Verso una nuova formazione professionale.
La IeFP come risorsa per far ripartire l’Italia
a cura di Emmanuele Massagli e Arduino Salatin,
Adapt University Press,
maggio 2021
Frutto dell’iniziativa dei ricercatori di ADAPT e Scuola Centrale Formazione il volume – scaricabile gratuitamente in formato eBook – nato a seguito del primo lockdown a marzo 2020, offre uno sguardo sulle esperienze di istruzione e formazione professionale. Oltre 30 interviste e interventi raccolti nelle Regioni italiane, raccontano come è stata affrontata in termini didattici e organizzativi, l’emergenza pandemica. Numerose esperienze virtuose di IeFP per comprendere l’effettivo valore di questi percorsi, tra punti di forza e criticità emerse dal momento di crisi.
Venezia, 15 Luglio 2021 – Si svolge il prossimo 19 luglio online alle ore 17.00 la presentazione del volume “Verso una nuova formazione professionale. La IeFP come risorsa per far ripartire l’Italia”a cura di Emmanuele Massagli, Arduino Salatin, Adapt University Press, pubblicato a maggio 2021.
Al webinar di presentazione intervengono Francesca Puglisi, Responsabile Segreteria Tecnica Ministro dell’Istruzione; Paola Vacchina, Presidente di Forma (Associazione Nazionale Enti di Formazione Professionale); i curatori del volume Emmanuele Massagli, Presidente di ADAPT e Arduino Salatin, Presidente di Scuola Centrale Formazione. Modera: Matteo Colombo, Adapt Junior Fellow.
I contributi presenti nella pubblicazionesono frutto dell’iniziativa di alcuni ricercatori di ADAPT (Associazione per gli studi internazionali e comparati sulle relazioni industriali e di lavoro fondata da Marco Biagi) e di Scuola Centrale Formazione (Associazione nazionale di enti di formazione professionale riconosciuta dal Ministero del Lavoro ai sensi della legge 40/87) che, a seguito del primo lockdown nazionale nel marzo 2020, hanno deciso di dare voce alle esperienze di istruzione e formazione professionale con l’obiettivo di raccontare come queste stavano affrontando, in termini didattici e organizzativi, l’emergenza pandemica e che ruolo immaginavano per la formazione professionale nel percorso di ripresa sociale ed economica del Paese.
Gli autori hanno raccolto numerose esperienze virtuose di IeFP, andando ad intervistare e a conoscere enti provenienti da quasi tutte le Regioni italiane, allo scopo da un lato di comprendere l’effettivo valore, per l’oggi e soprattutto per il domani, di questi percorsi e, dall’altro, di approfondire i punti di forza e le criticità emerse da quel drammatico momento di crisi che è stata l’emergenza sociosanitaria, che ha portato alla luce i limiti dell’attuale modello di governance e ha permesso di (ri)scoprire il valore pienamente educativo di un segmento del sistema formativo italiano spesso dimenticato o non riconosciuto nelle sue potenzialità.
L’iniziativa nasce anche dalle sollecitazioni fornite dall’azione comunitaria ed europea. Le tematiche che oggi sono al centro dell’operato della Commissione europea, per una ripresa capace di favorire lo sviluppo, l’inclusione e la sostenibilità del nostro modello economico e sociale in questo periodo emergenziale sono infatti giovani e occupabilità, competenze e sviluppo economico, innovazione diffusa. In questo scenario l’istruzione e la formazione professionale rappresentano un punto di caduta comune di queste direttrici. “Uno dei grandi potenziali della istruzione e formazione professionale – afferma Chiara Rondino, Head of Vocational Education and Training, Apprenticeships and Adult Learning della Commissione europea – è supportare la crescita socioeconomica e la transizione digitale e verde. Almeno dal nostro punto di vista, queste ultime sono le tendenze che guideranno la ripresa e la crescita nel futuro. È quindi cruciale sviluppare competenze anche di medio e alto livello legate alla just transition”.
Tra i punti di forza delle esperienze raccolte emergono in particolare la flessibilità didattica e organizzativa, l’attuazione di soluzioni creative, la presenza di scuole che sanno parlare il linguaggio delle imprese e l’attivazione di reti territoriali. Emerge con forza l’adattabilità rispetto ad una circostanza avversa e inaspettata come il Covid-19, che ha obbligato gli enti di formazione a ripensare la propria didattica e alcuni consolidati metodi pedagogici.
Tra le iniziative di particolare rilievo c’è il progetto INN promosso da Scuola Centrale Formazione (SCF) che in materia di innovazione della didattica, come organizzazione di secondo livello, lavora da tempo con l’obiettivo di sostenere la qualità e l’efficacia dell’offerta formativa degli associati supportandone l’innovazione nelle scelte organizzative, metodologiche, tecnologiche, di gestione dello spazio e di progettazione dei curricula formativi.
Negli ultimi anni SCF ha consolidato infatti alcuni filoni di intervento: la didattica innovativa con le tecnologie, la didattica duale, l’impresa formativa e sviluppato nuove piste di lavoro legate al ripensamento degli assi culturali e dei setting formativi. Investimenti importanti anche dal punto di vista delle attrezzature e della formazione dei formatori legata alle competenze digitali e alle metodologie di didattica non frontale, che si è rivelato strategico soprattutto durante l’emergenza nell’implementazione della didattica a distanza.
Dallo studio emerge anche come la DAD implichi in effetti un ripensamento complessivo – di contenuto e di metodo – che non può essere veicolato del singolo docente, ma che richiede un lavoro congiunto di progettazione a molteplici livelli. Cruciale è l’importanza di una progettazione aperta ad accogliere e interpretare gli stimoli da parte di tutti gli attori dell’ecosistema formativo. In primis dagli allievi, vero motore di questo sistema.
Altro esempio di buona pratica “Il modello friulano delle ATS”, che vede una gestione della IeFP con la compartecipazione delle Istituzioni formative incaricate attraverso una Associazione Temporanea di Scopo che raggruppa gli enti accreditati dalla Regione per l’obbligo di istruzione. Il modello, avviato nel 2012, si rivela vincente in quanto “scarica le tensioni sul sistema” permettendo la crescita della formazione professionale di base, tanto che viene esteso alla gestione degli avvisi di Garanzia Giovani.
Si evidenzia anche come l’attenzione agli ultimi, che caratterizza la maggior parte degli enti di formazione, non contrasta con lo sforzo di attirare gli allievi migliori. Le esperienze raccolte nel volume testimoniano infatti come metodologie didattiche pensate e sviluppate per i ragazzi considerati fragili, combinate con concetti e approcci didattici ispirati alle buone pratiche internazionali, abbiano portato alcuni centri di formazione professionale a diventare delle vere e proprie eccellenze nel territorio, garantendo la pari dignità tra scuola e CFP, nonché il successo formativo e professionale dei propri allievi. Tale eccellenza formativa sembra dovuta principalmente alle qualità e alle capacità degli operatori del sistema IeFP, e non tanto a piani di investimento dedicati a livello nazionale e regionale: un’eccellenza che andrebbe maggiormente considerata e tutelata per l’ulteriore rafforzamento del sistema e delle sue capacità di integrazione con le imprese.
La pubblicazione si compone di 32 interviste e 6 interventi ed è strutturata in tre parti: Contributi istituzionali e introduttivi (Parte I), Approfondimenti e riflessioni (Parte II), Esperienze di alcuni soci SCF e dei partner di Adapt (Parte III). Nelle interviste sono stati coinvolti enti provenienti da 12 Regioni italiane: Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Veneto. Le pagine del volume sono documentazione recente della adattabilità, resilienza, progettualità e creatività educativa e formativa della istruzione e formazione professionale e del valore del metodo educativo dell’alternanza formativa.
Sul piano istituzionale il volume raccoglie interviste a Chiara Rondino (Head of Vocational Education and Training, Apprenticeships and Adult Learning della Commissione europea) e Cristina Grieco (delegata MIUR per i rapporti con le Regioni e con la Pubblica amministrazione per i temi di competenza concorrente Stato-Regioni come la filiera professionalizzante e la formazione permanente).
“Durante il peggiore periodo della crisi da COVID-19 – afferma Emmanuele Massagli – l’istruzione e formazione professionale ha mostrato una creatività didattica e una resilienza organizzativa e pedagogica non osservati nel sistema scolastico tradizionale. La formazione professionale triennale e quadriennale di competenza regionale, laddove attiva, ha garantito ai propri studenti percentuali di successo occupazionale non differenti da quelle misurate prima della crisi. La prossima riforma del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà una occasione da non perdere per chiudere il cerchio della IeFP rinnovando e potenziando il funzionamento e l’offerta dei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS). La pubblicazione che oggi presentiamo mostra nei fatti, senza alcuna retorica, come il potenziamento dell’unico canale formativo work-based attivo nel nostro Paese sia necessario tanto per i giovani, quanto per le imprese, per dare forma a quella integrazione tra formazione e lavoro di cui troppo si parla e che ancora poco si pratica”.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.