Quello che tu non vedi

“Quello che tu non vedi”: il valore delle relazioni nei disturbi mentali
SuperAbile INAIL del 29/06/2021

Per quanto un disturbo possa essere severo, non esaurisce mai la personalità e le possibilità di un individuo. La vita di Adam vista attraverso i suoi stessi occhi, nel testo della statunitense Julia Walton, tradotto in italiano da Sperling&Kupfer. Non un manuale, ma un romanzo per ragazzi.

ROMA. Adam sente le voci e non è quasi mai da solo: la sua vita è costantemente accompagnata da una folla di presenze che lo esortano, lo deridono, lo rassicurano. Voci e volti che è l’unico a vedere e che rendono la sua esperienza assolutamente insolita tra i ragazzi della sua età: perché la schizofrenia è un disturbo che, in genere, non si manifesta prima dei 20 anni e lui di anni ne ha soltanto 16. Adam, però, è anche un ragazzo come gli altri. E questo è il pregio principale di “Quello che tu non vedi”, romanzo per young adults della statunitense Julia Walton, tradotto in italiano da Sperling&Kupfer: nonostante il disagio mentale che lo affligge, il protagonista ha gli stessi desideri, pensieri, paure dei suoi coetanei. La storia ci dice, cioè, che, per quanto un disturbo possa essere severo, non esaurisce mai la personalità e le possibilità di un individuo.
In particolare, il romanzo, uscito nelle librerie italiane in contemporanea all’omonimo film diretto da Thor Freudenthal e disponibile su Amazon Prime Video, ci racconta la vita di Adam vista attraverso i suoi stessi occhi o, meglio, attraverso le sue parole, dal momento che il racconto è affidato alle pagine di un diario che ogni settimana consegna nelle mani del suo psicoterapeuta, a cui non rivolge la parola. È proprio da questo colloquio ideale con il terapeuta, da questo spazio sicuro in cui esprimersi, che apprendiamo che il ragazzo è entrato nella sperimentazione di un nuovo farmaco: il ToZaPrex. Se la cura avesse l’effetto sperato, Adam potrebbe tornare a fare una vita più o meno normale, respingendo quelle presenze che tanto lo spaventano e lo confondono. Ed è sempre dalle pagine del diario che veniamo a conoscenza di come abbia cominciato a vedere persone e animali che erano invisibili agli altri e di quanto a lungo abbia tenuto nascosta la cosa.
Ma siccome nessuno può fuggire troppo a lungo a se stesso, Adam ha una forte crisi durante il laboratorio di chimica e, in seguito a questo episodio, cambia scuola. È qui che lo incontriamo per la prima volta: in un istituto cattolico tradizionalista, frequentato da ragazzi di buona famiglia. Ed è qui che Adam, all’inizio distaccato e introverso, troverà nuovi amici e il primo amore. Saranno proprio queste nuove conoscenze, insieme all’infaticabile madre, la sorellina appena nata e l’avveduto patrigno ad aiutarlo quando una nuova e più devastante crisi rischierà di spazzare via quello che il ragazzo ha lentamente ricostruito.
È bene che temi come quello della salute mentale vengano affrontati in un romanzo per giovani adulti. È bene, soprattutto, che un romanzo sentimentale come “Quello che tu non vedi” spinga sulla leva giusta: è soprattutto la forza delle relazioni, e non la determinazione individuale, a salvare qualsiasi persona dalla “perdizione” della malattia mentale. In questo senso, il romanzo di Julia Walton non è un caso di letteratura pedagogica, è una piccola e godibile opera che racconta le cose così come stanno.

(La recensione è tratta dal numero di giugno di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

Adeguamento e messa in sicurezza palestre, impianti sportivi per uso didattico, mense scolastiche. Avviso Pon

da OrizzonteScuola

Di redazione

Avviso numero 18786 del 28 giugno per l’adeguamento e messa in sicurezza impiantistica di palestre, aree di gioco, impianti sportivi adibiti ad uso didattico, di mense scolastiche e allestimento. L’avviso s’inserisce nel quadro di azioni finalizzate alla presentazione di proposte per l’attuazione dell’Obiettivo specifico 10.7 – “Aumento della propensione dei giovani a permanere nei contesti formativi, attraverso il miglioramento della sicurezza e della fruibilità degli ambienti scolastici” (FESR)”, nell’ambito dell’azione 10.7.1 “Interventi di riqualificazione degli edifici scolastici (efficientamento energetico, sicurezza, attrattività e innovatività, accessibilità, impianti sportivi, connettività), del PON “Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014 – 2020

Alla selezione possono partecipare tutti gli enti locali, con riferimento a uno o più edifici pubblici, adibiti ad uso scolastico statale di cui sono proprietari o rispetto ai quali abbiano la competenza secondo quanto previsto dalla legge 11 gennaio 1996, n. 23 delle Regioni c.d. “meno sviluppate” e “in transizione” (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Il termine per la presentazione delle candidature è fissato alle ore 15.00 del giorno 5 agosto 2021. L’area del sistema informativo predisposta per la presentazione delle candidature resterà aperta dalle ore 10.00 del giorno 5 luglio 2021 alle ore 15.00 del giorno 5 agosto 2021.

L’accreditamento degli enti locali sarà possibile dalle ore 10.00 del giorno 30 giugno 2021 alle ore 15.00 del giorno 30 luglio 2021.

AVVISO


Bianchi come don Milani: sbaglia la scuola che boccia gli alunni e poi li perde, ha l’obbligo di formare tutti

da La Tecnica della Scuola

Un ragazzo in difficoltà in età di scuola dell’obbligo va aiutato. E se è a rischio dispersione non va pungolato e “messo in croce”, nemmeno bocciato se poi il prezzo da pagare è il suo addio alla scuola. È questo il senso del concetto espresso dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante un intervento tenuto durante il web talk “Che cosa serve alla scuola: priorità imprescindibili” promosso da Vita e dalla rete Educazioni. Una posizione alla don Lorenzo Milani, fautore della scuola per tutti senza lasciare mai indietro nessuno, soprattutto gli esclusi e gli emarginati.

La scuola rigorosa non è quella che boccia

“Il divario sulla dispersione scolastica è inaccettabile ma – ha detto Bianchi – c’è anche un altro divario. La nostra scuola non è rigorosa perchè boccia troppo poco? No, la scuola ti mette la croce” se non vai bene “e ti fa disperdere, ti fa scomparire dall’orizzonte”.

Il concetto espresso dal numero uno del dicastero di Viale Trastevere appare semplice: la scuola dell’obbligo è prima di tutto quello che fa conseguire risultati ai nostri giovani.

“No, la scuola dell’obbligo è obbligo anche per lo Stato, per la società, per tutti i nostri figli ad avere un risultato nella vita e sentirsi parte della società”, ha sottolineato il ministro.

Quei fondi del Recovery plan

Da questo punto di vista i fondi del Recovery plan sono importantissimi:” il Pnrr va preso, va fatto fino in fondo, non faremo un ritardo di un minuto che è un minuto, ma sono strumenti. La scuola è lo specchio di una società e se noi vogliamo una società democratica bisogna che tutti siano in condizione di avere le stesse opportunità sul territorio, e c’è un enorme problema del sud, e dall’altra parte occorre che ritroviamo in questo paese il senso che la scuola non è un accessorio della vita ma è l’elemento portante di una dinamica sociale che non può lasciare indietro nessuno”.

“Sono convinto che ci voglia l’eccellenza – ha aggiunto il ministro – però l’eccellenza parte dando a tutti le stesse opportunità. E allora non avremo un’eccellenza, ne avremo tante”.

Nessuna scusa su ritardi uso fondi Pnrr

A proposito dei fondi del Pnrr, “, Bianchi ha ricordato che serviranno anche a colmare i divari di apprendimento tra Nord e Sud. E gli enti locali dovranno per forza di cose la loro parte.

“Non voglio arrivare ad esercitare i poteri sostituitivi” previsti se non si rispettano i tempi degli investimenti, ma “comuni, province e regioni devono lavorare fin da subito: qua parte proprio un problema di organizzazione dello stato, c’è una grande operazione amministrativa da fare”.


Bianchi: “PNRR importante, ma sull’edilizia già in campo risorse”

da La Tecnica della Scuola

Intervenuto nel corso dell’incontro online sulla pagina facebook di Vita riguardo le priorità imprescindibili della scuola, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha toccato alcuni temi del mondo della scuola:

“Per quanto riguarda l’edilizia, non stiamo aspettando il PNRR, abbiamo tirato fuori ciò che avevamo. Abbiamo autorizzato tutte le risorse che c’erano, una quantità enorme, per mettere in sicurezza le strutture ma anche per ripensare i luoghi dell’apprendimento. C’è uno sforzo straordinario. È possibile dare un Paese ai nostri figli”.

“Le scuole sono di proprietà delle Province quelle più grandi e dei Comuni quelle più piccole. C’è una grande operazione amministrativa da fare. Quando noi investiamo negli asili nido vuol dire che abbiamo trovato il senso. Abbiamo chiesto alle università italiane di intervenire sulla gamma delle offerte”.

“Non voglio esercitare poteri sostitutivi perché sarebbe atto di sfiducia per i nostri Comuni. Il tema è complesso. Stiamo ragionando su una trasformazione profonda della scuola e questo richiede dirigenti capaci”.

“Dobbiamo mettere mano all’edilizia, ma prima ci vuole il pensiero. Bisogna avere il coraggio di pensare come dev’essere la nostra scuola. Si apre un enorme tema del vivere insieme nella nostra scuola. Dobbiamo tornare alla scuola come tema fondante della nostra vita. Il PNRR è importante perché sono strumenti, la scuola è lo specchio della società”.

“Dobbiamo ritrovare il senso, la scuola non è un accessorio. Dobbiamo permettere a chi vuole fare l’insegnante di fare percorsi specifici, e non “prima mi laureo e poi vedo”. Ci dev’essere una scuola che parta dalla 0-2, una scuola media su cui dobbiamo ragionare molto perchè lì perdiamo molti studenti e dobbiamo ragionare anche sulle scuole superiori. Il tempo pieno è una necessità”.

PNRR centrale

Ad intervenire anche la sottosegretaria al ministero dell’economia e delle finanze Maria Cecilia Guerra:

“Nel PNRR le risorse ci sono, se riusciamo a spendere tutto e bene, abbiamo fatto un passo straordinario. Il PNRR in larga parte è ancora da scrivere, si vedrà gli obiettivi che è in grado di raggiungere. La scommessa più grossa è che il PNRR è organizzato per filiere, ci vuole un forte protagonismo dei vari settori. Serve programmazione e monitoraggio. C’è un grande squilibrio territoriale. Nel caso degli asili nido c’è un problema drammatico di domanda, in parte legato anche agli edifici. Avendo grande supporto, sono riuscito a ottenere un fondo di finanziamento corrente. Soldi vincolati per i Comuni. Vedo un nemico rispetto a questo processo, cioè idee diverse che nascono come sussidio e non come programmazione.

Carta docente in scadenza, entro il 31 agosto spendere il residuo

da La Tecnica della Scuola

Le prossime scadenze della carta docente: fino al 30 giugno 2021 con i 500 euro della Carta Docente è ammesso l’acquisto di dispositivi hardware finalizzati all’aggiornamento professionale anche per organizzare una didattica a distanza come webcam e microfoni, penne touch screen, scanner e hotspot portatili.

Si tratta di acquisti normalmente non consentiti, che però sono invece stati ammessi per venire incontro alle esigenze degli insegnanti alle prese con la didattica a distanza in periodo di emergenza da Covid-19.

Per quanto riguarda la scadenza del 31 agosto, è bene che il docente provveda a utilizzare il residuo della carta. La Carta spetta solo ai docenti di ruolo, quindi sono esclusi i supplenti, nonostante più volte i sindacati ne abbiano fatto richiesta. (VAI AI CORSI DELLA TECNICA DELLA SCUOLA)

Come accedere al bonus

Per accedere al bonus dei 500 euro previsti per l’anno scolastico 2020/21 e agli importi dei buoni non validati relativi all’a.s. 2019/20 si utilizza lo SPID.

Gli insegnanti possono consultare la composizione del proprio borsellino elettronico attraverso la specifica funzione di “storico portafoglio”.

Cosa di può acquistare

I 500 euro per i docenti si possono spendere in diversi modi:

  • libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, e-book reader, tablet, strumenti di robotica educativa;
  • software;
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

Assumere chi merita. Una riflessione autorevole contro l’ope legis

da Tuttoscuola

In un editoriale sul Corriere della Sera, Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, con la competenza e la coerenza che lo caratterizzano, esprime valutazioni e considerazioni sul settore pubblico (scuola compresa) per il quale il Governo Draghi, “senza suonare la grancassa”, ha aperto una nuova stagione di assunzioni con metodo diverso.

Innanzitutto Cassese afferma decisamente che da queste assunzioni “dipenderà lo stato di salute del nostro settore pubblico”; ma “se non si faranno con giudizio, ne pagheremo il prezzo”.

Il riferimento riguarda diverse istituzioni pubbliche, ma, a conferma della necessità di cambiare metodo nel reclutamento, il giurista porta ad esempio la situazione attuale della burocrazia italiana (ma il riferimento vale in modo emblematico per diversi settori): “Se tutti sono scontenti della burocrazia italiana, ciò è dovuto al fatto che da un terzo a metà dei dipendenti non è entrato a seguito di una selezione rigorosa, con grave scorno per coloro che hanno gareggiato con fatica”.

In proposito Cassese auspica un libro bianco che sarebbe utilissimo, “perché non abbiamo indicazioni precise su quanti sono entrati dalla porta di servizio”, compresi i dirigenti che i diversi governi (anche quello di “Draghi ha mostrato qualche debolezza”) hanno spesso “paracadutato ai vertici solo per meriti politici”.

Il merito attraverso una selezione rigorosa, dunque.

Per Cassese è questa la strada maestra da seguire, anche se certamente sa che il dettato costituzionale, oltre a prevedere l’accesso ai posti pubblici per concorso, consente, in una specie di deroga al principio generale, anche “salvi i casi stabiliti dalla legge”.

Nella scuola, proprio attraverso questa deroga, le graduatorie permanenti dei docenti, diventate poi ad esaurimento (GAE), hanno inserito per anni migliaia di docenti che non avevano mai affrontato o superato un concorso.