La presenza (sempre) o la salute?

La presenza (sempre) o la salute?

di Gabriele Boselli

Sinora il Ministero dell’Istruzione e quello dell’Università e della Ricerca  si sono imprudentemente impegnati a por fine all’ insegnamento via DAD. Questo per effetto dell’incompatibilità della pratica con il lavoro dei genitori, delle valutazioni di marca INVALSI e ANVUR (fasulle ma fortemente propagandate dai media destinati alle masse) e di generali pregiudizi sulla validità delle nuove tecnologie didattiche.

Bello tornare al tempo che fu, all’era pre-pandemica. Di qui la promessa un tantino demagogica di scuola in presenza sempre e per tutti (più possibilista il Ministero della università, per tutelare le università private di diritto albanese in cui gli alunni non si vedono mai). Per fortuna sono previste eccezioni, anche perchè gli altri fattori di sicurezza ovvero aule più grandi, ricambio automatico dell’aria, vaccinazione di tutto il personale scolastico e insegnanti aggiunti, vigilanza agli ingressi, distanziamento sui mezzi di trasporto etc. non ci saranno che in modesta misura. Abolire la DAD equivale a far ripetere l’esplosione dei contagi avvenuta l’anno scorso in concomitanza con la riapertura delle scuole. E vero che ora abbiamo i vaccini ma pochissimi studenti sono e saranno vaccinati, esistono anche docenti e medici no-vax (oltre che terrapiattisti, fantabiologi, ufologi….) allergici alle certificazioni  “anticostituzionali” cui non importa la salute degli alunni immunodepressi e cui non si ha il coraggio di porre chiaramente un’alternativa senza scappatoie tra vaccinazione e licenziamento. Soprattutto quest’anno c’è la Delta che -a dispetto di alcuni sindacati legulei più preoccupati delle fisime dei no-vax che della salute degli iscritti- contagia anche bambini e ragazzi. Oltretutto qualche altra variante ancor più contagiosa e letale pare in arrivo.

 Poichè primum vivere, deinde… tutto il resto, forse sarebbe il caso di rimodulare la promessa di por termine alla DAD e lasciare ai presidi, sentiti i collegi dei docenti e di concerto con le ASL, la decisione sulle modalità e i tempi d’uso di tale tecnica, preavvertendo ove necessario i genitori degli studenti più piccoli che l’assistenza e le condizioni di effettiva sicurezza sanitaria non potranno essere garantite che in parte. Impopolare ma eticamente necessario.

In quei casi -mi auguro numerosi- in cui le lezioni in presenza fossero clinicamente possibili, potrebbero essere d’aiuto uno stile di lezione via DAD meno soporifero, lezioni più brevi e intervallate da video, battute, fattori di personalizzazione e coinvolgimento nella relazione. L’insegnante in DAD deve diventare un po’ istrione, far intelligentemente divertire, cose che non guasterebbero anche nel tener lezione tradizionale. Di fronte a uno schermo ci si può addormentare, ma se l’insegnante è interiormente spento la cosa accade anche nelle lezioni in presenza.  Con l’aggravante, in pandemia, di correre e far correre qualche rischio di sonno eterno.