Ausili e protesi, a che punto siamo?

Ausili e protesi, a che punto siamo?
Redattore Sociale

Il Tar Lazio lo chiede al ministero della Salute Con ordinanza pubblica, i giudici hanno disposto che il dicastero depositi, entro il prossimo 30 novembre, una “dettagliata relazione” in merito all’adeguatezza del Nomenclatore tariffario vigente. Associazione Coscioni: “Istruttoria essenziale per garantire alle persone con disabilità grave ausili indispensabili per soddisfare le proprie primarie esigenze”

ROMA. Il ministero della Salute ha poco più di quattro mesi di tempo per verificare l’adeguatezza del Nomenclatore tariffario protesi e ausili e depositare una “dettaglia relazione” in merito all’attuazione di quanto previsto dalla legge 96/2017. Questa chiedeva appunto, all’articolo 30-bis comma 2, che l’amministrazione verificasse, entro 16 mesi dall’entrata in vigore della norma, l’idoneità degli ausili tecnici personalizzati acquistabili attraverso le procedure di gara a soddisfare le specifiche necessità delle persone affette da disabilità grave, provvedendo in caso negativo, ad escluderli dall’elenco dei dispositivi acquistabili attraverso appalto pubblico, per consentirne l’acquisto a tariffa mediante libera scelta dell’erogatore della prestazione protesica più adeguata. Ora, il ministero è stato richiamato al suo compito dal tribunale laziale.
Lo riferisce l’associazione Luca Coscioni, che aveva proposto, a maggio, una class action pubblica, insieme a quattro persone con disabilità, proprio sul tema degli ausili, grazie agli avvocati Dario Capotorto e Chiara Geremia, che oggi si dicono “soddisfatti perché, a meno di due mesi dall’attivazione della class Action, il Tar capitolino ha avviato un’istruttoria che sarà essenziale per accertare la sussistenza delle denunciate inadempienze dell’amministrazione e attivare l’auspicato percorso virtuoso volto a garantire alle persone con disabilità grave ad ottenere ausili idonei ed indispensabili a soddisfare le proprie primarie esigenze”. 
Le ragioni e lo scopo della class action sono così sintetizzati da Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’associazione Luca Coscioni: “Oggi in Italia le persone con disabilità che hanno bisogno di ausili o protesi più o meno complessi, ma tutti prescritti in base alle singole esigenze, sono costrette ad affrontare un percorso ad ostacoli. È dal 2017 che in ogni forma possibile abbiamo chiesto al ministero della Salute di attuare normative per rimuovere immediatamente ogni ostacolo che impedisca a chi ne ha bisogno di ricevere i giusti dispositivi in base alle proprio esigenze, ma ad oggi nessuna risposta. Ogni giorno sono tantissime le richieste di aiuto che su questo tema arrivano all’associazione Luca Coscioni. Se ci fosse una volontà politica – osserva – ci sarebbero interventi immediati anche in attuazione di norme già in vigore nel nostro ordinamento e le persone con disabilità avrebbero pieno rispetto del loro diritto alla cura, all’assistenza e alla vita indipendente. Valuteremo come procedere caso per caso. Siamo ora soddisfatti del provvedimento del Tar Lazio e attendiamo l’appuntamento a fine novembre, dunque, per verificare le giustificazioni del ministero al proprio comportamento omissivo”.

Mobilità per tutti

Mobilità per tutti, si rafforza la sinergia tra FlixBus e Ugo per l’accessibilità
Redattore Sociale del 27/07/2021

MILANO. In pullman, senza barriere e senza difficoltà: questo è l’obiettivo della sinergia tra Flixbus e UGO, finalizzata a garantire ai passeggeri anziani o con disabilità o mobilità ridotta servizi di assistenza qualificati e accessibili. In 14 città, questi potranno usufruire a un prezzo agevolato dei servizi di UGO per avere assistenza nella salita e nella discesa dagli autobus, negli spostamenti da e verso la fermata di partenza o arrivo, nella gestione dei bagagli e, in generale, in tutte quelle attività che per la persona possono risultare complesse, grazie al supporto di operatori specializzati e formati. Si rinnova infatti l’impegno congiunto per una mobilità più accessibile, nella direzione di una maggiore inclusione e di un maggiore benessere psicofisico delle categorie coinvolte.
“Tale impegno appare tanto più cruciale alla luce dell’emergenza sanitaria in corso – spiegano in una nota congiunta Flixbus e Ugo – che ha colpito in modo particolarmente duro anziani e portatori di disabilità, spesso costretti all’isolamento a casa per mancanza di accompagnatori e soggetti all’aggravamento del proprio stato di fragilità. Se si considera che in Italia il 40% degli over 74 vive solo (per un totale di 2,5 milioni di persone a rischio, destinate a diventare 3,6 milioni nel 2045) e che oltre 600.000 disabili vivono privi di aiuto, è facile comprendere la complessità del quadro e l’esigenza di contribuire ad abbattere tale condizione di isolamento. Un recente report dell’Onu ha inoltre evidenziato come la mancanza di forme di mobilità accessibili sia ancora oggi in grado di rappresentare una vera e propria barriera all’inclusione sociale e al benessere delle persone disabili, ostacolando l’accesso anche a servizi di base come l’assistenza sanitaria. Anche in considerazione di questa disparità, si riconferma l’importanza del sodalizio tra FlixBus e Ugo”.
Concretamente, il servizio di affiancamento di Ugo è disponibile a un prezzo agevolato per i passeggeri FlixBus a Milano, Monza, Bergamo, Brescia, Varese, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Padova, Roma, Foggia, Lecce e Catania. Per prenotarlo, è sufficiente acquistare il biglietto FlixBus e successivamente prenotare l’accompagnamento direttamente sul sito hellougo.com. Grazie all’accordo tra FlixBus e UGO, i passeggeri che richiederanno il servizio di affiancamento riceveranno anche un voucher da utilizzare sull’acquisto di un nuovo viaggio in autobus.
“Da quando operiamo in Italia, il nostro impegno è stato focalizzato a garantire la possibilità di viaggiare a tutti – dichiara Andrea Incondi, di FlixBus Italia – Fin da subito, abbiamo garantito il trasporto gratuito della carrozzina pieghevole nel vano bagagli o degli ausili per la deambulazione, e abbiamo assicurato il viaggio gratuito dell’accompagnatore per i passeggeri disabili permanenti, garantendo a questi ultimi un supporto continuativo per l’intera durata del viaggio. Inoltre, nonostante la legislazione vigente in Italia non lo preveda, abbiamo dotato di pedane parte della nostra flotta, per consentire ai passeggeri con disabilità di viaggiare a bordo della propria sedia a rotelle, se questa è conforme a determinati standard di sicurezza. Con il consolidamento del sodalizio con UGO e l’ampliamento delle città coperte dal suo servizio di accompagnamento, vogliamo potenziare l’esperienza di viaggio delle persone anziane, disabili o a mobilità ridotta che ci hanno scelto in questi anni e che continueranno a prediligerci per i loro spostamenti”.
Spiega Michela Conti, cofondatrice di UGO: “La nostra missione è garantire a ogni individuo il supporto di cui ha bisogno per vivere in modo pieno, stimolante e autonomo. La partnership con FlixBus sin dagli inizi è nata da questi valori. Molte persone, per età o per condizioni di salute, convivono con limitazioni: le fragilità non devono essere motivo di blocco e isolamento, poiché con i giusti servizi di supporto possono essere colmate e superate. Oggi più che in ogni altro momento storico, la nostra attenzione si concentra su chi a causa della fragilità rischia un isolamento ancora più estremo e di non avere stimoli. Il viaggio, per motivi di svago e per ricongiungersi coi propri cari, è un momento prezioso, e con FlixBus vogliamo garantire un’esperienza sicura, serena e accessibile a tutti”.

Il video appello del Ministro

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha diffuso il 27 luglio, sui propri canali social e su quelli del Ministero, un appello alla vaccinazione.

“Al Ministero stiamo lavorando per preparare il rientro in presenza e in sicurezza a settembre”, spiega il Ministro. “Il lavoro che stiamo portando avanti è articolato, ci vede impegnati come governo, insieme ai territori e alle istituzioni locali, con le organizzazioni sindacali, con le singole scuole, con le famiglie. È un lavoro di squadra, che richiama tutti alla propria parte di responsabilità. Ognuno di noi può fare qualcosa, può dare il proprio contributo. Vaccinarsi è il modo in cui ciascuno di noi può mettere in sicurezza se stesso e gli altri. È un atto di responsabilità collettiva e di solidarietà. Significa prenderci cura di noi stessi e degli altri. Il vaccino è la chiave che la scienza ci ha fornito per tornare alla nostra normalità. Dobbiamo avere fiducia. Si tratta di un gesto semplice, eppure potentissimo. Vacciniamoci”.

Il video è accompagnato dall’hashtag #ioMIvaccino dove “MI” ricorda le iniziali del Ministero. Nei prossimi giorni il MI porterà avanti la campagna social avviata oggi con il video del Ministro.

Il video

Avvio anno scolastico 2021-2022

Avvio anno scolastico 2021-2022: servono decisioni politiche e indicazioni tecniche chiare. L’ANP incontra il Ministro Bianchi

L’ANP ha partecipato oggi, in videoconferenza, a due incontri dedicati all’avvio dell’anno scolastico 2021/22. Nel corso della mattinata abbiamo preso parte al tavolo, convocato dal Capo Dipartimento Jacopo Greco, finalizzato all’aggiornamento del protocollo di sicurezza per le istituzioni scolastiche; nel pomeriggio il Presidente Nazionale, Antonello Giannelli, ha incontrato il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi per discutere delle problematiche relative all’avvio del prossimo anno scolastico. 

Al tavolo convocato dal Dott. Greco dovevano essere presenti anche un rappresentante del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e un rappresentante della struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.  In apertura, il Capo Dipartimento ha evidenziato la natura istruttoria dell’incontro in vista della redazione del Protocollo e ha comunicato l’assenza del rappresentante del CTS, mentre ha preso parte all’incontro il Colonnello Latorre in rappresentanza della struttura commissariale. 

Quest’ultimo ha dichiarato che saranno distribuite mascherine chirurgiche a tutte le scuole, prevedendo la consegna di mascherine trasparenti certificate ai docenti e agli studenti delle classi in cui sono presenti studenti non udenti. Non si darà luogo, invece, alla distribuzione delle mascherine FFP2 perché il CTS ritiene sufficientemente efficaci quelle chirurgiche. Il colonnello Latorre ha affermato, infine, che i dati relativi alla situazione vaccinale del personale scolastico saranno trasmessi alle organizzazioni sindacali tramite il Ministero dell’istruzione. 

L’ANP, che ha già inviato al Ministero un documento dettagliato con richieste di chiarimento e proposte – ad es., su distanziamento e utilizzo dei DPI; spazi e organico di potenziamento; trasporti e scaglionamento delle entrate e delle uscite; gestione delle quarantene e tracciamento dei casi di contagio; lavoratori fragili; determinazioni delle Regioni e normativa nazionale – ha ribadito la necessità di ricevere indicazioni chiare da parte del decisore politico sull’obbligo vaccinale del personale scolastico e sul distanziamento.  

Il Protocollo di intesa del 6 agosto 2020 fu sottoscritto per attuare il documento tecnico del CTS del 28 maggio 2020 e le indicazioni contenute nel verbale del CTS del 22 giugno 2020, nonché alla luce di scelte politiche che erano già state compiute e cristallizzate nel Piano scuola 2020-2021 (D.M. 39/2020). 

Cosa dovrebbe attuare, per contro, il Protocollo di intesa 2021-2022? Le indicazioni fornite dal verbale del CTS del 12 luglio 2021 sono ambigue e per di più rese sulla base di un presupposto (il raggiungimento di una percentuale di vaccinati tra il personale scolastico e la popolazione scolastica over 12 pari al 60% a settembre) ad oggi di incerta realizzazione. Non risulta ancora aggiornato il rapporto dell’ISS 58/2020 per quanto riguarda tracciamento e gestione delle quarantene. Né alcuna scelta è stata finora compiuta dal decisore politico in relazione a dette indicazioni, visto che non è stato ancora adottato il Piano scuola 2021/22. In definitiva, mancano ad oggi il documento tecnico con le relative misure e le scelte politiche cui il prossimo Protocollo dovrebbe dare attuazione.  

Il Capo Dipartimento Greco, in conclusione, ha definito l’incontro odierno interlocutorio poiché è emersa la necessità che il CTS fornisca ulteriori precisazioni in merito al distanziamento e all’impiego dei DPI. 

Nel pomeriggio l’ANP ha poi incontrato il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi che ha sottolineato, in premessa, come l’obiettivo prioritario del Governo sia la ripresa delle lezioni in presenza da settembre. I dati della vaccinazione sono infatti incoraggianti: ad oggi l’85,5% del personale scolastico risulta vaccinato con punte del 100% in alcune aree, mentre in talune regioni la quota è più bassa poiché molti sono stati vaccinati fuori dal percorso riservato al personale scolastico. Anche la vaccinazione dei ragazzi over 12 sta procedendo bene.  

Il Ministro ha sottolineato, inoltre, l’importanza del parere del CTS del 12 luglio 2021 che prescrive, dove possibile, di mantenere il distanziamento; dove non è possibile, dovranno essere impiegati comunque le mascherine e gli altri DPI. 

Il Ministro ha anche ricordato che sono state stanziate risorse ingenti per contrastare l’emergenza e ha comunicato di aver chiesto al Ministro dei Trasporti di attribuire precedenza al trasporto degli studenti nelle fasce orarie di interesse per la scuola, in quanto questa non deve essere sempre l’ammortizzatore di tutto il sistema. Il Ministro si è infine dichiarato pronto ad adottare il Piano scuola 2021/22 che sarà condiviso il 29 luglio in Conferenza unificata Stato-Regioni.  

Il Presidente dell’ANP ha espresso apprezzamento per gli impegni assunti circa la ripresa in presenza delle attività didattiche, anche alla luce degli esiti Invalsi: se la DAD non ha determinato di per sé tali esiti, non si può negare che abbia peggiorato la situazione, specie per le fasce sociali più i deboli. Ha però sottolineato che è fondamentale assumere tempestivamente le decisioni necessarie per passare dalle parole ai fatti e per garantire concretamente la ripresa in presenza: se non si farà a meno del distanziamento, la DAD sarà inevitabile, soprattutto per le scuole superiori nei centri urbani più grandi, in quanto l’edilizia scolastica non ha accompagnato efficacemente i processi di urbanizzazione. Il Presidente ha affermato che non ritiene sufficientemente chiaro il parere espresso dal CTS nel verbale del 12 luglio, a fronte di quesiti posti con precisione dal Ministero dell’istruzione: in particolare, non si rileva con certezza se si possa derogare al distanziamento qualora si utilizzino le mascherine chirurgiche.  

L’ANP ha anche puntualizzato che è fondamentale chiarire se la vaccinazione renda superflua la misura del distanziamento, anche considerando la significativa quota di personale scolastico finora vaccinato. Non possiamo, inoltre, ignorare la questione della vaccinazione degli studenti (circa quattro milioni): si tratta di uno sforzo organizzativo notevole e serve dunque un deciso impegno visti i tempi molto ristretti.  

Deve essere infine rivista la procedura di tracciamento e messa in quarantena in caso di studenti (o docenti): se sarà mantenuta quella in vigore l’anno scorso, sarà inevitabile ricorrere di nuovo alla DAD. Occorrono anche in questo caso indicazioni chiare, perché non riteniamo possibile demandare alle singole scuole il bilanciamento tra i diritti – entrambi di rango costituzionale – alla salute e all’istruzione. L’autonomia scolastica ha la finalità di facilitare il raggiungimento del successo formativo degli studenti, non certo quella di tutelare la salute pubblica. 

A fronte delle perplessità dimostrate, il Ministro Bianchi ha annunciato che intende adottare specifiche linee guida, anche a chiarimento del parere del CTS, e che organizzerà a breve un altro incontro con le organizzazioni sindacali sull’avvio del prossimo anno scolastico. 

L’ANP continuerà, come sempre, a tenere tempestivamente aggiornati tutti i colleghi in merito agli esiti dei successivi incontri. 

Rientro in presenza non diventi uno spot

Scuola, il rientro in presenza non diventi uno spot: il governo investa sulla riapertura

Roma, 27 luglio – “Raggiungere la massima copertura vaccinale è una misura di sicurezza e un dovere civico che fin da subito abbiamo promosso, ma per avere davvero tutti in presenza a settembre servono risorse, spazi, interventi sul trasporto pubblico e misure straordinarie.” Così Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL a margine di una giornata apertasi con l’incontro MI – sindacati sul protocollo per la sicurezza e conclusasi con l’incontro delle parti sociali con il Ministro Bianchi in vista della riapertura a settembre.

“Il ministro Bianchi ha comunicato che siamo oltre l’85% di personale vaccinato, una stima che potrebbe essere al ribasso se si tiene conto che è ferma all’interruzione della corsia preferenziale per le lavoratrici e i lavoratori della scuola e che tanto personale si è vaccinato successivamente. Dovrà essere lo Stato a valutare l’eventuale obbligo vaccinale se ritiene questa percentuale insufficiente, ma non si scambi l’obbligo con la soluzione di tutti i problemi. Ci sono 8 milioni di studenti non vaccinati, un virus in continuo mutamento e il nodo dei trasporti completamente trascurato, servono serietà e prontezza nell’affrontare tutti gli scenari possibili. Ci aspettiamo su questo – aggiunge Sinopoli- delle indicazioni chiare da parte del CTS che finora non sono arrivate,e senza misure per garantire il distanziamento a settembre ci ritroveremo per forza a ricorrere alla didattica a distanza”.

“Sono mesi che lo ripetiamo: sul prossimo anno scolastico occorre confermare e potenziare le misure già previste per garantire la sicurezza, a partire dall’organico aggiuntivo ‘Covid’ necessario per sdoppiare le classi e garantire il distanziamento. Ma sul fronte delle risorse – sottolinea Sinopoli- dobbiamo registrare un chiaro disinvestimento da parte di questo governo. Basti pensare che sull’anno scolastico 2020/2021 per l’organico aggiuntivo erano previsti un miliardo e 850 milioni di euro, mentre per il prossimo anno sono previsti solo 350 milioni. L’eventuale eliminazione di questo personale aggiuntivo non va sottovalutata, rischia di costringere le scuole a ricomporre classi già sdoppiate l’anno scorso, in assenza di vaccinazione degli alunni e senza alcuna garanzia di distanziamento”.

“Il rientro in presenza non può diventare uno spot, non può essere soltanto evocato, ha bisogno di azioni concrete: non c’è più tempo, il governo investa sulla scuola in presenza” conclude Sinopoli.

I caregiver familiari non possono più aspettare

I caregiver familiari non possono più aspettare: la legge è urgente
SuperAbile INAIL del 27/07/2021

In una lettera congiunta, First e Confad chiedono alle ministre Stefani e Bonetti, a tutti i gruppi parlamentari e alla presidente senatrice Matrisciano, affermando che “l’opportuna fase emendativa e la successiva approvazione del disegno di legge n. 1461 non è più rinviabile”. E ribadiscono i punti fondamentali, tra cui la tutela del posto di lavoro.

ROMA. I caregiver familiari non possono più aspettare, una legge che li riconosca e li tuteli “non è più rinviabile”: è quanto scrivono Firs e Confad in una lettera congiunta, indirizzata alle ministre Bonetti e Stefani, a tutti i gruppi parlamentari e alla presidente senatrice Matrisciano.

La premessa è la grande fatica e sofferenza che la pandemia ha procurato e sta procurando alle famiglie con disabilità: “La pandemia ha gravato in modo drammatico ed estenuante sulle famiglie con disabilità: i caregivers familiari si sono dovuti assumere ulteriori responsabilità sostituendosi anche ai servizi fondamentali sospesi, evidentemente ritenuti accessori o perfino marginali dalle istituzioni – si legge – Per non tacere sull’emergenza lavorativa scaturita per i caregivers familiari costretti a conciliare anche l’attività lavorativa con quella di caregiving, la quale ha assunto e assume connotati di ulteriore gravità, non supportata dalle necessarie tutele professionali, sia in tempo di lockdown che nel periodo post pandemico”.

Di qui la raccomandazione che “vengano adottate nel testo di legge anche tutte le misure idonee alla tutela del posto di lavoro e in subordine ad un reale percorso di riqualificazione e ricollocazione che non si limiti al mero riconoscimento di figura assistenziale e/o infermieristica, ma che riconosca le professionalità pregresse e le adatti anche ad un contesto lavorativo mutato dalle nuove tecnologie e alle diverse nuove modalità d’ impiego”.

L’urgenza è alta: “L’ opportuna fase emendativa e la successiva approvazione del disegno di legge n. 1461, attualmente depositato presso l’XI Commissione del Senato, non è più rinviabile e rappresenta un vulnus per le famiglie con disabilità, in quanto la sua assenza determina a cascata la carenza di quel procedimento giuridico – amministrativo che definisca una volta per tutte e con valenza nazionale il riconoscimento dei diritti e dei sostegni del caregiver familiare”.

Fare bene: i 5 punti che non possono mancare
Bisogna far presto, ma anche farlo bene: per questo, le associazioni indicano cinque punti che ritengono “imprescindibili per una buona legge nazionale”: primo, “il caregiver familiare e’ diverso e distinto dalla persona con disabilita’ di cui si prende cura: i fondi per la non autosufficienza hanno il loro iter, il loro scopo, la loro ragione d’essere. Le misure per i caregivers familiari devono prevedere l’opportuno incremento del fondo di dotazione specifico, senza confusioni con altri fondi”; secondo, “il criterio della parentela e’ fondamentale: il caregivere’ familiare, secondo quanto indicato dalla legge del dicembre 2017. Nulla a che vedere con badanti, Oss che abbiano già i loro indirizzi e le loro tutele”; terzo, “il caregiver familiare convive con la persona con disabilità che accudisce: il criterio della convivenza è fondamentale, anche per l’individuazione di chi effettivamente presta l’opera di cura continuativa alla persona non autosufficiente”, quarto, “i sostegni imprescindibili: contributi figurativi, prepensionamento, sostegno economico”; quinto, “diritto al sollievo, riposo, salute: deve essere garantito al caregiver familiare il diritto al riposo, al sollievo, alle cure, con programmi stabili di assistenza garantita e di emergenza in caso di malattia e/o ricovero del caregiver familiare, sono diritti umani fondamentali, ad oggi non garantiti per i caregivers familiari”.

Fare presto: basta rinvii
Non è più tempo di rinvii: “Dal sito dell’XI Commissione ufficialmente risulta che i lavori dopo il primo rinvio del 21 luglio 2020, in attesa di un parere tecnico-finanziario del governo il quale, ancora ad oggi, di rinvio in rinvio, fino alla data dell’ultima riunione del 21.01.2021, non risulterebbe pervenuto. La crisi di governo ha solo rappresentato un breve stop dei lavori, ma da mesi la situazione si è stabilizzata, di conseguenza non si comprende per quali ragioni i lavori al testo non siano ripresi – osservano le due associazioni – Si tratta di un ritardo ormai divenuto ingiustificabile e intollerabile: sappiamo tutti, infatti, che il testo della proposta di legge per essere approvato necessita ancora di ulteriori passaggi e, una volta approvata la legge per la sua concreta attuazione, occorreranno gli atti di normazione secondaria. Pertanto – ribadiscono i firmatari – non c’è più tempo da perdere: il testo di legge va opportunamente emendato ed approvato. Per detta ragione d’ urgenza la missiva è indirizzata altresì alla ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, in quanto compete il compito di ‘garantire la promozione dei diritti della persona, delle pari opportunità e della parità di trattamento, la prevenzione e la rimozione di ogni forma e causa di discriminazione’. Non c’è chi non veda nella posizione dei caregivers familiari – fanno notare le associazioni – una lesione manifesta delle pari opportunità, della parità di trattamento e della condizione di discriminazione in cui essi sono costretti e indotti a vivere. La missiva si rivolge inoltre al ministro per la Disabilità in quanto, seppure il suo compito così come delineato dal Dpcm del 15.03.2021, art.1, è certamente quello di ‘promuovere, coordinare, garantire e tutelare i diritti delle persone con disabilità e favorire la loro piena ed effettiva partecipazione ed inclusione sociale, nonché la loro autonomia’, è evidente che la garanzia di tali diritti è legata anche alla condizione di benessere e al riconoscimento di tutele e sostegni previsti per il caregiver familiare. Infine la missiva è rivolta opportunamente anche a tutti i gruppi parlamentari, affinché ciascuno si assuma la responsabilità e faccia il proprio dovere, avvertendo come prioritaria l’approvazione della legge. Nessuno si nasconda più di fronte ad un’emergenza di civiltà e giustizia, ma s’ impegni per i diritti e le tutele da tempo riconosciuti ed applicati per i caregivers familiari in tutti i Paesi dell’Unione Europea”. A firmare la lettera, sono i presidenti di Confad Alessandro Chiarini e di First Maurizio Benincasa.

Fondi per i servizi sociali

Fondi per i servizi sociali, Gaudino: «Solo il 18% al Sud. Così si penalizzano i cittadini fragili»
Vita del 27/07/2021

Nel Mezzogiorno vive oltre un terzo dei cittadini italiani. «A parte pochi casi», dice Giovanpaolo Gaudino, presidente del Forum del Terzo Settore della Campania e presidente dei Confcooperative Federsolidarietà Campania, «i Comuni a cui non sono stati destinate risorse o per i quali sono stati previsti fondi esigui si trovano nel Mezzogiorno. Molti di questi proprio in Campania. Questa scelta mette un freno alla battaglia per l’efficientamento dei servizi sociali».

Un articolo di Marco Esposito, pubblicato domenica sulle pagine de Il Mattino, ha riportato la ripartizione dei fondi per i servizi sociali previsti dalla legge 178 del 30 dicembre 2020. «Stando a questa analisi», dice Giovanpaolo Gaudino, presidente del Forum del Terzo Settore della Campania e presidente di Confcooperative Federsolidarietà Campania, «al Mezzogiorno andrà solo il 18% dei fondi». Eppure nel Mezzogiorno vive oltre un terzo dei cittadini italiani. In questa area del Paese, inoltre, si vive un forte disagio sociale che non è paragonabile a quello del resto d’Italia. Il Decreto a firma del Ministro Orlando stabilisce i criteri per l’assegnazione dei fondi per i servizi sociali ai comuni italiani. così com’è strutturato verranno assunti più assistenti sociali dove già ce ne sono di più.
«Questa scelta penalizza i cittadini», dice Gaudino, «in particolar modo quelli fragili come anziani, non autosufficienti e persone con disabilità. Questa ripartizione aumenta il divario tra nord e sud del Paese. A parte pochi casi, infatti, i Comuni a cui non sono stati destinate risorse o per i quali sono stati previsti fondi esigui si trovano nel Mezzogiorno. Molti di questi proprio in Campania dove 31 distretti su 52 non avranno nessuno fondo.
 
Questa scelta mette un freno alla battaglia per l’efficientamento dei servizi sociali e la riconversione degli ambiti sociali che stiamo portando avanti da mesi. Le mancanze degli ambiti sociali sono evidenti, ma penalizzare i cittadini in maniera così netta non può essere la risposta giusta».

Senza questo ripartimento di risorse dal governo centrale i Comuni non potranno assumere assistenti sociali. Spesso in territori dove sono già in un numero esiguo. «Lo studio di Marco Esposito», continua Gaudino, «mette in luce un effetto paradossale: la norma 178 era nata proprio per colmare il divario tra i servizi sociali del nord e quelli del sud del Paese. Con il meccanismo che è stato attivato invece, nei territori più deprivati non si prevede il potenziamento dei servizi sociali. Chi ha meno servizi di welfare continuerà a non averne. Questo significa produrre l’effetto contrario di quello che ci si immaginava». Questo perchè «Il comma 797 della legge di Bilancio», scrive Esposito nella sua analisi, «fissa come livello essenziale di prestazioni, Lep, un numero di assistenti sociali pari a 1 ogni 5000 abitanti. Però nello stesso comma si stabilisce anche che se gli assistenti sociali sono troppo pochi, meno di 1 ogni 6.500 abitanti, allora non c’è alcun incentivo a raggiunegre il Lep ma scattano anche i vincoli assunzionali. La discriminazione è evidente soprattutto nelle aree intene dove i livelli sono quasi inesistenti».

«Di base», aggiunge Gaudino, «si pensa di risolvere i problemi di welfare al Sud Italia con il reddito di cittadinanza, che è in linea di massima una misura giusta per contrastare la povertà estrema. Ma non è una risposta. Il Sud ha bisogno di un sistema di sviluppo e infrastrutture».

AVVIO ANNO SCOLASTICO

AVVIO ANNO SCOLASTICO, DI MEGLIO: FUORVIANTE DIBATTITO SU OBBLIGO VACCINO

“Troviamo fuorviante il dibattito sull’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid per i docenti. Se vogliamo davvero mettere la Dad in soffitta, non possiamo ridurre la questione soltanto a questo aspetto, soprattutto se consideriamo che la percentuale di insegnanti immunizzata è molto elevata, a dimostrazione del senso di responsabilità che caratterizza la nostra categoria. Tra l’altro, come ha spiegato il ministro Bianchi, non c’è alcuna certezza sul numero reale dei docenti che mancano ancora all’appello vaccinale perché alcune Regioni non avrebbero ancora registrato i relativi dati”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in occasione dell’incontro con il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sull’avvio del prossimo anno scolastico. “Settembre è ormai dietro l’angolo e amareggia dover constatare che anche questo anno scolastico non sarà all’insegna della sicurezza a causa dei soliti ritardi e dell’inadeguatezza delle misure adottate. Così come desta forti perplessità non aver mai ottenuto i dati sui contagi nelle scuole, fondamentali per ogni tipo di decisione e da noi sempre richiesti”.

Nel corso del suo intervento, Di Meglio è tornato a sottolineare l’annoso fenomeno delle classi sovraffollate, che attende ancora una soluzione, e la carenza di organici rimasti pressoché uguali nonostante la pandemia esigesse di mettere in campo più docenti, oltre che più spazi, proprio per formare classi meno affollate. “Diamo atto dei 112mila posti per le immissioni in ruolo autorizzati dal Mef, ma non siamo in grado ancora di capire quanti di questi saranno effettivamente coperti. Basti pensare che l’anno scorso le assunzioni sono state neanche la metà dei posti assegnati. Va considerato che, concorso straordinario e abilitati delle Gps a parte, le operazioni si stanno effettuando su vecchie graduatorie e, dunque, è più che lecito nutrire qualche dubbio su quante cattedre saranno effettivamente coperte. Purtroppo il problema grosso delle abilitazioni strutturali è ancora in attesa di soluzione nonostante un accordo siglato con i tre governi precedenti per dare priorità ai precari con 36 mesi di servizio”, ha concluso Di Meglio.

Si naviga al buio

Francesco G. Nuzzaci

Possiamo, con buona ragione, presumere che la – inutilmente corposa – nota prot. n. 1107 del 22-07-2021, licenziata dal capodipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, che accompagna le – più snelle – ultime indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico per l’inizio del prossimo anno scolastico, sia stata sottoposta al previo accordo con il Signor Ministro: a partire dalla reticenza sull’obbligo della vaccinazione del personale della scuola, derubricata a “eticamente doverosa”, e degli studenti dai 12 anni in su a mano a mano che si avrà il vaccino di Pfizer/BioNTech, recentemente approvato dalle autorità sanitarie.  Sicché, per l’elemento decisivo al fine di garantire nel terzo anno dell’era Covid una generalizzata didattica in presenza, si è preferito continuare ad affidarsi al senso civico di coloro fin qui dimostratisi riottosi, con un’opera di moral suasion o con una strategia di spinta gentile, da sostenere con una campagna informativa e una comunicazione efficace: in attesa che sia il presidente Draghi, sperabilmente già nel prossimo Consiglio dei ministri, a sbrogliare la pseudo-intricata matassa facendo scrivere su carta che la libertà sacra e inviolabile del singolo contro imposizioni dello Stato in materia sanitaria non consente di mettere a rischio la salute degli altri, per giunta senza avvisarli e pure pretendendo che lo status di non vaccinato non sia reso noto, allegandosi – a sproposito, con una sua lettura parziale e fuori contesto – la normativa sulla privacy.

Per il resto la nota di accompagnamento va ben oltre il compito di partecipare le determinazioni del CTS rese nella seduta del 12 luglio u.s. su richiesta dello stesso Ministero, e contrassegnate da inopportuna vaghezza ovvero indeterminatezza sul piano operativo.

Tralasciando qui gli altri nodi problematici, perché non nella disponibilità dell’organo tecnico:

a) non è chiara la distanza minima da assicurare in modalità statica e dinamica, sia quando s’indossa la mascherina che quando no, concorrendo nel recare confusione il discordante combinato disposto di cui al Protocollo d’intesa con le OO.SS. di agosto 2020 e al successivo Rapporto ISS Covid-19 n. 4/2021, susseguente alla diffusione della c.d. variante inglese;

b) non è detto quale tipo di mascherine debba essere utilizzato nelle diverse circostanze;

c) non sono precisate le misure igieniche da collegare agli, semplicemente auspicati, interventi edilizi snelli;

d) permane l’incertezza per i c.d. lavoratori fragili, dopo che il primo luglio u.s. sono scadute le specifiche disposizioni della loro tutela.

Va ben oltre, la nota, con argomentazioni del tutto inconferenti e nello stesso tempo contraddittorie.

In primo luogo si profonde in una retorica intrisa di buoni sentimenti, e decisamente sopra le righe, sino a riportare alla luce la scuola su misura di uno dei fondatori del composito movimento dell’attivismo, di oltre un secolo fa e di cui a fatica si troverebbe memoria nei fogli ingialliti dei vecchi concorsi magistrali, sollecitando in proposito la costituzione di una “squadra professionale, dentro ciascuna Scuola, con ciascuna famiglia, tra le varie Scuole, tra Scuola e amministrazione”. Che è la soluzione vincente, “come ha dimostrato, tra il tripudio generale, la Nostra nazionale di calcio, (che) soltanto formando una squadra in cui il Noi viene prima dell’Io si potrà affrontare il difficile orizzonte che ci attende e a cui siamo chiamati”.

Ma poi, con un brusco cambio di stile, bacchetta le istituzioni scolastiche (rectius: i loro dirigenti) perché non prevalgano “attendismo e timore di sbagliare” sul dovere di garantire “il buon andamento” nell’organizzazione del nuovo anno scolastico in presenza “a scuola, nelle aule, nei laboratori, nelle mense, nelle palestre, negli spazi di servizio, nei cortili e nei giardini all’aperto, in ogni altro ambiente scolastico”; senza chiedere il soccorso di una nuova circolare, di un parere esperto, di indicazioni guida che definiscano o chiariscano ciò che gli strumenti normativi e le indicazioni tecniche già rendono disponibile: affermazione opinabile, subito dopo aver avvertito che le indicazioni dello stesso CTS potrebbero subire mutamenti per l’evoluzione del quadro epidemiologico; e dando mostra d’ignorare la realtà, in larga parte del Paese drammatica, dell’edilizia scolastica, congiunta all’inerzia – pur non necessariamente colpevole – degli enti proprietari, con l’aberrante e incivile conseguenza dell’esposizione dei dirigenti scolastici – tranne che non s’inducano a precludere l’accesso ai luoghi, rifugiandosi in una burocrazia difensiva che non appartiene al loro DNA – a responsabilità, anche penalmente sanzionate, e pur se hanno applicato protocolli e linee guida dello stesso CTS, a fronte di una compatta giurisprudenza della Corte di cassazione che, tra le maglie di una vieppiù intricatissima e debordante produzione normativa dettata dall’emergenza, in caso di contagi, equiparati a infortuni sul lavoro, troverà sempre qualche elemento di colpevolezza in chi, privo di poteri di spesa e di reale intervento, per esempio abbia consentito al sovraffollamento di aule – inevitabile, con classi che restano di trenta e passa alunni –  o non abbia rispettato i minuziosi parametri tecnici su spazi pro-capite, cubature, aerazione, vie di fuga, e altro elencando, in edifici palesemente e strutturalmente deficitari: norme che permangono tutte vigenti e, anch’esse, tutte disponibili!

Insomma, è la riedizione di un copione consolidato, cui non pare sottrarsi l’Amministrazione guidata dal professor Bianchi, prodiga di buoni propositi e dichiarazioni altisonanti, incessantemente replicati in una frequentazione mediatica che ben poco ha da invidiare a quella dell’inesperta predecessora. E basta.

È d’inoppugnabile evidenza che si naviga tuttora al buio e ci si ritroverà a settembre nel caos degl’interventi estemporanei e disarticolati, esattamente come un anno fa. Non lo dicono soltanto le arcigne Organizzazioni sindacali, ma pure l’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici-ANDIS (in Askanews, Roma, 8 luglio 2021), notoriamente pacata nei toni e misurata nei termini.

Perché sono ben poche le situazioni risolte da parte dei comuni con interventi di edilizia leggera o con la sistemazione di spazi all’aperto; per i trasporti, dopo l’incontro con i prefetti a Pasqua, tutto è rimasto identico e s’ipotizzano di nuovo ingressi e uscite scaglionati per la secondaria di secondo grado; dei presìdi sanitari per le scuole ancora non si vede l’ombra; in molte regioni i governatori pensano di far slittare l’inizio delle lezioni ai primi di ottobre, con deleterie ricadute sulla fine dell’anno scolastico 2021/2022 e sulla tempistica di scrutini ed esami.

Il Signor Ministro potrebbe a ragione controbattere di non possedere al riguardo strumenti d’intervento né immediati né incisivi. Ma lo stesso non potrebbe dire sulla mancanza all’appello di circa 200.000 docenti, al netto dei posti accantonati per i concorsi straordinari, STEM e per le immissioni dalla GAE. E nulla si sa dell’organico Covid, dopo il monitoraggio effettuato nelle scuole a luglio dello scorso anno, senza che sia dato ancora di conoscere come s’intende affrontare le situazioni di classi numerose con spazi ridotti.

Decorsi cinque mesi dall’assunzione della carica e pur potendo far affidamento, a differenza dei meno fortunati predecessori, su cospicue risorse del PNRR, i fatti latitano. E l’unica sua nota di de-merito è di aver abrogato in via interpretativa una legge dello Stato (n. 178 del 30 dicembre 2020, art. 1, commi 978 e 979) che, abbassando a 500 (300 nelle zone in deroga) il numero degli alunni per una scuola normo-dimensionata, avrebbe consentito a 380 istituzioni scolastiche, se applicata, di avere un proprio dirigente e un proprio DSGA, sia pure per il solo anno scolastico 2021/2022, anziché essere affidate, contra legem, a doppia reggenza.

Sia le cennate, inesistenti, misure che il – clamoroso – rifiuto di un’opportunità offerta dal Legislatore sono essenziali, oltre che alla vaccinazione, nel rendere possibile la didattica in presenza, in disparte e al momento ogni considerazione sui suoi profili qualitativi.

A suo tempo il ministro Fioramonti si dimise per molto meno.

Otto studenti su dieci sono favorevoli all’obbligo vaccinale per tornare in presenza

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

A settembre la scuola tornerà in presenza o si continuerà in Dad? Il dubbio rimane, anche se l’obiettivo dichiarato del governo è quello di garantire agli studenti un ritorno tra i banchi. Il mondo della scuola è in fibrillazione, soprattutto perchè restano da sciogliere i nodi legati ai trasporti, alle mascherine, al distanziamento e soprattutto ai vaccini.

La vaccinazione obbligatoria per docenti e studenti è una delle ipotesi, ma che ne pensano questi ultimi? ScuolaZoo (www.scuolazoo.com), lo ha chiesto a un campione di 46 mila ragazze e ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni: il 78% dei rispondenti pensa sia giusto mettere l’obbligo per i docenti, la percentuale scende al 68% per i favorevoli ad estenderlo anche agli studenti. Sorprende invece che quasi 3 studenti su 10 dichiarano di avere prof apertamente no vax.

E poi ci sono studenti che scendono direttamente in campo per raggiungere concretamente l’obiettivo di tornare in presenza: è il caso di Azzurra Chiarelli, rappresentante d’istituto ScuolaZoo del liceo Cannizzaro di Palermo. «Ho proposto alla Preside di scrivere all’Asp di Palermo per organizzare un hub nella nostra scuola. Ero molto preoccupata per le tempistiche con cui vengono fatti i vaccini, spesso passa anche più di un mese tra prenotazione e inoculazione, e di questo passo a settembre non tutti saremmo stati vaccinati. Inoltre ci sono lunghe ore di attesa agli hub vaccinali, e questo non è sicuramente un incentivo».

Detto, fatto: preside entusiasta e richiesta di Azzurra accolta. Il liceo si trasformerà in un hub per vaccinare la popolazione scolastica e i loro familiari, in tempo utile per il rientro tra i banchi. «Sarà molto semplice: Asp mette a disposizione il personale e attraverso un form online ci si potrà vaccinare. Sono molto contenta, alcuni miei compagni mi hanno scritto che grazie a questa iniziativa si sono convinti a vaccinarsi e proprio oggi l’Asp ci ha detto che anche altre scuole stanno decidendo di seguire l’esempio. Devo ringraziare la mia preside, è stata fantastica. Ha creduto fortemente in questa idea e si è mobilitata per realizzarla. Uno splendido esempio di collaborazione tra studenti e docenti», conclude Azzurra.

Olimpiadi di Fisica: due medaglie d’argento e tre di bronzo per la squadra italiana

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Due medaglie d’argento e tre di bronzo per la squadra italiana che ha gareggiato all’edizione numero 51 delle Olimpiadi Internazionali della Fisica (IPhO), organizzate dall’Università di Vilnius in Lituania.

A conquistare l’argento, Giacomo Calogero del liceo scientifico statale “Giulietta Banzi Bazoli” di Lecce e Marco Catapano del liceo scientifico “Elio Vittorini” di Napoli. Le medaglie di bronzo sono andate a Dariel Vllamasi del liceo scientifico statale “R. Donatelli–B. Pascal” di Milano, Martino Barbieri dell’istituto di istruzione superiore “Galileo Galilei” di Crema (Cr) e Daniele Fedeli del liceo scientifico statale “Augusto Righi” di Roma.

Le IPhO si sono tenute dal 17 al 24 luglio 2021, hanno partecipato 368 studenti provenienti da 76 Paesi dei cinque continenti. Le Olimpiadi si sono svolte online, gli studenti italiani si sono ritrovati presso il liceo classico “Francesco Stelluti” di Fabriano (An) e in collegamento, tramite webcam, hanno svolto le due prove lunedì 19 e mercoledì 21 luglio.

Nella gara, individuale, i concorrenti hanno dovuto cimentarsi in una prova teorica e in una prova sperimentale, entrambe molto impegnative.

Gli studenti italiani sono stati selezionati tra i vincitori delle Olimpiadi Italiane di Fisica, al termine di un periodo di formazione e preparazione alla competizione internazionale da parte di docenti qualificati. La squadra italiana ha preso parte alle Olimpiadi internazionali della Fisica, grazie al supporto del ministero dell’Istruzione che ha affidato l’organizzazione della partecipazione all’Associazione per l’insegnamento della Fisica (Aif), rientrando le Olimpiadi nel programma di promozione delle eccellenze.

Docenti e Ata vaccinati entro il 12 settembre o sospesi, il Governo sempre più convinto

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il governo è al lavoro per la riapertura delle scuole a settembre. Dopo aver approvato il decreto che rende obbligatorio il green pass per una serie di attività e servizi non essenziali, il governo detta le priorità per le prossime settimane, con l’obiettivo di definire le misure prima della pausa estiva e renderle operative per la fine di agosto. I tecnici dei vari ministeri hanno cominciato a ragionare sugli interventi in base alle priorità indicate dal premier Mario Draghi, che dovrebbe tenere una conferenza stampa proprio per illustrare i nuovi provvedimenti il 5 o il 6 agosto.

Secondo quanto riferisce Repubblica, sarebbe seriamente in ballo l’idea di un vaccino obbligatorio per tutto il personale scolastico che dovrà adeguarsi entro il 12 di settembre (a ridosso dell’inizio delle lezioni), pena la sospensione.

Altra ipotesi, una raccomandazione non vincolante, quindi, se non si raggiungeranno i numeri di copertura ritenuta sufficiente per l’immunizzazione di gregge, l’imposizione.

Oggi 27 luglio doppio appuntamento per i sindacati: prima i rappresentanti della struttura commissariale, poi il ministro Bianchi

Intanto il ministro dell’Istruzione, nel pomeriggio di lunedì 26, ha incontrato il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Si lavora alacremente per mettere a punto il protocollo di sicurezza e non solo. Sul tavolo, presumibilmente, le nuove misure inerenti al Green Pass per il mondo della scuola.

L’obiettivo primario è ridurre sensibilmente il numero dei prof e del personale non docente che non è ancora vaccinato, ad oggi 222mila persone. Nel caso in cui questo zoccolo duro non si sarà assottigliato per il 20 agosto, data entro la quale le Regioni devono fornire al commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo la fotografia reale della situazione, è molto probabile che venga introdotto l’obbligo vaccinale.

Tranne per la Lega e forse alcune frange del M5S, pare che ci sia accordo su questo all’interno della maggioranza. I dirigenti scolastici sarebbero d’accordo così come i sindacati a patto, però, di avere prima “dati precisi sull’attuale copertura vaccinale dei prof”.

Per il Cts, come ribadito nel verbale del 12 luglio, è “assolutamente prioritario” evitare la Dad e riportare i ragazzi a scuola.  I vaccini sono fondamentali e quindi bisogna “promuovere la vaccinazione nella scuola”. Non solo: il Cts non parla in modo esplicito di obbligo ma rivolge una “forte raccomandazione” alla politica “affinché sia fatto ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale” anche “attraverso l’individuazione delle ulteriori misure, anche legislative”.

Inoltre, nel caso in cui fosse “giuridicamente percorribile”, va ipotizzata la possibilità dell’obbligo del green pass per il personale della scuola. Quanto al distanziamento, il Cts raccomanda che sia mantenuto ma apre alla possibilità che salti.

Per navi, aerei e treni il governo avrebbe voluto inserire l’obbligo del pass già nel decreto approvato venerdì scorso ma poi si è deciso di rinviare per non creare problemi a chi aveva già prenotato e rischiava di dover annullare il viaggio.

Speranza: “Valuteremo obbligo di vaccino a scuola”

da La Tecnica della Scuola

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Controcorrente, così si è espresso sull’obbligo di vaccino per il personale nelle scuole: “Sono valutazioni che stiamo facendo in queste ore. La riapertura della scuola senza Dad, se possibile, è una priorità per il governo. Valuteremo in queste ore quali saranno le strade migliori. Dobbiamo lavorare perché con la buona campagna di vaccinazione, oggi abbiamo superato 65 milioni di dosi somministrate, vogliamo tutelare la scuola. Nessuna soluzione è esclusa, l’obiettivo è riportare tutti i ragazzi a scuola in sicurezza e in presenza”.

“Non abbiamo valutato un’ipotesi in questi termini”, cioè che l’obbligo scatti  in base al numero dei vaccinati nelle varie regioni,  anche se “ci sono differenze tra regioni: in alcune il tasso è molto alto, in altre è più basso. Di solito le misure che facciamo sono nazionali. Ma non deve passare il messaggio che gli insegnanti e il personale scolastico non si sono vaccinati, il dato è molto alto, l’85% ha avuto almeno la prima dose. Ma noi vogliamo che questa percentuale cresca, per questo nelle prossime ore valuteremo qual è lo strumento migliore”.

“La larghissima maggioranza degli italiani ha capito che il vaccino è lo strumento per chiudere questa fase. Dove c’è un dubbio, c’è bisogno di una spiegazione. Se una persona ha un dubbio, la soluzione non è insultarla. Bisogna parlarci, perché dalla nostra parte abbiamo l’evidenza scientifica, i dati. Se non vogliamo rivivere stagioni di privazioni e chiusure, dobbiamo utilizzare lo strumento del vaccino”.

“Abbiamo introdotto l’obbligo per chi lavora nella sanità. Valuteremo i dati e capiremo se serviranno ulteriori obblighi. Finora la risposta degli italiani è stata straordinaria: consumiamo tutte le dosi, utilizziamo più di 500mila dosi al giorno. La risposta delle persone è stata all’altezza delle aspettative. Chiedo a tutte le forze politiche di non avere ambiguità, ci giochiamo l’apertura o la chiusura delle scuole e delle attività produttive. Dobbiamo fidarci della scienza, non dobbiamo dividerci sul terreno della politica. Sono d’accordo con il segretario Letta, e spero che le forze politiche liberino il campo da ogni ambiguità. Le ambiguità fanno solo male al Paese”.

Inoltre, a quanto riferisce l’Adnkronos, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato a Palazzo Chigi per fare il punto sul dossier scuola. Che, assieme al tema trasporti e lavoro, dovrebbe essere al centro di una nuova cabina di regia che tornerà a riunirsi, con ogni probabilità, già questa settimana, o al più tardi la prossima. Ma il governo, col premier Mario Draghi in testa, vuole accelerare il più possibile sul tema, a partire dal nodo dell’obbligo vaccinale per i docenti e il personale scolastico.

Per il generale Figliuolo invece l’obiettivo è portare in presenza tutti a partire dal prossimo anno scolastico: “Ne va del benessere sociale e personale dei nostri ragazzi”.

E ha proseguito nel corso della presentazione del Piano Scuola Sicura della Regione Piemonte: “L’obiettivo sarebbe di arrivare intorno al 60%. Credo che a brevissimo sarà autorizzato anche Moderna dall’Aifa per i giovanissimi, e questo darà ulteriore flessibilità per poter effettuare con speditezza le vaccinazioni”.

Vaccino classe per classe: in Puglia

da La Tecnica della Scuola

Vaccino classe per classe per i ragazzi fra i 12 e i 18 anni: la Regione Puglia farà scattare questa sperimentazione di massa il 23 agosto con l’obiettivo di riaprire  la scuola in presenza il 20 settembre senza impedimenti di sorta.

Si stima, secondo quanto riporta il Messaggero, che gli studenti coinvolti nella vaccinazione saranno oltre 150.000, suddivisi in circa 7.000 classi.  Altri 50.000 alunni pugliesi  in quella fascia d’età hanno già ricevuto la doppia somministrazione da giugno in poi.

Dal 23 agosto saranno le singole scuole, secondo un ordine quotidiano già stabilito, a indicare di volta in volta agli studenti di ognuna delle 7.000 classi delle scuole di istruzione di primo e secondo grado in quale hub recarsi, tutti assieme e alla stessa ora, per essere vaccinati “in blocco” innalzando così l’uno con l’altro i livelli di garanzia della salute.

In Puglia inoltre, secondo le dichiarazioni degli uffici preposti, i già vaccinati fra i 12 e i 18 anni oscillano fra il 25 e il 30% del totale e a seconda delle varie Asl.

Ma anche il personale della scuola in Puglia è vaccinato con due dosi al 94% del totale. Percentuale che – se dovesse essere raggiunta anche fra gli studenti – dovrebbe impedire al virus di insinuarsi anche nella variante Delta.

È naturale che la riduzione di circolazione del virus fra i ragazzi dovrebbe anche limitare gli effetti dei possibili contagi fra i cinquantenni e i sessantenni che ancora non risulteranno vaccinati a settembre.

In ogni caso, secondo quanto si apprende da parte dell’assessorato alla sanità, le eventuali proteste dei novax non sembrano impensierire il governo regionale della  Puglia.

Graduatorie terza fascia ATA, valutazione dei reclami e correzioni

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero ha risposto ai numerosi quesiti relativi alla possibilità di far riferimento alla posizione sostanziale degli aspiranti all’inclusione nelle graduatorie di terza fascia Ata in sede di valutazione dei reclami.

Con nota 23007 del 23 luglio 2021 il MI ha chairto che “stante la casistica eterogenea e la conseguente impossibilità di fornire indicazioni specifiche in assenza di un puntuale esame delle singole fattispecie, si rimette alle Istituzioni scolastiche competenti la valutazione sulla presenza dei presupposti che consentono di emendare quelle inesattezze delle quali possa ragionevolmente consentirsi la regolarizzazione“.

Quindi, le scuole potranno apportare correzioni laddove gli errori o le mere irregolarità risultino agevolmente riscontrabili, in base ad elementi contenuti nelle domande presentate dai candidati ovvero da informazioni presenti al SIDI (es. servizi svolti, ove effettivamente sussistenti e comprovati, e proposti dal sistema informatico) e non si renda, pertanto, necessaria un’integrazione postuma della documentazione al di fuori dei termini di presentazione della domanda“.

Critica la FLC CGIL: “Pur apprezzando lo sforzo del MI di circoscrivere i casi emendabili, dal momento che il MI stesso ha implicitamente ammesso la presenza di disfunzioni del sistema, sarebbe stato più utile fornire chiarimenti univoci per tutto il territorio nazionale anziché lasciare la responsabilità alle scuole, con il rischio di possibili disomogeneità di trattamento“.