PRECARI: DAL 2 AL 12 AGOSTO LOTTERIA SUPPLENZE

PRECARI: DAL 2 AL 12 AGOSTO LOTTERIA SUPPLENZE, DIRITTI IN PERICOLO

“Si preannunciano giorni roventi per le nomine delle supplenze annuali che, è certo, si trascineranno una miriade di ricorsi. L’emergenza pandemica non può diventare un’occasione per calpestare i diritti delle persone”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’incontro che si è svolto oggi pomeriggio tra sindacati e ministero per la presentazione della piattaforma per l’inoltro delle istanze per l’assunzione straordinaria da I fascia GPS e per il conferimento degli incarichi di supplenza annuali.

“Contrariamente a quanto richiesto dalla Gilda e da tutte le altre sigle sindacali, – spiega Di Meglio – viale Trastevere ha deciso di concentrare in un’unica procedura le nomine per le supplenze annuali e quelle finalizzate al futuro ruolo. Oltre a comportare un ingolfamento degli uffici scolastici provinciali già allo stremo a causa della carenza di personale, ciò significa che i docenti precari saranno costretti a presentare online le domande alla cieca, senza sapere quali posti rimarranno realmente disponibili dopo l’espletamento della prima procedura. In molti casi parliamo di posti su province molto ampie e dover esprimere una preferenza senza cognizione di causa espone al rischio di assumere un incarico a molti chilometri da casa per poi scoprire soltanto successivamente che lo stesso posto, grazie al punteggio in graduatoria, era disponibile a poca distanza. Ad aggravare ulteriormente la situazione è la perdita del diritto alla supplenza per chi non parteciperà alla procedura fissata dal 2 al 12 agosto. Una lotteria che – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – in dieci giorni minaccia di ledere i diritti di graduatoria e di alimentare migliaia di ricorsi”.

Slitta alla prossima settimana la presentazione del Piano Scuola. Obiettivo principale è il rientro «in presenza»

da Il Sole 24 Ore

di Marco Ludovico

Rientro a scuola tutti tra i banchi. «In presenza» come si dice in un gergo burocratico ormai di uso corrente. Lo vuole il presidente del Consiglio Mario Draghi. Lo ribadisce il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Lo rilancia il titolare della Salute Roberto Speranza. Risolta in sede di governo la questione giustizia, la scuola e i trasporti locali, pezzo essenziale del sistema istruzione, sono la nuova scommessa politica.

Ieri Speranza al Senato è stato diretto: «La questione scuola è prioritaria. Sono fiducioso che la prossima settimana sarà quella giusta per un intervento organico su un rientro in presenza e in sicurezza». Speranza non nasconde l’auspicio di una larga diffusione del vaccino tra gli studenti. «Come noto l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) e l’Aifa (agenzia italiana del farmaco) hanno provveduto ad approvare» i vaccini anti-Covid anche per la fascia d’età tra 12-19. Una scelta con due «ragioni fondamentali: da una parte questa vaccinazione protegge chi riceve il vaccino, perché anche in questa fascia, purtroppo, ci sono casi di persone che contraggono il virus e ne derivano una situazione di gravità, come il caso della undicenne di Palermo che ha perso la vita. In più – sottolinea Speranza – chi si vaccina non protegge solo se stesso ma aiuta la protezione di tutti gli altri e una vaccinazione dentro quella fascia generazione potrà favorire la riduzione della circolazione del virus».

Si vedrà come l’esecutivo vorrà trattare la questione vaccino per gli studenti, obbligo improbabile, e per i docenti, obbligo non così improbabile, se non possibile, nella definizione del provvedimento d’urgenza annunciato ed essenziale per garantire una ripresa delle lezioni al meglio. Nelle intenzione di governo, dunque, tutti in classe.

Sulla scuola, Speranza ha sottolineato: «L’arma è quella delle vaccinazioni, siamo al 58% di seconde dosi, dobbiamo continuare e insistere su questo terreno. Vogliamo lavorare perchè i nostri figli possano tornare a scuola in presenza e in sicurezza e utilizzeremo tutti gli strumenti possibili. Nel personale scolastico l’85% ha ricevuto almeno una dose, noi vogliamo che questa cifra cresca in maniera significativa».

Sul green pass, profilo che dovrebbe coinvolgere quantomeno i trasporti nei provvedimenti in arrivo del governo, non c’è unanimità. Soprattutto tra le Regioni, spinte a chiedere anche maggiori dosi di vaccino.

Slitta poi alla prossima settimana la presentazione del piano Bianchi sulla riapertura delle scuole a Regioni, Comuni e province, anche se il testo è pronto. Si attende la decisione sull’obbligo dei vaccini agli insegnanti e sulla gestione dei trasporti locali, che saranno in cabina di regia e in cdm la la prossima settimana.

Nel piano del ministro Bianchi per il momento non si fa cenno all’obbligo, ma solo alla necessità che «il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni. Resta il vincolo delle mascherine anche in aula al di sopra dei 6 anni, ma non del distanziamento, che non permetterebbe una presenza al 100% degli studenti. Non saranno necessari, come ha evidenziato anche il Cts, test diagnostici o screening preliminari di accesso e si dovrà individuare anche quest’anno un referente Covid».


Dal Dl Sostegni bis convertito, 60 milioni di euro alle paritarie

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

L’articolo 58 del Dl 73/2021 appena convertito destina più di 400 milioni di euro alle scuole, comprese le paritarie, alle quali però impone di pubblicare una serie di dati e informazioni già disponibili nei siti degli enti locali, gestori di numerose scuole dell’infanzia.

Le risorse
Il comma 4 istituisce il «Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 per l’anno scolastico 2021/2022», con 350 milioni di euro da destinare a misure di contenimento del rischio epidemiologico presso le scuole statali. La novità introdotta in sede di conversione è che queste risorse possono essere destinate alle seguenti finalità: acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica, servizi di lavanderia e di rimozione e smaltimento di rifiuti; acquisto di dispositivi di protezione e per l’igiene; interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici e altri bisogni educativi speciali; interventi utili a potenziare la didattica, anche a distanza; acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi; adattamento degli spazi interni ed esterni e delle loro dotazioni.

Ancora, il ministero provvede, entro il 31 luglio, al monitoraggio delle spese e con propria ordinanza adotta, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte ad autorizzare i dirigenti degli Usr ad attivare incarichi temporanei di personale docente fino al prossimo 30 dicembre finalizzati al recupero degli apprendimenti e incarichi temporanei di personale Ata per finalità connesse all’emergenza epidemiologica. In ultimo, il comma 4-septies istituisce un ulteriore fondo di 6 milioni di euro destinati alle scuole che necessitano di completare l’acquisizione degli arredi scolastici.

Le paritarie
Il comma 5 destina alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie e secondarie paritarie un contributo di 60 milioni di euro, di cui 10 a favore delle prime, rinviando ad apposito Dm il riparto tra gli Usr in proporzione al numero degli iscritti.

In questo caso la novità inserita in sede di conversione è che queste risorse sono erogate a condizione che le scuole paritarie pubblichino nel proprio sito internet: a) l’organizzazione interna, con particolare riferimento all’articolazione degli uffici e all’organigramma; b) le informazioni relative ai titolari di incarichi di collaborazione o consulenza; c) il conto annuale del personale e delle relative spese sostenute; d) i dati relativi al personale in servizio con contratto di lavoro non a tempo indeterminato; e) i documenti e gli allegati del bilancio preventivo e del conto consuntivo; f) le informazioni relative ai beni immobili e agli atti di gestione del patrimonio.

La mancata osservanza degli obblighi comporta la revoca del contributo. Si tratta di obblighi che hanno fondamento se applicati alle scuole paritarie private, non soggette alle regole del Dlgs 33/2013, non se riferiti agli Enti locali titolari della gestione di numerose scuole dell’infanzia, come tali “paritarie” e facenti parte del sistema nazionale di istruzione. Il decreto trasparenza infatti impone a tutte le Pa di pubblicare nella sezione “Amministrazione trasparente” tutte le informazioni richieste dal comma 5.

È lecito dunque presumere che il precetto non debba valere per gli Enti locali, soggetti alla normativa anticorruzione e per la trasparenza, ai quali quindi il contributo deve essere erogato dagli Usr non appena il ministero ne avrà stabilito il riparto.

Il tavolo
È opportuno segnalare l’ulteriore novità introdotta dal comma 4-sexies che istituisce presso ciascuna prefettura un “tavolo di coordinamento” per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, in funzione della disponibilità di mezzi di trasporto utilizzabili, volto ad agevolare la frequenza scolastica anche in considerazione del carico derivante dal rientro in classe di tutti gli studenti.

Al tavolo, presieduto dal prefetto, partecipano il presidente della Provincia o il sindaco della Città metropolitana, gli altri sindaci interessati, i dirigenti degli ambiti territoriali dell’istruzione, i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, delle regioni, delle province autonome e delle aziende di Tpl.

All’esito dei lavori il prefetto redige un documento operativo sulla base del quale le amministrazioni coinvolte adottano le misure di rispettiva competenza, la cui attuazione è monitorata dal tavolo stesso. Nel caso in cui le misure non siano adottate il prefetto ne dà comunicazione al presidente della regione, che adotta ordinanze volte a garantirne l’applicazione per i settori della scuola e dei trasporti pubblici locali. Le scuole modulano di conseguenza il piano di lavoro del personale Ata, gli orari delle attività didattiche e degli uffici amministrativi.


Alunni diversamente abili, alotolà alle ammissioni per sorteggio

da Il Sole 24 Ore

di Pietro Alessio Palumbo

Avere educazione ed istruzione come tutti gli altri è diritto fondamentale del disabile. Diritto che trova riconoscimento nella stessa Carta costituzionale e nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ratificata dall’Italia nel 2009.

L’obiettivo primario della normativa in parola è assicurare le massime garanzie di parità dei bambini disabili all’interno della classe e del gruppo scolastico. Un diritto che a ben vedere assume natura individuale, ma anche sociale, dal momento che l’istruzione rappresenta uno dei fattori maggiormente incidenti sui rapporti dell’individuo e sulle sue possibilità di affermazione personale e professionale.

L’istruzione del disabile è quindi potente strumento anti-discriminatorio. Su queste coordinate il Tar di Palermo (sentenza 2107/2021) ha annullato gli atti di un liceo relativi alle operazioni di “sorteggio” dei minori disabili al fine di ammetterli nel numero massimo di uno per classe. Secondo il Tar siculo la disciplina regolamentare della scuola coinvolta comportava il paradosso per cui nell’obiettivo di esonerare dall’esame di ammissione gli alunni con disabilità dell’80%, apparentemente favorendoli rispetto agli altri alunni, invero ne produceva la discriminazione a causa del rigido limite numerico richiamato.

In altre parole l’assenza di una qualsivoglia fase selettiva, seppure adeguata alle specifiche esigenze dell’alunno disabile, comportava la sostanziale estromissione di quelli più sfortunati, non “estratti”. Così intesa, la normativa di tutela degli alunni con disabilità si traduceva in uno strumento volto a “penalizzare” gli studenti disabili, i quali invece devono avere la possibilità di partecipare alle prove di ammissione esattamente come tutti gli altri. Anzi dovrebbero essere esonerati solo se richiesto dal genitore. Diversamente, una previsione di esonero dalla prova, da misura di integrazione finirebbe per diventare di fatto, una misura di disuguaglianza se non persino di discriminazione.

Riapertura scuole, non ci sarà screening per accedere in classe. Lo prevede il piano scuola 2021

da OrizzonteScuola

Di redazione

Non ci sarà alcuno screening in vista del ritorno a scuola del prossimo settembre. Lo prevede la proposta per il piano scuola 2021 che il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi inviata alle Regioni

L’indicazione presente nel piano è di diretta emanazione del Comitato Tecnico Scientifico.

Secondo gli esperti infatti, “in vista della ripresa della frequenza scolastica, non appare necessario” “effettuare test diagnostici o screening preliminari all’accesso a scuola ovvero in ambito scolastico“.

Pur non essendoci nuove indicazioni, “rimangono, di converso, confermate le ordinarie procedure di trattamento di sospetti casi positivi a scuola da gestire, come di consueto, in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti“.

Proposta piano scuola 2021 del Ministero alle Regioni

Tutti gli approfondimenti di OS sul rientro a scuola 2021/22

Patto per la Scuola, il 3 agosto Bianchi convoca i sindacati: stipendi, contratto, reclutamento docenti i temi caldi

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha convocato le organizzazioni sindacali per il prossimo 3 agosto: l’oggetto dell’incontro è la ripresa dei lavori relativi al Patto per la Scuola, firmato dal Governo e i sindacati lo scorso maggio e poi rimasto in stand-by per diverse settimane.

La riunione che si terrà in via telematica il 3 agosto alle ore 9,30 dovrà dunque proseguire il confronto che era stato interrotto.

C’è infatti molta attenzione su come si procederà dato che su alcuni punti, il Governo sembra aver preso strade un po’ diverse da quanto stipulato, hanno fatto notare alcuni sindacati in queste settimane.

Reclutamento: serve un sistema a regime

Con la questione reclutamento archiviata per quest’anno scolastico, è chiaro che bisogna riflettere come intervenire in modo strutturale: il testo firmato lo scorso 20 maggio prevede “un’efficace programmazione e gestione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche autonome attraverso nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il primo settembre di ogni anno, per superare la difficoltà della ripresa annuale delle attività scolastiche, determinata dal numero di posti di personale dirigente, docente e ATA, DSGA e personale educativo non coperto dal personale di ruolo”.  E poi, “rendere le procedure per il reclutamento del personale scolastico regolari, per la selezione delle migliori competenze, perseguendo l’obiettivo di non alimentare il precariato anche tramite procedure semplificate e valorizzando la formazione del personale“.

Dunque adesso si dovrà pensare ad un sistema a regime che contempli sia la stabilizzazione del precariato sia l’avvio alla carriera da insegnante delle nuove leve. Partendo addirittura sulla formazione iniziale.

Rinnovo contrattuale e stipendi

Ma l’altro tema caldo del Patto per la scuola è quello del rinnovo contrattuale: in attesa del tavolo negoziale all’Aran, il Patto per la Scuola prevede “efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale dirigente, docente e ATA, con il prossimo rinnovo del contratto, tramite le risorse di cui al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione“.

Secondo gli ultimi conteggi dei tecnici del governo e dei sindacati di categoria il riferimento è la dote attualmente sul tavolo per i rinnovi degli statali (3,7 miliardi inclusi i 400 milioni aggiunti dalla legge di bilancio 2021) che dovrebbe garantire, secondo l’esecutivo, un incremento del 4,07% della retribuzione pari a circa 107 euro medi mensili.

Da questi, tuttavia, dovranno essere sottratti, spiegano fondi sindacali, i 575 milioni utilizzati per pagare l’indennità di vacanza contrattuale, l’elemento perequativo (risulta coinvolto circa il 40% del personale, soprattutto della scuola), e i trattamenti accessori del personale militare e di polizia e vigili del fuoco.

In totale, all’istruzione dovrebbero andare 1,7-1,8 miliardi, che garantirebbero – al netto di eventuali risorse aggiuntive – circa 87 euro di incremento medio lordo mensile, compreso l’elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente Ccnl 2016-2018 firmato Valeria Fedeli.

In quell’occasione per i docenti era arrivato un aumento retributivo medio di 96 euro lordi al mese (da 80,40 euro minimi a 110 massimi, in base ad anzianità e grado di scuola).

Scuola 0-6, il protocollo di sicurezza per l’inizio anno 2021-22 nel Piano del MI

da La Tecnica della Scuola

La BOZZA del Piano scuola, che la settimana prossima sarà integrato con le ultime disposizioni relative al green pass scuola e all’eventuale obbligo vaccinale, definisce anche le misure anti Covid-19 da attuare specificamente nel grado di scuola 0-6, in vista del rientro in classe per l’anno scolastico 2021/2022.

SCARICA IL PIANO SCUOLA

I contenuti del documento

Tra i punti essenziali, quello riguardante la premessa che la didattica in presenza è priorità dell’azione di Governo e che ai fini della ripresa delle attività in presenza, sarà la vaccinazione lo strumento principe.

Fascia 0-6

Sulla fascia 0-6 il CTS conferma che i bambini sotto i sei anni di età continuano a essere esonerati dall’uso di dispositivi di protezione delle vie aeree.

Didattica per gruppi stabili

La principale misura anti contagio raccomandata resta la didattica a gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori e il personale scolastico in generale), di cui abbiamo parlato anche nel corso della diretta della Tecnica della Scuola Live.

Accoglienza

Particolare importanza nella scuola dell’infanzia ha l’accoglienza degli alunni, ragion per cui questa fase del tempo scuola va pianificata con estrema cura e grande attenzione alle misure di sicurezza. Raccomanda il documento del Mi:

Per l’efficace applicazione delle misure di prevenzione, è necessario che in ogni scuola si realizzino attività di organizzazione degli spazi esterni e interni, al fine di evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire, nel rispetto delle ordinarie mansioni di accoglienza e di vigilanza attribuite al personale ausiliario, ingressi, uscite e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico.

I protocolli anti contagio

Si raccomanda, quindi, in linea con quanto disposto l’anno scorso per la scuola dell’infanzia, di implementare protocolli per:

  • l’accesso quotidiano,
  • l’accompagnamento e il ritiro dei bambini,
  • l’igienizzazione degli ambienti e delle superfici,
  • l’igienizzazione dei giochi e dei materiali,
  • l’igiene personale.

La routine dell’igiene sia svolta con serenità

Si legge nel documento: Considerata la specificità dell’età evolutiva dei bambini frequentanti i servizi educativi e le scuole dell’infanzia, si conferma la necessità che l’organizzazione dei diversi momenti della giornata sia serena e rispettosa delle modalità tipiche dello sviluppo infantile. Permane l’obiettivo della graduale assunzione delle regole di sicurezza mediante idonee “routine”, quali, ad esempio, il rito frequente dell’igiene delle mani, la protezione delle vie respiratorie, la distanza di cortesia.

Concorso Ministero Istruzione, bando per 304 posti da funzionario: scadenza 27 agosto

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato il bando riferito ad un concorso finalizzato alla copertura di 304 posti (elevabili fino a 648) da funzionario da assumere presso il MI a tempo indeterminato.

I profili sono:

  • funzionario amministrativo – giuridico – contabile (codice concorso 01 – 255 posti);
  • profilo di funzionario socio – organizzativo – gestionale (codice concorso 02 – 7 posti);
  • profilo di funzionario per la comunicazione e per l’informazione (codice concorso 03 – 7 posti);
  • profilo di funzionario informatico – statistico (codice concorso 04 – 35 posti).

SCARICA IL BANDO

Le domande di partecipazione vanno presentate accedendo alla piattaforma disponibile al seguente indirizzo: https://reclutamento.istruzione.it la quale costituisce canale esclusivo di pubblicazione di ogni comunicazione relativa alla procedura di concorso.

Il termine per inoltrare la candidatura è fissato alle ore 18 del 27 agosto 2021.

Inizio scuola. Assunzioni per 12mila Ata. FederAta: 6 posti su 10 scoperti

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero ha comunicato ai Sindacati che ha chiesto l’autorizzazione al Mef di circa 12.000 assunzioni per il personale ATA per l’anno scolastico 2021/22, una vera vergogna, apostrofa in un comunicato la sigla sindacale FederAta.

Il governo Draghi e i sindacati firmatari di contratto, ancora una volta hanno deciso in comune accordo di umiliare i lavoratori ATA – continua il comunicato -. Nell’incontro tenutosi ieri tra Ministero dell’Istruzione e Sindacati, al tavolo delle trattative (per modo di dire, data la compiacenza dei sindacati presenti) sono emersi i dettagli sulle procedure di immissione in ruolo del personale ATA. Dettagli che lasciano sgomento il sindacato di categoria autore del comunicato.

Perché la contrarietà del sindacato rappresentativo del personale Ata? Perché i conti non tornerebbero. Sarebbero infatti circa 27.000 i posti disponibili, ragion per cui la proposta ministeriale andrebbe a coprire soltanto il 40% dei posti vacanti. Come a dire che 6 posti su 10 resterebbero scoperti.

Ulteriore criticità – lamenta FederAta – il fatto che la procedura informatizzata per la scelta delle sedi, inizialmente prevista dal 22 al 29 luglio, non sia stata ancora aperta su istanze on line, e nemmeno si sia deciso quando avviarla, segno che anche in questa situazione i lavoratori ATA vengono trattati come lavoratori di serie Z.

Un disappunto che potrebbe sfociare presto in una mobilitazione contro il Ministero dell’Istruzione e contro i sindacati compiacenti.

Pacchetto scuola, che cos’è? Conferenza Stato-Regioni e Cdm la settimana prossima

da La Tecnica della Scuola

Nei giorni scorsi era stato annunciato che in Conferenza Stato-Regioni il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi oggi 29 luglio avrebbe presentato il Piano scuola per il rientro in classe a settembre, ma nell’ordine del giorno (odg) della Conferenza Stato-Regioni il tema non c’è. Dalla segreteria del Ministro fanno sapere che la presentazione è slittata alla settimana prossima. Il documento pare sia pronto, ma si sarebbe deciso di fare un pacchetto scuola unitario che contempli anche le eventuali nuove disposizioni del Governo sul green pass.

Il pacchetto scuola

In cosa consisterà il pacchetto scuola? Probabilmente metterà insieme le misure del protocollo di sicurezza per il rientro in classe, come da disposizioni del Cts, e le decisioni in tema di green pass e di obbligo vaccinale.

Insomma, come ha anticipato il nostro direttore Alessandro Giuliani sulla scuola ad oggi non c’è accordo. Ecco perché anche il Consiglio dei Ministri (Cdm) del 29 luglio lascia fuori il nodo della scuola, rimandandolo alla prossima settimana.

Quali ipotesi sulla scuola?

Sul green pass scuola intanto le parti politiche e sindacali nonché le testate giornalistiche ipotizzano soluzioni diverse. Un’idea sul tavolo sarebbe quella di agire in maniera differenziata sulla base delle condizioni sanitarie e vaccinali di ogni Regione. In altre parole, in Sicilia e in Liguria, dove pare che la campagna vaccinale scuola sia rimasta indietro, potrebbero dovere essere previste misure più severe nelle scuole, mentre Regioni come la Campania o il Friuli, che vantano i numeri migliori in fatto di campagna vaccinale, potrebbero restare fuori dall’obbligo.

E per convincere i no vax, si potrebbero adottare in classe le stesse disposizioni attuate in Francia. Spiega sempre il direttore Giuliani: “L’esempio della Francia potrebbe fare da traino: da settembre, nel caso ci sia un positivo a scuola o un contatto di positivo, solo i liceali e gli alunni delle medie non vaccinati dovranno restare a casa e seguire le lezioni a distanza. Gli immunizzati potranno invece restare in classe”.

Lo stato della campagna vaccinale

Come ha riferito il nostro vice direttore Reginaldo Palermo “sul ciclo completo della campagna vaccinale i dati sono variegati. Lombardia, Molise, Friuli e Campania sono al di sopra del 90%, mentre qualche difficoltà si registra in Liguria (40%), Sicilia (53%), Provincia autonoma di Bolzano (54%), Provincia autonoma di Trento (63%). Con percentuali fra il 63 e il 75% (e cioè al di sotto della media nazionale di 79) si collocano Calabria, Sardegna, Umbria, Piemonte ed Emilia-Romagna. Nelle altre regioni siamo fra l’80 e il 90%”.

Dati, tuttavia, contestati dal sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, che ritiene la scuola si collochi già sopra la quota del 90% di vaccinati.

Piano Scuola: vaccini, mascherine e distanziamento. Tutte le novità. Leggi la bozza

da Tuttoscuola

Slitta la presentazione del Piano Scuola in Conferenza Stato Regioni. Il testo del ministero dell’Istruzione è pronto, ma sarà proposto alle regioni la prossima settimana in quanto si sarebbe deciso di fare un pacchetto scuola unitario che contempli anche le eventuali nuove disposizioni del Governo sul Green Pass. Intanto inizia a girare una bozza del Piano Scuola messo a punto in vista della ripresa dell’attività scolastica, vediamo di seguito testo integrale e punti fondamentali.

Leggi la bozza del Piano Scuola

 “Per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 – si legge nella premessa della bozza del Piano scuola – la sfida è assicurare a tutti, anche per quanto rilevato dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS), lo svolgimento in presenza delle attività scolastiche, il recupero dei ritardi e il rafforzamento degli apprendimenti, la riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani, insieme a quella che si auspica essere la ripresa civile ed economica del Paese”.

“Viene  rafforzata, nel nuovo scenario epidemiologico e vaccinale – si legge  ancora nel documento – l’esigenza di bilanciamento tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e personale della scuola, qualità dei contesti educativi e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione”.

Piano scuola e vaccini

Uno dei primi punti del Piano Scuola parla di vaccini: “Per garantire il ritorno alla pienezza della vita scolastica è essenziale che il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni, contribuendo al raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale e alla ripresa in sicurezza delle attività e delle relazioni proprie del fare scuola. È necessario che la comunità scolastica, dopo aver svolto un ruolo fondamentale nel promuovere la conoscenza ed il rispetto delle regole anti-Covid, operi per far comprendere il valore della vaccinazione, sia nella sua dimensione di prevenzione del contagio e tutela della salute soprattutto dei soggetti più fragili, sia quale veicolo per la piena ripresa della vita sociale del Paese e, in particolare, della normale vita scolastica”.

Piano scuola: distanziamento e mascherine

“Per contemperare le due distinte e fondamentali misure, distanziamento e didattica in presenza, cui è assolutamente necessario dare priorità, il CTS precisa – spiega il documento – che laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare in locali chiusi mascherine di tipo chirurgico. I bambini sotto i sei anni di età continuano a essere esonerati dall’uso di dispositivi di protezione delle vie aeree. Rimane raccomandata una didattica a gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori e il personale scolastico in generale), nonché particolare attenzione ai dispositivi di protezione del personale scolastico medesimo, che rimangono quelli previsti per l’a.s. 2020/2021”.

Piano scuola: niente tracciamento

Confermata l’assenza di tracciamento. “In vista della ripresa della frequenza scolastica – si legge nella bozza – , non appare necessario, secondo quanto evidenziato dal CTS effettuare test diagnostici o screening preliminari all’accesso a scuola ovvero in ambito scolastico. Rimangono, di converso, confermate le ordinarie procedure di trattamento di sospetti casi positivi a scuola da gestire, come di consueto, in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti”. Il CTS rinnova la raccomandazione dell’individuazione a scuola di un Referente Covid.

Scuola e trasporti: governo deciderà la settimana prossima. Slitta la Conferenza Stato-Regioni

da Tuttoscuola

Dovremo aspettare la settimana prossima per conoscere le misure su scuola e trasporti: il governo conferma che entro la pausa estiva prevista per il 6 agosto arriverà il nuovo decreto, con gli interventi che puntano al raggiungimento dell’obiettivo prioritario per l’esecutivo e ribadito sia dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, riportare in classe tutti gli studenti a settembre e dire addio alla Dad. Oggi sarebbe dovuto essere presentato in Conferenza Stato-Regioni il Piano Scuola, ma nell’ordine del giorno non se ne parla. Tutto dovrebbe slittare alla settimana prossima.

“La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola”, ha detto il Presidente della Repubblica. “Occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità. Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti”.

Come ribadito dunque anche dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, si punta a riportare in classe tutti gli studenti a settembre e dire addio alla Dad. Nei giorni scorsi era stato annunciato che in Conferenza Stato-Regioni il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi oggi 29 luglio avrebbe presentato il Piano scuola per il rientro in classe a settembre, ma nell’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni il tema non c’è. Dalla segreteria del Ministro fanno sapere che la presentazione è slittata alla settimana prossima. Si sarebbe infatti deciso di fare un pacchetto scuola unitario che contempli anche le eventuali nuove disposizioni del Governo sul Green Pass.

Resta il nodo delle vaccinazioni del personale scolastico. Ad oggi la percentuale degli immunizzati è arrivata all’85,5% ma con forti differenze regionali: in base all’ultimo report 4 regioni – Sicilia, Sardegna, Calabria, Liguria – e la provincia di Bolzano hanno oltre il 30% di prof che non hanno fatto neanche la prima dose. L’obiettivo è quello di arrivare a settembre con il 90% del personale scolastico vaccinato con entrambe le dosi. Bisogna dunque convincere a vaccinarsi ed è probabile che per farlo il governo proceda prima con una forte raccomandazione e poi, se entro il 20 agosto non si sarà raggiunto il 90%, potrebbe pensare di introdurre l’obbligo.

Intanto Ansa.it riporta che il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sottolinea: “se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l’obiettivo prioritario, puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso”. Degli oltre 4,5 milioni di persone tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Pertanto, in questa fascia di età il 68,5%, ovvero 3.121.710 risulta ancora totalmente scoperto, peraltro con differenze regionali molto rilevanti, che vanno dall’85,9% dell’Umbria al 61,4% dell’Abruzzo.

Nota 30 luglio 2021, AOODGOSV 18446

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

All’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata POTENZA
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria CATANZARO
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania NAPOLI
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia TRIESTE
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise CAMPOBASSO
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte TORINO
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia BARI
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna CAGLIARI
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia PALERMO
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto VENEZIA
Al Dipartimento della Conoscenza della Provincia di TRENTO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua ladina BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca BOLZANO
Alla Sovrintendenza agli Studi per la Regione autonoma Valle d’Aosta AOSTA
p.c. Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE

Oggetto: Piano di interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica (Legge 15 dicembre 1999, n. 482 art. 5) – Esercizio finanziario 2021.