Firmato il decreto con i criteri di riparto delle risorse destinate alle paritarie

Il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, ha firmato il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’assegnazione del contributo destinato alle scuole paritarie che quest’anno ammonta a 513.734.589 euro.

Risorse a cui si aggiungono i 113,4 milioni destinati a favorire l’inclusione delle alunne e degli alunni con disabilità, per un’assegnazione totale di 627.134.589 euro.

L’allarme del Cnr: rischio boom bullismo e cyberbullismo tra gli adolescenti

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Un’indagine condotta nell’ambito delle attività di ricerca del progetto Osservatorio sulle Tendenze Giovanili del gruppo Mutamenti sociali, valutazione e metodi (Musa) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps), attraverso un approccio di tipo psicosociale, ha identificato i fattori di rischio e di protezione rispetto alla probabilità di essere coinvolti nei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo come attori, vittime o spettatori.

Lo studio ha coinvolto un campione di 3.273 studentesse e studenti italiani e analizzato l’influenza sui fenomeni di violenza di un considerevole numero di variabili afferenti alle dinamiche relazionali degli adolescenti e ai condizionamenti sociali che regolano atteggiamenti e comportamenti giovanili. Lo studio è stato pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health.

«Nello specifico, tra i fattori di rischio sono stati identificati la tolleranza di razzismo, xenofobia, omofobia, violenza di coppia e alti livelli di autostima. Tra i fattori protettivi sono invece emersi la bassa tolleranza al consumo di alcool e droghe, la presenza di fiducia nei confronti di familiari e amici e l’essere donna -. spiega Antonio Tintori del Cnr-Irpps – Lo studio dei comportamenti e degli atteggiamenti degli adolescenti è fondamentale per analizzare l’evoluzione delle tendenze giovanili e per definire interventi di contenimento della devianza e del disagio sociale. Nuovi modi di interazione sociale stanno cristallizzando comportamenti violenti che si muovono più che mai su una sfera virtuale, e dimostrano come siano principalmente le opinioni distorte sulla diversità sociale a generare violenza. Bullismo e cyberbullismo condividono una matrice comportamentale comune che è stata delineata attraverso specifiche caratteristiche ambientali e individuali».

La ricerca conferma la validità di diverse teorie sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo. «Il controllo simultaneo di variabili sia sociologiche sia psicologiche sperimentato in questa indagine ha però permesso di indentificare i nessi causali di alcune fenomenologie di violenza e dunque i fattori da promuovere e da arginare per mitigare i problemi del bullismo e del cyberbullismo. Alla luce della diffusione del Covid-19, e dei conseguenti problemi legati all’iperconnessione e alla trasposizione delle relazioni reali in un ambiente virtuale, il gruppo Musa si sta apprestando a condurre nuove indagini, locali e nazionali, che avranno tra i suoi principali centri di attenzione il cyberbullismo», conclude Tintori.


Quirinale: conferiti a 28 giovani gli attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica”

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Le scuole chiuse sono una ferita per tutti», aveva affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nei giorni del lockdown. E ieri, nel conferire a 28 giovani gli attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica”, il Capo dello Stato ha voluto anche premiare con tre targhe per azioni collettive ragazzi che hanno dimostrato con le loro iniziative la volontà di andare oltre le difficoltà legate alla chiusura degli istituti di istruzione.

In particolare, un riconoscimento è andato Matteo Mainetti, Jacopo Rangone, Emanuele Sacco, Pietro Cappellini, promotori di PC4U.Tech. “La didattica digitale è diritto di tutti”: con questo motto i quattro ragazzi milanesi hanno creato questa piattaforma con l’obiettivo di portare computer e tablet nelle case dei ragazzi che non li hanno. Pc4u.tech è un sito molto semplice che fa incontrare gratuitamente domanda e offerta di tablet o pc usati. Sul sito vengono raccolte sia le donazioni che le richieste di dispositivi. Con l’aiuto di un tecnico, i promotori riescono a ricondizionare i computer e a dare loro nuova vita, rendendoli così validi per l’utilizzo.

La pandemia ha messo famiglie e scuole davanti al tema del divario digitale. Quella di Pc4u non è certo la sola iniziativa di solidarietà che ha preso vita in questa stagione difficile. Ma i giovani promotori sono stati capaci di dare una visione al loro lavoro concreto: l’orizzonte auspicato è quello di ridurre il gap tra chi ha più e chi ha meno.

Mattarella ha poi premiato gli studenti dell’Istituto Casanova di Napoli, per essersi distinti come ricostruttori di banchi per fare scuola in tempo di Covid. Frequentatori del corso di arredi e forniture d’interni, su iniziativa della preside hanno realizzato nei laboratori della scuola 200 banchi utili al necessario distanziamento, recuperando vecchi banchi ancora in buone condizioni. All’inizio dell’anno scolastico, la scuola attendeva 600 nuove forniture. Sarebbero state comunque poche rispetto al bisogno complessivo degli studenti. Così le classi si sono messe all’opera per segare i vecchi banchi, ancora utilizzabili, e per trasformarli in strumenti utili alla didattica in tempo di Covid. E’ stato necessario l’intervento di un fabbro per adattare le parti in ferro. Ma il resto lo hanno fatto i ragazzi, costruendo con le loro mani banchi a norma. Banchi per sé e per i propri compagni.

Infine un premio ai ragazzi dell’Istituto tecnico “Galileo Galilei” di Bolzano, che sono stati capaci di produrre autonomamente gel igienizzante e il risultato del loro lavoro è stato prontamente collocato nei dispenser all’ingresso della scuola. Si tratta di gel con gradazione alcolica al 70%, la cui formula è omologata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. La notizia della produzione si è sparsa rapidamente in città e altre scuole hanno richiesto il disinfettante del Galilei. Gli studenti hanno promosso anche altre attività orientate al contrasto della pandemia: hanno eseguito, ad esempio, tamponi per misurare, attraverso appositi terreni di coltura, la carica batterica presente su determinate superfici. Gli stessi ragazzi infine si sono distinti anche in un’opera di sensibilizzazione presso altre scuole per promuovere le misure igieniche e di prevenzione.


Nasce «Rete nazionale scuole in presenza» contro la Dad

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Nata ieri la Rete nazionale Scuole in presenza, un coordinamento nazionale di comitati interessati a far ripartire la scuola in presenza. I comitati aderenti, apartitici e trasversali, sono più di 20 dal Friuli alla Sicilia. Lo rende noto il comitato A scuola!, che si è fatto promotore della nascita della rete di associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia, circa 4000 persone, che da mesi stanno collaborando a favore della scuola.

Alle istituzioni, la rete chiede di svincolare le aperture scolastiche dalla logica dei colori, mettendo in atto «rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione». Perché «non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse».

Viene poi chiesto di «rigettare l’uso prolungato e indiscriminato della Didattica a distanza come strumento di insegnamento in quanto inefficace, svilente per gli insegnanti, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e lesivo nei confronti degli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento». E poi «ricordare che la tutela della salute della comunità non si esaurisce nella battaglia al Covid-19, ma deve necessariamente includere la difesa della salute psicofisica, oggi gravemente minacciata in bambini e adolescenti» perché «la prolungata mancanza di socialità e di una sana relazionalità didattica sta determinando tra i giovanissimi un allarmante aumento dei casi di tentato suicidio e di autolesionismo, mentre la scarsa attività fisica e il dilatarsi del tempo trascorso davanti a tablet e Pc inducono l’aumento dei casi di pubertà precoce». Al Governo, la rete chiede quindi «un totale cambio di prospettiva».

Legambiente, scuola: “In 7 anni finito meno del 50% dei progetti finanziati”

da la Repubblica

In sette anni meno della metà dei progetti finanziati per l’edilizia scolastica è stato concluso. È uno dei dati presentati oggi da Legambiente con Ecosistema Scuola, report annuale giunto alla ventesima edizione. Secondo il dossier dell’associazione ambientalista dal 2014 al 2020, su 6.547 progetti previsti, 4.601 sono stati finanziati e solo 2.121 portati a termine. Dallo studio emerge anche che il 29% degli edifici necessita di interventi urgenti, una scuola su due non ha impianti per lo sport, e il tempo pieno è predominante al Centro Nord. Un dato al quale ha subito risposto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che intervenendo alla presentazione del rapporto ha affermato: “Noi non aspettiamo il Recovery Plan, siamo in grado di agire subito con le risorse di questo ministero, oggi firmo un decreto per assegnare a province e città metropolitane 1 miliardo e 125 milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole superiori”.

“Iniziamo a lavorare soprattutto nel Sud ha detto il ministro -. Il cambio di passo facciamolo insieme: non c’è il governo e il mondo che aspetta, dobbiamo rimetterci tutti in movimento, solo così usciamo dalla crisi e dall’emergenza. Dobbiamo avere scuole sicure. Il Paese deve mostrare capacità di reazione basata sulla profonda capacità di innovazione per reagire agli ultimi 40 anni in cui sono cresciute le diseguaglianze, tra Nord e Sud, Centro e periferie, differenze di genere, che sono inaccettabili. Nel rapporto Legambiente ci sono dati chiari. Dobbiamo investire sulla sicurezza delle scuole, adesso. Abbiamo risorse che stimo sbloccando per permettere di costruire scuole nuove che siano luoghi di accoglienza, socialità. Sono 40 mila e 200 gli edifici scolastici in Italia. Poi dobbiamo fare scuole nuove, sicure, diverse”, ha concluso Bianchi.

Le strutture per lo sport sono presenti al nord in più di una scuola su due, mentre mancano in oltre il 60% delle scuole del centro, nel 55% circa di quelle del Sud e quasi nel 64% di quelle delle isole. Giardini e aree verdi fruibili sono una realtà presente in più dell’80% delle scuole del Centro-Nord, ma mediamente solo in una scuola su quattro del Sud e delle isole. Molte amministrazioni meridionali stanno cercando di colmare questo divario, ma l’accumularsi di problematiche trascurate nel tempo come la manutenzione ordinaria e straordinaria, rende necessari oggi interventi più radicali e fondi più cospicui.

Il 29,2% delle scuole ha bisogno di manutenzione urgente, la spesa media nazionale per la manutenzione straordinaria per ogni edificio è di quasi 71mila euro e questa urgenza viene dichiarata dai capoluoghi del Sud per il 31,5% degli edifici, con una spesa media per edificio di circa 41mila euro. Nelle isole, il 63% degli edifici necessitano di interventi urgenti e la spesa media per edificio per la manutenzione urgente si attesta sui 5.500 euro. La principale emergenza rimane per questi territori la messa in sicurezza degli edifici, che raggiunge un livello di allarme nelle isole, dove, nonostante oltre il 63% delle scuole sia in area sismica 1 e 2 (a fronte di una media nazionale del 41%), solo il 6,3% degli edifici risponde ai criteri della normativa antisismica (per una media nazionale ricordiamo essere del 30,8%).

Alcuni servizi essenziali nella scuola negli anni sono stati ridotti, come quelli per il trasporto pubblico scolastico e il servizio di scuolabus è passato, dal 2010 al 2018, dall’interessare quasi il 33% degli edifici al 23%, senza lo sviluppo di una mobilità alternativa casa-scuola. Differenze territoriali enormi ci sono anche rispetto alle classi a tempo pieno, praticato quasi in una scuola su due secondo la media nazionale, ma con il 67,8% di scuole con classi a tempo pieno nel centro Italia, quasi il 40% nel nord, il 9,5% nel sud e il 18,4% nelle isole.

I dati, che si riferiscono al 2019, quindi prima della pandemia, mostrano che su un campione di 6.156 edifici in 87 comuni capoluogo di provincia, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, risulta che circa il 58% delle scuole non ha certificazioni base come l’agibilità; ricade in area sismica 1 e 2 il 43% delle scuole, di cui solo poco più del 30% è costruito con la tecnica antisismica; più dell’87% degli edifici è sotto la classe energetica C. Non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici (in gran parte al nord) di quelli oggetto d’indagine, frequentati ogni giorno da 28.500 studenti. La metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo il 55% circa ha la mensa scolastica.

Dati medi nazionali che, lungo i vent’anni di indagine, mostrano la permanenza di un costante divario tra Nord, Centro, Sud e isole. “È il momento di rimettere la scuola al centro delle comunità e dei territori come leva di emancipazione sociale e crescita collettiva e, per questo, di fare in modo che ogni investimento sia parte di questa visione complessiva e non solo una spesa per ‘riparare’ quello che non va – sottolinea Claudia Cappelletti, responsabile scuola Legambiente -. La Fondazione Agnelli, sulla base dei dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ha quantificato in circa 200 miliardi i fondi necessari per ristrutturare e rinnovare le scuole italiane: una cifra importante che ci può fare da punto di riferimento per andare a comporre un quadro di risorse che saranno sempre parzialmente sufficienti se non gestite con un cambio di passo della governance dell’edilizia scolastica”.

L’ultima versione del Recovery plan prevede per l’edilizia scolastica 6,8 miliardi di euro. Legambiente ha colto l’occasione di oggi per lanciare al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi un appello affinché le scuole diventino protagoniste della transizione ecologica: realizzare processi di riqualificazione energetica partecipata degli edifici con la comunità scolastica che diviene comunità energetica, e inaugurare una generazione di 100 scuole sostenibili e innovative costruite secondo i criteri della bioedilizia, aperte anche in orario extrascolastico e dotate di un’integrazione di servizi sia in orario scolastico che extrascolastico, da realizzarsi nelle “periferie sociali” del Paese, caratterizzate da alto tasso di dispersione scolastica e povertà educativa.

“La consapevolezza dell’importanza di investire in giovani, istruzione ed educazione è ormai condivisa da tutti; stanno arrivando risorse, ma prima di tutto serve un nuovo piano di governance per superare le emergenze e i divari – ha detto Vanessa Pallucchi, vice presidente di Legambiente – i 6,8 miliardi previsti per l’edilizia scolastica nell’ultima stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vanno letti in un’ottica di priorità di interventi, con la forte attenzione all’individuazione degli ostacoli da rimuovere perché le risorse disponibili diventino miglioramenti effettivi delle nostre scuole e non si perdano nelle inefficienze di percorso. L’edilizia scolastica e i servizi che girano intorno all’ecosistema scuola devono essere ripensati e rilanciati in una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale: sono le gambe su cui poggerà la possibilità di successo ed efficacia della transizione ecologica, che ha fra i suoi obiettivi principali il superamento della povertà educativa”.

Scuola, 62 milioni per le povertà educative

da la Repubblica

ROMA – Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha firmato il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’utilizzo dei 61.944.000 euro destinati all’ampliamento dell’offerta formativa: saranno utilizzati dalle scuole anche per mettere in campo azioni mirate in risposta ai problemi determinati dalla pandemia, soprattutto nelle aree maggiormente disagiate del Paese.

Quaranta milioni di euro saranno finalizzati, in particolare, al contrasto della dispersione scolastica, all’eliminazione dei divari territoriali, alla promozione dell’inclusione e delle pari opportunità delle studentesse e degli studenti. Quasi 22 milioni di euro saranno dedicati a progetti speciali e innovativi, di carattere nazionale – in accordo con enti qualificati – “per favorire il successo formativo, la piena partecipazione alla vita scolastica di studenti e famiglie, il contrasto del bullismo”, scrive il ministero.

“Queste risorse saranno utilizzate per garantire la maggiore equità, qualità e capacità di inclusione del Sistema nazionale di istruzione e formazione”, sottolinea il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Ci saranno altri finanziamenti che consentiranno di costruire, anche grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, un grande Piano nazionale sulle povertà educative per garantire la massima inclusione e pari diritti ai nostri ragazzi, indipendentemente dalle loro condizioni di partenza, così come prevede la nostra Costituzione. Questa sarà una delle principali linee strategiche del mio mandato”.

Rinnovo contratto, si parte: Brunetta convoca i sindacati. Sul piatto aumenti di stipendio da 107 euro

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Governo vuole accelerare sul rinnovo contrattuale della pubblica amministrazione e già domani, venerdì 12 marzo, il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha convocato un incontro con i sindacati per avviare i negoziati di rinnovo all’ARAN.

“Venerdì convocherò tutte le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego con l’obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi. È per noi il migliore segno di ripartenza. Un buon contratto è un investimento nella fiducia reciproca, nella stabilità e nel carattere innovativo delle relazioni di lavoro”, ha affermato Brunetta ieri, in occasione della firma a Palazzo Chigi del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale.

Il Patto, come abbiamo riportato, individua la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata su un confronto con le organizzazioni, e di portare a compimento i rinnovi contrattuali, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale.

Uno dei punti fondamentali del patto è l’elemento perequativo: questo verrà salvaguardato e confluirà nella retribuzione fondamentale cessando di essere corrisposto quale elemento distinto della retribuzione, nonché si attuerà la revisione dei sistemi di classificazione, attraverso lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022.

Elemento perequativo: cos’è, come funziona e come incide su pensione e buonuscita

Per quanto riguarda l’aumento di stipendio, questo, è stato stimato, in media, in circa 107 euro per dipendente pubblico. Fondamentale per tutti i comparti, specialmente per la scuola, è capire come verranno distribuite le risorse destinate ai rinnovi contrattuali. Il criterio di ripartizione segnerà il tipo di aumento che ogni comparto dovrà ricevere.

Il nuovo contratto riuscirà a colmare almeno gli 8-10 punti percentuali di inflazione? Se lo chiede l’Anief, che pone l’accento anche su un’altra questione:”Oltre a un incremento degno di questo nome, a docenti e personale Ata deve essere riconosciuta un’indennità di rischio durante l’emergenza Covid, ancora di più dopo che anche l’Inail ha riconosciuto il Covid-19 come malattia invalidante nella scuola. È chiaro che poco più di 100 euro lordi sono un segnale da considerare come base per arrivare a una valorizzazione sostanziale, economica e lavorativa”.

PATTO DELL’INNOVAZIONE

Nuovo Dpcm o decreto legge a dettare la stretta. Regioni a rischio zona rossa ed effetti sulle scuole

da La Tecnica della Scuola

In discussione in queste ore in Consiglio dei ministri le misure restrittive che verranno formalizzate da un nuovo Dpcm o da un Decreto leggecome riferiamo anche in un articolo precedente. Il Paese con buona probabilità a partire da lunedì 15 marzo si muoverà compatto verso una nuova stretta, che dovrebbe comportare una sorta di lockdown nei weekend in tutta Italia e misure restrittive ad hoc per la Pasqua, come è stato fatto per il Natale.

Intanto il monitoraggio dell’Iss potrebbe indicare la direzione di un maggiore rigore per Piemonte, Veneto e Lombardia, che rischiano la zona rossa con misure, divieti e regole ancora più stringenti. Lazio verso la zona arancione. In bilico anche Emilia Romagna, le province di Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Marche e Campania, che peraltro ha già chiuso le scuole mentre i docenti si vaccinano con AstraZeneca. Sono queste le regioni più a rischio di un cambio di colore a causa dell’aumento dei contagi di Covid e la diffusione delle varianti.

Effetti sulle scuole

Ricordiamo che il criterio dell’ingresso in zona rossa a fronte di 250 casi settimanali ogni 100.000 abitanti avrà effetto anche sulle scuole, portandole in DaD dalla prima elementare in su, mentre la scuola dell’infanzia andrà chiusa. Un criterio che potrebbe ripercuotersi anche sulle scuole di fascia arancione dunque.

Piemonte

In Piemonte preoccupa la pressione a cui sono sottoposti gli ospedali, tanto da imporre uno stop ai ricoveri di pazienti con altre patologie. Gli stessi medici, ieri, hanno chiesto che venga istituita immediatamente la zona rossa per la regione.

Veneto

I dati peggiorano anche in Veneto, dove il presidente Luca Zaia teme il passaggio in rosso. A preoccupare è l’aumento dei pazienti ricoverati per Covid, che mettono sotto stress gli ospedali e le terapie intensive.

Lombardia

Il governatore Attilio Fontana parla di tensione ospedaliera importante, con una diffusione più rapida rispetto alle altre ondate. Anche per la Lombardia, insomma, il rischio di un trasferimento in zona rossa.

Lazio

L’Unità di Crisi della regione Lazio riferisce di dati del contagio peggiorati, ai livelli di due mesi fa. Si legge in una nota della Regione: “Lo scenario è previsto in netto peggioramento, il virus con le sue varianti sta riprendendo vigore, la priorità è quella di interrompere ora la catena di trasmissione”.

Bianchi: la scuola del futuro è in presenza. Gli insegnanti hanno lavorato sempre

da La Tecnica della Scuola

“In presenza o a distanza la scuola non si è mai fermata. I nostri insegnanti non hanno mai smesso di lavorare”. Torna sull’argomento della DaD il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervistato da Famiglia Cristiana. “Capisco molto bene le preoccupazioni delle famiglie e della comunità scolastica, e saremo al loro fianco”.

Ne aveva parlato anche nei giorni scorsi, come riferiamo in un articolo precedente. Chiudere nuovamente è una scelta dettata dalla responsabilità cioè agendo senza aver paura ma “preparandosi a ogni evenienza per riuscire tutti, non uno di meno, a passare la terza ondata” anche perché “siamo di fronte a un’ondata di piena. La variante inglese, che è dominante, non risparmia i nostri bambini. E noi dobbiamo tutelarli prima di tutto. In rosso va tutta la comunità che si mette in allerta per riuscire a superare la piena”.

La scuola del futuro che sarà senza dubbio in presenza,” afferma il ministro, sottolinenado che nei mesi della pandemia i docenti non si sono risparmiati e non hanno perso tempo. ” continua: la scuola “deve usare e insegnare a usare tutti gli strumenti ai nostri ragazzi che comunque vivono tutto il giorno immersi nella comunicazione digitale”.

Dispersione scolastica

E sulla dispersione scolastica: “Già prima avevamo numeri sulla dispersione inaccettabili, soprattutto al Sud. È un problema che va affrontato nella totale unità del Paese”.

Per questa e per altre situazioni di fragilità il Ministro fa un appello al mondo del volontariato “perché si metta a disposizione della nostra comunità e delle nostre scuole per accompagnarle anche in questa fase”.

Calendario scolastico

Infine, sul tema del prolungamento dell’anno scolastico e del calendario Bianchi ricorda che “non è un problema di allungamento, ma di potenziamento e di recupero della socialitàIl tema, quindi, non sono le ore, ma i contenuti. Stiamo ragionando su come creare un ponte tra questo e il prossimo anno con la fiducia e la tranquillità di tutti”.

Mobilità docenti: la questione del blocco quinquennale ne rallenta l’avvio

da Tuttoscuola

Quando un mese fa Patrizio Bianchi è stato nominato ministro, si è trovato sul tavolo due obiettivi principali affidatigli dal presidente Draghi: il recupero degli apprendimenti persi dagli alunni per i tanti giorni trascorsi in DaD lontani da scuola, e la presenza degli insegnanti in cattedra al prossimo inizio delle lezioni.

Per il primo obiettivo, il recupero, sembra abbia rinviato tutto al prossimo anno, rinunciando, a quanto pare, al prolungamento dei giorni di lezione a giugno, un’ipotesi non gradita da molti studenti e dai rappresentanti sindacali degli insegnanti.

Per il secondo obiettivo (tutti gli insegnanti in cattedra a settembre) – indubbiamente il più impegnativo e il più difficile da realizzare – il Ministro non ha ancora scoperto le carte, ma nel frattempo ha trovato sul suo cammino un pesante ostacolo da superare: la richiesta di rimozione del vincolo quinquennale di permanenza in sede dei neo assunti in ruolo.

Una richiesta che è diventata un ostacolo per la stabilizzazione, in quanto, in sede di confronto sulla mobilità docenti, i sindacati hanno unanimemente richiesto un impegno politico al ministro prima di concludere la definizione del nuovo contratto integrativo sui trasferimenti.

Senza la definizione di un chiaro impegno politico per chiedere al Parlamento di eliminare o attenuare quel vincolo diventato ancor più pesante nella situazione pandemica attuale, il contratto integrativo sulla mobilità docenti potrebbe tardare ad essere definito, con conseguenti ripercussioni su tutte le altre procedure di stabilizzazione del personale, comprese le nomine in ruolo e quelle dei supplenti annuali o fino al termine delle attività.

Il ritardo sulla mobilità docenti potrebbe, dunque, generare un effetto domino su tutte le altre procedure di assetto degli organici del personale.

Negli ultimi anni entro la prima decade di marzo era già stata pubblicata l’ordinanza ministeriale sulla mobilità del personale (l’anno scorso a causa dell’imprevista emergenza sanitaria è stata pubblicata due settimane dopo).

Sarebbe stato auspicabile che quest’anno, considerato l’obiettivo annunciato dal presidente Draghi, i tempi della mobilità degli insegnanti fossero anticipati, anche se va detto con franchezza che quel traguardo si prospettava troppo ambizioso e quasi irraggiungibile già al momento del suo annuncio.

Se per quest’anno l’obiettivo difficilmente sarà raggiunto (a meno di soluzioni straordinarie adottate dal ministro), per l’anno prossimo si potrebbe scegliere per tempo un’altra strada: svincolare la definizione della mobilità docenti dall’esito delle iscrizioni scolastiche (un vincolo diventato meramente formale e assolutamente non condizionante per gli organici dei docenti su cui si basa la mobilità).

L’ordinanza sulla mobilità docenti potrebbe essere emanata prima di Natale, guadagnando tre mesi di tempo su tutte le procedure di sistemazione degli insegnanti e consentendo la normalizzazione di avvio delle lezioni.

A causa del Covid 19 e della chiusura delle scuole, quasi 4 studenti su 5 hanno difficoltà a svolgere i compiti

da Tuttoscuola

Sono 168 milioni gli studenti in tutto il mondo che nell’ultimo anno, causa pandemia, hanno smesso di andare a scuola. A sostituire le lezioni in presenza è stata la Dad, la quale, dopo esattamente un anno, si è riaffacciata in quasi tutte le regioni italiane dopo le ultime restrizioni del Dpcm. Proprio per questo secondo un sondaggio condotto dall’University of Colorado di Boulder, l’83.6% degli studenti intervistati pensa che la pandemia da Covid-19 abbia fortemente influenzato l’ambiente scolastico. Per l’esattezza, addirittura il 58.2% pensa che abbia avuto un impatto negativo sulla qualità dell’apprendimento: il 76.8% ha più difficoltà a svolgere i compiti.

L’impossibilità di avere contatti ravvicinati con i propri compagni e di uscire, ha portato il 38% degli studenti a sentirsi più stressati anche a casa; di conseguenza, è emersa una maggiore preoccupazione verso la propria salute mentale (44.9%) e fisica (42.6%).

Milioni tra studenti e insegnanti sono stati all’improvviso immersi in questa dimensione digitale senza alcuna concreta preparazione, e in molte situazioni mancano addirittura i dispositivi o la connessione per poter seguire le lezioni. Qualora il problema principale poi non fosse quello tecnologico, ci sono comunque tutte le difficoltà collegate alla mancanza di abitudine e di formazione sul come utilizzare questo potente strumento. La priorità è quindi rendere disponibile a tutti gli studenti l’accesso alla DaD, opportunità che in Italia pare ancora ben lontana; in secondo luogo, bisogna formare gli insegnanti perché riescano a rendere più appassionanti e coinvolgenti le proprie lezioni.

Ordinanza Ministero della Salute 12 marzo 2021

MINISTERO DELLA SALUTE

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nella Regione Puglia. (21A01594)

(GU Serie Generale n.62 del 13-03-2021)

IL MINISTRO DELLA SALUTE

Visti gli articoli 32, 117, comma 2, lettera q), e 118 della Costituzione;

Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833, recante «Istituzione del Servizio sanitario nazionale»;

Visto l’art. 47-bis del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, che attribuisce al Ministero della salute le funzioni spettanti allo Stato in materia di tutela della salute;

Visto l’art. 117 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, in materia di conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali;

Visto il decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19» e, in particolare, l’art. 2, comma 2;

Visto il decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19»;

Visto il decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 settembre 2020, n. 124, recante «Misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020 e disciplina del rinnovo degli incarichi di direzione di organi del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica»;

Visto il decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre 2020, n. 159, recante «Misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, per il differimento di consultazioni elettorali per l’anno 2020 e per la continuita’ operativa del sistema di allerta COVID, nonche’ per l’attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020, e disposizioni urgenti in materia di riscossione esattoriale»;

Visto il decreto-legge 23 febbraio 2021, n. 15, recante «Ulteriori disposizioni urgenti in materia di spostamenti sul territorio nazionale per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19»;

Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, recante «Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante “Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, e del decreto-legge 23 febbraio 2021, n. 15, recante “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di spostamenti sul territorio nazionale per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19″», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 2 marzo 2021, n. 52;

Visto il decreto del Ministro della salute 30 aprile 2020, recante «Adozione dei criteri relativi alle attivita’ di monitoraggio del rischio sanitario di cui all’allegato 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 2 maggio 2020, n. 112;

Visto il decreto del Ministro della salute 29 maggio 2020 con il quale e’ stata costituita presso il Ministero della salute la Cabina di regia per il monitoraggio del livello di rischio, di cui al decreto del Ministro della salute 30 aprile 2020;

Viste le delibere del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, del 29 luglio 2020, del 7 ottobre 2020 e del 13 gennaio 2021, con le quali e’ stato dichiarato e prorogato lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

Vista la dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della sanita’ dell’11 marzo 2020, con la quale l’epidemia da COVID-19 e’ stata valutata come «pandemia» in considerazione dei livelli di diffusivita’ e gravita’ raggiunti a livello globale;

Considerato l’evolversi della situazione epidemiologica a livello internazionale e il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia da Covid-19;

Visto il documento di «Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale», condiviso dalla Conferenza delle regioni e province autonome in data 8 ottobre 2020;

Rilevato che il potere di ordinanza ministeriale finalizzato all’applicazione di ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale, disciplinato dall’art. 1, commi 16-bis e seguenti del decreto-legge n. 16 maggio 2020, n. 33, rappresenta un potere tipico disciplinato dal legislatore e, attualmente, dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, al fine di assicurare in modo uniforme sui territori regionali la tutela del diritto alla salute della popolazione e da esercitarsi in modo vincolato al ricorrere dei presupposti di fatto e diritto indicati dalla legge;

Considerato che l’art. 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, prevede che «Il Ministro della sanita’ puo’ emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanita’ pubblica e di polizia veterinaria, con efficacia estesa all’intero territorio nazionale o a parte di esso comprendente piu’ regioni», allorquando sussista un pericolo grave ed incombente per la tutela della salute della popolazione;

Vista la nota prot. 2027 dell’11 marzo 2021, con la quale la Regione Puglia ha rappresentato, sulla base dell’evoluzione della situazione epidemiologica nel relativo territorio, che «l’analisi dei dati consolidati piu’ aggiornati sulla situazione epidemiologica evidenzia che alcuni territori provinciali stanno sperimentando un incremento particolarmente sostenuto della circolazione virale» e che «gli Rt provinciali sono tutti superiore all’unita’ in modo statisticamente significativo, con i valori piu’ elevati a Bari e Taranto»;

Visto il verbale del 12 marzo 2021 della Cabina di regia di cui al richiamato decreto del Ministro della salute 29 maggio 2020, unitamente all’allegato report n. 43, nella quale, con riferimento alla Regione Puglia, si prende atto di «una situazione epidemiologica caratterizzata da una trasmissione diffusa, non gestibile in modo efficace con misure locali (“zone rosse”)»;

Considerato che nel medesimo verbale del 12 marzo 2021 della Cabina di regia si evidenzia «un generale peggioramento dell’epidemia con una incidenza molto elevata che si avvicina o supera il valore soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in tutte le province, la Cabina di Regia esprime parere favorevole ad applicare nella Regione Puglia il massimo livello di mitigazione. Infatti, l’analisi complessiva della situazione delinea un quadro di allarme che e’ compatibile e giustifica l’adozione delle ulteriori misure di mitigazione»;

Vista, altresi’, la nota del 12 marzo 2021 del Comitato tecnico-scientifico di cui all’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile 3 febbraio 2020, n. 630, e successive modificazioni e integrazioni;

Ritenuto, necessario e urgente, in coerenza con il principio di massima cautela e proporzionalita’, applicare alla Regione Puglia le misure di cui al capo V del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021;

Sentito il Presidente delle Regione Puglia;

E m a n a
la seguente ordinanza:

Art. 1 Misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria nella Regione Puglia

1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus SARS-Cov-2, fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 e fatte salve le eventuali misure piu’ restrittive gia’ adottate nei rispettivi territori, alla Regione Puglia, si applicano, per un periodo di quindici giorni, le misure di cui al Capo V del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021.

Art. 2 Disposizioni finali

1. La presente ordinanza produce effetti dal primo giorno non festivo successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ai sensi dell’art. 39 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021. La presente ordinanza e’ trasmessa agli organi di controllo e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Roma, 12 marzo 2021

Il Ministro: Speranza

Nota 12 marzo 2021, AOODGRUF 5712

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali
LORO E-MAIL
Ai revisori dei conti per il tramite della scuola
e, p.c. All’Ufficio IV dell’Ispettorato Generale di Finanza (IGF) raffaella.pisegna@mef.gov.it

Oggetto: Indicazioni concernenti il versamento ad apposito capitolo dello stato di previsione dell’entrata del bilancio dello Stato, delle risorse assegnate alle istituzioni scolastiche nel contesto dell’emergenza sanitaria Covid-19, in conformità all’articolo 265, commi 8 e 9, del D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77

Nota 12 marzo 2021, AOODGOSV 5272

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio II

OGGETTO: Adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado – anno scolastico 2021/2022.

Sciopero 26 marzo 2021

Comparto Istruzione e Ricerca – Sezione Scuola Azioni di sciopero per l’intera giornata del 26 marzo 2021.
Nuovi adempimenti previsti dall’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali del 2 dicembre 2020 (Gazzetta Ufficiale n. 8 del 12 gennaio 2021) con particolare riferimento agli artt. 3 e 10.