della maggior parte dei cittadini, che tocca milioni di bambine e bambini, ragazze e ragazzi che non hanno tutti i mezzi che dovrebbero e di cui lo Stato ha il dovere di occuparsi”.

Il Ministero ha stanziato nel 2020 più di 66 milioni per il contrasto alle povertà educative tra interventi e progetti contro la dispersione, il potenziamento dell’offerta formativa, gli investimenti per garantire connessioni e pc a chi non li ha per la didattica a distanza, il ripristino di aule e strutture vandalizzate. “Per il 2021 abbiamo altri 118 milioni da destinare a questi obiettivi in collaborazione con il Terzo settore e l’Associazionismo: i prossimi mesi saranno cruciali per rafforzare la nostra azione affinché nessuno resti indietro”, ha ricordato Azzolina.

“La povertà educativa priva i bambini e i ragazzi delle opportunità cui hanno diritto e richiede soluzioni che utilizzino un approccio organico e sistemico. Garantire a ogni bambino, bambina e adolescente la realizzazione delle proprie potenzialità è un ‘bene comune’ di cui tutti siamo responsabili” ha spiegato la Presidente di UNICEF Italia, Carmela Pace. “Abbiamo capito che la situazione era grave e ci siamo dati da fare. Abbiamo sviluppato programmi con oltre 150 partecipanti. Interventi socio-educativi dentro e fuori la scuola nelle periferie di Napoli, per prevenire la dispersione e promuovere l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva. Anche così abbiamo promosso la responsabilità nei nostri ragazzi”, ha aggiunto Cesare Moreno, Presidente dell’associazione Maestri di Strada Onlus.

“La crisi che stiamo vivendo ha reso ancora più evidente l’importanza di costruire alleanze educative. Abbiamo visto la scuola entrare dentro le case, i genitori chiedere sostegno agli insegnanti e gli insegnanti rivolgersi agli operatori del Terzo settore, con questi ultimi impegnati ogni giorno a rintracciare bambini e ragazzi che erano fuori dal radar delle scuole. Si tratta di un patrimonio molto prezioso che non deve andare disperso”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

“La scuola rappresenta in certe situazioni l’unico luogo dove poter usufruire di un pasto completo per alcune famiglie”, ha sottolineato Floriana Fanizza, responsabile Donne Impresa Coldiretti. “Consolidiamo la collaborazione con le Istituzioni per trasformare presìdi educativi, reti anche spontanee che si sono formate sul territorio in alleanze stabili, in strumenti strutturali a disposizione delle nostre comunità”, ha spiegato Claudia Fiaschi, portavoce Forum Nazionale Terzo Settore.

Sono intervenuti, infine, rappresentanti di scuole già impegnate in progetti finanziati dal Ministero e, in particolare, Paola Carnevale, Dirigente scolastica Istituto comprensivo Eugenio Montale di Scampia, che ha presentato il progetto “La Scuola in Movimento” per la quale “è importante non solo curare la dispersione scolastica, ma prevenirla”; Gianni Maddaloni, maestro di Judo che collabora con l’Istituto in un progetto contro la dispersione, ha spiegato che proprio grazie allo sport, a scuola “insegniamo il valore del rispetto per il prossimo e dell’educazione, anche ai figli dei boss”.

Daniela Mercante, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Portella della Ginestra di Vittoria, ha raccontato il progetto didattico “Orto in condotta” per “cambiare il mondo a partire dalla scuola”. Olimpia Pasolini, Dirigente scolastica Istituto Vittorio Veneto di Napoli, ha illustrato il progetto “La scuola fuori dalla scuola”.

Il video dell’evento