L’ultimo suono della campanella

L’ultimo suono della campanella

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Un anno che volge al termine, il secondo in cui la scuola si trova in uno stato di emergenza, ma cosa è cambiato? Cosa c’è di nuovo? Quali stati d’animo? Quali speranze?

Fiumi di risorse, tantissimi acquisti, una scuola rinnovata certo, con banchi nuovi, arredi nuovi, laboratori e dotazioni informatiche di tutto rispetto. Per chi ha speso bene quanto ha ricevuto sicuramente restituisce alla comunità strutture attrezzate, rinnovate, con ambienti di apprendimento in linea con i tempi.

Certo non è dipeso solo dai Dirigenti Scolastici, ma dal DSGA e dal personale ATA alle prese con procedure di acquisto che, nonostante l’evoluzione delle piattaforme elettroniche commerciali come Amazon, Ebay per finire ai più semplici portali di vicinato, o ai grandi portali cinesi, non è riuscito a realizzare un sistema di approvvigionamento semplice.

Basti provare ad entrare su Acquistinrete per rendersene conto, pessima descrizione degli articoli, procedure non chiare che spesso non vanno a buon fine, sia per colpa del fornitore ma spesso del sistema stesso. Provate a fare acquisti inferiori a 400 euro e ve ne accorgerete. E le determine a contrarre semplificate lenzuolo del quaderno n.1? Veri e propri vademecum, con preamboli infiniti e ripetitivi sempre uguali, dove alla fine ci si dimentica anche di inserirvi le cose essenziali.

Se poi uno si avventura in RDO si rende conto che non ne vale la pena. E se il mondo Universitario ormai applica l’Accordo Quadro per approvvigionarsi, le scuole sono alle prese con un principio di rotazione che inibisce e impedisce di lavorare con chi magari si è reso disponibile a risolvere tantissimi problemi.

Piano estate certo, finalmente una semplificazione sull’attribuzione delle risorse, con candidature ai progetti PON semplici, facilitate da schermate precompilate personalizzabili, ma la gestione degli interventi rimane comunque ancora macchinosa, con la difficoltà che hanno le scuole soprattutto nella produzione e pubblicazione dei tanti atti necessari, che potrebbero essere ridotti, semplificati, anche questi facilitati, magari con l’utilizzo stesso della piattaforma di gestione.

Informatica, quindi, la parola chiave dove il Ministero dovrebbe guardare, con investimenti mirati a semplificare il lavoro degli uffici, che di fatto hanno sempre più risorse insufficienti per una corretta gestione e per far fronte a tutti gli adempimenti.

Poi c’è l’annosa questione dei contratti a termine, spesso succede che, per puro caso, la scuola assuma la risorsa umana in grado non solo di svolgere con efficienza le proprie mansioni ma di dare un aiuto concreto anche agli altri componenti della segreteria, con uno snellimento delle procedure e una formazione del personale senza pari.

Ma il sistema, nonostante la triennalità del PTOF, si rinnova ancora ogni anno. Sarebbe opportuno invece che anche le operazioni di mobilità e di reclutamento che ogni anno affliggono e sovraccaricano la scuola italiana, fossero anch’esse triennali, limitandosi a trattare solo i pensionamenti e le relative sostituzioni o gli incrementi e decrementi di organico.

Un sistema, quello delle graduatorie, che umilia sia il personale docente e non, in quanto le scuole stesse trattano le risorse umane come una merce qualunque, non tenendo conto delle infinite e sfaccettature e talenti di ognuno.

E pensare che la 107 del 2015 aveva fatto un passo avanti, con il reclutamento diretto da parte dei Dirigenti Scolastici, responsabili dei risultati e per la prima volta messi nelle condizioni di scegliersi le risorse necessarie.

Ma la scuola, si sa, non si innova. Ad ogni passo avanti ne seguono due indietro, se poi a tutto questo aggiungiamo che per molti la stessa è un ripiego, ci rendiamo conto di quante persone demotivate e incapaci ogni anno vengono reclutate.

Dirigenti Scolastici e DSGA, quindi, costretti a porre rimedio ad un sistema che non funziona, cercando di bilanciare inefficienze di alcuni, a volte non per volontà, ma difficoltà proprie a svolgere la propria mansione in modo ottimale.

Coloro che sono più fortunati fanno balzi in avanti, prendendosene il merito. Certo c’è chi surroga, sostituisce, tampona, ma non tutte le scuole hanno personale in grado di farlo o Dirigenti Scolastici e DSGA in grado di reggere carichi di lavoro così elevati.

Bisogna tenere conto che la scuola è donna, con tutto quello che spesso ne consegue, in quanto dietro ogni dirigente, insegnante e personale di segreteria ci sono impegni familiari, pulizie domestiche da fare, figli d’accudire, con l’aggravante che gli stipendi risicati non consentono neanche di chiedere aiuto a personale esterno, nemmeno per le semplici operazioni di lavanderia e pulizia domestica.

Suona la campanella per l’ultima volta, con studenti tristi, depressi, con un anno fatto di relazioni frammentate, didattica a distanza e l’onnipresente mascherina che toglie il respiro e ti fa dimenticare la bellezza di un sorriso.

Se poi pensiamo che anche la grande evasione delle visite guidate e dei viaggi d’istruzione non ha avuto luogo, ci rendiamo conto di cosa stanno vivendo questi ragazzi, che dai loro piccoli occhi che fanno capolino dalla mascherina, non riescono più neanche ad innamorarsi.

Novità normative, più procedurali, in un anno pandemico sovraccaricato dai continui adempimenti dovuti all’emergenza sanitaria, ai focolai scoppiati, alla chiusura dei plessi, ai casi positivi, al panico delle famiglie e al dramma delle morti che inevitabilmente in alcuni posti ci sono state

Alcuni Dirigenti Scolastici hanno dovuto affrontare inoltre i drammi di alunni che, al limite della sopportazione psicologica, hanno tentando il suicidio saltando dalla finestra di plessi scolastici che, nonostante le risorse impegnate, ancora presentano innumerevoli criticità.

Valutazione scuola primaria, nuovo PEI, adempimenti necessari, forse, ma messi in atto al momento sbagliato, sia per l’impossibilità di svolgere incontri collegiali in presenza, ma anche di fare laboratori formativi per il personale dove, grazie al confronto tra pari e l’aiuto degli esperti, era possibile acquisire nuove competenze, creare relazioni, fare gruppo, fare squadra in una rinnovata voglia di stare insieme, di condividere, di venirsi incontro.

Formatori, questi sconosciuti, sempre più rari, almeno quelli bravi e motivati. La scuola non si rinnov,  perde tantissimi di coloro che hanno sacrificato se stessi girando in lungo e in largo per la penisola, quelli che ci hanno creduto ed hanno vissuto i tempi d’oro delle riforme, quelle vere.

E se una generazione tramonta, all’orizzonte un vuoto che non si riesce a colmare, manca il passaggio di consegne generazionale, sicuramente per la mancata condivisione di una visione che voleva fare grande la scuola italiana.

Un anno che finisce quindi, difficile certo, per alcuni da dimenticare, per altri da ricordare, perché si sa anche dalle difficoltà possono nascere le cose buone.

Suona la campanella quindi, con un virus temporaneamente assente all’appello, almeno meno percepito rispetto ai mesi invernali, con piccoli frammenti di normalità nelle feste organizzate in sicurezza di fine anno e nei saggi scolastici che, come ogni anno, indicano che la scuola è finita, anche se rimarrà aperta anche d’estate, ma questa è un’altra storia, da vivere, da scrivere e da raccontare.

Didattica innovativa. Classi 2.0, 3.0 e 4.0, quali differenze?

da La Tecnica della Scuola

Gli ambienti di apprendimento sono in costante mutamento, le tradizionali aule con lavagne di ardesia si stanno da tempo trasformando in luoghi attrezzati con lavagne interattive e connesse, con postazioni mobili, che favoriscono la collaborazione tra gli studenti. Il docente del XXI secolo è, insieme ai suoi allievi, protagonista di una nuova modalità di vivere il rapporto tra apprendimento insegnamento, nella prospettiva di favorire le competenze degli apprendenti, uscendo da una didattica trasmissiva e passiva, per promuovere azioni dinamiche ed efficaci. (VAI AL CORSO)

Per meglio comprendere come l’insegnamento interagisce con l’ambiente in cui si svolge e come tutto questo lo alimenta, è necessario per tutti i docenti, quelli in servizio e quelli che si preparano alle prove di concorso, conoscere più da vicino gli aspetti pedagogici che sono alla base del rapporto tra insegnare e apprendere. La proposta formativa che si lancia è quella che riguarda i luoghi del sapere, da diversi punti di vista, oltre a fornire risorse e una serie di riferimenti bibliografici e sitografici aggiornati.

Il corso

Su questi argomenti il corso e-learning Ambienti di apprendimento innovativi, a cura di Carmelina Maurizio.

Si partirà da una prospettiva diacronica, sollecitando l’attenzione di coloro che intendono formarsi sui paradigmi pedagogici, da quelli che nel tempo hanno sostenuto il sapere trasmissivo fino a quelli che da decenni ormai propongono modalità interattive e collaborative. Qual è dunque in questo contesto in rapido mutamento il ruolo del docente? E quale quello degli apprendenti, se si esce da una dinamica puramente trasmissiva? Il corso online andrà nel primo incontro ad indagare i nuovi paradigmi pedagogici per poter rispondere a queste domande, anche con esempi di ambienti innovativi in Italia e in Europa.

E per conoscere più da vicino questi ambienti, si esamineranno i loro punti di forza e di criticità, cominciando con le Classi 2.0, le prime a integrare nuovi e vecchi modelli della didattica, per arrivare alle Classi 3.0, che seppure poco diffuse, hanno segnato laddove sono state installate un vero e proprio cambiamento culturale e pedagogico. Si parla anche di Classi 4.0, al momento pochissime e attive in contesti di formazione aziendale: saranno parte del futuro della didattica? Proviamo a scoprirlo.

BYOD

L’aula può essere reale e virtuale ed entrambe le cose, quando infatti entra in gioco il BYOD, oggetto del secondo dei tre incontri online previsti, i due ambienti si mescolano e il digitale, con le sue spinte innovative capovolge gli schemi e crea nuovi setting. Spiegare il BYOD in breve non esaurisce ciò che un docente potrebbe acquisire da questo metodo, che valorizza l’integrazione tra reale e virtuale, promuovendo competenze, sia per i docenti che per gli studenti, di qualunque età, tuttavia inserito in questo contesto può motivare gli insegnanti a saperne di più.

E non c’è solo il BYOD, infatti da qualche anno la Flipped Classroom, Classe Capovolta, è diventata molto popolare, al punto che in Italia vi è una vera mappa di scuole capovolte. Ma di cosa si tratta? Quali sono gli aspetti pedagogici della Flipped Classroom? Il corso online vuole fornire indicazioni chiare e soprattutto sgombrare il campo da interpretazioni non veritiere dell’approccio capovolto, che se ben usato può davvero rivoluzionare positivamente la didattica.

EAS

Durante il corso online si parlerà anche del metodo EAS di Piercesare Rivoltella, che propone un’evoluzione della Flipped Classroom, fornendo ai docenti strategie strutturate, basate sulla didattica situata, rivolte anche in questo caso sia a docenti in servizio, che potranno così sperimentare gli EAS, Episodi di Apprendimento Situato, sia a chi sta preparando le prove di concorso, che potrà conoscere più da vicino il metodo innovativo.

Al termine del percorso formativo, pertanto, il docente saprà riconoscere i paradigmi pedagogici della didattica innovativa e orientarsi nelle strategie didattiche da utilizzare in nuovi ambienti, ma potrà anche promuovere e creare idee innovative per i propri studenti, collaborando con altri docenti per creare buone pratiche nella propria comunità scolastica.


Manifestazione Snadir a favore di 15mila docenti precari di religione cattolica

da La Tecnica della Scuola

Lo Snadir chiede che si ascoltino le richieste di 15mila docenti di religione cattolica.

Questa mattina, il Segretario Nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica, si è recato insieme a una delegazione dello Snadir composta da Domenico ZambitoGiovanni PalmesePatrizia Mikan e Giovanni Benetti, presso il Ministero dell’Istruzione per manifestare contro l’ingiusto trattamento riservato ai docenti di religione da anni di misure politiche inique e inefficienti e richiedere che venga predisposta al più presto una procedura straordinaria per l’assunzione in ruolo dei docenti precari di religione con oltre 36 mesi di servizio attraverso la cornice normativa del Decreto sostegni bis.

La manifestazione si è rivelata un grande successo, grazie anche alla collaudata macchina organizzativa dello Snadir. A metà mattinata, infatti, i rappresentanti del ministero (il Ministro Bianchi era impegnato nel convegno “RiGenerazione scuola, il piano per la tradisizione ecologica e culturale”) hanno chiesto di incontrare la delegazione dello Snadir per comunicare la presa d’atto da parte del ministero delle richieste del nostro sindacato.

Durante l’incontro, lo Snadir ha avanzato una proposta di emendamento all’art. 59 D.L. 73/2021, nella parte in cui prevede una semplificazione delle procedure di assunzione per il personale della scuola.

Nel disegno presentato, tale emendamento dovrebbe delineare cinque diversi interventi:

– Riscrivere i commi 1 e 2 dell’art.1bis della legge 159/2019, incapaci di risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema del precariato degli insegnanti di religione, in modo che i meccanismi di assunzione in ruolo previsti per i docenti di religione rispecchino quelli già adottati per tutto il personale precario abilitato della scuola, senza distinzioni e discriminazioni.

– Riservare l’art.1 bis esclusivamente a coloro che hanno speso almeno 36 mesi di servizio nell’insegnamento della religione, predisponendo per essi una procedura straordinaria.

– Aumentare la quota di posti dal 70% al 90% nell’organico di diritto in un triennio per risolvere la palese discriminazione operata nei confronti dei docenti di religione. A tal proposito, lo Snadir ha sottolineato come tale incremento permetterebbe l’immissione in ruolo di tale personale ad invarianza di spesa dal momento che gli incaricati annuali di religione (che coprono al momento il 30% dei posti disponibili) al quinto anno di insegnamento, hanno comunque diritto alla progressione economica di carriera come per il personale a tempo indeterminato (DPR 399/88).

– Predisporre delle graduatorie per titoli e servizi per coloro che saranno incaricati annuali al primo settembre 2021 e da questa attingere per la nomina a tempo indeterminato per coloro che hanno 36 mesi di servizio e far svolgere l’anno di prova così come previsto per i docenti delle altre discipline (art.59 DL 73/2021).

– Permettere con lo scorrimento della graduatoria di merito 2004 di raggiungere il suo completo esaurimento nel prossimo anno scolastico.

L’incontro di questa mattina intende essere un primo momento di costruzione per un futuro dialogo e cooperazione tra il nostro sindacato e il ministero. Attendiamo nei prossimi incontri una risposta da parte del Ministro e dei Sottosegretari, cioè una risposta definitiva da parte della politica per superare il precariato dei docenti di religione.
Non smetteremo di lottare affinché le richieste degli insegnanti di religione siano seguite in tempi brevi da un intervento politico che permetta di trovare rapide soluzioni ai problemi che da tempo attanagliano un’intera categoria di docenti.

Il concorso

I precari dell’insegnamento religione cattolica sono oltre 10mila, il primo e ultimo concorso è stato bandito nel 2004 e il governo ha preso l’impegno di fare una procedura selettiva entro fine 2021 con una parte dei posti che andranno ai precari storici. Lo Snadir chiede invece un concorso solo per i supplenti con oltre 36 mesi.


Scrutini 2021 e adempimenti di fine anno. E se un docente risulta assente?

da La Tecnica della Scuola

Sono già numerose le scuole del territorio nazionale che hanno iniziato le operazioni di scrutinio di fine anno scolastico. A dire il vero non sono mancate critiche e lamentele alla O.M. 159/2021 che dava autorizzazione agli Uffici Scolastici Regionali di prevedere la conclusione degli scrutini finali entro il termine delle lezioni fissato dai calendari delle Regioni e delle Province autonome, fermo restando l’avvio degli stessi non prima del 1° giugno 2021. Ma, ferma restando la libertà di scelta organizzativa , nelle scuole con un numero molto alto di classi da scrutinare, sarebbe stato pesante completare tutte le operazioni prima dell’insediamento delle commissioni per gli esami di maturità del secondo ciclo o prima dell’esame del primo ciclo, che si svolgerà nel periodo compreso tra la fine delle lezioni e il 30 giugno.

Gli scrutini di fine anno richiedono, se possibile, ancora maggiore attenzione di quelli quadrimestrali, trimestrali, o pentamestrali, perché deliberano l’ammissione /non ammissione alla classe successiva, la sospensione del giudizio, relativamente alla secondaria di secondo grado, con il carico di conseguenze che conosciamo, oltre che per gli studenti anche per le loro famiglie.

Il punto di riferimento è la Nota 699 del 6 maggio 2021 del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, che fornisce indicazioni per il corrente anno scolastico 2020/2021 circa la valutazione periodica e finale degli apprendimenti e del comportamento degli alunni delle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione per le classi non terminali.

La Nota fa riferimento per la scuola primaria al decreto legislativo 62/2017 e all’O.M. 172/2020, per la scuola secondaria di primo grado ancora al decreto legislativo 62/2017, per la scuola secondaria di secondo grado al d.P.R. n. 122/2009 e puntualizza che la valutazione degli apprendimenti e delle attività svolte in modalità a distanza produce gli stessi effetti delle attività didattiche svolte in presenza.

La stessa Nota, comunque, invita i consigli di classe a tenere in considerazione la complessità dell’anno scolastico in corso, i possibili disagi vissuti dagli studenti e dalle loro famiglie a causa della pandemia, gli ostacoli che hanno potuto rendere difficile il raggiungimento dei risultati attesi con la didattica in presenza e a distanza. Inoltre ogni componente del consiglio di classe deve comunicare in sede di consiglio e depositare relazione negli uffici della segreteria didattica, se ha seguito e ha svolto quanto scritto nella programmazione di classe all’inizio dell’anno scolastico o, se, invece, ha svolto solo in parte contenuti, attività didattiche, progetti o altro, motivandone le cause.

I consigli di classe, infine, possono stabilire, con motivazioni chiare e dettagliate, deroghe straordinarie rispetto al requisito di frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato anche con riferimento a specifiche situazioni causate dalla pandemia.

Rimane ferma, comunque, la necessità di poter disporre da parte dei docenti di un congruo numero di verifiche, svolte in presenza e a distanza,tale da consentire una valutazione equa, e non soggettiva, degli apprendimenti dello studente, fondata sempre e comunque sui criteri di verifica e di valutazione deliberati dal collegio dei docenti all’inizio dell’anno scolasticoe diventati, dopo la delibera, vincolanti per tutti i docenti dello stesso istituto.

La collegialità e la proposta di voto

Il consiglio di classe al completo, con la presenza di tutti i docenti delle discipline curriculari, dei docenti di sostegno, di potenziamento, di religione e di insegnamento alternativo alla religione cattolica, si presenta allo scrutinio, presieduto dal dirigente scolastico o, in sua assenza, da un docente della classe da lui designato, con la proposta di voto, già fatta pervenire al dirigente, in modo che egli possa avere il quadro completo della situazione di ciascun alunno. E’ appena il caso di ricordare che i più”, i “meno”, i mezzi voti   non sono previsti dalla normativa, anche se nella pratica vengono spesso utilizzati, e pertanto non dovrebbero comparire nella proposta di voto e in ogni caso, non dovrebbero assolutamente essere tenuti in considerazione dal consiglio di classe.

Se la proposta di voto per ogni singolo alunno non viene condivisa da uno o più componenti del consiglio di classe e non si raggiunge un accordo si ricorre alla votazione, che è obbligatoria e non consente, quindi, astensione da parte di nessun componente.

Nel caso di parità di voti prevale la proposta a cui il Presidente ha dato il voto, rimanendo fermo il  numero dei voti dato a ogni  proposta ( DLgs 297/94, art. 37, comma 3).

E se un docente risulta assente?

Il Consiglio di classe riunito per lo scrutinio, intermedio e finale, è un organo collegiale perfetto e, pertanto, perché le deliberazioni siano valide è necessario che tutti i componenti siano presenti.

Inoltre, il consiglio di classe può deliberare solo in presenza dei suoi componenti, per cui non possono essere presenti docenti che non fanno parte del consiglio. Infatti il consiglio di Stato più volte ha confermato che nella votazione degli organi collegiali la partecipazione di soggetti estranei alle sedute rende illegittime le deliberazioni assunte. Pertanto il dirigente scolastico non può dare delega a un suo collaboratore a presiedere uno scrutinio, a meno che esso non sia un componente del consiglio di classe.

Nel caso in cui un docente non possa partecipare agli scrutini per motivi seri e giustificati, il Dirigente scolastico deve affidare l’incarico di sostituirlo ad un altro docente di disciplina  uguale o affine, che abbia titolo a insegnarla, in servizio nell’istituto. Se non è presente nell’istituto un docente della stessa disciplina o di disciplina affine si nomina un supplente, per scorrimento dalle graduatorie dei supplenti.

Esami di Stato per candidati detenuti e sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria

da La Tecnica della Scuola

Con nota 12266 del 23/05/2021 il MI, ad esito di un esame congiunto della materia con i competenti uffici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia, fornisce indicazioni operative per l’anno scolastico 2020/2021, allo scopo di assicurare ai candidati adulti detenuti o comunque sottoposti a restrizioni della libertà personale, nonché ai candidati sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile, la possibilità di sostenere gli esami di Stato anche in presenza di situazioni che comportano, in prossimità della data degli esami, un allontanamento dalla sezione carceraria ovvero – nel caso di adulti o minori in area penale esterna – dalla sede scolastica frequentata, a seguito di trasferimento, sottoposizione agli arresti domiciliari, scarcerazione a qualsiasi titolo.

La nota affronta dunque le varie casistiche possibili:

  • Candidato detenuto, trasferito ad altro istituto penitenziario
  • Candidato già detenuto, poi sottoposto agli arresti domiciliari
  • Candidato condannato e sottoposto a misure alternative alla detenzione: affidamento in prova, detenzione domiciliare
  • Candidato condannato e sottoposto a misure alternative alla detenzione: semilibertà
  • Candidato scarcerato per fine pena

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Ultimo giorno di scuola: tornano i quadri ed è possibile fare festa

da Tuttoscuola

Ormai possiamo dirlo: anche quest’anno scolastico si è concluso. Per molti già oggi sarà l’ultimo giorno di scuola, per altri bisognerà aspettare la prossima settimana, ma ci siamo. E anche se ancora in era Covid, la domanda torna come ogni anno: è possibile festeggiare l’ultimo giorno di scuola? 

Se l’anno scorso, nonostante il caldo facesse intravedere uno scenario certamente più favorevole rispetto a quello che la primavera 2020 ci aveva regalato, non è stato possibile rivedersi nemmeno per un saluto l’ultimo giorno di scuola, quest’anno le cose cambiano. E’ possibile fare festa in occasione dell’ultimo giorno di scuola, seppur rispettando ancora le regole anti contagio. Niente assembramenti dunque, e obbligo assoluto di rispettare il distanziamento e di indossare le mascherine. Le classi non potranno unirsi per festeggiare insieme in un unico momento, ma dovranno farlo in maniera separata.

Le scuole si stanno dunque organizzando, distanziando le uscite tra le varie classi e prendendo precauzioni per evitare confusione e assembramento. Molti i docenti che puntano su giornate al parco o al cinema, e su passeggiate o lezioni all’aperto.

Protagonisti di questa fine dell’anno scolastico tornano ad essere i quadri che nel 2020 erano stati aboliti per evitare assembramenti. Nonostante la possibilità dunque di affiggere promossi e bocciati fuori dalla scuola, viene comunque lasciata l’alternativa di non esporre i quadri ma comunicarli in maniera riservata sul registro elettronico. Chiaramente in questo caso non saranno del tutto pubblici, ma consultabili soltanto da chi fa parte della classe.

Maturità 2021 senza prova scritta? Bianchi: ‘Una sciocchezza’

da Tuttoscuola

Per la seconda volta nella storia dell’esame di Stato, la maturità sarà solo orale. Anzi, non proprio. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi non accetta le critiche di chi avrebbe voluto la tradizionale prima prova anche alla maturità 2021. “È una sciocchezza dire che all’esame di maturità quest’anno non c’è lo scritt0“, ha infatti dichiarato il Ministro. “Abbiamo chiesto alle scuole – spiega – di fare un passo in più per poter sviluppare un pensiero articolato, complesso. Bisogna ricostruire il piacere della scrittura, rifiutando la banalità in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni, con parole che sembrano piume al vento; la scuola deve servire ad esplorare la complessità, a comprenderla. La maturità non è un test, è un passaggio per entrare in una giovinezza sempre più matura e adulta”. C’è chi si chiede se la pandemia abbia dunque definitivamente riformato la maturità anche per gli anni a venire, ma Bianchi non si sbilancia: “Valuteremo come va quest’anno”.

Non mancano le critiche, come riporta anche IlSole24Ore: “La realtà – hanno dichiarato i deputati di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti, vicepresidente della commissione cultura della Camera e responsabile dipartimento istruzione, e Carmela Ella Bucalo, responsabile scuola – è che le prove scritte per il secondo anno consecutivo non saranno previste e, in particolare, è grave che non ci sarà il tema come più volte richiesto da Fratelli d’Italia. Qualsiasi altra modalità di prova non potrà in ogni caso essere equiparata ad un tema. Una maturità senza tema di italiano mina i concetti di merito e di valutazione che sono i cardini sui quali si dovrebbe basare la scuola“.