Expo 2020 Dubai

Al via la prima settimana del Ministero dell’Istruzione a Expo 2020 Dubai – La diretta

Sabato 2 ottobre 2021, a Dubai, la prima iniziativa didattica organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dal Commissario italiano Expo Dubai 2020 nell’ambito di Expo Dubai 2020: la “School for #Cop26”, nell’ambito della settimana del Clima e della Biodiversità di Expo. Interverrà il Ministro Patrizio Bianchi.

L’evento in diretta

Ha preso il via questa mattina la prima iniziativa didattica innovativa organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dal Commissariato italiano Expo Dubai 2020 nell’ambito di‘Expo Dubai 2020’: la “School for #Cop 26”, nell’ambito della settimana del Clima e della Biodiversità, in continuità con i temi della 26° Conferenza delle Parti (Cop26).      

Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha partecipato, con un videomessaggio, alla cerimonia di apertura al Padiglione Italia, ringraziando Paolo Glisenti, Commissario italiano per Expo 2020 Dubai, Laura Faulkner, Commissario per il Regno Unito (che detiene la presidenza per Cop26) e la Ministra per le politiche giovanili degli Emirati Arabi Uniti, H.E. Shamma bint Suhail Faris Al Mazrui. Il Ministro ha rivolto, inoltre, il suo saluto alle studentesse e agli studenti impegnati, con le loro scuole, nella realizzazione delle attività: “La vera sfida, oggi – ha detto – è avere un patto globale per l’Istruzione, che sia alla base di una economia sostenibile”.  
Durante la Climate & Biodiversity Week di Expo40 studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado italiane, inglesi e di altre 15 nazionalità parteciperanno a ‘School Mode’, un laboratorio in cui saranno svolti debate fra squadre, simulati negoziati di organizzazioni internazionali e presentate possibili soluzioni al problema del cambiamento climatico proposte dai ragazzi.      

L’Italia e le scuole italiane saranno protagoniste con il Ministero dell’Istruzione per altre 8 settimane, fino a marzo 2022, degli eventi di Expo 2020 Dubai, presentando laboratori internazionali basati sull’utilizzo delle metodologie didattiche innovative.  

Le scuole italiane a Dubai alla prima iniziativa didattica:              

ISISS Don Milani – Tradate       
LAUDA Emma; RAVETTI Andrea  

Liceo Ling. Pertini – Campobasso         
SPINA Chiara; POZZUTO Giuseppe Pio        
 
Liceo Benedetti Tommaseo – Venezia             
GRABELLI Gaia; RIZZI Pietro       
 
Liceo Palumbo – Brindisi   
CALÀ SCARCIONE Giulia; SARLI Valentino   
 
Convitto Naz. Paolo Diacono – Cividale del Friuli             
IUSSA Chiara; CLAVORA Fabio     
         
Agenda iniziative didattiche innovative delle scuole italiane per Expo 2020 Dubai     
 
• Space Stem, Settimana dello Spazio              
17-19 ottobre 2021     
 
• Wise, Settimana del Design         
8-10 novembre 2021     
 
• YounG20, Settimana della Tolleranza e Inclusività            
17-19 novembre 2021         
 
• Digital School Award, Finale nazionale del Premio Scuola Digitale 2021              
13 dicembre 2021       
 
• Womest, Settimana della Conoscenza e dell’Apprendimento             
13 – 15 dicembre 2021        
 
• Soccer & Data Cup, Settimana della Salute e del Benessere          
21-24 gennaio 2022   
 
• Food for Planet, Food, Settimana dell’Agricoltura
23-25 febbraio 2022   
 
• Water Hack, Settimana dell’Acqua          
22-24 marzo 2022 

Costruire il benessere a scuola

Costruire il benessere a scuola: la mediazione come strumento di regolazione del clima scolastico

Mariacristina Grazioli

Nell’ambito delle pratiche di accompagnamento verso un nuovo sistema di prassi educative e organizzative del sistema scolastico, la ricerca verso attività significative per il miglioramento del clima scolastico ha necessità di una nuova visione. Tra queste le frontiere della mediazione nella classe e a scuola rappresentano un’avanguardia assoluta da esplorare.

In Italia la complessità sociale che riverbera sul microsistema scolastico ha raggiunto livelli tali da richiedere un intervento sistemico. Non è più procrastinabile l’idea che la cura del clima scolastico sia relegata a una mera aspirazione: il benessere a scuola, come peraltro il benessere personale, va messo al centro dell’azione organizzativa.

Oggi occorre una presa di coscienza collettiva sulla nuova cultura della mediazione, da intendersi come strumento essenziale per pacificare i contesti, prima ancora che per pacificare i conflitti.

La mediazione è fondamentale per garantire un’azione riflessiva destinata a elevare la qualità del lavoro professionale, e capace di attribuire una nuova consapevolezza alle relazioni tra le persone che vivono contesti strutturati.

L’azione mediativa – come nuovo scenario culturale- è prioritariamente finalizzata alla prevenzione dei conflitti e alla riduzione delle tensioni, e questa opportunità consente il cambiamento oggettivo del senso profondo dell’agire scolastico. La mediazione assume quindi il valore di una vera occasione di rimodulazione del pensiero costruttivo, al fine di dare strumenti attivi di composizione dei conflitti e gestire la complessità in senso generale.

La stratificazione “plurilivello” negli ambienti scolastici (e i relativi elementi di distonia) rappresentano solitamente un elemento negativo; purtroppo ora assistiamo – con la ripresa della scuola in presenza dopo le urgenze emergenziali- a sostanziali dialoghi mancati, a zone d’ombra, a setting educativi “erosi”.

Mediare- inteso come strumento concreto ed organizzato presso ciascuna istituzione scolastica e come prassi di comunità- potrà ascriversi a utile area di approfondimento delle motivazioni profonde del «fare» professionale; l’atto “mediativo” costruisce senso di comunità a produce consapevolezza e perciò esso stesso è anche atto formativo.

Il “conflitto” nella nuova società pandemica può offrirsi come “occasione”? Certo, se lo sguardo istituzionale consente questa sorta di “ribaltamento delle visioni”. Ma occorre che il conflitto o la conflittualità in genere diventi un oggetto di un intervento collettivo, una presa in carico dell’intera organizzazione. In tal senso l’esperienza professionale della mediazione -come attività preordinata alla composizione delle situazioni di crisi tre persone e tra contesti- rappresenta un nodo indiscutibile di riflessione permanente e garantisce una “auto conduzione” verso pratiche assai significative.

Agire in un’ottica di mediazione consapevole e partecipata, genera un’ attenzione valoriale per il Sistema; dunque le persone che abitano le nuove architetture educative se ne assumono una responsabilità formale e sostanziale e possono avvicinarsi al concetto di mediazione come azione trasversale, fondamentale per la relazione pedagogica , per lo sviluppo dei diritti di cittadinanza attiva a livello istituzionale e per imprimere all’ organizzazione una forte evoluzione nel senso della coesione interna ed esterna.

L’azione scolastica in senso “mediativo” consente anche di sanare un essenziale senso di deprivazione del potere educativo, oggi sempre più diffuso in capo alla famiglia, offrendo scenari utili al cambiamento di prospettiva. In tal senso, la scuola «mediativa» non toglie spazio alla scelta educative delle famiglie, ma si affianca ai loro progetti di vita, creando un eco-sistema virtuoso, dove parlare di «comunità educante» ha finalmente un senso tangibile e un significato concreto.

La mediazione, come prassi di composizione dei conflitti, consente alle scuole di agire sull’ impatto sociale e, dunque, agisce a livello di immagine sociale. La mediazione sposta l’attenzione dall’oggetto educativo al percorso didattico soggettivo. Si esce dunque dalla logica del prodotto didattico e si attribuisce maggiore attenzione alla comprensione profonda delle motivazioni di ciascuno e ciò al fine di raggiungere una reale personalizzazione educativa.

In maniera più specifica occorre prendere consapevolezza che i tempi sono maturi per cambiare visione istituzionale e per realizzare scelte strategiche: è bene che i sistemi educativi operino una scelta di struttura al fine di integrate la prassi della mediazione a qualunque livello. La missione dirigenziale ha tutto l’interesse ad orientarsi sulle azioni necessarie per lo sviluppare un modus operandi nuovo: occorre una nuova funzione professionale, capace di abilitare condotte riflessive nell’ organizzazione e per l’organizzazione. A livello di classe anche i docenti traggono interesse ad abilitarsi alle tecniche mediative, ed in generale ad avere a disposizione team, gruppi o referenti che supportano la funzione docente alle prese con la complessità del sistema scuola.

Il mediatore inserito a più livelli nel microclima scolastico interviene su tutti i campi e su tutte le dimensioni, ma soprattutto interviene sulle persone che abitano a pieno diritto le scuole: studenti, docenti, famiglie.

Un primo livello di intervento va necessariamente nella direzione della diffusione della cultura della mediazione e del sostegno dell’agito mediativo tra ruoli, tra funzioni, tra soggetti e persone in una visone di pari che si autoregolano.

È importate chiarire che la mediazione è una strategia ma soprattutto una scelta personale che richiede una volontà precisa, ossia quella di accrescere il potere e le linee di dominio di ciascuno incrociando le prospettive tra pari. La mediazione a livello culturale rinuncia all’idea della gerarchia tra le soluzioni o, meglio ancora, critica l’idea dell’unicità della soluzione. L’atteggiamento mediativo punta alla piena consapevolezza che possano coesistere più soluzioni ad un problema e che, in modo altrettanto consapevole, si possa agire con un pieno diritto di scelta responsabile. Il cuore propulsivo della mediazione risiede in una condizione di libertà, ossia quella per cui i soggetti in conflitto possono trovare, o meno, un accordo considerato conveniente per entrambi.

Il mediatore sa agire con consapevolezza ed intenzione tra due situazioni differenti, le parifica nelle loro asimmetria ipotetica, non assume mai la funzione di giudice e sviluppa la funzione di conduzione verso una esplorazione coerente con l’obiettivo della composizione.

In questa ottica, nel sistema scolastico la prima grande area dove potere sperimentare il percorso di mediazione con concretezza è la classe. Qui la pratica di mediazione sostiene un percorso di controllo e sviluppo del clima tra pari in un’ottica di benessere. Il circuito virtuoso della mediazione genererà un senso di partecipazione collettiva al senso di stima di sé delle persone che di mettono in gioco nella dimensione mediativa.

I temi chiave delle mediazioni sono riconducibili a delle azioni chiare e consapevoli. La prima è l’ascolto al fine di trarre le condizioni essenziali per agire sulla complessità dei conflitti. l’ascolto contribuirà alla ricerca delle soluzioni e potrà abilitare la successiva azione di traduzione delle posizioni e riformulazione delle istanze. Attraverso un dialogo attivo, privo di pregiudizi, il mediatore attribuisce potere a tutte le parti e delinea gli aspetti asimmetrici delle questioni. Dunque il cuore dell’azione mediativa è rappresentata dal dialogo pacificante, un dialogo dove il mediatore promuove un incontro dialogante generativo di nuove posizioni in seno all’organizzazione scolastica.

La mediazione come prassi di composizione dei conflitti restiuisce di una immagine sociale di scuola pacificante, dialogante, generativa di senso. In questa prospettiva l’auspicio è che i vertici nazionali facciano tesoro delle esperienze internazionali, in particolare di quelle francesi, che hanno già sperimentato il modus operandi. Auspicabile anche è una azione di sensibilizzazione dei territori alla pratica, con attività formative capillari di valorizzazione delle professionalità che, nel contesto scuola dell’emergenza, hanno – talvolta silenziosamente ma efficacemente- offerto il servizio di mediazione come atteggiamento istituzionale e professionale e infine personale.

Epigenesi nella proliferazione cellulare umana

Epigenesi nella proliferazione cellulare umana

di Paolo Manzelli

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La Mitosi  è un processo di riproduzione “asessuata” degli organismi eucarioti  in seguito grazie al quale da una singola cellula si formano per scissione 2 cellule figlie geneticamente identiche alla progenitrice.

Il ciclo di riproduzione cellulare della Mitosi  nell’uomo e nella donna è un processo controllato dalla informazione biologica sia genetica che epigenetica , che risponde ad un complesso coordinamento della successione di eventi  temporali la cui durata varia  con il tipo di  maturazione cellulare propria delle diverse eta’ da cui dipende la corretta proliferazione delle cellule

La Proliferazione cellulare per Meiosi  è caratterizzata da cinque fasi: 1 )fase G1, 2) fase S, 3)fase G2, 4) Mitosi e 5) Citodieresi  o separazione citoplasmatica ( dove “G” sta per “Gap” (Intervallo); ed “S” sta per “Synthesis” (Sintesi).

Affinché l’informazione genetica venga correttamente trasmessa dalla cellula madre alle cellule figlie, il Genoma deve essere prima duplicato nel nucleo della cellula durante il periodo di tempo denominato fase “S” nella quale avviene la trascrizione dei Geni ; in seguito le due copie del DNA  vengono separate  e completate dalla crescita del citoplasma durante la fase “ M “.

( vedi : Mitosi : https://it.wikipedia.org/wiki/Mitosi

Infine la “Citodieresi“ è la operazione di  netta suddivisione del citoplasma che conduce alla formazione di due cellule figlie sostanzialmente uguali delle quali una dovra’ essere eliminata ovvero morire per inclusione nel processo di Apoptosi

L’insieme delle fasi G1, S e G2 è globalmente identificato come interfase.

Le fasi G1 ( di intensa attivita’ biochimica che conduce al raddoppio del citoplasma) e G2 ( dedita alla ripartizione dei due corredi cromosomici completi di organuli ) sono le due fasi che possono subire la maggior variabilità di accelerazione o inibizione della  durata temporale ; in rari casi  le cellule  smettono  di dividersi, in modo temporaneo o irreversibile, e quindi sono in uno stato di quiescenza (fase “G0”). E’ stato appurato che alcune  cellule nervose e anche quelle striate dei muscoli scheletrici,possono permanere  in questo stadio “G0” per molto tempo, durante  la vita dell’organismo. Inoltre alcune  cellule non vanno più incontro a divisione in seguito ad senescenza o per  danneggiamento del DNA..

Pertanto le fasi S e M che sono essenziali in quanto  rappresentano i due eventi chiave del ciclo cellulare.

La durata delle  fasi del ciclo cellulare G1 e G2 e la Citodieresi risultano  essere finemente regolate dalla necessità di rispondere a una elevata  quantità di stimoli Genetici  interni ed Epigenetici esterni in quanto provenienti dall’ ambiente ( alimentazione, Ossigenazione, Luce, Suono …)  che vanno ad agire sulla produzione e le funzionalita specifiche delle la subunità regolatorie proteiche denominate  “Cicline” e delle le  subunità catalitiche (CDK Inhibitors //Activators) ; queste infatti  agiscono come interruttori di attivazione o inibizione del processo di controllo della riproduzione cellulare della  Mitosi-Umana.

INVITO A PARTECIPARE E COLLABORARE al Programma di incontro Egocreanet del 23.10.2021 c/o La Accademia della Fiorentina in Via de Ginori 16 , II piano—ore 10-17 ,

l’ Incontro in presenza sara’ articolato in due sezioni

EGOCREANET NGO-FIRENZE – www.egocrea.net

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A ) Lezioni su Bio-fotonica e terapie “non farmacologiche “della Luce e del Suono . Coordinatore –

Dr Leonardo Longo .

Presentazione discussione e Lancio della CONFERENZA Permanente di Epigenetica . Coordinatore

Dr. Mirco Bindi

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Nella Sezione A) tratteremo degli avanzamenti della Bio-fotonica nelle terapie non farmacologiche della salute e del benessere .

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Nella Sezione B ) tratteremo del progetto del lancio Europeo della la Conferenza di Epigenetica al fine di andare oltre la descrizione della Informazione Biologica della vita, limitata alla espressione della sequenze genetiche ereditarie del DNA , e focalizzata prevalentemente sulla produzione di proteine .

Viceversa la rivoluzione Epigenetica diviene essenziale in quanto permettere di estendere la conoscenza scientifica alle possibilita’ di ri-modulazione della codificazione energetica/vibrazionale della Informazione Biologica al fine di contrastare il cambiamento ambientale contemporaneo , sia ecologico che mentale , che ci induce a distruggere irreversibilmente la biodiver della vita sul pianeta terra.

–‘

Il Programma definitivo dell’ Incontro EGOCREANET 2021 sara on line entro il 10 . OTT.2021 .

Paolo Manzelli

Prenotazioni di Partecipazione _ inviare un motivato e.mail a :

< egocreanet2016@gmail.com >

La dannazione di Sisifo

La dannazione di Sisifo

Ovvero ricominciare sempre daccapo

di Maria Grazia Carnazzola

1. Per iniziare

Per deontologia professionale avremmo l’obbligo di essere ottimisti, ma in certi momenti la cosa risulta un po’ difficile. Il periodo che stiamo vivendo è uno di questi: abbiamo l’impressione del già visto, dell’inutile, retorica riformulazione di progetti e di slogan già sentiti, di essere costretti a ricominciare sempre daccapo, come Sisifo. Così, di nuovo- con il rientro in aula questa volta non solo virtuale e a lungo, si spera- riparliamo di mascherine, di distanziamento, di obbligo di green pass per il personale tutto della scuola e per i genitori, di privacy, di esoneri, di durata delle norme, di capienza dei mezzi di trasporto… Sappiamo come arrivare a scuola, come entrarci e come starci. Ma sappiamo altrettanto bene cosa si fa a scuola e come lo si fa? La domanda rimane sullo sfondo, come se tutti sapessimo cosa vanno a fare oggi a scuola i ragazzi. Questione non trascurabile se teniamo conto degli esiti delle prove nazionali e internazionali o delle segnalazioni che arrivano dal mondo universitario e dal mondo del lavoro. Se il compito fondativo della scuola è l’istruzione, intesa come l’acquisizione dei saperi e delle chiavi per accedervi, in un percorso di ricostruzione sociale delle conoscenze da realizzare in processi attivi di insegnamento/apprendimento, le discipline sono e rimangono lo strumento per promuovere la costruzione di strutture mentali- e della consapevolezza dei vincoli conoscitivi- per sviluppare e potenziare progressivamente le competenze culturali. A scuola si va per imparare qualcosa di “scientifico” che permetta a ciascuno di leggere e di comprendere la realtà attraverso gli sguardi diversi delle diverse discipline, intese come insiemi di significati per orizzonti intersoggettivi, che generano il senso della comprensione personale dell’apprendere e della vita attiva. Non solo scienza, dunque, ma co- scienza.

2. Quale formazione per quale uomo per quale società

In questa accezione la scuola, parte del sistema educativo del contesto in cui opera, assume la forma di una istituzione sociale con caratteri peculiari che la distinguono da altre esperienze di informazione e formazione – come l’oratorio, le attività di animazione socioculturale, il volontariato, le attività didattiche connesse con enti di cultura, la vita familiare, i media…- con i quali, pur collaborando, non deve confondersi se vuole adempiere al compito politico indicato nell’articolo 3 della Costituzione e garantire il diritto allo studio e le pari opportunità di successo formativo; contrastare le disuguaglianze socio-culturali e la dispersione, incoraggiare e premiare il merito di alunni, docenti, dirigenti. Il ministro Bianchi ha parlato di un potenziamento dell’autonomia delle scuole e questo dovrà inevitabilmente riportare il discorso sulla scuola da intendere come un’organizzazione nazionale di servizio, la cui identità non può essere la somma delle azioni e dei comportamenti dei suoi attori. Né la scuola può essere il luogo dove gli interessi legittimi prevalgono sui diritti di chi fruisce del servizio e sulla coerenza/coesione dell’organizzazione, dove le regole sono concepite prevalentemente al servizio del personale e non dell’utenza. Dimensioni quali la continuità educativa, la trasparenza dei processi valutativi, gli orari funzionali all’apprendimento rimangono spesso dichiarazioni retoriche (lo constatiamo come utenti) davanti all’interesse dei docenti al trasferimento o all’assegnazione provvisoria, con graduatorie, procedure, precedenze, meccanismi incomprensibili alla logica comune e a quella di un normale servizio pubblico. Su questo versante più di qualche problema continua ad esserci: il boom di supplenze sui posti di sostegno; le nomine da GaE e GpS tra reclami e rettifiche; il numero di alunni per classe (classi di 28-30 alunni tra cui alunni con disabilità e classi di 13-14 di cui nessuno si lamenta) ma, problema ancora più grande, la qualità del personale che arriva nella sede che ciascuno si sceglie. Questo riporta il discorso alla questione della formazione, in generale, e della formazione iniziale e in servizio dei docenti che (sono anni che lo si ripete) dovrebbe svilupparsi nei tre ambiti di competenza: della disciplina di insegnamento, delle discipline professionalizzanti e quello didattico operativo, tenendo chiare da una parte la distinzione tra i settori, dall’altra le necessarie interrelazioni.

3. Scelte politiche e organizzative, professionalità docente, qualità della didattica

Si dice che l’educazione, l’istruzione e la formazione costituiscano le condizioni essenziali per affrontare i problemi di una civiltà e per garantirne lo sviluppo nel tempo. Concetto questo che va certamente calibrato al tempo e alla temperie culturale, per poter scegliere percorsi che consentano una formazione aderente alle fisionomie del presente, ma anche agli scenari che si profilano all’orizzonte e che, in questo periodo, non sono proprio chiari. Non sarebbe pedagogicamente corretto investire tutte le risorse sulle situazioni contingenti, soprattutto se queste hanno il carattere dell’emergenza. Stiamo verificando come i saperi settoriali possano diventare un ostacolo quando, ad esempio, i contesti lavorativi richiedono competenze trasversali, capacità di selezionare, organizzare e mettere in relazione informazioni di diverso tipo, provenienti da ambiti diversi per progettare soluzioni e risolvere problemi, di assumere iniziative e decisioni. Quelle competenze che i documenti nazionali e internazionali, vecchi e nuovi, indicano come un framework capace di contenere le competenze culturali afferenti alle diverse discipline, unitamente a quelle metacognitive, metodologiche e sociali necessarie per vivere con gli altri nel mondo reale. Non so cosa intenda esattamente il ministro Bianchi quando pensa a una scuola affettuosa o al superamento della lezione puramente trasmissiva o, ancora, al superamento della classe come unico raggruppamento per l’apprendimento. Negli anni settanta/ottanta, con altre parole, questi erano aspetti che ogni docente aveva ben chiaro nel proprio operare e il principio etico della responsabilità era visibile anche solo nella partecipazione ai corsi di aggiornamento che ciascuno, di solito, pagava di tasca propria. Non tutto era funzionante neanche allora, ma la tensione ad essere migliori, a fare meglio nell’interesse di scolari e studenti era evidente. Quel progetto di scuola non si è concluso; con le cose che non funzionavano si è buttato anche il resto, ma la necessità di riprenderlo, di rileggerlo e di riattualizzarne le spinte innovative e propulsive è sempre più pressante.

4 . Orientare il cambiamento

Ritengo fondamentale che la scuola pubblica continui ad essere il riferimento per la realizzazione di un curricolo formativo, continuo e progressivo, per l’uomo/cittadino ma, per realizzarlo, deve farsi carico di costruire in ottica di cittadinanza e di giustizia sociale il sistema culturale da proporre. A partire dai saperi formali, dai contesti di realtà, dalle cornici di significato e dalle categorie interpretative che permettono di comprendere l’esperienza e di relativizzarla attraverso il confronto, per continuare, poi, con la riflessione sul sistema sociale e relazionale. Analizzando gli scopi, gli ambiti, le forme di relazione sociale e di impegno per la partecipazione civile si tenderà a costruire il sistema delle padronanze e di auto-orientamento quali l’autoefficacia, la consapevolezza di motivazioni e di scopi del proprio agire nel rapporto tra privato e sociale. Tutto questo costituisce il sistema etico di principi e di regole che governano- nella consapevolezza e nella intenzionalità – l’esperienza, le scelte, i comportamenti e le responsabilità nel privato e nel sociale. Con la speranza che le generazioni future riescano a comprendere la visione allargata di ciò che accade, a cogliere le influenze e le interconnessioni esistenti tra gli accadimenti globali, a pensare ai diritti propri e altrui come a valori che devono diventare obiettivi di sviluppo con risultati evidenti e valutabili. Le scienze della formazione, in quanto pratiche di generazione di valori per gli individui e per la società, sono sollecitate e chiamate in causa per dare significato e direzione di senso all’azione della scuola, indirizzando la formazione iniziale e in servizio dei docenti, privilegiando una visione utopica piuttosto che distopica della questione, indicando un paradigma che superi la logica del “tassello aggiunto” che inserisce corsi di aggiornamento su temi di rilevanza sociale senza verificarne la ricaduta nella pratica curricolare. È una sfida culturale, pedagogica e prima ancora politica; ma sappiamo che per la politica è difficile porre un problema se non ha la soluzione. Parimenti, non si può nemmeno continuare a far passare per emergenza quello che è invece un problema strutturale. La questione degli abbandoni scolastici, ad esempio: ci si chiede quali saranno i dati post-pandemia e in che modo la società tutta affronterà il problema della crescente precarietà che aumenta l’incertezza? O ancora, che cosa faranno i ragazzi che sono usciti dal sistema scolastico senza possedere un livello di formazione che permetta di essere consapevoli e autonomi nelle scelte e nella gestione della propria esistenza? Si continuerà a invocare provvedimenti normativi che garantiscano l’uguaglianza? Bisognerà chiedersi di quale uguaglianza parliamo se siamo tutti diversi. Si può e si deve garantire l’uguaglianza di opportunità e di diritti, non sarà mai possibile garantire l’uguaglianza di risultato. Torniamo a riflettere su questo anche a scuola. Occorre guardare le cose per quello che sono, per le evidenze che tutti abbiamo sotto gli occhi, indipendentemente da come i media ce le presentano. È urgente farlo, lo si può fare e lo si comincia a fare. Dal 16 al 25 settembre u.s., ad esempio, si è svolta la Summer School di Bressanone, organizzata dalla Siref presieduta dalla prof. Liliana Dozza, e tutti questi aspetti sono stati toccati e sviluppati in interventi di alto profilo, senza mistificazioni. Dovremmo ricordarci, e insegnarlo, che come sosteneva Charles Babbage già nel 1830, ci sono quattro metodi di falsificazione a cui dobbiamo fare attenzione: la mistificazione; le affermazioni fondate su osservazioni mai avvenute; l’esclusione ingiustificata dei risultati che deviano particolarmente dalla media; il ricorso a pochi valori concordanti, selezionati ad arte da un insieme più ampio, per avvalorare la tesi sostenuta. Sarebbe un piccolo passo per la costruzione di quello che chiamiamo pensiero critico.

5. Conclusioni

Dicevo prima che non so esattamente cosa intenda il ministro Bianchi con l’espressione “scuola affettuosa”. Se intende Scuola che “si prende cura” con il significato che gli attribuiva Don Milani, sono pienamente d’accordo. La cura, nelle istituzioni, dovrebbe rispondere al principio della giustizia sociale e della responsabilità. Nell’ambito della educazione-istruzione-formazione si configura come la responsabilità di una generazione verso le generazioni successive che restituiranno “alla vecchiaia”. La responsabilità, quindi, non può esaurirsi nella dichiarazione di intenti contenuti nelle “carte” ma deve rendersi visibile attraverso l’azione concreta, fondata sui principi di inclusione e di empowerment. La centralità della relazione, a scuola, non può essere intesa come un generico ritrovarsi e stare insieme, ma come una struttura che connette gli spazi di conoscenza, ampliati dalle differenze individuali che sono cosa diversa dalle disuguaglianze sociali, così come i diritti sono cosa diversa dai privilegi.

Programma annuale 2021-22: assegnazione risorse alle scuole per MOF, compensi esami, indicazioni supplenze

da OrizzonteScuola

Di redazione

Assegnazione integrativa al Programma Annuale 2021 – periodo settembre dicembre 2021 e comunicazione preventiva del Programma Annuale 2022 – periodo gennaio-agosto 2022. Nota ministero Istruzione del 29 settembre. Con la nota il MI comunica alle istituzioni scolastiche ed educative statali l’assegnazione delle risorse finanziarie per il funzionamento amministrativo-didattico (integrazione al Programma Annuale 2021 – periodo settembre- dicembre 2021), nonché quelle afferenti agli istituti contrattuali che compongono il “Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa” e relative ai compensi per lo svolgimento degli esami di Stato

Tali dati consentono alle scuole di conoscere la propria dotazione finanziaria disponibile per l’anno scolastico 2021/22 per poter effettuare un’adeguata programmazione delle attività previste nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF).

Nella nota vengono fornite indicazioni indicazioni in merito:

  • alle misure attivate per far fronte all’attuale contesto di emergenza sanitaria e garantire la prosecuzione dell’attività didattica in sicurezza;
  • agli interventi di innovazione e sviluppo del sistema amministrativo contabile delle istituzioni scolastiche e di supporto all’autonomia delle scuole.
  • Misure attivate per far fronte all’attuale contesto di emergenza sanitaria e garantire la prosecuzione dell’attività didattica in sicurezza.

Per supportare le scuole nell’attuale contesto emergenziale, sono state messe a disposizione diverse linee di finanziamento:

  • risorse ex art. 31, comma 1, DL 41/2021 per favorire l’attività didattica ed il recupero delle competenze e della socialità degli alunni;
  • risorse ex art. 58, comma 4, DL 73/2021 per contenere il rischio epidemiologico in relazione all’avvio dell’a.s. 2021/2022 e relative all’acquisto di beni e servizi;
  • risorse ex art. 58, comma 4-ter, DL 73/2021 per consentire l’attivazione di ulteriori incarichi temporanei per l’avvio dell’a.s. 2021/2022.

Inoltre nell’ambito del “Piano scuola per l’estate 2021”, il ministero ha messo a disposizione delle scuole tre linee di finanziamento:
• Risorse ex art. 31, comma 6, D.L. 41/2021
• Programma operativo nazionale (PON) “Per la scuola”, 2014-2020
• D.M. 2 marzo 2021, n. 48 (ex L. 440/1997), art. 1, lettera a). Al riguardo, al fine di consentire all’Amministrazione l’erogazione del saldo, se dovuto, entro il termine del presente esercizio finanziario, si richiede alle istituzioni scolastiche di presentare sulla piattaforma Monitor-Pimer le rendicontazioni, complete di visto di regolarità amministrativo-contabile del revisore dei conti, entro il 15 novembre 2021.

Per ciò che concerne i compensi per lo svolgimento degli esami di Stato, infine, è assegnata una risorsa finanziaria pari a euro ~F1-F1~ finalizzata al pagamento dei compensi per lo svolgimento degli esami di Stato, calcolata attribuendo 4.000,00 euro a ciascuna classe terminale coinvolta nell’esame di Stato.

Indicazioni poi sulle supplenze brevi e saltuarie, gli incarichi Covid e le supplenze per le sostituzioni del personale senza green pass.

In riferimento alla stipula di ulteriori contratti a tempo determinato di cui all’art. 58, comma 4-ter del D.L. 73/2021, il MI spiega che le relative risorse graveranno sui POS.

nota-del-29-settembre-2021

Green pass scuola: in Gazzetta la legge di conversione del decreto 111

da La Tecnica della Scuola

Il 23 settembre scorso il Senato ha approvato in via definitiva il decreto legge 111 del 6 agosto 2021, il cosiddetto “decreto green pass scuola”.

La legge di conversione, con modificazioni, è la n. 133 del 24 settembre 2021, pubblicata nella G.U. Serie Generale n. 235 del 1° ottobre.

La legge entrerà in vigore il 2 ottobre 2021.

SCARICA IL TESTO

Tra le novità, l’estensione a 72 ore della validità del tampone molecolare.

Inoltre, la Legge chiarisce che in mancanza della certificazione anti-covid rilasciata con apposita APP si può esibire anche un “certificato rilasciato dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che ha effettuato la vaccinazione o dal medico di medicina generale”.

In sede ci conversione è stato anche meglio precisato il meccanismo della sospensione del rapporto di lavoro. Il mancato rispetto delle disposizioni previste dal decreto da parte del personale interessato “è considerato assenza ingiustificata e non sono corrisposti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”. Inoltre “a decorrere dal quinto giorno di assenza ingiustificata il rapporto di lavoro è sospeso”. La sospensione del rapporto di lavoro è disposta dai dirigenti scolastici e dai responsabili delle istituzioni in cui presta servizio il personale inadempiente e mantiene efficacia fino al conseguimento del Green pass da parte del personale interessato e alla scadenza del contratto attribuito per la sostituzione che non supera i quindici giorni.

Inoltre, tutti coloro che accedono accedono ai servizi scolastici, quindi anche i genitori, devono essere dotati di certificazione anti-covid.

L’obbligo non si applica ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica.

Tutte le misure del decreto vengono estese anche ai servizi educativi per l’infanzia (asili nido e altri servizi per la fascia di età 0-6), ai CPIA, ai corsi regionali di formazione e istruzione professionale e ai percorsi di formazione tecnica superiore, inizialmente non interessati dalla norma.

Concorso scuola: anno di formazione e prova. Flc Cgil: il comitato di valutazione conti più del Dirigente

da La Tecnica della Scuola

Lo riporta un comunicato di Flc Cgil: dall’incontro tra sindacati e Ministero dell’Istruzione, giungono le novità sull’anno di formazione e prova che i docenti assunti con i futuri concorsi scuola dovranno svolgere, in vista della conferma in ruolo e dunque del contratto a tempo indeterminato. Lo avevamo già anticipato giorni fa.

Il provvedimento è richiesto dal Decreto “sostegni bis”, che prevede che in coerenza con le riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il Ministero disciplini il periodo di formazione e prova del personale neo-assunto con i futuri concorsi. Tuttavia sul fronte sindacale non mancano rimostranze.

Nessuna innovazione, secondo il sindacato

L’impianto del decreto ministeriale presentato ricalca quello del DM 850/2015, ovvero quello attualmente vigentesenza nessuna sostanziale innovazione, lamenta il sindacato di Francesco Sinopoli.

Nessun percorso di ricerca azione, secondo il sindacato, un’occasione persa di poter innovare la scuola sul piano pedagogico e didattico, il percorso di formazione dei docenti neo-assunti.

Richieste di cambiamento consegnate al Ministero

Le altre richieste consegnate al Ministero dell’Istruzione:

  • l’opportunità di prevedere che il parere del Comitato di valutazione diventi più vincolante rispetto alla valutazione del Dirigente scolastico nel superamento del periodo di prova;
  • l’esigenza di uniformare la terminologia del decreto, che ricalca quella del 2015, rispetto alle evoluzioni del modello formativo registrate nelle note sull’anno di formazione e prova che si sono susseguite negli ultimi 7 anni: il dossier professionale invece del portfolio, i temi dei laboratori invece che le aree trasversali, il riferimento alle visite nelle scuole innovative, previste ormai da diversi anni.

Pensioni, 31 ottobre scadenza domande personale docente, educativo e Ata

da La Tecnica della Scuola

Sono state emanate oggi, venerdì 01 ottobre, la circolare e il decreto ministeriale per la cessazione del personale della scuola. Viene anticipata la data di scadenza per la presentazione di cessazione dal 01.09.2022 delle domande per il personale docente al 31 ottobre 2021.

Le organizzazioni sindacali non erano d’accordo con questa possibilità, anticipata la scorsa settimana, poichè negli altri anni la data era fissata a dicembre.

Per i dirigenti scolastici invece, la scadenza è fissata al 28 febbraio 2022.

LA CIRCOLARE

IL DECRETO

LA TABELLA RIEPILOGATIVA

Cosa dice la nota

Il Decreto Ministeriale fissa, all’articolo 1, il termine finale del 31 ottobre 2021 per la presentazione, da parte di tutto il personale del comparto scuola, delle domande di cessazione per dimissioni volontarie dal servizio o delle istanze di permanenza in servizio ai sensi dell’articolo 1, comma 257, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, e successive modifiche e integrazioni, ovvero per raggiugere il minimo contributivo.

Tutte le predette domande valgono, per gli effetti, dal 1° settembre 2022.
Sempre entro la data di cui sopra gli interessati hanno la facoltà di revocare le suddette istanze, ritirando, tramite POLIS, la domanda di cessazione precedentemente inoltrata. Il termine del 31 ottobre 2021 deve essere osservato anche da coloro che, avendo i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini) e non avendo ancora compiuto il 65° anno di età, chiedono la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico, purché ricorrano le condizioni previste dal decreto 29 luglio 1997, n. 331 del Ministro per la Funzione Pubblica.
La richiesta dovrà essere formulata avvalendosi delle istanze Polis che saranno rese allo scopo disponibili. La richiesta potrà essere formulata avvalendosi di due istanze Polis che saranno attive contemporaneamente: la prima conterrà le tipologie con le domande di cessazione ordinarie:

  • Domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2020 (art.16 Decreto-Legge 28 gennaio 2019 n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26 – art. 1 comma 336 Legge 30 dicembre 2020 n. 178) (opzione donna);
  • Domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2022 (Art. 24, commi 6, 7 e 10 del D.L. 6 dicembre 2011, n.201, convertito in L. 22 dicembre 2011, n.214 – Art.15, D.L. 28 gennaio 2019, n.4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n.26 – Art.1 commi da 147 a 153 della L. 27 dicembre 2017 n. 205);
  • Domanda di cessazione dal servizio in assenza delle condizioni per la maturazione del diritto a pensione;
  • Domanda di cessazione dal servizio del personale già trattenuto in servizio negli anni precedenti;

la seconda conterrà, esclusivamente:

  • Domanda di cessazione dal servizio per raggiungimento dei requisiti previsti dall’art. 14, D.L. 28 gennaio 2019, n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n.26 (quota 100).

In presenza di istanze di dimissioni volontarie finalizzate sia alla pensione anticipata che alla pensione quota cento, quest’ultima verrà considerata in subordine alla prima istanza.
Nella richiesta gli interessati devono anche esprimere l’opzione per la cessazione dal servizio, ovvero per la permanenza a tempo pieno, nel caso fossero accertate circostanze ostative alla concessione del part-time
(superamento del limite percentuale stabilito o situazioni di esubero nel profilo o classe di concorso di appartenenza).

Green pass, con quali tamponi si ottiene? E per quanto tempo è valido?

da La Tecnica della Scuola

Attualmente i test validi per avere la Certificazione verde Covid-19 sono due: il test molecolare e il test antigenico rapido.

Test molecolari

Questo tipo di test è effettuato su un campione di secrezioni respiratorie, generalmente un tampone naso-faringeo ad oggi il gold standard, o su campione salivare secondo i criteri previsti dalla Circolare del Ministero della Salute del 24 settembre 2021.

Test molecolari su campione salivare

Sono considerati un’opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei esclusivamente nelle seguenti circostanze:

  • per individui (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacità di collaborazione (ad esempio anziani in RSA, disabili, persone con disturbi dello spettro autistico);
  • nell’ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel Piano di Monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 in ambito scolastico;
  • per lo screening dei contatti di caso in bambini anche se la scuola non fa parte del Piano di Monitoraggio;
  • per operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo.

In caso di positività del test salivare molecolare non sarà necessario effettuare un test di conferma su campione nasofaringeo/orofaringeo.

Test antigenici rapidi

Per quanto concerne il test antigenico rapido valido per il rilascio del Green pass, è necessario che sia inserito nell’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi per COVID-19 ed effettuato tramite tamponi nasali, orofaringei o nasofaringei, da operatori sanitari o da personale addestrato che ne certifica il tipo, la data in cui è stato effettuato e il risultato e trasmette i dati per il tramite del Sistema Tessera Sanitaria alla Piattaforma nazionale-DGC per l’emissione della Certificazione.

Esclusioni

Sono invece al momento esclusi autotest rapidi, test antigenici rapidi su saliva e test sierologici.

Validità

Nei casi di tampone rapido negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo. Per quanto riguarda invece il molecolare, la validità è stata estesa a 72 ore dalla Legge di conversione del D.L. 111/2021 (non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale).

Contributi alle scuole per acquistare abbonamenti a riviste e quotidiani utili per la didattica

da La Tecnica della Scuola

C’è tempo dal 1° al 31 ottobre 2021 per le scuole per richiedere contributi per l’acquisto di abbonamenti ai quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore, in aiuto alla didattica e alla promozione della lettura critica.

Lo prevedono due bandi pubblicati sul sito del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il primo bando prevede l’assegnazione del contributo, fino ad un massimo del 90% della spesa sostenuta (massimo 900 euro), a favore delle istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni grado di istruzione che acquistano uno o più abbonamenti a periodici e riviste scientifiche e di settore, anche in formato digitale.

Il secondo bando concerne l’assegnazione del contributo, fino ad un massimo del 90% della spesa sostenuta (massimo 750 euro), a favore delle istituzioni scolastiche statali e paritarie che adottano programmi per la promozione della lettura critica e l’educazione ai contenuti informativi, nell’ambito dei Piani per l’offerta formativa rivolti ai frequentanti la scuola secondaria di primo grado, che acquistano uno o più abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore, anche in formato digitale.

A partire dal 1° e fino al 31 ottobre 2021 sarà possibile compilare il modulo di rendicontazione e inviare la relativa istanza di accesso ai contributi. Si accede dall’area SIDI.

Con apposita nota il Ministero ha illustrato la procedura da seguire.

Alunni stranieri: oltre il 10% senza cittadinanza italiana. Il report del MI

da Tuttoscuola

Disponibili sul sito del Ministero dell’Istruzione, i dati relativi agli studenti con cittadinanza non italiana che fanno riferimento all’anno scolastico 2019/2020. Secondo il report pubblicato, questi alunni costituiscono il 10,3% della popolazione scolastica: sono circa 877.000 su un totale di 8.484.000 ragazze e ragazzi che lo scorso anno hanno frequentato le scuole del Paese. La popolazione scolastica nel 2019/20 è scesa complessivamente di quasi 96 mila unità (-1,1% rispetto all’anno precedente). Gli studenti italiani, in particolare, hanno registrato una flessione di circa 115 mila unità (-1,5%), a fronte, invece, di un incremento di 19 mila studenti con cittadinanza non italiana (+2,2%), per cui l’incidenza di questi ultimi sul totale della popolazione è passata dal 10,0% a 10,3%. Tra il 2010/2011 e il 2019/2020, gli studenti con cittadinanza non italiana sono aumentati del 23,4% (+166 mila unità). Prevalgono le seconde generazioni: il 65,4% delle studentesse e degli studenti di origine non italiana è nato nel nostro Paese.

Leggi il report integrale

Il 65,3% degli studenti con cittadinanza non italiana è concentrato nelle Regioni del Nord; il 22,2% è nel Centro; il 12,5% nel Sud. La Lombardia si conferma la Regione con il maggior numero di studenti di cittadinanza non italiana (224.089), oltre un quarto del totale presente in Italia (25,6%).

Nel quinquennio 2015/2016-2019/2020 il numero degli studenti con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese è passato da oltre 478 mila a quasi 574 mila (+20% circa). Nell’ultimo anno l’incremento è stato di oltre 20 mila unità (+3,7%), portando la quota dei nati in Italia sul totale degli studenti di origine non italiana al 65,4%, quasi un punto percentuale in più rispetto al 2018/2019 (64,5%).

Gli studenti con cittadinanza non italiana sono originari di quasi 200 Paesi nel mondo, ma il 45,4% proviene da un Paese europeo. Seguono gli studenti di provenienza o origine africana (26,1%) e asiatica (20,5%).

dal mio Balilla Moschettiere

dal mio Balilla Moschettiere

di Maurizio Tiriticco

Nel tardo pomeriggio del 2 ottobre del 1935 Benito Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia pronuncia uno dei suoi discorsi più importanti: annuncia all’Italia e al mondo la dichiarazione di guerra all’Etiopia. “Camicie nere della rivoluzione! Uomini e donne di tutta Italia! Italiani sparsi nel mondo, oltre i monti e oltre i mari! Ascoltate! Un’ora solenne sta per scoccare nella storia della patria. Venti milioni di uomini occupano in questo momento le piazze di tutta Italia. Mai si vide nella storia del genere umano, spettacolo più gigantesco. Venti milioni di uomini: un cuore solo, una volontà sola, una decisione sola. La loro manifestazione deve dimostrare e dimostra al mondo che Italia e fascismo costituiscono una identità perfetta, assoluta, inalterabile. Possono credere il contrario soltanto i cervelli avvolti nella più crassa ignoranza su uomini e cose d’Italia, di questa Italia 1935, anno XIII dell’era fascista. Da molti mesi la ruota del destino, sotto l’impulso della nostra calma determinazione, si muove verso la mèta: in queste ore il suo ritmo è più veloce e inarrestabile ormai!”

Ed il 3 ottobre le nostre truppe varcarono il confine eritreo. Che gioia per me! Avremmo liberato i poveri negri dalla schiavitù e avremmo portato loro la civiltà romana e fascista! Era ora! Finalmente si cominciava a menar le mani! “Faccetta nera, bella abissina, aspetta e spera che già l’ora si avvicina! Quando saremo vicino a te, noi ti daremo un altro Duce e un altro Re”! Ed ancora! “Io ti saluto e vado in Abissinia, cara Virginia, ti scriverò”. Ma un altro nome di donna per far rima con Abissinia proprio non c’era? Mah! Insomma “Fischia il sasso e il nome squilla” passò in secondo ordine nelle nostre ricreazioni scolastiche e nelle adunate del sabato. E pian piano mi abituai al fatto che le canzoni del fascismo e della sua balda gioventù proliferavano giorno dopo giorno. E le mandavamo tutte a memoria.

Ma poi, il 18 novembre, le sanzioni economiche! Nessun Paese avrebbe più potuto commerciare con noi! Fu la decisione della Società delle Nazioni! Contro di noi, gente semplice e frugale, così mi dicevano, si scatenava l’odio dei Paesi ricchi: gli inglesi, che mangiavano cinque volte al giorno!!! Loro avevano le colonie e sfruttavano i poveri negri, mentre noi, invece, li avremmo liberati! Quel 18 novembre dell’anno XIV dell’Era fascista sarebbe passato alla storia. A noi le sanzioni non mettevano alcuna paura! Forse avremmo stretto la cinghia, ma comunque avremmo dato la nostra fiera risposta ai Paesi ricchi… plutocratici… così ci dicevano, nulla a che fare con Pluto il cane di Topolino. Potevamo fare a meno di commerciare con l’estero! Ce l’avremmo fatta, da soli! E, se la Patria chiama, noi dobbiamo rispondere! E la Regina Elena al Vittoriano fece il suo primo dono! Con le sue stesse mani depose all’interno di un tripode la fede sua e quella del marito. Poi venne Donna Rachele, la moglie del Duce! Fu la “Giornata della fede”! Quante foto sui giornali! E le spose italiane tutte donarono le loro fedi alla Patria! E la mamma mi fece vedere la sua nuova fede di ferro con incisa all’interno la scritta: oro alla Patria!

Ma poi, l’anno successivo, la vittoria! Dal balcone di Palazzo Venezia il Duce annunciò: “Il maresciallo Badoglio mi telegrafa: Oggi 5 maggio alle ore 16 alla testa delle truppe vittoriose sono entrato in Addis Abeba”! Finalmente avevamo ricostituito l’impero! Sapevo benissimo che con gli imperatori Traiano e Adriano avevamo occupato quasi tutto il mondo allora conosciuto… solo perché Colombo, un Italiano con la I maiuscola, non aveva ancora scoperto l’America! Altrimenti… E il 9 maggio ci fu la solenne celebrazione! Il nostro Re era anche Imperatore! Da non credere! E nel nostro calendario, oltre all’indicazione dell’Era Fascista – oltre quella dell’Era Cristiana, aggiungemmo un nuovo numero romano: anno I° dell’Impero. Così Somalia, Eritrea ed Etiopia costituirono l’AOI, o meglio l’Africa Orientale Italiana! Io impazzivo letteralmente, anche i miei compagni…ma a casa… sul fronte famigliare… nulla di nuovo… nessuna emozione! Non capivo le ragioni di quel silenzio! Eppure la mamma aveva anche lei donato la sua fede! Mio padre un giorno tornò a casa con un librone grosso così, un dono dell’ufficio: Giacomo Vaccaro, Africa Orientale Italiana, tante pagine, tante fotografie e tante negrette…e a seni nudi… per me fu una scoperta! Comunque l’Impero in casa mia non suscitava molto entusiasmo…