Ripristinare i servizi degli assistenti igienico personali

Alunni disabili, “ripristinare i servizi degli assistenti igienico personali”
Redattore Sociale del 11/02/2021

A chiederlo è il Coordinamento H di Palermo con una lettera al presidente Musumeci e agli assessori regionali Razza e Scavone, anche a seguito delle numerose segnalazioni delle famiglie. Dalla regione la proposta di una task force tra governo regionale, parlamento e garante della disabilità.

PALERMO. Garantire il diritto allo studio che parte soprattutto dal riconoscimento dei diritti essenziali all’inclusione scolastica per gli studenti con disabilità grave. Inclusione che può avvenire soltanto se vengono ripristinati i servizi degli assistenti igienico personali. A sottolinearlo con forza è il Coordinamento H che accorpa diverse associazioni. Allo scopo lo stesso Coordinamento ha inviato una lettera al presidente della regione Nello Musumeci e agli assessori alla sanità Ruggero Razza e alla famiglia Antonio Scavone. La richiesta alle massime autorità governative competenti arriva pure a seguito delle numerose segnalazioni delle famiglie siciliane con figli con disabilità che necessitano di questo servizio. 
“La nostra forte preoccupazione deriva dalle recenti informazioni assunte attraverso numerose segnalazioni di genitori, che vedono negare ai propri figli, il fondamentale diritto ad una corretta inclusione scolastica – scrive il Coordinamento H -, diritto che passa attraverso la possibilità che questi, possano fruire di tutti quei supporti indispensabili a garantire la corretta risposta ai bisogni di assistenza e cura in ambito scolastico. A tutt’oggi, infatti, assistiamo allo smantellamento di uno dei servizi fondamentali per alunni e genitori, cittadini di questa Regione, che rimangono, ancora una volta, vittime incolpevoli di rimbalzi di competenze ed interpretazioni di comodo delle norme. È infatti vero che nonostante i contenuti della Deliberazione di Giunta in oggetto, il servizio previsto non è partito se non in pochissimi Comuni e per un tempo brevissimo”.
La Giunta regionale con la deliberazione n. 323 del 23 luglio scorso si era espressa, infatti, per fare ritornare l’assistenza igienico personale agli operatori scolastici. Si era nello stesso tempo recepita la richiesta delle associazioni di aggiungere al personale scolastico altri servizi integrativi svolti da personale specializzato. Ma i comuni siciliani non hanno dato seguito a questa delibera.
“Era sostanziale e in coerenza a quell’atto di Governo – sottolinea la presidente del Coordinamento H Marilina Munna -, tracciare e disporre i passaggi consequenziali, attraverso la costituzione di un capitolo di spesa destinato ad hoc, che consentisse ai Comuni – ove risultasse insufficiente e poco qualitativo il supporto dei collaboratori scolastici, tenuto conto della necessità di dover garantire diritto all’assistenza specialista riconosciuto agli studenti con disabilità grave e gravissima – di sostenere le strutture scolastiche, realizzando e garantendo quei servizi aggiuntivi, integrativi e migliorativi in favore degli alunni con disabilità. Questo Coordinamento H, ritiene urgente ed indispensabile un intervento diretto a porre in essere i contenuti della Deliberazione della Giunta Regionale n.323 del 23 luglio 2020 e ogni necessaria consequenziale azione, affinché il diritto allo studio delle Persone con disabilità venga compiutamente garantito. Si auspica che, superata la fase di emergenza, oramai continua, si possano avviare quelle azioni utili affinché agli studenti con disabilità sia garantito il Piano Educativo come parte integrante del Progetto Individuale di Vita ai sensi dell’Art. 14 legge 328/2000, tanto agognato e mai realizzato. Rimaniamo ancora in attesa di vedere realizzata quella programmazione tante volte richiesta, a partire dal potenziamento delle UVM, già evidenziata con precedenti note all’assessore alla Salute, per arrivare ad una piena inclusione delle persone con disabilità”. 
“Constatiamo ormai da anni che sull’assistenza igienico personale c’è una disattenzione massima – incalza pure Rosario Fiolo, vicepresidente del Coordinamento H -.Vogliamo capire dalle autorità preposte perché si è fermato il processo che stava per fare partire questi servizi a garanzia del diritto allo studio degli studenti con disabilità. Da una parte riteniamo che il servizio igienico personale possa essere continuato dal personale scolastico che però non essendo in numero sufficiente deve essere integrato da altre figure di supporto specialistiche. Pertanto, chiediamo alle autorità regionali, ai comuni e all’ufficio scolastico regionale che, in relazioni alle loro diverse competenze, si assumano le loro responsabilità al fine di dare alle famiglie siciliane finalmente risposte e soluzioni concrete”.
Intanto dalla regione è arrivata una nota dell’assessore Antonio Scavone. “Nell’assistenza igienico personale agli alunni disabili si continuano a registrare disservizi e forti criticità per il servizio assicurato dal personale Ata, evidenziati anche da allarmati interventi di alcuni prefetti dell’Isola – ha dichiarato Antonio Scavone, assessore regionale alle Politiche sociali -. Sulla materia abbiamo proposto una task force tra governo regionale, parlamento e garante della disabilità con l’obiettivo di attivare procedure per la Sicilia, anche temporanee, al fine di evitare ogni tipo di disagio ai ragazzi disabili e di salvaguardare i lavoratori, in attesa di definire un accordo di programma già richiesto al Ministero della Pubblica Istruzione”.

di Serena Termini 

Marco Pontis, Autismo, cosa fare (e non)

Marco Pontis, Autismo, cosa fare (e non), Guida rapida per insegnanti, pp. 152, 2021

Difficoltà nel mantenere il contatto visivo, nelle relazioni, nel mettersi “nei panni degli altri”. Ricorso a rituali ripetitivi e rigidi, tendenza a stare da soli, fatica nell’affrontare i cambiamenti: sono solo alcuni degli aspetti del comportamento dei bambini con autismo.

Adottare una didattica aperta, orientata alla valorizzazione delle differenze e accessibile a tutti attraverso l’uso sistematico di alcuni semplici strumenti può aumentare notevolmente le possibilità di comprensione e il piacere di partecipare attivamente, non solo degli alunni con autismo ma anche di tanti altri compagni di classe: da qui nasce l’idea di Autismo, cosa fare (e non), una guida rapida e di pronta applicazione di Marco Pontis per insegnanti.

Ecco tre strategie semplici ma efficaci per migliorare l’apprendimento e il benessere in classe, di tutti:

Perché il bambino ha un repertorio di comportamenti e interessi ristretto?  Perché quando è interessato a un argomento vuole approfondirlo in maniera dettagliata. Cosa fare: Partire da queste attività e cercare di ampliare la sua gamma di interessi proponendo sia argomenti affini, sia argomenti differenti e nuovi. Cosa non fare: non desistere dal cercare di ampliare i suoi interessi, soprattutto quelli condivisibili con i compagni.

Perché ripete parole o frasi? Perché è un modo per tranquillizzarsi. Cosa fare: Cercare di capire la funzione che questo comportamento ha per il singolo bambino. Cosa non fare: non alzare la voce per sovrastare il volume della sua.

Perché non capisce che spesso le persone utilizzano espressioni non letterali (metafore, doppi sensi, battute) per divertirsi? Perché è un pensatore concreto. Cosa fare: Cercare di verificare spesso che il bambino abbia compreso il linguaggio figurato. Cosa non fare: non ridere in sua presenza senza spiegargli il perché.

Marco Pontis, docente di Pedagogia e didattica speciale delle disabilità intellettuali e dei disturbi generalizzati dello sviluppo e di Pedagogia e didattica speciale per la collaborazione multiprofessionale presso l’Università di Bolzano. Da quasi vent’anni lavora con e per le persone con disturbi dello spettro autistico e altre disabilità complesse, collabora costantemente con le associazioni di familiari nella formazione dei genitori e degli operatori scolastici e socio-sanitari e nella supervisione degli interventi educativi evidence-based. Responsabile del Centro CTR per i disturbi dello spettro autistico, collabora con CRS Centro di Ricerca, Sviluppo e studi superiori. È autore di numerosi articoli scientifici, materiali formativi, saggi e testi.

Invalsi 2021

Invalsi 2021

di Maurizio Tiriticco

Le prove Invalsi ripartono. Che dire? Anche quest’anno, nonostante la situazione precaria in cui si trova l’intero Paese, nonostante un sistema scolastico nazionale che funziona a singhiozzo, nonostante le difficoltà che stanno attraversando insegnanti, dirigenti, studenti e loro famiglie, ebbene… COMUNQUE, puntuali come il primo temporale primaverile, le prove Invalsi si abbatteranno sulle nostre scuole! La norma è soddisfatta! L’articolo 3 della legge 28 marzo 2003, n. 53 – meglio nota come “legge Moratti – recita testualmente: “l’Invalsi, ex Centro Europeo dell’Educazione, è tenuto ad effettuare una periodica valutazione degli apprendimenti del sistema educativo di istruzione e formazione”.

Che tripudio! E non si deve transigere! E così la scuola è salva! Salvaaa??? Niente affatto. Anzi! Oggi soprattutto, con la pandemia che costringe le scuole a “lavorare” a singhiozzo, la scuola è solo in grande sofferenza. Sono anni che vado predicando che il primo compito dell’Invalsi – o meglio dei suoi esperti docimologi – dovrebbe essere unaltro: quello di insegnare agli insegnanti quali sono le tecniche e le metodologie con cui si confezionano prove di verifica cosiddette oggettive, come si somministrano agli studenti e come sono misurate e valutate le risposte date.

E’ la stessa ricerca docimologica che ci insegna come si confeziona una prova oggettiva, come si amministra e come sono trattate le risposte. Si susseguono i seguenti passaggi con cui vengono di seguito calcolati/e: la media, la mediana, la moda, la gamma, il sigma, i punti Z e i punti T. Ma i nostri insegnanti, com’è noto, non vanno mai oltre la media. Per non dire poi le difficoltà che incontrano quando hanno a che fare con i più, i meno, i meno meno, i mezzi! Anche se la norma prescrive che i dieci voti dieci – che sono anche troppi – devono essere assegnati sempre e solo per intero!!! E non solo al termine di trimestri od anni scolastici! Ma loro, da solerti e rigorosi professionisti, non possono fare a meno di spaccare il capello, quando si tratta di valutare. Frequenti e a volte angosciosi sono interrogativi di questo tenore: “Se Antonio ha preso quattro in una interrogazione e poi otto nella successiva e sugli stessi argomenti, che fare? Devo fare la media o l’otto azzera il quattro? Altro che dilemma del prigioniero? Un classico della teoria dei giochi, inventato mezzo secolo fa da Albert Tucker.

Purtroppo, il fatto è che il compito di uno studente, orale, scritto o pratico non è un gioco! E non è un gioco valutarlo! Mai i maghi non svelano mai i trucchi del mestiere altrimenti che maghi sarebbero? La stessa cosa fanno i maghi dell’Invalsi: o meglio non fanno nulla di nulla, perché, se facessero, quella sorta di altare su cui celebrano i loro ritiperderebbe della sua sacralità. Ma, “così va spesso ilmondo”, diceva il Manzoni a proposito dello spavento di Don Abbondio! “Nel secolo decimo settimo”. Ovviamente non dico che gli esperti dell’Invalsi sono dei “bravi”! Anche se, certamente, sono molto bravi in materia di valutazione.

Prolungare il calendario scolastico? Più di 8 studenti su 10 dicono no

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Gli studenti bocciano l’ipotesi – trapelata dal tavolo del confronto che il premier incaricato Draghi sta avendo in questi giorni con le forze politiche – che vorrebbe un prolungamento dell’anno scolastico fino a fine a giugno, per consentire di recuperare il tempo perduto negli scorsi mesi tra chiusure e didattica a distanza. A farlo emergere un sondaggio del portale Skuola.net – con protagonisti 1800 alunni di medie e superiori – che mostra come a più di 8 ragazzi su 10 la proposta proprio non vada giù.

La motivazione principale? L’anno scolastico si è sempre concluso a inizio giugno, anche nel 2020, in piena pandemia; cambiare solo stavolta sarebbe poco convincente. Senza trascurare il fatto che, a detta dei ragazzi, se l’obiettivo di tale decisione fosse quello di aiutare gli studenti in difficoltà a rimettersi in linea con gli altri, difficilmente centrerebbe il bersaglio. Per l’82%, infatti, tre-quattro settimane in più di lezione servirebbero a poco.

Alla fine, perciò, ad approvare uno scenario del genere è appena l’8%, mentre una quota simile non si sbilancia.

E se il nuovo governo decidesse comunque di andare avanti per la sua strada, tagliando una parte di vacanze? Quale sarebbe la soluzione preferita dagli alunni? Come detto, certamente non quella di cui si discute in queste ore.

Tra le varie opzioni possibili, infatti, solo 1 su 4 si sacrificherebbe andando a scuola per tutto giugno. Meglio, semmai, cancellare la sosta di Pasqua e fare giusto qualche giorno in più a ridosso dell’estate: la pensa così il 45%.

Ma non sono pochi quelli che guardano oltre: per 1 su 3 sarebbe più facile organizzarsi per far partire in anticipo (tra fine agosto e inizio settembre) il prossimo anno scolastico, mantenendo fermo il calendario di questo.

«La normativa attuale – ricorda Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – già prevede per le scuole la possibilità di prolungare la durata dell’anno se si manifestano delle difficoltà negli apprendimenti dovuti a giorni persi per cause di forza maggiore. Anche in anni in cui alcune scuole hanno perso tanti giorni di lezione per via di maltempo ed elezioni, però, praticamente nessuno ha fatto ricorso a questa possibilità, perché costringe a fare lezione in momenti in cui in genere l’attività didattica frontale è sospesa». Sarebbe meglio, conclude Grassucci «ragionare sui bisogni individuali, ad esempio facendo svolgere le prove Invalsi nelle classi in cui è già previsto quest’anno e, se fosse possibile, estenderle alle altre prima dell’inizio del prossimo anno scolastico. Questo evidenzierebbe, con test standardizzati di cui si ha uno storico, le lacune accumulate dagli studenti durante la pandemia nelle aree di competenza fondamentali, individuando chi ha davvero bisogno di un supporto, per aiutare poi i singoli studenti con piani di recupero personalizzati di lunga durata. Per riparare i danni di un anno di scuola a singhiozzo potrebbero non bastare 3-4 settimane in più di lezioni».

Ma il prolungamento della scuola, oltre a scatenare le proteste degli studenti (e non solo le loro), potrebbe innescare un effetto a catena, portando allo slittamento in avanti anche dell’esame di Maturità.

All’incertezza sulla formula (ancora non si sa nulla) si aggiungerebbe, dunque, un’altra incognita. C’è già chi parla di esame a luglio. Un’ipotesi, questa, che ancora una volta incontra i favori di una esigua minoranza: solamente il 16% la applaudirebbe, in quanto gli darebbe la possibilità di affinare di più la preparazione. Per il 72%, invece, le date della Maturità andrebbero confermate qualsiasi cosa accada; per il 12% giugno o luglio non fa differenza.

Scuola “a scelta” in Puglia, sciopero docenti e personale

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Uno sciopero di un’ora, la prima di lezione di lunedì 22 febbraio, è stato proclamato dai sindacati pugliesi della scuola per protestare contro l’ordinanza regionale che lascia alle famiglie la libertà di scelta sulla frequenza in presenza.

Lo sciopero è stato indetto da Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda e Anief. Sulla gestione della scuola in Puglia che i sindacati e l’Anp, l’associazione presidi, non condividono e sulla quale chiedono da mesi un cambio di passo al presidente Michele Emiliano, hanno scritto una lettera che sarà inviata nei prossimi giorni al presidente incaricato del Consiglio dei ministri Mario Draghi.

Le ragioni della protesta, alla quale aderirà tutto il personale scolastico docente, Ata e Area della dirigenza, e il contenuto della lettera saranno resi noti in una conferenza stampa convocata per venerdì 12 febbraio a Bari.

«Benessere digitale scuole»: risorse per l’educazione civica digitale e test di competenza per gli studenti

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Università di Milano-Bicocca e Fastweb, insieme a una rete di scuole della area Metropolitana di Milano coordinate dal liceo Banfi di Vimercate, lanciano «Benessere digitale scuole» (www.benesseredigitalescuole.it), progetto di formazione sulle competenze digitali dedicato agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta Italia. L’iniziativa nasce nell’ambito del bando Miur “Curricoli Digitali”, di cui è risultata una delle vincitrici.

«Benessere digitale scuole» offre agli insegnanti gli strumenti per affrontare la didattica relativa alla “cittadinanza digitale” prevista all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica. La piattaforma offre accesso gratuito a un percorso di formazione per la didattica che rilascia, al termine, una certificazione dell’Università di Milano-Bicocca, e un test sulle competenze digitali basato sul framework europeo DigComp 2.1, che può essere erogato agli studenti ricevendo poi una reportistica dei risultati.Il progetto pone particolare attenzione alla condizione di “connessione permanente” in cui adulti e ragazzi si trovano e delle competenze necessarie a gestirla consapevolmente.

Il percorso formativo per i docenti consiste in quattro moduli:

•“Gestione del tempo e dell’attenzione” affronta le sfide portate dalla ubiquità della connessione, come la frammentazione dell’attenzione, l’uso eccessivo degli schermi, la gestione del tempo in un ambiente iperstimolante;

•“Comunicazione e collaborazione” mira a sviluppare nei ragazzi alcune importanti dimensioni della competenza digitale, relative alla comprensione delle dinamiche di relazione online, al concetto di “identità digitale” e al concetto di “netiquette”;

•“Ricerca e gestione delle informazioni” ha l’obiettivo di migliorare le competenze di ricerca e valutazione delle informazioni in rete da parte degli studenti. Più specificamente, si focalizza sulle conoscenze relative alla ricerca e selezione delle informazioni, fornendo anche gli strumenti per acquisire dimestichezza nella verifica della validità delle fonti;

•“Creazione di contenuti online” intende sviluppare il senso di responsabilità e una maggiore consapevolezza rispetto al processo di produzione e pubblicazione di contenuti online, di qualsiasi natura, con particolare attenzione ai processi metacognitivi e auto-riflessivi legati al senso del contenuto che si vuole realizzare e diffondere, e ad alcuni aspetti legali, quali la privacy e il diritto d’autore.

Il percorso è stato sviluppato da un gruppo di esperti a livello nazionale ed è stato testato nel corso di una ricerca che ha prodotto miglioramenti significativi su uso problematico dello smartphone e benessere soggettivo (si veda https://www.benesseredigitale.eu/wp-content/uploads/2018/11/Report_BenessereDigitale_scuola_lay.pdf).

Oggi il corso di formazione viene reso disponibile in autosomministrazione attraverso un percorso completamente online e accessibile dal sito www.benesseredigitalescuole.it, erogato sulla piattaforma di e-learning dell’Università di Milano Bicocca.

Il corso prevede 25 ore totali di formazione che comprendono la fruizione di video, letture, questionari di autovalutazione, e che al termine vengono certificate dall’Università. I materiali formativi sono stati definiti sulla base delle esigenze scolastiche per l’insegnamento dell’ “educazione civica” che è diventata obbligatoria con 33 ore l’anno e che prevede una parte che riguarda appunto la cittadinanza digitale.

Le ore in classe previste da questo percorso sono 12 e sono compatibili con la divisione dell’educazione civica nei suoi tre assi.

Al percorso formativo si affianca il test di competenza digitale a disposizione degli insegnati per gli studenti.

Come indicatore della competenza digitale, il team di Bicocca ha utilizzato un test sulla base del know-how di un precedente progetto Fastweb al quale l’Ateneo ha collaborato e che è ancora disponibile sul sito www.digitaliq.it.

Il test costituisce il primo strumento realizzato in Italia per la rilevazione standard e statisticamente rigorosa della competenza digitale in base al framework DigComp 2.1.

Il test è composto da 37 domande riguardanti i seguenti ambiti: alfabetizzazione su informazione e dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza e benessere digitale.

Il test può essere somministrato agli studenti da ogni docente, semplicemente facendo una richiesta all’interno della piattaforma e ricevendo alla fine una reportistica dettagliata dell’andamento della classe.

La somministrazione del test può essere utile sia all’inizio del corso di educazione alla cittadinanza digitale, per capire il livello di partenza degli studenti e per poter studiare interventi più mirati, sia alla fine del corso per verificare il punto di arrivo, oppure in entrambi i momenti per valutare l’efficacia del percorso sul miglioramento della competenza digitale.

Scuola, un’emergenza nell’emergenza

da Corriere della sera

di Marco Impagliazzo

caro direttore, i nostri figli, ce ne siamo accorti ormai da tempo, vivono un dramma nel dramma della pandemia. Hanno avuto poca scuola negli ultimi mesi e subiscono una pressione psicologica senza precedenti. Vari segnali mostrano un disagio crescente, come le risse in piazza, mentre si registra un allarmante aumento degli atti di autolesionismo. Tutte conseguenze dell’isolamento forzato e della maggiore difficoltà di frequentare i coetanei.

Vorrei qui soffermarmi sugli alunni di elementari e medie, di cui si parla meno rispetto ai liceali. Eppure agli Uffici scolastici regionali e al ministero dell’Istruzione giungono crescenti segnalazioni di minori che non frequentano più la scuola (primaria o secondaria di I grado) o che perdono, nelle maglie larghe della didattica a distanza, quella continuità d’insegnamento e di relazione che è la maggiore garanzia di un successo formativo.

Una battaglia che l’Italia conduce da tempo, quella contro la dispersione scolastica — che aveva visto di recente qualche timido progresso — ora rischia, a causa della pandemia, di arretrare nuovamente. Gli ultimi dati diffusi dalla Commissione Europea («Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione per il 2020») ci ricordano l’entità del problema. I minori che abbandonano precocemente l’istruzione o la formazione sono il 13,5% del totale. L’Italia purtroppo è tra gli ultimi Paesi europei in questa classifica. Parliamo di cifre relative al 2019, prima della diffusione dell’epidemia. Ma il fenomeno si allarga — come mostra un’inchiesta della Comunità di Sant’Egidio — ed è più alto ancora al Sud, nelle periferie delle grandi città e tra i ragazzi di origine straniera, rischiando di vanificare la spinta all’integrazione.

Tutto ciò riempie di preoccupazione. Parliamo di bambini e adolescenti che avrebbero diritto a qualcosa di diverso dalla scuola della strada o da una formazione incompleta, un danno secco alla crescita civile, culturale ed economica del Paese.

Siamo in presenza di un’emergenza vera e propria, da vivere come il primo dei problemi. Perché da don Milani sappiamo che «la scuola ha un problema solo, i ragazzi che perde». In Lettera a una professoressa, i ragazzi del piccolo borgo di Barbiana, erano allora molto netti nei giudizi: voi (insegnanti) dovreste lottare «per il bambino che ha più bisogno», andare «a cercarlo a casa sua se non torna»; non darvi «pace, perché la scuola che perde Gianni non è degna d’essere chiamata scuola».

La dispersione scolastica è fenomeno complesso, dipendente da vari fattori. Non si può pensare di contrastarlo solo con l’abnegazione dei docenti, perché la scuola non riguarda solo gli insegnanti, o i genitori. La ferita dobbiamo sentirla tutti. Ciò di cui si ha bisogno è un’azione sinergica che non lasci sola la scuola, con idee, investimenti, e implementazione delle best practices già avviate. Per andare «a cercare a casa» i tanti Gianni che se ne sono allontanati perché non istituire una nuova figura, quella del «facilitator» scolastico, per andare — anche fisicamente — a cercare chi si è perso per strada e reinserirlo in un percorso educativo e di istruzione? Far rispettare l’obbligo scolastico non è solo una questione giuridica. È sotto gli occhi di tutti che la didattica a distanza, soprattutto in certe situazioni marginali, non ha funzionato e forse non può funzionare. Così come non si può estendere all’infinito l’istituto dell’istruzione parentale, laddove le famiglie non sono in grado di supportare i figli. E poi occorrerà recuperare nei prossimi mesi, fino all’estate, le tante ore di studio che si sono perse lasciando aperte le scuole fino a quando servirà.

Sarà il compito del nuovo governo. Il presidente del Consiglio incaricato ha già parlato, nel suo breve discorso di accettazione, di «uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni». È davvero lo spirito con cui muoversi nelle settimane e nei mesi che verranno. Il disagio psicologico e la crisi formativa di tanti bambini e adolescenti ci ricordano che la sfida non è solo economica. Parliamo tanto di un piano «Next Generation». Che la scuola, e non la strada o un cellulare, siano l’oggi e il domani di tanti bambini e ragazzi, il loro «Recovery plan».

Presidente della Comunità di Sant’Egidio

Calendario e prof. Così sarà la scuola

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Il nuovo governo avrà nel suo programma misure «strutturali» per rilanciare l’istruzione e, del resto, nel Recovery plan ci sono 29 miliardi a disposizione di riforme e miglioramenti del settore. Per recuperare i giorni persi la scuola potrebbe veder prolungare le lezioni oltre il normale calendario previsto, così come si potrebbe incrementare, magari con la regolarizzazione dei precari, il numero dei professori. Professori che saranno in cima alla lista delle categorie da vaccinare in fretta proprio per garantire la sicurezza delle lezioni.

Sono bastate poche parole riportate dal presidente del gruppo misto Manfred Schullian (Svp) e dal suo collega Alessandro Fusacchia di +Europa dopo l’incontro con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi a scatenare una giornata di discussioni e ipotesi nelle scuole e nelle famiglie italiane: davvero il nuovo governo proporrà l’allungamento dell’anno scolastico fino a fine giugno? Senza parlare delle vacanze di Pasqua: sarà possibile accorciarle per recuperare il tempo perduto nei mesi scorsi? Dovranno studiare sotto il sole soltanto gli studenti delle superiori che sono stati in Dad per oltre due mesi o anche quelli di elementari e medie che di tempo a casa — tranne quelli di regioni come la Calabria, la Puglia e la Campania — ne hanno passato molto meno?

Il prolungamento delle lezioni oltre i limiti già stabiliti pone al momento più problemi che vantaggi. Tanto per cominciare, dai presidi agli insegnanti molti concordano che oltre la fine di giugno non si può andare anche con le migliori intenzioni: non solo perché costringere i ragazzi in aule calde potrebbe non essere risolutivo dal punto di vista del profitto. Ma ci sono gli esami, di terza media e di Maturità: se il governo Draghi deciderà di lasciare almeno uno scritto alla Maturità si dovrà comunque cominciare prima della fine di giugno (al momento la data è il 16 giugno) e una parte dei professori sarà comunque impegnata nelle commissioni.

È necessario poi stabilire che cosa gli studenti devono recuperare: «Si possono fare due settimane in più a giugno ma non si risolve il problema del divario formativo che è differenziato», è il cortese no di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), all’idea di allungamento del calendario scolastico. Condiviso peraltro con i sindacati degli insegnanti: «La soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice a una situazione invece complessa e variegata», aggiunge Francesco Sinopoli, segretario scuola della Cgil. «Se bisogna rimodulare bisogna capire dove e perché c’è bisogno, non si può fare di tutta l’erba un fascio», spiega Maddalena Gissi della Cisl. E infatti come prima cosa sarebbe necessario capire quali sono le situazioni di emergenza e i recuperi da fare, quali i lasciti negativi della Dad: finora il ministero dell’Istruzione non ha fatto alcuna rilevazione generale, avendo cancellato lo scorso anno le prove Invalsi, che quest’anno potrebbero ricominciare a partire dai primi di marzo.

Per il nuovo anno scolastico, sempre secondo le indiscrezioni di chi ha parlato con il premier incaricato, l’idea è quella di arrivare con una scuola pronta già ai primi di settembre, con i professori in cattedra. La fa sua anche il leader della Lega Matteo Salvini, proponendo una sanatoria per 120 mila precari da «stabilizzare per titoli e anzianità di servizio: su questo abbiamo mostrato i documenti al presidente incaricato», ha detto uscendo da Montecitorio. Dove ieri si è parlato anche del piano vaccini per gli insegnanti: il nuovo governo intende confermare la categoria come prioritaria, da vaccinare subito dopo gli anziani o anche usando le dosi di AstraZeneca per coloro che hanno meno di 55 anni, ma nelle scuole stanno crescendo i dubbi sull’efficacia dei diversi vaccini e i sindacati chiedono una campagna di informazione istituzionale.

La scuola secondo Mario Draghi: il prolungamento a giugno e tutte le ipotesi per cambiare il calendario

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

È difficile, senza ulteriori dettagli, calare nella realtà delle scuole italiane le poche parole del presidente incaricato Mario Draghi come riportate dai suoi interlocutori nelle consultazioni di ieri. Di certo è che il nuovo governo avrà nel suo programma misure «strutturali» per rilanciare l’istruzione e, del resto, nel Recovery plan ci sono 29 miliardi a disposizione di riforme e miglioramenti del settore. Oggi Draghi avrebbe anche ribadito che insegnanti e personale scolastico resteranno tra le categorie prioritarie a cui somministrare i vaccini, sottolineando che andrebbe implementato l’uso dei tamponi rapidi tra gli studenti. Intanto il Cts ha dato il suo ok allo svolgimento delle ultime quattro giornate di concorso straordinario previste dal 15 al 19 febbraio.

Cambiare il calendario

Ma Draghi — hanno riportato i parlamentari dei gruppi che lo hanno incontrato ieri — avrebbe parlato anche di calendario scolastico e di recupero dei mesi persi con l’emergenza pandemia. Significa che le scuole quest’anno finiranno più tardi? E quanto più tardi? Ci saranno misure per tutti o soltanto per chi è rimasto effettivamente indietro? Andranno tutti a scuola fino a fine giugno, come hanno già ipotizzato alcuni esperti, o gli studenti delle scuole elementari e medie, che – a parte in alcune regioni -non hanno perso che pochi giorni di scuola finiranno come previsto?

Il rebus logistico

Se il prolungamento sarà fino a fine giugno, non ci dovrebbero essere problemi particolari con gli insegnanti che sono a disposizione fino alla fine del mese per scrutini e incombenze varie, anche se i sindacati sono contrari a cambiare il calendario. Fanno notare che, se si opterà per questa opzione, sarà necessario sapere la capienza – a giugno- delle aule: allungare di un paio di settimane la scuola, se gli studenti delle superiori faranno in presenza soltanto il 50 per cento delle lezioni – significa di fatto allungare una sola settimana trasformando le nuove misure in un gesto simbolico.

I dati sulla Dad

Per dare una risposta a queste domande bisognerà aspettare ancora un po’, probabilmente il neo ministro dell’Istruzione. Ma i presidi hanno già fatto notare che il prolungamento dell’anno scolastico e il cambiamento in corsa del calendario è complesso (lo ha spiegato Mario Rusconi, capo del sindacato dei presidi del Lazio) e che comunque potrebbe essere soltanto un «allungamento moderato» (Antonello Giannelli, a capo dell’Associazione nazionale presidi). Tanto per cominciare sarebbe utile sapere chi e che cosa ha perso, con un’indagine sugli apprendimenti come quella che hanno già fatto alcuni altri Paesi europei: in Francia e Olanda per esempio la ricognizione tra gli studenti ha dato alcuni risultati sorprendenti (si è perso di più nelle competenze linguistiche che in quelle matematiche) e altri attesi (a soffrire di più sono stati gli studenti che provengono da contesti svantaggiati). Ci sono poi regioni, come la Campania, dove anche i bambini delle elementari in classe sono stati pochissimo e altre come il Veneto, la Toscana, il Lazio dove la Dad è stata usata solo per le scuole superiori.

I dubbi dei sindacati

In attesa di capire come, il sindacato Snals si dice contrario all’allungamento dell’anno scolastico: «L’intervento del prof. Draghi, sul mondo della scuola, lascia perplessi- dice la segretaria Elvira Serafini – Nell’affermare che l’anno scolastico debba proseguire, mostra di dare per scontato che nulla fino ad oggi sia stato fatto, annullando con un colpo di spugna tutto il lavoro di mesi e comunicando alle famiglie e agli alunni la sensazione che quanto finora costruito insieme, non rappresenti nulla, anzi, sia stata una mera perdita di tempo». Dubbi anche dalla Cgil: «La scuola ha retto e ha fatto la sua parte, nonostante scelte sbagliate – nota Francesco Sinopoli, Cgil – La soluzione non è il prolungamento, ma programmi mirati al recupero degli apprendimenti». E pure per Maddalena Gissi (Cisl) «prima di parlare di rimodulazione dei giorni parlerei di incremento del tempo scuola e di qualità dell’offerta formativa per chi oggi frequenta le nostre scuole e pagherà i nostri debiti tra 20 anni. In merito all’avvio dell’anno scolastico c’è un solo bisogno: fare presto». Mentre Pino Turi (Uil) spiega: «Noi non sappiamo cosa pensi Draghi sulla scuola, ma se si parla di cambiamento del calendario, allungandolo, si apre una valutazione che non riconosce alla didattica a distanza la funzione di vera scuola che è solo in presenza. Si riconosce, come noi andiamo dicendo da tempo, la Dad come strategia didattica di emergenza».

A scuola tutto giugno

Il prolungamento a fine anno – che resta una delle ipotesi più discusse in questi mesi – si scontra con altri due problemi: gli esami di maturità – che saranno la prima decisione che il nuovo ministro della Scuola dovrà prendere: farli ridotti come lo scorso anno o cambiare formula? – cominciano a metà giugno per finire entro la metà di luglio. Si possono far slittare di una o due settimane al massimo ma non di più, pena il prolungamento nel mese di agosto, troppo tardi per chi vuole provare le selezioni per le università straniere (oltre che troppo caldo). Non va dimenticato che la durata dell’anno scolastico è decisa per legge ma che il calendario è modulato regione per regione, anche a seconda delle esigenze climatiche: mandare in classe gli studenti oltre la metà di giugno in scuole senza aria condizionata potrebbe essere più deleterio che proficuo. «Da insegnante trovo inutile protrarre le lezioni di un paio di settimane-conferma Rino Di Meglio, segretario Gilda scuola – A parte le difficoltà oggettive che comporterebbe, sia da un punto di vista organizzativo con gli esami di fine ciclo, sia da un punto di vista climatico, con edifici scolastici perlopiù inadeguati, un tale provvedimento si rivelerebbe inefficace rispetto al recupero degli apprendimenti da parte degli alunni. Piuttosto, risulterebbe più opportuno finanziare corsi di recupero individuali per gli studenti rimasti realmente indietro».

Educazione digitale: strumenti didattici per i docenti, diversificati per ordine e grado

da OrizzonteScuola

Di redazione

Educazione Digitale è la piattaforma didattica gratuita riservata esclusivamente agli insegnanti. In Educazione Digitale, i docenti possono trovare strumenti didattici, interessanti contenuti e risorse pedagogiche, da utilizzare in classe o in aula di informatica.

Educazione Digitale offre tutto il necessario per lezioni extracurricolari dinamiche e coinvolgenti, in grado di favorire un processo di apprendimento efficace, immediato e personalizzabile, in base alle reali esigenze degli alunni e degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

In ogni percorso offerto gli insegnanti avranno strumenti didattici ICT diversificati (per ordine e grado d’istruzione), che li aiuteranno ad arricchire la loro offerta formativa.

Gli educational disponibili, seppur diversificati, sono tutti accomunati da facilità di utilizzo e di download, nonché dall’elevato potenziale formativo: imparare, riflettere, discutere, condividere e cooperare sono caratteristiche imprescindibili delle metodologie di Educazione Digitale.

Vai al sito

Mobilità 2021, le possibili date: docenti (20 febbraio-15 marzo), Ata (24 febbraio-19 marzo). Salta l’informativa al Ministero

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Sulla mobilità 2021 pomeriggio con giallo. Prima convocata, poi annullata la riunione al Ministero dell’Istruzione con l’informativa sui trasferimenti.

L’incontro è stato posticipato per “sopravvenute esigenze d’ufficio”. Con successiva convocazione sarà individuata un’altra data.

La Uil Scuola, intanto, nel pomeriggio aveva fatto sapere che non avrebbe partecipato all’incontro. Secondo quanto filtra, l’informativa ministeriale sulla mobilità viene reputata “inopportuna” all’interno di un quadro politico che potrebbe mutare a breve. “Ci vediamo convocati per la routine di una procedura che non può essere annoverata negli affari correnti. L’avvio del futuro anno scolastico merita un confronto che riteniamo di dover fare alla luce degli sviluppi relativi alla crisi di Governo”, precisa il sindacato diretto da Pino Turi, che poi aggiunge: “Quello dei trasferimenti del personale della scuola è un aspetto che merita altrettanta attenzione e visione. La riapertura del contratto integrativo sulla mobilità potrà essere l’occasione per eliminare il vincolo quinquennale di divieto di spostamento. Misura che finora ha impedito di coprire i posti disponibili (vacanti) nei territori diversi da quello in cui si è in condizione di essere stabilizzati con le graduatorie esistenti che altro non sono che concorsi per titoli e servizio”.

Rispetto al 2020 pare che ci sarebbe un anticipo per quanto riguarda le operazioni di inoltro delle istanze per i docenti: dal 20 febbraio al 15 marzo, anche se questo dovrà essere confermato dal Ministero.

Personale docente: domande dal 20 febbraio al 15 marzo
Personale educativo: domande dal 22 marzo al 16 aprile.
Personale Ata: domande dal 24 febbraio al 19 marzo.

Il personale docente ed Ata invierà le domande, corredate dalla documentazione, saranno inoltrate tramite istanze online.

Sembrerebbe, dunque, che il MI voglia anticipare i termini di presentazione delle domande rispetto all’anno passato: nel 2020, in piena pandemia, le istanze, per i docenti, si inoltrarono dal 28 marzo al 21 aprile. 

Si attendono sviluppi e soprattutto la riunione di domani con le organizzazioni sindacali. Aggiorneremo quando avremo ulteriori notizie a riguardo.

Organico di diritto 2021/22: aperte le funzioni, entro il 5 marzo segreterie devono comunicare dati alunni e formazione classi

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministero ha comunicato, tramite il SIDI, l’apertura delle funzioni per l’acquisizione dei dati relativi agli alunni e alle classi sia di infanzia e primaria che degli Istituti secondari di primo e secondo grado per l’a.s. 2021/22. Si tratta della prima operazione che le scuole devono compiere in vista del prossimo anno scolastico. Dal numero di alunni iscritti e dalla formazione delle classi dipende la formazione di docenti sovrannumerari nella singola istituzione scolastica.

Le funzioni resteranno disponibili per le istituzioni scolastiche fino al 5 marzo p.v.

Per quanto riguarda la partizione dedicata agli studenti con disabilità, si ricorda di seguire le indicazioni date con AOODGCASIS –D.G. – prot. n. 2522 del 19/12/2018. Come di consueto, il materiale informativo aggiornato per la trasmissione dei dati è disponibile sul portale dei servizi SIDI alla voce:Procedimenti amministrativi/Organici /Guide Operative, la cui lettura preliminare si rende necessaria per procedere alla formulazione dell’Organico di diritto nonché alla trasmissione al SIDI dei dati stessi.

La formazione delle classi deve avvenire nel rispetto di quanto previsto dal D.P.R. 81/09, nonché della nota del MI prot. n. n. 20651 del 12-11-2020 “le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, definito in base alle risorse dell’organico dell’autonomia (senza considerare, dunque, l’organico Covid), al numero e alla capienza delle aule, anche in considerazione dei piani di utilizzo degli edifici scolastici”.

Come parlare di salute a scuola: materiali utili su Educazione Digitale

da La Tecnica della Scuola

Nell’ambito delle iniziative promosse da Educazione Digitale, la piattaforma didattica gratuita riservata esclusivamente agli insegnanti (www.educazionedigitale.it), si è svolto oggi il webinar riguardante le attività proposte dalla Rete Nazionale della Salute.

La salute è un elemento essenziale nella nostra vita quotidiana, che può essere raggiunto attraverso la cura di noi stessi e degli altri. Introdurre questo tema, già a partire dalla scuola, è fondamentale affinché gli studenti diventino cittadini responsabili, attenti al proprio benessere e promotori, a loro volta, di uno stile di vita sano e consapevole.

In occasione del Live, attraverso le parole delle Associazioni e Fondazioni, che si occupano quotidianamente del tema del benessere e della sua promozione, è stata presentata la Rete Nazionale della Salute, la community dedicata a docenti e dirigenti scolastici per approfondire il proprio sapere in tema di salute.

Durante l’evento, sono intervenuti i referenti delle realtà partner della Rete:

  • Federsanità, la Confederazione nazionale delle Federsanità Anci regionali, che favorisce azioni e politiche finalizzate alla risposta ai bisogni di salute della popolazione;
  • IMI, Intergruppo Melanoma Italiano, Associazione scientifica senza fini di lucro, che interviene con un approccio multidisciplinare nella diagnosi e cura del melanoma;
  • Fondazione ANIA, ONLUS dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, impegnata da anni in programmi educativi in materia di sicurezza stradale;
  • Società Nazionale di Salvamento, che promuove la cultura della sicurezza in acqua e la diffusione di regole di comportamento in mare;
  • ITINERARIA, Associazione di Promozione che opera sul territorio nazionale nel campo della divulgazione culturale.

Sono stati in particolare illustrati alcuni progetti e iniziative che i docenti possono proporre agli alunni, per approfondire le tematiche riguardanti la salute e i corretti stili di vita.

Tra questi il prof. Ignazio Stanganelli ha presentato Il Sole Amico, la piattaforma dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) contenente informazioni e strumenti educazionali per ragazzi, docenti e famiglie sul tema della diagnosi e del trattamento del melanoma e dei tumori cutanei non melanoma. Il Sole Amico è anche un album a fumetti e video cartoon educativi. L’IMI propone anche contenuti didattici per le scuole primarie, organizzati in 5 moduli: perché proteggersi dal sole, la pelle e i suoi fototipi, radiazioni ultraviolette e ambiente, come proteggere i bambini e il decalogo della prevenzione. È previsto inoltre un concorso promosso nell’ambito del protocollo di Intesa con il Ministero dell’Istruzione dal titolo “Il sole per amico: impariamo a proteggere la pelle”, la cui scadenza per l’invio degli elaborati è il 30 aprile 2021.

Fabrizio De Giovanni, fondatore e direttore artistico di Itineraria, associazione che si occupa di teatro civile, ha parlato di due spettacoli destinati alle scuole medie e superiori dedicati al tema della droga e del gioco da azzardo. In particolare lo spettacolo “Stupefatto” racconta il percorso di un ragazzo di 14 anni nel mondo delle droghe. A causa della pandemia, gli eventi non possono svolgersi dal vivo e pertanto verranno proposti in diretta streaming. Il prossimo appuntamento è il 16 aprile su Itineraria.it. Itineraria è anche una radio, che affronta temi legati alla prevenzione. Su Educazione Digitale verrà anche proposto un questionario che i docenti potranno sottoporre ai ragazzi per sondare la loro conoscenza sulle sostanze stupefacenti. Saranno pubblicate anche delle schede che potranno essere utilizzate dagli insegnanti per illustrare i rischi delle droghe non solo sulla salute, ma anche dal punto di vista legale.

Giovanni Iacono, vice presidente di Federsanità, ha illustrato le attività in corso nelle scuole di promozione della salute, dedicate in particolar modo alla ricerca del benessere.

Alfredo Rossi della Società Nazionale di Salvamento ha spiegato l’importanza di insegnare a bambini e ragazzi ad approcciarsi al mare con il necessario rispetto, che però passa attraverso la conoscenza, insegnare cosa vuol dire acqua, mare, elementi di rischio. Basti pensare che il tuffo in acqua bassa è la seconda causa di tetraplegia tra i ragazzi, dopo la moto. In piattaforma saranno caricati, oltre a materiali informativi, anche filmati di prevenzione di incidenti nell’acqua che i docenti potranno utilizzare.

Infine, Anna Maria Giannini, referente scientifico per la fondazione ANIA, ha parlato del Progetto Dostoevskij, dedicato alla lotta al gioco patologico. La ludopatia è una dipendenza che spesso i ragazzi conoscono poco, nonostante l’Italia sia fra i primi paesi nel mondo e in Europa con numero di persone che giocano d’azzardo e quantità di soldi persi. Questo progetto vuole spiegare ai ragazzi come riconoscere e affrontare questa problematica.

Materiali informativi riguardanti le tematiche affrontate nel webinar saranno caricati sulla piattaforma www.educazionedigitale.it alla quale i docenti possono registrarsi gratuitamente.

Mobilità 2021/2022, forse domande al via dal 20 febbraio e fino al 15 marzo

da La Tecnica della Scuola

Inaspettatamente arriva la comunicazione ai sindacati dell’informativa, prevista per domani 11 febbraio, sulla presentazione delle istanze di mobilità dei docenti per l’anno scolastico 2021/2022. Domande al via dal prossimo 20 febbraio con scadenza il 15 marzo 2021. [ULTIMA ORA, PREVEDE RINVIO DELL’INFORMATIVA PREVISTA PER 11 FEBBRAIO]

L’anno scorso il Ministero informò della mobilità tramite social

Bisogna ricordare che nella serata del 23 marzo 2020 sulla pagina facebook della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è stata pubblicata la notizia che era stata appena firmata l’Ordinanza Ministeriale della mobilità 2020/2021. Tale notizia è avvenuta senza avere dato in anticipo l’informativa dell’OM 182 del 23 marzo 2020 ai sindacati. La modalità di scavalcare i sindacati sulla doversosa informativa scatenò polemiche molto aspre e segnò profondamente i rapporti ta MInistra e parte sindacale.

Ministra dimissionaria convoca i sindacati

Questa mattina nelle caselle di posta elettronica dei sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale è arrivata la comunicazione di convocazione, per domani 11 febbraio, per l’informativa sull’Ordinanza Ministeriale per la mobilità 2021/2022 in cui si fissano le date per la presentazione delle istanze. [ULTIMA ORA, PREVEDE RINVIO DELL’INFORMATIVA PREVISTA PER 11 FEBBRAIO]

Nella bozza di OM mobilità 2021/2022 sarebbe stata fissata come data di avvio delle istanze di mobilità docenti di ogni ordine e grado, quella di sabato 20 febbraio 2021. Mentre la data prevista per la scadenza della presentazione dell’Istanza Online di mobilità sarebbe quella del 15 marzo 2021.

UIL intenzionata a non partecipare

Pino Turi Segretatio Nazionale della UIL Scuola afferma: ” inopportuna la convocazione su un tema contrattuale da un governo dimissionario, la forma è sostanza. I trasferimenti del personale non sono affari correnti”.
Abbiamo chiesto la riapertura del contratto integrativo che merita una risposta e una visione complessiva per i riflessi che avrà sull’avvio del prossimo anno scolastico.

In politica la forma è sostanza. Non riusciamo a capire l’atteggiamento del ministro dell’istruzione che ha convocato una riunione sindacale per affrontare i temi della mobilità del personale che – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi coinvolge, ogni anno, centinaia di migliaia di lavoratori.
I trasferimenti nella scuola sono passo propedeutico per la programmazione del prossimo anno scolastico.
La Uil Scuola, già con una lettera indirizzata al ministro nei giorni scorsi, ha chiesto di sospendere il calendario relativo alle prove di esame del concorso straordinario.
Un atto definito di garbo istituzionale vista la situazione di passaggio di governo.

Quello dei trasferimenti del personale della scuola è un aspetto che merita altrettanta attenzione e visione.Già lo scorso anno la UIL Scuola ha chiesto la riapertura del contratto, procedura prevista peraltro da una norma contenuta nel contratto. Richiesta, che il ministro ha disatteso e che, invece, intendiamo realizzare.

Quest’anno, insieme alle altre organizzazioni sindacali abbiamo reiterato la richiesta e, in tutta risposta, ci vediamo convocati per la routine di una procedura che non può essere annoverata negli affari correnti.  Le scelte, sia sul reclutamento che sulla mobilità, avranno effetti sull’avvio del prossimo anno scolastico.

La riapertura del contratto integrativo sulla mobilità potrà essere l’occasione per eliminare il vincolo quinquennale di divieto di spostamento.
Misura che finora ha impedito di coprire i posti disponibili (vacanti) nei territori diversi da quello in cui si è in condizione di essere stabilizzati con le graduatorie esistenti che altro non sono che concorsi per titoli e servizio.

Sono queste le ragioni che hanno indotto la scelta della delegazione UIL Scuola a disertare la convocazione. Una riunione che appare inopportuna mentre l’attenzione andrebbe rivolta, entro un quadro organico di interventi, di un nuovo contratto integrativo sulla mobilità del personale che merita piena attenzione.

Prove Invalsi 2021 da marzo a maggio, ecco le date

da La Tecnica della Scuola

Le prove Invalsi 2021 fanno discutere. Personale scolastico, esponenti politici e sigle sindacali si sono schierati contro lo svolgimento dei test in programma nella prossima primavera. Ultima presa di posizione, quella della Flc Cgil che ha definito le prove “un’ulteriore perdita di tempo“.

L’Invalsi, come abbiamo riportato in un nostro articolo, rende note, tramite il suo sito, le date delle prove:

Scuola primaria

Ecco le date fissate per la scuola primaria:

  • II primaria (prova cartacea)
    • Italiano: giovedì 6 maggio 2021
    • Prova di lettura solo Classi Campione: giovedì 6 maggio 2021
    • Matematica: mercoledì 12 maggio 2021
  • V primaria (prova cartacea)
    • Inglese: mercoledì 5 maggio 2021
    • Italiano: giovedì 6 maggio 2021
    • Matematica: mercoledì 12 maggio 2021.

II e V primaria Richieste di posticipo

Scuola secondaria di I grado

Le prove si svolgeranno nelle seguenti date:

  • III secondaria di primo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): giovedì 8, venerdì 9, lunedì 12, martedì 13 aprile 2021
      La scuola sceglie tre giorni tra i quattro proposti (il sabato 10 aprile 2021 le Classi Campione non possono svolgere prove)
    • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da mercoledì 7 aprile 2021 a venerdì 30 aprile 2021
    • Sessione suppletiva Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 17 maggio 2021 a venerdì 21 maggio 2021.

Scuola secondaria di II grado

Di seguito il calendario:

  • II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano e Matematica: martedì 11, giovedì 13, venerdì 14 maggio 2021
      La scuola sceglie due giorni tra i tre proposti
    • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano e Matematica: da lunedì 10 maggio 2021 a venerdì 28 maggio 2021
  • V secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): martedì 2, mercoledì 3, giovedì 4, venerdì 5 marzo 2021
      La scuola sceglie tre giorni tra i quattro proposti
    • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 1 marzo 2021 a mercoledì 31 marzo 2021
    • Sessione suppletiva Classi NON Campione e Candidati privatisti, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 17 maggio 2021 a venerdì 21 maggio 2021.

Variazione calendario per le scuole di Bolzano in lingua italiana

  • III secondaria di primo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): mercoledì 7, giovedì 8, venerdì 9, lunedì 12, martedì 13, mercoledì 14 aprile 2021
  • II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica: lunedì 10, martedì 11, mercoledì 12, giovedì 13, venerdì 14 maggio 2021
  • V secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 1 marzo 2021 a mercoledì 10 marzo 2021 (escluso sabato 6 e Domenica 7 marzo).