I giovani ricordano la Shoah

Una mostra digitale per rafforzare la coscienza civile delle nuove generazioni attraverso lo studio approfondito degli eventi e dei temi legati al Novecento e, nello specifico, all’Olocausto. A presentarla, il 6 ottobre in videocollegamento con alcune scuole, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) Noemi Di Segni.

“Si tratta di un progetto straordinario, che mette al centro i giovani, il loro protagonismo, la loro capacità di incidere nella società attraverso la conoscenza. Studentesse e studenti in questi anni si sono confrontati con superstiti, familiari delle vittime, esperti, approfondendo pagine tragiche della nostra Storia. Sono andati a fondo per far sì che la memoria di quei terribili eventi fungesse da antidoto alla violenza e alla discriminazione ancora oggi, nel nostro presente. Non dobbiamo smettere mai di ricordare e promuovere occasioni di consapevolezza: questa mostra racconta il percorso fatto in tutti questi anni dalle nostre scuole, in collaborazione con l’UCEI, per contribuire al pieno sviluppo di ogni bambino e ragazzo per costruire comunità più inclusive e giuste. La memoria non è un pezzo di carta o un atto dimostrativo. È un elemento di costruzione della libertà, che si basa sul principio di uguaglianza”, ha dichiarato il Ministro Bianchi.

La mostra “I giovani ricordano la Shoah” raccoglie online – al sito https://www.scuolaememoria.it/site/it/home-page/ – alcuni dei lavori elaborati dalle studentesse e dagli studenti che, dal 2002 a oggi, hanno partecipato al concorso annuale bandito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’UCEI, per trasmettere la consapevolezza dei tragici eventi del secolo scorso ed educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione.

“Oggi la sfida della memoria e della conoscenza della Shoah – in tutte le sue dimensioni e interdisciplinarità – è quella di collegare passato e presente. Non come generico monito morale ma come vissuto quotidiano in cui siamo immersi. E occorre coraggio per dare giusto nome e identificazione ai fenomeni che viviamo: odio razziale, antisemitismo, fascismo e neofascismo. Ieri la Commissione europea ha pubblicato un documento di strategia per contrastare l’antisemitismo. La lotta ai fenomeni di odio antisemita nelle diverse espressioni anche moderne e contorte, come l’odio per lo Stato d’Israele, il sostegno alla vita ebraica e alla libertà di culto, lo studio e la conoscenza della Shoah: sono questi i tre pilastri di strategia per i prossimi dieci anni”, ha dichiarato la Presidente Di Segni.

Negli anni, una selezione di opere di bambini e ragazzi ha attraversato il territorio nazionale, per dare la possibilità a cittadine e cittadini di fruire dei lavori degli studenti e, attraverso di questi, di occasioni formative e di conoscenza. L’inaugurazione del portale, adesso, amplia queste possibilità: collegandosi al sito, i visitatori potranno approfondire il tema delle leggi razziali, il loro impatto sulla scuola, comprendere come era articolato l’universo concentrazionario.

La mostra è stata realizzata nell’ambito della Convenzione tra il Ministero dell’Istruzione e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Rientra tre le attività e le occasioni di studio e ricerca storica per studenti e docenti, delle quali fa parte anche il portale “Scuola e Memoria”, piattaforma di scambio di buone pratiche sul tema della Shoah, che fornisce approcci, linee guida e materiali didattici per giovani e insegnanti di ogni ordine e grado.

L’infausto 6 ottobre del 1939

L’infausto 6 ottobre del 1939

di Maurizio Tiriticco

1939! Il primo ottobre di quell’anno avevo iniziato a frequentare il secondo ginnasio presso il Regio Liceo Ginnasio “Ulpio Traiano” del Lido di Roma – il Duce voleva che Ostia si chiamasse così – quando, qualche giorno dopo, il 6 OTTOBRE – per me una giornata come un’altra – ebbe inizio di fatto la seconda guerra mondiale! Le truppe tedesche avevano invaso la Polonia! Per me adolescente, ma anche per tanti miei concittadini, quella era una “cosa” lontana mille miglia da noi! Il web non aveva ancora allargato i nostri confini spazio/temporali! E poi noi Italiani eravamo tutti intenti a godere della nostra “grandezza”! Avevamo costruito un Impero!!! L’Etiopia! E poi eravamo forti! Con gli alleati tedeschi avevamo costruito un asse, ovvero l’Asse Roma-Berlino, il 24 ottobre del 1936. E non ci bastava! Perché il 22 maggio del 1939 l’Asse divenne il Patto d’Acciaio! E poi l’alleanza italo-tedesca varcò gli oceani! Il 27 settembre del 1940 il Patto venne esteso al Giappone e divenne il Patto Tripartito: l’Asse Roma-Berlino-Tokio!

Ero convinto che a breve avremmo conquistato il mondo intero e che la Pax Romana avrebbe garantito stabilità al mondo intero! Si sarebbe avverato così il sogno di Orazio, che nel Carmen Saeculare così recitava tra l’altro: “Alme Sol possis nihil Urbe Roma vidère maius”! Liberamente tradotto in italiano: “Sole che sorgi libero e giocondo sui colli nostri i tuoi cavalli doma! Tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma, maggior di Roma”! Testo di Fausto Salvatori; musica di Giacomo Puccini!

La Grande Italia Fascista degli anni trenta! Così tutti credevamo! Beh! Proprio tutti no! L’antifascismo c’era! Antonio Gramsci era finito in carcere a Roma e lì morirà il 27 aprile del 1937. Molti antifascisti erano stati “isolati” nell’isola di Ventotene! Altri erano riusciti ad espatriare. Tra questi i fratelli Carlo e Nello Rosselli, giornalisti e politici, che erano riparati a Parigi. Ma non si salvarono dalla vendetta fascista: il9 giugno del 1937 furono uccisi da militanti dell’estrema destra. Nonostante tutto, l’antifascismo esisteva, in clandestinità o all’estero o al confino. Qualche nome: Alcide De Gasperi, Don Luigi Sturzo, Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio, Pietro Nenni, Pietro Secchia, Teresa Noce, Randolfo Pacciardi, Umberto Terracini e mille altri.

E’ doveroso ricordare che l’antifascismo militante operò anche in Spagna, durante la guerra civile (dal 17 luglio 1936 al 1º aprile 1939). Ed è bene ricordare quanto accadde nella battaglia di Guadalajara, nel marzo 1937, quando il corpo di spedizione italiano,inviato da Mussolini in aiuto del generale Franco, venne fermato dalle brigate internazionali, all’interno delle quali si distinse il battaglione Garibaldi, che ebbe come primo comandante Randolfo Pacciardi che,dopo la guerra 1940-45, divenne leader del Partito Repubblicano Italiano.

Il fascismo, con la sua mania di grandezza, non esitò a gettarci in una guerra che sarebbe stata rovinosa! Infatti, quando le truppe tedesche, nella primavera del 1940, invasero e conquistarono gran parte della Francia e stavano per entrare a Parigi (sarebbe stata occupata il 14 giugno), Mussolini non esitò a dichiarare guerra alla Francia! Nonostante il parere contrario dello Stato Maggiore che conosceva bene lo… stato minore delle nostre forze armate, Era il 10 giugno del 1940! Ed il tutto fu pubblicizzato dal balcone di Palazzo Venezia! Dal discorso del Duce. Ecco l’incipit:

“Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania! Ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.   Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile assedio societario di cinquantadue Stati. La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano…. Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo avere risolto il problema delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime. Noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero, se non ha l’accesso all’Oceano”. La dichiarazione di guerra fu considerata dai francesi un vero e proprio tradimento. Ma il Duce aveva dichiarato testualmente ai suoi collaboratori che gli sarebbe bastato qualche migliaio di morti per sedere al tavolo della pace. Il cinismo di certa politica!

Ma torniamo allo scoppio della seconda guerra mondiale. Ovviamente provocata dall’espansionismo della Germania di Hitler. Che preoccupava non poco le cancellerie europee. L’11 marzo del 1938 la Germania aveva invaso l’Austria. Ed Hitler era stato accolto, purtroppo, come un trionfatore! Realizzava il sogno della grande Nazione tedesca!? Ma Hitler rivendicava anche la regione dei Monti Sudeti, la parte occidentale dell’allora Cecoslovacchia, abitata prevalentemente da popolazione di etnia tedesca. E le preoccupazioni dei Paesi europei salì alle stelle. E si giunge così alla Conferenza di Monaco, il 29 e il 30 settembre, fra i capi di governo del Regno Unito(Arthur Neville Chamberlain), della Francia (Eduard Daladier), della Germania (Adolph Hitler) e dell’Italia/Benito Mussolini). La conferenza si concluse con un accordo che portò all’annessione di vasti territori della Cecoslovacchia da parte dello Stato tedesco. Ma fu cosa grave che i rappresentanti cechi e slovacchi non vennero fatti partecipare alle trattative, per cui quel trattato venne da loro etichettato come “diktat di Monaco”. Di ritorno da Monaco, Mussolini venne pressoché incensato da tutta la stampa nazionale – eravamo in piena dittatura – come lo stratega politico che, con il suo equilibrio e la sua abilità diplomatica, aveva salvato l’Europa dalla guerra. Tutto questo nella tarda estate del 1938!

Ma l’anno successivo, esattamente il primo settembre 1939, le truppe di Hitler invadono la Polonia. Fu un fatto gravissimo! Che preoccupò, e non poco, non solo i governi europei, ma anche l’Unione Sovietica di Giuseppe Stalin che, ovviamente, non fu da meno! E il 17 settembre le truppe sovietiche invadono la Polonia da est. L’intenzione delle due potenze, o meglio dei due dittatori, Hitler e Stalin, era di spartirsi il territorio polacco: e dimostrare al mondo che in Europa “comandavano” loro!!! La campagna, incominciata il 1º SETTEMBRE, ebbe termine un mese dopo, esattamente il 6 OTTOBRE, con la resa delle ultime forze polacche. E va ricordato che quell’invasione fu il primo esempio di un nuovo modo di scatenare una guerra: e fu coniata la locuzione di “guerra lampo” (Blitzkrieg).

L’invasione della Polonia segnò l’inizio della terribile seconda guerra mondiale. Infatti l’aggressione tedesca spinse, il 3 settembre, i paesi alleati della Polonia, Regno Unito e Francia, a dichiarare guerra alla Germania nazista. Lunghi anni di immani sofferenze, che si conclusero soltanto l’8 maggio del 1945!

J. Williams, Stoner

John Williams, Stoner, Fazi editore, 2012

di Mario Coviello

Ho letto con passione la scorsa settimana il romanzo di John Williams “ Stoner” e ho aspettato una settimana per parlarvene perchè ho comperato subito dopo e letto dello stesso autore “Butcher Crossing”.Li ho amati entrambi. “Stoner” affronta ed esplora interrogativi imprescindibili : Perchè viviamo ? Che cosa conferisce valore e significato alla vita ? Che cosa vuol dire amare ?

Stoner viene da una povera famiglia di contadini ed è cresciuto imparando la fatica di lavorare la terra. “ Per quel che ricordava, William Stoner aveva sempre dato una mano in casa. A sei anni già mungeva le loro vacche ossute,dava da mangiare ai maiali del porcile a poche iarde da casa, e raccoglieva le minuscole uova delle vecchie galline del pollaio.”.

I genitori con grandi sacrifici lo iscrivono nel 1910 alla scuola di agraria dell’Università di Columbia nel Missouri, e William studia e lavora per pagarsi l’università. Il terribile professore di letteratura inglese Archer Sloane , durante una lezione legge il sonetto di Shakespeare n. 73 “Questo tu vedi, che fa il tuo amor più forte,/ a degnamente amare chi presto ti verrà meno” e Stoner lo ascolta e ne è trasformato. L’insegnante gli chiede cosa vogliano dire i versi ma tutto ciò che riesce a dire, flebilmente, è “significa…”. Stoner nel 1918, nell’ultimo anno della prima guerra mondiale, diventa professore associato nell’università del Missouri, proprio grazie a Sloane che lo sprona a vincere una borsa di studio per frequentare il dottorato. E insegnerà qui fino alla morte nel 1956, rimanendo un semplice ricercatore.

Stoner frequenta Master e Finch, il primo sarà suo amico per tutta la vita nella stessa università,l’altro sarà ucciso in Francia,partendo volontario per la guerra. William si innamora della bellissima Edith, la sposa ma il matrimonio va male perchè la moglie “ da bambina era stata sempre molto sola ed era cresciuta senza alcuna conoscenza delle necessità che la vita impone di giorno in giorno..”. Edith è incapace di ricambiare il suo amore e “ nel giro di un mese , Stoner realizzò che il suo matrimonio era un fallimento. Di lì a un anno smise di sperare che le cose sarebbero migliorate. Imparò il silenzio e mise da parte il suo amore.”

Ancora più dolorosa per Stoner è la nascita dell’unica figlia Grace. I due imparano a volersi bene ma Edith, gelosa del rapporto fra padre e figlia, li separa e contrasta,fino a impedire i meravigliosi momenti intimi che i due avevano vissuto durante l’infanzia della piccola.

Stoner ormai anziano entra in una faida amara, o meglio è perseguitato da un collega per venticinque anni e conosce l’unico momento di riscatto della sua vita in una tenerissima storia d’amore che poi svanirà.

In una delle sue rare interviste John Williams , disse del suo protagonista: «Credo che sia un vero eroe. Molti di coloro che hanno letto il libro pensano che Stoner abbia avuto una vita brutta e triste. Io invece credo che sia stata bellissima. Una vita senz’altro migliore di quella di molti. Faceva ciò che desiderava fare, ci teneva, era in qualche modo convinto dell’importanza del lavoro che svolgeva… Per me, la cosa importante del romanzo è il significato che Stoner attribuiva al lavoro… il lavoro nel senso buono e onorevole del termine. Il lavoro gli dava un’identità particolare e lo rendeva ciò che era».
E aggiunge «Un pomeriggio di qualche settimana fa, sono entrato in studio mentre la mia dattilografa (una studentessa specialista in storia, e anche non troppo brillante, temo) stava finendo di battere il capitolo 15, e l’ho sorpresa con il volto rigato di lacrimoni. Le vorrò bene in eterno».

“ Stoner è un romanzo molto bello. Ha notevole sostanza, gravità, e rimane nella mente. È anche un vero «romanzo per lettori», nel senso che la sua narrativa rinforza il valore della lettura e dello studio. Molti ripenseranno alle proprie folgorazioni letterarie, a quei momenti in cui la magia della letteratura cominciò ad avere un qualche vago senso, alla prima volta in cui si propose loro come il modo migliore di capire la vita. I lettori sanno anche che questo sacro spazio interiore, in cui ci sono la lettura, le riflessioni e l’essere se stessi, è minacciato in modo crescente da quello che Stoner chiama «il mondo», un mondo oggigiorno sempre più denso di frenetiche interferenze e costante sorveglianza dell’individuo. Forse c’è un po’ di quest’ansia dietro la rinascita di questo romanzo che pubblicato nel 1965 è esploso nel 2003 ed è “uno dei più grandi e insospettabili romanzi americani del XX ° secolo” ( Bret Easton Ellis ). Ma dovreste — anzi, dovete — scoprirlo di persona.” (Julian Barnes)

Nato in Texas nel 1922 da una famiglia di contadini, John Williams partecipò alla seconda guerra mondiale in India e in Birmania. Al suo rientro si trasferì a Denver, in Colorado, e “ per quindici anni- ha detto la moglie- ha vissuto il rimorso e l’angoscia del sopravvissuto “ . Qui trascorse il resto della sua vita con la moglie e i figli, insegnando scrittura creativa all’università.

Giornata degli insegnanti, il Papa: «Vicinanza e gratitudine a tutti i docenti»

da Il Sole 24 Ore

L’appuntamento celebrato in tutto il mondo. Il ministro Bianchi: «L’intero Paese ridia attenzione ai nostri professori, di ogni ordine e grado».

di Redazione Scuola

Il 5 ottobre si celebra in tutto il mondo la Festa degli insegnanti, il “Teacher Day”, istituito dall’Unesco nel 1994 per ricordare l’importanza della formazione e sottolineare il ruolo dei docenti all’interno della società. E da più parti arrivano i ringraziamenti per il loro operato. A partire da Papa Francesco che proprio nel corso dell’incontro tra i leader delle religioni mondiali “Religions and Education: Towards a Global Compact on Education” in Vaticano, ha voluto manifestare «vicinanza e gratitudine a tutti gli insegnanti» e, nello stesso tempo ribadire «l’attenzione per l’educazione», rappresentata dall’esigenza di promuovere «un Patto educativo globale». Bergoglio ha anche esortato a «ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione», invitando tutti a «unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna».

Il ministro Bianchi

Anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha voluto ringraziare i docenti per la «loro capacità di farsi carico non soltanto dell’educazione dei ragazzi, ma anche di accompagnarli, in questa fase così difficile, a trovare il loro percorso di vita». E ha sottolineato l’importanza «che tutto il Paese ridia attenzione ai nostri insegnanti di ogni ordine e grado».

L’appello dei dirigenti scolastici

Questa giornata è stata dunque un’occasione per «riflettere sul ruolo che gli insegnanti ricoprono nelle vite di noi tutti», come spiega Antonio Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione presidi. Si tratta di una professione che non prevede solo la «trasmissione di contenuti e conoscenze», prosegue Giannelli. Ma di «assurgere a figura di riferimento in momenti importanti della nostra crescita». Il rappresentante dei presidi ricorda che «la figura del docente è sicuramente complessa e sfaccettata». Per questo «deve essere valorizzata e che le devono essere riconosciuti il grande valore e la grande funzione sociale». Per «valorizzazione», specifica Giannelli, si fa riferimento «all’introduzione di una vera carriera, all’adeguamento della retribuzione, alla formazione necessaria per restare al passo con i tempi e con i fabbisogni educativi degli alunni». Solo così si potrà progettare «un futuro diverso e migliore per questa professione, indispensabile per garantire a tutti un’istruzione di qualità e inclusiva. Ce ne saranno grate le generazioni future e il Paese».

Ok del Consiglio dei ministri al Piano di azione pluriennale per bambini 0-6 anni

da Il Sole 24 Ore

Riparizione del fondo annuale da 309 mln per il quinquennio 2021-2025 e definizione dettagliata degli interventi da programmare e realizzare

di Redazione Scuola

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha deliberato l’adozione del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per i bambini di età compresa tra zero e sei anni per il quinquennio 2021-2025. Il testo – spiega Palazzo Chigi – è stato condiviso con il ministero dell’Economia e delle finanze, le Regioni e l’Anci ed è stato oggetto di intesa in sede di Conferenza unificata.

La ripartizione

Il Piano prevede, per il quinquennio 2021/2025, la ripartizione di un Fondo annuale per 309 milioni di euro e definisce dettagliatamente gli interventi da realizzare, prevedendo che ciascuna Regione e Provincia autonoma assegni: una quota del contributo statale annuale non inferiore al 7% agli interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente e promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali; una quota del contributo statale annuale non inferiore al 10% agli interventi per nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica e in caso di incendio, risparmio energetico e fruibilità di stabili di proprietà delle amministrazioni pubbliche, spese di gestione, in quota parte, dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, in considerazione dei loro costi e della loro qualificazione. Il decreto di riparto, a firma del ministro, dovrà prevedere, per ciascuna Regione e Provincia autonoma un contributo suddiviso in quota stabile, quota variabile e quota perequativa, quest’ultima prevista per finalità di riequilibrio territoriale.

Istruzione 0-6 anni, ok dal Governo per il piano 2021-2025: interventi di edilizia e formazione del personale

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, ha deliberato l’adozione del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per i bambini di età compresa tra zero e sei anni per il quinquennio 2021-2025, con la ripartizione del fondo annuale da 309 milioni.

Il testo nelle scorse settimane è stato condiviso con il ministero dell’Economia e delle Finanze, le Regioni e l’Anci ed è stato oggetto di intesa in sede di Conferenza unificata.

Il Piano prevede, per il quinquennio 2021/2025, la ripartizione di un Fondo annuale per 309 milioni di euro e definisce gli interventi da realizzare, prevedendo che ciascuna Regione e Provincia autonoma assegni una quota del contributo statale annuale non inferiore al 7% agli interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente e promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali, e una quota non inferiore al 10% agli interventi per nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica e in caso di incendio.

Il decreto di riparto, a firma del ministro, dovrà prevedere, per ciascuna Regione e Provincia autonoma un contributo suddiviso in quota stabile, quota variabile e quota perequativa, quest’ultima prevista per finalità di riequilibrio territoriale.

Pensioni docenti e ATA settembre 2022, la scheda tecnica UIL

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il 1° ottobre 2021 è stato pubblicato il decreto n° 294 del Ministero dell’Istruzione che fissa le date di scadenza per la presentazione delle dimissioni dal servizio per:
• accedere al trattamento pensionistico
• licenziarsi senza diritto a pensione
• ottenere la pensione e il contemporaneo mantenimento in servizio a tempo parziale

• MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE ISTANZE

Per il personale docente e ATA la data di scadenza è quella del 31 ottobre 2021, per i dirigenti scolastici il 28 febbraio 2022. Il personale delle Province Autonome di Trento, Bolzano e Aosta presenterà le dimissioni in forma cartacea al dirigente della scuola dove presta servizio. Il personale in servizio all’estero potrà avvalersi anche della presentazione delle dimissioni in forma cartacea al dirigente della scuola ove prestano servizio.

Per dare le dimissioni si dovrà utilizzare obbligatoriamente il sistema Polis del Ministero dell’Istruzione utilizzando lo SPID, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

• REQUISITI RICHIESTI

Il personale della scuola che compirà 67 anni entro il 31 agosto 2022 e non possiede la contribuzione minima (anni 20) per accedere al trattamento pensionistico, ai sensi dell’art. 509 del Decreto Legislativo n° 297 del 16 aprile 1994, art. 1 comma 3 e successive modificazioni, potrà chiedere il trattamento in servizio al dirigente scolastico della propria scuola, in forma cartacea, fino al raggiungimento del 71° anno di età anagrafica. Nel caso in cui, pur arrivando a tale età, non si dovesse raggiungere il minimo dei 20 anni. Il dirigente scolastico non è tenuto a mantenere in servizio la persona interessata. In tal caso, se il lavoratore possiede contributi dal 1996 in poi, ha diritto ad un trattamento contributivo sulla base di quanto ha versato durante gli anni di servizio.

• OPZIONI POSSIBILI PER IL PENSIONAMENTO

Attualmente, oltre alle pensioni di inabilità che verranno decretate da una commissione medico-collegiale, i pensionamenti si basano su:
1) Legge Fornero;
2) Opzione donna;
3) Quota 100.

La Legge Fornero prevede la pensione anticipata e quella di vecchiaia. La prima si ottiene con un’anzianità contributiva di anni 41 e mesi 10 (donne) e 42 anni e 10 mesi (uomini), da raggiungere entro il 31 dicembre 2022, a prescindere dall’età anagrafica. La seconda viene erogata al raggiungimento dell’età anagrafica di 67 anni, con una contribuzione minima di anni 20. Nel caso in cui tale età si raggiunge entro il 31 agosto 2022, il pensionamento avviene d’ufficio. Se, invece, il raggiungimento dell’età per la vecchiaia interviene tra settembre e dicembre, per andare in pensione bisognerà produrre richiesta di dimissioni volontarie.

L’opzione donna è una opportunità riservata unicamente alle donne che al 31 dicembre 2020 possedevano una contribuzione di 35 anni e un’età anagrafica di 58. E’ un pensionamento che parte da lontano e precisamente dalla Legge Maroni del 2004, con la quale si consentiva alle donne un pensionamento anticipato optando per il calcolo contributivo, che determina una perdita tra il 25 e il 30% di quanto spetterebbe sulla base dei 35 anni di contribuzione.

Il pensionamento con Quota 100 è stato introdotto col DM n° 4 del 28 gennaio 2019, convertito in Legge n° 26 del 28 marzo 2019, e consente l’accesso al trattamento pensionistico a tutti coloro, maschi e femmine, che raggiungono l’età anagrafica di 62 anni e l’età contributiva di 38 entro il 31 dicembre 2021. E’ bene che gli interessati sappiano che, con 62 anni e 38 di contribuzione, si perdono almeno 300 euro netti al mese rispetto allo stipendio netto mensile.

E’ opportuno informare che ci sono altri due tipi di pensionamento d’ufficio che riguardano i docenti di scuola dell’Infanzia e tutti coloro che compiono 65 anni entro il 31 agosto 2022. I docenti della scuola dell’Infanzia che al 31 agosto 2022 posseggono 66 anni e 7 mesi di età, con almeno 30 anni di contribuzione, vengono collocati in pensione d’ufficio con decreto del dirigente scolastico da emettere entro il 28 febbraio 2022. Lo stesso decreto di pensionamento d’ufficio, da parte del dirigente scolastico sempre entro il 28 febbraio 2022, viene emesso per coloro che compiono 65 anni entro il 31 agosto 2022 e, alla stessa data, possiedono 41 anni e 10 mesi di contribuzione (donne) e 42 anni e 10 mesi (uomini).

Non è consentito più chiedere la permanenza in servizio oltre l’età della vecchiaia, ai sensi del DM 112 del giugno 2008 (decreto Brunetta), convertito in legge 133 dell’agosto 2008. La proroga potrà essere data per non oltre tre anni, in via del tutto eccezionale, a coloro che sono impegnati in progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera. Il trattenimento in servizio, comunque, è autorizzato, con provvedimento motivato, dal dirigente scolastico o dal direttore generale dell’Ufficio scolastico Regionale.

Coloro che saranno destinatari di APE sociale potranno presentare le dimissioni al dirigente scolastico entro il 31 agosto 2022, in forma cartacea.

Le scuola e gli Ambiti Territoriali dovranno provvedere a definire tutte le pratiche “ante subentro” (domande presentate entro il 31 agosto 2000) di computo, riscatto, ricongiunzione, accrediti figurativi e trasmetterle telematicamente all’Inps entro il 14 gennaio 2022 e dovranno effettuarle mediante il sistema nuova passweb. Solo nel caso in cui non fosse possibile avere a disposizione l’applicativo nuova passweb, in via del tutto eccezionale, potranno essere inviate mediante il SIDI.

La Segreteria nazionale

Docenti neoassunti: apertura ambiente Indire entro ottobre con alcune novità

da OrizzonteScuola

Di redazione

Pubblicata la nota annuale con le indicazioni sull’anno di prova e formazione per i docenti neo immessi in ruolo nell’anno scolastico 2021/22. La piattaforma Indire aprirà entro il mese di ottobre 2021, così viene indicato nella nota 30345 del 4 ottobre

L’apertura dell’ambiente online, predisposto da INDIRE, avverrà entro il mese di ottobre 2021, al fine di garantire una più ampia disponibilità della piattaforma ai docenti neoassunti- scrive il ministero.

Previste alcune novità, così come si legge nella stessa nota: “Le attività online vedranno alcune variazioni e semplificazioni di carattere editoriale, per assicurare il migliore collegamento tra le varie sequenze di attività che confluiscono nel portfolio professionale finale e le attività sincrone in presenza e online (incontri iniziali e finali, laboratori, attività peer to peer)”.

Viene confermato l’ambiente online pubblico in supporto ai diversi soggetti impegnati nella formazione, in modo da assicurare un’interazione tra i partecipanti alla formazione e le strutture responsabili dell’organizzazione.

Si conferma il significato delle attività online (che corrisponde forfettariamente a 20 ore di impegno), non come attività fine a se stessa ma come strettamente connessa con le parti in presenza, per consentire di documentare il percorso, riflettere sulle competenze acquisite, dare un “senso” coerente al percorso complessivo.

La presentazione del portfolio professionale al Comitato di valutazione sostituisce la elaborazione di ogni altra relazione.

Anno di prova e formazione neoassunti: confermate le 50 ore, tornano le visite a scuole innovative per 3000 docenti

da OrizzonteScuola

Di redazione

Emanata la nota 30345 del 4 ottobre contenente le indicazioni sul periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo. Viene confermata la durata del percorso in 50 ore complessive e viene ripristinata la possibilità del visiting a scuole innovative

La ripartizione del monte ore complessivo

Nota Ministero

Attività docenti neoassunti

Incontri iniziali e di restituzione finale

Il tempo da dedicare agli incontri iniziali e finali è pari a 6 ore complessive.

Laboratori formativi

12 ore di formazione complessive: i laboratori possono svolgersi in presenza o online.

Temi specifici di questo anno:

  • iniziative e provvedimenti legati alla gestione delle istituzioni scolastiche in fase di emergenza pandemica;
  • metodologie e tecnologie della didattica digitale e loro integrazione nel curricolo;
  • competenze digitali dei docenti;
  • inclusione sociale e dinamiche interculturali;
  • gestione della classe e dinamiche relazionali, con particolare riferimento alla prevenzione dei fenomeni di violenza, bullismo e discriminazioni;
  •  competenze relazionali e competenze trasversali (soft-skills e character skills);
  •  bisogni educativi speciali;
  • motivare gli studenti ad apprendere;
  •  innovazione della didattica delle discipline;
  •  insegnamento di educazione civica e sua integrazione nel curricolo;
  •  valutazione finale degli apprendimenti;
  •  percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento;
  • educazione sostenibile e transizione ecologica, con particolare riferimento al Piano “Rigenerazione Scuola” presentato nel corso del 2020-2021.

Visite a scuole innovative

Tornano le visite alle scuole innovative per un massimo di 3000 docenti come indicato nella tabella allegata alla nota

Attività di peer to peer, tutoraggio e ruolo dei tutor e dei dirigenti scolastici

Per ciò che concerne l’osservazione in classe rimane confermato quanto previsto dall’art. 9 del D.M. 850/2015. L’attività da svolgere a scuola è pari a 12 ore.

Ad ogni docente in periodo di prova viene affiancato un tutor di riferimento. Il rapporto non potrà superare la quota di tre docenti affidati al medesimo tutor.

Sono i dirigenti scolastici a individuare i tutor.

Piattaforma Indire

L’apertura dell’ambiente online, predisposto da INDIRE, avverrà entro il mese di ottobre 2021. Le attività online corrispondono forfettariamente a 20 ore di impegno.

Chi deve svolgere il periodo di prova e formazione

Secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 1 del DM 850/2015, sono tenuti al periodo di formazione e prova tutti i docenti:

  •  neoassunti a tempo indeterminato al primo anno di servizio;
  • assunti a tempo indeterminato negli anni precedenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova o che non abbiano potuto completarlo;
  • personale che, in caso di valutazione negativa, debbano ripetere il periodo di formazione e prova;
  • personale che abbia ottenuto il passaggio di ruolo;
  • personale neoassunto su posti di cui all’art. 59, comma 4 del D.L. 73/2021 convertito con modificazioni dalla Legge 106/2021, con prova disciplinare successiva secondo le disposizioni di cui al DM 242/2021. Laddove il personale abbia già esperito positivamente il periodo di formazione e prova nello stesso ordine e grado, sarà comunque soggetto allo svolgimento della prova disciplinare di cui al citato comma 7 del D.L. 73/2021.

Non devono svolgere il periodo di prova i docenti:

  • che abbiano già svolto il periodo di formazione e prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018 nello stesso grado di nuova immissione in ruolo;
  • che abbiano ottenuto il rientro in un precedente ruolo nel quale abbiano già svolto il periodo di formazione e prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018;
  • già immessi in ruolo con riserva, che abbiano superato positivamente l’anno di formazione e di prova o il percorso FIT ex D.D.G. 85/2018 e siano nuovamente assunti per il medesimo grado;
  • che abbiano ottenuto il trasferimento da posto comune a sostegno e viceversa nell’ambito del medesimo grado;
  • che abbiano ottenuto il passaggio di cattedra nello stesso ordine e grado di scuola.

Legge di bilancio 2022: ci saranno un po’ di soldi per i contratti, ma anche norme sulla autonomia differenziata

da La Tecnica della Scuola

Il Governo è al lavoro per predisporre la legge di bilancio 2022 che dovrà essere approvato dal Parlamento entro la fine del mese di dicembre.
Per il momento di cifre non si parla ancora ma dalla Nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e finanza) arrivano le prime indicazioni.
La nota, infatti, parla di risorse per i rinnovi contrattuali anche se non fornisce numeri, se non in modo molto generale.
Questi sono infatti i dati relativi alla spesa per stipendi pubblici a partire dal 2020

2020          173.767
2021          179.401
2022          188.787
2023          183.289
2024          183.843

Come si può osservare, si registra un incremento del 3,2% dal 2020 al 2021 e del 5,2% dal 2021 al 2022, ma va anche detto che nel 2023 si assiste ad un rapido decremento.

“La crescita nominale dei redditi da lavoro dipendente, pari al 3,2 per cento nel 2021 e al 5,2 per cento nel 2022 – si legge nel documento approvato dal Governo – riflette soprattutto le ipotesi sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego della tornata 2019-2021 ed il pagamento dei relativi arretrati. Nel 2023, i redditi da lavoro dipendente sono attesi ridursi del -2,9 per cento e tornare a salire lievemente dello 0,3 per cento nel 2024”.

Va detto che dalla NADEF (nota di aggiornamento al DEF) emerge chiaramente che le risorse per il rinnovo contrattuale dovranno derivare tutte dal bilancio ordinario dello Stato; l’ipotesi che i fondi del PNRR possano essere utilizzati per incrementare gli stipendi – avanzata anche in sede sindacale – appare del tutto infondata.
Fra i punti della Nota che stanno facendo discutere gli stessi sindacati c’è anche il richiamo alla possibilità che uno dei provvedimenti collegati alla legge di bilancio sia una legge in materia di autonomia differenziata.

Docenti neoassunti, come si svolgerà il periodo di formazione e prova? [NOTA MI]

da La Tecnica della Scuola

Come ogni anno, il Ministero dell’Istruzione ha trasmesso la nota relativa al periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo.

Per l’a.s. 2021/22 la nota è la n. 30345 del 4 ottobre 2021.

SCARICA LA NOTA

In sostanza, vengono confermate anche per l’anno scolastico 2021-2022 le caratteristiche salienti del modello formativo, con alcune puntualizzazioni che possono ulteriormente qualificare l’esperienza formativa dei docenti neoassunti e facilitare l’azione organizzativa dell’amministrazione e delle scuole.

La durata del percorso resta quantificata in 50 ore di impegno complessivo, considerando:

  • le attività formative sincrone
  • l’osservazione reciproca dell’attività didattica
  • la rielaborazione professionale mediante gli strumenti presenti che saranno forniti da INDIRE nell’ambiente online.

Viene ripristinata la possibilità del visiting a scuole innovative, esperienze che erano state bloccate a causa del Covid.

La ripartizione del monte ore complessivo per le attività di formazione resta quella stabilita dal DM 850/2015:

  • incontri propedeutici e di restituzione finale 6 ore complessive
  • laboratori formativi/visite a scuole innovative 12 ore
  • peer to peer 12 ore
  • formazione on line 20 ore

L’apertura dell’ambiente online, predisposto da INDIRE, avverrà entro il mese di ottobre 2021.

Green pass, per i guariti dal Covid come funziona? FAQ ufficiali

da La Tecnica della Scuola

La Certificazione verde anti Covid-19 viene generata in automatico e messa a disposizione gratuitamente nei seguenti casi:

  1. aver effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni;
  2. aver completato il ciclo vaccinale;
  3. essere risultati negativi a un tampone molecolare nelle ultime 72 ore o rapido nelle 48 ore precedenti;
  4. essere guariti da COVID-19 nei sei mesi precedenti.

Con riferimento ai soggetti guariti dal Covid, riportiamo alcune FAQ ufficiali, pubblicate sul sito dedicato all’emissione del Green pass.

Sono guarito dal Covid da meno di sei mesi, come faccio a ottenere la Certificazione verde Covid-19?

Per prima cosa è necessario che il tuo certificato di guarigione venga trasmesso a livello centrale. Il tuo medico curante o l’ASL che ha emesso la certificazione di fine isolamento dovranno infatti inserire i tuoi dati nel Sistema Tessera Sanitaria. Solamente dopo tale inserimento il Ministero della Salute potrà generare in automatico la tua Certificazione verde Covid-19 che avrà una validità di 180 giorni (6 mesi) dal primo tampone molecolare positivo.

Inoltre, se hai fatto la vaccinazione entro 12 mesi dopo la guarigione, riceverai in automatico anche una Certificazione per completamento del ciclo vaccinale.

Sono guarito dal Covid-19 da meno di 6 mesi, ma non ho ricevuto la Certificazione COVID-19. Che cosa posso fare?

Solo alcune Regioni hanno trasmesso alla Piattaforma nazionale-DGC i dati delle guarigioni per l’emissione automatica delle Certificazioni verdi per guarigione. Se non hai ricevuto un SMS o email con l’AUTHCODE e non la trovi in APP IO o accedendo con SPID dal sito www.dgc.gov.it è probabile che il medico o la Asl non abbiano inserito nel sistema Tessera sanitaria i dati relativi al tuo certificato di guarigione. In questo caso devi rivolgerti al tuo medico di famiglia o alla Asl perché inseriscano i dati nel sistema. La Certificazione verde COVID-19 per guarigione verrà rilasciata dopo qualche minuto.

Ho avuto il COVID e fatto una dose di vaccino, mi è arrivata una Certificazione di prima dose valida fino alla seconda, che non devo fare. Quando potrò avere la Certificazione verde COVID-19 valida per un anno?

Tutti coloro che dopo l’infezione COVID-19 hanno fatto una dose di vaccino entro l’anno dall’esordio della malattia (cioè dalla data del tampone molecolare positivo) riceveranno una nuova Certificazione valida per 12 mesi dalla data di somministrazione della prima dose di vaccino. La nuova Certificazione è in sostituzione di quella eventualmente già ricevuta con indicazione a completare il ciclo vaccinale con una seconda dose.

Ciò grazie alla presa d’atto del 24 giugno da parte del Garante della privacy delle misure adottate dal Ministero della Salute per assicurare integrità e riservatezza dei dati sulle infezioni pregresse delle persone vaccinate. In accordo, inoltre, con il parere del CTS del 16 luglio 2021, l’intervallo di validità della vaccinazione nei guariti è stato esteso fino a un anno (non più tra i 90 e i 180 giorni dall’esordio).

Ho fatto la prima dose di vaccino e dopo ho preso il Covid-19, posso avere il green pass per vaccinazione completa?

Se hai contratto il Covid-19, dopo la somministrazione della prima dose di un vaccino che ne prevede due, riceverai la Certificazione verde Covid-19 di vaccinazione completata (1 di 1) se l’infezione Covid-19 è avvenuta oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino (fa fede la data del primo test molecolare positivo) e hai già avuto un green pass di guarigione.

Se hai contratto il Covid-19 entro quattordici giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dall’infezione (data del primo test molecolare positivo) e quindi riceverai il green pass di ciclo completato (2/2) dopo aver effettuato la seconda dose.

Il 16 settembre 2021 sono state emesse le Certificazioni verdi Covid-19 per oltre 56mila persone che si sono ammalate dopo il 14mo giorno dalla prima dose del vaccino e avevano un green pass di guarigione (anche se scaduto). Dal 17 settembre l’emissione del green pass vaccinale dose 1 di 1 per chi si è ammalato dopo 14 gg dalla prima dose è a regime.

Circolare del Ministero della Salute del 9 settembre 2021

TFA Sostegno VI ciclo, ammessi alle prove scritte e date di svolgimento: info dalle Università

da La Tecnica della Scuola

Si sono conclusi nelle Università i test preselettivi per il TFA Sostegno VI ciclo.

Le date di svolgimento sono state:

  • 20 settembre 2021 (mattina) prove scuola dell’infanzia;
  • 23 settembre 2021 (mattina) prove scuola primaria;
  • 24 settembre 2021 (mattina) prove scuola secondaria I grado;
  • 30 settembre 2021 (mattina) prove scuola secondaria II grado.

Gli Atenei stanno pubblicando gli elenchi dei candidati ammessi allo scritto e i calendari in cui si svolgeranno le prove.

Su cosa verteranno le prove?

La prova scritta sarà volta a verificare, unitamente alla capacità di argomentazione e al corretto uso della lingua, il possesso da parte del candidato di:

  • Competenze socio-psico-pedagogiche diversificate secondo i due gradi di scuola;
  • Competenze su intelligenza emotiva, riferite ai seguenti aspetti: riconoscimento e comprensione di emozioni, stati d’animo e sentimento nell’alunno; aiuto all’alunno per un’espressione e regolazione adeguata dei principali stati affettivi; capacità di autoanalisi delle proprie dimensioni emotive nella relazione educativa e didattica;
  • Competenze su creatività e su pensiero divergente, riferite cioè al saper generare strategie innovative ed originali tanto in ambito verbale linguistico e logico matematico quanto attraverso i linguaggi visivo, motorio e non verbale;
  • Competenze organizzative in riferimento all’organizzazione scolastica e agli aspetti giuridici concernenti l’autonomia scolastica: il Piano dell’Offerta Formativa, l’autonomia didattica, l’autonomia organizzativa, l’autonomia di ricerca e di sperimentazione e sviluppo, le reti di scuole; le modalità di autoanalisi e le proposte di auto-miglioramento di Istituto; la documentazione; gli Organi collegiali: compiti e ruolo del Consiglio di Istituto, del Collegio Docenti e del Consiglio di Classe o Team docenti, del Consiglio di Interclasse; forme di collaborazione inter-istituzionale, di attivazione delle risorse del territorio, di informazione e coinvolgimento delle famiglie. Compito e ruolo delle famiglie.

La prova orale verterà sui contenuti delle prove scritte e su questioni motivazionali.

Info dalle Università

Di seguito riportiamo le pagine dedicate al Tfa Sostegno delle varie Università e i link agli ultimi avvisi pubblicati.

ABRUZZO

Università dell’Aquila – Avviso date prova scritta – Ammessi prova scritta per superamento test preselettivo – Elenchi con posizione e password

Università di Teramo – Prova scritta: linee guida – Elenco candidati iscritti in soprannumero – Scuola SECONDARIA II GRADO: risultati prova preselettiva e ammessi alla prova scritta – Scuola SECONDARIA I GRADO: risultati prova preselettiva e ammessi alla prova scritta

BASILICATA

Università della Basilicata – Risultati test preselettivi – Prova scritta

CALABRIA

Università della Calabria – Secondaria di 2° Grado – risultati Test Preselettivo – Indicazioni sulla 2° Prova o Prova Scritta – Indicazioni per l’Accesso in Aula – prova scritta Infanzia e Primaria – Aule ed Orari – Prova Scritta del 02/10/2021

Università Mediterranea di Reggio Calabria

Università Magna Graecia di Catanzaro

CAMPANIA

Università Suor Orsola Benincasa – Convocazione prova scritta (seconda prova) e suddivisione dei candidati (Scuola secondaria di II grado) – Graduatoria degli ammessi alla prova scritta (seconda prova) – Scuola secondaria di II grado

Università di Salerno – Date di svolgimento della prova scritta

EMILIA-ROMAGNA

Università di Bologna – Date prove scritte e orali

Università di Ferrara – Date prove scritte – Date prove orali

Università di Modena-Reggio Emilia – Ammessi alla prova scritta – Secondo grado

Università di Parma

FRIULI VENEZIA GIULIA

Università di Udine – Esiti prova preselettiva scuola secondaria I grado – – Avviso di convocazione e diposizioni per l’accesso alla Prova scritta Scuola Secondaria di I grado – Esiti prova preselettiva scuola secondaria II grado – Prova scritta – 11 OTTOBRE 2021  mattino (l’avviso di convocazione sarà pubblicato entro martedì 5 ottobre 2021)

Università di Trieste – candidati ammessi alle prove scritte – scuola secondaria di II grado  – candidati ammessi alle prove scritte – scuola secondaria di I grado

LAZIO

Cassino – Lazio Meridionale

Università di Roma – Unint

Lumsa – Prova pratica dell’8 ottobre 2021 (Scuola secondaria di II grado)

Università di Roma Tre – Esiti prove preselettive

Università Europea di Roma – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università Foro Italico – Date prove scritte ed esiti

Link Campus University – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Uni Camillus – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Roma – Tor Vergata

Tuscia – Esiti prova preselettiva

LIGURIA

Università di Genova – Date prove scritte ed elenchi ammessi

LOMBARDIA

Università di Milano Bicocca – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università Cattolica Sacro Cuore – Date prove scritte ed elenchi ammessi

MARCHE

Università di Macerata

Università di Urbino – Date prove scritte ed elenchi ammessi

MOLISE

Università del Molise – Date prove scritte ed elenchi ammessi

PIEMONTE

Università di Torino – Date prove scritte ed elenchi ammessi

PUGLIA

Università di Bari – Ripartizione dei candidati tra le sedi universitarie per espletamento prova scritta

Università di Foggia – Date prove scritte

Università del Salento – Date prove scritte ed elenchi ammessi

SARDEGNA

Università di Cagliari – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Sassari – Date prove scritte ed elenchi ammessi

SICILIA

Università di Catania – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Enna Kore – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Messina – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Palermo – Date prove scritte ed elenchi ammessi

TOSCANA

Università di Firenze – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Pisa – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Università di Siena

TRENTINO

Università di Trento

UMBRIA

Università di Perugia

VENETO

Università di Verona

Università di Padova – Date prove scritte ed elenchi ammessi

Giornata mondiale degli insegnanti: ‘Insegnare in libertà e dar loro maggiore potere’

da Tuttoscuola

Oggi, martedì 5 ottobre, si celebra la Giornata mondiale degli insegnanti, una festa voluta nel 1994 dall’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove l’istruzione, la scienza e la cultura. In diversi paesi vengono organizzate varie iniziative per ricordare l’importanza del ruolo degli insegnanti, il loro lavoro e gli sforzi che in tutto il mondo si stanno facendo per migliorare la loro condizione. “Gli insegnanti costituiscono un fondamento essenziale della forza a lungo termine di ogni società – essi forniscono ai bambini, ai giovani e agli adulti le conoscenze e le competenze necessarie per soddisfare le proprie potenzialità”, scrive Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO, nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti. “Tuttavia, in tutto il mondo, troppi insegnanti non hanno la libertà e il sostegno di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro, che è di vitale importanza. È per questo che il tema della Giornata Mondiale degli Insegnanti di quest’anno – ‘Teaching in Freedom, Empowering Teachers’ – ribadisce il valore degli insegnanti e riconosce le sfide che molti incontrano nel corso della loro vita professionale in tutto il mondo”.

“Essere un insegnante accreditato significa avere accesso a una formazione di alta qualità, salari equi e opportunità continue per lo sviluppo professionale. Significa anche – scrive ancora Bokova – avere la libertà di sostenere lo sviluppo di curricula nazionali e l’autonomia professionale per scegliere i metodi e gli approcci più adeguati che permettano un’educazione più efficace, inclusiva ed equa. Inoltre, significa essere in grado di insegnare in totale sicurezza durante i momenti di cambiamento politico, instabilità e conflitti”.

“In questa Giornata Mondiale degli Insegnanti unitevi a noi nel a permettere agli insegnanti di insegnare in libertà affinché ogni bambino e ogni adulto siano a loro volta liberi di imparare – a beneficio di un mondo migliore”, conclude il Direttore Generale dell’UNESCO.

La Giornata commemora la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante, la principale  struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale, ed ha come obiettivo fondamentale quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti.

Con l’adozione dell’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “Istruzione di qualità”, gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l’attuazione dell’Agenda 2030 sull’educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l’obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l’abbandono scolastico precoce,  contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile.

Quest’anno gli eventi organizzati dall’UNESCO per celebrare la Giornata mondiale degli insegnanti si tengono dal 4 all’8 ottobre, e il programma è incentrato sul tema “Insegnanti al centro della ripresa della formazione”: tra le altre cose si discuterà degli effetti della pandemia da Covid19 sul lavoro degli insegnanti e dell’importanza delle innovazioni tecnologiche nell’insegnamento, ma anche della necessità di politiche efficaci per garantire che questa categoria possa sviluppare il suo potenziale.

La “difesa della razza”

La “difesa della razza”

di Maurizio Tiriticco

IL NEFASTO 6 OTTOBRE DEL 1938! Il Gran Consiglio del Fascismo approva la “DICHIARAZIONE SULLA RAZZA”. E’il primo documento razzista ufficiale che, di diritto e di fatto, dà il via alla persecuzione contro i cittadini ebrei. Il successivo 17 novembre 1938 la dichiarazione vienetrasformata in Regio Decreto Legge, il n. 1728, concernente “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”. Insisto! Un decreto legge regio!!! Si tratta di uno dei tanti tradimenti perpetrati dal Re d’Italia e Imperatore d’Etiopia Vittorio Emanuele III (ed in seguito anche Re di Albania, dopo l’occupazione militare italiana che sarebbe avvenuta il 7 aprile 1939) ai danni dei suoi… fedeli sudditi!

Il regime fascista si preoccupa di attendere al “miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti”. La cura del Duce per il suo amato popolo è altissima, per cui deve preservare la sua “purezza razziale”! Pertanto il Gran Consiglio del Fascismo stabilì: a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane; b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici – personale civile e militare – di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza; c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell’Interno; d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell’Impero.

Ed ancora il Gran Consiglio del Fascismo si premura di ricordare che “l’ebraismo mondiale – specie dopo l’abolizione della massoneria – è stato l’animatore dell’antifascismo in tutti i campi e che l’ebraismo estero o italiano fuoruscito è stato – in taluni periodi culminanti come nel 1924-25 e durante la guerra etiopica unanimemente ostile al Fascismo”. Ed ancora! “L’immigrazione di elementi stranieri – accentuatasi fortemente dal 1933 in poi – ha peggiorato lo stato d’animo degli ebrei italiani nei confronti del Regime, non accettato sinceramente, poiché antitetico a quella che è la psicologia, la politica, l’internazionalismo d’Israele. Tutte le forze antifasciste fanno capo ad elementi ebrei; l’ebraismo mondiale è, in Spagna, dalla parte dei bolscevichi di Barcellona.

Pertanto il Gran Consiglio del Fascismo ritiene che la legge concernente il divieto d’ingresso nel Regno degli ebrei stranieri non può più oltre essere ritardata e che l’espulsione degli indesiderabili è indispensabile. Il Gran Consiglio del Fascismo decide che, oltre ai casi singolarmente controversi che saranno sottoposti all’esame dell’apposita commissione del Ministero dell’Interno, non sia applicata l’espulsione nei riguardi degli ebrei stranieri che si trovino in particolari condizioni. E segue un lungo elenco a cui rimando (è sul web).

Per quanto riguarda l’immigrazione di ebrei in Etiopia, il Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di concedere, anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di ebrei europei in qualche zona dell’Etiopia. Questa eventuale e le altre condizioni fatte agli ebrei potranno essere annullate o aggravate a seconda dell’atteggiamento che l’ebraismo assumerà nei riguardi dell’Italia fascista. Ed ancora! Il Ministro dell’Educazione Nazionale istituisce cattedre di studi sulla razza nelle principali Università del Regno.

Ma non finisce qui! Due decreti legge ministeriali, il n. 1390 e n. 1630 del 5 e 23 settembre 1938 (poi confluiti nel R.D. n. 1779 del 15 novembre 1938, approvato dal Parlamento fra la fine del 1938 e l’inizio del gennaio 1939),esclusero dalle scuole italiane «di ogni ordine e grado, pubbliche e private» i professori e gli studenti ebrei. E, tra i tanti provvedimenti attuativi, una circolare ministeriale stabilì che, a partire dal 16 ottobre 1938, gli esami universitari non fossero più tenuti da docenti ebrei.

Ed infine il Gran Consiglio del Fascismo, mentre nota che il complesso dei problemi razziali ha suscitato un interesse eccezionale nel popolo italiano, annuncia ai Fascisti che le direttive del Partito in materia sono da considerarsi fondamentali e impegnative per tutti e che alle direttive del Gran Consiglio devono ispirarsi le leggi che saranno sollecitamente preparate dai singoli Ministri.