Insegnando si impara

Insegnando si impara

di Maurizio Tiriticco

In genere si dice che sbagliando si impara, anche perchéerrare è una delle condizioni umane. Ed anche i nostri padri lo dicevano: “errare humanum est”. Pertanto, se errare è una condizione ineliminabile della condotta di ciascuno di noi, dagli errori possiamo sempre imparare qualcosa. Anche perché, in effetti, è impossibile non sbagliare mai e, d’altra parte, non è neanche detto che sia sempre possibile imparare dagli errori commessi! Anzi! A volte i capoccioni – o meglio i testardi non molto intelligenti – insistono nell’agire scorretto e persistono così nell’errare. Lo so, in genere si dice che gli insegnanti sanno tutto; e poi ci sono certi professoroni che, quando parlano, sembrano degli oracoli! Sputano una sentenza dopo l’altra! E gli alunni… questi sempre attenti, altrimenti… fioccano i due!

Insomma, sbagliare ed errare! Ma, attenzione! Sono due operazioni diverse. La prima: prendere un abbaglio! Ritenere vero ciò che vero non è! La seconda: errare: sbagliare strada. Ed ancora: la prima operazione riguarda il pensare; la seconda il fare! Comunque, in realtà la nostra vita è sempre piena di abbagli e di strade traverse! Anche se poi, giocando con le parole, molti attraversamenti sono agevolati da apposite strisce bianche! Ora mi chiedo se non ci sia un altro adagio, che arricchisca e completi quello di sempre! Insomma, che lo “sbagliando si impara” non possa coniugarsi ed implementarsi con… l’“insegnando si impara”.Possibile?

Sembrerebbe un’assurdità, alla prima lettura: in effetti chi insegna, sa, è depositario di un sapere, quindi… ma in effetti non è sempre così, almeno per chi veramente sa. Il web mi dice che Seneca in una delle sue “Lettere a Lucilio” afferma testualmente: “C’è un duplice vantaggio nell’insegnare perché, mentre si insegna, si impara”. Ed io spesso, quando insegnavo, pur non sapendo nulla della massima di Seneca, in effetti imparavo! Perché un insegnante serio, la sera prima prepara la lezione del giorno dopo. Però avevo anche imparato io qualcosa! Che forse potevo ammorbare i miei poveri alunni… che di fatto erano costretti ad alimentarsi delle… mie chiacchiere! Già! Perché l’alunno – dal latino alumnus – è colui che viene “alimentato”! Anzi, deve essere alimentato!

E mi chiedevo spesso: che fare per non ammorbarli? Idea! E se dicessi loro una cosa per l’altra, un sacco di panzane? Che so, che la Germania è un Paese africano; che l’equatore passa per i poli; che il Sole gira attorno alla Terra; che New York è la capitale dell’America, come reagirebbero? E così fu! Cominciai a fingere di sbagliare! A fingere di non sapere! Ma ora mi chiedo: chissà quantevolte mi sono veramente sbagliato senza rendermi conto! Menomale che la pazienza degli alunni – ed a volte l’ignoranza – è sempre tanta. Insomma, avevo imparato a comportarmi così: esordivo col dire ai miei studenti che non sempre avevo una buona memoria, per cui avrebbero sempre dovuto controllare ciò che dicevo. E poi dicevo veramente qualche corbelleria: le guerre puniche sono state sette; i re di Roma otto; la Divina Commedia l’ha scritta Petrarca; Laura era l’amante di Dante; Londra è la capitate della Francia… e via con balle a volte anche stratosferiche!

E gli alunni un po’ cominciarono a stupirsi di fronte alle panzane più grosse! A volte pensavano di essere loro gli ignoranti! Come si deve a chiunque è costretto ad andare a scuola. A volte mi correggevano, ma erano sempre incerti se – come diciamo a Roma – io lo fossi veramente, scemo, o lo facessi. Comunque la cosa funzionava! E poi la attivammo anche nelle interrogazioni. Uno di loro riferiva, ed io dovevo accorgermi se, quando e come sbagliava! Anzi, errava! E tutti seguivano con attenzione! 

La cosa piacque e poi la trasferimmo anche nei compiti scritti! E in quel caso la cosa era più difficile e impegnativa! Anche perché entravano in gioco anche la punteggiatura, l’andare a capo, la paragrafazione e tutte le diavolerie che SI VEDONO nello scritto, ma che NON SI SENTONO nell’orale! Insomma, impararono che lo studio può essere anche un divertente passatempo: lo studium dei latini! A meno che non entri in gioco l’ira! Il vecchio detto: sine ira et studio! Perché, altrimenti, tutto cambierebbe.

SCUOLA e (IN)SICUREZZA

L’ASSEMBLEA.SINDACALE.UNICOBAS.SU.SCUOLAe(IN)SICUREZZA.TENUTASI.DALLE.16.ALLE.18.DEL.9.FEBBRAIO:SE.NON.L’HAI.SEGUITA.LA.PUOI.VEDERE.ORA.DA.QUI.SU.YOU.TUBE Sono state raggiunte dall’evento 27.190 persone su facebook, hanno fornito risposte dirette all’invito in 1.117, hanno seguito l’assemblea sulla chat in 724, con 194 interventi, mentre sul canale Unicobas di You Tube avete seguito in 994 con 397 interventi. CLICCA SU QUESTO LINK, ISCRIVITI AL CANALE UNICOBAS DI YOU TUBE E SEGUI L’ASSEMBLEA: https://youtu.be/ih_DMOaegnM ASSEMBLEA SINDACALE ON-LINE indetta dall’Unicobas Scuola & Università APERTA A TUTTI I COLLEGHI, DOCENTI ED ATA, DI RUOLO E NON, nonché a TUTTI coloro che siano interessati alla SICUREZZA, alla QUALITÀ DELLE SCUOLE ed al rispetto di docenti, ata e studenti. L’assemblea verrà svolta in modalità on-line contemporaneamente sia PRESSO LA PAGINA FACEBOOK Unicobas Scuola & Università che dal CANALE YOU TUBE dell’Unicobas. ABBIAMO DISCUSSO DELLA SITUAZIONE E DEL PERCORSO PER OTTENERE: [SINTESI] a) Rispetto della sentenza della Suprema Corte di Strasburgo. Il governo ottemperi: ASSUNZIONE IMMEDIATA TRAMITE GRADUATORIA PER TITOLI E SERVIZIO dei precari, docenti ed ata, con 3 anni di servizio PER RIDURRE SUBITO a 10/15 il numero massimo di alunni per classe e potenziare la gestione delle scuole: altro che “un metro statico dalle rime buccali” e persino 25/30 alunni e gli insegnanti in pochi metri quadri in più dei presenti, staticamente bloccati persino a ricreazione e con mascherine scadenti (non Ffp3)!!! In Belgio hanno riaperto con al massimo 10 alunni e 4 metri quadrati a testa, in Germania e Regno Unito con gruppi di 15 e separazione di 2 metri (previsti anche in Spagna). Ribadiamo il nostro NO alle misure scelte dal Comitato tecnico-“scientifico” italiano e al vergognoso accordo sottoscritto per il rientro da Cgil, Cisl, Uil e Snals. Il problema non era (e non è) “rientrare” o “non rientrare”, bensì il COME si sarebbe dovuto rientrare (perché, COME HANNO BEN CAPITO OGGI GLI STUDENTI CHE MANIFESTANO IN TUTTA ITALIA, così NON si POTEVA rientrare): è ridicolo sentire di “movimenti” (come “Priorità alla scuola”) che si lamentano della situazione SENZA UN ATTEGGIAMENTO CRITICO CONSEGUENTE non solo per quanto fatto dal governo, ma anche rispetto alla connivenza ed alle enormi responsabilità dei sindacati pronta-firma, con i quali costoro contraddittoriamente “manifestano” (fingendo di non sapere che così li rilegittimano); b) SANIFICAZIONE: la Germania ha speso 500 milioni in impianti d’aerazione, da noi non s’è fatto nulla: intervenire per un’immediata SANIFICAZIONE dell’aria nelle scuole (basta con la vergogna delle classi-frigorifero a causa delle finestre aperte in pieno inverno). Attrezzare gli istituti con le lampade anti-covid Biovitae, invenzione italiana dichiarata dall’Onu come la più importante contro la pandemia; c) AMPLIAMENTO DEGLI SPAZI DIDATTICI con piena fruizione del patrimonio edilizio inutilizzato (caserme dismesse, etc.) proprietà di stato, regioni, enti locali: basta con doppi turni demenziali ed alunni sequestrati senza mensa sino alle h. 16.00 del pomeriggio; d) GLI ESEMPI EUROPEI: la Germania ha un servizio di trasporti dedicati alla scuola, in Italia s’è fatto ben poco: messa a disposizione immediata del parco pullman di esercito, finanza, polizia, carabinieri, aviazione e marina per TRIPLICARE LE CORSE DEI TRASPORTI PUBBLICI cittadini e ferroviari (senza “prolungamenti” a Pasqua o Giugno/Luglio); e) CANCELLAZIONE DEL CONTRATTO INTEGRATIVO TRUFFA SULLA DDI: quando tutto sarà stato messo in sicurezza ripartire in presenza, limitando al minimo la Ddi (ex Dad), solo con una campagna di tamponi, tracciamenti e vaccinazione per docenti, ata e studenti seria ed adeguata; f) CANCELLAZIONE DELL’ACCORDO CHE RIDUCE IL DIRITTO DI SCIOPERO, cancellazione dell’obbligo di risposta sull’adesione o meno agli scioperi e del contingente di personale Ata obbligato al servizio. Vergognosa la proposta sullo sciopero virtuale; g) INDENNITÀ DI RISCHIO: 250 euro mensili di indennità di rischio per docenti ed ata fino al termine della pandemia; h) CONTRATTO: porre termine alla sospensione del contratto (ultra-scaduto) con un piano triennale: subito 300 euro netti per il personale ata che, in particolare per quanto riguarda le qualifiche inferiori (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici), ha stipendi da fame. Portare parallelamente la retribuzione dei docenti all’ottavo livello (quello dei vecchi presidi), come è stato fatto per i Ddsga (che hanno lo stesso titolo d’ingresso dei docenti: la laurea), livello da rivalutare di 300 euro anche per i Ddsga, affinché, nell’ambito di una perequazione complessiva triennale, per tutto il personale si giunga rispettivamente a 1.000 euro (docenti) e 550 euro (ata) di aumento netti, agganciando gli stipendi della scuola almeno ai livelli intermedi (Spagna) relativi alla media retributiva europea.Collaborate: CONDIVIDETE QUESTA DIRETTA FACEBOOK e YOU TUBE sul VOSTRO PROFILO e sui GRUPPI SCUOLA AI QUALI siete ISCRITTI.  Ordine del giorno (completo): 1) Già nel mese di novembre 2020 erano 73.489 ragazzi tra 0 e 18 anni di età risultati positivi al Covid-19. La popolazione scolastica rappresentava il 14,4% dei 510.347 nuovi casi in Italia. Oggi la situazione è ancora più grave e s’è perso anche il conto dei tracciamenti. Sia nella prima fase della pandemia, che oggi con la recrudescenza della stessa (che ha portato da 35 a più di 85mila le vittime), per non assumere e non investire, hanno disposto ridicole “distanze” per la scuola, persino se messe a confronto con un semplice esercizio postale o commerciale. Il Ministero ha adottato un’unica misura per l’anno scolastico 2020/2021: un solo metro fra le “rime buccali” (che consente persino 80 cm. di distanza fra i banchi): metro “statico” (neppure “dinamico”). Sono rimaste le “classi pollaio”, e per quest’anno non hanno calcolato neppure il tasso di ripetenza. Ciò ha prodotto classi con anche 20 alunni. Le ventiduemila sbandierate assunzioni arriveranno per il prossimo anno. Più della metà dei posti chiesti in più dai Presidi in sede di organico di fatto è stata negata, persino nelle scuole dell’Infanzia e Primarie. Manca il 50% degli insegnanti di sostegno. La Germania ha investito 500 milioni di euro per la sanificazione dell’aria nelle scuole, mentre in Italia si costringono insegnanti e studenti a stare con le finestre aperte anche per 6/8 ore persino a 5 gradi sotto- zero. In Belgio hanno riaperto con al massimo 10 alunni e 4 metri quadrati a testa, in Germania e Regno Unito con gruppi di 15 e separazione di 2 metri (previsti anche in Spagna). Ribadiamo il nostro NO alle misure scelte dal Comitato tecnico-“scientifico” italiano per il rientro e all’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Snals. 2) MINISTERO BOCCIATO. RIVENDICAZIONI: -Ribadiamo ciò che abbiamo chiesto con forza, in presenza, l’8 giugno al Presidente del Consiglio ed a 5 ministri del Governo Conte nel corso degli Stati Generali: massimo 10/15 alunni per classe ed assunzione di 240mila insegnanti (il terzo necessario in più per ridurre le classi), molte più stabilizzazioni di quanto previsto, anche per il personale Ata e nella Scuola dell’Infanzia, esclusi dai concorsi banditi. NO al precariato “usa e getta” (assunzioni a singhiozzo). Le linee guida e le indicazioni del Cts sono confuse e contraddittorie, non garantiscono né sicurezza, né buona didattica. Troppo pochi gli investimenti strutturali senza un radicale cambiamento di orientamento delle ormai trentennali scelte politiche di impoverimento e dequalificazione della scuola. Con la disponibilità di 220 miliardi da investire per il Paese (84 dei quali a fondo perduto), la Scuola deve venir posta al centro di un vero progetto di ripresa del Paese. -Stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno, percorsi di abilitazione per chi ha esperienza pregressa, onde evitare che oltre la metà delle cattedre continui a venire assegnata a chi non conosce l’handicap, e poi istituzione della classe di concorso specifica. -No al nuovo Pei, che non tiene più in conto diagnosi ed interventi individualizzati, facendo tornare la scuola alla logica delle classi differenziali, a tutto detrimento dei diversamente abili. -Assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici per coprire i vuoti in organico per la vigilanza, di 20mila fra personale di segreteria e tecnici, più tutto il personale necessario per sopperire alle difficoltà dovute alle migliaia di soggetti fragili ed anziani che (indici Inps) hanno diritto a tutte quelle tutele inizialmente previste e poi vergognosamente ritirate in buona parte dal Governo. -Ricordiamo che negli ultimi 30 anni sono state tagliate 300mila cattedre e 70mila posti Ata. Dei miliardi disponibili con il recovery fund, occorre investirne immediatamente almeno 7 aggiuntivi per le assunzioni, 7 per il contratto, più i 13 necessari ad un piano pluriennale per porre in sicurezza l’edilizia scolastica (dopo aver perso 12 mesi), invece di spenderne 50 per i caccia bombardieri F16, F35 e la portaerei Trieste, invece di favorire con altri 30 miliardi (almeno) banche e lobbies speculative e di versarne 6,3 a Fiat-Fca, piuttosto che finanziare ancora per 650 milioni (e contro la Costituzione) i diplomifici privati. Sui circa 40.000 edifici scolastici solo il 10% è a norma per la sicurezza, solo 15.687 hanno il certificato di agibilità, mentre il restante 60% (70% in Sicilia) non possiede neanche quello. Solo 5.117 edifici (12%) sono vagamente “antisismici” ed unicamente 9.824 (24%) hanno il certificato di prevenzione incendi (Cpi). -Ribadiamo che occorre far pagare le tasse alle multinazionali informatiche, invece di dar loro in mano le piattaforme per la didattica a distanza. -Ribadiamo che è una vergogna la carenza di almeno 50mila fra medici e sanitari (anche per la campagna di vaccinazione, destinata a ritardare di due mesi anche a causa dell’arroganza e delle discriminazioni delle imprese farmaceutiche americane ed inglesi) perché non sono stati investiti neppure i 10 miliardi stanziati per la sanità (e s’è lasciato finanche il numero chiuso a medicina), colpevoli innanzitutto le regioni, col risultato di avere (se ci sono) solo 11mila terapie intensive (da 5mila che erano) contro le 30mila già presenti in Germania ai tempi del primo lockdown (salite poi a 50mila). Si poteva evitare di cadere nella seconda ondata della pandemia, invece di seguire le peggiori inclinazioni mercatiste di un’estate impazzita dietro piazze e discoteche zeppe di cretini. Si poteva evitare di affollare le aule con 25 alunni ed insegnanti in 30 metri quadri nella scuola dell’Infanzia, Primaria e Media, con un solo metro di distanziamento, anche per 8 ore, quando in un comune esercizio commerciale non si entra che in due alla volta (altro che doppi turni!!!). -Last but not least, la didattica a distanza andava fatta senza il mito “salvifico” della digitalizzazione, i ridicoli diktat di Bruschi, dell’Azzolina, dei sindacati di stato pronta-firma (pronti a a scaricare tutto su docenti ed ata, nonché a limitare ulteriormente il diritto di sciopero, a cominciare dal vergognoso contingentamento del personale ata), di tanti dirigenti digiuni di pedagogia, senza trasformare gli insegnanti tutti, ed in particolare quelli di sostegno, in tappa-buchi, e nel rispetto della creatività di docenti e studenti. Ribadiamo l’opposizione alle smart-class, alle riunioni on-line deregolamentate, nonché all’inserimento della “Dad” nei Ptof (triennali), voluto dai dirigenti nonostante non lo prevedano neanche i vari Dpcm, che limitano la Dad (ribattezzata oggi “didattica digitale integrata”) all’emergenza sanitaria. Giudichiamo risibile, oltre che vergognoso ed antipedagogico, il diktat estivo della Azzolina sulle 10 ore di videolezioni dalla prima elementare anche con la scuola in presenza e ben oltre la pandemia, che salgono a 15 dalla seconda alla fine delle Medie ed a 20 nella Superiore di Secondo grado. Siamo contro la delocalizzazione degli alunni in parrocchie, strutture private e case comunali e la gestione sommaria, ridotta o dequalificata del tempo-scuola, che si concretizza di fatto oggi in un forte attacco al tempo pieno, a cominciare dal Meridione, ove è stato reso di fatto impossibile dal mancato arrivo dei docenti in più chiesti dalle scuole in sede di organico di fatto. Come denunciavamo dall’inizio, la Dad è stata anche riproduttrice di diseguaglianza, oltre che di arricchimento economico per privati: secondo l’Istat almeno il 30% degli alunni (con percentuali più alte al Sud) è stato discriminato. Fortissimi sono i rischi dell’uso acritico degli strumenti digitali, soprattutto per la fascia giovanile più debole: gli studenti in condizioni economico-sociali svantaggiate e gli alunni diversamente abili. Non c’è nessuna evidenza che la digitalizzazione migliori comunque il processo di apprendimento, mentre vi sono certezze negative rispetto all’abuso del digitale. Effetti negativi sull’organizzazione delle ore funzionali per docenti ed educatori a causa dell’abuso della Dad: • attivazione classi virtuali senza controllo, mancato rispetto della privacy di docenti, famiglie e studenti in assenza di una piattaforma attivata dal Ministero con piena assunzione di tutte le responsabilità ed in sicurezza; • moltiplicazione delle riunioni collegiali on-line, degli incontri con famiglie e studenti ben oltre gli spazi istituzionalmente dedicati e con ingerenze e “valutazioni” improprie sui docenti; • costi non rimborsati e rischi sanitari legati all’attivazione della Dad (continuità sul video) per docenti, studenti ed ata; • disprezzo di mansionario, stato giuridico e norme del Ccnl. • orario di sevizio superiore agli obblighi contrattuali o spalmato sull’intera giornata; • massa di compiti per gli alunni e/o imposizione delle sole video lezioni; Abusi perpetrati nei confronti del personale Ata su: • mansionario; • uso d’autorità delle ferie in essere e non godute; • presenza a scuola senza garanzie sanitarie in periodo di pandemia (prima e seconda ondata) e turnazioni improprie; • sanificazione delle scuole (competenza Asl). -Su tutto questo daremo suggerimenti utili per le RSU ed RLS. -Vogliamo sanificazioni costanti ed adeguate ad opera delle Asl. -Vogliamo l’assegnazione di cattedre a tutto l’organico potenziato. -Denunciamo che, vergognosamente, “solerti” dirigenti scolastici, fomentati dal Ministero e dall’Associazione Nazionale Presidi hanno stracciato ancora una volta il contratto nazionale imponendo illegittimamente la presenza a scuola dei Docenti nel periodo canonico di chiusura delle scuole e non rispettando i 15 gg. di continuità spettanti al personale Ata. Contro tutto questo abbiamo già dato la possibilità di protestare con uno sciopero ad Agosto, riproposto sulle questioni generali della sicurezza il 24 e 25 settembre 2020. I Dirigenti (come i “responsabili Covid”), peraltro, vengono mandati allo sbaraglio, ed usati dal Ministero come utili parafulmini sui quali scaricare scelte centrali ridicole (come nel caso degli inutili banchi a rotelle, il cui certificato di conformità, secondo il Ministero, ridicolmente, deve venire redatto dalle scuole). – Le dichiarazioni della ministra ignorano la verità dei fatti. Alla scuola italiana, sulla quale gravano da 30 anni un’incuria e un accanimento distruttivo senza pari, per allinearsi all’investimento medio europeo per l’istruzione mancano circa trenta miliardi di euro, cifra molto distante dagli impegni di spesa palliativi che vengono esibiti dalla Azzolina come una grande “conquista”. -Non abbiamo dimenticato la necessità di abrogare le controriforme della “Berluscuola”, chiedendo il ritorno immediato ai nuovi programmi del 1985 per la Scuola Primaria (abolizione del curriculum ciclico) ed ottenendo (insieme all’Mce) l’eliminazione della barbarie della valutazione in decimi voluta dalla Gelmini. -Siamo stati gli unici a chiedere l’innalzamento dell’obbligo sino al quinto Superiore, ivi comprendendo l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, sin dall’a.s. 2021/2022, finita la pandemia, con l’utilizzazione di quanti avrebbero dovuti essere assunti oggi per il distanziamento sociale. -Abbiamo stigmatizzato Invalsi ed alternanza scuola-lavoro e tutti gli orpelli del minimalismo culturale e dell’aziendalizzazione della scuola, ricordando la necessità del ripristino nelle Superiori di Primo e Secondo grado delle ore tagliate di Lettere, Storia, Geografia, Scienze e di quelle relative al bilinguismo, nonché del ripristino dei laboratori e delle ore tagliate negli Istituti Tecnici (come prevede peraltro ad un’importante sentenza mai rispettata). -Ci battiamo ancora contro la cattiva scuola renziana, la chiamata diretta e “per competenze”, il “bonus premiale” ed il vincolo quinquennale dopo l’assunzione. Siamo ancora contro la vergogna di una legge (singolarmente modificata solo per via contrattuale) che continua a prevedere anche l’abolizione della titolarità di istituto per i docenti. -Vogliamo un vero stato giuridico per il personale educativo, che va equiparato ai docenti della Primaria (anche – e non solo – per il bonus docenti). -Abbiamo chiesto e chiediamo il preside elettivo. -Ci battiamo per risolvere definitivamente la questione del precariato, rivendicando l’attivazione del doppio canale di reclutamento, ove valgano il servizio e le abilitazioni già conseguite (onde evitare la necessità di fare più di un concorso), mentre invece viene confermato il licenziamento dei diplomati magistrali e sono stati tagliati fuori dai concorsi 150mila precari con tre anni di servizio, per i quali chiediamo la stabilizzazione attraverso un concorso accessibile a tutti. Sono inaccettabili tempistica e regole del concorso straordinario, così come le nuove regole sul precariato, con l’unico effetto di far aumentare il contenzioso ed il divide et impera, viste anche le innumerevoli imprecisioni dell’Ordinanza Ministeriale e le continue disfunzioni del sistema. È stata vergognosa pure la prassi di nascondere ai neo-assunti la collocazione dei posti da ricoprire. -Vogliamo l’estinzione immediata della truffa contro gli Ata ex Eell: basterebbero 200 milioni per riadeguare stipendi e pensioni, ed evitare più pesanti sanzioni dalla Ue, dopo ben 10 sentenze favorevoli pronunciate dalla Suprema Corte di Strasburgo. -Rivendichiamo l’assunzione degli ex Lsp/Lpu, a pari retribuzione. -Vogliamo una scuola vera, anche migliore di quella che ha preceduto la pandemia. La scuola non deve riprodurre disuguaglianze. Per far ciò, in concreto, occorrono maggiori opportunità educative per chi ha di meno, garantire ovunque edifici sicuri ed accoglienti nei quali crescere, imparare e ricostruire il sapere critico, contro una didattica di stato serva dei subvalori del profitto e della sola “occupabilità”. Scuola, Università e Ricerca sono oggi minacciate da chi interpreta la crisi attuale come occasione ottimale per potenziare i processi di quello stesso modello di sotto-sviluppo sociale, economico e politico incapace di tutelare appieno la collettività durante le fasi più acute di emergenza sanitaria a causa di un trentennio di tagli indiscriminati. Siamo molto preoccupati per un’eventuale terza ondata della pandemia, pandemia che sinora s’è tradotta in un ancor maggiore aumento delle disuguaglianze, in una ancor più sfrenata competizione tra le scuole e tra gli atenei con una torsione elitaria dell’acceso agli studi. È invece il tempo di cambiare assolutamente rotta. Il mondo del lavoro, del precariato e della disoccupazione ha già pagata cara la crisi economica del 2008: non vogliamo che nei prossimi anni ci si presenti il conto della crisi determinata dal Coronavirus e dagli interessi economici e politici che la accompagnano. Dalla scuola dell’emergenza alla “scuola ricostruita”: l’Unicobas vuole un contratto specifico per la Scuola (per Docenti ed Ata) fuori dai diktat del DLvo 29/93 che impedisce aumenti superiori al tasso di inflazione programmato dal Governo (cosa che ci ha fatto diventare i peggio retribuiti della Ue), nonché la rielezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), AL MOMENTO PREVISTA PER IL 13 APRILE 2021, con l’assorbimento da parte dello stesso dell’ambito disciplinare di Insegnanti ed Ata (fuori dalla giurisdizione dei dirigenti). Questo è l’unico organismo che può stilare il codice deontologico dei docenti (figure professionali). Esigiamo il ricalcolo della rappresentanza e rappresentatività sindacale sulla base di queste elezioni di categoria a suffragio universale con diritto di assemblea in orario di servizio per tutte le sigle.

Scuola, dopo le parole occorrono i fatti

Scuola, dopo le parole occorrono i fatti

Stiamo seguendo con particolare attenzione gli sviluppi della crisi che porterà al Governo Draghi. In queste ore, tra l’altro, entrando nel vivo delle questioni, si cominciano ad intravedere le idee che il Premier incaricato ha sui vari aspetti. La scuola è uno di essi e l’attenzione che traspare ci porta a ben sperare sulla possibilità d’imprimere un passo diverso e più concreto sulla modernizzazione e funzionalità dell’istituzione scolastica”.

Ornella Cuzzupi, Segretario Nazionale UGL Scuola delinea il perimetro entro il quale occorrono urgenti e concreti interventi. “È inutile nascondersi, le problematiche sono complesse e vanno affrontate senza mezzi termini. Se il futuro Premier e il nuovo responsabile del Dicastero accetteranno un confronto senza pregiudizi valutando le proposte in maniera obiettiva, allora ci troveremo davvero dinnanzi a una svolta epocale”.

Per costruire il futuro del Paese occorre che le basi su cui impostare l’istituzione scolastica siano solide e funzionali. “Una scuola che punta a forgiare i cittadini del domani non può prescindere dalla possibilità diun corpo docenti definito e motivato. I mesi trascorsi hanno dimostrato come la scuola sia sempre rimasta attiva grazie alla volontà, all’abnegazione e alla determinazione dei lavoratori della scuola. Questo è un dato di fatto. Ma proprio partendo da tale presupposto – continua Cuzzupi – non si possono nascondere le difficoltà, spesso enormi e poco conosciute, che si sono affrontate. Per questo motivo la richiesta di un’immediata definizione dei ruoli, della stabilizzazione del personale precario con il riconoscimento del lavoro sino ad oggi svolto e i necessari interventi, anche di edilizia, affinché ogni classe sia riportata ad un’adeguata dimensione numerica sono i pilastri su cui basare il disegno della “Nuova Scuola”. In altre parole, l’istituzione scolastica deve tornare ad essere un elemento primario nell’idea Paese e con essa devono essere adeguati anche i livelli di riconoscimento economico degli operatori, oggi troppo spesso sottovalutati nel loro operato”.

Sull’eventuale prolungamento dell’anno scolastico paventato da più parti, Ornella Cuzzupi è chiara: “Come ha ricordato qualcuno “circostanze eccezionali richiedono risposte eccezionali”, e io aggiungerei “tenendo ben presente ciò che è stato fatto”. Ritengo, quindi, opportuno lasciare al collegio dei docenti la possibilità di valutare, istituto per istituto, territorio per territorio, la necessità d’affrontare qualche giorno in più per colmare eventuali lacune. Se questo non è, e il tutto si trasforma in un provvedimento fine a sé stesso, sarebbe l’ennesima, inutile, perdita di tempo. L’UGL Scuola è pronta a dare il suo contributo e a confrontarsi su ogni aspetto, ma deve esser chiaro: la scuola deve tornare ad esser  funzionale e dopo le parole servono i fatti. Solo quelli!                                   

Federazione Nazionale UGL Scuola

myIS

C’è una novità nel mondo della scuola, si chiama myls, l’app che risponde alle domande sui servizi del personale scolastico, consente di avere un nuovo punto di accesso telematico ai servizi, alle informazioni e alle comunicazioni.
A che punto è il concorso? Qual è la mia posizione in graduatoria? Ci sono novità sul mio contratto? Tutte e altre risposte sono su myIs.
Semplicità, rapidità e trasparenza permettono di avvicinare l’amministrazione all’utente, rendendo ancora più semplici e immediati i servizi offerti.
L’applicazione consente di: vedere tutte le istanze aperte e quelle inoltrate; controllare lo stato del contratto di lavoro; verificare la posizione in graduatoria; seguire l’iter del concorso a cui l’utente ha partecipato; delegare un’altra persona a operare su Istanze OnLine; collegare e validare i dati della pec; essere aggiornato in tempo reale sulle ultime novità.
Si può scaricare su Apple store e Google play, si accede con SPID o con le credenziali dell’area riservata del Ministero dell’Istruzione. Per consultare tutte le sezioni disponibili occorre essere abilitati al servizio di Istanze OnLine.
Da oggi myIs ti consente di avere tutto a portata di mano e rimanere sempre aggiornato su scadenze e novità.

Il video

Scarica l’app:

https://apps.apple.com/it/app/myis/id1515298720

https://play.google.com/store/apps/details?id=it.istruzione.myis&hl=it&gl=IT

CONCORSO STRAORDINARIO

CONCORSO STRAORDINARIO, DAL MI ANCORA NESSUNA INDICAZIONE SUI TAMPONI

“Tra cinque giorni riprenderanno il via le prove scritte del concorso straordinario interrotte a novembre, ma dal ministero dell’Istruzione non è ancora arrivata alcuna indicazione in merito all’obbligo per i partecipanti di presentarsi con il referto del tampone effettuato nelle 48 ore precedenti, contrariamente a quanto disposto dal protocollo precedente che richiedeva una semplice autocertificazione. Lasciare allo sbando migliaia e migliaia di docenti è inaudito”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che lunedì scorso ha inviato una richiesta a viale Trastevere affinché emani in tempi strettissimi una nota informativa da diramare il più capillarmente possibile a tutte le scuole.

“In questi giorni siamo sommersi da telefonate di docenti che chiedono chiarimenti proprio perché la modifica del protocollo da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica non ha avuto, a pochi giorni dalle prove, una corretta e capillare diffusione. Il rischio concreto è che a molti candidati venga inibito l’accesso alle sedi concorsuali, magari dopo aver sostenuto lunghi viaggi da un capo all’altro del Paese per sostenere le prove.  Senza considerare, poi, che il 15 febbraio è lunedì e la tempistica dei tamponi nel weekend è notoriamente più lunga”. 

“Riteniamo grave, infine, che i docenti precari siano costretti a farsi carico dei Covid test. Perciò chiediamo che i controlli richiesti vengano svolti nelle scuole dove si presta servizio, con tempistiche e costi a carico delle singole istituzioni scolastiche”.

Prove Invalsi ora è ulteriore perdita di tempo scuola

Prove Invalsi ora è ulteriore perdita di tempo scuola, serve profondo cambiamento del sistema nazionale di valutazione

Roma, 10 febbraio: In questo momento di grande incertezza, politica e sociale, c’è chi continua a pensare che il ritorno alla normalità sia riprendere le prove Invalsi in presenza e confermare i percorsi alternanza scuola-lavoro, avvenuti in maniera ovviamente precaria, come tassello degli esami di Stato.

L’organizzazione dei test Invalsi a marzo/aprile inciderebbe sull’organizzazione scolastica, infatti, a parte la scuola primaria che svolge i test con carta e penna, gli alunni della scuola secondaria di I e II grado svolgono i test in modalità computer based. Questo significa allestire laboratori, gestire con risorse specifiche la somministrazione delle prove, sanificare ripetutamente computer e aule che sarebbero utilizzati da più alunni nel corso della stessa giornata. Con le condizioni pandemiche ancora così aggressive e le difficoltà di organico che stiamo vivendo è un rischio che non possiamo correre e non dobbiamo permetterci. Di sicuro le scuole, che sono allo stremo, ne farebbero a meno.
Inoltre, da un altro punto di vista, è psicologicamente dannoso consegnare come normalità a dei ragazzi che da mesi vivono la scuola a distanza o a singhiozzo, l’accanimento di un test valutativo che sarebbe vissuto come inutile orpello e non come tappa di un percorso.

La FLC CGIL ha sempre riconosciuto l’importanza della valutazione e della autovalutazione nelle scuole, a patto che sia sostenibile e utile: per questo da tempo riteniamo che sia determinante il passaggio ad un sistema campionario, definito scientificamente dall’Invalsi, ed aperto su base volontaria a tutte le scuole. A maggior ragione in questo momento di difficile gestione didattica e organizzativa. Né ha ragione di essere quella vulgata che spinge per le “prove Invalsi subito” per avere i risultati in tempo utile per organizzare eventuali corsi di recupero a settembre: intanto perché non è dagli esiti di queste prove che i docenti definiscono la valutazione complessiva del percorso degli alunni definendo corsi di recupero, ma anche perché storicamente per avere i risultati individuali ci vogliono ben più di un paio di mesi.  Del resto gli esiti delle prove Invalsi non sono da considerarsi come prove sommative, ma come strumento di miglioramento dell’intero sistema.
A maggior ragione prevedere oggi le prove Invalsi per tutte le scuole secondo il modello consueto è inutile, anche perché i ragazzi hanno bisogno di tornare a vivere la scuola, non di fare un test.

Pensiamo a rinforzare la scuola con organici stabili che permettano di sdoppiare le classi, pensiamo ad estendere il tempo scuola per combattere l’abbandono scolastico e la povertà educativa e non come aggiunta di qualche giorno in più di calendario scolastico.

Non abbiamo bisogno di test per capire questi problemi, non è quella la normalità che chiediamo al prossimo governo: è indispensabile in questo momento straordinario prevedere e mettere in campo misure straordinarie per la stabilizzazione del personale precario e agire fin da subito con misure ed interventi strutturali ordinari finalizzati ad ampliare gli organici dei docenti, degli educatori e degli ATA, ad estendere il tempo scuola ed a mettere a disposizione della comunità educante degli edifici sicuri e idonei alle attività scolastiche. Su questi indicatori misureremo la qualità della nostra scuola e del governo che verrà.

R. Petri, Cuore di furia

Romana Petri, una scrittura difficile

di Antonio Stanca

   Lo scorso Ottobre è comparso, per conto di Marsilio Editori, Cuore di furia, ultimo romanzo della scrittrice Romana Petri. Anche critica letteraria, traduttrice è la Petri nonché collaboratrice di giornali e riviste. E’ nata a Roma nel 1965 e intorno agli anni ’90 ha esordito nella narrativa continuando fino ai giorni nostri. Molto ha scritto e molto tradotta e premiata è stata. E’ figlia del musicista, cantante lirico e attore Mario Petri, del quale ha ripercorso la vita e l’opera nel romanzo biografico Le serenate del Ciclone del 2015. Vive tra Roma e Lisbona.

   In Cuore di furia torna un motivo che quasi ricorre nella produzione narrativa della Petri, quello di un’umanità che si combatte perché divisa tra buoni e cattivi e della possibilità di riconoscerla dai caratteri somatici, più belli i buoni, più brutti i cattivi. Altro motivo solito della Petri e presente nel romanzo è la creazione di situazioni, circostanze così complicate da far pensare a lungo chi le vive, da rendergli difficile la spiegazione e fargli credere che non vi sia una soltanto. E’ una maniera che a volte disturba lo svolgimento dell’opera poiché lo ostacola, lo ritarda e non lo fa capire.

   Tutto questo avviene in Cuore di furia dove si dice del complicato rapporto tra i due protagonisti, Jorge Tripe e la figlia Norama. Lui l’ha lasciata quando era bambina insieme alla moglie e da Barcellona è fuggito a Siviglia dove ha trovato lavoro in un magazzino di granaglie. Qui dedicherà alla lettura e poi alla scrittura il suo tempo libero fino a diventare uno dei maggiori scrittori della letteratura spagnola del ‘900. Molto conosciuti e premiati saranno i suoi romanzi nei quali ricorrerà il tema del Nulla, di quanto non si vede, non si sente, non si tocca eppure esiste. Tutte le sue opere sembreranno i modi diversi usati per dire dello stesso argomento. Dell’annullamento, della distruzione, della negazione, della fine, della morte tratterà la sua scrittura quasi si alimentasse della sua condizione di uomo solitario, ribelle, votato all’irregolare, all’illecito, all’irrazionale. Di carattere burrascoso, scostante, lo era anche con l’amica Dolores, con la quale si frequentava e presso la quale rimaneva qualche volta di notte. Per il resto il magazzino di granaglie era il suo posto preferito, vi dormiva anche quando era diventato un autore noto e il suo editore gli aveva donato una casa. Questa strana condotta si manifesterà maggiormente nei rapporti con la figlia. Diventata adulta e reduce da matrimoni falliti, Norama lo andrà a trovare, lo vorrà conoscere. Ma nemmeno tra loro si avvierà un rapporto di scambio, un discorso che possa legarli. Lei tenterà più volte ma non ci riuscirà, non otterrà quel dialogo per il quale spesso era andata da Barcellona a Siviglia.

   A differenza, però, degli altri rapporti quello tra padre e figlia è più complicato: Norama cerca Jorge come fa l’editore, come la Dolores, ma lo odia pure. Lo ama ma vuole pure vendicarsi per aver egli abbandonato la famiglia tanti anni prima, vuole riscattarsi dei problemi che ha procurato a lei e alla madre, vuole, con i guadagni di lui, rifarsi delle spese, dei debiti ai quali la sua condizione di eterna separata l’ha condannata. C’è molto rancore in lei e Jorge ha paura che la possa indurre ad accusarlo pubblicamente, a far sapere a tutti di cosa è stato capace. Unita al suo carattere introverso questa paura lo fa diventare cattivo con la figlia. Neanche quando morirà, neanche quando Norama rimarrà unica erede dei diritti delle opere da pubblicare postume, si scioglierà questo nodo che ha percorso l’intera opera assumendo i più diversi aspetti, complicandosi oltre ogni previsione, rimanendo sempre senza soluzione. A volte sembrerà che possa interrompere la narrazione tanto grave, tanto estremo diventerà. Si procederà, tuttavia, nel modo faticoso, contorto proprio della scrittura della Petri, quello che a lei sembra il più idoneo per dimostrare di quante verità può comporsi una situazione, quanto difficile può diventare la vita.

Nota 10 febbraio 2021, AOODGRUF 3201

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie– Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali LORO E-MAIL
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali LORO E-MAIL

Oggetto: Istruzioni per l’affidamento di incarichi individuali – Quaderno n. 3

Nota 10 febbraio 2021, AOODGRUF 3200

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie– Ufficio IX

Ai DS e DSGA delle Istituzioni scolastiche ed educative statali
LORO E-MAIL
Ai Revisori dei conti per il tramite della scuola
Agli Uffici Scolastici Regionali LORO E-MAIL

Oggetto: Istruzioni per l’affidamento dei Servizi di ristorazione mediante bar e distributori automatici nelle Istituzioni Scolastiche ed Educative – Quaderno n. 2 e Appendice – Aggiornamento novembre 2020

Nota 10 febbraio 2021, AOODGRUF 3199

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane, finanziarie e i contratti – Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali LORO E-MAIL
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali LORO E-MAIL

Oggetto: Istruzioni di carattere generale relative all’applicazione del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 50/2016) – Quaderno n. 1 e Appendice – Aggiornamento novembre 2020.

Nota 10 febbraio 2021, AOODPIT 223

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
ai dirigenti titolari degli Uffici scolastici Regionali per l’Umbria, la Basilicata e il Molise
al Direttore Generale per il personale scolastico
al Capo di Gabinetto MI
e, p.c., al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
all’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
all’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura per la Provincia di Trento
al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta

Oggetto: Prosecuzione procedura straordinaria.

Gentilissimi,

facendo seguito alle precedenti comunicazioni, formali o per le vie brevi, vi informo che sono in attesa del verbale del CTS in merito al protocollo da adottare, comunicazione che dovrebbe avvenire in tempi molto rapidi.

Al momento, non sussistono regioni classificate a rischio alto come previsto dall’articolo 3 del DPCM 14/01/2021, ma alcune specifiche aree cd “rosse”.

Per questi motivi, appare opportuno comunque adottare sin da ora alcune disposizioni precauzionali.

Le sedi concorsuali in “zona rossa” possono essere mantenute per i candidati che vi risiedano, fermo restando la necessità di ricollocare i candidati che provengano da zone con altra classificazione in diversa sede concorsuale della stessa regione.

Del pari, a ulteriore misura precauzionale, ai fini del contenimento massimo delle situazioni di rischio, appare necessario disporre, per i candidati che si spostino dalle zone rosse verso altra sede concorsuale, di presentare all’atto dell’ingresso nell’area concorsuale un referto relativo ad un test antigenico rapido o molecolare, effettuato mediante tampone oro/rino-faringeo presso una struttura pubblica o privata accreditata/autorizzata in data non antecedente a 48 ore dalla data di svolgimento delle prove”, come disposto dal protocollo della Funzione Pubblica 7293 del 3 febbraio 2021.

Si suggerisce pertanto di predisporre entro la giornata di oggi avviso pubblico sui siti istituzionali dei rispettivi Uffici con indicazione per i candidati della necessità di presentarsi con referto antigenico negativo o, in alternativa, di fare sottoscrivere autocertificazione di non provenienza da c.d. “zona rossa”.

IL CAPO DIPARTIMENTO
Dott. Marco BRUSCHI

Giorno del Ricordo

Giorno del Ricordo, mercoledì 10 febbraio le celebrazioni alla Camera dei Deputati. Nel corso della giornata saranno premiate le scuole vincitrici dell’XI Concorso Nazionale dedicato alla ricorrenza

Mercoledì 10 febbraio, dalle ore 11, nell’Aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio, si terranno le celebrazioni del Giorno del Ricordo, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dei Presidenti di Camera, Roberto Fico, del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e del Presidente di FederEsuli, Giuseppe de Vergottini.

Nel corso dell’evento – in diretta su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, ma anche sul canale satellitare e sulla webtv della Camera dei Deputati – sarà trasmesso un video messaggio di saluto della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, dedicato alle scuole.

La Giornata, finalizzata a conservare e a rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale, sarà anche l’occasione per premiare alcune classi vincitrici dell’XI Edizione del Concorso Nazionale “10 febbraio. Pola, addio!”. Come ogni anno, infatti, il Ministero dell’Istruzione e i rappresentanti delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati hanno promosso una serie di iniziative di studio, tra le quali un seminario tematico per docenti e un concorso rivolto alle studentesse e agli studenti delle scuole primarie, secondarie di I e II grado. Le ragazze e i ragazzi sono stati invitati a realizzare opere, illustrazioni o elaborati video per ripercorrere le vicende drammatiche degli sgomberi e dell’esodo di massa dalla città di Pola, tema scelto per questa edizione. Proprio ai contributi considerati più significativi e selezionati dalla commissione giudicatrice sarà dedicato uno spazio speciale all’interno del video trasmesso alla Camera dei Deputati e aperto dal saluto della Ministra Azzolina.

All’evento, seguirà poi la manifestazione online promossa dal Ministero dell’Istruzione per la premiazione dei vincitori e la presentazione dei lavori degli altri partecipanti, alla presenza del Capo del Dipartimento per il Sistema educativo di Istruzione e di Formazione, Marco Bruschi, con la proiezione del Documentario “Le perle del ricordo”. Sarà possibile seguire l’evento dalle ore 11.45 accedendo dal sito www.miur.gov.it e sul canale YouTube del Ministero dell’Istruzione.

A tutte le scuole è stata trasmessa un’apposita circolare per invitare docenti, studentesse e studenti alla riflessione su questa ricorrenza.


Doppio appuntamento nel Giorno del Ricordo per il Ministero dell’Istruzione che rinnova la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra premiando le scuole vincitrici dell’XI Edizione del Concorso Nazionale “10 febbraio. Pola, addio!”.

Sono iniziate questa mattina, dalle ore 11, nell’Aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dei Presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e del Presidente di FederEsuli, Giuseppe de Vergottini le celebrazioni per questo speciale anniversario, durante le quali è stato trasmesso un video messaggio dedicato alle scuole, aperto dal saluto della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

“Ai lunghi silenzi e alle riflessioni mancate sul massacro delle foibe e sulle violenze subìte da centinaia di migliaia di cittadine e cittadini italiani delle regioni del confine orientale, nel secondo dopoguerra  – ha spiegato la Ministra – occorre rispondere con la cultura, l’istruzione e la formazione, al fine di preservare e tramandare il nostro patrimonio storico, sensibilizzando soprattutto i giovani a una visione europea di fratellanza e unità tra popoli”. Poi, la Ministra ha aggiunto: “Non vi è luogo più appropriato della Scuola per ricucire lo strappo tra passato e presente, per rendere i nostri ragazzi e le nostre ragazze cittadini consapevoli e depositari di una memoria collettiva integra”.

A conclusione dell’evento alla Camera dei Deputati, dal Ministero si è dato il via alla manifestazione online per la premiazione delle scuole vincitrici del Concorso e la presentazione dei lavori degli altri partecipanti, con la proiezione del Documentario “Le perle del ricordo”. Alle scuole, inoltre, era stata trasmessa un’apposita circolare per invitare docenti, studentesse e studenti alla riflessione su questa ricorrenza. Le scuole vincitrici del concorso sono:

Sezione Scuola Primaria I Premio

  • Scuola Primaria “P. Scuderi” – Linguaglossa (CT), per l’elaborato “Mina e Corrado… da Pola a Catania”

Sezione Scuola Secondaria di I grado I Premio

  • IC “G. Isaia Ascoli” – Gorizia, per l’elaborato dal titolo “Ricette di vita. Lidia Bastianich da Pola a New York”

Sezione Scuola Secondaria di I grado II Premio

  • IC “W.A. Mozart”  –  Roma, per l’elaborato dal titolo “…affinché nella valigia di una bambina… ci siano solo incontenibili sogni”

Sezione Scuola Secondaria di II grado I Premio

  • L.A.S. “Giacomo e Pio Manzù” – Bergamo, per l’elaborato dal titolo “Noi siamo anche il nostro passato… Sempre”

Sezione Scuola Secondaria di II grado II Premio

  • I.I.S. “Polo 3” – Fano (PU), per l’elaborato dal titolo “Cara Pola, …”

Premio Speciale Continuità

  • Istituto Omnicomprensivo Città di Sant’Angelo (PE), per L’Angolino – Giornalino di Istituto

Il video dell’evento alla Camera dei Deputati

Il video della manifestazione della premiazione delle scuole